4 December, 2024
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In questi giorni di emergenza Coronavirus, non dobbiamo dimenticare di aprire una finestra sulle altre malattie, tra le quali c’è la SLA.

Casualmente, l’altra sera, ho seguito un piccolissimo frammento di Frontiere, il programma di RAI 1 condotto da Franco di Mare.
Non voglio fare della pubblicità alla RAI, anche perché non ne ha bisogno, ma quel documento mi ha fatto riflettere su problemi di estrema importanza e mi riferisco in modo particolare alla recente presenza a Sanremo 2020 di Paolo Palumbo, giovane sardo affetto da SLA. Terminata la sua performance, che ha suscitato enorme commozione, è calato il sipario e tutto è stato accompagnato da un silenzio assordante.
Tutto quello che è stato descritto è un richiamo chiaro, forte, netto, rivolto soprattutto alla Sanità, perché vorremmo che ci fosse maggior attenzione su questa malattia,  senza dimenticare anche le tante altre malattie che meritano la stessa attenzione.
La Sanità pubblica in occasione dell’emergenza Coronavirus ha messo in campo tutte le sue energie, con il totale sacrificio e impegno di medici, infermieri, volontari.
A loro deve sempre il nostro perenne ringraziamento, ma una volta che l’emergenza sarà rientrata, bisognerà mettere mano alle carenze emerse ed andranno trovate adeguate risposte, con programmi di sviluppo e stanziamenti di risorse, non più rinviabili nel tempo.
Armando Cusa

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Il comune di Carbonia ha aperto un conto corrente bancario dedicato al “Fondo solidale emergenza Covid” con il seguente IBAN:

IT 06 L 01015 43850 000070727912

Nell’intestazione dovrà essere indicato come beneficiario “COMUNE DI CARBONIA” e nella causale “Donazione Emergenza Covid-19“.

Le somme raccolte saranno destinate esclusivamente alle finalità di supporto economico e assistenziale ai cittadini indigenti o comunque in grave difficoltà.

In un momento emergenziale come questo c’è più che mai bisogno della grande solidarietà che la città di Carbonia ha sempre dimostrato di avere.

L’Amministrazione comunale ringrazia, fin da subito, tutti coloro che con una donazione – piccola o grande che sia – daranno il loro contributo a questa giusta causa.

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Il comune di Sant’Antioco ha pubblicato il bando per l’ammissione ai contributi sotto forma di buoni spesa mensili da spendere negli esercizi commerciali antiochensi previsti a favore dei nuclei familiari più esposti ai rischi derivanti dall’emergenza epidemiologica Covid-19. Nello specifico, i fondi (la dotazione finanziaria è di 244mila euro) potranno essere utilizzati per beni di prima necessità (alimentari, acquisto bombole di gas, canoni di locazione, utenze). La durata dell’erogazione del sussidio monetario (che va da un minimo di 150 euro a un massimo di 350 mensili) è stabilita fino alla conclusione dell’emergenza e comunque fino alla disponibilità del fondo messo a disposizione dal comune di Sant’Antioco.

Tra i destinatari dell’intervento, figurano titolari di attività commerciali e/o artigianali chiuse negli ultimi 6 mesi, attualmente non beneficiari di supporti pubblici; dipendenti di attività commerciali e/o artigianali costrette a chiudere in seguito alle direttive dei DPCM indicati nel bando e attualmente non titolari di supporti pubblici; lavoratori saltuari. Mentre tra coloro che non potranno accedere ai contributi figurano anche i già titolari di sostegno pubblico, come Reddito di cittadinanza o Naspi. Per tutti i requisiti nel dettaglio si rimanda al bando e per informazioni o chiarimenti è possibile contattare gli uffici del Servizio sociale tramite e-mail all’indirizzo servizisociali@comune.santantioco.ca.it oppure tramite telefono, dal lunedì al venerdì, dalle 9.00 alle 12.00, ai numeri: 366 318 0370/ 351 122 4013.

Il bando è aperto dalla data di pubblicazione del presente avviso (1/04/2020) all’albo pretorio online e nel sito internet del Comune. Le domande di partecipazione devono essere presentate esclusivamente con il modulo predisposto dall’Ente da consegnare preferibilmente digitalmente:

–          via mail a servizisociali@comune.santantioco.ca.it;

–          via PEC del comune di Sant’Antioco protocollo@comune.santantioco.legalmail.it ;

–           in ultimo al Protocollo Generale tramite il Centralino del comune di Sant’Antioco (dal lunedì al venerdì dalle 11.00 alle 13.00)

Nel caso le domande venissero presentate in formato cartaceo presso l’ufficio protocollo, si raccomanda di porre in essere le dovute precauzioni tenendo debita distanza dalle altre persone, o entrando nel Palazzo comunale evitando assembramenti.

Tutta la modulistica, compreso l’avviso pubblico, sono reperibili nel sito istituzionale del comune di Sant’Antioco.

 

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«Mentre l’intera Europa e buona parte del pianeta è fermo a causa dell’emergenza sanitaria in corso, mente interi paesi si interrogano sul dopo, sugli errori del passato che hanno portato a questa crisi sanitaria, ambientale ed economica senza precedenti, su come riprendere una vita normale con più  attenzione verso la vita delle persone e del pianeta, la RWM di Domusnovas-Iglesias non si arresta, prosegue anzi imperterrita nel suo programma di espansione dello stabilimento per poter raddoppiare la produzione di ordigni bellici (bombe di aereo della serie MK, esplosivo PBX etc…) come se niente stesse accadendo.»

E’ ancora una volta critica, Italia Nostra Sardegna, sull’attività della RWM di Domusnovas.

«Nella prima metà di marzo gli uffici del SUAP del comune di Iglesias sono stati più che mai attivi nell’istruire numerose pratiche relative all’ampliamento dello stabilimento di Domusnovas-Iglesias – si legge in una nota -. La strategia è quella dello “spezzatino”, ormai collaudata negli anni. Nei giorni scorsi Italia Nostra Sardegna ha informato gli enti interessati di volersi costituire nel procedimento amministrativo, chiedendo di prendere visione dei relativi atti e alla Conferenza di Servizi di rigettare le nuove richieste per una serie di validi motivi:

a) L’assenza di una progettazione complessiva e di un Piano Attuativo dell’intero ampliamento, sostituita da richieste e successivo rilascio di autorizzazioni parcellizzate – talvolta anche più autorizzazioni per lo stesso edificio – vanifica e immiserisce i Nulla Osta Paesaggistici rilasciati per i singoli interventi in quanto impedisce la visione generale della trasformazione/distruzione dei luoghi attualmente in corso. L’area interessata è ritenuta di notevole interesse pubblico e classificata come “area boschiva” dal vigente PPR!

 b) Basterebbe un sopralluogo nel cantiere per rendersi conto dei danni prodotti al paesaggio dalla movimentazione terra, dalla creazione di terrapieni e di nuovi altipiani, dalle impressionanti modifiche apportate alla morfologia del terreno ed al paesaggio in generale, per capire che quell’intervento non poteva essere autorizzato in quel luogo e con le modalità seguite. Insomma, un’alterazione irreversibile e paesaggisticamente non mitigabile del territorio tanto da fargli perdere del tutto il suo originario aspetto.

 c) Come si è denunciato da tempo, quella fabbrica rappresenta un serio pericolo per la pubblica incolumità e per la salvaguardia dell’ecosistema in quanto stabilimento ad elevato rischio di incidente rilevante (d.lgs 105/2015 e d.lgs 334/1999), con un Piano di Sicurezza Esterno “scaduto” da ben 8 anni e mai aggiornato all’attuale produzione di ordigni bellici. Il tutto reso ancor più insostenibile dal rilascio da parte della provincia di una autorizzazione ambientale semplificata (l’A.U.A.), simile a quella che viene rilasciata a una piccola attività artigianale, anziché l’autorizzazione Integrata Ambientale (A.I.A.) più rigida e meno permissiva.

d) È attualmente in corso un procedimento davanti al TAR Sardegna (N. 00092/2019 REG.RIC.), promosso anche da Italia Nostra, riguardante numerosi motivi di illegittimità sull’ampliamento dello stabilimento RWM di Domusnovas-Iglesias. Uno degli atti impugnati riguarda proprio la realizzazione dei reparti R200 ed R210 interessati da una variante che dovrebbe essere approvata in una delle Conferenze di Servizi indette per i prossimi giorni. Si ritiene che sia oltremodo inopportuno in questa fase modificare un progetto impugnato davanti al TAR e la cui udienza è prevista a breve.

e) La Procura di Cagliari ha da tempo avviato delle indagini per verificare la sussistenza di eventuali reati nello “strano iter” seguito nel rilascio delle numerose autorizzazioni per l’ampliamento dello stabilimento RWM: ne abbiamo contate oltre 20! Anche in questo caso, sarebbe utile che venisse garantita la fattiva collaborazione agli inquirenti da parte di tutti gli enti coinvolti, affinché sia fatta la massima chiarezza sulla vicenda e senza che si compromettano o si aggravino le situazioni interessate dalle indagini in corso.

«Appare veramente assurdo che nel pieno di una crisi epocale, che trova gli ospedali sardi sguarniti perfino delle mascherine per proteggere i medici che curano i contagiati in terapia intensiva e negli stessi ospedali e nelle case di cura la gente si ammala e muore, mentre tante aziende reinventano la loro produzione per adeguarla ai nuovi e più impellenti bisogni imposti da questa crisi sanitaria epocale – conclude Italia Nostra Sardegna -, in Sardegna si prosegua imperterriti nell’ampliamento di una fabbrica al fine di incrementare la produzione di strumenti di distruzione e di morte, con il beneplacito di enti ed amministrazioni locali e regionali.»

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Un sostegno su tutta la linea è quello incassato dall’Amministrazione comunale di Bitti sul versante delle misure attivate per la gestione dell’infezione da Covid-19 nella casa di riposo Nostra Segnora de su Meraculu. Il riconoscimento arriva direttamente dalla direzione della Protezione civile regionale, che ha di fatto approvato tutte le richieste messe in campo per governare l’emergenza sanitaria nella struttura per anziani e nell’intero paese. L’organizzazione del ‘modello Bitti’ è certamente il risultato della straordinaria e costante collaborazione tra amministrazione locale, Chiesa, direzione sanitaria della ASSL di Nuoro, Servizio igiene e Assistenza domiciliare integrata. Nello specifico, il supporto assicurato dalla Protezione civile prevede la fornitura di dispositivi di protezione individuale e di detergenti per la sanificazione degli ambienti, l’isolamento della casa di riposo con l’approvvigionamento di pasti e alimenti dall’esterno e di tutto quanto necessario per il sostentamento della struttura. È assicurata, operazione già messa in essere, la delocalizzazione delle persone Covid-negative presso una struttura ricettiva di Bitti con un approvvigionamento di pasti e di tutto quanto necessario per la gestione delle persone alloggiate in quel sito: dai dispositivi di protezione individuale al materiale di consumo e al lavaggio della biancheria. La Protezione civile sosterrà inoltre il mantenimento in ricovero nella casa di riposo degli anziani Covid-positivi, con l’assunzione di personale specializzato (operatori sociosanitari), evitando di saturare le strutture sanitarie regionali di 18 anziani pazienti. Ed infine sarà previsto il reperimento di strutture alberghiere extra-ricettive per garantire l’alloggio al personale impiegato nella casa di riposo, evitando inutili spostamenti e ottimizzandone quindi le prestazioni professionali.

Il sindaco. «Non possiamo che essere soddisfatti della piena collaborazione manifestata dalla Protezione civile regionale sul piano di emergenza allestito in pochissime ore a Bitti per gestire il focolaio di Coronavirus». Lo ha detto il sindaco Giuseppe Ciccolini che, nel ringraziare per la straordinaria collaborazione assicurata da ASSL di Nuoro, Servizio igiene e Assistenza domiciliare integrata, ha aggiunto: «Continueremo a garantire la massima attenzione e a vigilare affinché i soggetti interessati dal virus, gli operatori sociosanitari e tutti i cittadini possano avere tutto l’ascolto possibile».

Il contagio a Bitti. Oltre alla donna di 84 anni deceduta nei giorni scorsi all’ospedale San Francesco di Nuoro, 4 ospiti della Casa di riposo (di cui 3 positivi a Covid-19) sono ricoverati nel capoluogo barbaricino, altri 17 risultati positivi sono sempre alloggiati nella struttura, mentre i tre ospiti negativi al virus sono stati spostati in un albergo del paese. Del personale del N.S. de su Meraculu, 5 sono positivi e in quarantena a casa e 9 negativi.

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«Abbiamo presentato un’interrogazione parlamentare al presidente del Consiglio ed al ministro dell’Economia per fare chiarezza immediata sulla questione degli swap in dollari attivati il 18 marzo dalla Bce. Si tratta di debito in valuta americana che la Bce contrae per garantire liquidità a quelle banche europee che possiedono obbligazioni denominate in dollari. In questa fase il mercato interbancario è ovviamente congelato e senza un intervento del genere molte banche dell’Europa del Nord rischierebbero di andare gambe all’aria, a partire da alcune banche tedesche e olandesi molto esposte in derivati e titoli speculativi. In un’ottica di condivisione dei rischi a livello europeo è accettabile che tutte le banche centrali nazionali, guidate dalla Bce, si impegnino in operazioni del genere per garantire la solvibilità degli istituti bancari in tutto il continente, ma dato che la corte costituzionale tedesca è sempre stata molto netta nell’impedire la stessa condivisione per quanto riguarda gli acquisti di debito pubblico dei singoli Stati, non ci sembra corretto lasciar passare l’ennesimo favore a esclusivo beneficio della Germania e di pochi altri. La questione è semplice: o si elimina definitivamente e senza ambiguità (che ancora permangono) il vincolo del Capital key sui titoli di Stato, che impone alla Bce di acquistare titoli pubblici degli Stati non oltre la quota che essi possiedono nel suo capitale, oppure va introdotto il Capital key anche sugli swap in dollari, per impedire che la Banca d’Italia, ad esempio, contragga debiti in dollari che non servono alle banche italiane, tradizionalmente immuni da tendenze speculatrici.»

Lo hanno scritto stamane, in una nota, il capogruppo M5S in commissioni Esteri della Camera, Pino Cabras, ed i deputati Sabrina De Carlo e Mario Perantoni.

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«Alle risorse stanziate dal Governo per far fronte alle conseguenze economiche e sociali dell’emergenza sanitaria, peraltro insufficienti, è urgente che la Regione Sardegna aggiunga quelle proprie, e soprattutto i finanziamenti in capo ai Fondi strutturali europei della programmazione 2014-2020 che rappresentano una quota importante, impegnata e da impegnare, da destinare subito allo sviluppo, al lavoro e alle tutele sociali.»

Lo scrive, in una nota, Gavino Carta, segretario generale della Cisl sarda.

«La recente approvazione da parte dell’Unione Europea della “Iniziativa di investimento in risposta al Coronavirus” e del “Quadro temporaneo” per avvalersi pienamente della flessibilità prevista dalle norme sugli aiuti di Stato, consente di utilizzare i fondi di coesione per rafforzare i sistemi sanitari e sostenere le piccole e medie imprese, oltre che i regimi di lavoro a breve termine e servizi di prossimità aggiunge Gavino Carta -. La Cisl ribadisce l’urgenza di canalizzare nell’immediato queste risorse finanziarie, in modo da rispondere ai bisogni delle imprese e del mondo del lavoro, messi a dura prova anche dall’emergenza sanitaria, coordinandosi opportunamente con i vertici e le strutture nazionali affinché, di fronte alle ragioni dell’emergenza, le risorse disponibili siano opportunamente e prioritariamente indirizzate al sostegno del sistema economico e sociale della nostra regione.»

«L’imperativo che sollecitiamo al presidente della Regione è di spendere presto e bene le risorse impegnate e di rendere disponibili subito le altre, provvedendo a semplificare le procedure di pertinenza dell’Ente ed assumendo rapidamente tutti gli atti di programmazione e notifica necessari all’eventuale ri-orientamento delle misure di carattere economico rimarca Gavino Carta -. Si è di fronte a una quantità notevole di risorse finanziarie disponibili in capo a tutti i fondi strutturali, come attesta la spesa finora certificata rispetto agli stanziamenti per Fondo. Ad esempio sul FESR (Fondo Europeo di Sviluppo Regionale), a fronte di uno stanziamento di 466 milioni di euro, la spesa certificata al 29 febbraio 2020 era di 249,9 milioni di euro, mentre sul FSE (Fondo Sociale Europeo) si registrava uno stanziamento di 221 milioni di euro e una spesa certificata di 115,1 milioni di euro (https://www.agenziacoesione.gov.it/news istituzionali/fondi-ue-14-20-dati-al-29-febbraio-2020/)…»

«E si tratta di due soli fondi! A queste cifre è inoltre necessario aggiungere il cofinanziamento a carico Nazionale e della Regione, che integra ulteriormente la disponibilità in capo ai diversi assi e interventi. Sostegno a tutte le imprese, pagamenti dei crediti maturati, infrastrutture da cantierare, interventi di politica attiva del lavoro, sistema socio-sanitario da riformare e potenziare in tutti i territori, rafforzamento dei trasporti interni ed esterni, delegificazione e semplificazione delle procedure per combattere la burocrazia, istruzione e formazione da potenziare, programmi e interventi a favore dell’agricoltura e dell’allevamento, sono solo alcuni degli ambiti che necessitano dell’attenzione e della capacità attuativa della Giunta regionale. L’azione della Regione necessita di una svolta nella capacità di spesa e nel programmare una stagione di ripresa dell’economia che eviti la recessione, o ancora peggio una fase di depressione economicaconclude il segretario generale della Cisl sarda -. Ci sono tutte le potenzialità per evitarle e per difendere il reddito dei lavoratori e dei pensionati, insieme alle imprese che producono ricchezza.»

 

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A seguito del consueto monitoraggio effettuato sulle piattaforme dei più noti social network, gli investigatori della Squadra Mobile di Cagliari hanno scoperto che su una chat Instagram, riconducibile ad un negozio multiprodotto cinese, veniva pubblicizzata la vendita di mascherine. In particolare, veniva proposto un pacco da 10 pezzi al prezzo di 50 euro.

Insospettiti, i poliziotti hanno approfondito la faccenda, contattando telefonicamente il venditore e concordando con lui un incontro in via Santa Gilla.

Nel luogo e all’orario stabilito si è presentato un cittadino cinese che portava con sé una busta contenente 3 confezioni da 10 pezzi di mascherine monouso di colore bianco, sprovviste di informazioni circa la denominazione legale o merceologica del prodotto, nome, ragione sociale, marchio del produttore o importatore UE, paese d’origine, nonché prive della marchiatura di qualità CE.

Un ulteriore controllo effettuato all’interno dell’appartamento del cittadino cinese, classe 1970, ha consentito di rinvenire altre 550 mascherine dello stesso tipo.

Tutte le mascherine sono state sottoposte a sequestro amministrativo e nei confronti del cittadino cinese è stata elevata apposita sanzione amministrativa.   

 

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I consiglieri del gruppo consiliare UDC – CAMBIAMO! hanno presentato un’interpellanza sulla mancata attuazione della legge regionale 23 dicembre 2019, n. 24 “Norme per l’attivazione di un piano per il disbrigo delle pratiche arretrate relative a premi, contributi ed erogazioni di qualsiasi natura nel settore agricolo”.

Si tratta della legge che istituisce la struttura che doveva istruire e liquidare le pratiche arretrate e inevase in agricoltura.

«Già il 16 gennaio, avevamo, come consiglieri del gruppo UDC – CAMBIAMO! sollecitato il Presidente e gli assessori competenti, per sapere quali fossero le ragioni che ritardavano l’applicazione della legge regionale 24/19 – si legge in una nota del gruppo -. Constatato lo stato di sofferenza del sistema agropastorale della nostra regione riteniamo che è assurdo bloccare, in questo momento di grande crisi economica, risorse importanti che spettano ai nostri agricoltori.»

«Siamo preoccupati – concludono i consiglieri UDC – CAMBIAMO! -. Abbiamo aspettato in vano i risultati del monitoraggio del lavoro della struttura creata con l.r. 24/19, che la Giunta regionale doveva inviare al Consiglio regionale con cadenza bimestrale. Oggi chiediamo un deciso intervento del Presidente della Regione e degli assessori competenti, sulla struttura preposta, affinché, dal disbrigo delle pratiche arretrate si possa dar sollievo a un settore fondamentale dell’economia isolana.» 

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L’Associazione Turistica Live@t Carbonia ha creato una raccolta fondi per aiutare le famiglie indigenti della nostra Comunità, essendo impossibilitati ad uscire dalla nostra abitazione possiamo far consegnare a domicilio la spesa con i beni di prima necessità alle tante famiglie indigenti con grande riservatezza.

Leggi di più e dona qui – https://www.gofundme.com/f/raccolta-fondi-famiglie-indigenti-carbonia?utm_source=whatsapp-visit&utm_medium=chat&utm_campaign=p_cp+share-sheet