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«Mentre l’intera Europa e buona parte del pianeta è fermo a causa dell’emergenza sanitaria in corso, mente interi paesi si interrogano sul dopo, sugli errori del passato che hanno portato a questa crisi sanitaria, ambientale ed economica senza precedenti, su come riprendere una vita normale con più attenzione verso la vita delle persone e del pianeta, la RWM di Domusnovas-Iglesias non si arresta, prosegue anzi imperterrita nel suo programma di espansione dello stabilimento per poter raddoppiare la produzione di ordigni bellici (bombe di aereo della serie MK, esplosivo PBX etc…) come se niente stesse accadendo.»
E’ ancora una volta critica, Italia Nostra Sardegna, sull’attività della RWM di Domusnovas.
«Nella prima metà di marzo gli uffici del SUAP del comune di Iglesias sono stati più che mai attivi nell’istruire numerose pratiche relative all’ampliamento dello stabilimento di Domusnovas-Iglesias – si legge in una nota -. La strategia è quella dello “spezzatino”, ormai collaudata negli anni. Nei giorni scorsi Italia Nostra Sardegna ha informato gli enti interessati di volersi costituire nel procedimento amministrativo, chiedendo di prendere visione dei relativi atti e alla Conferenza di Servizi di rigettare le nuove richieste per una serie di validi motivi:
a) L’assenza di una progettazione complessiva e di un Piano Attuativo dell’intero ampliamento, sostituita da richieste e successivo rilascio di autorizzazioni parcellizzate – talvolta anche più autorizzazioni per lo stesso edificio – vanifica e immiserisce i Nulla Osta Paesaggistici rilasciati per i singoli interventi in quanto impedisce la visione generale della trasformazione/distruzione dei luoghi attualmente in corso. L’area interessata è ritenuta di notevole interesse pubblico e classificata come “area boschiva” dal vigente PPR!
b) Basterebbe un sopralluogo nel cantiere per rendersi conto dei danni prodotti al paesaggio dalla movimentazione terra, dalla creazione di terrapieni e di nuovi altipiani, dalle impressionanti modifiche apportate alla morfologia del terreno ed al paesaggio in generale, per capire che quell’intervento non poteva essere autorizzato in quel luogo e con le modalità seguite. Insomma, un’alterazione irreversibile e paesaggisticamente non mitigabile del territorio tanto da fargli perdere del tutto il suo originario aspetto.
c) Come si è denunciato da tempo, quella fabbrica rappresenta un serio pericolo per la pubblica incolumità e per la salvaguardia dell’ecosistema in quanto stabilimento ad elevato rischio di incidente rilevante (d.lgs 105/2015 e d.lgs 334/1999), con un Piano di Sicurezza Esterno “scaduto” da ben 8 anni e mai aggiornato all’attuale produzione di ordigni bellici. Il tutto reso ancor più insostenibile dal rilascio da parte della provincia di una autorizzazione ambientale semplificata (l’A.U.A.), simile a quella che viene rilasciata a una piccola attività artigianale, anziché l’autorizzazione Integrata Ambientale (A.I.A.) più rigida e meno permissiva.
d) È attualmente in corso un procedimento davanti al TAR Sardegna (N. 00092/2019 REG.RIC.), promosso anche da Italia Nostra, riguardante numerosi motivi di illegittimità sull’ampliamento dello stabilimento RWM di Domusnovas-Iglesias. Uno degli atti impugnati riguarda proprio la realizzazione dei reparti R200 ed R210 interessati da una variante che dovrebbe essere approvata in una delle Conferenze di Servizi indette per i prossimi giorni. Si ritiene che sia oltremodo inopportuno in questa fase modificare un progetto impugnato davanti al TAR e la cui udienza è prevista a breve.
e) La Procura di Cagliari ha da tempo avviato delle indagini per verificare la sussistenza di eventuali reati nello “strano iter” seguito nel rilascio delle numerose autorizzazioni per l’ampliamento dello stabilimento RWM: ne abbiamo contate oltre 20! Anche in questo caso, sarebbe utile che venisse garantita la fattiva collaborazione agli inquirenti da parte di tutti gli enti coinvolti, affinché sia fatta la massima chiarezza sulla vicenda e senza che si compromettano o si aggravino le situazioni interessate dalle indagini in corso.
«Appare veramente assurdo che nel pieno di una crisi epocale, che trova gli ospedali sardi sguarniti perfino delle mascherine per proteggere i medici che curano i contagiati in terapia intensiva e negli stessi ospedali e nelle case di cura la gente si ammala e muore, mentre tante aziende reinventano la loro produzione per adeguarla ai nuovi e più impellenti bisogni imposti da questa crisi sanitaria epocale – conclude Italia Nostra Sardegna -, in Sardegna si prosegua imperterriti nell’ampliamento di una fabbrica al fine di incrementare la produzione di strumenti di distruzione e di morte, con il beneplacito di enti ed amministrazioni locali e regionali.»