20 November, 2024
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Carbonia e il Sulcis hanno perso ieri uno dei fondatori del sistema sanitario pubblico territoriale nel dopoguerra: Enrico Pasqui.

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Carbonia e il Sulcis hanno perso ieri uno dei fondatori del sistema sanitario pubblico territoriale nel dopoguerra: Enrico Pasqui. Nato a Cagliari il 28 luglio 1928, da padre toscano di Siena e madre cagliaritana, Enrico Pasqui aveva conseguito la laurea nel 1953, all’età di 25 anni. Ancora prima del completamento del corso di studi universitari, aveva iniziato a lavorare come volontario nelle strutture sanitarie pubbliche che costituirono la base sulla quale nacque l’ospedale Sirai, progettato nella seconda metà degli anni ’30 ma inaugurato nel 1956.

All’ospedale Sirai, Enrico Pasqui è stato una colonna portante della sanità pubblica territoriale per oltre 40 anni. Raggiunse il traguardo del primariato ancora giovane, all’età di 35 anni. Nei primi anni ’60 diresse da primario i reparti di Pediatria. Medicina e Laboratorio, successivamente anche la nascente Cardiologia. Lasciò la direzione della Pediatria quando questa divenne autonoma. Uno dei massimi esperti in Sardegna in materia di malaria e leucemia, fu tra i fondatori del reparto Dialisi e ricoprì anche l’incarico di direttore sanitario. Lasciò l’ospedale Sirai, la creatura che per oltre 40 anni ha considerato “casa sua”, nella quale ha vissuto sicuramente più a lungo che nella sua abitazione di via Napoli con la famiglia, nel 1995, all’età di 67 anni. Nell’ultima parte della sua carriera lavorativa, ha avuto anche un’esperienza di un paio d’anni alla “Rosa del Marganai”, contribuendo alla nascita della Residenza sanitaria assistenziale iglesiente.

Conoscevo Enrico Pasqui da quasi 40 anni, dai primi anni della mia attività giornalistica. L’ho incontrato l’ultima volta alcuni mesi fa in un centro commerciale e ho avuto modo di dialogare qualche minuto con lui. Ci siamo soffermati sulle problematiche vissute in questi anni dal sistema sanitario pubblico nel territorio, sulle quali era costantemente informato e non perdeva occasione per manifestare il proprio rammarico, per il crescente decadimento della qualità dei servizi prestati ai cittadini.

Alla moglie Gabriella e ai due figli, Maria Gabriella, professoressa, e Paolo, odontoiatra, vanno le mie condoglianze per la grave perdita.

Giampaolo Cirronis

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