18 July, 2024
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«Anche a Cortoghiana aderiamo convintamente all’associazione “Carbonia Avanti” e condividiamo la preoccupazione per lo stato di abbandono della nostra frazione.»

Ad annunciarlo è Marco Loi, ex consigliere comunale per due consiliature.

«Ormai da anni segnaliamo una serie di criticità presenti a Cortoghiana, per cui chiediamo incessantemente un intervento da parte dell’Amministrazione comunale di Carbonia. Purtroppo, alle parole non sono seguiti gli interventi sperati, nonostante la nutrita presenza di consiglieri comunali di Cortoghiana nelle file della maggioranza – aggiunge Marco Loi -. Nonostante questo, le risorse messe a disposizione della frazione di Cortoghiana sono state praticamente inesistenti ed il risultato è sotto gli occhi di tutta la popolazione.»

«Tanti sono gli interventi che sarebbero importanti per il decoro urbano della nostra frazione, non ultimi quelli utili per ripristinare al meglio lo stato del nostro cimiteroconclude Marco Loi -. Tutti impegni che, fino a questo momento, sono stati disattesi e per i quali i cittadini di Cortoghiana chiedono un intervento urgente e risolutivo da parte della Giunta guidata dalla sindaca Paola Massidda.»

 

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Da oggi i cittadini hanno un nuovo modo per comunicare con il Policlinico Duilio Casula ed il San Giovanni di Dio: l’Azienda ospedaliero universitaria (Aou) di Cagliari ha attivato il servizio di Whatsapp. Per farlo è sufficiente inviare un messaggio al numero 338 719 4434 oppure cliccare qui https://wa.me/393387194434?text=Salve!%20Ho%20bisogno%20di%20un%E2%80%99informazione e si potrà immediatamente iniziare a chattare con i due ospedali dell’Aou.

Whatsapp è solo l’ultimo arrivato della grande famiglia dell’Azienda ospedaliero universitaria di Cagliari, che si conferma tra le aziende sanitarie più social d’Italia con la pagina Facebook con oltre 18.300 fan, Instagram con quasi 5.600 followers, TwitterYoutube con AouCagliari TV  e Telegram.

Un’attività di comunicazione molto intensa, quella dell’Azienda ospedaliero universitaria di Cagliari, al servizio dei cittadini. Sin dall’inizio dell’emergenza Coronavirus l’Aou si è distinta nella comunicazione istituzionale, realizzando un sito apposito con tutte le news e i dati dalla Sardegna, dall’Italia e dal mondo sul Covid-19 e ovviamente con una grande attività social.

«Il rapporto con i pazienti – spiega il direttore generale dell’Aou di Cagliari, Giorgio Sorrentino per noi è molto importante. Dare informazioni precise e velocemente facilita la comunicazione, creando un rapporto vero tra istituzioni, ospedali, aziende sanitarie e cittadini. La comunicazione è importantissima sempre ma è decisiva in un periodo di emergenza come questo: dare informazioni in tempo reale ai cittadini crea rapporto e fiducia tra pazienti, ospedali e istituzioni. Non solo: la nostra comunicazione non è solo informazione ma dialogo continuo con i cittadini che ci possono fare proposte, segnalare esigenze. Un rapporto vero, insomma. E in questo, oggi più che mai, la tecnologia ci dà una grande mano.»

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Anche Bacu Abis chiede la Casa dell’acqua. Il presidente del Comitato di quartiere, Gianfranco Fantinel, ha rivolto un appello al sindaco Paola Massidda, al vicesindaco Gian Luca Lai e all’amministratore unico della Somica Giuseppe Baghino, nella quale rimarca che non avendo l’Amministrazione comunale destinato una casa dell’acqua per Bacu Abis, ha creato un forte malumore nella comunità, che chiede di avere «un servizio importante che noi condividiamo e sosteniamo».

Le prime due case dell’acqua sono state inaugurate il 27 aprile scorso al mercato civico di Carbonia e in via Bresciano a Cortoghiana.

«A tal proposito aggiunge Gianfranco Fantinelchiediamo una risposta immediata e concreta. In caso contrario vi sottoponiamo la seguente proposta: un’azienda di Carbonia intende destinare gratuitamente una casa dell’acqua a Bacu Abis. Intanto, ringraziamo per la disponibilità.
È necessario un ragionamento per creare le condizioni logistiche, organizzative e gestionali per la realizzazione di un così importante servizio di cui voi sicuramente ne coglierete tutta la valenza.»
«Vi chiediamo gentilmenteconclude Gianfranco Fantinel – di valutare tempi e modi per creare tutte le condizioni per dare una risposta concreta alla comunità di Bacu Abis, aprendo subito un confronto. In attesa di un vostro riscontro.»

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A 100 anni dall’Eccidio dei minatori, uccisi l’11 maggio del 1920 nel corso delle manifestazioni per chiedere condizioni di vita e di lavoro migliori, la città di Iglesias ricorda le 7 vittime, gli iglesienti Raffaele Serrau di 23 anni, Pietro Castangia di 18, Emmanuele Cocco di 37 anni ed Attilio Orrù di 40, Efisio Madeddu di Villaputzu, di 40 anni, Salvatore Melas di Bonacardo, di 50 e Vittorio Collu di Sarroch di 18 anni, uccisi dalla forza pubblica mentre si dirigevano in corteo verso il Municipio, cercando di parlare con il Sindaco Angelo Corsi, che si era proposto come interlocutore per le rivendicazioni dei lavoratori in sciopero.

Nel corso della mattina, il sindaco Mauro Usai ed il presidente del Consiglio comunale Daniele Reginali, accompagnati dai primi cittadini di Gonnesa Hansel Cristian Cabiddu, Fluminimaggiore Marco Corrias e Buggerru Laura Cappelli, e dai rappresentanti delle sigle sindacali, hanno deposto una corona d’alloro in ricordo della vittime sulla lapide posta sul luogo dell’Eccidio, in via Satta, e sul monumento ai minatori caduti nel cimitero civico.

Una commemorazione che quest’anno, a causa dell’emergenza sanitaria in corso, ha dovuto rispettare un rigido protocollo, che ha reso necessario rinviare la tradizionale rappresentazione dell’Eccidio affidata agli studenti dell’Istituto Comprensivo Eleonora d’Arborea, che ogni anno, sotto la guida dei docenti, mettevano in scena i fatti di quel giorno negli stessi luoghi, avvenimenti ricostruiti grazie ad un importante lavoro di ricerca e di analisi storica.
A causa delle norme di prevenzione Covid-19, quest’anno la commemorazione è avvenuta senza l’abituale corteo che accompagnava i rappresentanti delle Istituzioni fino al cimitero civico.

Il sindaco di Iglesias, Mauro Usai, ha ricordato l’importanza delle lotte che hanno portato i minatori di Iglesias a fare la storia del movimento operaio nazionale, «una parentesi tragica che ha però portato ad acquisire diritti imprescindibili per tutti i lavoratori, anche se ancora oggi, in alcune parti del mondo questi diritti vengono tuttora calpestati».
Come nel caso dei piccoli minatori del Congo, dove le milizie locali controllano le miniere da cui si estrae il Coltan, minerale utilizzato per la costruzione dei componenti per gli smartphone e costringono alla schiavitù tantissimi bambini, obbligati a lavorare in condizioni disumane ed oggetto di violenze quotidiane.
Un paradosso ricordato dai partecipanti, concordi nel sottolineare come ancora oggi tanti lavoratori siano costretti a lottare per chiedere diritti e dignità sul luogo di lavoro.

L’auspicio del sindaco di Iglesias è stato quello di poter al più presto rendere il dovuto omaggio ai minatori caduti cento anni fa, perché come ha sottolineato, «l’impegno per un futuro più equo nasce dalla memoria, dal tenere vivo il ricordo del sacrificio di tanti lavoratori, come quelli che hanno perso la vita l’11 maggio del 1920, perché solamente riappropriandoci della nostra storia possiamo creare i presupposti per un futuro migliore».

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Ripartiti i fondi per le Università con una dotazione complessiva di 26 milioni e 350mila euro per l’esercizio finanziario 2020. «Si tratta sottolinea il presidente della Regione, Christian Solinas -, degli interventi previsti dal Fondo Globale di sostegno al sistema universitario, per i livelli di didattica e di alta formazione offerti alla popolazione studentesca. Contributi a favore delle Università di Cagliari e di Sassari per gli oneri sostenuti per il personale universitario impiegato nelle attività didattiche. Un impegno importante da parte della Giunta regionale ha aggiunto il presidente della Regioneal fine di garantire e assicurare l’avvio dei corsi di formazione e qualificazione professionale di figure di educatore professionale socio-pedagogico e per il conseguimento delle specializzazioni per le attività di sostegno, in particolare quelle relative al personale universitario impiegato nelle attività didattiche.»

Il 65% dello stanziamento, pari a 17 milioni e 127 mila euro, a favore dell’Università degli Studi di Cagliari e il 35%, pari a 9 milioni e 222 euro, a favore dell’Università degli Studi di Sassari. L’assessore Andrea Biancareddu ha inoltre confermato che il MIUR ha mantenuto lo stesso contingente di posti, autorizzati per ciascun Ateneo con decreto ministeriale per l’anno accademico 2019/2020 lo stesso contingente: 240 posti all’Università degli Studi di Cagliari e 150 posti all’Università degli Studi di Sassari.

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Sono 3 i nuovi casi positivi al Covid-19 riscontrati nelle ultime 24 ore in Sardegna, su 595 tamponi eseguiti. Salgono così a 1.343 i casi di positività dall’inizio dell’emergenza. È quanto rilevato dall’Unità di crisi regionale nell’ultimo aggiornamento. In totale nell’Isola sono stati eseguiti 34.641 tamponi. I pazienti ricoverati in ospedale sono in tutto 94, di cui 10 in terapia intensiva, mentre 417 sono le persone in isolamento domiciliare. Gli attualmente positivi sono 511. I dimessi/guariti sono 712. Rispetto all’ultimo non si registrano decessi (120 il totale).
Sul territorio, dei 1.343 casi positivi complessivamente accertati, 245 sono stati registrati nella Città Metropolitana di Cagliari (+1 rispetto all’ultimo aggiornamento), 97 (+2) nel Sud Sardegna, 57 a Oristano, 78 a Nuoro, 866 a Sassari.

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«Per non far saltare il sistema sociale sardo, se fosse possibile scegliere tutte le opzioni, occorre fare in fretta e bene, ma se si deve scegliere solo una opzione, direi che ora occorre privilegiare la velocità. Servono risorse a fondo perduto per affrontare l’emergenza nell’immediato ma serve anche pianificare un rafforzamento delle politiche attive sul lavoro, un programma di formazione sui nuovi lavori e un intervento di affiancamento e supporto al contrasto delle nuove povertà, con il pieno coinvolgimento del terzo settore.»

Così sintetizza la ricetta delle ACLI, il presidente regionale Franco Marras, commentando i dati diffusi da questa mattina dallo IARES (aclisardegna.it) sui potenziali effetti sulla povertà in Sardegna.

«Non partiamo da dati da noi rilevati per valutare i gravissimi effetti della situazione ma da quelli autorevoli del CERVED, dello SVIMEZ e dell’ASPAL. Già solo nel mese di marzo ASPAL contava 24.000 posti di lavoro in meno rispetto all’anno precedente e di questi meno di 5.000 appartengono al settore turistico. Secondo lo Svimez sono 200.000 i lavoratori che hanno subito il lockdown in Sardegna, di cui un terzo lavoratori autonomi, artigiani, commercianti e professionisti e due terzi lavoratori dipendenti. A questi vanno aggiunti 50.000 lavoratori non tutelati, in prevalenza stagionali, per un totale di 250.000 persone che hanno sospeso il lavoro o non lo hanno avviato tra aprile e maggio», ha proseguito il presidente Franco Marras.

«La domanda che ci siamo fatti è quanti di questi rischiano di non riprendere il lavoro e perciò di ingrossare le file dei poveri, assoluti o relativi. Secondo due scenari elaborati dal CERVED la Sardegna perderà circa il 9% della produzione nella migliore delle ipotesi ed il 22,5% nella peggiore. Se si proietta questo scenario sull’occupazione ipotizzando tra il 10% e il 20% di persone che perdono il lavoro o non vengono assunte il dato che emerge è imponente. Se perdessero il lavoro il 10% di questi andremo a circa 25.000 disoccupati ma i dati ASPAL dicono che ci siamo già; se andiamo al 20% come percentuale di perdita del lavoro, tra lavoratori autonomi, lavoratori non tutelati e lavoratori dipendenti di aziende private che non sono ripartite andremo a 50.000 disoccupati e, con le loro famiglie a oltre 120.000 persone che entrerebbero nella fascia della povertà, ingrossando le fila dei 167.000 poveri assoluti già presenti in Sardegna.»

Per le ACLI, come si legge nella sintesi del rapporto IARES, si tratta di fare presto per salvare i tessuti sociali ed economici, servono «risorse a fondo perduto che devono essere messe a disposizione attraverso meccanismi fiduciari, sul modello del prestito d’onore, o dei mini prestiti resi disponibili dal “CuraItalia” potenziandoli, in cui sia la stessa comunità locale a sviluppare il controllo sociale, o comunque la comunità regionale. Tempi lunghi e burocrazia rendono inutili gli interventi perché erogati in ritardo e inefficaci».

Vanno messe al centro le comunità locali per un controllo sociale e non la Regione per un controllo burocratico che costerebbe più del valore delle erogazioni.

Si perderanno molti posti di lavoro ma ne nasceranno altri per i lavoratori che hanno competenze e capacità lavorative ma devono adeguarle ai nuovi lavori e servizi, per questo occorre «pianificare un rafforzamento delle politiche attive del lavoro e un programma di formazione per i nuovi lavori»

Infine, per contrastare la povertà, come ci hanno insegnato REIS, REI e Reddito di cittadinanza, non basta l’aiuto economico, serve non lasciare sole le persone, creare una rete di salvataggio e tutela dalle difficoltà accentuate dalla paura della crisi, occorre mettere al centro l’apporto che il terzo settore può dare nel territorio.

Come si legge nel rapporto «occorre prendere lezione dal passato e non lasciare incancrenire la crisi, serve il sostegno a chi è più fragile e non sarà sufficiente quello economico se non saranno le comunità locali e territoriali, le reti sociali a farlo. In un quadro disgregato come quello con il quale siamo arrivati occorrerà il forte coinvolgimento delle reti associative, di tutto il terzo settore, che in queste crisi viene liquidato dopo la fase in cui serve per fare volontariato, guidare ambulanze, portare i farmaci e la spesa o fornire mascherine. Se le comunità si disgregano non sono le istituzioni da sole, o le limitate risorse economiche a consentirlo, ma la capacità di costruire progetti che assistano le persone e le loro famiglie a ai quali partecipino tutti gli attori del territorio, istituzioni, famiglie, imprese e terzo settore».

Tavola IX: Stima soggetti e famiglie a rischio povertà dopo COVID 19 (stima IARES)

 

Sardegna

 

Totale

% lavoratori a rischio disoccupazione Stima lavoratori a rischio Totale soggetti nelle famiglie
C Lavoratori non tutelati 50.000 10 5.000 11.150
D Lavoratori autonomi in lockdown 70.525 10 7.053 15.727
E Lavoratori dipendenti in lockdown 123.191 10 12.319 27.472
Totale (C+D+E) 243.716 24.372 54.349
C Lavoratori non tutelati 50.000 20 10.000 22.300
D Lavoratori autonomi in lockdown 70.525 20 14.105 31.454
E Lavoratori dipendenti in lockdown 123.191 20 24.638 54.943
Totale (C+D+E) 243.716 48.743 108.697

Le povertà sono tante e differenti, perché come si vede da chi cade in povertà, tra un lavoratore che fa impresa, un lavoratore dipendente, uno scolarizzato e uno meno, un lavoratore tutelato e uno non tutelato sono diverse le risorse da cui ripartire.

Un appello finale dal terzo settore alle istituzioni, dunque, da parte di Franco Marras: «Non chiamateci solo alla fine, quando il danno è stato fatto, costruiamo insieme la rete di protezione per questi 120.000 nuovi poveri».

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I carabinieri della Compagnia di Carbonia hanno arrestato un 59enne di Cortoghiana, in esecuzione dell’ordinanza di custodia cautelare disposta dal GIP del Tribunale di Cagliari, all’esito di un’indagine che ha consentito di mettere in luce l’esistenza nella piccola comunità urbana, di un’abituale attività di favoreggiamento della prostituzione di donne sudamericane.

L’indagine ha avuto origine grazie all’attenta osservazione dei militari della stazione di Cortoghiana, durante i quotidiani servizi di controllo del territorio: i militari già dalla scorsa estate avevano notato un sospetto andirivieni, sia di giorno che di notte, di uomini di diverse età, diretti in un’abitazione di Cortoghiana.

Il monitoraggio di siti on line ha consentito poi di trovare annunci e pubblicità di “incontri a luci rosse nelle vicinanze di Carbonia e Iglesias”. Da lì sono partiti controlli mirati e pedinamenti supportati poi da attività tecniche di indagine, che hanno consentito di appurare che G.G. da vari mesi era solito ospitare presso il suo appartamento di Cortoghiana, diverse donne straniere per prostituirsi. Queste, giunte tutte dall’estero, da Cagliari raggiungevano Carbonia con il treno, dove avrebbero esercitato il meretricio. Le indagini hanno permesso di documentare, infatti, che G.G. andava sistematicamente a prenderle con la propria autovettura alla stazione ferroviaria di Carbonia, talvolta direttamente all’aeroporto di Cagliari, procurandole poi, in affitto, le stanze del suo appartamento di Cortoghiana. Generalmente poi, durante il tragitto, dava loro consigli ed indicazioni di cosa pubblicizzare negli annunci on line per procacciarsi meglio i clienti; altre volte, era lui stesso a far incontrare i clienti con la prostituta che in quel periodo ospitava.

Stamane, 11 maggio 2020, al termine delle operazioni di rito, G.G. è stato sottoposto agli arresti domiciliari, e l’abitazione da lui destinata all’esercizio dell’attività di meretricio, è stata posta sotto sequestro.

     

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La commissione Sanità, presieduta da Domenico Gallus (Udc-Cambiamo), riprenderà i suoi lavori giovedì 14 maggio alle 10.00 con le audizioni dell’assessore della Sanità Mario Nieddu, del commissario straordinario Ats Giorgio Steri, del direttore generale dell’Areus Giorgio Lenzotti, dei rappresentanti dei Centri riabilitativi e del Coordinamento dei centri antiviolenza.
All’ordine del giorno il disegno di legge 127 che, in materia sanitaria, modifica la legge regionale n. 10 del 2020 (Legge di stabilità) e le linee guida sull’accoglienza ed il sostegno alle donne vittime di violenza.
La seduta proseguirà nel pomeriggio alle 15.30 con l’esame del disegno di legge 112 (riforma del sistema sanitario regionale e riorganizzazione sistematica delle norme in materia) e della proposta di legge 121 (disposizioni di adeguamento dell’assetto istituzionale e organizzativo del servizio sanitario regionale).

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Domani, martedi 12 maggio, alle ore 10.00, si terrà la conferenza stampa di presentazione del nuovo ciclo di incontri della scuola di formazione politica promossa dai Riformatori sardi.
Dopo il successo del primo ciclo, che ha visto una partecipazione che è andata ben al di là delle aspettative degli organizzatori, parte la “fase 2”, alla quale parteciperanno ospiti politici di rilievo nazionale, quali Graziano del Rio (Pd), Annamaria Bernini (Fi), Francesco Lollobrigida (FdI) e imprenditori di successo, come Oscar Farinetti (Eataly), Francesca Argiolas (Cantine Argiolas), Lorenzo Giannuzzi (Forte Village), e tecnici di alto livello quali Stefano Quintarelli, Giuliano Cazzola e Massimo  Simbula.
Per partecipare alla conferenza stampa, che si terrà come di consueto sulla piattaforma Meet, sarà sufficiente cliccare sul seguente link https://meet.google.com/whq-yynk-mzz  ed attendere l’autorizzazione.