17 July, 2024
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In un periodo di grande emergenza come quello che stiamo vivendo sono tante le famiglie della nostra città che hanno bisogno del nostro aiuto e supporto.

Con il “carrello solidale” potremo donare una parte della nostra spesa a favore delle persone in difficoltà.
Come? È semplice: tutti i centri commerciali che aderiscono all’iniziativa metteranno a disposizione un carrello in cui potremo inserire prodotti di prima necessità, quali pasta, riso, pomodori pelati, legumi secchi e in scatola, latte, olio d’oliva, olio di semi, tonno e carne in scatola, articoli per l’infanzia, farina, zucchero, sale, lievito liofilizzato e biscotti.

Il Centro Operativo Comunale di Protezione Civile procederà al ritiro dei prodotti e alla loro distribuzione a beneficio delle persone in difficoltà, che l’epidemia Coronavirus ha fatto aumentare.

Si tratta di uno strumento concreto di “solidarietà alimentare” che si aggiunge ai “buoni spesa” – disponibili tra circa una settimana – e alle “buste della spesa”, già in distribuzione da alcune settimane.

I carrelli solidali sono già presenti nei seguenti market:

• Conad Superstore
• Iperpan
• Discount Balia a Cortoghiana
• Md Carbonia
• Conad City
• SuperPan
• Hardis

I supermercati che non hanno ancora aderito e che intendono partecipare all’iniziativa del “carrello solidale” potranno comunicare la propria adesione al numero del Centro Operativo Comunale di Protezione Civile, attivo 24 ore su 24: 347.3855336.

La lista dei nuovi supermercati aderenti verrà aggiornata tempestivamente e pubblicata, di volta in volta, sui canali istituzionali del comune di Carbonia.

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Il presidente della Regione Christian Solinas ha preso parte alla videoconferenza convocata dal presidente del Consiglio dei ministri Giuseppe Conte con tutti i presidenti di Regione, e con la partecipazione dei ministri Francesco Boccia e Roberto Speranza, del Capo della Protezione Civile Angelo Borrelli e del commissario Domenico Arcuri, incentrata sui problemi delle Regioni nel contrasto alla pandemia.

Il presidente Christian Solinas nel suo intervento ha sollecitato al Governo l’invio in Sardegna dei dpi e di tutto il materiale ancora non pervenuto, e particolarmente dei tamponi e reagenti necessari per lo screening diffuso che è urgente attuare non solo tra il personale e gli ospiti delle strutture sanitarie, ma anche nelle case di riposo, tra le forze dell’ordine e tra la popolazione. Christian Solinas ha inoltre sollecitato il Governo a concedere l’attivazione della piattaforma informatica, già realizzata dalla Regione Sarda, affinché possa al più presto entrare in funzione e consentire la geolocalizzazione degli spostamenti e dei contatti dei pazienti positivi e dei soggetti in isolamento.

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«Entro la fine del mese di aprile, il ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali provvederà ad erogare i contributi spettanti ai pescatori per il fermo pesca relativo all’anno 2018, mentre quelli relativi all’anno 2019 saranno erogati dal prossimo settembre.»

È quanto riporta una nota congiunta del senatore Emiliano Fenu e del deputato Alberto Manca, entrambi del Movimento 5 Stelle.

«Ogni anno ai pescatori vengono liquidate le competenze relative al fermo pesca dell’anno precedentesottolineano nella nota Emiliano Fenu ed Alberto Mancama lungaggini burocratiche hanno impedito al Ministero competente di erogare per tempo i contributi relativi alle annualità 2018 e 2019. Se a questo ritardo nei pagamenti aggiungiamo anche la momentanea impossibilità di lavorare a causa del diffondersi del Coronavirus, è facile comprendere la gravità della situazione in cui versano gli operatori del settore della pesca, i cui problemi non possono restare inascoltati. A tal proposito, gli organi ministeriali competenti, sollecitati a provvedere all’erogazione dei pagamenti dovuti ai pescatori, hanno comunicato la data di fine aprile per l’avvio dell’iter di pagamento delle competenze 2018, e la data di settembre per l’avvio dei pagamenti delle competenze 2019.»

«Il Governo ed il Parlamento – concludono Emiliano Fenu ed Alberto Manca – dimostrano di essere vicini ai problemi degli operatori del settore della pesca e sono a lavoro per attenuare la gravità delle conseguenze economiche che questa crisi sta comportando.»

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«Buonasera a tutti cari concittadini, vorrei ringraziare il sindaco di Calasetta Mura (Comune di Calasetta) per aver mantenuto e rispettato la mia privacy, ma visto che non ho nulla da nascondere, ci tengo ad informare e tranquillizzare la popolazione che si sbizzarrisce in ipotesi più che fantasiose.»

La giovane di Calasetta risultata positiva al Covid-19 ha esordito così, questa sera, in un post pubblicato su Facebook, nel quale ha voluto spiegare la sua condizione ed il pieno rispetto del protocollo seguito da quando è rientrata nel suo paese, dopo aver perso il lavoro a causa della crisi seguita all’esplosione della pandemia, una scelta pienamente responsabile, nonostante non provenisse – al momento del rientro nell’Isola – da una zona rossa (lavorava da estetista in un hotel del Sestriere).

«Ci tengo a far sapere a tutti che mi trovano fuori per motivi lavorativi. Causa Covid-19, sono stata licenziata e l’hotel è stato costretto a chiudere e di conseguenza non avendo un alloggio dove stare, sono dovuta rientrare nel mio paese di residenza.

Fortunatamente per me, avendo una casa libera dove affrontare la mia quarantena, ho deciso di rientrare in tutta serenità.

Arrivata al mio domicilio in completa solitudine e lontano dalla mia famiglia, decido SPONTANEAMENTE di autoisolarmi, visto che, vorrei ricordare a tutti, che non provenendo da una zona rossa, non avevo obbligo di quarantena per legge.

Avverto i primi sintomi 5 giorni dopo e per sintomi intendo semplicemente un’assenza di odori e sapori nelle cose.

Leggo gli stessi giorni di persone con il virus che accusavano questo stesso sintomo, così decido di chiamare il mio medico al 10° giorno di quarantena e lui mi ha chiesto di finire i giorni previsti per legge di isolamento e sentirci il giorno successivo.

Fortunatamente come me non ha sottovalutato il sintomo che continuava comunque ad essere presente e mi ha prescritto il tampone.

A tal proposito, vorrei sottolineare che solo alla seconda chiamata che mi ha fatto l’istituto di igiene per monitorare la salute, ho insistito perché fossi sottoposta al tampone, perché facendo l’estetista, ero stata esposta al contagio, visto che la clientela proveniva prevalentemente dalle zone rosse.

Quindi vorrei solo tranquillizzarvi nel dire che non sono uscita di casa e non ho avuto contatti con nessuno.

Ci tengo anche a dire che vorrei che tutti si fossero comportati come me.

Vorrei che tutti i positivi fossero asintomatici e non soffrissero negli ospedali soli.

Vorrei che tutti si preoccupassero non solo i 15 giorni di quarantena ma anche oltre per la salute altrui.

Perché vorrei ricordare che sono 20 giorni in isolamento e al 15esimo sarei potuta tranquillamente andare a fare la spesa, visto che di salute stavo bene e per ignoranza potevo associare l’unico sintomo non nominato dalle tv ad una rinite.

Grazie dell’attenzione, ora conoscete la verità e magari i commenti saranno più sensati, meno offensivi e, soprattutto, spero vi siate tranquillizzati dell’eventualità di un possibile contagio.

P.S. Sto bene, grazie a tutti dell’interessamento.»

Fin qui il post pubblicato dalla giovane estetista di Calasetta risultata positiva al Covid-19.

Come emerge chiaramente dalla descrizione dei fatti, il suo comportamento è stato ineccepibile, sta bene e continua l’isolamento domiciliare.

Vorrei concludere con una doverosa considerazione, che non mi stancherò mai di ripetere. Il Coronavirus è un nemico invisibile che non guarda in faccia a nessuno, belli e brutti, ricchi e poveri, come emerge dalle cronache quotidiane in ogni angolo del pianeta terra. Sono ormai quasi 1 milione i casi totali nel mondo (972.166, 145,747 nelle ultime 24 ore), 46.764 i decessi (5.987 nelle ultime 24 ore); l’Italia è uno dei paesi con il maggior numero di contagi (119.827) e quello con il maggior numero di vittime (14.681); la Sardegna oggi ha raggiunto il numero di 825 casi totali, con 41 vittime; la provincia del Sud Sardegna ha riscontrato finora 63 casi di positività…Tutti siamo chiamati a rispettare le regole di contrasto e prevenzione alla diffusione del Covid-19 imposteci da Governo e Regione, ma nessuno di noi può ritenersi inattaccabile dal virus…Dico questo, per ricordare ancora una volta a tutti noi, che chi risulta positivo al Coronavirus è una vittima che va difesa e tutelata, affinché possa superare questa terribile esperienza e ritrovare quanto prima possibile la piena efficienza fisica e di salute; chi risulta positivo al Coronavirus, non è responsabile di alcun reato e certi comportamenti registrati in questi giorni di grave emergenza, soprattutto sui social, sono gravemente lesivi nei confronti di persone che hanno avuto il solo torto di essere meno fortunate e di aver incontrato sulla loro strada il “nemico invisibile“.

RESTIAMO A CASA, dunque, e qualora non lo avessimo ancora fatto, impariamo a rispettare gli altri, al pari di come giustamente chiediamo di essere rispettati.

Buonanotte e buona fortuna a tutti

Giampaolo Cirronis

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Confprofessioni Sardegna ha firmato l’accordo quadro proposto dalla Regione per la cassa integrazione in deroga che consentirà a centinaia di professionisti di accedere alle misure di contrasto alla crisi provocata dall’epidemia di Covid-19.

«Si tratta di un provvedimento molto importante – sottolinea la presidente di Confprofessioni Sardegna Susanna Pisano – che ci auguriamo possa dare risposte rapide alle necessità di tanti studiprofessionali che in questo momento si trovano in una condizione di oggettiva difficoltà e che hanno urgente bisogno di essere sostenuti per superare il temporaneo crollo di gran parte delle attività economiche.»

Tra gli aspetti dell’accordo che maggiormente vanno incontro alle esigenze dei professionisti c’è innanzitutto la possibilità data anche agli studi con pochi dipendenti di accedere alla cassa integrazione in deroga. Inoltre, le procedure risultano semplificate.

«Chi ha meno di cinque dipendenti dovrà presentare direttamente la domanda alla Regione che, in sede di monitoraggio, si farà carico della informativa periodica alle organizzazioni sindacali. In questo modo i piccoli studi vengono alleggeriti da incombenze procedurali», spiega Susanna Pisano.

Inoltre, gli studi con oltre cinque dipendenti potranno presentare la domanda anche in assenza del perfezionamento dell’accordo sottoscritto, purché questo intervenga a corredo istruttorio nei termini dell’accoglimento della domanda (in questo modo l’iter risulta più agevole e veloce).

«Come Confprofessioni abbiamo infine accolto con interesse l’iniziativa di ulteriori misure e provvidenze regionali come quella di estendere gli indennizzi a figure escluse dal decreto legge 18 del governo, come quelle dei lavoratori stagionali e delle colf e badanti, perché crediamo che in questo momento tutti i lavoratori devono essere aiutati», conclude Susanna Pisano.

Ricordiamo che al sistema di Confprofessioni Sardegna aderiscono e potranno fruire della cassa integrazione in deroga numerosissime professioni riunite nelle seguenti sigle: Associazione Dottori Commercialisti, Associazione Nazionale Archeologi, Associazione Nazionale Commercialisti, Unione Nazionale Giovani Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili, Associazione Nazionale dei Revisori Contabili, Associazione Nazionale Consulenti del Lavoro, Associazione Nazionale Forense, Federnotai, Sindacato Nazionale Ingegneri e Architetti Professionisti Italiani, Associazione Nazionale Tecnici e tecnici laureati, Federazione Italiana Medici di Medicina Generale, Federazione Italiana Medici Pediatri, Associazione Psicologi Liberi Professionisti, Associazione Nazionale Dentisti Italiani, Associazione Nazionale Medici Veterinari Italiani, sindacato Nazionale Geologi professionisti e Federazione Italiana dei Dottori in Scienze Agrarie e Scienze Forestali.

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Primo caso di positività nel comune di Calasetta. A darne comunicazione alla popolazione è stata Claudia Mura, sindaco del paese. Il primo cittadino ha spiegato in un video pubblicato nella pagina Facebook del Comune, di averne avuto conferma questo pomeriggio dall’ATS Sardegna ed ha aggiunto che la persona che ha contratto il Coronavirus sta bene, è costantemente monitorata dai medici e dall’ATS, la situazione è sotto controllo, anche perché si trovava già in isolamento preventivo, in quanto proveniente da fuori Sardegna.

Claudia Mura ha ribadito che «oggi più di ieri dobbiamo attenerci alle regole emanate dal Governo e dalla Regione, dobbiamo stare a casa, uscire solo se proprio strettamente necessario ed utilizzare i dispositivi di protezione».

Claudia Mura ha annunciato di aver ricevuto ieri i nuovi elenchi delle persone che stanno arrivando a Calasetta e ha chiesto loro di stare attenti, di seguire rigorosamente l’isolamento preventivo, non solo nei confronti della collettività ma anche della propria famiglia. «Lo so che è difficile ma dobbiamo rinviare baci ed abbracci ad un altro momento, per uscire velocemente da questa situazione, dobbiamo eliminare i contagi», ha concluso il sindaco di Calasetta.

Allegato il video di Claudia Mura

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«Prestazioni non erogate ma che verranno in ogni caso pagate a carissimo prezzo alle più grandi cliniche private della Sardegna. È questo quello che sta accadendo nella nostra regione in piena emergenza epidemiologica ma, soprattutto, in piena crisi economica. Mentre migliaia di famiglie sarde sono già sul lastrico e faticano a racimolare i quattrini per fare la spesa, la Giunta regionale della Sardegna ha deciso arbitrariamente di pagare le tre cliniche private diventate interamente dedicate ai pazienti Covid-19 a prescindere dal numero dei ricoveri e dalle prestazioni effettivamente erogate. Che i letti restino vuoti o vengano occupati, per la giunta non fa alcuna differenza, le casse delle cliniche private hanno chiesto e ottenuto che la Regione paghi la disponibilità, il pieno per il vuoto. L’auspicio è ovviamente quello che i letti delle strutture Covid-19 restino vuoti, ma non possiamo tollerare che la popolazione venga privata di risorse finanziarie che potrebbero essere meglio impiegate a sostegno dell’economia e delle famiglie della nostra isola.»

Il consigliere regionale del M5S si accinge a presentare un’interrogazione per conoscere i criteri di scelta adottati dalla Giunta per le strutture Covid-dedicate.

«Ma l’aspetto che più fa indignare di questa vicenda sottolinea il consigliere regionale pentastellatoè che la Regione abbia scelto le strutture ospedaliere private accreditate, Mater Olbia, Policlinico di Sassari, e Policlinico Città di Quartu, quali strutture Covid-dedicate, senza aver nemmeno valutato la possibilità di utilizzare gli ospedali pubblici, né tantomeno aver avviato una procedura di confronto dei costi. Senza alcun metro di paragone si è deciso di pagare una diaria ospedaliera che va dai 250 ai 900 euro.»

«Non crediamo affatto che le cliniche private siano state scelte perché consentivano un notevole risparmio al sistema sanitario regionale – aggiunge Roberto Li Gioi -. La delibera di giunta, cliccabile e quindi consultabile soltanto da ieri, dice tutt’altro. Anche perché come abbiamo già avuto modo di notare in questi giorni convulsi, alcune di queste cliniche non sono affatto pronte a far fronte all’emergenza. Il Mater Oblia ha infatti addirittura avviato la ricerca del personale medico e infermieristico necessario. In particolare chiedo al Governatore la massima trasparenza su quanto sta avvenendo in Gallura. La popolazione ha il diritto di conoscere il numero dei pazienti ricoverati, sapere in quali strutture si trovano e in quali reparti. Se davvero la scelta della Regione prevede il risparmio, dobbiamo escludere la possibilità che gli ospedali Covid-19 stiano lavorando al dieci per cento delle loro possibilità mentre la sanità pubblica è costretta a farsi carico di una mole di lavoro triplicatasi da quando il Mater Olbia è diventata struttura Covid-19.»

«Purtroppoconclude conclude Roberto Li Gioiquanto ho denunciato in un’interrogazione presentata quattro giorni fa si è verificato: la riapertura dell’Ospedale Giovanni Paolo II di Olbia è stata prematura. Oggi abbiamo infatti appreso che i tamponi eseguiti su due medici hanno dato esito positivo, e poiché si tratta di persone che hanno lavorato all’interno della struttura per ben tredici giorni, sia prima della sanificazione che dopo, il rischio contagio è nuovamente ai livelli di guardia. La Regione non può continuare a tenerci all’oscuro. Pretendiamo la massima trasparenza

 

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Nei 107 Comuni della provincia del Sud Sardegna i positivi al Covid-19 sono 63, il 7,64% del dato regionale. Nelle ultime 24 ore è stato riscontrato 1 caso, dopo i 4 di ieri, 5 negli ultimi quattro giorni.

La Provincia sarda più colpita, in emergenza, è quella di Sassari, che ad oggi registra 547 casi (19 più di ieri, una crescita fortunatamente in calo) il 66,3% del dato regionale, seguita dall’Area metropolitana di Cagliari, salita a 134, il 16,24% del dato regionale; la provincia di Nuoro ha riscontrato 62 casi di positività (uno in meno rispetto alla provincia del Sud Sardegna), il 7,52%; la Provincia finora meno colpita finora è quella di Oristano, con 19 casi, il 2,3%.

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Dal 14 marzo sono oltre 17.000 i controlli realizzati dal Corpo forestale della Regione Sardegna per vigilare sul rispetto delle regole stabilite per l’emergenza epidemiologica da Covid-2019.

Nella giornata di ieri sono stati effettuati 938 controlli: 313 nell’area di Cagliari, 66 Iglesias, 82 Oristano, 146 Sassari, 103 Tempio, 163 Nuoro, 65 Lanusei. Sono state sanzionate 11 persone (6 a Tempio, 3 a Cagliari, 2 ad Iglesias), per un totale (dal 14 marzo) di 245.