17 August, 2024
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Sabato 23 maggio, alle ore 10.00, in piazza Carta a Cortoghiana, si svolgerà il secondo appuntamento annuale (dopo quello del 25 gennaio scorso) con “Alberi per il futuro”, l’iniziativa organizzata dal comune di Carbonia, in collaborazione con genitori e volontari, finalizzata alla piantumazione di un albero per ciascun bimbo nato nella prima parte del 2019. Sono 10 gli alberi di leccio che verranno messi a dimora per l’occasione. Ciascuna piantumazione verrà identificata con un’apposita etichetta contenente il nome, il cognome e la data di nascita del bambino.

Il sindaco Paola Massidda ha inviato una lettera di invito ai piccoli: «Caro giovane concittadino, ti scrivo questa lettera per invitarti all’iniziativa “Alberi per il Futuro”, in cui tanti volontari pianteranno un albero per ogni bambino nato nel 2019. Ebbene, con grande piacere ti comunico che tu sei uno di questi e a te dedicheremo questo piccolo omaggio nella consapevolezza che “chi pianta un albero mette radici nel domani. Con l’augurio che in quel domani e in quel futuro tu possa essere protagonista. Ti aspetto sabato 23 maggio, alle ore 10.00, in piazza Giorgio Carta a Cortoghiana. Un caro saluto a te e alla tua famiglia».

ll sindaco Paola Massidda e l’assessore dell’Ambiente Gian Luca Lai invitano tutti i cittadini, le associazioni, gli studenti ed i vivaisti, a partecipare a un’azione concreta di cittadinanza attiva, che consentirà di incrementare il patrimonio verde della città di Carbonia.

 

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Poste Italiane continua nel processo di rimodulazione delle giornate di apertura e degli orari negli uffici postali della città metropolitana di Cagliari e del Sud Sardegna. A partire da lunedì 25 maggio, riapriranno al pubblico, con le consuete modalità, altri sei uffici che erano stati temporaneamente chiusi al pubblico o il cui orario di apertura era stato momentaneamente rimodulato.

A riaprire al pubblico, con il consueto orario, saranno gli uffici postali di Cagliari 2 (via Roma 25), Cagliari 4 (viale Poetto 18), Cagliari 13 (via Zagabria 50), Iglesias 1 (via Emanuela Loi 35), Carbonia 1 (via Dalmazia 33) finora chiusi al pubblico, e la sede di Mandas, finora aperto solo tre giorni a settimana, che riaprirà dal lunedì al sabato.

Con la riapertura di queste sei sedi sale a 149 sul totale di 150 il numero degli uffici attualmente aperti nella città metropolitana di Cagliari e nel Sud Sardegna.

Poste Italiane coglie l’occasione per ribadire l’invito ai cittadini ad entrare negli uffici postali avendo cura, ove possibile, di indossare dispositivi di protezione personale; di entrare in ufficio solo all’uscita dei clienti precedenti; tenere la distanza di almeno un metro, sia in attesa all’esterno degli uffici che nelle sale aperte al pubblico.

L’Azienda ricorda che sono a disposizione della clientela, sul territorio delle due province, 102 ATM Postamat, disponibili sette giorni su sette ed in funzione 24 ore su 24, che consentono di effettuare operazioni di prelievo di denaro contante, interrogazioni su saldo e lista dei movimenti, ricariche telefoniche e di carte Postepay, accanto al pagamento delle principali utenze e dei bollettini di conto corrente postale.

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A pochi giorni dalla sua scomparsa, arriva su Change.org, la piattaforma di petizione on-line, un appello pubblico rivolto al Sindaco di Carbonia Paola Massidda per cambiare nome all’Ospedale Sirai e dedicarlo alla memoria di Enrico Pasqui, l’ex primario e direttore sanitario spentosi lo scorso 16 maggio, all’età di 91 anni.

Enrico Pasqui è stato tra i primi medici all’Ospedale Sirai, inaugurato nel 1956, e  tra i fondatori del sistema sanitario pubblico territoriale.

Nel testo della petizione, che ha già raccolto oltre 300 firme, il promotore della petizione Giorgio Melis sottolinea: «Ritengo che dargli il suo nome possa essere un giusto modo di onorare una persona che innegabilmente ha dedicato la sua vita allo sviluppo e all’aggiornamento tecnologico dell’ospedale a vantaggio non solo di tutta la città di Carbonia, ma di tutto il Sulcis».

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«Il direttivo del Comitato di Quartiere di Serbariu esprime soddisfazione per l’incontro avvenuto nel pomeriggio del 20 maggio 2020 con la 2ª Commissione consiliare lavori pubblici, durante il sopralluogo che la Commissione ha effettuato nel quartiere di Serbariu. A poco più di una settimana dal comunicato stampa, nel quale manifestavamo un diffuso malumore per lo stato di abbandono in cui versano i quartieri che compongono il Comitato, qualcosa si muove. La Commissione ha dimostrato una spiccata sensibilità nei confronti delle legittime richieste che i cittadini hanno presentato al Comitato.»

La zona interessata dal sopralluogo è stata quella del centro storico di Serbariu, con particolare attenzione ai problemi di viabilità delle vie Filzi e San Giuseppe (fino a Is Arrius), della mancanza della rete fognaria nella via Montegranatico, dei disagi causati da insetti e roditori nelle vie prospicienti il Rio Santu Milanu.

Inoltre, il Comitato, ha segnalato la necessità di salvaguardare i beni storico-identitari ancora presenti, come il vecchio cimitero di Serbariu e l’antico abbeveratoio di via Is Lampis, entrambi invasi da erbacce e non fruibili dalla cittadinanza, oltre al diritto ad un quartiere decoroso, richiedendo maggiore attenzione per gli spazi comuni come i marciapiedi e la piazza di Serbariu, nella quale vi è la necessità di rivedere l’arredo urbano.

«Si tratta di un primo incontro, la Commissione sì è impegnata ad effettuare nelle prossime settimane, dei sopralluoghi anche nei restanti quartieri che compongono il Comitato di Serbariu (Medadeddu, Santa Caterina, Sirri)conclude il direttivo del Comitato di quartiere di Serbariu -. La nostra disponibilità resta massima, così pure l’attenzione, affinché al sopralluogo seguano i fatti, a partire, possibilmente nell’immediato, con la risoluzione delle richieste più semplici.»

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I consiglieri del gruppo LeU Sardigna, Eugenio Lai e Daniele Cocco, in una interrogazione presentata in Consiglio regionale segnalano che «da quando si è verificato lo sviluppo della pandemia in corso le associazioni e cooperative sociali che operano in prima linea svolgendo il servizio di emergenza di base per il 118, hanno dovuto provvedere autonomamente, tra mille difficoltà, sia all’acquisizione dei DPI necessari alla sicurezza dei volontari e dei pazienti trasportati, che alla formazione degli operatori, non avendo ancora ricevuto alcun rimborso da parte di AREUS».

«Per tutta risposta – aggiungono Eugenio Lai e Daniele Cocco – l’Azienda Regionale Emergenza e Urgenza della Sardegna (AREUS), con deliberazione del Direttore generale n. 85 del 25 aprile 2020 ha disposto l’incremento delle postazioni 118 (in assenza di una valutazione complessiva delle esigenze, da condividere in un tavolo comune), ha variato le articolazioni d’orario di molte organizzazioni (senza che alcune ne fossero addirittura a conoscenza) e prorogato (unilateralmente) sino al 31 dicembre 2020 l’attuale convenzione, per la quale le cooperative sociali e le associazioni di volontariato richiedono ormai da anni l’adeguamento al Codice del terzo settore (D.L. n° 117 del 3 luglio 2017).»

«Chiediamo al presidente Christian Solinas e all’assessore della Sanità Mario Nieddu l’attivazione di un tavolo di discussione con le parti interessate, finalizzato ad una condivisione delle scelte – concludono Eugenio Lai e Daniele Cocco -, per una maggiore garanzia della sicurezza degli operatori di associazioni e cooperative sociali, ed evitare un corto circuito nel servizio di emergenza di base per il 118, indispensabile per la popolazione sarda.»

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Il comune di Carbonia, attraverso il Centro Eurodesk, aderisce all’iniziativa denominata “Palestre di progettazione online”, che offre un ampio ventaglio di appuntamenti  di formazione a distanza. Le attività vertono sul programma su Erasmus+: Gioventù e Corpo europeo di solidarietà.
Il programma “Palestre di progettazione online”, organizzato congiuntamente Eurodesk e dalla Agenzia Nazionale Giovani, ha l’obiettivo di rendere disponibili ovunque i programmi europei grazie alla collaborazione dei punti locali Eurodesk.
Le Palestre di progettazione si terranno via internet e saranno rivolte ai giovani, organizzazioni ed enti che desiderino presentare progetti. Il webinar consentirà di eliminare le distanze mettendo in contatto i giovani.
Come partecipare?
Le iscrizioni ai webinar in programma per tutto l’anno saranno aperte bimestralmente. Verificate le candidature, gli organizzatori invieranno agli iscritti un’email di conferma con le informazioni sulle modalità per partecipare. Ogni webinar durerà un’ora e mezza, dalle 15.00 alle 16.30.
Come registrarsi?
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Un nuovo regolamento, approvato dal Consiglio comunale di Teulada il 19 maggio, disciplina l’utilizzo della spiaggia di Tuerredda, a partire dalla stagione balneare 2020.
Già dallo scorso settembre, con una delibera di Giunta, l’Amministrazione comunale aveva annunciato nuove soluzioni che disciplinassero la fruizione della spiaggia.
In tempi non sospetti e non ancora toccati dal Coronavirus, sindaco ed amministratori avevano già ragionato sulle regole per garantire una fruizione sostenibile della spiaggia di Tuerredda, troppo sovraffollata durante il periodo estivo.
Un affollamento eccessivo per la fragilità del tratto di costa, dovuta principalmente al suo sistema morfologico, e per via della presenza di un unico accesso possibile all’arenile, in caso di un’ipotetica evacuazione. 
«Si tratta di una spiaggia molto fragile dal punto di vista naturalistico e l’erosione ne stava compromettendo la sopravvivenzaspiega il sindaco di Teulada, Daniele Serra -. Abbiamo, quindi, approvato un regolamento che prevede, oltre al numero massimo consentito di 1.100 utenti al giorno, anche una serie di regole, per quanto riguarda l’utilizzo della plastica monouso, il divieto di fumo in aree non appositamente segnalate e consentite o, ancora, il contingentamento del commercio ambulante.»
Tutte queste ordinanze si uniranno ad un maggior presidio del territorio e, in particolare, delle zone costiere, da parte dei vigili urbani.
Una serie di iniziative combinate, quindi, al fine di tutelare la salvaguardia di un ambiente tanto unico e spettacolare, quanto fragile e delicato.
Nonostante il numero chiuso, resterà invariata la suddivisione della spiaggia in parte libera e in parte gestita, mentre si pensa all’istituzione di un contributo ambientale volontario di 1 euro, al fine di pulire e tutelare l’area, di modo che i costi non debbano ricadere interamente sui cittadini di Teulada.
Si prevede, inoltre, la possibilità di sottoscrivere protocolli di cooperazione con gli operatori balneari, per migliorare l’accessibilità ai disabili; la realizzazione di aree apposite per i fumatori e per lo scuotimento della sabbia; lo studio di campagne di sensibilizzazione in materia di sostenibilità ambientale; la distribuzione di materiale informativo sull’educazione ambientale e il rispetto dei comportamenti da seguire in spiaggia, al fine di tutelarne l’ecologia.
La data di attivazione, gli orari del numero chiuso 2020 e le modalità operative di presidio e controllo agli ingressi, saranno definiti in una successiva delibera di Giunta. Nel frattempo, si sta già predisponendo la cartellonistica informativa e si sta già lavorando allo sviluppo di applicazioni informatiche che forniscano, in tempo reale, la disponibilità di posti liberi.
È stato, inoltre, stipulato un protocollo di intesa con il comune di Domus de Maria, per interventi congiunti di presidio della fascia costiera ed è in progetto la possibilità di destinare un’area, all’interno dei parcheggi comunali, per l’eventuale atterraggio di emergenza dell’elisoccorso.
Quest’anno, la previsione, in numero di turisti, sarà probabilmente inferiore rispetto agli anni passati ma Teulada punterà ugualmente sulla potenzialità dei suoi magnifici litorali, tanto da pensare all’eventualità di richiedere la registrazione di un marchio territoriale.
«Speriamo di avere una stagione che sia magari, non con gli stessi numeri, però utile per i nostri operatorisi augura, infine, il sindaco Daniele Serra -. I chilometri di costa ce lo consentono.»

Federica Selis

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In questa fase dell’emergenza sanitaria ancora in atto, caratterizzata dall’allentamento delle misure di contenimento e dalla graduale riapertura delle attività commerciali, con il conseguente aumento della mobilità privata e della presenza di cittadini in aree pubbliche, particolare attenzione è stata rivolta da parte della Polizia di Stato su tutto il territorio della Provincia, tramite servizi intensificati e mirati, alla prevenzione e alla repressione della criminalità diffusa.

Proprio per questo, anche il Commissariato di Quartu Sant’Elena, attraverso l’operato degli Agenti delle Volanti e degli investigatori della Sezione Anticrimine, ha svolto in questi giorni diverse attività finalizzate a fornire maggior tutela ai cittadini vittime di reati contro il patrimonio, specie furti e truffe.

A tal proposito, i poliziotti hanno riscontrato gli ennesimi episodi di truffa, stavolta ai danni di alcuni imprenditori commerciali, categoria in questo momento sensibilmente vulnerabile, che notoriamente versa in condizioni di difficoltà economiche a causa delle restrizioni che hanno comportato per un lungo periodo forti limitazioni della loro attività, se non la chiusura totale, imposte per evitare la diffusione della pandemia Covid-19.

Sono arrivate, infatti, numerose segnalazioni e sono state presentate diverse denunce da parte dei gestori di piccoli esercizi commerciali, circa le modalità di raggiro ideate da alcuni soggetti pregiudicati, poi individuati e denunciati all’Autorità giudiziaria dal Commissariato di P.S. Quartu Sant’Elena.

In particolare, risulta che si siano consumate diverse truffe seriali a Quartu Sant’Elena, Selargius e Quartucciu, ai danni soprattutto di macellerie ma anche di altri negozi di generi alimentari e di beni di prima necessità, facenti parte di quella categoria la cui apertura è stata consentita, seppur con limitazioni, sin dalla prima fase dell’emergenza sanitaria.

Le modalità del raggiro consistono in una chiamata, al numero fisso del negozio, attraverso la quale l’interlocutore, spacciandosi per il titolare di un altro esercizio commerciale facente parte di un’altra categoria per la quale era stata imposta la chiusura, preannuncia l’arrivo di un corriere per la consegna di un pacco contenente diversi beni. Il ritiro del pacco è subordinato al pagamento di una somma di denaro da anticipare per conto del presunto vicino. Poco dopo, effettivamente, giunge la chiamata del corriere che si presenta in loco col plico e, una volta carpita la fiducia del commerciante, ritira la somma di denaro e si allontana.

In questo caso il truffatore è riuscito ad approfittare della buona fede della vittima, principalmente della sua sensibilità nei rapporti di reciproca fiducia e di solidarietà tra esercenti, amplificati in una particolare situazione di diffusa e generale difficoltà. L’autore di questa truffa, individuato e denunciato dagli Agenti, è un pregiudicato di Sinnai.

Altra truffa seriale, sempre riscontrata dai poliziotti del Commissariato, è stata quella ideata da alcuni soggetti pregiudicati di Quartu, i quali architettano il raggiro contattando i ristoratori della Città Metropolitana, usufruendo del servizio di consegna a domicilio, per ordinare lauti pasti, spesso a base di crostacei e altre prelibatezze, accompagnate da vini sofisticati. All’atto della consegna gli autori pretendono che il pagamento, solitamente per diverse centinaia di euro, avvenga con l’uso del bancomat o carta di credito e approfittando della prevedibile indisponibilità sul posto del dispositivo POS, dopo aver ritirato i pasti, invitano il consegnante a ritornare con lo strumento per effettuare la transazione. In realtà il pagamento non avverrà mai e gli stessi autori negheranno di aver mai ordinato, tantomeno ritirato, il cibo.

La Polizia di Stato, da sempre impegnata nella campagna contro le truffe, coglie anche questa occasione per invitare tutti i cittadini a prestare la massima attenzione, mediante l’informazione sulle diverse modalità di raggiro e sugli accorgimenti da adottare, in modo da garantire un’efficace azione di prevenzione e di contrasto di questi reati.

In queste ipotesi di truffa la particolare raccomandazione rivolta ai commercianti è quella, nel primo dei due casi, di diffidare da tali richieste; di accertarsi dell’origine del pacco, contattando direttamente l’effettivo destinatario e la ditta di spedizioni e, soprattutto, di non cedere assolutamente a richieste di denaro.

Nel secondo caso, invece, si raccomanda agli esercenti di curare la modalità di pagamento, specificandola chiaramente all’atto dell’ordine, evitando comunque di cedere a richieste di credito o differimento di pagamento di quanto dovuto al ristoratore per la consegna.

Ad ogni modo e in tutti i casi in cui vi sia anche solo il sospetto di un possibile raggiro, l’invito è quello di segnalare immediatamente l’episodio alla Polizia chiamando il 113, oltre che di rivolgersi quanto prima agli uffici di Polizia più vicini per denunciare l’accaduto, qualora ci accorga di essere stati vittime di una truffa, perpetrata con qualsiasi modalità, comprese quelle realizzate in questi ultimi episodi.

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Sono state ricordate stamane, a Gonnesa, nel corso di una breve cerimonia, le vittime della rivolta popolare del mese di maggio 1906. Alla presenza dei sindaci di Gonnesa Hansel Cristian Cabiddu, Iglesias Mauro Usai e Buggerru Laura Cappelli, e del presidente del Consiglio comunale di Iglesias, Daniele Reginali, è stata deposta una corona d’alloro, benedetta dal parroco del paese, davanti alla lapide sistemata all’esterno del Municipio, il 23 maggio 1976, in occasione della celebrazione del 70°, nella quale si legge: «1906-1976, nel 70° anniversario Gonnesa operaia dedica a quanti tra i suoi figli pagarono con la vita o la perdita della libertà. La conquista di migliori e più umane condizioni di vita e di lavoro. Gonnesa, addì 23 maggio 1976». Erano presenti anche il segretario generale della CGIL della Sardegna Sud Occidentale Antonello Congiu, il segretario della Filctem CGIL Emanuele Madeddu, Franco Bardi della Fiom CGIL e l’ex segretario della Camera del Lavoro del Sulcis Iglesiente, Roberto Puddu.

«La rivolta fu la prima presa di coscienza dello sfruttamento cui era sottoposta la classe lavoratrice sarda. I primi minatori lavoravano in condizioni gravissime che rasentavano la schiavitù: il lavoro era continuo e logorante, molto pericoloso e sottopagato. Mancava qualsiasi forma di assistenza sociale e previdenziale da parte dello stato e il lavoratore con la misera paga non era in grado di sfamare la propria famiglia. L’operaio, inoltre, era legato all’azienda da un vincolo che prese il nome di “Ghignione”. Questo era un buono acquisto di cui si poteva usufruire soltanto nello spaccio dell’industria, che vendeva a prezzi più alti dei negozi le merce scadente. Queste condizioni portarono scontenti e malumori che sfociarono nella rivolta del maggio del 1906. La rivolta fu spontanea e dettata da fame e disperazione: i dimostranti chiedevano l’intervento del sindaco sul caro-viveri, dazio e tasse comunali. Dopo aver incendiato la cantina e l’ufficio del dazio, da Gonnesa, la manifestazione si diresse verso Bacu Abis e Nebida. L’epilogo fu tragico: i carabinieri arrivati da Iglesias spararono sulla folla. A Nebida ci furono due morti e quindici feriti, a Gonnesa tre morti e diciassette feriti. Oggi il 20 maggio, a Gonnesa, è festa civile.»

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Conseguente all’emergenza da pandemia, si stanno mostrando i primi segnali di una crisi sociale che rischia di compromettere la sicurezza di vita di larghe fasce della popolazione e di far cadere nell’indigenza la parte più debole della nostra società. La Chiesa è provocata dalla presente situazione a esprimere nel modo più ampio la sua missione di annuncio della Parola di Dio, di preghiera e di servizio della carità. Abbiamo più volte affermato di sentire una responsabilità enorme di prossimità al Paese, mettendo in opera, come ha detto il Papa, la “creatività dell’amore”.
Per tale ragione, l’arcivescovo di Cagliari, Giuseppe Baturi, ha costituito il “Fondo Diocesano di Solidarietà – Emergenza 2020”, con lo scopo di contribuire a far fronte alle conseguenze economiche e sociali provocate dalla crisi sanitaria, sostenendo le persone e famiglie in situazioni di povertà o di necessità, gli enti e associazioni che operano al superamento dell’emergenza, enti ecclesiastici in situazioni di difficoltà, a partire dalle parrocchie.
Alla dotazione del Fondo contribuiscono anzitutto le somme destinate dall’Arcidiocesi dalla Conferenza Episcopale Italiana per far fronte alle conseguenze sanitarie, economiche e sociali provocate dal Covid-19. Si tratta di risorse prelevate dalla quota dell’otto per mille che i cittadini destinano alla Chiesa Cattolica. Il Fondo è aperto a singoli, parrocchie, istituzioni, associazioni, organismi di ogni genere. Tutti sono invitati a versare liberamente il proprio dono nel Fondo, esprimendo in modo concreto valori di gratuità, solidarietà e condivisione. All’incremento del Fondo partecipano a titolo particolare i sacerdoti diocesani che, uniti fra loro e solleciti del bene di tutta la diocesi, sono chiamati ad usare i beni materiali per venire «in generoso soccorso delle necessità materiali della diocesi, secondo le disposizioni del Vescovo e in misura delle loro possibilità» (CD 28).
Attraverso il Fondo Diocesano di Solidarietà il richiamo alla fraternità diventa concreto, così come l’invito a «portate i pesi gli uni degli altri» (Gal 6, 2). La possibile sproporzione tra le nostre possibilità d’aiuto e la smisuratezza del bisogno non può scoraggiarci. Il cristiano «sa che Dio è amore (cfr 1 Gv 4, 8) e si rende presente proprio nei momenti in cui nient’altro viene fatto fuorché amare» (Deus caritas est, n. 31c).
Ulteriori informazioni e modulistica sul sito della diocesi di Cagliari: www.chiesadicagliari.it