18 July, 2024
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Chiudere la vertenza ARAS. Questo l’obiettivo del Gruppo Lega che annuncia impegno e pieno sostegno alla Giunta al fine di veder tagliare definitivamente il traguardo di questa lunga e controversa vicenda.
«Qualora fosse necessario la V Commissione dovrà farsi garante di un lavoro serio, coordinato e collaborativo, che sappia dare risposte concrete e definitive a questi lavoratori, e rispettive famiglie, che da troppo tempo attendono certezze», commentano i consiglieri Andrea Piras e Sara Canu, rispettivamente segretario e componente della summenzionata commissione consiliare.
«Tanto il nostro gruppo quanto i componenti della Giunta sono perfettamente consapevoli della necessità di agire in fretta, infatti, a rischio non sono solo le sorti dei lavoratori ex Aras ma anche dei numerosissimi allevatori beneficiari della misura 14 (Benessere Animale), prosegue il capogruppo in Consiglio regionale Dario Giagoni cui fanno immediato seguito le dichiarazioni dell’assessore della Riforma e del Personale Valeria Satta: «E’ importante trovare una soluzione per i lavoratori ARAS, portando a termine l’ingresso di tali dipendenti in LAORE. I lavoratori di ARAS, ancor di più in questo delicato momento, non devono vedere interrotto il passaggio in LAORE. Siamo al lavoro per la risoluzione delle problematiche emerse e stiamo valutando soluzioni possibili che oltre al passaggio dei dipendenti ARAS, portino finalmente alla valorizzazione, attesa da diverso tempo, del personale di LAORE così come del personale del comparto regione,  facendo cessare una delle principali problematiche sollevata dagli attuali dipendenti di LAORE».

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La linea del contagio da Covid-19 oggi è rimasta orizzontale, con 1 solo nuovo caso in Sardegna (come ieri), dato che conferma un andamento positivo ormai consolidato. E’ importante tornare indietro di alcune settimane, per valutare pienamente il miglioramento della situazione in tutta la Sardegna, dove dal 26 aprile ad oggi, in 17 giorni, sono stati riscontrati complessivamente 65 nuovi casi positivi al Covid-19, così distribuiti nella Città Metropolitana di Cagliari e nelle quattro Province:

Città Metropolitana di Cagliari 15

Provincia del Sud Sardegna 6

Provincia di Oristano 4

Provincia di Nuoro 2

Provincia di Sassari 38.

Entrando nel dettaglio della situazione odierna, i tamponi eseguiti nelle ultime 24 ore sono stati 1.234 (totale 36.710), i casi testati 1.098 (totale 32.449). I pazienti ricoverati in ospedale con sintomi sono 78 (ieri erano 77), 10 quelli in terapia intensiva (ieri erano 11), mentre sono 403 le persone in isolamento domiciliare (ieri erano 418). Gli attualmente positivi sono 491 (ieri erano 506). I pazienti dimessi/guariti sono 734 (ieri erano 718). Anche oggi non si registrano nuovi decessi (120, 4 nel corrente mese di maggio, in 13 giorni).

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E’ durissima la critica di 6 consiglieri di minoranza al sindaco di Iglesias (Federico Garau, Francesca Tronci, Bruna Moi, Luigi Biggio, Simone Saiu ed Alberto Cacciarru), Mauro Usai, sull’interpretazione data ai protocolli INAIL emanati dal presidente Franco Bettoni per il contenimento del contagio da Covid-19.

«In data odierna il presidente INAIL Franco Bettoni, tramite una conferenza stampa ha dichiarato che le linee guida emanate per l’apertura delle attività commerciali non sono da considerarsi “disposizioni vincolanti”, ma bensì contributi di carattere scientifico, per cui forniscono ipotesi di modulazione delle misure di contenimento del contagio già note, anche attraverso criteri per l’individuazione di misure di prevenzione e protezione, specificando inoltre che è evidente che non si tratta di linee guida impartite alle imprese, in quanto né l’Inail né l’Iss sono titolati ad emanare – si legge in una nota dei consiglieri Federico Garau, Francesca Tronci, Bruna Moi, Luigi Biggio, Simone Saiu ed Alberto Cacciarru -. Dichiarazione, quella del presidente Franco Bettoni, che sembra smentire categoricamente quella fatta dal sindaco Mauro Usai, il quale ha più volte ribadito che la riapertura delle attività commerciali di Iglesias sono state negate (dalla data di lunedì 11 maggio, ndr) in quanto mancavano le linee guida INAL.»

«Le parole del presidente INAIL Bettoni sciolgono ogni dubbio – aggiungono i rappresentanti dei gruppi consiliari di: Movimento 5 Stelle, Forza Italia ed Iglesias in Comune -. Le tanto attese linee guida non sono disposizioni vincolanti, ciò significa che la città di Iglesias avrebbe potuto tranquillamente seguire in totale sicurezza la scelta di altri comuni limitrofi. Nonostante il nostro indice RT fosse stato dichiarato “non classificabile” per via del basso numero di contagi, il sindaco Mauro Usai ha preferito condannare la città di Iglesias e le sue attività commerciali ad un’altra settimana di agonia economica. Una scelta, la sua, dettata da logiche e disposizioni arrivate dal coordinamento regionale del Partito Democratico.»

«Possiamo dunque tranquillamente affermare che Iglesias ha pagato le logiche di partitosottolineano i 6 consiglieri di minoranza -. In un momento come questo serviva coraggio ed amore per la propria città, invece si è preferito compromettere quasi irrimediabilmente il futuro di numerose attività commerciali della città. Una scelta folle che danneggerà gravemente l’economia cittadina.»

«Nella serata di oggi inoltre abbiamo dovuto attendere il comunicato presidente della Regione per sopperire alla mancanza di coraggio dei sindaci che hanno ritenuto di non dover aprire, ha annunciato di assumersi la responsabilità ponendo la parola fine al dibattito sul coefficiente RT Non classificabileconcludono Federico Garau, Francesca Tronci, Bruna Moi, Luigi Biggio, Simone Saiu ed Alberto Cacciarru –, spiegando per l’ennesima volta che era da intendersi, ovviamente, come inferiore al parametro dello 0,5%.»

 

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Per prevenire la carenza d’acqua nell’UE, il Parlamento ha approvato oggi il nuovo regolamento sul riutilizzo dell’acqua.

La nuova legge definisce per la prima volta a livello europeo i requisiti minimi per l’utilizzo delle acque di recupero (cioè le acque reflue urbane che sono state trattate in un impianto di bonifica) per scopi agricoli in modo sicuro, proteggendo le persone e l’ambiente. È stata adottata in via definitiva senza votazione, in apertura di sessione.

Le nuove norme mirano a garantire che le acque reflue trattate siano riutilizzate in modo più ampio per limitare l’uso dei corpi idrici e delle acque sotterranee. Il calo dei livelli delle acque sotterranee, dovuto in particolare all’irrigazione agricola, ma anche all’uso industriale e allo sviluppo urbano, è una delle principali minacce per l’ambiente idrico dell’UE.

«Oggi segna un’altra importante pietra miliare verso la transizione verso un’economia circolare per le risorse idriche. In questo modo, passo dopo passo, stiamo portando risultati concreti per l’ambiente», ha detto la relatrice Simona Bonafè.

«Potremmo potenzialmente riutilizzare 6,6 miliardi di metri cubi d’acqua entro il 2025, rispetto agli attuali 1,1 miliardi di metri cubi all’anno. Ciò richiederebbe un investimento inferiore ai 700 milioni di euro e ci permetterebbe di riutilizzare più della metà dell’attuale volume d’acqua proveniente dagli impianti di trattamento delle acque reflue dell’UE, teoricamente disponibili per l’irrigazione, evitando più del 5% di estrazione diretta dai corpi idrici e dalle falde acquifere», ha concluso.

Le prossime tappe

Le misure adottate entreranno in vigore il ventesimo giorno successivo alla pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell’Unione europea e si applicheranno tre anni dopo l’entrata in vigore.

Contesto

Secondo il rapporto della Commissione sulla politica europea sulla scarsità d’acqua e la siccità, la scarsità d’acqua rimane un problema sempre più grave per molti Stati membri. Almeno l’11% della popolazione europea e il 17% del suo territorio sono stati colpiti dalla scarsità d’acqua. Durante l’estate, oltre la metà della popolazione della regione mediterranea è colpita dallo stress idrico (Fonte: Commissione europea).

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22 consiglieri di minoranza hanno chiesto la convocazione urgente del Consiglio regionale, primo firmatario il capogruppo del Partito democratico, Gianfranco Ganau. 

«Vista la drammatica situazione in cui versa la Sardegna e la consapevolezza che le scelte dei prossimi giorni, decideranno la sorte dei sardi e della Sardegna per i prossimi decenni si legge nella richiesta di convocazione -, considerato che in tutta la sua storia autonomistica il Consiglio regionale, nei momenti gravi di decisioni impegnative per il futuro della Sardegna, ha sempre svolto un ruolo attivo nel rappresentare il comune sentire del popolo e difendere in maniera corale gli interessi dei sardi, cosi come avvenuto all’alba della vita autonomistica nel dopoguerra con i Piani di Rinascita; e, considerato altresì, che occorre compiere il massimo sforzo per il reperimento delle risorse necessarie, senza le quali ogni operazione di rilancio sarebbe enormemente più difficile»,

ai sensi e per gli effetti dei commi 2 e 3 dell’articolo 54 del Regolamento Interno, i 22 consiglieri di minoranza chiedono la convocazione straordinaria ed urgente del Consiglioalla presenza del presidente della Regione, per discutere in merito:

«Al quadro complessivo delle risorse disponibili per far fronte le attuali drammatiche emergenze;
– Ai provvedimenti più urgenti da adottarsi entro i prossimi giorni e alle scelte strategiche di prospettiva, necessarie, prima, per la salvaguardia del sistema imprenditoriale e produttivo, poi, per il rilancio dello stesso sistema economico e sociale dell’isola;
– Allurgente necessità di organizzazione del sistema sanitarioper far fronte, oltre alle attuali emergenze, anche alle impellenti necessità di gestione delle richieste di assistenza ospedaliera, e non, di pazienti no-Covid di ritornodopo la drammatica fase del lockdown trascorsa in casaanche in considerazione delle ridotte disponibilità di posti ospedalieri, e non, derivanti dalla necessaria destinazione di alcune di esse a strutture esclusive hospital-Covid;
– Alle azioni da intraprendere ai fini della revisione dell’Accordo Stato-Regione, di cui alla mozione 133 discussa in Aula lo scorso gennaio e recante “Valutazione degli effetti dell’accordo del 7 novembre 2019, stipulato tra lo Stato e la Regione della Sardegna e la sua eventuale rettifica”;
– Agli strumenti, ai tempi e alle modalità con cui la Giunta regionale intende coinvolgere i rappresentanti degli Enti locali e delle organizzazioni di categoria e sindacali.»

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Anche oggi solo 1 nuovo caso di positività al Covid-19 è stato riscontrato in Sardegna su 1.234 tamponi eseguiti. Il totale dei casi positivi è salito a 1.345 dall’inizio dell’emergenza. L’unico incremento nella Città Metropolitana di Cagliari. È quanto rilevato dall’Unità di crisi regionale nell’ultimo aggiornamento. In totale nell’Isola sono stati eseguiti 36.710 test. I pazienti ricoverati in ospedale sono in tutto 88, di cui 78 con sintomi e 10 in terapia intensiva, mentre 403 sono le persone in isolamento domiciliare. Gli attualmente positivi sono 491. I pazienti dimessi/guariti sono 734. Non si registrano nuovi decessi (120).
Sul territorio, dei 1.345 casi positivi complessivamente accertati, 246 sono stati registrati nella Città Metropolitana di Cagliari, 97 nel Sud Sardegna, 58 a Oristano (+1 rispetto all’ultimo aggiornamento), 78 a Nuoro, 866 a Sassari.

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«In questi giorni si amplificano notevolmente i controlli all’interno delle attività commerciali ed artigianali che hanno riaperto i battenti grazie all’avvio della cosiddetta “Fase Due”. Le forze dell’ordine e gli organi preposti, stanno verificando i protocolli di sicurezza ed il rispetto delle disposizioni per evitare la creazione di focolai e potenziali nuove catene di contagio. Controlli legittimi e giusti ma che non devono travalicare, almeno in questa fase, le esigenze dei tanti possessori di “partita iva” fortemente colpiti dalla crisi economica innescata da quella sanitaria.»

Il consigliere regionale del Partito sardo d’Azione Fabio Usai interviene sulle problematiche in primo piano in questi giorni di avvio della “Fase 2”.

«I commercianti ed artigiani sardi e del Sulcis Iglesiente, già da tempo soffrivano una crisi economica pesantissima, aggravata dall’oppressione fiscale/burocratica di uno Stato patrigno che invece di sostenere le aziende e promuovere la loro competitività, si è contraddistinto nel tempo nel vessarle con lacci, lacciuoli e norme spesso asfissianti ed opprimentiaggiunge Fabio Usai –. Perciò è importante che i decisori politici del Governo nazionale si adoperino concretamente in questa fase per eliminare la burocrazia e, fermi restando i controlli per garantire la tutela della salute pubblica, evitare di aggiungere nuovi elementi di diseconomia alle aziende che con grandi sacrifici si accingono a riavviare le proprie attività.»

«E, oltre la burocrazia, se davvero si vorrà dare impulso alla ripartenza economica, sarà necessario accompagnare (sostenendoli finanziariamente) tutti gli operatori economici che, in virtù dei nuovi protocolli di sicurezza, dovranno sostenere un aggravio dei costi d’esercizio delle proprie aziende. Con la Regione siamo impegnati, per la parte che ci riguarda, a favorire questi processiconclude Fabio Usai -. Ma la responsabilità più grande competerà al Governo nazionale al quale mi rivolgo affinché si evitino ulteriori e dannose perdite di tempo.»

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Poste Italiane prosegue nel programma di ripristino delle consuete giornate di apertura e degli orari pre Covid negli uffici postali del Sud Sardegna. A partire da domani, giovedì 14 maggio, riapriranno al pubblico, dal lunedì al sabato, altri sedici uffici postali del Sud Sardegna il cui orario di apertura al pubblico era stato temporaneamente rimodulato.

A riaprire, con il consueto orario, saranno gli uffici postali di  Barumini, Burcei, Esterzili, Escalaplano, Masainas, Musei, Nuraminis, Nurri, Perdaxius, Silius, Siurgus Donigala, Suelli, Vallermosa, Villanovafranca, Villaperuccio, Villaspeciosa, che osserveranno i seguenti orari di apertura: dal lunedì al venerdì dalle 8.20 alle 13.45 ed il sabato dalle 8.20 alle 12.45.

Oltre alla riapertura su sei giorni dei suddetti uffici è previsto anche il ripristino dell’apertura, anche nel turno pomeridiano, degli uffici di Villacidro e di via Simeto a Cagliari che, conseguentemente, saranno aperti dal lunedì al venerdì dalle 8.20 alle 19.05 ed il sabato dalle 8.20 alle 12.35.

Poste Italiane coglie l’occasione per ribadire l’invito ai cittadini ad entrare negli uffici postali esclusivamente per il compimento di operazioni essenziali e indifferibili, in ogni caso avendo cura, ove possibile, di indossare dispositivi di protezione personale; di entrare in ufficio solo all’uscita dei clienti precedenti; tenere la distanza di almeno un metro, sia in attesa all’esterno degli uffici che nelle sale aperte al pubblico.

A questo proposito, l’Azienda ricorda che sono a disposizione della clientela, presso gli uffici postali della città metropolitana di Cagliari e del Sud Sardegna, 102 ATM Postamat, disponibili sette giorni su sette ed in funzione 24 ore su 24, che consentono di effettuare operazioni di prelievo di denaro contante, interrogazioni su saldo e lista dei movimenti, ricariche telefoniche e di carte Postepay, accanto al pagamento delle principali utenze e dei bollettini di conto corrente postale.

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«Nel momento in cui si parla di aperture ci sono aspetti organizzativi che non possono assolutamente essere rimandati né aspettare oltre. Quello che sta accadendo in alcuni ospedali della Sardegna, in cui i pazienti oncologici sono costretti a fare la fila anche di ore non è ammissibile. Stiamo parlando di persone con il sistema immunitario compromesso, più esposte non solo al rischio contagio, ma soprattutto che non possono subire uno stress psico-fisico tale per poter effettuare le cure e le visite mediche di cui hanno bisogno.»

Lo scrive, in una nota, Michele Ciusa, consigliere regionale del Movimento 5 Stelle.

«Secondo le più recenti stime il ritardo accumulato nell’erogazione dei servizi ai malati oncologici è di proporzioni enormi: sono oltre 4 milioni gli screening rinviati e che dovranno essere effettuati a partire delle prossime settimaneaggiunge Michele Ciusa -. Ma nei due mesi di lockdown i disagi hanno riguardato diversi ambiti e tutte le visite previste nelle diverse fasi della malattia, sia quelle dedicate alla prevenzione che quelle di follow up, alle quali occorre sottoporsi a seguito di un’operazione. Controlli, esami, test periodici che in questi mesi sono stati spesso rinviati esponendo i pazienti che hanno avuto una diagnosi di neoplasia e hanno subito un intervento anche di recente al rischio di doversi sottoporre a trattamenti più invasivi se non addirittura al rischio di recidive.»

«Per questo chiedo all’assessore della Sanità, Mario Nieddu, di poter conoscere quali saranno le direttive e i protocolli che la Regione ha intenzione di adottare nel più breve tempo possibile per far ripartire in sicurezza tutti i servizi dedicati ai malati oncologici ed evitare il ripetersi di situazioni altamente critiche come quelle verificatesi nei giorni scorsi all’Ospedale Businco di Cagliari conclude Michele Ciusa -. La riapertura deve concentrarsi sugli aiuti ai più deboli in tutti gli ambiti, e quello sanitario in particolare, quello che riguarda i pazienti più fragili come i pazienti oncologici, non può essere lasciato indietro. Spero che la giunta e l’assessore Mario Nieddu si attivino immediatamente affinché la ripartenza si svolga nelle migliori condizioni possibili e che sia un’occasione per migliorare le condizioni in cui le prestazioni sono state erogate sinora e riprogrammare i servizi in un’ottica più efficiente e plasmata sulle nuove esigenze. Non possiamo permettere che ai ritardi si sommino altri ritardi.»

 

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Il presidente del Parlamento europeo, David Sassoli, è intervenuto oggi in apertura della sessione plenaria del Parlamento europeo.

«Ieri abbiamo celebrato la Giornata internazionale degli infermieri e l’OMS ha dichiarato il 2020 l’anno degli infermieri e degli ostetriciha detto David Sassoli -. Vorrei quindi iniziare oggi con una parola di elogio e ringraziamento alle donne e agli uomini in camice bianco che forniscono servizi sanitari essenziali con dedizione, coraggio e umanità in tempi così difficili. È nostro dovere comune consentire loro di svolgere il proprio lavoro in sicurezza ed efficienza. Abbiamo già messo a disposizione, da un Paese all’altro, ospedali, risorse umane, macchinari e materiale sanitario grazie anche al grande lavoro della protezione civile. Uno sforzo di solidarietà che rappresenta una ricchezza per i nostri paesi.»
«Oggi sentiamo la necessità di rafforzare i poteri dell’UE in ambito sanitario. Il Parlamento ha chiesto un meccanismo europeo di risposta sanitaria per preparare e rispondere in modo comune e coordinato a qualsiasi tipo di crisi sanitariaha aggiunto David Sassoli -. La pandemia di Covid-19 ha mostrato la necessità di una politica di salute pubblica più proattiva, una maggiore e migliore cooperazione per costruire sistemi di assistenza sanitaria resilienti e accessibili e soprattutto la necessità di una maggiore solidarietà in Europa.»
«Abbiamo una grande responsabilità davanti a noi e dobbiamo essere all’altezza delle aspettative dei cittadini europei e rilanciare una grande riflessione sul Futuro dell’Europa insieme a risposte immediate ai problemi che affrontiamoha concluso il presidente del Parlamento europeo -. Questa crisi ci sta insegnando che solo insieme si può ripartire.»