23 November, 2024
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Dopo 4 giorni con un solo caso di positività al giorno, oggi in Sardegna sono stati riscontrati 5 casi, tutti nella provincia di Sassari che resta la più colpita dal virus in Sardegna, con 854 dei 1.324 casi complessivi (il 64,51%). Numeri fermi nelle altre province di Nuoro (78), Oristano (55) e Sud Sardegna (94) e nella Città Metropolitana di Cagliari (243).

Oggi è stato eseguito lo stesso numero di tamponi di ieri, 1.098 (ieri 1.099), 942 i casi testati (ieri 967). Sono in diminuzione sia il numero dei pazienti ricoverati con sintomi, 90 (ieri erano 91), sia quello dei pazienti in terapia intensiva, 9 (ieri erano 11). In calo anche il numero delle persone in isolamento domiciliare, 484 (ieri erano 521) e quello degli attualmente positivi, 583 (ieri erano 623), E’ salito a 622 il numero dei pazienti dimessi/guariti (ieri erano 577).

Resta invariato, per il quinto giorno consecutivo, il numero delle vittime (119).

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Questa mattina, in Corso Colombo, a Iglesias, nel tratto di strada compreso tra la rotonda stradale situata nei pressi dell’ingresso dell’Ufficio Postale e la rotonda stradale situata davanti alla Piazzetta Antonio Orrù, è iniziato il posizionamento dei cordoli delimitatori di corsia.

«Un importante intervento che contribuirà a migliorare la viabilità cittadina e la sicurezza in una delle strade più trafficate, nella quale è numerosa la presenza di esercizi commerciali, ed anche il numero dei pedoni è consistente», ha spiegato il sindaco Mauro Usai.

L’assessore della Viabilità Francesco Melis ha messo in evidenza come «l’installazione dei cordoli delimitatori sia stata realizzata grazie agli importi ricavati con il contrasto ed il sanzionamento delle infrazioni al Codice della strada. Questo rappresenta il primo intervento relativo alla viabilità nella zona, e presto alcune modifiche riguarderanno anche il tratto stradale di via Pacinotti, al fine di rendere il traffico degli autoveicoli più scorrevole e sicuro».

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Il presidente del Parco Geominerario Storico Ambientale della Sardegna, prof. Tarcisio Agus, ha scritto una nota all’assessore del Lavoro, Formazione professionale, Cooperazione e Sicurezza sociale della Regione Autonoma della Sardegna, on. Alessandra Zedda, sulla Programmazione degli interventi del progetto del Parco Geominerario.

Il testo integrale.

Gent.mi, come a tutti voi noto, da qualche tempo è in atto un processo che tendeva al recupero e infrastrutturazione del Parco Geominerario, avviato con un programma di lavori socialmente utili, poi con la nascita del Parco il progetto fu affidato a un soggetto privato, che avrebbe dovuto utilizzare le maestranze  sulle bonifiche delle aree minerarie dismesse, ma per vicissitudini e scelte politiche, nulla si è fatto sulle bonifiche ed il soggetto privato, d’intesa con la regione Sardegna, ha rimodellato gli interventi dalle bonifiche al recupero infrastrutturale. Progetto poi rimasto sospeso perché l’utilizzo del personale, pur avendo avviato diversi interventi di recupero nelle aree del parco, questi sono rimasti incompiuti poiché molte maestranze sono state distolte e impegnate in ambiti comunali ed ambientali, vedi pulizia di strade urbane e realizzazione degli eco centri, sino al riordino di archivi comunali.

Un progetto che aveva una sua visione prospettica, creare infrastrutture per nuove opportunità di lavoro che avrebbero dovuto concorrere allo svuotamento del bacino dei lavoratori e creare le condizioni di sviluppo nelle aree del Parco Geominerario. Dopo l’uscita dal progetto del soggetto privato, la forza lavoro è stata assegnata, a seguito della L.R. n.34 del 22 dicembre 2016, a diversi soggetti pubblici e pseudo pubblici, che hanno risposto al bando, denominato “Parco Geominerario della Sardegna”, ma con prospettive che lo caratterizzano  come progetto di mera assistenza, perché tutti impegnati nello sfalcio dell’erba. Opera certo meritoria, ma che non da nessuna prospettiva di sviluppo economico e sociale.

Ora mi chiedo, a due mesi dalla chiusura dell’attuale rapporto “gestionale”, il nuovo soggetto che vincerà l’appalto, continuerà in questa inutile prospettiva, oppure, in questo tempo residuo, sarà possibile predisporre un progetto di valorizzazione nelle aree minerarie, funzionali a un incremento occupazionale e di sviluppo del Parco Geominerario della Sardegna?

Nell’ipotesi invece della non assegnazione, presumo, si dovrà far ricorso a una ulteriore proroga del progetto  assistenziale? Oppure, così come ebbi modo di proporre con nota del 22.07.2019, d’intesa con la Regione, i Comuni e le OO.SS, potrà essere predisposto un piano, con interventi mirati, tendenti a recuperare il patrimonio ex minerario, per implementare gli spazi museali e creare strutture di servizio presso i siti fruibili e di quelli suscettibili d’immediata fruizione, per una nuova prospettiva di sviluppo?

Sono domande che mi pongo in qualità di presidente del Parco Geominerario, che con le proprie risorse interverrà nelle aree di fruizione turistica, ma queste saranno limitate nel tempo e dureranno sino all’esaurimento dell’avanzo di amministrazione, in parte già impegnato in recuperi e in parte da assegnare entro l’anno. Dopo di che, il Parco potrà svolgere solo le sue funzioni di tutela e promozione e valorizzazione delle aree minerarie dismesse, a fronte di un patrimonio, peraltro sotto il controllo pubblico, che decade ogni giorno di più. Patrimonio inestimabile, che oggi anche alla luce degli eventi in atto, potrebbero diventare nuovi luoghi di vita e di lavoro. Interventi di recupero finalizzati anche ad arrestare il degrado, nelle more di una nuova rinascita, con le attuali maestranze si potrebbe fare molto, poiché fra i lavoratori sono presenti professionalità oggi “represse” perché tutti impegnati nel progetto di sfalcio o nella pulizia di sentieri del parco, ma che saranno inutili, se non strutturati e inseriti in un progetto socio economico di sviluppo che necessariamente coinvolga anche i soggetti privati.

Con le nostre risorse, oltre gli interventi strutturali di valorizzazione già programmati e quelli d’immediata definizione, in questi giorni è all’attenzione del Consiglio Direttivo l’approvazione del Progetto “Sardegna. Destinazione miniere”, nelle more dell’aggiornamento del Piano economico – sociale del Parco. Con il suddetto progetto intendiamo in primo luogo acquisire risorse umane, nelle more di un’adeguata pianta organica, per migliore l’efficienza e l’efficacia dell’azione dell’Ente.

Inoltre, in concorso con gli Enti locali e con la Regione Sardegna avviare azioni e progettazioni per una strategia di sviluppo sostenibile condivisa, candidandoci a utilizzare i fondi europei (programmazione 2020 -2022), nazionali e regionali. Infine, s’intende avviare una promozione dei territori, con l’istituzione dei Centri Visita, che si rapporteranno con i musei, gli ecomusei, i parchi archeologici e le aree minerarie del Parco, per una organica offerta turistica.

Il parco con le sue forze porrà in essere quanto possibile, ma un’infrastrutturazione diffusa ha necessità di risorse economiche continue. Nel caso specifico, come ho già avuto modo di dire, con nota del 22.07.2019, questa forza lavoro potrebbe dare un grosso contributo alle sue installazioni, perché negli anni qualcosa si è stata realizzata ma, è ancora insufficiente e non in rapporto alle attuali fruizioni. Nei siti attualmente aperti mancano i posti letto, gli spazi dedicati all’accoglienza e servizi, dalla ristorazione al commercio. Però non mancano strutture diverse, in alcuni casi sono già dei ruderi, altri hanno imboccato tale via, ma sono ancora recuperabili alla memoria storica e a nuove funzioni. Con spazi dedicati all’accoglienza, alla promozione del territorio e delle produzioni tipiche, ove il turista nell’attesa del suo turno di visita, possa conoscere gli altri territori del parco e fornir loro gli stimoli per le prossime visite. Ma anche spazi per la convivialità e la ristorazione, tutte strutture che possono essere poste nel mercato, anche a prezzo simbolico per svariati anni o cedute in proprietà a imprenditori per insediarvi le attività di servizi, nonché produttive e pertinenti ad uno sviluppo turistico integrato. Queste attività dovrebbero concorrere, com’era nelle attese, a svuotare il bacino dei lavoratori, sino al suo esaurimento.

L’alternativa sarà il mantenimento “assistenziale” per altri due anni e poi chissà.

Chiedo scusa per queste mie ulteriori osservazioni, ma sono convinto che le aree ex minerarie, oltre a mantenere la nostra memoria storica, se ben recuperate, possono concorrere per un turismo alternativo, esperienziale e culturale unico, nell’arco dell’intero anno.

Nel pormi a disposizione per ogni approfondimento, nell’attesa porgo cordiali saluti.

Il Presidente

Tarcisio Agus

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I sindaci di 14 comuni del Sulcis, Perdaxius, Masainas, Villaperuccio, Tratalias, Giba, Domusnovas, Nuxis, Narcao, Santadi, San Giovanni Suergiu, Carbonia, Sant’Anna Arresi, Portoscuso e Piscinas, hanno inviato una nota al ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, nella quale scrivono che sono «legittimi portatori tutti di interesse, ma illegittimamente non sono stati individuati tra le amministrazioni interessate a partecipare alla Conferenza di servizi “PIANO SULCIS – S.S. 126 DIR Sud Occidentale Sarda – Realizzazione del nuovo collegamento terrestre dell’istmo con l’Isola di Sant’Antioco e della Circonvallazione di Sant’Antioco.”, nonostante siano i destinatari dei provvedimenti tutti inseriti nel Piano Sulcis».

Gianfranco Trullu, Ivo Melis, Antonello Pirosu, Marco Antonio Piras, Andrea Pisanu, Massimiliano Ventura, Andrea Deias, Danilo Serra, Elio Sundas, Elvira Usai, Paola Massidda, Maria Teresa Diana, Giorgio Alimonda e Mariano Cogotti «ritengono a pieno titolo che gli stessi debbano essere obbligatoriamente individuati tra i soggetti nei confronti dei quali il provvedimento finale (approvazione del progetto di ponte e circonvallazione) è destinato a produrre effetti (ricaduta economica nel proprio territorio), così come previsto secondo l’art. 14, co.5, l. n. 241/1990 (articolo così sostituito dall’art. 1, comma 1, d.lgs. n. 127 del 2016) “l’indizione della conferenza è comunicata ai soggetti nei confronti dei quali il provvedimento finale è destinato a produrre effetti e a quelli che per legge debbono intervenirvi nonché ai soggetti individuati o individuabili nei cui confronti possa prodursi un pregiudizio per effetto dell’assunzione del provvedimento (art. 7, l. 241 del 1990). I soggetti richiamati possono intervenire nel procedimento ai sensi dell’art. 9 della medesima legge”; è interesse, pertanto, di queste amministrazioni esprimere il parere in merito alla realizzazione di una infrastruttura che trova tutte le risorse economiche nel Piano, come quella proposta nel progetto in esame; risorse che rientrano tra quelle che questi enti avevano deciso di utilizzare e che erano destinate alla realizzazione delle strutture “parte”; in data 6.03.2018 – aggiungono i 14 sindaci, il comune di Sant’Antioco ha adottato la delibera n. 8, contenente una proposta di modifica del Piano Infrastrutturale di Sant’Antioco, previsto nel Piano Sulcis, relativo all’intervento proposto da ANAS S.p.A., alla Regione Autonoma della Sardegna (R.A.S.). Tale proposta pare finalizzata alla realizzazione di un intervento di “circonvallazione leggera e alterativa, più adeguata al contesto paesaggistico, sociale ed economico”. La modifica progettuale proposta, secondo il comune di Sant’Antioco, conserverebbe la funzione originaria delle infrastrutture di accesso al centro abitato e al Lungomare, consentendo di snellire il traffico in direzione Calasetta-Carloforte e preservando il potenziale economico di tali aree. Nello specifico, la proposta prevede una circonvallazione, in quota parte costruita da rete viaria esistente, quale la bretella che da Bega Trota conduce alla via Trilussa, con adeguamento della stessa che comporta il completamento del tratto mancante di collegamento, con il tratto terminale di via Calasetta. Tale soluzione, sempre secondo della delibera, consentirebbe di rispettare il fine di ridurre il consumo di suolo e riqualificare l’attuale infrastruttura a ponte, con intervento che possano potenziarne la funzionalità, estesa all’uso ciclo-pedonale, con punto di belvedere, e valorizzare il progetto architettonico della grande struttura; il 21 aprile 2020 via PEC è pervenuta copia per conoscenza dell’istanza presentata dal Comitato Porto Solky di Sant’Antioco alla quale sono allegate le osservazioni contro l’approvazione del progetto in oggetto; le osservazioni del Comitato Porto Solky sono a firma condivisa dalle associazioni ambientaliste Italia Nostra Sardegna, Grig-Gruppo di Intervento Giuridico e WWF Sardegna; in data 24 aprile 2020 il Comitato Porto Solky ha trasmesso via PEC per conoscenza il Parere Tecnico NEGATIVO del comune di Sant’Antioco in merito alla soluzione progettuale proposta da ANAS relativamente ai due interventi infrastrutturali di nuovo ponte e circonvallazione; il parere Tecnico del comune di Sant’Antioco esprime parere negativo su entrambi gli interventi funzionali di nuovo ponte e circonvallazione ed è complementare al parere negativo delle osservazioni del Comitato Porto Solky; nel suddetto parere del comune di Sant’Antioco viene altresì proposto il tracciato alternativo di circonvallazione per Calasetta così come definito nella delibera n° 8 del 6.03.2018 del comune di Sant’Antioco, e che tale percorso soddisfa le esigenze delle comunità di Calasetta e Carloforte di poter usufruire di un transito snello e veloce che bypassi il centro urbano di Sant’Antioco; le osservazioni del Comitato Porto Solky condividono altresì la proposta del comune di Sant’Antioco per una circonvallazione alternativa così come definito nella delibera n° 8 del 6.03.2018 del comune di Sant’Antioco; le osservazioni del Comitato Porto Solky auspicano la rimodulazione dei fondi a favore della messa in sicurezza/riqualificazione del porto di Sant’Antioco quale volano di sviluppo per tutto il territorio. In tal senso vi è un travisamento di fatti, di atti e dei provvedimenti fino ad oggi adottati.»
«I comuni di Perdaxius, Masainas, Villaperuccio, Tratalias, Giba, Domusnovas, Nuxis, Narcao, Santadi, San Giovanni Suergiu, Carbonia, Sant’Anna Arresi, Portoscuso e Piscinas, in qualità di soggetti portatori di interesse, devono e vogliono, secondo le disposizioni in materia, esprimere il proprio parere in merito sia al progetto e relativo parere negativo, sia al riutilizzo delle risorse che di diritto devono riconfluire nella disponibilità del Piano Sulcis a favore di tutto il territorio ed in specie assi ed assetti viari dell’intero territorio concludono i 14 sindacie fanno espressa riserva di formulare il loro parere sul progetto definito “Ponte”; intendono e chiedono di esprimere, in ipotesi di bocciatura della soluzione progettuale “Ponte Sant’Antioco”, il loro legittimo parere in ordine alla rimodulazione dei finanziamenti così come previsti dal protocollo Piano Sulcis su tali risorse da utilizzarsi nell’interesse dello sviluppo territoriale ed economico dell’intero Sulcis – settore viabilità.»

 

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Sono arrivati i primi caldi e, con le alte temperature, ecco “puntuali“, i primi incendi, in Sardegna. Su un totale di 3 incendi, 1 ha richiesto l’intervento di un mezzo aereo del Corpo forestale.

L’incendio si è sviluppato nell’agro del comune di Ozieri, in localitàFigos, dove sta intervenendo un elicottero proveniente dalla base del Corpo forestale di Fenosu.
Le operazioni di spegnimento sono in questo momento dirette dalle  pattuglie del Corpo forestale della stazione di Ozieri, sul posto ci sono anche i vigili del fuoco.
Il decollo è avvenuto alle ore 18.48 e l’incendio sta interessando un costone di macchia mediterranea non raggiungibile con i mezzi a terra.
La foto è di repertorio.

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Nuova replica dei parlamentari del M5S Nardo Marino ed Emiliano Fenu all’assessore regionale della Programmazione e Bilancio, Giuseppe Fasolino.

«Occorre ricordare all’assessore regionale al Bilancio, Giuseppe Fasolino, che le imponenti risorse messe in campo dal governo, sono destinate a tutti i cittadini, inclusi noi sardi – scrivono in una nota Emiliano Fenu e Nardo Marino, membri del Direttivo M5S rispettivamente al Senato e alla Camera -. Le misure del decreto Cura Italia, del decreto Liquidità, entrambi già approvati, e quelle del decreto Maggio di imminente approvazione riguardano anche la Sardegna, ricompresa al pari delle altre regioni italiane, nei 75 miliardi di spese in deficit e nei 180 miliardi complessivi di nuove risorse.»
Nardo Marino ed Emiliano Fenu sottolineano come anche i lavoratori,  le imprese e le famiglie sarde avranno accesso: alla Cassa integrazione estesa anche alle piccolissime imprese, alla proroga degli altri ammortizzatori sociali, al divieto di licenziamento per motivi economici, al sostegno di 600 euro per autonomi e professionisti, per il quale è previsto un aumento, al Fondo Gasparrini per la sospensione delle rate dei mutui prima casa. L’elenco delle misure di sostegno messe in atto dal Governo annovera anche l’estensione del Fondo di garanzia per le Pmi, le sospensioni degli adempimenti tributari e contributivi, i congedi per i lavoratori con figli a casa, il bonus baby sitter, ii prestiti totalmente garantiti dallo Stato entro i 25mila euro e quelli  quasi integralmente garantiti dallo Stato per importi superiori.

«Anche la Sardegna – precisano ancora Emiliano Fenu e Nardo Marino – avrà diritto al potenziamento, previsto nel decreto Maggio, delle misure già indicate. La Regione sarda avrà ovviamente diritto anche alle misure di nuova approvazione, sempre incluse nel nuovo decreto: il Reddito di emergenza, i finanziamenti a fondo perduto per le piccole e piccolissime imprese in difficoltà e il nuovo super credito d’imposta per lavori di efficientamento energetico e antisismico.»

Da Roma arriva anche una puntuale precisazione sul richiamo alla BEI, la Banca europea degli investimenti, citata dell’assessore Giuseppe Fasolino: «E’ paradossale – commentano i due parlamentari del M5S – che l’assessore del Bilancio della Regione Sardegna citi il risultato che il governo ha ottenuto con l’Europa. Come maggioranza abbiamo fortemente voluto quelle risorse, per porle mettere a disposizione del Paese tutto e fronteggiare così l’emergenza. Un risultato importante, ottenuto malgrado lo scetticismo proprio della parte politica di cui l’assessore è esponente. E’ evidente a tutti -– concludono Nardo Marino ed Emiliano Fenu  che l’emergenza è di tale portata da rendere parziali anche le misure più consistenti, ma l’impegno del governo e della maggioranza indirizzato al salvataggio delle imprese e dei lavoratori è totale».

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«La Regione si avvale da oggi, e per la prima volta, di un importante strumento tecnico che nel breve periodo permette di definire con RFI il miglior utilizzo della capacità attuale della rete ferroviaria sarda e nel contempo disegna il modello dei servizi futuri consentendo di programmare nel medio e lungo periodo gli interventi di sviluppo e potenziamento delle infrastrutture ferroviarie nell’Isola.»

Lo afferma il presidente della Regione Christian Solinas a margine della firma dell’Accordo Quadro tra Regione Sardegna e Rete Ferroviaria Italiana (Gruppo FS Italiane).

Nel documento vengono individuati differenti scenari dei servizi che sono in relazione agli investimenti già in corso sulla rete regionale, nonché ad ulteriori nuovi interventi da realizzare con l’obiettivo di garantire “l’impegno di capacità” oggetto dell’accordo.

L’impegno sottoscritto riveste una particolare rilevanza anche perché consente a RFI di individuare i fabbisogni da destinare, nell’ambito della sottoscrizione dei Contratti di Programma col ministero dei Trasporti, delle risorse specifiche che interessano la realizzazione delle infrastrutture e dei servizi per la Sardegna.

«Stiamo realizzando gli impegni di dotare la Sardegna di una rete efficiente e moderna di trasporto su rotaia, nonché di potenziare i servizi per rendere competitivo il nostro sistema di trasporti», sottolinea l’assessore dei Trasporti Giorgio Todde.

In particolare, nello “scenario di regime”, è prevista una sostanziale rivisitazione del modello di esercizio attuale che consente di garantire la velocizzazione dei servizi lungo la dorsale Cagliari-Olbia/Sassari, con tempo di percorrenza obiettivo a regime tra Oristano e Chilivani pari a 57 minuti, l’incremento della frequenza dei servizi da/per l’Iglesiente, con obiettivo di cadenzamento a 30 minuti lungo il tragitto Cagliari-Iglesias/Carbonia, il miglioramento delle condizioni di accessibilità nelle stazioni. Inoltre, viene previsto l’incremento dei livelli di integrazione sia con la rete regionale esistente nonché con altre modalità di trasporto.

A tal fine, tra i nuovi investimenti da avviare, in relazione ai servizi da sviluppare a regime, sono previsti, tra gli altri, il raddoppio della linea Villamassargia-Decimomannu, il potenziamento delle infrastrutture tra San Gavino Monreale e Ozieri/Chilivani, l’upgrading di tutta la rete ai più recenti e innovativi sistemi tecnologici, la realizzazione del collegamento tra Aeroporto di Olbia ed Olbia città e la nuova fermata di interscambio/scambio tra la linea regionale Sassari-Alghero e la linea Chilivani-Sassari-Porto Torres. L’Accordo Quadro, avrà una durata di cinque anni, prevedendo un incremento del volume dei servizi fino al 15 per cento nello scenario di regime a cui è riferito.

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Sono 5 i nuovi casi positivi al Covid-19 riscontrati oggi in Sardegna su 1.098 tamponi eseguiti. Il numero totale sale a 1.324 dall’inizio dell’emergenza. Tutti i nuovi incrementi sono stati registrati nella sola provincia di Sassari. È quanto rilevato dall’Unità di crisi regionale nell’ultimo aggiornamento.

In totale nell’Isola sono stati eseguiti 31.064 tamponi. I pazienti ricoverati in ospedale sono in tutto 99, di cui 9 in terapia intensiva, mentre 484 sono le persone in isolamento domiciliare. 583 gli attualmente positivi. Il dato progressivo dei casi positivi comprende 503 pazienti guariti (+41 rispetto al dato precedente), più altri 119 guariti clinicamente. Resta invariato il numero delle vittime (119).
Sul territorio, dei 1.324 casi positivi complessivamente accertati, 243 sono stati registrati nella Città Metropolitana di Cagliari, 94 nel Sud Sardegna, 55 a Oristano, 78 a Nuoro, 854 a Sassari.

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Domani, venerdì 8 maggio, alle ore 10.30, l’assessore regionale del Lavoro, Formazione e Cooperazione Sociale, Alessandra Zedda, terrà una conferenza stampa per illustrare alcuni aspetti relativi alla cassa integrazione in deroga. La riunione si svolgerà in videoconferenza con i rappresentanti dei sindacati.

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Riaprono gradualmente le attività produttive cittadine. Il sindaco di Carbonia, Paola Massidda con un’ordinanza, la n° 60, emanata oggi, ha disposto l’apertura del mercatino settimanale di piazza Ciusa-via Marche e di quello di Cortoghiana, alla vendita non solo dei prodotti alimentari, così come è stato fino a sabato scorso, ma anche di fiori, piante, semi e fertilizzanti.
Sarà cura del Centro Operativo Comunale di Protezione Civile, in collaborazione con l’Associazione Terra-Mare e con la Polizia locale, vigilare sul rispetto delle misure prescritte dal DPCM del 10 aprile 2020.
Al fine di consentire lo svolgimento in sicurezza delle attività mercatali, dalle ore 6.00 alle ore 14.00 di sabato 9 maggio, è stato disposto il divieto di sosta in piazza Ciusa, eccezion fatta per i veicoli adibiti all’attività di commercio su area pubblica degli operatori presenti al mercato; circolazione a senso unico per i veicoli provenienti da via Lucania e San Ponziano in direzione via Marche e piazza Rinascita.
Per quanto concerne la viabilità nei pressi del mercatino di Cortoghiana, è previsto il divieto di sosta in via Bresciano.
Restano ancora sospese le attività del mercatino settimanale di Bacu Abis e del mercatino delle pulci, dove non sono presenti operatori dei settori indicati.