Venerdì sera la Via Crucis di Papa Francesco, un invito alla riflessione sull’estrema precarietà della nostra vita
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Conclusa la Via Crucis officiata da Papa Francesco, siamo tutti qui con i nostri pensieri, le nostre inquietudini e le nostre speranze, ma Papa Francesco ci ha corroborato lo spirito riversando su di noi Fede, Speranza, Fiducia e Preghiera nell’affidarci totalmente a Gesù.
La Corona di Spine sta a significare il nostro stato d’animo, ma noi stessi siamo chiamati a dare una svolta alla nostra vita.
Lo spunto di tutto ciò viene esplicitato da un servizio televisivo condotto da Bruno Vespa.
Le tematiche che vengono affrontate sulle cause prodotte dal Coronavirus, vengono sviscerate e messe in luce con estrema chiarezza.
Esiziale è stata l’affermazione fatta da un medico virologo: «Il Coronavirus è stato l’11 settembre della Sanità Italiana».
L’accostamento con l’11 settembre statunitense con l’attacco alle Torri Gemelle è veramente terrificante.
Ad oggi la contabilità delle vittime ci lascia sgomenti, ci fa e deve fare riflettere sull’estrema precarietà della nostra vita, ha posto in evidenza la fragilità di una società volta esclusivamente ad un benessere personale senza che noi stessi non abbiamo avuto la consapevolezza di guardare oltre la siepe che separa il nostro giardino dal vicino di casa nostra.
La Pandemia scoppiata in tutta la sua violenza ha causato tantissime vittime, i medici, infermieri, volontari, che hanno cercato di combattere il Coronavirus, inizialmente hanno spesso operato privi di dispositivi di protezione individuale e questo ha prodotto un’ulteriore diffusione del contagio.
Le morti sotto i nostri occhi ci conferiscono l’esatta realtà della Via Crucis, uno stillicidio continuo, con un Virus subdolo, sinuoso, invisibile, che si è concretizzato con la strage di tante morti.
Il Virus è stato definito dall’OMS una Pandemia e questa affermazione si è, purtroppo, concretizzata con decine di migliaia di decessi a livello planetario.
Questa Via Crucis che ci prepara alla Pasqua vorremmo veramente che fosse l’inizio di una rinascita per tutti e, a tal proposito, non posso fare a meno di fare un riferimento all’Enciclica di Papa Giovanni XXIII “PACEM IN TERRIS” che chiede a gran voce la Pace nel mondo, così tanto martoriato e sofferente.
Armando Cusa
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