23 November, 2024
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Daniela Garau, consigliere di minoranza (gruppo Misto) del comune di Carbonia, ha presentato una mozione urgente al presidente del Consiglio comunale Daniela Marras, e al sindaco Paola Massidda, contenente la richiesta della concessione di un aumento superficie del suolo pubblico per il posizionamento di sedie e tavoli da parte degli esercenti attività di ristorazione, bar per la somministrazione o consumo di alimenti e bevande in area pubblica e l’esenzione dal pagamento di ogni onere connesso alle occupazioni, anche nuove, di spazi ed aree pubbliche o agli ampliamenti di quelle già in essere richieste da esercenti attività di somministrazione o consumo sul posto di alimenti e bevande.

«A seguito dell’emergenza epidemiologica Covid-19 le attività produttive della città di Carbonia hanno subito una totale contrazione degli utili aggravata dall’aumento dei costi, dovuti e da sostenersi, per l’adeguamento dei locali alla normativa vigentespiega Daniela Garau -; la riapertura di dette attività comporta l’adozione di misure di prevenzione previste dalla normativa di settore, soprattutto, quelle inerenti il distanziamento sociale che obbligheranno i titolari di dette attività ad una nuova gestione degli spazi e per poter svolgere il proprio servizio su una superficie più ampia consentirà agli operatori di assolvere nel modo più scrupoloso possibile gli obblighi di sicurezza senza diminuire drasticamente il numero dei clienti, le attività economiche hanno necessità di avere il massimo sostegno e, per tale ragione, si ritiene sia opportuno concedere l’occupazione, anche nuova, e/o un aumento della superficie del suolo pubblico per il posizionamento di sedie e tavoli da parte degli esercenti attività di ristorazione, bar al fine della somministrazione o consumo di alimenti e bevande in area pubblica. E ancora si rende necessario provvedere all’esenzione dal pagamento di ogni onere connesso alle occupazioni anche nuove di spazi ed aree pubbliche o agli ampliamenti di quelle già in essere richieste da esercenti attività di somministrazione o consumo sul posto di alimenti e bevande al fine di compensare il minor uso delle superfici di esercizio connesso agli obblighi di distanziamento interpersonale imposto dall’emergenza sanitaria, almeno sino al 30 settembre 2020.»

Se, approvata, la mozione prevede che «il Consiglio comunale impegni il Sindaco e la Giunta comunale affinché sia concessa l’occupazione, anche nuova, e/o un aumento della superficie del suolo pubblico per il posizionamento di sedie e tavoli da parte degli esercenti attività di ristorazione, bar al fine della somministrazione o consumo di alimenti e bevande in area pubblica, nonché provvedere all’esenzione dal pagamento di ogni onere connesso alle occupazioni, anche nuove, di spazi ed aree pubbliche o agli ampliamenti di quelle già in essere richieste da esercenti attività di somministrazione o consumo sul posto di alimenti e bevande».

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Il Movimento artigiani e commercianti liberi soffre ormai da anni di una crisi evidente. Movimento e partite IVA chiedono da tempo di mettere in atto interventi capaci di mantenere in vita le attività artigianali. In particolare, il comitato chiede di concedere, alle imprese, la possibilità di lavorare senza il vincolo della regolarità contributiva, il DURC, stabilendo la restituzione dei debiti pregressi non con rate fisse ma in modo proporzionato al fatturato.
Inoltre, chiede di ridisegnare una politica fiscale equa e capace di generare impulso produttivo anche con aliquote fisse e semplici da applicare. È importante destinare i finanziamenti per le aree svantaggiate, come il Piano Sulcis, per creare nuovi modelli di sviluppo, facilitando l’accesso ai crediti con regole fissate dallo Stato.
In questo momento, reso ancora più drammatico dall’obbligo di chiusura delle attività, causa Corona Virus, la crisi dei diversi settori si è fatta ancora più evidente. I titolari di partita IVA del Sulcis Iglesiente si sono riuniti e, attraverso una raccolta di firme, chiedono di essere ascoltati dal Presidente della Regione Sardegna Christian Solinas, sull’annoso problema della fiscalità di vantaggio. Più volte il Movimento ha chiesto degli incontri, ma il problema Covid ha rallentato ancor più il processo di ripresa. Le partite IVA hanno quindi deciso di far sentire la loro voce.

Il primo, a lanciare un appello diretto verso le istituzioni, è Ivan Garau, artigiano edile di San Giovanni Suergiu, portavoce del Movimento artigiani e commercianti liberi Sulcis Iglesiente. «Il presidente Solinas non può mostrare indifferenza di fronte a 4768 aziende che hanno aderito al primo bando della fiscalità di vantaggio del Sulcis. Saremo costretti a scendere in piazza per farci ascoltare.»

Paolo Benizzi, di Iglesias, titolare di un bar, spiega qual è il problema del suo settore, soprattutto, durante questa “Fase 2” del Covid-19: «In questo lasso di tempo lo slogan che è andato per la maggiore è stato: andrà tutto bene. Visto che noi oggi siamo qua, non mi sembra che stia andando tutto bene. Avremmo gradito un pò di considerazione in più dalla classe politica regionale, cosa che ovviamente non c’è stata, per cui chiediamo che il Presidente Solinas intervenga per tutto ciò che riguarda il secondo bando della fiscalità di vantaggio. Sarebbe una boccata d’ossigeno per l’intera classe lavorativa. Quindi, chiediamo al Presidente di intervenire immediatamente, prima che sia troppo tardi.»

Il problema, come ha sottolineato Paolo Benizzi, è legato anche al fatto che molti titolari d’azienda hanno personale dipendente. «Io ho 10 dipendenti. Ogni mese devo assicurare loro lo stipendio. Fino ad ora ci sono riuscito ma ad oggi non mi sento più in grado di promettere niente a nessuno. Questi 27mila euro della fiscalità di vantaggio sarebbero una grossa mano d’aiuto.»

Salvatore Cossu, di Iglesias, si occupa di torrefazione artigianale: «I miei clienti sono soprattutto bar e ristoranti. Vorrei mettere in evidenza il disagio che si è venuto a creare in questo periodo. Siamo a reddito zero. Da quasi tre mesi non incassiamo niente. Oggi è ancora più importante aderire al bando del Piano Sulcis perché le partite IVA hanno estremamente bisogno di questi soldi. Ci rivolgiamo a tutti gli operatori del settore. Partecipate, perché partecipare è di basilare importanza per tutto il tessuto economico del territorio. Aspettiamo le adesioni e ci rivolgiamo al Presidente Christian Solinas, in quanto Presidente di tutti i Sardi: deve ascoltarci. La nostra è una categoria molto importante, che dà lavoro a tantissime persone. Un danno economico per gli imprenditori è anche un danno per tutte le famiglie che ruotano intorno a questo settore. Lo Stato deve prenderci in considerazione, per il futuro del paese, e la nostra Isola deve creare sinergia. Ci dobbiamo aiutare fra noi».

Aldo Marcis, di Carbonia, titolare di una piccola impresa artigiana nel campo dell’edilizia, esprime malcontento ma, soprattutto, preoccupazione: «Abbiamo ripreso a lavorare dopo tre mesi di stop, in cui non ci hanno riconosciuto un aiuto importante, perché i 600 euro non possono bastare a chi, come me, ha spese molto più alte. Quindi, automaticamente, ci hanno condannati alla rovina. Stiamo pensando di dover abbassare la serranda e chiudere definitivamente.»

Pietro Massa, rivenditore di pietre ornamentali di San Giovanni Suergiu, chiede che ci siano più adesioni da parte delle partite Iva, in tutti i settori merceologici. «Le adesioni che stiamo chiedendo non sono altro che un affidamento di incarico che le imprese ci stanno dando. Devono essere timbrate e firmate personalmente. È quella la forza di fuoco, la potenza del movimento. Al momento abbiamo circa 1000 persone tra imprese e dipendenti ma aumentano di continuo. In questo indotto non contano solo le oltre 4.000 aziende che hanno già aderito alla fiscalità di vantaggio. C’è tutto quello che sta dietro: i dipendenti e le loro famiglie. I soldi ci sono ma la legge non viene applicata e non sappiamo il perché. Sono anni che stiamo aspettando.» Perché i finanziamenti continuano a restare bloccati. «Questi soldi sono per il Sulcis, per i comuni che avrebbero diritto alla fiscalità di vantaggio. Si parla di una trentina di milioni di euro che potrebbero essere anche di più, considerando che nel primo bando sono state inserite delle imprese che, nel frattempo, hanno chiuso. Quindi sarebbe necessario fare anche una revisione dei conti.»

Federica Selis

 

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Le ultime 24 ore hanno confermato i risultati positivi ottenuti dalle azioni di contrasto e prevenzione della diffusione del Coronavirus, sia in ambito nazionale sia in quello regionale in Sardegna. In Italia sono calati sensibilmente i decessi, 50 (ieri erano stati 119), e i nuovi casi, 531 (ieri erano stati 669).

In Sardegna non ci sono stati né nuovi casi positivi (complessivamente 1.356) né decessi (129). Sono diminuiti i pazienti ricoverati in ospedale con sintomi, 51 (ieri erano 58) e si sono dimezzati nuovamente quelli in terapia intensiva, 3 (ieri erano 6, tra giovedì 21 e venerdì 22 maggio erano scesi da 12 a 6). Sono 191 le persone in isolamento domiciliare (ieri erano 223), 245 gli attualmente positivi (ieri erano 287)

Nelle ultime 24 ore, in Sardegna sono stati eseguiti 1.121 tamponi (50.796 dall’inizio dell’emergenza); 871 i casi testati (in totale 43.661).

 

 

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Le modalità con le quali è stata gestita l’emergenza da Coronavirus ed il relativo impatto sulla vita e sulle attività ordinarie della Chiesa, alcune questioni riguardanti il Seminario Regionale e la Facoltà Teologica della Sardegna, la riassegnazione delle deleghe vescovili ed alcune scelte pastorali per il prossimo futuro, sono state affrontate dalla Conferenza Episcopale Sarda nel corso della riunione tenuta martedì 19 e mercoledì 20 maggio, la prima dopo tre mesi d’interruzione determinata dall’emergenza Coronavirus.

«Nella sua relazione introduttiva, il presidente S.E. Monsignor Antonello Mura, ha fatto una breve sintesi sui mesi appena trascorsi di forzata quarantena e conseguente interruzione dei sacramenti e delle altre attività pastoralisi legge in una nota del segretario Sebastiano Sanguinetti -. I sacerdoti, insieme ai catechisti, hanno saputo mettere in campo fantasia e uso intelligente dei social sia per la diffusione delle celebrazioni a porte chiuse, sia per mantenere vivo il rapporto educativo con il mondo dei ragazzi e con il servizio della parola agi adulti. Anche la Sardegna, sebbene con numeri ridotti ma pur sempre devastanti, ha pagato il suo prezzo di contagi e di vite umane e continuerà a pagare a caro prezzo le conseguenze devastanti sull’economia e sul versante della produzione e del lavoro. Aspetti, che i Vescovi affrontano con particolare attenzione e preoccupazione insieme alle proprie comunità. In questo tempo di chiusura e di restrizioni delle attività, ha avuto per contro uno straordinario slancio l’azione della Caritas in tutte le Diocesi sarde in termini di interventi e di prossimità con le fasce più povere della società. Si può dire che alla mancanza del culto si è risposto con un surplus di sostegno a persone e famiglie, grazie anche alla straordinaria generosità di enti, esercizi commerciali, produttori e singoli cittadini. E se i temi economici e delle nuove povertà hanno avuto e avranno la necessaria preminenza, non meno delicata e determinante, per i Vescovi, è la questione educativa dei fanciulli e dei ragazzi. Sarà cura della Chiesa sarda, in accordo con le Autorità competenti, predisporre appositi protocolli sanitari per far vivere in sicurezza progetti e iniziative estive rivolte ai ragazzi.»
«Sono state individuate due iniziative per dare risalto a questo periodo di passaggio a una lenta ripresa delle attività istituzionali della Chiesaaggiunge la nota -. Martedì 2 giugno, alle ore 11.00, nella Basilica di Bonaria tutti i Vescovi della Conferenza Episcopale Sarda concelebreranno una Santa Messa (trasmessa in diretta dall’emittente Videolina) per affidare alla Patrona Massima della Sardegna l’intero popolo sardo in questo momento di grande sofferenza. La celebrazione sarà anche l’occasione per un Messaggio unitario di incoraggiamento e di fiducia che i Vescovi rivolgeranno a tutta l’Isola. I Vescovi, ancora, a nome delle rispettive diocesi, hanno deciso di destinare la somma di € 30.000,00 al centro di accoglienza “Il Gabbiano” della Comunità Padre Monti ad Oristano, come gesto di attenzione al mondo della disabilità e per dotarlo di adeguati presidi sanitari.»

Altro tema affrontato è stato il protocollo d’intesa tra la RAS e la CES siglato nel 2016, e riconfermato nelle sue linee generali, con qualche ritocco, nell’incontro che si è tenuto tra la CES ed il presidente Solinas lo scorso mese di dicembre. Tre i tavoli di lavoro attorno a cui si snoda la collaborazione, che si avvale anche di finanziamenti delle due parti: patrimonio e beni culturali ecclesiastici; inclusione sociale e sanità; formazione professionale, istruzione, lavoro.
Procedendo all’attribuzione delle deleghe vescovili per i diversi ambiti pastorali della ragione ecclesiastica, è risultato il seguente organigramma.
– Monsignor Antonello Mura: Comunicazioni sociali e Insegnamento della Religione Cattolica.
– Monsignor Giuseppe Baturi: Dottrina delle Fede, Annuncio e Catechesi; Pastorale sociale e del lavoro; Osservatorio Giuridico Regionale.
– Monsignor Roberto Carboni: Evangelizzazione dei Popoli e Cooperazione tra le Chiese; Tutela dei minori.
– Monsignor Gian Franco Saba: Cultura, Educazione, Scuola e Università; Ecumenismo e dialogo interreligioso.
– Monsignor Sebastiano Sanguinetti: Liturgia e lingua sarda nella liturgia; Beni Culturali ed Edilizia di Culto; delegato per l’attuazione del protocollo d’Intesa RAS-CES
– Monsignor Giovanni Paolo Zedda: Caritas; Migranti; Pastorale della salute; Progetto Policoro.
– Monsignor Mauro Maria Morfino: Clero e vita consacrata, Commissione presbiterale Regionale, CISM e USMI.
– Monsignor Corrado Melis: Apostolato dei laici; Pastorale giovanile e vocazionale; Pastorale familiare.
– Monsignor Arrigo Miglio: Sovvenire al sostegno economico alla Chiesa.
– Monsignor Ignazio Sanna: Pastorale del turismo.
– Monsignor Mosè Marcia, affiancherà Monsignor Melis con delega per la Pastorale Familiare.

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Nelle ultime 24 ore non si registrano nuove positività al virus Covid-19, i casi accertati in Sardegna dall’inizio dell’emergenza si attestano a 1.356. È quanto rilevato dall’Unità di crisi regionale nell’ultimo aggiornamento. In totale nell’Isola sono stati eseguiti 50.796 tamponi (1.121 oggi). I pazienti ricoverati in ospedale sono in tutto 54, di cui 3 in terapia intensiva, mentre 191 sono le persone in isolamento domiciliare. Gli attualmente positivi sono 245. Il dato progressivo dei casi positivi comprende 902 pazienti guariti (+43 rispetto al dato precedente), più altri 80 guariti clinicamente. Resta invariato il numero delle vittime, complessivamente 129.

Sul territorio, dei 1.356 casi positivi complessivamente accertati, 249 sono stati registrati nella Città Metropolitana di Cagliari, 97 nel Sud Sardegna, 60 a Oristano, 79 a Nuoro, 871 a Sassari.

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Il Sistema sanitario pubblico, in Sardegna, ha acquistato nuove macchine per l’estrazione dello RNA del Coronavirus, destinate a: Sassari, Olbia, Nuoro, Oristano. Le ASSL non ancora dotate di test per scovare i portatori Covid, sono quelle di Carbonia Iglesias, Lanusei e Sanluri.

Per spiegare meglio l’enorme importanza di questa dotazione di laboratorio per la caccia al Coronavirus, è necessario illustrare quanto sia fondata la richiesta urgente del servizio di “Diagnostica molecolare” per la ASSL di Carbonia Iglesias.

Questo è lo stato dei fatti, oggi 24 Maggio 2020:

-1- Il Paese è ripartito “alla cieca”.

-2- Non c’è un piano di “test e tamponi”.

-3- Non si parla più di “tracciamento digitale”.

-4- Non abbiamo neppure un’adeguata scorta di mascherine.

-5- La “Fase 2”  è difficilissima, eppure ci stiamo presentando inermi davanti al virus.

-6- Stiamo vedendo, soprattutto nelle regioni del Nord, “assembramenti” sui mezzi di trasporto.

-7- Ascoltiamo quotidianamente decreti di cui non vediamo l’efficacia.

-8- Manca la liquidità.

-9- Manca il “progetto nazionale per la ripresa”.

-10- Si lamentano ritardi per la “cassa integrazione”.

-11- Pare vi siano ritardi delle banche locali per far arrivare finanziamenti.

-12- Ritardi nei pagamenti di stipendi e fornitori.

-13- Niente piani per salvare l’occupazione.

Altro che “ricostruzione post-bellica!”.

Questa è una sintesi degli analisti economici dei giornali più letti e non schierati politicamente.

Vediamo ora un tentativo di analisi da un punto di vista medico-biologico della situazione.

Stiamo assistendo ad una “partenza alla cieca”, in un mondo primordiale di virus e microbi, che competono con gli altri esseri viventi. 

Alcuni di questi virus sono buoni: i “commensali”.

Altri sono patogeni: i parassiti obbligati, come i coronavirus.

Ogni specie fa una “guerra all’ultimo sangue” per la sopravvivenza a danno delle altre specie.

Questo concetto, della coesistenza non pacifica tra specie viventi, fu ben chiaro agli scienziati del 1800 e del 1900 quando si definiva il rapporto tra Uomini e Microbi con termini adatti a descrivere la violenza in guerra. Il professor Spanedda introduceva le sue lezioni di Immunologia con espressioni di Aldous Huxley dipingendo retoricamente la “Natura” “rossa di sangue nei denti e negli artigli”. I termini usati nei testi di Medicina richiamano sempre la cieca violenza, come: “aggressore” per i virus, mentre l’Uomo attaccato “mobilita forze difensive”. Il Medico “combatte” le malattie per “conquistare” la guarigione e, talvolta, perisce anch’esso nello scontro.

In questa Pandemia abbiamo visto tutti questi elementi di asprezza delle forze cattive della Natura quando si sviluppa la malattia.

Abbiamo anche visto che il Coronavirus è buono con i pipistrelli e cattivo con l’Uomo. Pertanto, la cattiveria è specie-specifica, e lo è pure l’”amicizia”. Conosciamo microbi che svolgono lavori molto utili per l’Uomo, come i “fermenti” della farina che ci danno il pane, i fermenti per la birra ed il vino e i fermenti che compongono il “Microbioma intestinale”.  Il “Microbioma intestinale” è un ammasso di cellule microbiche e di virus che vivono dentro di noi, e che ci fanno vivere bene. Addirittura comunicano col nostro cervello dandoci benessere e anche felicità, oppure ansia e depressione. Il nostro rapporto col mondo vivente ultra-piccolo è in genere buono. In pochi casi è cattivo. Allora si scatena la “malattia”, che è il conflitto tra il virus ed il nostro sistema immunitario. In genere il virus vince perché lui è il vero antico padrone del mondo, dove mise i suoi paletti di possesso nell’era pre-paleozoica, quando noi non esistevamo. Poi arrivammo noi ad occupare i suoi spazi e lo costringemmo a vivere in piccoli spazi come il caso dei virus Ebola e HIV dell’AIDS, che dovettero ridursi a vivere tra le scimmie della foresta africana o il caso del Coronavirus che si ridusse a vivere nei pipistrelli della caverne cinesi. Tentando di occupare anche questi ultimi spazi riservati al virus, l’Uomo l’ha costretto a cercarsi un altro ospite e l’ospite, il più disponibile e più numeroso in natura, è l’Uomo stesso. Così è riesplosa la guerra e non è una guerra ad armi pari. Loro sono estremamente più potenti.

In un contesto così difficile, la specie umana è sopravvissuta a epidemie nei millenni. Le Pandemie non sono state numerose. La storia, la leggenda e le religioni ci tramandano il ricordo delle più importanti:

-1- La strage dei primogeniti descritta tra le piaghe d’Egitto (1300-1200 a.C.) poteva configurarsi come una epidemia di morbillo o di vaiolo che si portò via tutti i nati degli ultimi anni. Anche in quel caso vi fu un “lockdown”: chiudersi in casa per sfuggire alla morte.

-2- L’Epidemia descritta nel primo libro dell’Iliade, con strage di guerrieri, cani e muli, voluta da Apollo per punire i greci che avevano offeso il sacerdote Crise.

-3- L’Epidemia del 430 a.C. ad Atene, durante la guerra del Peloponneso, quando morì Pericle.

-4- La “Peste Antonina” del 165 d.C. al tempo di Marcaurelio, portata dalle truppe reduci dall’Asia per la guerra contro i parti.

-5- La “Peste di Giustiniano” del 542 d.C.. Fu forse una malattia virale venuta dall’Etiopia.

-6- La “Peste nera”, 1347-48, da Yersinia Pestis giunta in Occidente dall’India e Cina, con il ratto nero e le sue pulci.

-7- La “Peste di Milano” del 1620, a cui seguirono le epidemie di peste di Alghero, Sassari, Oristano e Cagliari nel 1652, e le varie epidemie di Peste di Iglesias.

-8- La Spagnola del 1919-20 arrivata in Europa con le truppe americane dal Texas.

-9- Oggi il Coronavirus, Covid-19, venuto dalla Cina e manifestatosi in Occidente, in Italia il 21 febbraio 2020.

Abbiamo elencato 9 pandemie.

Inoltre, vi sono state numerose epidemie come quelle di vaiolo, colera, febbre petecchiale castrense, TBC, lebbra, ed influenze varie.

Ma le pandemie ufficiali sono quelle 9.

Pertanto stiamo vivendo una esperienza millenaria che verrà ricordata nei libri di storia.

Nei mesi di Febbraio, Marzo, Aprile, eravamo tutti consci della gravità della pandemia in corso.

Oggi, all’improvviso, tutto sembra dimenticato, come se fossimo diventati all’improvviso ciechi ed insensibili alla paura del contagio. Eppure vi sono dati vistosi di allerta:

  1. Il 21 Febbraio avevamo 1 contagiato in Italia. Il giorno del picco, intorno a metà Aprile, avevamo 108.000 contagiati. 
  2. Oggi, 24 Maggio, abbiamo 60.000 contagiati.
  3. Un mese fa avevamo 200.000 contagiati nel Mondo.
  4. Oggi ne abbiamo 5 milioni.
  5. Lo stesso Donald Trump, negazionista all’inizio, da ieri porta la mascherina.
  6. L’ISS ha confermato che l’idrossiclorochina è inefficace e che il plasma iperimmune è curativo solo nel 10-12 per cento dei casi. Gli antivirali noti non funzionano. Pertanto, possiamo dire che non abbiamo cure contro il virus ma solo anti-infiammatori ed eparina.
  7. Il calo di nuovi contagi è dovuto solo al lockdown, alle mascherine e al distanziamento.
  8. Ieri avevamo in Italia 1,5 portatori sani di virus ogni 100 tamponi fatti a caso. Per me è un numero spaventoso. In Sardegna sarebbero 1,5 per mille, cioè significa che a Carbonia vi sarebbero 45 portatori sani di virus pronti a contagiare. C’è da tenere gli occhi bene aperti.

A me sembra che il mondo sia in piena guerra.

A questo punto, ritorniamo alla domanda iniziale:

– che significato ha questa discesa in campo, in massa, senza la certezza di adeguate protezioni e senza il programma di screening delle 3 “t” (test, tracciamento, trattamento)?

  • Perché si ha la sensazione che si sia attenuato il controllo sull’uso delle mascherine ed il distanziamento?
  • Perché non si parla più di ricerca dei “portatori sani” con tamponi per RNA?
  • Perché non si parla più di “tracciamento”?
  • Perché non si parla più dei centri per l’isolamento dei portatori sani?
  • Perché non si parla più di Covid Hospital?
  • Eppure i numeri portati ci dicono che la nostra attenzione deve essere alle stelle.

Questa premessa dimostra l’enormità del problema. Possiamo giusto contemplare questo fenomeno planetario e cercare di capire quanto avviene in campo nazionale e regionale. Non pensiamo di poter risolvere i grandi problemi. Tuttavia pensiamo di avere il dovere di mantenere gli occhi bene aperti sulla sicurezza delle nostre famiglie. Il baratro economico che si apre nel futuro è da causa sanitaria, ed è imprescindibile affrontare il problema sanitario, cioè la libera circolazione del virus.

Qual è il nostro obiettivo immediato? Il controllo e l’identificazione dei portatori di virus nel territorio.

Esiste un unico metodo: la ricerca del portatore con l’esame del tampone nasofaringeo, sottoposto ad estrazione dello RNA virale. Solo così si estrapola il portatore dai sani e si crea serenità nel mondo produttivo. E’ la premessa imprescindibile.

Per tale ragione si deve pretendere l’immediata dotazione dei laboratori analisi del Sistema sanitario del Sulcis Iglesiente, di uno strumento adatto per la ricerca del virus.

Perché lo pretendiamo?

  • Perché siamo un’importante zona sanitaria sarda non ancora dotata di tale strumento,
  • Perché quando arriveranno i momenti difficili della seconda ondata, tutti saranno impegnati a salvare se stessi. Noi dovremo risolvere il nostro problema senza aspettarci che lo facciano altri.
  • Perché abbiamo il dovere ed il diritto, di governare la nostra Sanità locale.
  • Perché è necessario che i Sindaci del Sulcis Iglesiente si assumano completamente le funzioni di più alta autorità sanitaria delle città.
  • Perché non siamo ancora inclusi tra i beneficiari degli strumenti appena acquistati.

Questa precisa affermazione deriva dalle notizie giornalistiche pubblicate da L’Unione Sarda.

E’ necessario che i nostri rappresentanti si adoperino, affinché una delle apparecchiature venga rapidamente destinata a Carbonia Iglesias.

Mario Marroccu

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La capogruppo e la consigliera comunale dei Riformatori sardi Valentina Pistis e Luisella Corda, hanno presentato una mozione con la quale propongono l’inserimento della Settimana Santa e dei Candelieri di Iglesias tra i “Grandi Eventi Identitari” della Sardegna (G.E.I.), attraverso la procedura prevista dalla delibera della Giunta regionale n° 26/26 del 21 maggio 2020, avente ad oggetto: «Manifestazioni pubbliche di grande interesse turistico. Istituzione del “Registro dei Grandi Eventi Identitari” di Sardegna. L.R. 21.4.1955, n. 7, art. 1, lett. c)”.

«La Giunta regionale ha deliberato di riconoscere la valenza turistica dei “Grandi Eventi Identitari” della Sardegna (G.E.I.) quale tipologia di offerta del territorio, finalizzata allo sviluppo del segmento del turismo in Sardegna e quale contestuale fattore di crescita dell’economia sarda, di istituire un apposito “Registro dei Grandi Eventi Identitari” tenuto dall’assessorato regionale del Turismo, Artigianato e Commercio nel quale vengano iscritti i singoli “Grandi Eventi Identitari a matrice religiosa e laica” e di dare mandato all’assessorato regionale del Turismo Artigianato e Commercio affinché provveda a pubblicare un invito rivolto ai Comuni della Regione Sardegna che in forma singola, o in forma associata rappresentati dal capofila, potranno manifestare il proprio interesse ad ottenere il riconoscimento della “valenza turistica” dell’evento propostoscrivono in una nota Valentina Pistis e Luisella Corda -. Considerato che la Settimana Santa ed i Candelieri hanno tutti i requisiti previsti ed in particolare: 1. storicità della manifestazione: non inferiore a 100 anni; 2. partecipazione all’evento: pluralità di soggetti espressione della tradizione isolana; 3. notorietà e popolarità dell’evento: impatto sullo scenario nazionale ed internazionale; 4. coinvolgimento degli Organismi pubblici: almeno un Ente pubblico di vario livello nel territorio di riferimento ove si svolge l’evento: Regione, Provincia, Comune, Unione dei Comuni, Città metropolitana, ecc.) e, altresì, che Iglesias certamente possiede un “patrimonio materiale e immateriale identitario”, capace di creare momenti di incontro e scambio culturale tra turisti e ospitanti, risorsa basilare per identificare gli elementi della filiera del turismo, conseguentemente la Città non avrà difficoltà a partecipare alla procedura di riconoscimento della “valenza turistica” degli eventi proposti ed il successivo inserimento nel predetto Registro, appare evidente che una delle Fonti Identitarie è rappresentato dal Breve di Villa di Chiesa. Una occasione per elevare il dibattito sulla storia, sul ruolo e sul progresso socio economico della Città di Iglesias.»

La mozione, infine, se approvata, impegna il Consiglio comunale di Iglesias a formulare istanza alla Giunta, «affinché adotti tutti gli atti necessari al fine di inserire gli eventi come meglio specificati sopra nel Registro dei Grandi Eventi Identitari».

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Il comune di Villamassargia ha deciso di intitolare dieci vie del paese ad altrettante vittime della mafia, in attuazione del progetto “Le Vie della Legalità”, presentato sulla piazza Pilar, davanti al Municipio, ieri 23 maggio, 28° anniversario della strage di Capaci, nella quale vennero trucidati il giudice Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e i tre agenti della scorta: Vito Schifani, Antonio Montinaro e Rocco Dicillo.

“Le Vie della Legalità” sono un percorso toponomastico sul tema della lotta contro tutte le mafie, in prevalenza lungo le strade di periferia che cingono il paese, quasi abbracciandolo, per iniziarne la riqualificazione.

L’iniziativa si è svolta in contemporanea nazionale grazie ad Anci, che ha accolto la proposta di Maria Falcone (presidente della Fondazione intitolata a suo fratello Giovanni) di dedicare la giornata di sabato 23 maggio 2020 a tutti coloro che, in questi mesi, si sono prodigati, con abnegazione e grande senso del dovere, nella difficile gestione dell’emergenza sanitaria, sul filo che idealmente collega il sacrificio delle donne e degli uomini per gli altri.

La cerimonia è stata aperta dall’intervento del sindaco di Villamassargia, Debora Porrà.

https://www.facebook.com/giampaolo.cirronis/videos/10222902334854816/

Debora Porrà ha consegnato una targa ad un artista del paese, Paolo Bacchis, per il suo contributo artistico al servizio della legalità ed ha poi presentato dieci cittadini, tra i quali rappresentanti delle forze dell’ordine, del mondo della scuola e dell’associazionismo cittadino, che, uno ad uno, hanno ricordato le dieci vittime della mafia cui sono state intitolate le vie del paese.

Alle 17.57, a 28 anni esatti dall’esplosione della strage di Capaci, in contemporanea con tutte le piazze d’Italia, è stato osservato un minuto di silenzio.

La cerimonia si è conclusa con l’intervento di Marta Putzulu, dirigente scolastica dell’Istituto Comprensivo Statale F. Meloni.

https://www.facebook.com/giampaolo.cirronis/videos/10222902377015870/

Le Vie della Legalità del comune di Villamassargia sono 10:

– Via Rocco Chinnici

– Via Giovanni Falcone

– Via Paolo Borsellino

– Via Giuliano Guazzelli

– Via Giuseppe “Peppino“ Impastato

– Via Rosario Livatino

– Via Angelo Vassallo

– Via Lea Garofalo

– Rotatoria Emanuela Loi

– Piazzetta Don Giuseppe “Pino” Puglisi

                      

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Il sindaco di Carbonia, Paola Massidda, oggi ha unito in matrimonio l’assessore dei Servizi sociali Loredana La Barbera e il compagno Paolo Zandara.

I matrimoni sono stati sospesi per causa di forza maggiore nel periodo più grave dell’epidemia da Coronavirus, ma adesso, nella “Fase 2” del Covid-19, sono ripresi per la gioia di tante coppie. Matrimoni un po’ atipici, diversi dal consueto, senza assembramenti e con il rispetto della distanza interpersonale tra gli invitati, ma con la stessa solita immensa felicità che unisce due persone che si dicono sì.

Tra queste anche l’assessore dei Servizi sociali del comune di Carbonia, Loredana La Barbera che oggi, nella sala polifunzionale di piazza Roma, il sindaco Paola Massidda ha unito in matrimonio al compagno Paolo Zandara.

L’Amministrazione comunale augura a tutti gli sposi di Carbonia una lunga e felice vita insieme.

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Nel primo fine settimana che ha visto tante persone in movimento, sia nei locali pubblici sia nelle località di mare, in Sardegna i numeri sui contagi diffusi nel tardo pomeriggio dal ministero della Salute continuano ad essere positivi. 1 solo nuovo caso positivo, riscontrato nella provincia di Oristano, non modifica il totale di 1.356 raggiunto due giorni fa, perché è stato sottratto 1 positivo registrato erroneamente nei giorni precedenti nella provincia di Sassari.

Sono stabili, rispetto a ieri, sia i ricoverati in ospedale con sintomi, 58, sia quelli in terapia intensiva, 6 (ieri si erano dimezzati rispetto a due giorni fa). Continuano a diminuire le persone in isolamento domiciliare, 223 (ieri erano 242) e gli attualmente positivi, 287 (ieri erano 306). Sale invece il numero dei pazienti dimessi/guariti, 940 (ieri erano 922). Come ieri, purtroppo, anche oggi c’è stato e decesso che porta il totale delle vittime a 129.

Nelle ultime 24 ore sono stati effettuati 1.486 tamponi (ieri erano stati 1.394, il totale è ora di 49.675); 1.187 i casi testati oggi (ieri erano stati 1.142, il totale è ora di 42.790).