17 July, 2024
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Gli infermieri dell’OPI (Ordine delle Professioni Infermieristiche) di Carbonia Iglesias inizieranno domani la consegna delle mascherine protettive pediatriche prodotte attraverso l’autofinanziamento con le donazioni ricevute, alla Pediatria Nido dell’Ospedale CTO di Iglesias. La distribuzione proseguirà nei prossimi giorni ai pediatri di libera scelta, ai distretti scolastici, alle associazioni, ai luoghi di lavoro e nei luoghi di cura ed assistenza per utenti in età pediatrica.

Le mascherine, realizzate dalle sarte di Sant’Antioco in tessuto cotone e polipropilene, sono di tre misure diverse, a seconda delle fasce di età: misura XXS (3/5 anni); XS, dai 6 ai 9 anni; S, dai 10 anni in su.

Per la raccolta delle donazioni destinate all’acquisto del tessuto, è stata organizzata un’estrazione, fatta ieri a mezzogiorno in diretta Facebook, che ha determinato la consegna di 200, 100 e 50 mascherine ai possessori dei numeri 13, 36 e 55.

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E’ sceso il numero dei nuovi positivi al Covid-19 riscontrati oggi in Sardegna, 9 (ieri erano stati 14), a fronte di un numero di tamponi notevolmente superiore, 750 (ieri erano stati 462), con 682 casi testati (ieri erano stati 430), ma è cresciuto sensibilmente il numero dei decessi, 6 in 24 ore (ieri c’era stato 1 solo decesso), che portano il numero complessivo a 109.

La situazione sanitaria in Sardegna continua a evolvere nella direzione auspicata e si avvicina l’avvio della “Fase 2”. 6 dei 9 nuovi casi positivi sono stati riscontrati nella provincia di Sassari, i 2/3, in media con il dato complessivo che vede la provincia di Sassari arrivata ad un numero complessivo di 828 su 1.280, il 64,69%. 2 casi sono stati riscontrati nella provincia di Oristano (il totale è salito a 54) e 1 nella Città Metropolitana di Cagliari (il totale è ora di 231). Nessun nuovo caso positivo nella provincia di Nuoro (totale 76) e nella provincia del Sud Sardegna (totale 91).

I pazienti ricoverati con sintomi sono 95 (1 meno di ieri), i ricoverati in terapia intensiva 20 (2 più di ieri); 668 le persone in isolamento domiciliare (ieri erano 680), il totale degli attualmente positivi è di 783 (ieri erano 794), il totale dei dimessi guariti è salito a 388 (ieri erano 374). E’ cresciuto, purtroppo, come già sottolineato, il numero dei decessi, oggi 6 (totale 109).

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Il Covid-19 ne ha rallentato il percorso di concretizzazione, ma finalmente anche per Carbonia è arrivato il momento di offrire ai propri cittadini, e non solo, la possibilità di approvvigionarsi di acqua potabile microfiltrata fresca a km zero.

Domani, lunedì 27 aprile, alle ore 12.00, in Piazza Mercato, a Carbonia e, alle ore 13.00, presso la circoscrizione di Cortoghiana, in via Bresciano, saranno inaugurate le due nuove case dell’acqua, fornite e gestite dalla So.Mi.CA.

All’inaugurazione saranno presenti il sindaco Paola Massidda, l’assessore all’Ambiente Gian Luca Lai, il dirigente del II Servizio Alberto Siletto e l’Amministratore Unico di So.Mi.Ca. Giuseppe Baghino.

Alcune informazioni sulle case dell’acqua

  • Le Case dell’Acqua erogano acqua proveniente dalla rete Abbanoa.
  • L’acqua subisce un trattamento di microfiltrazione attraverso filtri a carboni attivi argentizzati, per eliminare sostanze come cloro e microalghe fino a 0,5 micron.
  • L’acqua viene sterilizzata attraverso l’utilizzo di lampade a raggi ultravioletti, per eliminare batteri, germi e virus.
  • Inoltre l’acqua viene sanitizzata ad ogni erogazione mediante ozono su ogni ugello.

È prevista la distribuzione di acqua frizzante e naturale, refrigerata, inizialmente in forma gratuita e successivamente al costo di 5 centesimi al litro, pagabili mediante una tessera (ricaricabile presso l’erogatore) o tramite monete.

Il rifornimento è consentito 24 ore su 24, 365 giorni l’anno.

Nel rispetto delle misure di contenimento alla diffusione del Coronavirus, il prelievo è subordinato all’utilizzo di mascherina e guanti monouso ed al rispetto delle distanze interpersonali, pari ad almeno 1 metro.

 

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Andrea Marras è il calciatore con il maggior numero di presenze nella storia dell’Iglesias. Iglesiente di nascita, iniziò a giocare al calcio nella Pro Ferrini Iglesias. Sebbene avesse ancora l’età per giocare nelle giovanili, passò nei dilettanti con la Juventus Club di Iglesias e con il Musei, squadra quest’ultima dalla quale l’Iglesias lo acquistò per il campionato di Promozione 1982/1983.

Giocatore dotato di piedi buoni, riusciva con le sue giocate a dare un grande contributo alla squadra nel ruolo di centrocampista. Con il passare degli anni arretrò il suo raggio d’azione, collocandosi a ridosso della difesa con maggiori compiti di interdizione, ossia alla vecchia maniera del centromediano metodista. Insomma, era il classico mediano o mezzala di regia con spiccate doti realizzative, grazie ai calci di punizione e ad un ottimo tiro in porta. Alla fine della stagione 1995/1996, dopo 13 stagioni consecutive in maglia rossoblù, lasciò il sodalizio minerario per passare al Pula. Ritornò all’Iglesias nella stagione 1999/2000, dove disputò il suo ultimo campionato in Eccellenza che concluse da allenatore, dopo l’allontanamento di Mariano Dessì.

Complessivamente Andrea Marras ha giocato 14 campionati in rossoblù, intervallate dalle tre stagioni giocate a Pula, per un totale di 331 presenze e 37 reti, che lo collocano al primo posto in assoluto in fatto di presenze nella storia rossoblù. Nel campionato 2000/2001 disputò la sua ultima stagione agonistica con l’Assemini ed intraprese poi quella di allenatore, prima con l’Iglesias e poi con Arbus e San Sperate. Nella passata stagione è tornato alla guida della Monteponi, esperienza conclusa dopo otto giornate.

Vive a Iglesias e lavora presso il Comando di Polizia Municipale.

Brano tratto dal libri “80 anni di calcio rossoblù Monteponi Iglesias 1925-2005”, di Franco Reina, Giampaolo Cirronis Editore.

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Number one!!! Sotto tutti i punti di vista. Giocatore straordinario, Rafael Pascual ha vissuto a Sant’Antioco alcune stagioni indimenticabili, tappe fondamentali sia per la promozione dell’Olimpia in serie A, sia per la sua crescita personale, proseguita con la maglia dell’Alpitour Cuneo, con la Nazionale spagnola e con tantissime squadre di “mezzo mondo”. Per alcuni anni venne incoronato miglior schiacciatore al mondo!
Rafael Pascual, nato a Madrid il 16 marzo 1970, arrivò a Sant’Antioco quando aveva 23 anni, alla vigilia della stagione 1993/1994, in A2, proveniente dal Club Voleibol Almería (aveva iniziato a giocare a 15 anni, e con il Bomberos de Barcelona arrivò in Superliga nelle stagioni 1988-89 e 1989-90. Successivamente giocò con l’Universidad de Granada ed il Club Voleibol Gran Canaria). Fece il suo esordio nella squadra di Radames Lattari poche ore dopo l’arrivo nell’Isola, nella prima delle due sfide dell’Italian Open con il Charro Padova, manifestazione coda della stagione 1992/1993. Il suo fu un autentico show! Attaccò come un indemoniato da tutte le posizioni, trascinando la squadra ad una vittoria schiacciante: 3 a 0 (15-11, 15-10, 15-12). Il suo score personale fu incredibile, considerati i punteggi minimi dei parziali: 7 punti e 24 cambi palla!
Da quel giorno la sua è stata un’ascesa irresistibile, il suo inserimento fu la classica ciliegina su una torta già ben farcita dalla società, guidata dal presidente Antonello Aste, dal direttore sportivo Nereo Baliello e dagli altri dirigenti guidati da Tore Solinas, che in estate completò l’organico con alcuni inserimenti di grandissima qualità. Con Rafael Pascual e Krzystof Stelmach, i fratelli Esteban e Manuel De Palma. Giorgio Baldi e Mimmo Polito, Giorgio Esposito e Waldemaro Gustinelli, i giovanissimi Mario Bonamici, Sandro Stangoni ed Alessandro Mascia e, soprattutto, capitan Giuseppe Lai, l’Olimpia conquistò una storica promozione in A1!
L’annata in A1 fu importante per la promozione del movimento, con l’arrivo in Sardegna di tutti i grandi del volley nazionale ed internazionale (tra iquali goi azzurri Andrea Zorzi, Lorenzo Bernardi, Andrea Lucchetta, Andrea Giani, Luca Cantagalli, Ferdinando De Giorgi, Pasquale Gravina, Andrea Gardini, Paolo Tofoli, Samuele Papi, Marco Bracci, solo per citarne alcuni) non altrettanto per i risultati, condizionati anche da qualche scelta di mercato sbagliata che portò a smantellare parzialmente l’organico protagonista della storica promozione, con l’inserimento di alcuni giocatori il cui rendimento si rivelò inferiore alle attese. Arrivò, inevitabile, la retrocessione immediata in A2…
Rafael Pascual era giocatore tecnicamente immenso e dalle caratteristiche inimitabili ma anche dotato di un’incredibile generosità e di rarissime qualità umane. Al termine di ogni partita vinta (o persa, come accadde spesso nell’anno della A1), si fermava senza limiti di tempo con i ragazzi, molti giovanissimi, che affollavano il Palazzetto dello sport di via Rockfeller, a Cagliari, e lo assediavano letteralmente per firmare autografi. Non si sottraeva mai all’abbraccio entusiastico e non mostrava mai segni di insofferenza (come, purtroppo, accade ancora oggi a molti calciatori, anche i più idolatrati dai tifosi).
Rafael Pascual è rimasto nei cuori di tutti, dei tifosi dell’Olimpia e di quanti, ed erano tantissimi, allora si avvicinarono al volley in tutta la Sardegna.
Lasciata Sant’Antioco, Rafael Pascual approdò all’Alpitour Cuneo nell’estate 1995, per giocare al fianco di Samuele Papi, Ferdinando De Giorgi, Andrea Lucchetta e Claudio Galli. Nella prima stagione vinse quattro trofei: una coppa Italia, una Supercoppa italiana, una Supercoppa europea ed una coppa CEV. Nella seconda stagione una coppa delle Coppe ed una Supercoppa europea; nella terza la seconda coppa delle Coppe consecutiva; infine, nella quarta ed ultima stagione in Piemonte, la Coppa Italia e la Supercoppa italiana contro la Sisley Volley di Treviso, squadra dominatrice di quel periodo, nella quale militavano Pasquale Gravina, Lorenzo Bernardi, Samuele Papi e Damiano Pippi.
Nell’estate del 2000 Rafael Pascual lasciò Cuneo ed andò a giocare in Giappone, al Panasonic Panthers di Osaka, dove rimase un solo anno. Da lì in avanti cambiò spesso squadra, prima lo Stade Poitevin di Poitiers in Francia, poi tornò in Italia, al Top Volley di Latina, a Perugia e a Gioia del Colle.
Ancora in Spagna, al Club Voleibol Pòrtol di Palma di Maiorca, ritorno a Gioia del Colle, poi in Grecia, nel Panathinaikos Athlitikos Omilos, dove lasciò a metà stagione per andare a giocare in Portorico, nei Patriotas de Lares.
Il “giro del mondo” di Rafael Pascual proseguì con il ritorno nella massima serie italiana nella stagione 2005-06, nella Callipo Sport di Vibo Valentia, alla quale seguirono due stagioni con la maglia della Materdomini Volley di Castellana Grotte, Una breve esperienza in Bulgaria, nel CSKA Sofia. Nel 2007, a 37 anni, vinse il Campionato europeo con la sua Nazionale.
Firmò, infine, con l’Association Sportive Orange Nassau, in Francia, dove però decise di appendere le scarpette al chiodo con due anni di anticipo rispetto alla conclusione del contratto.
Giampaolo Cirronis

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Sono 9 i nuovi casi positivi al Covid-19 riscontrati oggi in Sardegna, su 750 tamponi eseguiti. Salgono a 1.280 i casi di positività al virus dall’inizio dell’emergenza. È quanto rilevato dall’Unità di crisi regionale nell’ultimo aggiornamento. In totale nell’Isola sono stati eseguiti 21.101 test. I pazienti ricoverati in ospedale sono in tutto 115, di cui 20 in terapia intensiva, mentre 668 sono le persone in isolamento domiciliare. 783 gli attualmente positivi. Il dato progressivo dei casi positivi comprende 317 pazienti guariti (+17 rispetto al dato precedente), più altri 71 guariti clinicamente. Salgono a 109 i decessi (6 oggi).

Sul territorio, dei 1.280 casi positivi complessivamente accertati, 231 sono stati registrati nella Città Metropolitana di Cagliari (+1 rispetto all’ultimo aggiornamento), 91 nel Sud Sardegna, 54 (+2) a Oristano, 76 a Nuoro, 828 (+6) a Sassari.

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È indubbio che la situazione socio-economica italiana, con la diffusione al Coronavirus, abbia assunto un aspetto completamente diverso rispetto alla precedente. Abbiamo chiesto all’ing. Giuseppe Toia, vicepresidente Assomet, di esprimere il suo pensiero in merito.
«La situazione nazionale e non solo ha esordito l’ing. Giuseppe Toiaa causa del Coronavirus, ha dovuto confrontarsi con una realtà nuova, dove antecedente alla Pandemia, aveva imboccato la strada della ripresa. Indubbiamente la situazione si è completamente capovolta e adesso i presupposti per una nuova ripresa si allungano notevolmente. In generale l’aspetto socioeconomico deve essere affrontato con nuove iniziative governative che devono trovare una nuova strada orientata e finalizzata ad una ripresa che non può più attendere.»
«La Sardegna non è certamente esente – ha aggiunto Giuseppe Toiaanche se rispetto al resto dell’Italia si trova in una situazione più favorevole con la diffusione del Coronavirus, tuttavia anche da noi le problematiche sono diverse e quindi gli interventi da mettere in campo da parte della Regione Sarda sono innumerevoli. Sotto questo aspetto la situazione socio-economica ha dovuto fare i conti con il Coronavirus, con le ripercussioni negative che hanno messo in luce, come anche nel resto d’Italia, tutti i limiti che in questa situazione impongono di rivedere una nuova società completamente diversa e più razionale.»
«Una riflessione è necessariaha rimarcato Giuseppe Toiala nostra preoccupazione come Assomet è rivolta, soprattutto, a tutte quelle aziende produttive che si sono trovate a confrontarsi con una recessione devastante, nella quale il loro sistema produttivo ha subito un blocco e gli scambi commerciali, i contratti stipulati, sono stati freezzati e l’aspetto occupazionale ne ha risentito tantissimo. Si parla concretamente di una perdita finanziaria di oltre 30 miliardi di euro se la situazione dovesse perdurare ancora.»
«Pertantoha concluso l’ing. Giuseppe Toianoi come Assomet seguiamo con una certa preoccupazione l’evoluzione della situazione, nella speranza che tutte le iniziative che il Governo ha cantierizzato siano indirizzate verso una concreta ripresa produttiva.»
Armando Cusa

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Dal 14 marzo sono 35.711 i controlli realizzati dal Corpo forestale della Regione Sardegna per vigilare sul rispetto delle regole stabilite per l’emergenza epidemiologica da Covid-2019.

Nella giornata di ieri sono stati effettuati 1.105 controlli: 144 nell’area di Cagliari, 36 Iglesias, 54 Oristano, 360 Sassari, 233 Nuoro, 95 Lanusei, 183 a Tempio. Sono state sanzionate 34 persone (19 a Cagliari, 8 a Sassari, 4 a Nuoro, 3 ad Iglesias), per un totale (dal 14 marzo) di 705.

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Nino Falchi, una delle icone del calcio rossoblu dell’Iglesias e sardo per quasi mezzo secolo. Iniziò a giocare nella Monteponi ragazzi di Angelino Salis. Dopo la trafila nelle giovanili fece l’esordio in prima squadra nel campionato di IV serie 1957/1958 con l’allenatore Piccione. Con lo scioglimento della Monteponi passò al Cagliari di Stefano Perati per il campionato di B 1959/1960, dove bagnò il suo esordio con il Verona. Si dice che alla fine della stagione 1958/1959, prima del suo passaggio al Cagliari, il mitico Fulvio Bernardini allenatore della Lazio, lo avesse adocchiato per le sue qualità, ma la fine non si fece nulla.

Ala di ruolo, dotato di buona tecnica, dribbling e buona corsa, la sua caratteristica migliore era quella di involarsi sulla fascia puntando e superando il suo avversario al fine di pennellare palloni invitanti dal fondo per i suoi compagni in area di rigore. Dopo le tre stagioni di Cagliari, due delle quali in serie C, Nino varcò il mare per giocare prima con il Grosseto e poi con la Narnese, disputando con quelle squadre campionati di serie C e D. Alla fine dell’esperienza continentale, rientrò definitivamente in città per disputare con la squadra rossoblù dell’Iglesias il campionato dilettanti 1967/1968. Con i minerari di Iglesias disputò 6 campionati consecutivi, 2 dei quali in serie D, i quali sommati ai 2 precedenti giocati con la Monteponi, sono 8 in totale, per 176 presenze e 62 reti.

Alla fine del campionato di serie D 1972/1973, continuò a giocare come giocatore-allenatore, prima nel Domusnovas, poi nel San Giovanni Suergiu. Una volta appese le scarpette al fatidico chiodo, incominciò ad allenare, guidando Cortoghiana, Fersulcis, Assemini, Iglesias, Decimoputzu e Villacidrese, vincendo tra l’altro molti campionati.

Nel 1998/1999, Nino Falchi lasciò definitivamente anche la panchina e da allora vive alla periferia di Iglesias da pensionato. Recentemente ha pubblicato il libro della sua storia ed ha festeggiato i suoi primi 80 anni.

Brano tratto dal libro “80 anni di calcio rossoblù Monteponi Iglesias 1925 -2005”, di Franco Reina, Giampaolo Cirronis Editore.

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Ugo Corda è stato per oltre un quarto di secolo uno dei grandi protagonisti, prima da calciatore, poi da allenatore, del calcio sulcitano. Originario di Carbonia, iniziò a giocare al calcio con la squadra giovanile dell’Orione di Carbonia. Conclusa l’attività giovanile sembrava che dovesse passare al Carbonia in serie D, ma visti gli scarsi risultati per il tesseramento finì per giocare con il Cortoghiana nei dilettanti. Dopo alcuni campionati dilettantistici arrivò finalmente a coronare il suo sogno di giocare con la squadra della sua città, in serie D. Al termine del campionato 1968/69, conclusosi con la retrocessione del Carbonia nei dilettanti, lasciò la squadra biancoblù per passare all’Alghero, sempre in serie D. Dalla squadra catalana arrivò a Iglesias nella stagione 1972/73, in serie D, con Alvaro Amarugi presidente e Mariano Dessì allenatore. In rossoblù ha giocato 5 campionati consecutivi, tutti in serie D, per un totale di 157 partite e 7 reti.

Elemento dotato di buona tecnica e di un ottimo sinistro, ma anche giocatore di grande personalità e di un carattere forte, veniva considerato l’allenatore in campo, doti sulle quali il tecnico Mariano Dessì faceva grande affidamento, facendolo giocare in mezzo al campo da centromediano metodista con compiti sia di interdizione che di impostazione. Lasciato il sodalizio rossoblù al termine della stagione 1976/77, ha giocato prima con il Portoscuso, per poi tornare in serie D con il Carbonia.

Conclusa la carriera da calciatore, è rimasto nell’ambiente da allenatore ed ha guidato il Carbonia in serie C/2, il Carloforte, la Fermassenti e la Sguotti. E’ morto nel mese di maggio 2019, all’età di 75 anni.

Brano tratto dal libro “80 anni di calcio rossoblù Monteponi Iglesias 1925-2002”, di Franco Reina, Giampaolo Cirronis Editore