23 November, 2024
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La Rappresentanza Sindacale Unitaria della Carbosulcis sollecita la riattivazione del tavolo tecnico sui progetti di ricerca Spirulina 2.0 e FeDE.

«Apprendiamo con soddisfazione i contenuti della deliberazione di Giunta regionale 24/24 del 08/05/2020 che riconosce la validità dei progetti di ricerca proposti dalla Carbosulcissi legge in una nota diffusa stamane. Il tutto passa attraverso la Legge regionale 7 agosto 2007, n. 7 “Promozione della Ricerca Scientifica e dell’Innovazione Tecnologica in Sardegna” ed il finanziamento, a valere sul fondo FSC 2014-2020, riguarderà i seguenti progetti:

• progetto strategico Spirulina 2.0 in favore dall’Università degli Studi di Cagliari e Carbosulcis SpA;

• Progetto FeDE (Progetto di ricerca & sviluppo per innovazione di prodotto per fertilizzanti e disinquinanti ecologici) in favore di Carbosulcis SpA.»

«Entrambi i progetti rientrano nella tipologia degli interventi che dovranno tendere al rafforzamento internazionale della Regione Sardegna e contribuire ad attrarre grandi imprese innovative e favorire la collaborazione con il sistema della ricerca e dell’innovazione isolano si legge ancora nella nota della RSU Carbosulcis -. Questi progetti di ricerca, oltre al già noto progetto ARIA, potrebbero permettere di guardare oltre il piano di chiusura della miniera. Progetti che debbono mettere al centro il lavoro delle professionalità presenti all’interno della miniera e non solo, che potrebbero costituire una opportunità futura per questo territorio. Sono passati 3 mesi dall’ultimo incontro tecnico sul nuovo piano industriale della Carbosulcis. Poiché il tempo non è una variabile indipendente, è opportuno, e non più rinviabile, riprendere il percorso interrotto alcuni mesi faconclude la RSU Carbosulcis -. Per questo motivo chiediamo la convocazione, nelle modalità più opportune visto il periodo, per la ripresa delle discussioni sul futuro dei lavoratori della Carbosulcis.»

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I sindaci dei comuni del Sulcis Iglesiente dicono basta a chiusure, trasferimenti, riduzioni, sospensioni di servizi sanitari ospedalieri e territoriali.

«Dal 2017 ad oggi abbiamo in più occasioni diffuso note stampa con le quali evidenziavamo criticità legate a chiusure, trasferimenti, riduzioni, sospensioni di servizi sanitari ospedalieri e territoriali, portate avanti in dispregio dei processi di riordino e riforma del Servizio sanitario regionale – scrivono in una nota -. Il depotenziamento dei servizi periferici e delle cure intermedie, presenti presso le strutture mediche territoriali in alternativa al ricovero in ospedale, ormai è evidente: non ultima, dal mese di giugno, la chiusura presso i poliambulatori di San Giovanni Suergiu, Calasetta, Narcao e Santadi, del servizio di diabetologia
«Punti prelievo, servizi ambulatoriali, screening territoriale sono stati sospesi, ridotti, trasferiti e spesso chiusi; le dotazioni organiche mediche-infermieristiche sono al collasso e fortemente sofferenti per il mancato turn over e le sporadiche assunzioni – aggiungono i sindaci dei comuni del Sulcis Iglesiente -. In un territorio di circa 128.000 abitanti, i sindaci da anni continuano a registrare servizi socio sanitari frammentati e non comunicanti tra loro, se non del tutto inesistenti, che non permettono di dare un’adeguata risposta ai cittadini.»
Alla vigilia della discussione in Consiglio regionale della riforma del sistema sanitario regionale, approvata prima dalla Giunta poi dalla competente commissione consiliare, i sindaci dei comuni del Sulcis Iglesiente hanno convocato una conferenza stampa itinerante su queste tematiche, per giovedì 28 maggio 2020, alle ore 10.00, presso il poliambulatorio del comune di San Giovanni Suergiu.

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Sono trascorse due settimane dalle prime aperture disposte l’11 maggio da alcuni Comuni, 11 giorni da quello ordinato dal presidente della Regione il 14 maggio, una settimana dall’apertura più generalizzata e in Sardegna la situazione sanitaria continua a restare assolutamente sotto controllo. Anche nelle ultime 24 ore, infatti, non sono state registrate nuove positività al virus Covid-19, e anzi il numero totale dei casi accertati dall’inizio dell’emergenza è sceso di due unità, a 1.354, perché sono stati accertati due falsi positivi precedentemente registrati a Oristano e Sassari.

Nelle ultime 24 ore, nell’Isola sono stati eseguiti solo 277 tamponi e sono stati 263 i casi testati. I pazienti ricoverati in ospedale con sintomi sono scesi ancora da 51 a 49, come ieri sono 3 i ricoverati in terapia intensiva. In calo sia le persone in isolamento domiciliare, 179 (ieri erano 191), sia gli attualmente positivi, 231 (ieri erano 245). I pazienti dimessi/guariti sfiorano quota 1.000, 994 (ieri erano 982).

Anche oggi non sono state registrate vittime, complessivamente 129.

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Intervistato oggi dal network di donne corrispondenti Brux-Elles, il presidente del Parlamento europeo, David Sassoli, ha così risposto ad una domanda a proposito delle proposte di Austria, Danimarca, Olanda e Svezia: «Faccio un appello alla loro responsabilità. Non esistono Paesi frugali ed altri spendaccioni. Piuttosto, esistono Paesi consapevoli delle sfide che abbiamo di fronte e Paesi inconsapevoli. Per questo chiedo a tutti di essere all’altezza di questo momento storico. Tutti si avvantaggiano dei benefici del Mercato europeo ed anche i paesi che hanno sollevato obiezioni ne sono tra i principali destinatari. Mi auguro che tutti siano consapevoli. Non è il tempo della rigidità ma della ricostruzione, altrimenti saremo costretti ad un’Europa a diverse velocità».

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Nella giornata di oggi, 25 maggio, due barchini, con a bordo 23 migranti provenienti dall’Algeria, sono stati intercettati, a circa 10 miglia dalle coste sud occidentali della Sardegna. Altri tre barchini, in avvicinamento alle coste sarde, sono stati bloccati dalla marineria algerina.
Dodici migranti, tra i quali si conta anche un minore, sono stati trasportati, in mattinata, al porto canale di Cagliari. Gli altri undici, tutti di sesso maschile e in buone condizioni di salute, hanno raggiunto, nel primo pomeriggio, a bordo del pattugliatore veloce PV7 “Paolini” della Guardia di Finanza, il porto di Sant’Antioco. Dopo i dovuti accertamenti sanitari, gli undici giovani sono stati trasferiti al centro di prima accoglienza di Monastir.
Si tratta del secondo sbarco, avvenuto a Sant’Antioco nelle ultime 48 ore, che ha visto impegnati, nelle operazioni di soccorso e salvataggio, gli equipaggi della Guardia di Finanza.
Nella giornata di venerdì, una donna, arrivata con altri 18 migranti, era stata trasportata all’Ospedale “Sirai” di Carbonia.

Federica Selis

 

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Nelle ultime 24 ore, in Sardegna, non si registrano nuove positività al virus Covid-19, i casi accertati dall’inizio dell’emergenza sono 1.354, 2 in meno di ieri, questo a seguito di un aggiornamento dei dati (1 in meno a Oristano e 1 in meno a Sassari). In totale nell’Isola sono stati eseguiti 51.073 tamponi (oggi solo 277), 43.924 i casi testati. I pazienti ricoverati in ospedale con sintomi sono 49, 3 quelli in terapia intensiva, mentre 179 sono le persone in isolamento domiciliare. Gli attualmente positivi sono 231. I pazienti dimessi/guariti sono 994. Resta invariato il numero delle vittime, complessivamente 129.

Sul territorio, dei 1.354 casi positivi complessivamente accertati, 249 sono stati registrati nella Città Metropolitana di Cagliari, 97 nel Sud Sardegna, 59 a Oristano, 79 a Nuoro, 870 a Sassari.

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«Non poter fare l’autopsia alle vittime di Covid-19 è un gravissimo limite allo sviluppo della scienza, alla ricerca e alla conoscenza clinica di una malattia che ancora oggi presenta aspetti oscuri. Il Governo, quindi, faccia chiarezza sulla circolare emanata dal ministero della Salute, con la quale si specifica che “non si dovrebbe procedere all’esecuzione di autopsie o riscontri diagnostici nei casi conclamati” di persone decedute a causa del Coronavirus”.»

Lo afferma l’eurodeputata della Lega Luisa Regimenti, condividendo l’appello di un gruppo di medici legali, guidato dal professor Cristoforo Pomara, direttore dell’Istituto di Medicina legale di Catania, che ha chiesto al ministero della Salute di annullare la circolare che sconsiglia gli esami post-mortem per le vittime di Covid-19.

«Si tratta di un provvedimento paradossalesottolinea Luisa Regimenti, anche lei medico legale, presidente onorario della MeLCo, Società italiana di Medicina Legale Contemporanea – perché lo Stato ha il dovere di tutelare la salute dei cittadini. Invece, sconsigliando le autopsie nega, di fatto, l’opportunità di studiare a fondo la causa della morte, che abbiamo visto avviene spesso in concomitanza con altre patologie pregresse o complicazioni successive. Sugli oltre 32mila decessi finora accertati in Italia sono state pochissime le indagini autoptiche svolte, al netto di quelle disposte dall’autorità giudiziaria. Diversa è la situazione in Germania: ad Amburgo le autopsie sono obbligatorie e forse anche per questo la tenuta del sistema sanitario tedesco è risultata migliore di quella italiana.»

«Se il problema è la carenza delle sale anatomiche di biocontenimento necessarie a garantire la sicurezza del lavoro dei medici legali, così come denunciato da Simla, la Società italiana di medicina legale e delle assicurazioni e Famli, la Federazione delle associazioni dei medici legali italianiaggiunge Luisa Regimentiè arrivato il momento di investire in queste strutture e mettere i medici nella condizione di dare il loro contributo ad una conoscenza più approfondita del Covid-19.»

«E’ mia intenzione coinvolgere sul tema anche il Parlamento europeoconclude l’europarlamentare leghista allo scopo di stimolare un dibattito più esteso e far capire al Ministro della Salute Roberto Speranza che la scienza, per usare le parole del professor Cristoforo Pomara, non può essere messa in lockdown.»

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Le attuali misure di precauzione per contenere la diffusione del Covid-19 non hanno intaccato la capacità del Parlamento europeo di garantire le funzioni legislative, di bilancio e di controllo dell’istituzione.

Oltre alle sue attività principali, il Parlamento europeo ha contattato le autorità locali per offrire il suo sostegno nell’affrontare le conseguenze socio-economiche della crisi nelle sue tre principali sedi di lavoro. Viste le circostanze attuali, sono in vigore diversi accordi con le autorità locali per rispondere a richieste e necessità specifiche.

«Siamo tutti coinvolti in un’emergenza che tocca la vita delle persone. Questa crisi deve spingere tutti noi, comprese le istituzioni, a dare il buon esempio», ha affermato il presidente del Parlamento europeo, David Sassoli.

Bruxelles. Grazie ai suoi servizi logistici, il Parlamento europeo fornisce circa 7.000 pasti alla settimana, dallo scorso 14 aprile, distribuiti in collaborazione con varie associazioni di beneficenza: Resto du Coeur Saint Gilles, Doucheflux, Croce Rossa, Madre Teresa e CPAS Ixelles. Il Parlamento ha anche iniziato a fornire pasti per il personale medico dell’ospedale di Saint Pierre.

Inoltre, a 100 donne vulnerabili è stato offerto un riparo nei locali del Parlamento europeo a Bruxelles. Il Samusocial della Regione di Bruxelles gestisce dal 29 aprile le installazioni completamente attrezzate nell’edificio Kohl del PE. Il Parlamento fornisce loro il catering per 7 giorni alla settimana in una caffetteria riorganizzata per rispettare tutte le misure precauzionali. Il Parlamento europeo ha inoltre messo a disposizione una parte della sua flotta auto e camion per il trasporto di forniture e la consegna di pasti ad infermieri e medici.

Strasburgo. Il Parlamento coopera con la Croce Rossa locale in coordinamento con la città di Strasburgo e fornisce 500 pasti al giorno, sette giorni alla settimana per le persone bisognose. In accordo con la Prefettura del Basso Reno, l’11 maggio è stato aperto al Parlamento europeo a Strasburgo nell’edificio Louise Weiss un centro di screening del Covid-19. Quattro laboratori di diagnostica medica della regione sono responsabili dei test della popolazione generale e le azioni sono supervisionate dall’Agenzia sanitaria regionale del Grand-Est (Ars) e dalla Prefettura del Basso Reno. Anche in questa città il Pe ha offerto la sua flotta di auto/camion per il trasporto di forniture, se necessaria.

Lussemburgo. Il PE collabora con le associazioni locali Abrigado, Caritas e Croce Rossa e fornisce 500 pasti al giorno, sette giorni alla settimana per le persone bisognose. Cabine con finestre di vetro usate per le missioni esterne sono state fornite anche a una casa di cura a Bettembourg per consentire ai residenti di vedere i loro parenti, dopo lunghe settimane di reclusione, senza il rischio di rimanere contaminati.

Contatti e footage. Si noti che, sebbene il Parlamento europeo abbia reso disponibili i propri edifici, le iniziative sono gestite dalle autorità e dalle associazioni locali. Per ulteriori informazioni potete contattarle direttamente.

Al fine di rispettare il più possibile il lavoro delle organizzazioni locali ed evitare di disturbare i loro servizi o la loro privacy, il Media Centre del Parlamento europeo ha una raccolta di foto e video scaricabili e pronti per l’uso con le immagini delle iniziative di Strasburgo, Bruxelles e Lussemburgo

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Sul sito dell’Inps è attivo il servizio per la presentazione delle domande per beneficiare del Reddito di Emergenza, misura straordinaria di sostegno al reddito introdotta per supportare i nuclei familiari in condizioni di difficoltà economica causata dall’emergenza epidemiologica da Covid-19, istituita dall’articolo 82 del decreto legge n. 34 del 19 maggio 2020.

Le domande dovranno essere presentate all’Inps esclusivamente in modalità telematica entro il 30 giugno 2020, autenticandosi con PIN, SPID, Carta Nazionale dei Servizi e Carta di Identità Elettronica.
Per la presentazione della domanda ci si potrà avvalere anche degli istituti di patronato.

Dopo aver effettuato l’autenticazione al servizio, sono consultabili i manuali che forniscono le indicazioni per la corretta compilazione della richiesta.
Per avere diritto al sussidio è necessario soddisfare (contemporaneamente) 4 requisiti:
1) residenza in Italia (la verifica riguarda la persona che inoltra la richiesta);
2) Isee inferiore a 15mila euro;
3) reddito familiare ad aprile 2020 inferiore all’importo del Rem;
4) patrimonio mobiliare non superiore a 10mila euro nel 2019. Il tetto sale di 5mila euro per ogni componente della famiglia successivo al primo, fino a un massimo di 20mila euro. Solo se all’interno del nucleo è presente un soggetto disabile grave o non autosufficiente (secondo i criteri Isee) il limite viene innalzato a 25mila euro.

L’importo del reddito di emergenza varia da 400 a 800 euro a seconda del nucleo familiare. È possibile arrivare a 840 euro solo nel caso in cui la famiglia comprenda persone affette da disabilità grave o comunque non autosufficienti. Il Rem viene erogato in due quote di pari importo.

Non può fare la domanda chi:
percepisce il reddito di cittadinanza;
– ha percepito un altro sussidio previsto dal Decreto Cura Italia, come il Bonus autonomi da 600 euro;
– è pensionato;
– è detenuto o ricoverato in strutture a lunga degenza a totale carico dello Stato.

Per informazioni è possibile consultare il sito:

https://www.inps.it/nuovoportaleinps/default.aspx?itemdir=53718

 

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I consiglieri regionale del PD, con una mozione, hanno sollecitato il presidente della Regione e l’assessore della Sanità a non sottovalutare alcune criticità legate alle procedure di trattamento e accoglienza dei turisti asintomatici Covid-positivi, comunque costretti alla quarantena, e dei cittadini sardi che, nelle stesse condizioni, abitassero in case non idonee all’isolamento e sulla necessità della riorganizzazione di tutta la rete ospedaliera nonché degli spazi e dei percorsi negli Ospedali e nei Pronto Soccorso che, se non fossero affrontate con tempestività – sostengono in una nota – potrebbero mandare nuovamente in crisi, non soltanto il sistema sanitario ospedaliero, già congestionato dalla ripresa delle attività ordinarie a favore dei pazienti no-Covid, di ritorno dal lockdown, ma anche l’intero sistema turistico ricettivo isolano, già provato dai devastanti effetti della crisi economica, oggi travolto anche dalla cancellazione delle prenotazioni derivanti proprio dalle incertezze dovute alla mancanza dei protocolli necessari per il trattamento e l’accoglienza dei turisti che risultassero asintomatici, ma positivi al Covid-test o, comunque, costretti all’isolamento.

Inoltre, con la mozione, i consiglieri regionali del PD sollecitano il potenziamento e la riorganizzazione dei Pronto Soccorso ed il coordinamento tra Aziende Ospedaliere ed ATS, per il trasferimento dei pazienti, dopo la stabilizzazione, presso gli ospedali periferici e con le Case di Cura private per il trasferimento dei pazienti lungodegenti, o post acuti.

In particolare, i consiglieri regionali del PD chiedono che la Giunta regionale provveda:

• A definire, con estrema urgenza, le procedure di trattamento e di accoglienza, compreso l’individuazione delle strutture idonee, dei turisti asintomatici, ma Covid-positivi, o comunque costretti alla quarantena, e dei cittadini sardi che, nelle stesse condizioni, abitassero in case non idonee all’isolamento. 
• A coordinare l’apertura delle attività di tutti i Pronto Soccorso regionali, compresi quelli degli ospedali attualmente destinati ai malati Covid, con la netta separazione dei percorsi sporco e pulito, ciò al fine di disporre della massima capacità di accoglienza possibile e ridurre i rischi di sovraffollamento, per ciascuno dei Pronto Soccorso, evitando quella vicinanza fisica tra le persone, o le decine di barelle, nelle sale d’attesa, così come eravamo tristemente abituati a vedere nel periodo pre-Covid, considerata, oggi, il pericolo principale per la diffusione del contagio.
• A potenziare la riorganizzazione dei Pronto Soccorso, con attenzione particolare alla dotazione organica, attraverso la riconferma, provvisoria, del personale interinale assunto a tempo determinato, composto da infermieri, OSS e medici, sospesi in maniera immotivata, con conseguenti grave ripercussioni nell’assistenza delle singole U.O.
• A sollecitare la riattivazione dei posti letto per pazienti infettivi non Covid.
• A favorire un accordo tra le Aziende Ospedaliere e l’ATS, per il trasferimento dei pazienti, dopo adeguata stabilizzazione dal Pronto Soccorso o dai reparti, presso gli ospedali periferici (Muravera, Lanusei, San Gavino Monreale, ecc.).
• A favorire, infine, un accordo tra ATS, Aziende Ospedaliere e Case di Cura private per trasferimento dei pazienti di lungodegenza, o post acuti, o da Pronto Soccorso, al fine di garantire un numero congruo di posti letto, quotidianamente da destinare all’Ospedalità pubblica.