23 November, 2024
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La Sardegna continua il suo percorso di superamento dell’emergenza Coronavirus. Per il sesto giorno consecutivo nell’Isola non sono stati registrati nuovi casi positivi e per il quarto giorno, nessun decesso.

Nelle ultime 24 ore sono stati eseguiti molti più tamponi rispetto ai due giorni precedenti, 1.326 (totale 53.294) e sono stati testati più casi, 1.082 (totale 45.745).

Invariato sia il numero dei pazienti ricoverati con sintomi, 41, sia quello dei ricoverati in terapia intensiva, 2. Sono diminuite ancora le persone in isolamento domiciliare, 172 (ieri erano 181) e gli attualmente positivi, 215 (ieri erano 224). 1.010 i dimessi/guariti, 10 più di ieri.

 

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Sarà presentato venerdì 29 maggio con un seminario online il programma di Sardegna RicercheMicroincentivi per l’innovazione che aiuta le imprese sarde finanziando con contributi fino a 15.000 euro l’acquisto di servizi di consulenza e di sostegno all’innovazione.
I lavori del seminario saranno aperti alle 10.00 dalla Commissaria straordinaria di Sardegna Ricerche, Maria Assunta Serra, che descrive così la principale novità del programma:
«Questa terza edizione del programma viene a cadere in un momento molto particolare per le nostre imprese, a causa della pandemia Covid-19. Abbiamo quindi pensato di introdurre un tema d’attività specifico per gli interventi volti ad affrontare e gestire, nel breve e nel medio termine i rischi connessi all’emergenza sanitaria.
In questa categoria ricadono gli interventi più legati all’emergenza in corso, come la riconversione produttiva per soddisfare la domanda di dispositivi di protezione e l’adozione di misure di contenimento del contagio, ma anche quelli necessari a garantire la ripartenza dell’economia post-pandemia, innovando i prodotti ed i servizi per adattarli alla nuova quotidianità.»

Il bando è rivolto alle micro, piccole e medie imprese attive in Sardegna in numerosi settori, come quello manifatturiero, dei servizi, commerciale, turistico e della valorizzazione del patrimonio artistico, culturale e naturale, con le esclusioni previste dai regolamenti comunitari sugli aiuti alle imprese (agricoltura primaria, pesca, acquacoltura, ecc.).
Oltre agli interventi Covid-19, particolare attenzione è rivolta in questa edizione al tema della valorizzazione della proprietà intellettuale (brevetti, design e marchi).
Sarà pertanto possibile presentare domanda di contributo per quattro categorie di progetti:

  • progetti standard: sviluppo di nuovi prodotti e processi;
  • interventi Covid-19: sviluppo di soluzioni e tecnologie in grado di rispondere alle nuove esigenze, individuali e collettive, derivate dall’emergenza epidemiologica;
  • valorizzazione di titoli di proprietà industriale: sviluppo o miglioramento di prodotti e processi basati su un’invenzione brevettata, o su un disegno o marchio registrato;
  • assistenza e informazione in tema di proprietà intellettuale: consulenza e costi amministrativi relativi ai questi servizi.

In generale, i servizi finanziabili possono riguardare le attività necessarie alla messa a punto di un nuovo prodotto o processo: progettazione e definizione di specifiche tecniche, prototipazione fisica o virtuale, prove tecniche di laboratorio e test, certificazione di prodotto, tutela della proprietà intellettuale della nuova soluzione.

L’aiuto massimo previsto per ogni progetto è pari a 15.000 euro, che possono essere impiegati per coprire l’80% dei costi ammissibili. L’intensità dell’aiuto può arrivare sino al 100% nel caso degli interventi “Covid-19” e della valorizzazione di brevetti, disegni e marchi.

Lo stanziamento iniziale di 700.000 euro proviene dalla programmazione regionale e dal Fondo europeo di sviluppo regionale (POR-FESR Sardegna 2014-2020). La procedura è di tipo valutativo “a sportello”.
Le domande potranno essere presentate sul portale regionale SIPES, dalle ore 12:00 del prossimo 5 giugno e fino al 31 dicembre 2020.

La scheda d’iscrizione al webinar, il bando completo e il catalogo dei servizi ammissibili sono disponibili sul sito web di Sardegna Ricerche (www.sardegnaricerche.it). Per ulteriori informazioni ci si può rivolgere alla responsabile del procedimento, Mara Mangia (email: mangia@sardegnaricerche.it).

Per comodità di consultazione, riportiamo di seguito l’elenco non esaustivo degli “Interventi Covid-19” ammissibili:

1. Servizi a supporto del settore emergente delle protezioni:

  • progettazione/prototipazione di nuovi dispositivi di protezione individuale DPI (p. es.: mascherine, occhiali, visiere, ecc.) e relativi accessori;
  • progettazione/prototipazione di prodotti e dispositivi di protezione non DPI e relative parti/pezzi di ricambio, realizzabili rapidamente e con materiali di facile reperibilità, preferibilmente riutilizzabili, sanificabili, sterilizzabili, smontabili;
  • sviluppo di nuovi prodotti ecosostenibili per l’igiene e la cura personale o degli ambienti domestici;
  • sviluppo di prodotti o strumenti per la sanificazione di ambienti di lavoro;
  • certificazione di prodotto, marcatura CE/DPI, test di laboratorio;
  • assistenza e accompagnamento sui temi della riconversione, anche parziale, di imprese verso la produzione di DPI o comunque di prodotti e servizi “covid fighter”;
  • servizi per la riconversione (progettazione di nuove linee di prodotto/processo che tenga conto della normativa di riferimento).

2. Sviluppo di soluzioni per il contenimento del contagio negli ambienti domestici e di lavoro.

  • sviluppo di sistemi destinati alle protezione delle categorie più fragili (anziani, bambini, persone con disabilità o patologie croniche) nella propria abitazione o in strutture di accoglienza;
  • sviluppo di sistemi per l’aggiornamento dei processi di lavoro (sia da remoto che in presenza);
  • progettazione di postazioni tecnologiche per nuove modalità lavorative, anche per il commercio;
  • sviluppo di piattaforme di comunicazione e condivisione, intra o extra-aziendali, o di web-app specificatamente destinate al commercio, anche “da asporto”, con funzionalità di gestione delle code.

3. Servizi per la progettazione della fase post-confinamento (per vivere la nuova quotidianità e rilanciare l’economia regionale).

  • sviluppo di soluzioni tecnologiche e organizzative per la fruizione di servizi ed eventi nei luoghi di socializzazione e di intrattenimento, anche all’aperto, quali cinema, teatri, musei, ristoranti, bar, palestre, alberghi, stabilimenti balneari, ecc.;
  • sviluppo di sistemi per monitorare e gestire il distanziamento, fisico o temporale, delle persone nei vari ambiti di fruizione dei servizi;
  • sviluppo di design degli spazi di relazione (DSR) negli ambienti di lavoro e delle attività ricreative;
  • realizzazione di nuovi servizi per l’“addio alla globalizzazione” e il ripristino delle lavorazioni locali, industriali, artigianali o di servizi;
  • servizi per il settore agroalimentare (es: accorciamento delle filiere, nuove modalità di produzione e distribuzione prodotti km 0, sistemi per la tracciabilità e la rintracciabilità dei prodotti agroalimentari);
  • progettazione di nuovi servizi turistici e d’intrattenimento.

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Fatto inedito nella prassi consiliare consolidata, anche l’audizione della rappresentanza delle agenzie formative, come quella con le rappresentanze sindacali sulle misure lavoro della giunta, entrambe previste in sequenza nel pomeriggio odierno, è stata disertata dai componenti consiglieri di maggioranza, rendendo invalida e quindi impraticabile la riunione stessa, che pertanto non ha potuto discutere i temi importanti all’ordine del giorno: «Problematiche del sistema della Formazione professionale in Sardegna nell’emergenza sanitaria, proposte di intervento».

Tuttavia, come CISL Sarda riteniamo utile intervenire nel dibattito e proporre una riflessione su un tema cosi decisivo per la vita delle persone e delle nostre comunità.

Le conseguenze dell’emergenza sanitaria, e delle decisioni adottate per contrastare il Coronavirus sul versante economico e sociale, sono pesantissime. Lo attestano i principali indicatori economici e sociali, ma soprattutto sono visibili nel diffuso e consistente disagio espresso da gran parte della popolazione, e di quanti attendono di ricevere le provvidenze messe in campo dal Governo.

Sono indispensabili dunque misure strutturali in grado di sostenere le imprese, ma evitando che i decreti governativi portino a un loro ulteriore ed eccessivo indebitamento nel tentativo di rafforzare la loro ricapitalizzazione. Si tratta invece di potenziare la struttura imprenditoriale e il loro capitale per fare ripartire una fase espansiva dell’economia, insieme a politiche attive del lavoro e formative promosse, in questo caso, dalla Regione, e utili a rispondere, sul lato dell’offerta, all’acquisizione ed aggiornamento di competenze e ai bisogni di una parte consistente della popolazione.

La fase recessiva in corso non sarà purtroppo di breve durata, e sul mercato del lavoro è fondamentale allora immettere adeguate misure di politiche attive.

La formazione professionale svolge, in questo contesto, una funzione insostituibile nel mondo del lavoro e nelle stesse politiche attive. E’ indispensabile che l’una e le altre siano di nuovo operative, con maggiori risorse e con tempi attuativi brevissimi, per incidere positivamente sulle conseguenze prodotte dalla lunga sospensione produttiva, e in un’economia peraltro da tempo in grande difficoltà.

La Regione Sardegna, in questa direzione, deve rendere visibile e operativo un programma aggiuntivo di misure e attività formative, con protocolli sanitari e di prevenzione utili a garantire la piena operatività delle Agenzie formative, in aula con lezioni frontali, e di partecipazione alle attività pratiche e di laboratorio. Senza ovviamente escludere, laddove necessario, la formazione in Fad e in E-learning, con gli indispensabili sostegni finanziari alle agenzie e all’utenza per i costi sostenuti a causa della sospensione dell’attività, e per quelli conseguenti al ri-orientamento dell’attività didattica e organizzativa. Sul versante dei costi conseguenti al lungo blocco delle attività, che sostanzialmente ancora perdura, e chissà per quanto tempo ancora, né il Governo né la Regione hanno predisposto specifici interventi a sostegno. Le misure sul credito d’imposta e i benefici previsti per le imprese hanno infatti limitazioni e procedure complesse che non li rendono facilmente praticabili per le Agenzie formative. Diversamente dalla scuola dove i costi sono ovviamente e interamente a carico della spesa statale.

Si tratta invece di mettere in campo, da parte della Regione, delle iniziative e degli atti a favore della formazione, quale settore strategico per il lavoro e lo sviluppo, necessitati dall’emergenza in atto, e peraltro rispondenti ai documenti programmatici dell’attuale Giunta, che nel Programma Regionale di Sviluppo 2020-2024, approvato con delibera il 5 marzo 2020, così lo titolava: «L’identità che si costruisce nel fare per creare valore e sviluppo sostenibile per i Sardi e la Sardegna».

Il fare, relativamente alla formazione professionale, veniva indicato nel capitolo “Principali ambiti d’intervento” e nel sottotitolo “L’identità professionale”, con la seguente dicitura a carattere programmatico: «…La Regione si pone l’obiettivo di rafforzare l’identità professionale come strumento e mezzo per garantire migliori condizioni di vita.(…..) Tutto ciò andrà effettuato attraverso un rafforzamento delle competenze e delle qualifiche professionali finalizzate alla creazione di posti di lavoro…».

Oggi, il fare significa sostanzialmente tre cose: rendere subito operativa la ripartenza delle attività formative con modalità frontale, e con i dispositivi di sicurezza, garantire da parte della Regione la copertura dei costi dovuti all’emergenza sanitaria e anche l’adozione della rendicontazione a costi standard, la pubblicazione di avvisi e bandi per nuove attività formative e di supporto soprattutto alle politiche attive del lavoro e a quelle inclusive sul piano sociale.

Più di una Regione ha già dato precise indicazioni con protocolli utili a una sicura ripartenza delle attività in aula e nei laboratori, mentre sulla copertura dei costi causati dall’emergenza è urgente uno specifico provvedimento, da valutare se in sede legislativa o se con atto amministrativo, da parte dell’Assessorato del Lavoro.

Sul versante delle nuove attività è necessario avviare subito gli avvisi relativi al programma ASSIST per le categorie più in difficoltà sul piano sociale (alleanze strategiche per lo sviluppo dell’innovazione sociale nei territori della Sardegna) e TVB (Tirocini, Voucher, Bonus), e un programma straordinario formativo di aggiornamento, orientamento, qualificazione, riqualificazione, ed eventuale accompagnamento e ricollocazione di quanti usufruiscono dei benefici di integrazione del reddito e assistenziali, in capo ai provvedimenti varati per contrastare l’emergenza sanitaria e le sue conseguenze sul piano sociale ed economico.

In questa direzione, più volte, si sono espresse le rappresentanze delle Agenzie formative, ma, per ora, senza risultati.

Eppure si è di fronte a un mercato del lavoro che ha impattato in dimensioni senza precedenti con l’emergenza sanitaria, a un crollo della domanda di lavoro, a un impoverimento di intere categorie sociali, a una difficoltà diffusa e consistente di tenere in vita la propria intrapresa in tutti i territori dell’Isola, pena un forte e forse insostenibile indebitamento.

Le misure di integrazione del reddito, necessarie e da garantire velocemente a tutti i richiedenti, non sono reiterabili per lunghissimo tempo, vuoi per i costi a gravare sull’INPS e sul debito pubblico, e perché l’attività produttiva e dei servizi deve riprendere quanto prima. In tutti casi, lo si deve ancora sottolineare, almeno una parte delle migliaia di lavoratori coinvolti necessitano di adeguati servizi all’impiego, di attività di tutoraggio e accompagnamento al lavoro, e di attività formativa.

Gavino Carta

Segretario Generale

Cisl Sardegna

 

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Il Gruppo consiliare Movimento 5 Stelle terrà una conferenza stampa domani, giovedì 28 maggio, alle ore 10.30, nella sala stampa del Consiglio regionale «per presentare l’insostenibile situazione di difficoltà in cui si trova a operare la II Commissione permanente del Consiglio regionale» (Commissione Lavoro, cultura, formazione professionale, istruzione, beni e attività culturali, identità linguistiche, informazione) a causa della costante mancata partecipazione di alcuni componenti della maggioranza alle sedute convocate.

La conferenza si terrà nel rispetto delle misure di distanziamento sociale indicate dall’Ufficio di Presidenza.

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«Quello che è accaduto oggi nella seconda Commissione consiliare, con i consiglieri di maggioranza che non si sono presentati per discutere con i sindacati l’attuazione dell’Intesa quadro siglata il 26 marzo scorso con la Regione è vergognoso. È con questo senso di responsabilità che vogliono affrontare l’emergenza che colpisce l’intero scenario economico sardo? Rifiutandosi di discutere con chi rappresenta miglia di cittadine e cittadini della Sardegna.»
Lo scrive, in una nota, Emanuele Cani, segretario regionale del Partito democratico.
«È necessario un attento esame di coscienza da parte dei responsabili di un gesto così grave. Faccio loro un appello perché rimedino tempestivamenteconclude Emanuele Cani -. E chiedano loro un incontro con le organizzazioni sindacali, si scusino ed accettino il confronto.»

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E’ saltata per la mancanza del numero legale la riunione della 2ª commissione, convocata questo pomeriggio alle 15.30 per svolgere una serie di audizioni in materia di scuola e lavoro (accordo sulla cassa integrazione). Il presidente Alfonso Marras (Riformatori sardi) per ben tre volte ha dovuto constatare l’assenza dei componenti appartenenti ai gruppi della maggioranza e incalzato dagli esponenti delle minoranze ha dovuto prima rinviare alle 16.32 e quindi alle 17.15, per annunciare poi, non senza disappunto, la convocazione della commissione a data da destinarsi.

Dure le proteste dei consiglieri dei gruppi delle opposizioni. «Sono indignata e perplessaha dichiarato Laura Caddeo dei Progressisti per la scarsa attenzione che la maggioranza riserva alla commissione e ai suoi lavori». Franco Stara (Progressisti) ha evidenziato «l’assenza di rispetto per la commissione nella sua interezza ed in particolare nei riguardi degli ospiti, invitati in audizione su temi assai rilevanti e pertinenti, come lo sono la situazione della scuola e l’attuazione dell’intesa sulla cassa integrazione.»

Gli altri due consiglieri della minoranza Piero Comandini (Pd) e Desirè Manca (M5S) hanno invece invitato esplicitamente il presidente della commissione a rassegnare le immediate dimissioni: «Non è la prima volta che il presidente Marras viene abbandonato in solitudine dalla sua traballante maggioranza di centro destra».

I gruppi del centrosinistra e del Movimento 5 Stelle hanno quindi preannunciato la convocazione di una conferenza stampa, domani (giovedì 28 maggio) alle 10.30, per denunciare «l’incresciosa situazione di crisi in seno alla Seconda commissione consiliare».

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L’ex centrale elettrica di Santa Caterina, monumento storico di quello che fu uno dei simboli dell’industrializzazione del Sulcis Iglesiente, si affaccia sul lato orientale della laguna di Sant’Antioco, all’interno del territorio comunale di San Giovanni Suergiu.

Entrata in funzione nel 1939, un anno dopo la fondazione della vicina Carbonia, è stata utilizzata fino al 1963, per poi chiudere definitivamente due anni dopo.

Fu proprio grazie all’avviamento del Bacino Carbonifero del Sulcis e all’utilizzo del vicino porto di Sant’Antioco che, la Società Mineraria Carbonifera Sarda, decise di costruire questa grande centrale termoelettrica. Il 1939 fu l’anno della sua inaugurazione, e la sua principale fonte di approvvigionamento era il carbone polverizzato ricavato dalle miniere del Sulcis.

Si componeva di quattro corpi di fabbrica, che custodivano i generatori di vapore, gli alternatori e i distillatori di acqua marina.

Enormi vasconi e una linea di canali, ancora evidenti, servivano a raccogliere e convogliare negli impianti l’acqua salmastra, indispensabile al funzionamento della struttura, che veniva prelevata direttamente dalle acque lagunari, su cui la centrale si affacciava. Il carbone che la alimentava veniva, invece, introdotto all’interno di due mulini, nei quali avveniva la macinazione, attraverso dei carrelli scorrevoli su rotaie,.

Durante la Seconda Guerra Mondiale, la centrale rappresentò un importantissimo centro di fornitura elettrica non solo per il Sulcis ma per l’intero cagliaritano, grazie ad un complesso collegamento in rete. Sempre nello stesso periodo storico, vide il dislocamento, nei suoi piazzali, di una batteria per la contraerea, formata da quattro mitragliatrici pesanti.

Terminata la guerra, dopo il 1950, la Centrale fu attrezzata di una quinta caldaia.

Allo stato attuale, la struttura appare ancora imponente e dotata di un’architettura estremamente affascinante, tanto da essere diventata meta privilegiata di appassionati dell’urban exploration.

Nel corso dei decenni sono stati presentati diversi progetti, non legati al campo dell’industria, per una possibile riqualificazione dell’area, ma i fondi necessari alla sistemazione del complesso frenano gli entusiasmi.

Il comune di San Giovanni Suergiu, a cui l’ex Centrale appartiene per territorio, non perde le speranze.

«E’ sicuramente una bellissima eredità che abbiamo avuto e che il nostro Comune possiedeafferma Elvira Usai, sindaco di San Giovanni Suergiu -. È un gioiello da valorizzare, da riportare in auge, vista la sua fama storica e di archeologia industriale. In questi primi cinque anni, ci siamo dati il tempo di pensare a come poterla rivalorizzare e a cosa poter fare di questa bellezza architettonica. Ovviamente, è un obiettivo molto importante da raggiungere, e quindi abbiamo la necessità di verificare tutte le fonti di finanziamento possibili sia in Regione che al Ministero, per poter avviare una fase progettuale degna di questo nome e dello stesso contributo storico che abbiamo ereditato.»

Intanto, la struttura resta affacciata, su quella laguna a cui porta anche un certo risalto, pregna della sua fama e del suo fascino storico, sempre pronta a farsi ammirare dal visitatore di passaggio così come dall’appassionato di edifici storici abbandonati.

Federica Selis

 

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«È come se fosse il D-Day europeo del 21° secolo, perché l’Europa ha scoperto la solidarietà e scommette su una politica comune per la rinascita dell’economia, per il sostegno ai cittadini e al lavoro, con uno sguardo ai prossimi anni ed all’eredità che lasceremo alle prossime generazioni.»

Lo ha detto il presidente del Parlamento europeo, David Sassoli, a seguito della presentazione del Piano per la Ripresa europeo.

Il presidente del Parlamento europeo ha continuato dicendo: «In questi mesi, il Parlamento è rimasto aperto e la sua voce è riuscita a condizionare la Commissione. Ringrazio la presidente Ursula Von der Leyen e i Commissari per averci ascoltato. Sono convinto – ha aggiunto David Sassoli – che le riunioni del Consiglio aggiungeranno nuove ambizioni. Noi ci batteremo per questo. I Governi devono capire che questa è la strada più conveniente. Noi vogliamo che intorno a questo progetto ci sia il massimo del consenso dei governi e dei cittadini. Dal Consiglio non deve uscire una proposta inferiore a quella che è stata presentata dalla Commissione al Parlamento.»

Infine, David Sassoli ha voluto rivolgere un «appello a difendere lo spazio europeo, non possiamo permetterci speculazioni o attacchi ai nostri asset strategici. Siamo in un momento delicato. Ecco perché abbiamo visto con soddisfazione il piano delle Commissione accogliere le nostre proposte, con l’ambizione di accompagnare la vita di tutti».

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La Presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha discusso in plenaria un Recovery Fund da 750 miliardi di euro, nell’ambito di un nuovo bilancio UE a lungo termine.

Dopo la presentazione delle nuove proposte da parte della Presidente della Commissione Ursula von der Leyen, e l’impegno, espresso dalla rappresentante croata del Consiglio dei ministri UE Nikolina Brnjac, a lavorare con i Paesi UE per concludere rapidamente i negoziati con il Parlamento sul pacchetto di misure, i leader dei gruppi politici del PE hanno preso la parola per esprimere le loro posizioni

«La solidarietà europea è tornata e stiamo aprendo un nuovo capitolo per l’UE», ha detto Manfred Weber (PPE, DE). I nuovi fondi devono essere spesi per nuove idee e non per i vecchi problemi dell’Europa. “La solidarietà va di pari passo con la responsabilità”, e quindi deve essere chiaro come il denaro sarà restituito, ha aggiunto, chiedendo nuove risorse proprie e sottolineando che i giganti digitali devono fare la loro parte.

Iratxe García Perez (S&D, ES) ha ringraziato Ursula von der Leyen per una proposta ambiziosa e per aver dato al Parlamento europeo “il ruolo che merita” nella progettazione del Fondo di ripresa. Avvertendo che è in gioco la sopravvivenza del progetto europeo, ha esortato il Consiglio ad adottare il nuovo bilancio a lungo termine (Quadro Finanziario Pluriennale – QFP) a maggioranza qualificata, per evitare di tenere l’UE «in ostaggio di quattro Stati membri che preferiscono una risposta nazionale a una europea».

«È una svolta senza precedenti nella storia d’Europa», ha detto Dacian Ciolos (Renew, RO). “Il QFP e il Fondo di ripresa devono concentrarsi sul futuro”, con il Green deal e l’Agenda digitale quali elementi costitutivi, ha aggiunto. «Possiamo avere opinioni diverse su alcuni dettagli, ma apprezzo molto l’approccio», ha detto, ricordando agli Stati membri che “l’UE non è un bancomat”: “la solidarietà comporta dei valori”.

Jörg Meuthen (ID, DE) ha respinto la proposta della CE come «completamente sbagliata e senza senso», senza una base giuridica adeguata, senza responsabilità o senso economico. La Commissione vuole spendere soldi «come se non ci fosse un domani». È un costo enorme per i contribuenti europei, ha concluso.

Ska Keller (Verdi, DE) ha detto: «Non dobbiamo ripetere i grandi errori del passato e costringere i paesi all’austerità e a ideologie cieche di mercato», ha esortato. «Dobbiamo invece assicurarci che i soldi siano ben investiti in progetti che aiutino nel lungo termine, creino posti di lavoro e salvino l’unico pianeta che abbiamo».

Johan van Overtveldt (ECR, BE) ha detto che se vogliamo permettere prestiti e sovvenzioni, ci devono essere delle condizioni chiare. Il denaro deve andare dove ce n’è più bisogno, e ci devono essere meccanismi di sicurezza per le nostre imprese. Le persone che lavorano e risparmiano non devono essere quelli che “sborsano” per questi programmi.

«Invece di creare una rottura netta con i dogmi del passato», il fondo di ripresa si ferma «nel bel mezzo del guado» ha detto Manon Aubry (GUE/NGL, FR). Dopo aver accolto con favore le nuove proposte sulle risorse proprie, ha chiesto la cancellazione del debito contratto per la crisi, prestiti perpetui diretti agli Stati membri e il condizionamento del sostegno pubblico su considerazioni sociali.

La Commissione ha anche presentato il suo programma di lavoro per il 2020 rivisto, che darà priorità alle azioni necessarie per stimolare la ripresa e la resilienza dell’Europa.

Prossime tappe

Il Parlamento ed il Consiglio discuteranno le nuove proposte e decideranno la loro forma definitiva in prossimi negoziati.

 

 

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Oggi, in Sardegna, sono stati segnalati 9 incendi, 1 dei quali ha richiesto l’intervento del mezzo aereo del Corpo forestale.

L’incendio si è sviluppato presso il Parco regionale di Molentargius, si è sviluppato alle ore 13,10, su di esso è intervenuto un elicottero proveniente dalla base del Corpo forestale di Pula. Le operazioni di spegnimento sono state dirette dal Corpo forestale della stazione di Cagliari Molentargius coadiuvata dai vigili del fuoco.  L’incendio ha percorso una superficie di circa 6 ettari di terreni incolti ed un canneto, è stata interessata anche un’autovettura. Il personale del Nucleo investigativo del Corpo forestale ha immediatamente avviato le indagini che sono tutt’ora in corso per risalire all’autore del reato d’incendio.