Lega Sardegna: «Sia riconosciuto un bonus per il personale medico sanitario»
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Ripartono in sicurezza e nel pieno rispetto delle regole di comportamento il MAB – Museo archeologico Ferruccio Barreca, fiore all’occhiello dell’offerta culturale antiochense, e la Biblioteca comunale. A Sant’Antioco la Cultura riapre i battenti, dopo il lungo periodo di stop imposto dalla quarantena.
Da oggi (mercoledì 20 maggio), dunque, l’accesso in biblioteca è consentito ad un solo utente alla volta, munito di guanti e mascherina protettiva, mentre negli ambienti interni si dovrà rispettare la distanza interpersonale di almeno un metro. L’adozione di queste procedure, a tutela della salute di tutti, potrà generare dei rallentamenti nell’erogazione dei servizi ai cittadini. Pertanto, allo scopo di limitare questa eventualità e di garantire che la fruizione del servizio di prestito sia il più fluida possibile, la richiesta/prenotazione di un libro alla biblioteca può essere avanzata attraverso diverse modalità: recandosi direttamente nell’edificio, situato in Piazza De Gasperi, Palazzo del Capitolo; telefonicamente, contattando il numero 0781 83132; tramite e-mail, scrivendo a: biblioteca.santantioco@sbis.it, specificando, oltre gli estremi della richiesta (titolo e autore), anche le proprie generalità e un recapito telefonico al quale essere eventualmente contattati per il ritiro; e ancora tramite l’APP BiblioSar del Polo regionale SBN Sardegna, scaricabile gratuitamente.
Al via da oggi anche le visite al MAB: si accede dall’ingresso di via Sabatino Moscati, al fine di consentire i controlli di sicurezza e la misurazione della temperatura, mentre per l’uscita si procederà transitando dal cancello laterale della Piazza Cartagine. L’accesso dei visitatori alle sale del museo avviene preferibilmente previa prenotazione gratuita chiamando al numero 0781 82105 o inviando una e-mail all’indirizzo tofet@tiscali.it. Gli accessi saranno contingentati ogni venti/trenta minuti. Durante la visita deve essere rispettato il distanziamento sociale si almeno 1 metro e, al fine di assicurare un regolare svolgimento della visita ed evitare l’incrocio delle persone nelle sale espositive, devono osservarsi scrupolosamente le indicazioni presenti, nonché le indicazioni fornite dal personale di sala.
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Ripartono i tirocini sospesi il 12 marzo scorso per l’emergenza Covid-19. La riattivazione nelle sedi operative delle aziende (i cosiddetti tirocini ‘in presenza’) sarà autorizzata a certe condizioni: se tutte le parti – Aspal (soggetto promotore), soggetto ospitante e tirocinante – sono d’accordo, se all’interno dell’azienda vengono rispettate le indicazioni tecniche e operative per contrastare il virus nei luoghi di lavoro (così come prescritto dal Governo e dalla Regione) e se il soggetto ospitante non ha procedure di cassa integrazione in corso legate all’emergenza sanitaria o ha richiesto ammortizzatori sociali a favore di lavoratori inquadrati con profili professionali o che svolgono mansioni equivalenti a quelle del tirocinio.
Per quanto riguarda i tirocini in FAD (formazione a distanza) potranno essere autorizzati se il profilo professionale e l’attività descritta nel progetto formativo individuale (PFI) sono compatibili con lo svolgimento del tirocinio in questa modalità e ci sia la garanzia che si possono raggiungere gli obiettivi contenuti nel progetto originario, se si tratta di riattivare un tirocinio sospeso, o nell’integrazione dello stesso.
Il soggetto ospitante deve attivare le procedure tecnologiche che permettano di realizzare il tirocinio a distanza. Come per i tirocini ‘in presenza’ anche per quelli ‘a distanza’ nelle aziende non ci devono essere procedure di CIG né richieste per ammortizzatori sociali.
Per la riattivazione il soggetto ospitante dovrà presentare richiesta all’Aspal che ha predisposto una task force apposita per l’esame delle domande.
I tirocini potranno ripartire dal primo giugno e termineranno 12 giorni prima dell’ultimo mese di frequenza (in questo modo si recuperano i primi 12 giorni di marzo).
Documenti, procedure e requisiti sono disponibili nel sito dell’Aspal nella sezione avvisi e nel portale Sardegna Lavoro.
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In Sardegna 1 solo caso positivo al Covid-19 nelle ultime 24 ore, 10 negli ultimi 7 giorni, 60 nei 20 giorni del mese di maggio; nessun decesso negli ultimi 10 giorni. La situazione nell’Isola continua a migliorare e consente di guardare al futuro con fiducia, anche se l’attenzione va tenuta alta, con il rispetto delle prescrizioni tese alla prevenzione, in una fase assai delicata dopo la riapertura di tante attività.
Quasi tutti i numeri sono in continuo, costante miglioramento. E’ sceso da 71 a 68 il numero dei pazienti ricoverati in ospedale con sintomi, mentre è cresciuto da 9 a 10 quello dei pazienti in terapia intensiva. Sono scese da 261 a 253 le persone in isolamento domiciliare, da 341 a 331 gli attualmente positivi. I dimessi/guariti sono 898 (ieri erano 887). Il numero dei decessi è fermo a 126 dal 10 maggio (quel giorno, la tabella della Protezione Civile segnava 120 decessi, ma i 6 registrati successivamente sono relativi a periodi precedenti).
Nelle ultime 24 ore sono stati eseguiti 1.159 tamponi (il numero totale è arrivato a 45.572), e sono stati testati 957 casi (il numero totale è ora 39.460).
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Anche nelle ultime 24 ore, 1 solo nuovo caso positivo al Covid-19 è stato riscontrato in Sardegna, su 1.159 tamponi eseguiti. Sono 1.355 i casi dall’inizio dell’emergenza. Si registra l’unico caso nella provincia di Sassari. È quanto rilevato dall’Unità di crisi regionale nell’ultimo aggiornamento. In totale nell’Isola sono stati eseguiti 45.572 tamponi. I pazienti ricoverati in ospedale sono in tutto 78, di cui 68 con sintomi e 10 in terapia intensiva, mentre 253 sono le persone in isolamento domiciliare. Gli attualmente positivi sono 331. I pazienti dimessi/guariti sono 898. Non si registrano nuove vittime per il decimo giorno consecutivo (126 dall’inizio dell’emergenza).
Sul territorio, dei 1.355 casi positivi complessivamente accertati, 249 sono stati registrati nella Città Metropolitana di Cagliari, 97 nel Sud Sardegna, 58 a Oristano, 79 a Nuoro, 872 a Sassari (+1).
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Il disegno di legge della Giunta n. 112, che prevede fra l’altro la suddivisione del sistema sanitario regionale in 8 Asl e la creazione dell’Ares come azienda centrale con compiti di coordinamento amministrativo gestionale, è stato adottato come testo base per la riforma dalla commissione Sanità, presieduta da Domenico Gallus (Udc-Cambiamo). L’obiettivo comune, è stato sottolineato, è quello di portare una fondamentale funzione pubblica come la tutela della salute in un livello più vicino possibile ai cittadini rilanciando in primo luogo il modello di una sanità “territoriale”, capace di relazionarsi in modo efficace con altri soggetti del sistema pubblico, dall’Università ai Comuni, ad altre strutture regionali come l’Agenzia per la difesa dell’Ambiente e l’Istituto Zooprofilattico sperimentale della Sardegna.
Accanto al disegno di legge n. 112 resta sul tavolo della commissione la proposta di legge presentata dal gruppo Udc-Cambiamo, a nome del quale il consigliere Giorgio Oppi ha riassunto i punti qualificanti, soffermandosi soprattutto sulla necessità di semplificare il sistema (“altrimenti ci vorranno almeno 3 anni”) e dare risposte concrete ai cittadini.
L’esame dei testi di riforma, altro punto definito dalla commissione, procederà con la discussione dei due testi in modo congiunto e di “pari passo” (anche se in sedute differenziate) con il lavoro che riguarderà la cosiddetta Fase 2 sulla quale la Regione è fortemente impegnata sia in campo sanitario che economico-sociale.
Per quanto riguarda in particolare il campo sanitario, la Commissione ha approvato all’unanimità una risoluzione che impegna l’assessore della Sanità ad «impartire indirizzi adeguati» che consentano «ai pazienti in gravi condizioni cliniche ricoverati negli ospedali della Sardegna di poter essere assistiti e confortati da almeno un familiare».
Un’altra parte della seduta è stata dedicata all’esame del disegno di legge n. 127 che introduce una serie di modifiche alla legge di Stabilità 2020 in materia di politiche sociali. Sul provvedimento hanno riferito la portavoce del Comitato per l’attuazione della legge 162 in Sardegna, la direttrice del settore delle Politiche sociali Francesca Piras e del servizio del fondo per la non autosufficienza Marika Bazzella. Francesca Piras, in particolare, ha espresso vivo apprezzamento per le ulteriori risorse finanziarie inserite nel disegno di legge ma ha manifestato perplessità sull’affidamento della gestione di questi fondi ai Plus. «Anche in base alla nostra esperienza – ha affermato -, preferiamo il modello partecipativo di un intervento co-progettato, personalizzato e non calato dall’alto, che valorizzi le famiglie e rappresenti una opportunità per le persone disabili in termini di autonomia, indipendenza e libertà di compiere le proprie scelte.»
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I consiglieri regionali Eugenio Lai (LeU), Carla Cuccu (M5S), Gigi Piano, Salvatore Corrias (PD), Gianfranco Satta (Progressisti) chiedono al presidente Christian Solinas ed alle assessore Valeria Satta e Gabriella Murgia, rispettivamente con competenze al personale e all’agricoltura, di sbloccare la situazione relativa all’ingresso dei dipendenti Aras in Laore. «Ad oggi – scrivono in una nota – l’agenzia Laore si giustifica dalla mancata applicazione della norma con il relativo blocco delle procedure concorsuali, con i ricorsi al Tar contro le assunzioni. Dal nostro punto di vista la decisione che deve essere adottata è di natura meramente politica. Attendere la data dell’udienza del 10 giugno è un escamotage per non risolvere l’annosa vertenza. Ricordiamo infatti che sui lavoratori ARAS incombe il licenziamento collettivo già comunicato per il 31 dicembre 2020».
«Ben due leggi regionali, approvate all’unanimità dal consiglio regionale e non impugnate dal Governo, hanno dato una linea politica chiara e netta – concludono i consiglieri regionali Eugenio Lai, Carla Cuccu, Gigi Piano ,Salvatore Corrias e Gianfranco Satta – per questo chiediamo la conclusione dell’iter già avviato da Laore che darebbe certezza occupazionale ai lavoratori e al servizio da loro svolto. Di pari passo si sblocchino le progressioni per i dipendenti Laore che ne hanno diritto. Non c’è più tempo da perdere.»
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Ammonta complessivamente a 6 milioni di euro il finanziamento regionale per il restauro del Palazzetto dello sport Roberta Serradimigni di Sassari. I fondi, stanziati in favore del Comune di Sassari, consentiranno di efficientare l’infrastruttura sportiva portando tra l’altro la capienza dell’impianto sportivo dagli attuali 4mila posti a circa 6.500, completando la copertura e realizzando un impianto fotovoltaico finalizzato al risparmio energetico. Si tratta di risorse finanziarie a valere sui fondi del mutuo infrastrutture (seconda e terza rimodulazione) programmati dalla Giunta regionale su proposta dell’assessorato dei Lavori pubblici. Ai primi 3.600.000 euro si sono infatti aggiunti i 2.400.000 necessari per portare a compimento le opere.
«Non si può riconoscere l’importanza dello sport senza valorizzare le infrastrutture che ne consentono la diretta fruizione – spiega il presidente della Regione Christian Solinas -. L’intervento che porterà all’ammodernamento del palazzetto dello sport consentirà al PalaSerradimigni di continuare ad essere punto di formazione sportiva, aggregatore culturale e punto di incontro per giovani e meno giovani, oltre che simbolo della città di Sassari e della cultura sportiva sarda, e del basket, in particolare.»
«Oggi Sassari può brindare al completamento di un palazzetto che rappresenta un valore per l’intera Sardegna – continua l’assessore dei Lavori pubblici Roberto Frongia – in considerazione soprattutto del fatto che a beneficiarne sarà una società straordinaria, la Dinamo Sassari, ai vertici dello sport nazionale e internazionale da molti anni e, come tale, ambasciatrice della Sardegna nel mondo. Con questa importante iniezione di risorse prosegue l’incisiva azione della Regione nella realizzazione delle opere strategiche avviate e in attesa di realizzazione.»
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La Messa Crismale, prevista dalla liturgia nella data del Giovedì santo e rinviata a causa delle limitazioni sanitarie legate alla pandemia, potrà essere celebrata entro la festa della Pentecoste. La Conferenza Episcopale Sarda ha reso noto il calendario fissato nelle dieci Diocesi della Sardegna.
Diocesi di Ales-Terralba: mercoledì 27 maggio, alle 10.00, nella cattedrale di Santi Pietro e Paolo, ad Ales.
Diocesi di Alghero-Bosa: sabato 30 maggio, alle 10.00, nella cattedrale di Santa Maria, ad Alghero.
Diocesi di Cagliari: sabato 30 maggio, alle 10.00, nel santuario Nostra Signora di Bonaria, ad Cagliari.
Diocesi di Iglesias: sabato 30 maggio, alle 10.00, nella cattedrale di Santa Chiara d’Assisi, ad Iglesias.
Diocesi di Lanusei: mercoledì 27 maggio, alle 18.00, nel santuario Madonna d’Ogliastra, a Lanusei.
Diocesi di Nuoro: giovedì 28 maggio, alle 18.00, nella cattedrale di Santa Maria della Neve, a Nuoro.
Diocesi di Oristano: giovedì 28 maggio, alle 10.00, nella cattedrale di Santa Maria Assunta, ad Oristano.
Diocesi di Ozieri: sabato 30 maggio, alle 18.00, nella cattedrale della Beata Vergine Immacolata, ad Ozieri.
Diocesi di Sassari: giovedì 28 maggio, alle 10.00, nella cattedrale di San Nicola, a Sassari.
Diocesi di Tempio-Ampurias: giovedì 28 maggio, alle 10.00, nella cattedrale di San Pietro Apostolo, a Tempio Pausania.
Le celebrazioni avverranno nel pieno rispetto del Protocollo siglato tra la CEI e il Governo nazionale.
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I campionati di calcio di serie D ed Eccellenza sono finiti, promozioni e retrocessioni verranno ufficializzate nella prossima riunione del Consiglio federale, già convocata tra 48 ore. E’ quanto scaturito dalla riunione del Consiglio della FIGC, appena conclusa, chiamato all’esame di un nutrito ordine del giorno, nel quale figuravano anche le determinazioni in ordine alle modalità di conclusione dei campionati stagione sportiva 2019/2020.
«Il Consiglio ha deliberato di interrompere definitivamente tutte le competizioni, rinviando ad altra delibera i provvedimenti sugli esiti delle stesse competizioni», è riportato nella nota pubblicata nel sito internet federale.
Il Consiglio federale tornerà a riunirsi venerdì 22 maggio. La linea indicata dal presidente Cosimo Sibilia, sulla quale non sono emerse posizioni contrarie, è quella di promuovere alla categoria superiore la prima classificata di ciascun girone (9 dalla serie D alla Lega Pro e 30 dall’Eccellenza alla serie D – i gironi sono 28 ma in Piemonte e Basilicata ci sono due squadre al comando della classifica a pari punti e non è possibile disputare gli spareggi previsti dal regolamento) e bloccare le retrocessioni, con conseguente allargamento dei gironi, almeno per la prossima stagione.
Il Carbonia, dunque, per festeggiare il suo meritatissimo ritorno in serie D, dopo 30 anni, dovrà attendere almeno altre 48 ore!