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Il prof. Robert Gallo è il più grande virologo vivente. Oggi i giornali riferiscono la sua opinione sul metodo da usare per uscire dall’epidemia. Egli sostiene: «Vacciniamo tutti contro la poliomielite e vedremo crollare la curva dei COVID positivi».
Questa è un’opinione. I giornali ci sommergono di opinioni. Spesso sono contrastanti. Per esempio qualcuno dice che la idrossiclorochina fa guarire, altri dicono: «No, ci uccide».
Le opinioni generano confusione e frustrazione.
Dobbiamo distinguere 3 tipi di notizie.
- Quelle che provengono da opinioni.
- Quelle che provengono da ipotesi.
- La rivelazione di scoperte scientifiche.
La differenza sta in questo:
- L’opinione è un’idea personale senza basi scientifiche,
- L’ipotesi è un progetto che propone lo scienziato per la ricerca di una verità.
La scoperta scientifica, è la risultanza di una ricerca eseguita col metodo galileiano e cartesiano della prova e controprova. Il risultato del laboratorio di ricerca viene poi sottoposto alla revisione di più laboratori diretti da esperti mondiali. Alla fine si pubblica il risultato in riviste ufficiali.
Vi sono poi le verità inconfutabili, come le verità matematiche. Per esempio, è vero che il risultato della somma 2+2 è 4. Questa è una verità che non ha bisogno di prove di laboratorio.
Vi sono poi le verità storiche. Per esempio è vero che la Rivoluzione Francese iniziò nel 1789. Oppure è vero che Napoleone morì il 5 maggio 1821. Queste sono verità certificate dagli storici.
Oggi abbiamo un bisogno impellente di verità, e non di opinioni, perché dobbiamo prendere decisioni che cambieranno radicalmente la vita nostra e dei nostri cari.
Le verità disponibili sul Coronavirus sono molto poche. Si basano su dati empirici e non prevedono il futuro, esse sono:
- A – il Coronavirus SARS2-COV19 è uno sconosciuto. Attualmente sono classificati circa 5.000 virus. Sappiamo che ne esistono ancora milioni, del tutto sconosciuti, da scoprire.
- B – Non avendo avuto mai contatti con questo virus, la Specie Umana non ha difese immunitarie specifiche ma solo quelle generiche della risposta infiammatoria.
- C – Si diffonde per via respiratoria.
- D – L’80 per cento dei contagiati ha pochi sintomi, o addirittura non ne ha.
- E – Il restante 20 per cento, che finisce in terapia intensiva, si distingue in due gruppi. L’11,2 per cento guarisce, l’8,8 per cento muore.
- F – In quel 11,2 per cento di guariti possono residuare sequele come la “fibrosi polmonare”. La degenza è molto lunga – 1 o 2 mesi -.
- G – Non esistono farmaci efficaci contro il virus.
- H – Esistono farmaci eccellenti contro il processo infiammatorio e la tempesta citochinica.
- I – I primi due mesi di epidemia hanno provocato il collasso della Nazioni più potenti del Mondo.
- L – Il vettore del virus è l’uomo.
- M – L’unico modo per non contrarre la malattia è isolarsi dagli altri uomini.
- N – E’ vero che ci sono 115 vaccini pronti per la Fase III ma non se ne conosce l’efficacia.
- O – Il 20 febbraio 2020 fu documentato il 1° caso a Codogno.
- P – Oggi i casi accertati con tampone, perché sintomatici, sono 270.000. Di questi ne sono deceduti 23.000. Guariti 60.000.
- Q – Non sappiamo quanti siano i portatori sani ancora asintomatici. Secondo l’Imperial College di Londra ed il prof. Galli del Sacco di Milano, dovrebbero essere alcuni milioni.
- R – I pazienti sintomatici ricoverati sono, paradossalmente, meno pericolosi perché in isolamento.
- S – Gli “asintomatici” portatori e quelli con la malattia in incubazione sono “molto pericolosi”. Da essi verrà il prossimo contagio.
- T – L’unico modo per individuare i portatori-diffusori del virus è: fare il tampone a tutta la popolazione attuando un “censimento” dei portatori.
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Gli elementi che disturbano nella valutazione dei provvedimenti da prendere sono le troppe opinioni e le troppe ipotesi senza fondamento scientifico. Per esempio, la dichiarazione martellante che con il caldo l’epidemia si attenuerà, perché i virus respiratori temono il caldo estivo. E’ un’opinione. Nessuno può dire oggi, come si comporterà il virus col caldo estivo.
La storia dice che la seconda ondata mortifera di Epidemia Spagnola del 1919 avvenne proprio d’estate.
Detto questo, le uniche difese che abbiamo sono: il distanziamento sociale, le mascherine, i guanti e l’isolamento.
Oggi, se uno di noi entra in un negozio non sa se gli altri clienti ed i venditori siano COVID positivi. Nel sospetto, dobbiamo portare sempre la mascherina ed i guanti, e mantenere le distanze. Così pure i venditori e gli altri clienti non sanno se noi siamo COVID positivi, per questo devono portare anch’essi la mascherina ed i guanti. Al rientro in macchina, dobbiamo disinfettare le nostre mani guantate ed il volante con gel alcoolico.
Questa precauzione riduce di 38 volte la possibilità di essere infettati, ma non elimina il rischio.
La situazione sarebbe del tutto diversa se noi, negli ultimi 7 giorni, avessimo fatto il tampone nasofaringeo per la ricerca dello Rna virale ed avessimo un referto di laboratorio che certifichi lo stato di COVID-Free.
Se anche gli altri clienti fossero tutti COVID-Free e lo fosse anche il venditore, ci sentiremmo sicuri e svolgeremmo le nostre attività commerciali con la necessaria cura del rapporto umano.
Naturalmente questo ragionamento dei tamponi a tappeto si dovrebbe estendere a tutte le imprese, agli uffici pubblici e privati, agli ospedali, alle scuole, ai mezzi di trasporto, ai teatri, ai ristoranti, agli alberghi, etcetera.
Questa affermazione non è un’opinione ma un’ipotesi scientifica, ampiamente sperimentata in Veneto. In quella regione, dove vennero individuate le prime Zone Rosse, oggi quei centri urbani sono COVID-Free.
Gli Istituti di Virologia pubblici stanno mappando tutti gli abitanti. Fino a ieri, i laboratori veneti stavano usando macchine che eseguivano 9.000 test al dì. Attualmente hanno messo in attività macchine olandesi che eseguono 30.000 test al dì.
Analisi di un ipotetico screening adottabile anche nel Sulcis Iglesiente.
Il Sulcis Iglesiente ha avuto, fino a pochi decenni fa, un Sistema sanitario completo. Vi erano gli ospedali per le malattie mediche e chirurgiche generali, ed un altro ospedale nato per contenere un’altra malattia respiratoria contagiosa. Era l’ospedale Crobu, Preventorio anti TBC.
Oggi abbiamo in attività gli ospedali Sirai e CTO per le malattie non contagiose. L’Amministrazione comunale di Iglesias ha indicato il Santa Barbara come ospedale COVID.
Abbiamo ancora disponibile l‘ospedale-residence Crobu per i portatori sani.
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Contro questa Epidemia, che sta uccidendo gli uomini e l’economia, dobbiamo rapidamente attrezzarci.
In passato, per individuare i portatori sani di TBC si eseguivano questi test di screening:
- RX torace,
- Tubercolino-reazione intradermica secondo Mantoux,
- Coltura delle secrezioni bronchiali per Bacilli di Koch.
Con questi referti il soggetto portatore veniva identificato ed inviato all’isolamento.
L’isolamento serviva a:
- Salvaguardare la famiglia,
- Salvaguardare i colleghi di lavoro,
- Salvaguardare il prossimo.
Ciò venne fatto con successo e la TBC, che era endemica nel Sulcis Iglesiente, fu debellata.
In Veneto stanno seguendo lo stesso percorso.
Oggi non dobbiamo inventare proprio niente: si deve individuare ed isolare il portatore.
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Se oggi, Primo Maggio 2020, acquistassimo lo strumento d’analisi dello RNA virale, di fabbricazione olandese, e lo affidassimo ai nostri laboratori, si potrebbe iniziare subito la ricerca a tappeto dei portatori in incubazione. Non abbiamo bisogno di nessuno, tranne che di un maggiore impegno dei medici di base, che verrebbero sacrificati per almeno un mese.
Nell’arco di una settimana, potremmo avere una mappa esatta dei portatori del virus ed avviarli alle cure.
Dopo 14 giorni, si ripeterebbe l’indagine per cercare i casi sfuggiti al primo filtro.
Con la mappa in mano, potenziata dalla app Immuni, sapremmo tutti che nei negozi, nei ristoranti, negli alberghi, non correremmo rischi seri. Mascherine e guanti sarebbero, comunque, un valido supplemento.
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In questa ipotesi, saremmo più liberi di ridare vita alle attività produttive, ai servizi e, soprattutto, all’attività turistica. Le nostre imprese turistiche fornirebbero un “valore aggiunto” inestimabile: il territorio COVID-Free.
Naturalmente il turista, presentandosi in Sardegna dopo aver eseguito i controlli di laboratorio, troverebbe qui un Sistema sanitario del Sulcis Iglesiente pronto a prenderlo in carico verificando, durante la sua permanenza, la sua integrità virologica. Cosa che gli farebbe un immenso piacere.
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Dobbiamo cambiare rotta nella Sanità: chiudere per sempre la centralizzazione del servizio sanitario a Cagliari e riportare i Servizi nel Territorio.
Mario Marroccu