23 November, 2024
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Sono 18 i nuovi casi positivi al Covid-19 riscontrati in Sardegna su 1.488 tamponi eseguiti. Il totale dei casi positivi sale così a 1.313 dall’inizio dell’emergenza. In totale nell’Isola sono stati eseguiti 26.242 tamponi. I pazienti ricoverati in ospedale sono in tutto 96, di cui 12 in terapia intensiva, mentre 648 sono le persone in isolamento domiciliare. Gli attualmente positivi sono 744. I dimessi/guariti sono 452. Il numero delle vittime sale a 117 (1 oggi).
Sul territorio, dei 1.313 casi positivi complessivamente accertati, 239 sono stati registrati nella Città Metropolitana di Cagliari (+4 rispetto all’ultimo aggiornamento), 94 nel Sud Sardegna (+1), 55 a Oristano (+1), 77 a Nuoro, 848 a Sassari (+12).

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«Oggi, la festa del lavoro deve essere intesa per tutti i sardi come la giornata in cui riflettere sulla ripartenza post Coronavirus. Guardiamo alla storia, agli eventi di Chicago di 134 anni fa, alle lotte che nel nostro Paese sono state fondamentali per l’affermazione dei diritti della nostra Carta Costituzionale, per trarne un insegnamento su come superare questo periodo buio.»

Per il presidente del Consiglio regionale Michele Pais oggi è più importante che mai ripartire dall’articolo 1 della nostra Costituzione: «L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. Un principio che sancisce che i valori della democrazia e il diritto al lavoro sono alla base della libertà e dell’autonomia di ciascun cittadino».

Per la prima volta, dalla fine del secondo conflitto mondiale, a causa dell’emergenza Covid-19, la festa del primo maggio si svolge in modo inconsueto in cui, ai cronici problemi del mondo del lavoro, si aggiungono quello della sicurezza sanitaria e dell’incertezza di come poter immaginare il futuro.

«Oggi più che mai – scrive Michele Pais è necessario pensare alla ripresa, garantire quella prospettiva di lavoro che, nonostante le difficoltà sanitarie, deve essere assicurata senza ulteriori ritardi. I tanti disoccupati, cassa integrati, precari e stagionali, ma anche i lavoratori autonomi e commercianti, attendono, con fiducia, di poter riprendere le loro attività, avendo al loro fianco le Istituzioni che, oggi più che mai, devono garantire sostegno perché nessuno rimanga indietro. Pur se nella necessaria massima prudenza, servono decisioni chiare e rapide. Grazie agli operatori sanitari, agli uomini e donne delle forze dell’ordine, del commercio e tutti quei lavoratori conclude Michele Pais che tra mille difficoltà stanno garantendo beni e servizi primari.»

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«Vi ricordate le parole di Salvini e del suo “prescelto” Solinas in campagna elettorale? Noi si! Prima i sardi era lo slogan scelto per accentrare il consenso su di loro. E i sardi ci hanno creduto. Ma si sa, i fatti dicono più delle parole. I fatti oggi ci dicono che la Regione Sardegna è il fanalino di coda per numero di domande di Cassa Integrazione presentate sul numero totale pervenuto. I dati di ieri 30 aprile parlano di 570 domande presentate dalla Regione all’INPS su un totale di circa 29mila. Questo vuol dire che tantissime persone, in forte crisi a causa del Covid, non vedranno quanto dovuto prima di luglio, se non più tardi.»

E’ dura la critica della segreterie regionale di Articolo 1 alla Giunta regionale guidata da Christian Solinas.

«Prima i Sardi??? ci credete ancora??? Noi non ci credevamo allora e oggi abbiamo le prove che facciamo bene a non crederci – aggiunge la segreteria regionale di Articolo 1 -. Più passa il tempo più si sta palesando la sottomissione del Governo regionale alle direttive che arrivano dal nord, che sono finalizzate alla mera propaganda senza nessun interesse per la vita degli abitanti della Sardegna. In un giorno come oggi, 1 Maggio, oltre a stringerci intorno a tutte le lavoratrici e i lavoratori in difficoltà, ci sentiamo obbligati a richiamare la Regione ai suoi veri compiti. Pensi ai sardi, ma ci pensi davvero. La campagna elettorale è finita, la crisi purtroppo non solo non è finita ma è più forte di prima conclude la segreteria regionale di Articolo 1 -. Usate gli strumenti che vi son stati offerti. Non giocate sulla vita dei lavoratori e delle lavoratrici.»

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«Non è un caso il fatto di aver scelto la “festa dei lavoratori” per rendere pubbliche le nostre dichiarazioni in relazione all’emergenza che stiamo vivendo.»

Lo scrive, in una nota diffusa stamane, Valentina Pistis, capogruppo dei Riformatori Sardi nel Consiglio comunale di Iglesias.

«In un momento così complicato, dal punto di vista sanitario, sociale ed economico, non possiamo che stringerci alla nostra comunità e studiare tutte le misure necessarie e utili per la ripartenza – dice Valentina Pistis -. Mettiamo da parte le polemiche di questi ultimi mesi, l’unico obiettivo, oggi, è quello di arginare l’impatto economico di questa crisi sul fatturato del commercio, delle attività produttive e del turismo.»

«Con la collega Luisella Corda abbiamo studiato degli interventi mirati, si tratta di due mozioni che verranno discusse nel prossimo consiglio comunale del 8 maggio p.v., partendo dal nostro programma di governo che ci ha visto impegnate nelle amministrative del 2018 – aggiunge Valentina Pistis -. Sono provvedimenti seri, precisi e con copertura finanziaria, che intervengono a favore delle categorie colpite dalle restrizioni applicate per il Coronavirus. Attivare lo sportello dedicato alle attività produttive, implementare l’ufficio Europa, esonerare dal pagamento della tosap le attività di somministrazione alimenti e bevande, incentivando l’uso di spazi esterni, sono tutte misure che si possono immediatamente mettere in pratica.»

«Il momento degli slogan è terminato, il fondo del barile raschiatoconclude Valentina Pistis -, oggi la nostra priorità è quella di far ripartire il tessuto economico della città a prescindere dalle maggioranze o dalle minoranze, nell’esclusivo interesse dei cittadini.»

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Questo Primo Maggio 2020 non è giorno da festeggiare, è la giornata per fare il punto della situazione e capire cosa ancora non è stato fatto e perché.
La risposta è semplice: oggi che siamo ancora alle prese con il Coronavirus e all’orizzonte non si vede la sua definitiva sconfitta, dobbiamo ahimè riflettere su quello che la Pandemia ha prodotto.
Oggi, una data importante, siamo qui a confrontarci con una realtà terrificante.
Il Lavoro che non c’è, un Paese demolito, un Governo che ancora non ha messo in cantiere iniziative concrete volte a dare una svolta sociale, anche perché il tempo è scaduto.
È vero che dal 4 maggio oltre quattro milioni di persone torneranno al lavoro con le dovute precauzioni, indossando mascherine, guanti. thermo scanner, distanziamenti. È solo una parte del mondo lavoro che riprende e ci dà nuovamente un’apparente forma di normalità.
Il quadro nazionale è veramente disarmante ed una nuova ripresa è ancora lontana ma non dobbiamo dimenticare, in questo frangente, il lavoro encomiabile di medici ed infermieri che stanno operando nella lotta al Coronavirus.
Il Primo Maggio deve essere dedicato interamente a loro, un giusto e dovuto riconoscimento.
Operatori della Sanità a tutto tondo e non dobbiamo mai dimenticare che il loro sacrificio è valso ad arginare, per quanto possibile, la pandemia.
Indubbiamente, tanto ci sarebbe da dire e, soprattutto, sottolineare quanto c’è da fare nell’immediato.
Credo sia necessario non dimenticare che cosa è diventato il panorama socio-economico, praticamente un dramma nel dramma.
Un Primo Maggio che non può e non dev’essere dimenticato, il ricordo delle bare, innumerevoli, allineate, è vivo in noi il lungo e mesto corteo delle bare trasportate dai camion militari e lo strazio dei familiari che non hanno potuto dare l’ultimo saluto ai loro cari.
Anche noi Sardi siamo testimoni della pandemia, anche noi abbiamo avuto i nostri morti, anche se fortunatamente in numero nettamente inferiore rispetto a Regioni come la Lombardia, Piemonte, Veneto, Emilia Romagna.
Il Primo Maggio sardo sarà ancora una volta una giornata che non verrà dimenticata per la situazione disastrosa determinata dal Coronavirus e dal lavoro che mettono in risalto impietosamente cosa siamo e cosa è successo.
Certamente, questo giorno rimarrà indelebile nei nostri cuori e nelle nostre menti, uno tsunami che nel suo attraversare ha mietuto vittime, tantissime, e che ha messo in luce i nostri limiti ma, soprattutto, le nostre fragilità, ponendoci di fronte ad una realtà che mai avremmo immaginato di conoscere.
Auguriamoci che questa Pandemia termini quanto prima possibile ma molto dipenderà dal nostro comportamento e quindi dal rispetto delle disposizioni che ci sono state impartite da Governo e Regione.
Coraggio, ce la faremo, noi Italiani abbiamo riscoperto di avere un ruolo importante nella società e l’unità che abbiamo dimostrato conferma la nostra grandezza.
A voi Lavoratori anonimi della Sanità, del Volontariato, a voi Forze dell’Ordine, a voi Volontari, a voi vada il nostro ringraziamento.
Grazie e Buon Primo Maggio!
Armando Cusa

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Il prof. Robert Gallo è il più grande virologo vivente. Oggi i giornali riferiscono la sua opinione sul metodo da usare per uscire dall’epidemia. Egli sostiene: «Vacciniamo tutti contro la poliomielite e vedremo crollare la curva dei COVID positivi».

Questa è un’opinione. I giornali ci sommergono di opinioni. Spesso sono contrastanti. Per esempio qualcuno dice che la idrossiclorochina fa guarire, altri dicono: «No, ci uccide».

Le opinioni generano confusione e frustrazione.

Dobbiamo distinguere 3 tipi di notizie.

  • Quelle che provengono da opinioni.
  • Quelle che provengono da ipotesi.
  • La rivelazione di scoperte scientifiche.

La differenza sta in questo:

  • L’opinione è un’idea personale senza basi scientifiche,
  • L’ipotesi è un progetto che propone lo scienziato per la ricerca di una verità.

La scoperta scientifica, è la risultanza di una ricerca eseguita col metodo galileiano e cartesiano della prova e controprova. Il risultato del laboratorio di ricerca viene poi sottoposto alla revisione di più laboratori diretti da esperti mondiali. Alla fine si pubblica il risultato in riviste ufficiali.

Vi sono poi le verità inconfutabili, come le verità matematiche. Per esempio, è vero che il risultato della somma 2+2 è 4. Questa è una verità che non ha bisogno di prove di laboratorio.

Vi sono poi le verità storiche. Per esempio è vero che la Rivoluzione Francese iniziò nel 1789. Oppure è vero che Napoleone morì il 5 maggio 1821. Queste sono verità certificate dagli storici.

Oggi abbiamo un bisogno impellente di verità, e non di opinioni, perché dobbiamo prendere decisioni che cambieranno radicalmente la vita nostra e dei nostri cari.

Le verità disponibili sul Coronavirus sono molto poche. Si basano su dati empirici e non prevedono il futuro, esse sono:

  • A – il Coronavirus SARS2-COV19 è uno sconosciuto. Attualmente sono classificati circa 5.000 virus. Sappiamo che ne esistono ancora milioni, del tutto sconosciuti, da scoprire.
  • B – Non avendo avuto mai contatti con questo virus, la Specie Umana non ha difese immunitarie specifiche ma solo quelle generiche della risposta infiammatoria.
  • C – Si diffonde per via respiratoria.
  • D – L’80 per cento dei  contagiati ha pochi sintomi, o addirittura non ne ha.
  • E – Il restante 20 per cento, che finisce in terapia intensiva, si distingue in due gruppi. L’11,2 per cento guarisce, l’8,8 per cento muore.
  • F – In quel 11,2 per cento di guariti possono residuare sequele come la “fibrosi polmonare”. La degenza è molto lunga – 1 o 2 mesi -.
  • G – Non esistono farmaci efficaci contro il virus.
  • H – Esistono farmaci eccellenti contro il processo infiammatorio e la tempesta citochinica.
  • I – I primi due mesi di epidemia hanno provocato il collasso della Nazioni più potenti del Mondo.
  • L – Il vettore del virus è l’uomo.
  • M – L’unico modo per non contrarre la malattia è isolarsi dagli altri uomini.
  • N – E’ vero che ci sono 115 vaccini pronti per la Fase III ma non se ne  conosce l’efficacia.
  • O – Il 20 febbraio 2020 fu documentato il 1° caso a Codogno.
  • P – Oggi i casi accertati con tampone, perché sintomatici, sono 270.000. Di questi ne sono deceduti 23.000. Guariti 60.000.
  • Q – Non sappiamo quanti siano i portatori sani ancora asintomatici. Secondo l’Imperial College di Londra ed il prof. Galli del Sacco di Milano, dovrebbero essere alcuni milioni.
  • R – I pazienti sintomatici ricoverati sono, paradossalmente, meno pericolosi perché in isolamento.
  • S – Gli “asintomatici” portatori e quelli con la malattia in incubazione sono “molto pericolosi”. Da essi verrà il prossimo contagio.
  • T – L’unico modo per individuare i portatori-diffusori del virus è: fare il tampone a tutta la popolazione attuando un “censimento” dei portatori.

***

Gli elementi che disturbano nella valutazione dei provvedimenti da prendere sono le troppe opinioni e le troppe ipotesi senza fondamento scientifico. Per esempio, la dichiarazione martellante che con il caldo l’epidemia si attenuerà, perché i virus respiratori temono il caldo estivo. E’ un’opinione. Nessuno può dire oggi, come si comporterà il virus col caldo estivo.

La storia dice che la seconda ondata mortifera di Epidemia Spagnola del 1919 avvenne proprio d’estate.

Detto questo, le uniche difese che abbiamo sono: il distanziamento sociale, le mascherine, i guanti e l’isolamento.

Oggi, se uno di noi entra in un negozio non sa se gli altri clienti ed i venditori siano COVID positivi. Nel sospetto, dobbiamo portare sempre la mascherina ed i guanti, e mantenere le distanze. Così pure i venditori e gli altri clienti non sanno se noi siamo COVID positivi, per questo devono portare anch’essi la mascherina ed i guanti. Al rientro in macchina, dobbiamo disinfettare le nostre mani guantate ed il volante con gel alcoolico.

Questa precauzione riduce di 38 volte la possibilità di essere infettati, ma non elimina il rischio.

La situazione sarebbe del tutto diversa se noi, negli ultimi 7 giorni, avessimo fatto il tampone nasofaringeo per la ricerca dello Rna virale ed avessimo un referto di laboratorio che certifichi lo stato di COVID-Free.

Se anche gli altri clienti fossero tutti COVID-Free e lo fosse anche il venditore, ci sentiremmo sicuri e svolgeremmo le nostre attività commerciali con la necessaria cura del rapporto umano.

Naturalmente questo ragionamento dei tamponi a tappeto si dovrebbe estendere a tutte le imprese, agli uffici pubblici e privati, agli ospedali, alle scuole, ai mezzi di trasporto, ai teatri, ai ristoranti, agli alberghi, etcetera.

Questa affermazione non è un’opinione ma un’ipotesi scientifica, ampiamente sperimentata in Veneto. In quella regione, dove vennero individuate le prime Zone Rosse, oggi quei centri urbani sono COVID-Free.

Gli Istituti di Virologia pubblici stanno mappando tutti gli abitanti. Fino a ieri, i laboratori veneti stavano usando macchine che eseguivano 9.000 test al dì. Attualmente hanno messo in attività macchine olandesi che eseguono 30.000 test al dì. 

Analisi di un ipotetico screening adottabile anche nel Sulcis Iglesiente.

Il Sulcis Iglesiente ha avuto, fino a pochi decenni fa, un Sistema sanitario completo. Vi erano gli ospedali per le malattie mediche e chirurgiche generalied un altro ospedale nato per contenere un’altra malattia respiratoria contagiosa. Era l’ospedale Crobu, Preventorio anti TBC.

Oggi abbiamo in attività gli ospedali Sirai e CTO per le malattie non contagiose. L’Amministrazione comunale di Iglesias ha indicato il Santa Barbara come ospedale COVID.

Abbiamo ancora disponibile l‘ospedale-residence Crobu per i portatori sani.

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  Contro questa Epidemia, che sta uccidendo gli uomini e l’economia, dobbiamo rapidamente attrezzarci.

In passato, per individuare i portatori sani di TBC si eseguivano questi test di screening:

  • RX torace,
  • Tubercolino-reazione intradermica secondo Mantoux,
  • Coltura delle secrezioni bronchiali per Bacilli di Koch.

Con questi referti il soggetto portatore veniva identificato ed inviato all’isolamento.

L’isolamento serviva a:

  • Salvaguardare la famiglia,
  • Salvaguardare i colleghi di lavoro,
  • Salvaguardare il prossimo.

Ciò venne fatto con successo e la TBC, che era endemica nel Sulcis Iglesiente, fu debellata.

In Veneto stanno seguendo lo stesso percorso.

Oggi non dobbiamo inventare proprio niente: si deve individuare ed isolare il portatore.

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Se oggi, Primo Maggio 2020, acquistassimo lo strumento d’analisi dello RNA virale, di fabbricazione olandese, e lo affidassimo ai nostri laboratori, si potrebbe iniziare subito la ricerca a tappeto dei portatori in incubazione. Non abbiamo bisogno di nessuno, tranne che di un maggiore impegno dei medici di base, che verrebbero sacrificati per almeno un mese.

Nell’arco di una settimana, potremmo avere una mappa esatta dei portatori del virus ed avviarli alle cure.

Dopo 14 giorni, si ripeterebbe l’indagine per cercare i casi sfuggiti  al primo filtro.

Con la mappa in mano, potenziata dalla app Immuni, sapremmo tutti che nei negozi, nei ristoranti, negli alberghi, non correremmo rischi seri. Mascherine e guanti sarebbero, comunque, un valido supplemento.

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In questa ipotesi, saremmo più liberi di ridare vita alle attività produttive, ai servizi e, soprattutto, all’attività turistica. Le nostre imprese turistiche fornirebbero un “valore aggiunto” inestimabile: il territorio COVID-Free.

Naturalmente il turista, presentandosi in Sardegna dopo aver eseguito i controlli di laboratorio, troverebbe qui un Sistema sanitario del Sulcis Iglesiente pronto a prenderlo in carico verificando, durante la sua permanenza, la sua integrità virologica. Cosa che gli farebbe un immenso piacere.

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Dobbiamo cambiare rotta nella Sanità: chiudere per sempre la centralizzazione del servizio sanitario a Cagliari e riportare i Servizi nel Territorio. 

Mario Marroccu