24 November, 2024
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«La revisione dello Statuto sardo, che è una legge costituzionale e ha bisogno di tempi non brevi. Ma in contemporanea una discussione con lo Stato partendo dalle norme di attuazione dello Statuto.»
Sono queste le due strade indicate dal professor Gian Mario Demuro, ordinario di diritto costituzionale, chiamato questa mattina in audizione dalla commissione speciale sull’insularità presieduta dall’onorevole Michele Cossa.
In video conferenza, come la gran parte dei commissari, lo studioso, già assessore regionale nella Giunta Pigliaru, ha premesso come «la situazione gravissima in atto derivante dalla pandemia» abbia evidenziato «una serie di limiti del Trattato dell’Ue, in particolare l’assenza di una politica sanitaria europea, che ha costretto i singoli Stati membri a procedere in modo disorganico e separato». Dall’analisi dell’Ue e delle sue competenze, il professor Gian Mario Demuro è passato poi a ricordare che «soltanto gli Stati membri e non le Regioni potrebbero ottenere un qualche risultato sull’insularità se agissero tutti assieme per le loro isole. Così la Francia, la Spagna e l’Italia affermando quel che in una precedente audizione il professor Frosini ha indicato come il cosiddetto “echo insular”, ossia il fattore insulare che si va affermando nella legislazione iberica». 
Per il professor Gian Mario Demuro, però, accanto alla trattativa con l’Ue che «porti a rivedere l’articolo 174 dello Statuto non nel senso della perifericità ma proprio della specialità insulare, per raggiungere l’obiettivo che il Consiglio regionale si sta proponendo resta la strada in atto ora per l’inserimento in Costituzione del principio di insularità. Ma, soprattutto, ritengo che il percorso classico della revisione dello Statuto sia quello più corretto: esattamente come nel 1948 si ritenne di dover incentrare lo Statuto sulla Rinascita economica della Sardegna ritengo che oggi lo si debba rileggere con gli occhi della modernità partendo dal fatto dell’insularità. In questo senso, c’è anche in parallelo il percorso immediato delle norme di attuazione, che sono state sfruttate proprio di recente dalla provincia autonoma di Bolzano».
Nelle prossime settimane saranno sentiti in commissione alcuni europarlamentari eletti nel collegio Isole.

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Dal 14 marzo sono 43.598 i controlli realizzati dal Corpo forestale della Regione Sardegna per vigilare sul rispetto delle regole stabilite per l’emergenza epidemiologica da Covid-2019.

Nella giornata di ieri sono stati effettuati 256 controlli: 39 nell’area di Cagliari, 3 Iglesias, 35 Oristano, 100 Sassari, 9 Tempio, 39 Nuoro, 31 Lanusei. Non è stata sanzionata alcuna persona, perciò il totale complessivo (dal 14 marzo) è di 825.

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Su 3 nuovi casi positivi al Covid-19 nelle ultime 24 ore in Sardegna, 2 sono stati riscontrati nella provincia del Sud Sardegna (totale 97), 1 nella Città Metropolitana di Cagliari (totale 245). Non sono stati riscontrati nuovi casi positivi nelle province di Sassari (totale 866), Nuoro (totale 78) ed Oristano (totale 57). E’ sceso il numero dei tamponi effettuati, 595 (ieri erano stati 716, due giorni fa 1.155, il totale ora è di 34.641), così come quello dei casi testati, 496 (ieri erano stati 583, due giorni fa 984, il totale ora è di 30.582).

I pazienti ricoverati in ospedale con sintomi sono 84 (ieri erano 83), quelli in terapia intensiva 10 (numero invariato); le persone in isolamento domiciliare sono scese a 417 (ieri erano 422), il totale degli attualmente positivi è di 511 (ieri erano 515). I dimessi/guariti sono saliti a 712 (ieri erano 705). Non si sono registrati decessi (il totale delle vittime è di 120).

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Nessun caso positivo all’interno della Comunità-alloggio “Papa Giovanni XXIII”, che opera nel comune di Ortacesus.
Ad annunciarlo è il commissario del comune della Trexenta, Francesco Cicero, che sottolinea come le autorità sanitarie competenti abbiano eseguito gli accertamenti sanitari a 52 tra ospiti, operatori sanitari, dipendenti e tutte le persone che, a vario titolo, frequentano la struttura, senza che sia stato accertato nessun caso positivo di contagio al virus Covid-19.
«L’Amministrazione comunaleafferma Francesco Cicero in questo momento difficile di diffusione della pandemia, ha rispettato e fatto rispettare in modo rigoroso tutti i protocolli sanitari delle autorità competenti, mettendo al primo posto la salute dei cittadini.»

In questa prima fase, per quanto di competenza, si è proceduto a sanificare le strade comunali, in particolare le zone più sensibili, e i locali della sede del Municipio, con la collaborazione dell’Arciconfraternita del Santissimo Rosario.

«È stata data la possibilità ai dipendenti comunaliprosegue il Commissariodi usufruire del “lavoro agile” da casa, facendo salva la presenza fisica per i servizi essenziali. L’attività amministrativa si è svolta senza interruzioni, ed è stato garantito l’accesso agli uffici previo appuntamento via email e/o telefono.»

Sono state consegnate, inoltre, 2030 mascherine alla Comunità integrata V. Porceddu, e altre 970 alla Comunità alloggio Papa Giovanni XXIII, oltre che a ulteriori 190 mascherine al personale che svolge il servizio di assistenza domiciliare, e 99 ai dipendenti comunali.
«Ad oggi, sono stati consegnati i “Buoni spesa” a 14 famiglie che ne hanno fatto richiesta e sono risultate in possesso dei requisiti previsti dalle recenti disposizioni in materia. Nei prossimi giorni verrà pubblicato un nuovo bando che consentirà di erogarne degli altri. Sarà nostra curaconclude Francesco Cicerointervenire con ulteriori iniziative, qualora necessarie, al fine di tutelare la salute dei cittadini, nel rispetto rigoroso della normativa vigente.»

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I segretari FILCTEM-CGIL Sulcis Emanuele Madeddu, FLAEI-CISL Sardegna Mario Marras e UILTEC-UIL Sardegna Pierluigi Loi, hanno chiesto un incontro urgente all’assessore regionale della Programmazione, Giuseppe Fasolino, e al presidente del Consiglio di Amministrazione Sotacarbo Alessandro Lanza, sulla situazione della Sotacarbo SpA.

«Con la nostra lettera del 6 dicembre 2019, ormai oltre 5 mesi fa, avevamo chiesto un incontro, allora urgente, per affrontare la situazione della Sotacarbo SpA, azienda partecipata dalla regione e sottoposta alla direzione del Suo Assessorato scrivono i tre segretari sindacali -. Non avendo ottenuto alcuna risposta, il 29 gennaio scorso abbiamo sollecitato detto incontro, stante l’ulteriore aggravamento della già pesante situazione economico-finanziaria aziendale. Nemmeno a seguito di contatti informali con l’Assessorato siamo riusciti ad ottenere il richiesto incontro.»
«Nel tempo la pesante condizione aziendale si è ulteriormente compromessa, anche a causa dei ritardi riscontrati nell’approvazione dei nuovi progetti di ricercaproseguono i tre segretari sindacali -. Le vicende connesse alla emergenza Covid-19 non hanno inciso se non in misura marginale sulla condizione aziendale, che già soffriva e continua a soffrire di problematiche strutturali riguardanti la capitalizzazione dell’azienda ed il sistema di remunerazione delle attività svolte.»
«Consideriamo quindi che la situazione debba essere affrontata con assoluta priorità e, pertanto, Le chiediamo un’immediata convocazione, unitamente alla stessa Azienda in modo da approfondire congiuntamente e ricercare  immediatamente soluzioni già praticabili, al fine di evitare il precipitare della situazione concludono Emanuele Madeddu, Mario Marras e Pierluigi Loi -. Purtroppo, ci troviamo costretti, anche per tutelare i lavoratori e la stessa Azienda, ad avviare, in caso di mancanza di immediato riscontro, le più opportune iniziative di lotta e sensibilizzazione della opinione pubblica.»

 

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Il comune di Carbonia ha pubblicato il bando di concorso per l’assegnazione dei contributi integrativi per il pagamento dei canoni di locazione (art. 11 comma 3 legge n. 431 del 9 dicembre 1998) relativi all’annualità 2020 con riferimento alle mensilità da gennaio ad aprile.

Destinatari dell’avviso sono i cittadini residenti nel comune di Carbonia in possesso dei requisiti prescritti nel bando, titolari di contratti di locazione ad uso residenziale di unità immobiliari di proprietà privata site nel comune di Carbonia ed occupate a titolo di abitazione principale.

Sono, altresì, destinatari dei contributi i titolari di contratti di locazione ad uso residenziale delle unità immobiliari di proprietà pubblica, destinate alla locazione permanente del programma “20.000 abitazioni in affitto” di cui al Decreto del Ministero delle Infrastrutture n. 2523 del 27.12.2001, site a Carbonia ed occupate a titolo di abitazione principale.

Il contratto di locazione deve:

  • riferirsi a un alloggio corrispondente alla residenza anagrafica del richiedente;
  • sussistere al momento della presentazione della domanda;
  • essere registrato.

Le domande di partecipazione devono essere compilate unicamente sui moduli appositamente predisposti dal comune di Carbonia.

I moduli, unitamente al bando sono reperibili presso:

  • Portineria del Palazzo Comunale sito in P.zza Roma, 1 – Carbonia (piano terra, uscieri): dal lunedì al venerdì dalle ore 8,00 alle 13,00;
  • Uffici Circoscrizionali: – dal lunedì al venerdì dalle ore 10,00 alle 13,00

Sito web del comune di Carbonia all’indirizzo:https://www.comune.carbonia.su.it/amministrazione-trasp/bandi-di-gara-e-contratti/atti-delle-amministrazioni-aggiudicatrici-e-degli-enti-aggiudicatori-distintamente-per-ogni-procedura/avvisi-e-bandi/itemlist/category/585

Le domande, debitamente sottoscritte, dovranno essere complete di tutti i dati e di tutte le autocertificazioni necessarie per i conteggi e dovranno inoltre indicare l’indirizzo e un recapito telefonico per consentire eventuali comunicazioni relative al concorso.

Occorre allegare alla domanda:

  • Certificazione ISEE rilasciata nell’anno 2020;
  • Copia delle ricevute di avvenuto pagamento del canone relativo ai mesi gennaio/aprile 2020.

Le domande di partecipazione devono pervenire tassativamente, a pena di esclusione, entro il giorno 10 giugno 2020

Le domande possono essere presentate:

  • a mano all’Ufficio Protocollo Generale del Comune di Carbonia – Piazza Roma 1, piano terra, dal lunedì al venerdì – dalle h 10,00 alle h 12,00 solo per appuntamento da fissare telefonando al seguente n. 0781 694295;
  • trasmesse al seguente indirizzo Pec (Posta Elettronica Certificata) del comune di Carbonia: comcarbonia@pec.comcarbonia.org ;
  • trasmesse al seguente indirizzo di posta elettronica: comcarbonia@comune.carbonia.ca.it ;
  • Spedite mediante raccomandata A/R (in tal caso farà fede il timbro dell’ufficio postale di spedizione) al seguente indirizzo:
    Comune di Carbonia
    Ufficio Politiche per la Casa
    Piazza Roma, 1
    09013 – Carbonia

In caso di spedizione per posta sul retro della busta contenente l’istanza di partecipazione, dovrà essere riportata la seguente dicitura “Domanda di partecipazione Bando Affitti annualità 2020 – mensilità gennaio – aprile”.

 

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L’11 maggio 1920 l’eccidio dei minatori. Un sacrificio che non si deve mai dimenticare perché ha portato alla conquista dei diritti dei lavoratori. Da quella tragica data sono passati cento anni, e molte cose sono cambiate. Le condizioni di lavoro, le relazioni sindacali, i tipi di impiego e, talvolta, anche le tutele. In questi anni le centinaia di studenti di Iglesias hanno ricostruito con passione e dedizione quegli avvenimenti, la sofferenza, la disperazione e la rabbia. E’stata una rivolta per un diritto: dignità, condizioni di lavoro e di vita migliori. Un mondo che non c’è più ma che non deve essere dimenticato.
Quest’anno la rappresentazione in piazza non ci sarà, ma la commemorazione, seppure in modi differenti, sarà comunque garantita. La pandemia ha modificato il nostro modo di vivere e le nostre abitudini, ma non ci ha fatto dimenticare il sacrificio dei minatori di cento anni fa. Oggi, più che mai, diventa importante ricordare il gesto di quegli uomini e di quel sacrificio che ha aperto la strada al riconoscimento di tutele per le quali ancora si combatte. Ci sono moltissime categorie di lavoratori che, ancora oggi, devono fare i conti con condizioni non certo ottimali. Pensiamo ai lavoratori delle campagne, in questi giorni si parla nuovamente di caporalato e di riconoscimento dei diritti, ma pensiamo anche ai numerosi precari che operano nei settori più differenti. Figure specializzate e con professionalità consolidate che lavorano con contratti a tempo, o a prestazione occasionale. Rispetto a cento anni fa lo scenario è mutato ma non troppo, perché la platea di chi opera in una condizione di precarietà cronica è abbastanza ampia. Per stare al settore minerario, in un’epoca di globalizzazione, ora più che mai da ripensare,  pensiamo ai minatori che estraggono il coltan in Congo e che a decine muoiono, molti dei quali poco più che bambini.
Per questo motivo riteniamo che l’11 maggio, il sacrificio di quei minatori in piazza per il pane non possa e non debba essere dimenticato. Loro, quei minatori e quella generazione di lavoratori che con il proprio sacrificio hanno dato la possibilità ai figli e nipoti di studiare e crescere, non possono essere dimenticati. E noi quell’insegnamento dobbiamo sempre tenerlo presente. In questo momento di emergenza sanitaria ed economia provocata dal Coronavirus, più che mai.

Emanuele Madeddu

Segretario Generale FILCTEM CGIL Sardegna Sud Occidentale

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Dal 14 marzo sono 43.342 i controlli realizzati dal Corpo forestale della Regione Sardegna per vigilare sul rispetto delle regole stabilite per l’emergenza epidemiologica da Covid-2019.

Nella giornata di ieri sono stati effettuati 480 controlli: 79 nell’area di Cagliari, 4 Iglesias, 25 Oristano, 163 Sassari, 56 Tempio, 102 Nuoro, 51 Lanusei. E’ stata sanzionata 1 persona a Nuoro, per un totale (dal 14 marzo) di 825.

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«Il Governo ha riconosciuto l’autonomia delle Regioni nella gestione della Fase 2 dell’emergenza. Una fase particolarmente complessa sulla quale eserciteremo le nostre scelte di allentare – in sicurezza – le restrizioni in atto e tenendo conto, in particolare, della specificità della nostra Isola anche in relazione alla ridotta circolazione del virus.»

Lo ha detto il presidente della Regione Christian Solinas, al termine della riunione di stasera in videoconferenza col Premier Giuseppe Conte alla quale hanno partecipato i Governatori.

«Dal 18 maggio si potranno quindi aprire sotto la nostra responsabilità gli esercizi al dettaglio in base alle esigenze del territorio e della popolazionesottolinea il presidente della Regione -. Il Governo avanzerà – come nel caso delle aperture di bar e ristoranti – delle proposte che verranno integrate da quelle delle Regioni avendo riguardo delle specifiche caratteristiche del territorioprosegue Christian Solinas –. Nel corso della riunione abbiamo manifestato l’esigenza di un accordo tra lo Stato e le Regioni a Statuto speciale per trovare una soluzione alla riduzione del gettito fiscale – stimata in circa 700 milioni di euro – determinata dall’emergenza.»
«La Regione attualmente copre per conto dello Stato spese per alcuni servizi essenziali, tra i quali quelli legati alla sanità e al trasporto pubblico locale che difficilmente potranno essere coperti a causa del minor gettito dovuto al lockdown», conclude il presidente Christian Solinas.

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A distanza di oltre due mesi dall’inizio dell’emergenza, c’è ancora poca chiarezza sul corretto utilizzo delle mascherine di protezione individuale dal Coronavirus.

Il 21 marzo scorso abbiamo pubblicato un vademecum sull’utilizzo delle mascherine predisposto da un’Agenzia formativa accreditata della Regione Piemonte, contenente utili informazioni sull’utilizzo delle mascherine, a beneficio di tutto il personale, anche al di fuori dell’attività lavorativa.

Sul corretto utilizzo delle mascherine si è continuato a discutere, perché anche da parte degli addetti ai lavori, sono arrivate spesso informazioni contrastanti.

Oggi, per cercare di fare finalmente definitivamente chiarezza e sciogliere anche gli ultimi dubbi, la Regione Sardegna ha pubblicato le linee guida per il corretto utilizzo delle mascherine di protezione Covid-19.

Il testo integrale.

Da quando è scoppiata la pandemia da Covid-19, le “mascherine” sono diventate un oggetto di interesse di massa, ma la gamma delle “mascherine” disponibili è molto variegata e occorre conoscerla un po’ più a fondo per potersi orientare nell’acquisto.

La distinzione più importante va fatta tra mascherine chirurgiche, che sono dispositivi medici (DM), dispositivi di protezione individuale (DPI) e mascherine filtranti.

I DM sono destinati ad uso medico e in quanto tali devono rispondere a precisi requisiti: efficienza di filtrazione batterica, respirabilità, resistenza agli spruzzi, pulizia microbica e biocompatibilità. Secondo la norma, esistono 3 tipi di mascherine chirurgiche, ma le loro differenze sono trascurabili per ciò che riguarda la filtrazione. Queste mascherine sono utili per proteggere i pazienti da eventuali contagi ad opera del personale sanitario e per proteggere chi le indossa (medici e infermieri) da spruzzi di liquidi potenzialmente contaminanti. In sostanza, se indossiamo una mascherina come questa, proteggiamo coloro che ci circondano più di noi stessi. Questo perché le mascherine non sono perfettamente aderenti al volto e quindi sono meno protettive dei DPI. I DM sono dispositivi usa e getta dalla durata limitata che dovrebbero essere cambiati quando iniziano a diventare umidi. Le mascherine chirurgiche devono essere validate dall’Istituto Superiore di Sanità prima di essere messe in commercio.

I DPI, sono semimaschere filtranti antipolvere utilizzate come dispositivi di protezione delle vie respiratorie, e rispondono quindi a requisiti differenti rispetto ai DM, come ad esempio: penetrazione della polvere nel materiale filtrante, compatibilità con la pelle, infiammabilità, resistenza respiratoria ecc. I DPI si dividono in 3 categorie chiamate FFP1, FFP2 e FFP3 a seconda del loro potere filtrante rispetto a 2 aerosol standard: l’uno a base di acqua e sale, l’altro a base di paraffina.

Le FFP1 sono in grado di filtrare fino all’80% degli aerosol, le FFP2 il 94% e le FFP3 il 99%. All’interno dei DPI si trovano le mascherine “monouso” (marcate con NR) oppure quelle “riutilizzabili” (marchiate con R). In quest’ultimo caso è anche indicata con la lettera D la resistenza all’intasamento. Anche se riutilizzabili, questi DPI sono strettamente personali e occorre marcarli adeguatamente, contrassegnando anche i contenitori dove vengono conservati, per evitare di scambiarli con altre persone.

Un maggiore grado di filtrazione tende a causare una maggior difficoltà nel respirare, questo è il motivo per cui le persone che soffrono di malattie croniche respiratorie, cardiache o altre condizioni mediche che rendono difficoltoso il respiro, dovrebbero utilizzare i DPI con molta cautela. A causa della difficoltà respiratoria indotta, questo tipo di mascherine può disporre di una valvola di espirazione. I DPI con valvola quindi proteggono solo chi li indossa e non le persone circostanti, che potrebbero essere contagiate qualora chi porta la mascherine starnutisca o tossisca per questa ragione i DPI con valvola non devono mai essere utilizzati dalla popolazione. Al contrario, i DPI senza valvola, in particolare FFP2 e FFP3, proteggono sia chi li indossa, sia le persone circostanti. Per essere efficaci, i DPI devono essere verificati ad ogni utilizzo con una prova di tenuta che consiste nel coprire la maschera con le mani pulite o con dei guanti nuovi ed eseguire una inspirazione profonda, la maschera deve tendere a collassare sul viso senza perdite d’aria dai bordi.

La normativa che distingue FFP1, FFP 2 e FFP3 è usata solo in Europa. In questo periodo, in cui le mascherine vengono importate da ogni parte del mondo, potrà capitare di imbattersi in mascherine con certificazioni provenienti da altre normative. Non esiste una sovrapposizione perfetta, tuttavia le mascherine FFP2 possono essere considerate equivalenti a N95 (norma statunitense), KN95 (norma cinese); P2 (norma australiana e neozelandese); Korea 1st class (norma coreana) oppure DS (norma giapponese).

3) Le mascherine filtranti

Tutte le maschere facciali , incluse quelle artigianali o autocostruite, che non sono né DM, né DPI, vengono considerate mascherine filtranti. Questi dispositivi sono pensati per il solo scopo precauzionale e possono essere concepite sia come dispositivo monouso, sia per essere utilizzate più volte. In questo periodo, potrebbe capitare di trovare in commercio maschere filtranti senza marcatura “CE”. Durante la pandemia è stato infatti permesso ai produttori di mascherine filtranti di mettere in commercio dispositivi senza marcatura, a patto che questi non arrechino danni o determino rischi aggiuntivi per gli utilizzatori.

Le mascherine filtranti possono anche essere prodotte con tecniche materiali fai-da-te a patto di usare materiali puliti e ricordando sempre di lavarsi le mani prima di prepararle.

Un metodo per costruire mascherine usando la carta assorbente da cucina è stato recentemente messo a punto da una task force di università e ospedali della regione cinese di Hong Kong, sulla base di una validazione tecnico scientifica.

Il video è reperibile su youtube a questo indirizzo:

https://www.youtube.com/watch?time_continue=2&v=JY-29VBkGmw&feature=emb_logo

Un secondo esempio molto pratico ed efficiente per ottenere mascherine a partire da magliette o bandane in cotone è stato recentemente suggerito dal Dr. Jerome Adam capo esecutivo dello “United States Public Health Service Commissioned Corps”.

Il video è reperibile su youtube a questo indirizzo:

https://www.youtube.com/watch?v=PI1GxNjAjlw

ATTENZIONE: Queste linee guida si aggiungono e non sostituiscono le regole di distanziamento sociale che sono il metodo più valido per garantire una protezione dal contagio.

1) Fermo restando le norme di distanziamento sociale e il divieto di assembramento, ogni qualvolta ci si rechi in luoghi pubblici è consigliato l’utilizzo di mascherine filtranti che coprano naso e bocca. Nella scelta delle mascherine, se possibile, è meglio preferire quelle rigide che non collassano sulla bocca (a coppa o a becco), tuttavia, è stato dimostrato che anche una mascherina di emergenza realizzata in cotone può avere un potere filtrante di circa il 70%, rispetto ad una mascherina chirurgica che filtra il 96% di ciò che è nebulizzato nell’aria. Questa capacità di filtro riduce la possibilità di emettere nell’aria piccole goccioline di saliva o muco parlando, tossendo oppure starnutendo e quindi riduce anche la possibilità di infettarsi.

2) È molto importante indossare correttamente le mascherine. È stato dimostrato che l’efficacia delle mascherine (chirurgiche) dipende moltissimo da come vengono indossate. Le mascherine filtranti solitamente non garantiscono la tenuta dei DPI e di conseguenza è molto importante indossarle correttamente, in modo che coprano il più possibile naso e bocca.

Un consiglio utile per bloccare la mascherina sul volto ed evitare di doverla sistemare durante il giorno è quello di fissarla al naso con un pezzo di nastro adesivo di carta o di cerotto ipoallergenico come mostrato nel disegno.

3) È importante togliere correttamente le mascherina dal viso. Questa procedura deve essere fatta a partire dai laccioli o dagli gli elastici che la fissano alla nuca ed evitando il più possibile di toccare la parte che è stata posta davanti al naso e alla bocca. È consigliato lavarsi le mani prima e dopo essersi tolti la mascherina per evitare di contaminare il volto con le mani durante la procedura e per non rischiare di avere le mani contaminate dopo aver liberato il volto.

4) Occorre trattare le mascherine usate come se fossero contaminate. Evitare di mettere/togliere la mascherina molte volte durante la giornata e non portare la mascherina al collo o sulla fronte. Una volta usate, le mascherine dovrebbero essere gettate in sacchetti chiusi o conservate in buste pulite di materiale traspirante, ad esempio la carta, fino alla loro disinfezione.

Il Covid-19 è un virus che si elimina facilmente da materiali e superfici. È quindi buona norma sanificare le mascherine filtranti in stoffa o tessuto (che non è né DPI, né DM) immergendole in alcol etilico ( 0.4 litri di alcol denaturato al 90% e acqua del rubinetto fino ad un totale di mezzo litro) o varechina (circa un cucchiaio da minestra di candeggina al 5%, circa 10 mL, e acqua di rubinetto fino ad arrivare a mezzo litro) per 5-10 minuti prima di lavarle in lavatrice. Se le mascherine filtranti dispongono di foglietti illustrativi indicanti i metodi di lavaggio: attenersi alle modalità indicate.

Non tentare di sanificare i DM o i DPI: una pulizia sbagliata può comprometterne infatti le capacità filtranti. Per impieghi in ambito lavorativo riferirsi pertanto ai competenti organi di prevenzione, e comunque seguire scrupolosamente le indicazioni fornite dai produttori.

5) Alcuni studi scientifici hanno mostrato come il virus si possa trasmettere per via oculare attraverso piccole goccioline, chiamate droplet, che escono dalla bocca o dal naso della persona infetta. Se si lavora in ambienti a forte contatto con il pubblico è consigliato utilizzare occhiali protettivi, oppure da vista o anche da sole. Schermi protettivi in plexiglass installati su sportelli o banconi per la rivendita sono da considerare ottimi sistemi di protezione sia per i clienti, che per i lavoratori. Anche gli occhiali (sia la montatura, che le lenti) possono facilmente essere lavati con acqua e sapone neutro per mantenerli puliti e sanificati con una salvietta imbevuta di alcool etilico.

6) Attenzione al cattivo uso dei guanti! Recentemente molti supermercati obbligano i clienti a utilizzare guanti usa e getta per poter fare la spesa, senza il rischio di contaminare i prodotti esposti. Questa procedura può conferire una erronea percezione di sicurezza e può tradursi in una contaminazione involontaria del viso. È molto importante ricordare che le mani, con o senza guanti, possono essere un vettore del virus. I guanti, così come le mani nude, vanno lavati con acqua e sapone oppure igienizzati con gel idroalcolico prima di toccare il viso.

Anche se si utilizzano dei guanti puliti, è sempre consigliato sovrapporre i guanti monouso, di solito messi a disposizione nei supermercati durante l’acquisto e la manipolazione di prodotti freschi, ortofrutticoli e da forno.

7) Usare auricolari per il cellulare. Moltissime volte al giorno le nostre mani toccano lo schermo del cellulare che, se usato senza auricolari, viene portato all’orecchio e può diventare quindi veicolo di infezione. L’impiego di auricolari, evita che telefoni e smartphone vengano appoggiati al volto.

Documento a cura del Comitato tecnico scientifico per l’emergenza Covid-19 della Regione Sardegna:

– Prof. Piero Cappuccinelli

– Prof. Francesco Cucca

– Prof. Stefano Vella

in collaborazione con:

– Prof. Luca Malfatti

– Prof. Giacomo Cao

e il Dipartimento di Ingegneria meccanica chimica dei materiali dell’Università di Cagliari