19 July, 2024
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La notte scorsa il personale della Stazione Forestale di Guspini ha denunciato un bracconiere e sequestrato un cervo sardo abbattuto con arma caricata a pallettoni, tre fucili, una pistola calibro 7,65, 550 cartucce di vario calibro, varie torce da applicare alle armi e un autoveicolo.

I fatti. Due pattuglie della Stazione Forestale di Guspini in servizio notturno combinato per il controllo del territorio, intorno alle 3 del mattino del 3 maggio, hanno individuato un’auto proveniente dalla  zona di Torre dei Corsari, il cui conducente alla vista dei Forestali ha cambiato direzione, dandosi alla fuga.

Inseguita l’auto, raggiunta in località “Mitza Is Concas” in prossimità di Porto Palma, dopo una breve ricerca è stato individuato anche l’occupante dell’auto stessa, V.A. 44 anni di Sardara, artigiano, il quale non ha dato un’adeguata giustificazione circa la sua presenza nella zona in quell’orario.

Dal controllo dell’auto, è stata rilevata la presenza di sangue fresco nel pianale del bagagliaio. La circostanza ha indotto gli inquirenti ad intraprendere un controllo più accurato, che ha permesso di rinvenire anche residui di peli di selvatico; le ricerche estese alle immediate vicinanze del veicolo hanno consentito di individuare un esemplare di cervo sardo di circa 70 kg, appena abbattuto da una scarica di pallettoni.

Le ulteriori ispezioni hanno permesso di ritrovare, occultato in un macchione lungo la strada, un fucile calibro 12, sul quale era montata una torcia elettrica. L’arma, verosimilmente adoperata per abbattere l’animale, è risultata di proprietà della persona che conduceva l’auto.

Il personale della Forestale inoltre ad eseguire le perquisizioni domiciliari a carico dello stesso soggetto, che è risultato in possesso di altre armi e munizioni regolarmente denunciate, le quali sono state comunque sottoposte a sequestro.

Gli incidenti. Il bracconiere, con precedenti penali e con licenza di porto di fucile sospesa, è stato denunciato all’Autorità Giudiziaria per una serie di reati, sia in materia venatoria che di armi.

In materia di armi le ipotesi di reato sono le seguenti, associate a pene sino a 2 anni di reclusione:

  • porto abusivo d’arma, poiché con licenza di porto di fucile sospesa;
  • mancata custodia di arma, avendola occultata nella vegetazione;
  • alterazione di arma, avendo applicato la torcia elettrica.

In materia venatoria, il bracconiere è stato denunciato per i seguenti reati, sanzionati con pene massime sino ad un anno di reclusione:

  • cattura di specie particolarmente protetta;
  • caccia in periodo di divieto generale.

Alla persona è stata anche contestata la violazione delle norme di  prevenzione dalla diffusione del COVID 19, poiché si è allontanata dalla propria abitazione senza un lecito motivo.

L’operazione si inquadra nell’attività istituzionale di controllo del territorio finalizzata alla prevenzione e repressione dei reati contro l’ambiente a tutela della biodiversità, che il Corpo Forestale applica capillarmente nel territorio regionale.

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«Gli errori contenuti nell’ordinanza regionale n. 20 rischiano di vanificare gli sforzi delle imprese che in queste ore si stanno organizzando per la riapertura: i saloni dei parrucchieri, gli estetisti, i tatuatori, i negozi di abbigliamento e di calzature, le gioiellerie e le profumerie (che non hanno mai chiuso ma inspiegabilmente sono state incluse in questo elenco).»

Lo scrive, in una nota, Francesco Agus, capogruppo dei Progressisti e componente della Commissione VI del Consiglio regionale.

«L’11 maggio, ai sensi dell’ordinanza pubblicata il 2 maggio, queste attività potrebbero riaprire con discreto anticipo rispetto a quanto stabilito a livello nazionaleaggiunge Francesco Agus -. Questa condizione è però subordinata alla promulgazione di un’ordinanza comunale possibile solo nel caso in cui l’indice di trasmissione del contagio R(t), calcolato nel comune sia inferiore a 0,5. La Regione per questo si è impegnata a pubblicare, per tutti i comuni della Sardegna, una tabella analitica, “aggiornata con cadenza giornaliera” entro venerdì 8 maggio.»
«Ed è qui che sta il problema: si tratta di un valore difficilmente calcolabile e che necessita di una gran numero di casi analizzati sottolinea Francesco Agus. Non solo: lo stesso indice può essere ottenuto utilizzando metodi di calcolo molto diversi ed avendo risultati enormemente differenti. Il che lo rende totalmente inutilizzabile per uno scopo come quello previsto dall’ordinanza che di fatto confonde un indicatore statistico con una quantità determinabile esattamente con un apposito strumento di misura. Sarebbe come pretendere di utilizzare come parametro per la concessione di un aiuto economico l’andamento dell’inflazione o del PIL calcolato quotidianamente comune per comune. Una follia.»
«La conclusione, senza una modifica dell’ordinanza, sarà una sola: niente R(t) calcolato su base comunale, niente ordinanza dei sindaci, niente possibilità di apertura anticipata. Ci vuole rispetto per il lavoro e serietà nell’azione: il rischio è che centinaia di piccole aziende spendano centinaia di euro per sanificare i locali e dotarsi dei dispositivi di protezione, richiamino i dipendenti dalla cassa integrazione, prendano appuntamenti e poi, al momento di tirare su la serranda, siano costrette a rimandare l’auspicata ripartenza per giorni o settimaneconclude il capogruppo dei Progressisti -. Ho scritto al presidente della commissione Sanità di cui faccio parte per affrontare il tema celermente e individuare una soluzione rapida.»

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1 solo nuovo caso positivo al Covid-19 e nessun decesso, per il terzo giorno consecutivo in Sardegna.
Il numero totale di casi positivi sale così a 1.318 dall’inizio dell’emergenza. L’unico incremento è stato registrato nella Città Metropolitana di Cagliari. In totale nell’Isola sono stati eseguiti 28.867 tamponi (815 oggi). I pazienti ricoverati in ospedale sono in tutto 103, di cui 94 con sintomi e 9 in terapia intensiva, mentre 539 sono le persone in isolamento domiciliare. Il dato progressivo dei casi positivi comprende 452 pazienti guariti (+19 rispetto al dato precedente), più altri 105 guariti clinicamente. Resta invariato il numero delle vittime (119).
Sul territorio, dei 1.318 casi positivi complessivamente accertati, 243 sono stati registrati nella Città Metropolitana di Cagliari (+1 rispetto all’ultimo aggiornamento), 94 nel Sud Sardegna, 55 a Oristano, 78 a Nuoro, 848 a Sassari.

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Dopo la seduta svoltasi ieri, in cui sono stati trattati 3 dei 6 punti previsti all’ordine del giorno, il Consiglio comunale si riunirà anche nella giornata odierna, martedì 5 maggio, alle ore 18.15, con chiusura dei lavori alle ore 20.30.

Tre i punti all’ordine del giorno.

1. “Misure di sostegno economico alle famiglie, lavoratori e imprese connesse all’emergenza epidemiologica da Covid-19. Sospensione e differimento dei termini di versamento delle entrate tributarie ed extratributarie”;

2. Ratifica deliberazione di Giunta municipale n. 50 del 1/04/2020 adottata in via d’urgenza dalla Giunta comunale, ai sensi degli artt. 42 e 175 del Testo unico 267/2000. “Variazione al bilancio di previsione 2020-2022”;

3. Modifica art. 7 del regolamento comunale. Proposta presentata dai consiglieri Federico Fantinel, Giovanni Spanu, Massimo Usai, Bruno Ugo Piano, Ivonne Fraternale, Michele Stivaletta, Pietro Morittu, Silvio Marco Soddu.

I consiglieri potranno partecipare alla riunione del Consiglio comunale in presenza o in videoconferenza.

La seduta sarà chiusa al pubblico, ma verrà trasmessa in diretta streaming sulla pagina Facebook Carbonia Newsletter.

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Il sindaco di Carbonia Paola Massidda ha disposto con apposita ordinanza, la riapertura a partire da oggi, martedì 5 maggio, dei cimiteri comunali di Carbonia e Cortoghiana-Bacu Abis.

I cimiteri comunali saranno aperti nei seguenti giorni: martedì, giovedì e sabato, la mattina dalle ore 7.30 alle ore 12.00 e il pomeriggio dalle ore 15.00 alle ore 17.00.

I visitatori dovranno utilizzare mascherina e guanti monouso, garantendo il rispetto della distanza interpersonale di almeno 1 metro, eccezion fatta quando si tratta di conviventi o di persone che accompagnano minori, anziani, disabili e soggetti con difficoltà motorie.

È consentita la sola visita diretta ai loculi dei propri cari, evitando ulteriori spostamenti all’interno dell’area cimiteriale, salve le attività connesse al riordino dei loculi stessi.

Sarà chiuso al pubblico l’utilizzo di servizi igienici e sarà consentito sostare all’interno del cimitero per un tempo non superiore a 30 minuti.

Sarà consentito recarsi in Cimitero una sola volta alla settimana e a un massimo di due componenti per nucleo familiare.

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La Regione ha finanziato con 600mila euro un progetto sperimentale del comune di Sant’Antioco per l’attuazione di alcune azioni di salvaguardia ambientale previste nei Piani di gestione Sic “Stagno di Santa Caterina”, “Stagno di Porto Botte” e “Promontorio, dune e zona umida di Porto Pino”.

«L’obiettivoha spiegato l’assessore regionale dell’Industria, Anita Pili – è quello di garantire la fruizione, la tutela e la valorizzazione delle specificità ecologiche ed ambientali dei tre siti. Creando collegamenti funzionali tra le zone umide, le spiagge, il centro intermodale di Carbonia, Calasetta ed il centro urbano di Sant’Antioco, con l’utilizzo di mezzi di trasporto alternativi e sostenibili. Quindi, non più esclusivamente viabilità tradizionale, ma anche percorsi e sentieri esistenti, ciclovie e vie d’acqua.»

E’ previsto l’acquisto di mezzi come biciclette a pedalata assistita, auto e barche elettriche, microcar e scooter a motore elettrico da affidare con servizio di car sharing e car pooling (condivisione dei tragitti), oltre alla realizzazione di stazioni e/o colonnine di ricarica.

«Tenendo conto della valenza turistico-ambientale dell’itinerario, che produce importanti riflessi dal punto di vista socio-economico sul territorio – ha concluso Anita Pili -, l’intervento vuole favorire la sua fruizione turistica, creando adeguati collegamenti e garantendo l’utilizzo di mezzi ecocompatibili.»

 

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«Abbiamo rafforzato la rete territoriale contro la violenza domestica per dare risposte e un aiuto concreto a tutte le persone vittime di abusi che vivono situazioni familiari difficili e che, in conseguenza alle limitazioni adottate per l’emergenza, rischiano di trovarsi isolate e senza punti di riferimento.»

Lo dichiara l’assessore regionale della Sanità, Mario Nieddu, esprimendo soddisfazione per il provvedimento con cui la Giunta ha approvato le ‘Linee guida per la gestione delle situazioni familiari problematiche derivanti anche dalla prolungata condivisione degli spazi in seguito all’emergenza Covid-19‘.

«Grazie al massimo coinvolgimento delle istituzioni su tutto il territorio, abbiamo strutturato la retespiega Mario Niedduin modo da poter monitorare i casi ‘critici’, stabilire linee di intervento e segnalare le situazioni in cui dovessero emergere profili di reato. Sotto questo ultimo aspetto, un contributo importante arriva dalle Procure della Sardegna che, in raccordo con tutti i soggetti impegnati su questo fronte, hanno messo a disposizione di operatori e cittadini specifici canali di comunicazione dedicati.»

«Dall’inizio dell’emergenzaaggiunge l’assessore regionale della Sanità si registra una diminuzione delle denunce per maltrattamenti. Il nostro obiettivo è impedire che la condizione di isolamento possa costituire un freno alle richieste d’aiuto e, allo stesso tempo, portare alla luce tutte quelle situazioni di grave disagio e violenza dove a farne le spese sono le persone più fragili, le donne, i minori, i disabili e gli anziani.»

Fra i servizi istituiti e operativi per l’ascolto e il supporto delle vittime di violenza, il numero verde Filodiretto Psicologico Coronavirus 800.197.500, attivo tutti i giorni dalle 14.00 alle 20.00, il numero verde 800.630.622 istituito dal Dipartimento di Salute mentale dell’Ats, attivo tutti i giorni dalle 9.00 alle 19.00, ed il numero nazionale Antiviolenza donne 1522.

«In questa fase, particolarmente delicata sotto il profilo sanitario e sociale, è fondamentale stabilire e mantenere un contatto con tutte le situazioni critiche o potenzialmente critiche per poter intervenire tempestivamente anche con l’individuazione di alloggi, strutture o soluzioni, come il Reddito di Libertà, che consentano di allontanare o comunque proteggere le vittime da una condizione di pericolo e disagioconclude Mario Nieddu -. La rete costituisce la base per un sostegno stabile a favore delle vittim.»», conclude l’assessore.»

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Sentito questa mattina in videoconferenza dalla commissione speciale Insularità, il professor Tommaso Edoardo Frosini, uno dei massimi costituzionalisti italiani, con solide radici in Sardegna, ha parlato apertamente delle «tre strade che si possono percorrere, senza che l’una escluda le altre, per arrivare al riconoscimento in Costituzione del principio dell’insularità della Sardegna».
Secondo lo studioso, chiamato dal presidente Michele Cossa a dare il suo contributo dopo una serie di articoli scientifici sulla Sardegna e sul Mezzogiorno italiano, il professor Tommaso Edoardo Frosini ha ricordato che «nel 2001 il legislatore costituzionale riformò il testo del 1948 eliminando il riferimento al principio di valorizzazione delle isole e del Mezzogiorno. Questo fatto ha creato una sorta di ferita: è come se il problema dell’insularità da venti anni non ci fosse più. E invece sappiamo bene che esiste e non soltanto nei trasporti interni e nei collegamenti esterni».
Per il professore le soluzioni potrebbero derivare «dal percorso in atto, ovvero la proposta di legge costituzionale di iniziativa popolare, che con l’emergenza di questi mesi si è però fermata alla commissione Affari costituzionali del Senato. La seconda ipotesi percorribile è quella di una legge ordinaria, che riconosca alla Sardegna una serie di prerogative, soprattutto sui trasporti. Una legge che potrebbe richiamare il principio costituzionale spagnolo del cosiddetto “echo insular”, ossia il fattore insulare che fa della Sardegna un attore unico. Anche in questo caso sarebbe preferibile un percorso legislativo dal basso e popolare, per arrivare all’obiettivo. Una volta approvata, sarebbe più facile dare poi copertura costituzionale a questa legge».
La terza via teorizzata dal costituzionalista è invece incentrata sulla legislazione regionale: «Immagino un testo che, alla luce dello Statuto, rimarchi il principio dell’insularità e nel caso di conflitto di attribuzione sollevato dal Governo, sarà la Corte costituzionale ad occuparsi del problema. Potrebbe arrivare a una sentenza che riconosca l’insularità aprendo così la strada alla legislazione parlamentare».
In risposta alle domande poste dai consiglieri Giuseppe Meloni (Pd) e Antonello Peru (Udc) e Giovanni Satta (Psd’Az), il professor Tommaso Edoardo Frosini ha aggiunto: «Il rapporto con l’Europa è delicato e riguarda tutto il sistema insulare europeo. Non possiamo realisticamente sperare che sia la Ue, che agisce in modo lobbistico, a risolvere i problemi della Sardegna anche se ipotizzo la strada del ricorso alla Corte europea di Giustizia per arrivare al riconoscimento della insularità sarda. Allo stesso modo, però, potrebbe essere il presidente Solinas a chiedere un efficace pronunciamento sull’insularità alla Conferenza Stato Regioni».
Di Europa e legislatore europeo ha parlato anche Salvatore Cicu, più volte parlamentare italiano ed europeo, che ha ricordato una sua risoluzione del 2016 per il riconoscimento degli svantaggi geografici e materiali della Sardegna e di tutto il sistema insulare europeo. «Se non ora, quando sarà il momentoha detto Salvatore Cicudi consentire alla Sardegna di esprimere tutto il suo potenziale sociale ed economico? E il riconoscimento dell’insularità serve proprio a questo.»
Anche il presidente Michele Cossa ha riflettuto sul punto: come la pandemia in atto inciderà sulla battaglia popolare per il riconoscimento dell’insularità sarda. «Si apre per noi uno scenario inedito anche sotto questo profilo ha detto il presidente della Commissione ma riteniamo proprio per questo che ogni sforzo debba essere fatto, in tutte le sedi istituzionali, per riconoscere alla Sardegna la sua insularità e darle subito gli strumenti che servono per farla crescere in armonia con l’Europa».
Il presidente Michele Cossa ha espresso soddisfazione per i lavori della Commissione: «Siamo riusciti ad effettuare la seduta a distanza e il sistema ci ha consentito di partecipare come se fossimo tutti presenti mentre invece ogni commissario si è connesso dal proprio studio in totale sicurezza».

 

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L’Amministrazione comunale di Gonnesa riparte e vara un pacchetto complessivo di sostegno alle imprese con risorse comunali. «Emergenze straordinarie richiedono risposte straordinarie – dice il sindaco Hansel Cabiddu – e insieme alla Giunta abbiamo deciso di dare un segnale forte al tessuto produttivo della nostra comunità, alleggerendo il carico dei tributi locali e predisponendo un insieme di misure per sostenere la ripresa.»

Oltre 120 aziende e lavoratori autonomi con sede legale nel Comune non vedranno recapitarsi la cartella della Tassa Rifiuti per il 2020. Un provvedimento di esenzione totale per tutto l’anno e non solo per il periodo di chiusura. A questo si affianca la sospensione della Tosap 2020 (Tassa per l’occupazione di spazi ed aree pubbliche). La misura verrà estesa anche agli operatori che partecipano al mercatino settimanale e ai posteggi sul litorale.

E’ previsto, inoltre, l’incremento degli spazi di suolo pubblico concessi ai pubblici esercizi per la somministrazione all’aperto, per garantire così un numero adeguato di coperti e ridurre il più possibile l’impatto delle norme che impongo il distanziamento sociale. E per sostenere la ripartenza ed alleggerire i costi di adeguamento alle nuove prescrizioni, ogni azienda riceverà dall’Amministrazione comunale di Gonnesa un kit di prodotti per l’igienizzazione e sanificazione.

«E’ solo il primo passo. Siamo al lavoroconclude il sindaco Hansel Cabidduinsieme alla Giunta e agli uffici, per realizzare un progetto dedicato alla filiera del turismo, al fine di garantire la fruizione sicura del nostro territorio per la nostra comunità e per i turisti, e la valorizzazione delle nostre risorse ambientali e culturali.»

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Nei giorni scorsi Italia Nostra Sardegna ha indirizzato al presidente dell’ANCI una lettera, nella quale oltre a chiarire la posizione dell’associazione nei confronti della tecnologia 5G, vengono avanzate alcune specifiche proposte e richieste.

Come è noto la tecnologia 5G rappresenta l’implementazione di una rete (sostitutiva dell’attuale 4GLTE) che, sfruttando alte frequenze, consente di elevare la velocità dei segnali, ma che nello stesso tempo costringe ad aumentare il numero dei ripetitori. Tutto ciò comporterà un incremento esponenziale del livello di inquinamento da elettrosmog, i cui effetti sulla salute della popolazione e degli ecosistemi sono ignoti.

Autorevoli fonti scientifiche non escludono la possibilità di un rapporto causa/effetto tra radiofrequenze/cancro ed in ogni caso sono stati evidenziati casi di elettrosensibilità da elettrosmog in molti soggetti. Peraltro, la stessa Unione europea e numerose sentenze hanno riconosciuto l’oggettiva esistenza di tali legami.

Poiché l’installazione delle reti 5G sta procedendo senza la preventiva informazione d’obbligo e senza alcuna valutazione del rischio sanitario, mentre intere comunità si trovano esposte ad una sperimentazione senza esserne a conoscenza, Italia Nostra Sardegna ha esortato la presidenza regionale dell’ANCI affinché i Sindaci, responsabili della salute pubblica delle comunità che rappresentano, assumano iniziative di prevenzione sanitaria attraverso l’adozione di delibere o ordinanze che vietino l’installazione di ripetitori 5G in forza dell’applicazione del principio di precauzione. Alcuni sindaci della Sardegna e del Continente, tra l’altro, hanno già adottato questi provvedimenti. Nello stesso tempo, in applicazione del principio di trasparenza, viene richiesto che le comunità e gli stakeholders siano preventivamente consultati in riferimento alle iniziative e decisioni future.

Italia Nostra Sardegna ritiene che l’applicazione del principio di precauzione, oggi più che mai, debba essere il motivo conduttore delle azioni di governo. È, infatti, sotto gli occhi di tutti come la sottovalutazione degli impatti sulla salute collettiva di alcuni fattori di non difficile prevedibilità sia costata alla collettività la perdita di molte vite, delle libertà individuali, dei normali rapporti sociali ed alla Nazione un danno economico ed occupazionale incalcolabile.

Graziano Bullegas