26 December, 2024
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Nulla sarà come prima. Man mano che le settimane passano, tutte quelle morti e la paura di morire scivoleranno nell’oblio. Eppure, nei rapporti sociali, fatti di politica, economia, cultura, questo incidente sanitario durato tre mesi modificherà gli schemi della convivenza. Avverrà lentamente. All’inizio questi incidenti sembrano piccoli episodi della storia, successivamente si manifestano nella loro grandiosità.

Capitò a Cristoforo Colombo quando scoprì l’America pensando di aver trovato solo una nuova strada per il commercio delle spezie e della seta. Invece aveva messo il seme di: Canada, Stati Uniti eAmerica Latina.

Esistono tre fili guida su cui corre la Storia: la cultura umanistica, la ricerca del benessere e l’astrazione religiosa. Sono le tre direttrici dell’identità. Poi esistono direttrici peculiari dei luoghi:

  • Sant’Antioco si identifica col suo porto ed il mare;
  • Carloforte nella sua insularità;
  • Il Sulcis nelle sue vigne ed allevamenti;
  • Carbonia e Iglesias nei loro ospedali e nelle attività industriali.

Inoltre queste città riconoscono una identità comune nella storia del loro “Sistema sanitario”.

La Sanità di Carbonia iniziò esattamente il 18 dicembre 1938 con il discorso di Benito Mussolini dalla Torre Littoria, nel tripudio popolare.

Allora esisteva a Carbonia un piccolo ospedaletto in piazza Cagliari. La storia di quei primi anni è scarsa. Abbiamo più notizie nel 1941. Siamo in pieno fascismo e in piena guerra. Le miniere producevano la materia prima per il consumo bellico di energia. 

I primi  professionisti sanitari vennero assunti, con regolare delibera, nel 1941.

La prima figura di Sanitario dipendente fu la signora Liliana Casotti, infermiera ostetrica. Venne assunta il 16 agosto 1941. Lei  da sola, fece nascere migliaia di bambini dalle donne della vasta città di 65.000 abitanti appena sorta.

Il 16 Settembre 1944 venne assunto il dottor Renato Meloni, chirurgo, urologo, ematologo, oncologo, ostetrico e ginecologo. Aveva 25 anni.

Questi due personaggi furono i progenitori del futuro mondo Sanitario.

Esiste su Youtube un bellissimo film documento con immagini di Carbonia in quegli anni. “Fascism in the family”. Interessantissimo. E’ stato girato da Barbara Serra, la famosa corrispondente da Londra di Al Jazeera. Racconta del Podestà di Carbonia di quegli anni: Vitale Piga. Era il nonno di Barbara. Nel film è ben tratteggiato l’ambiente umano di cui si prendeva cura l’Ospedale di piazza Cagliari.

Alla fine della guerra l’Ospedale nuovo, sorto fuori città, venne utilizzato dalle truppe Inglesi. Poi nel 1956, finito il dopoguerra, tutto il personale di piazza Cagliari si trasferì al Sirai. L’Ospedale era diventato “Ente Ospedaliero Comunale”, ed era classificato come “Ospedale zonale”. Al di sopra dell’ospedale zonale vi era l’”Ospedale Provinciale di Cagliari”, il San Giovanni di Dio. Nel passaggio tra anni ’60 e ’70 il Sirai, per il suo volume di attività, stava per essere riclassificato come Ospedale “Provinciale”. Era Sindaco Pietro Cocco. La procedura non andò a conclusione.

Intanto la compagine Sanitaria era cresciuta:

  • Nel 1945 venne assunto il nuovo primario chirurgo, proveniente dalla Patologia Chirurgica dell’Università di Cagliari, dottor Gaetano Fiorentino. Era un  reduce della campagna di Russia come chirurgo dell’ARMIR.    
  • Nel 1951 venne assunto il dottor Luciano Pittoni, chirurgo, pediatra, ginecologo, ostetrico, traumatologo, neurochirurgo e, soprattutto, anestesista. Fu il primo specialista in Anestesiologia in Sardegna. 
  • Nel 1953 fu assunto il dottor Giuseppe Porcella, chirurgo, traumatologo, proveniente da Sassari.
  • Nel 1954 venne assunto il dottor Enrico Pasqui che, all’età di 25 anni, iniziò a dirigere la Medicina Interna e la Pediatria.
  • Nel 1955 fu assunto il dottor Pasquale Tagliaferri: oculista.
  • Nel 1956 fu assunto il dottor Mario Casula: farmacista.
  • Nel 1956 fu assunto il dottor Enrico Floris: nuovo primario internista.

Nell’anno 1956 il corpo sanitario era formato da 9 persone di cui: di cui 7 medici, 1 ostetrica, 1 farmacista.

Da quel primordiale crogiolo fu generata la complessa organizzazione Sanitaria successiva.

L’Ospedale fu governato, negli anni di crescita, dal Sindaco Pietro Cocco. L’Amministratore era Dioclide Michelotto. Il “Consiglio di Amministrazione” era lo stesso “Consiglio Comunale di Carbonia”. Il Sindaco della città, era il Presidente dell’Ente Ospedaliero.

Il numero degli ammalati messi nelle mani di questi pochi medici era immenso. Si consideri che Carbonia agli albori degli anni ’60, aveva 60.000 abitanti; Sant’Antioco ne aveva 14.000; Carloforte ne aveva 7.000.

L’Ospedale aveva 384 posti letto, tre volte tanto gli attuali  posti letto per acuti. Vi erano due reparti di Medicina Interna, uno di pediatria, uno di Chirurgia Generale, uno di Traumatologia, uno di Ostetricia e Ginecologia, il Pronto Soccorso, la Radiologia, un attrezzato Laboratorio, un Centro Trasfusionale, un ambulatorio chirurgico oculistico per le operazioni di cataratta e rimozione dei corpi estranei dall’occhio, un ambulatorio di Otorinolaringoiatria, le cucine per i ricoverati , la Lavanderia, la falegnameria, le caldaie per il riscaldamento, la squadra di elettricisti, l’officina, la squadra di operai tecnici. Vi erano residenti in Ospedale le Suore Orsoline e i medici (dottor Gaetano Fiorentino, dottor Renato Meloni, dottor Luciano Pittoni). I chirurghi erano immediatamente presenti per le urgenze.

Si eseguivano 1.600 interventi chirurgici l’anno, contro gli 800 circa attuali.

Nascevano 2.000 bambini l’anno, contro gli attuali 300 circa di Carbonia e Iglesias assieme.

Le prestazioni sanitarie venivano pagate dalle Casse Mutue. Il Bilancio dell’Ente era sempre attivo e Il surplus veniva utilizzato per le opere pubbliche nella città di Carbonia. Attualmente invece i bilanci annuali sono in debito per milioni di euro.

Poi arrivò la crisi delle miniere, ma l’Ospedale sotto la guida del Comune, aumentò la consistenza numerica dei suoi dipendenti, e distribuì stipendi che tennero viva la rete commerciale locale. Pertanto, il buon funzionamento della Sanità si traduceva anche in un beneficio economico per il territorio.

Era sempre Presidente Pietro Cocco quando venne promulgata la legge più importante della storia Repubblicana: la legge 833 del 1978. Era la “Legge di Riforma sanitaria”. Fu una grandiosa rivoluzione. Nacquero le ASSL. Quella di Carbonia fu la n. 17; quella di Iglesias fu la n. 16. Scomparvero gli Enti Ospedalieri Comunali e comparvero le “Aziende Socio Sanitarie Locali”. Tutti i Comuni dell’hinterland, cioè il Sulcis, nominarono nel 1982 i Delegati Comunali per il “Comitato di Gestione della ASSL”. Tra i consiglieri comunali eletti, venne formato il Consiglio di Amministrazione della ASSL. Il primo Presidente, dopo Pietro Cocco, fu Antonio Zidda; il vicepresidente fu Andrea Siddi, che era anche Sindaco di Sant’Antioco.

Le deliberazioni della ASSL venivano assunte dopo confronti serrati sia fra i consiglieri comunali del territorio, sia fra Amministrazione e Sindacati.

L’epoca dei Comitati di Gestione fu un fermento di idee e di partecipazione popolare. Furono prese allora le decisioni di miglioramento dei Servizi Ospedalieri fino ad oggi.

Il numero dei Sanitari aumentò e le istanze dei Medici furono rappresentate, in Amministrazione, dal “Consiglio dei Sanitari”. Il parere dei Medici fu fondamentale per qualsiasi decisione di tipo sanitario. La collaborazione fu proficua.

La Direzione Amministrativa Sanitaria della Sardegna era attribuzione dell’Assessore regionale della Sanità che agiva come super-presidente delle ASSL.

In questa scala gerarchica della catena direzionale la volontà popolare del territorio era genuinamente rappresentata.

Negli anni ’90 il corso della storia della Sanità Ospedaliera cambiò bruscamente direzione.

Arrivarono i “Tecnici”. Tristi figure di scuola bocconiana che stravolsero il senso del “prendersi cura dell’Altro”. Gli Ospedali cambiarono nome: si chiamarono “Stabilimenti”. Anche i “pazienti” cambiarono nome: si chiamarono “clienti”. Il prodotto dello “Stabilimento” doveva essere gestito con le stesse regole con cui si producono e si vendono i prodotti industriali. L’obiettivo non era più il benessere sanitario ma il “bilancio”. Il numero di posti letto per mille abitanti fu portato da 6 a 3. Il “bilancio” fu l’ossessione contabile prevalente e si pretendeva di conservare “efficienza e efficacia” pur tagliando posti letto, organici e spese per aggiornamento strumentale e strutturale. Le dinamiche decisionali non derivavano più dal confronto fra i bisogni popolari e la parte politica, ma dalla sequenza rigida di azioni dettate dalla scaletta di un algoritmo. L’algoritmo spodestò lo “spirito di servizio” e la “mediazione” con le “forze sociali” attraverso un retinacolo di passaggi burocratici, impenetrabile al cittadino comune. Il cittadino comune, e anche il più alto rappresentante sanitario della città, il Sindaco, vennero tecnicamente espulsi dal luogo dove si formulano le proposte programmatiche e si prendono le decisioni. Questo fu il frutto delle continue rielaborazioni fino al totale sovvertimento della legge 833.

Il centro del nuovo mondo sanitario venne occupato dallo “apparato burocratico”. I pazienti e i medici vennero posti alla periferia di quel mondo o, più frequentemente, al di fuori.

Il dominio del puro risultato “contabile”  sulla mission di tutela sanitaria della 833 produsse:

  • L’annullamento dei Medici nelle dinamiche decisionali sanitarie,
  • L’annullamento degli Infermieri,
  • La riduzione degli Organici,
  • La conseguente chiusura di reparti medici e chirurgici,
  • La contrazione delle spese per attrezzature ed aggiornamenti,
  • L’accorpamento di reparti deteriorati,
  • La mancata sostituzione dei primari e personale andati in pensione,
  • La insoddisfazione della popolazione costretta a cercare assistenza altrove generando mobilità passiva,
  • L’accentramento della Sanità nelle città capoluogo,
  • L’impoverimento dei Servizi,
  • Le scandalose liste d’attesa.

E ne sono conseguiti:

  • La mobilità passiva verso Cagliari, Sassari ed il Continente,
  • Il trasferimento di somme enormi del Bilancio per pagare i Servizi Sanitari comprati dal capoluogo e dalle Case di Cura private.
  • La perdita, lenta, di circa 1.000 posti di lavoro tra Carbonia e Iglesias a vantaggio di Cagliari.
  • Le 1.000 buste paga scomparse in progressione dal Sulcis Iglesiente, tra la fine degli gli anni ’90 ed oggi, corrisponde a oltre un milione e mezzo di euro di stipendi al mese che manca alla rete commerciale locale.
  • In un anno mancano al circuito di danaro nel Sulcis Iglesiente almeno 18 milioni di euro.
  • La mancanza di soldi dal nostro territorio a vantaggio di territori già traboccanti di privilegi e servizi come Cagliari genera: povertà.
  • La povertà e la mancanza di lavoro chiudono il cerchio e si autoalimentano.
  • La fuga delle giovani coppie che ne consegue si traduce in spopolamento ed invecchiamento relativo.
  • I meno giovani restano in balia di un sistema che non è più “accogliente” come ai tempi dei “Comitati di Gestione” ma “respingente”.
  • Le lunghissime “liste d’attesa” sono la rappresentazione grafica perfetta del “respingimento” in atto.

Durante il “lockdown” abbiamo assistito ad un fenomeno impensabile: il “silenzio” dei Medici Ospedalieri.

Nessuno parla, nessuno informa, né partecipa alle ansie della gente. Muti lavorano, distogliendo lo sguardo.  Il “silenzio” dei Medici Ospedalieri è il sintomo chiaro della loro esclusione dalla Sanità.

Ora è il momento.

Se è vero che nulla sarà come prima, dobbiamo stare attenti. Il cambiamento può essere in meglio o anche in peggio.

Per tutto ciò che ho detto in premessa, questo è un momento storico: sul cavallo in corsa della nostra Storia Sanitaria è stato cambiato il cavaliere. Bisogna verificare chi è, e in quale direzione intende correre questo cavaliere post-Covid.              

Mario Marroccu         

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Il cielo di Cagliari, questa mattina, per alcuni minuti si è colorato di verde, bianco e rosso, con le scie delle frecce tricolori della Pattuglia acrobatica nazionale che hanno attraversato due volte la città, in occasione delle celebrazioni per il 74° anniversario della proclamazione della Repubblica. Quella sarda è stata la terza giornata di una serie di sorvoli che, toccando tutte le regioni, abbracceranno simbolicamente tutta l’Italia, in segno di unità, solidarietà e di ripresa.

Le celebrazioni sono iniziate lunedì 25 maggio, quando la Pattuglia è decollata da Rivolto, sede delle Frecce tricolori, In cinque giorni toccherà tutti i capoluoghi di regione e… Codogno, prima zona rossa dell’emergenza sanitaria che ha colpito il Paese e Loreto, dove ha sede del santuario della Madonna protettrice dell’Arma Azzurra. Si concluderà il 2 giugno, Festa della Repubblica, sopra Roma, dove le frecce tricolori effettueranno alcuni passaggi sulla città durante la cerimonia di deposizione di una corona di alloro all’Altare della Patria da parte del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.

 

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Il presidente del Consiglio comunale di Carbonia, Daniela Marras, ha convocato la prossima seduta dell’assemblea pubblica cittadina per mercoledì 3 giugno, alle ore 18.15, presso la sala polifunzionale di piazza Roma.

L’adunanza verterà sui seguenti punti all’ordine del giorno:

  • Comunicazioni del presidente del Consiglio comunale;
  • Comunicazioni del Sindaco;
  • Interrogazioni, interpellanze e mozioni;
  • Ratifica deliberazione n. 58 del 27 aprile 2020 adottata in via d’urgenza dalla Giunta comunale ai sensi degli articoli 42 e 175 del Testo Unico Enti locali 267/2000: “Variazione d’urgenza al Bilancio di previsione 2020-2022 (articolo 175, comma 4 del Dlgs. 267/2000)”.

I consiglieri comunali potranno partecipare all’assemblea in presenza o in videoconferenza.

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Meo Sacchetti, il coach della Dinamo del Triplete, lascia la Vanoli Cremona per assumere la guida della Fortitudo Bologna. La notizia circolava con insistenza da diverse ore e pare destinata a concretizzarsi a breve. Dopo la lunga e gloriosa esperienza alla guida della Dinamo, conclusa con un esonero il 21 novembre 2015, il 5 maggio 2016 Meo Sacchetti ha firmato un contratto biennale con l’Enel Brindisi ma dopo 13 mesi ha lasciato la squadra pugliese per assumere la guida della Vanoli Cremona, inizialmente con un contratto triennale, poi rinnovato fino al 2022. Dal 1° agosto 2017 divide il suo impegno con la panchina della Nazionale, sulla quale è subentrato ad Ettore Messina. I suoi brillanti risultati sono sotto gli occhi di tutti: un anno fa ha portato la Vanoli alla conquista della Coppa Italia e la Nazionale alla qualificazione diretta al Mondiale, obiettivo che mancava dal 1998.

Il 27 giugno 2017, pochi giorni dopo aver ufficializzato il suo passaggio alla Vanoli Cremona, Meo Sacchetti presentò il suo libro “Il mio basket è di chi lo gioca”, autobiografia scritta con la collaborazione del giornalista dell’Unione Sarda Nando Mura, a San Giovanni Suergiu. Nell’occasione raccontò ai tanti giovani presenti, la sua straordinaria favola sportiva, esaltata dai successi ottenuti prima da giocatore, con le squadre di Club e con la Nazionale (tra i quali il titolo europeo 1983 e la medaglia d’argento alle Olimpiadi del 1980 a Mosca), poi da coach, indimenticabili i successi alla guida della Dinamo. Ed ora, a 66 anni, inizia una nuova avventura a Bologna, una delle città simbolo del basket italiano, dove ha giocato e resterà per almeno due stagioni, come previsto dall’accordo appena raggiunto. Come a Cremona, anche a Bologna dividerà il suo impegno con la guida della Nazionale.

Meo Sacchetti è rimasto molto legato alla Sardegna e, a fine carriera, si trasferirà definitivamente nell’Isola, nelle campagne alla periferia di Alghero, dove ha acquistato una casa e trascorre le sue vacanze.

 

 

        

 

 

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Il nuovo Rappresentante del Governo per la Regione Sardegna, prefetto Amalia Di Ruocco ha visitato stamane il Comando Militare Esercito Sardegna.

Ad accoglierla il Comandante del Comando Militare Esercito Sardegna, Generale di Divisione Francesco Olla, col quale si è intrattenuta in un cordiale incontro, durante il quale sono stati affrontati i diversi argomenti legati alla presenza dell’Esercito e delle Forze Armate in Sardegna.

In particolare il generale Francesco Olla, nel riconfermare l’impegno profuso per il rafforzamento dei già ottimi rapporti esistenti tra le due Istituzioni, ha illustrato al prefetto Amalia Di Ruocco le peculiari attività che il Comando Militare è chiamato a svolgere sul territorio della Regione Sardegna.

Nel corso dell’incontro il Prefetto ha auspicato una collaborazione ancora più intensa con le Forze Armate e le Amministrazioni locali.

Al termine della visita, il prefetto Amalia Di Ruocco ha firmato l’albo d’onore estendendo il suo più cordiale saluto a tutto il personale militare.

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Per il 6° giorno consecutivo nessun nuovo caso positivo al Covid-19 nelle ultime 24 ore in Sardegna, su 1.326 tamponi eseguiti. I casi accertati dall’inizio dell’emergenza sono complessivamente 1.355, ma 1 in più rispetto a ieri, è relativo ad una persona non residente nell’Isola, verificatosi a marzo nella Città metropolitana di Cagliari e non conteggiato precedentemente.
È quanto rilevato dall’Unità di crisi regionale nell’ultimo aggiornamento. In totale nell’Isola sono stati eseguiti 53.294 tamponi. I pazienti ricoverati in ospedale sono in tutto 43, 41 con sintomi, 2 in terapia intensiva, mentre 172 sono le persone in isolamento domiciliare e 215 gli attualmente positivi. I pazienti dimessi/guariti sono 1.010. Il numero dei decessi resta invariato, 130.
Sul territorio, dei 1.355 casi positivi complessivamente accertati, 250 sono stati registrati nella Città Metropolitana di Cagliari (+1), 97 nel Sud Sardegna, 59 a Oristano, 79 a Nuoro, 870 a Sassari.

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Il comune di Carbonia ha pubblicato un nuovo elenco (il quinto in ordine cronologico dopo le pubblicazioni del 4, 12, 15 e 22 maggio) delle famiglie beneficiarie dell’erogazione del contributo regionale inerente le “Misure straordinarie urgenti a sostegno delle famiglie per fronteggiare l’emergenza economico-sociale derivante dalla pandemia SARS-COV-2”.

Questo nuovo elenco fa riferimento alle imprese che hanno già fatto richiesta del bonus di 600 euro previsto dall’Inps.
In totale salgono a 475 le famiglie beneficiarie del bonus regionale in base alle graduatorie stilate dagli Uffici dei Servizi sociali.

Le graduatorie sono pubblicate al seguente link:
https://www.comune.carbonia.su.it/servizi/servizi-sociali-e-politiche-giovanili/item/3297-misure-straordinarie-e-urgenti-a-sostegno-delle-famiglie-per-fronteggiare-l-emergenza-economico-sociale-derivante-dalla-pandemia-sars-co-v2-elenco-beneficiari-della-seconda-mensilita

Gli Uffici dei Servizi sociali sono al lavoro al fine di istruire il prima possibile tutte le pratiche rimanenti. All’inizio della prossima settimana verrà pubblicato un nuovo elenco di beneficiari del bonus da 800 euro.

Le persone, la cui domanda risulta al momento sospesa, verranno contattate dai nostri uffici comunali e invitate a presentare le informazioni mancanti.

Per maggiori informazioni è possibile contattare preferibilmente il seguente indirizzo email: infobonuscovid@comune.carbonia.ca.it; o in alternativa i seguenti numeri telefonici:

Dal lunedì al venerdì
dalle 9.00 alle 11.00 il numero telefonico 340-1735181
dalle 11.00 alle 13.00 il numero telefonico 340-0166238

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L’Agenzia Laore è pronta modificare il piano assunzionale 2020/2022 con l’inserimento di una riserva del 20% per il personale interno. E’ questa la strada individuata dall’agenzia agricola regionale per risolvere la lunga vertenza degli ex lavoratori Aras. Il Commissario straordinario di Laore, Gianfranco Casu, ha firmato questa mattina il piano triennale del fabbisogno del personale prevedendo 41 posti aggiuntivi riservati alle progressioni interne: 33 dalla categoria C alla D, 7 dalla B alla C e 1 dalla A alla B.

«In questo modo decadrebbe l’oggetto del contendere che ha determinato la presentazione dei ricorsi al Tar di alcuni lavoratori di Laore contro il piano di stabilizzazione dei 252 ex dipendenti Aras all’interno dell’agenzia agricola ha detto l’assessore del personale Valeria Satta, sentita questa mattina dalla Commissione “Attività produttive” su questa soluzione sono d’accordo anche i sindacati. Rimane da definire la posizione di altri ricorrenti che, in ogni caso, non avrebbero i requisiti per partecipare alle selezioni di Laore.»

Il Tribunale amministrativo si pronuncerà nel merito il prossimo 10 giugno: in gioco c’è la stabilizzazione dei dipendenti Aras dentro Laore autorizzata due anni fa dal Consiglio regionale con la legge la n. 47. I giudici, questo è il timore, potrebbero sollevare una questione di legittimità costituzionale che metterebbe a serio rischio le procedure di ingresso degli ex Aras in Laore. «Cercheremo di favorire un accordo tra le partiha aggiunto l’assessore Valeria Sattase non dovessimo riuscirci siamo pronti a una modifica della norma per procedere ad un nuovo bando di concorso, non solo per titoli ma anche per esami. Abbiamo già acquisito i pareri dell’area legale e dell’ufficio legislativo della Regione. Il primo, sconsiglia di procedere alla stabilizzazione degli ex lavoratori Aras prima del pronunciamento del Tar. Il secondo, dà il via libera a un’eventuale modifica della legge per un nuovo concorso pubblico».

Perplessità sull’ipotesi di accordo da parte dei consiglieri d’opposizione: «Un’intesa sulle progressioni di carriera non è sufficiente ha detto Gianfranco Satta, esponente dei Progressisti e vicepresidente della Commissionerimarrebbero in piedi altri due ricorsi. La soluzione migliore è quella della creazione di una società in house per assorbire tutti gli ex dipendenti Aras». Proposta, quest’ultima, respinta dal direttore generale dell’assessorato del personale Silvia Cocco: «I sindacati non vedono di buon occhio questa soluzione. Per creare una società in house occorrerebbe cambiare la legge e, in ogni caso, servirebbe una selezione pubblica per l’assunzione di personale». Eugenio Lai (Leu) e Carla Cuccu (M5S) hanno invitato l’assessore a definire al più presto un accordo con i sindacati: «Prima di decidere quale strada intraprendere hanno detto occorre avere certezze sul ritiro dei ricorsi». Stessa sollecitazione anche da alcuni consiglieri di maggioranza: «Quando si vuole bloccare una procedura si chiede un parere legaleha detto Michele Cossa (Riformatori sardi)il Consiglio, con la stabilizzazione degli ex lavoratori Aras, sapeva benissimo di percorrere una strada sul filo della legittimità costituzionale. Ora è necessario trovare una soluzione per salvare 252 posti di lavoro e, allo stesso tempo, il diritto alla progressione di carriera del personale interno di Laore».

Uno sforzo ulteriore della Regione per arrivare a un’intesa tra le parti è stato infine sollecitato dal consigliere di Forza Italia Emanuele Cera mentre Piero Comandini del Pd ha contestato la scelta della Giunta di ricorrere ad un parere legale: «Di solito la Giunta, per la modifica di una norma, propone un disegno di legge al Consiglio che lo esamina e lo approva. In questo modo si individuano altre strade ma non si legifera con i pareri legali».

«Il percorso scelto dall’assessore Valeria Satta mi sembra il miglioreha detto il presidente della Quinta Commissione Piero Maieli se non si dovesse raggiungere l’accordo tra le parti ci rimane il piano B: il concorso pubblico per titoli ed esami. Siamo comunque fiduciosi, la Commissione ha fatto il suo dovere creando le condizioni per una mediazione politica. Speriamo di mettere finalmente la parola fine a questa lunga vertenza».

Nelle prossime ore, l’assessore Valeria Satta provvederà alla convocazione di tutte le parti in causa. Sull’esito degli incontri riferirà la prossima settimana in Commissione.

In mattinata il  parlamentino delle “Attività produttive” si è occupato anche della possibilità di un intervento pubblico per l’acquisto di pecorino sardo a favore degli indigenti. L’assessore al Bilancio Giuseppe Fasolino, sentito dalla Commissione, ha annunciato lo stanziamento di 5 milioni di euro.

La Commissione ha sentito anche i rappresentanti dei consorzi del “Pecorino sardo” Antonello Argiolas e del “Fiore sardo” Antonio Maria Sedda che hanno accolto con favore la decisione della Regione di procedere all’acquisto di formaggio dalle aziende sarde. «Non si tratterebbe di smaltire le eccedenze ma di una produzione ad hoc destinata agli indigenti ha spiegato Antonello Argiolasse lo si vuole fare per il 2020 occorre però agire subito perché la campagna della raccolta del latte ovicaprino terminerà a fine luglio». Il rappresentante del consorzio del Pecorino sardo ha fornito alla Commissione una proposta dettagliata con la definizione di criteri e tempistica per la fornitura e distribuzione del formaggio agli indigenti.

Critiche le opposizioni: «Non è questo il modo di procedere hanno detto in coro i consiglieri di minoranzanon ci è stato presentato alcun documento né, tantomeno, un disegno o una proposta di legge. Ci sono anche altri settore in crisi, è giusto intervenire ma lo si deve fare su basi solide e certe».

«E’ solo un primo stepha replicato il presidente della Commissione Piero Maieli c’è la volontà di aiutare i poveri e le aziende di trasformazione del  latte che si trovano in  difficoltà. Nei prossimi giorni sentiremo anche i caseifici che non aderiscono al consorzio di tutela del marchio dop. Una volta definito il quadro prenderemo la decisione più giusta.»

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«Primi in Italia con 200 milioni di euro a disposizione di aziende e imprese del sistema economico e produttivo della Sardegna per sostenere la crescita e contrastare gli effetti della crisi.»

Lo dice il presidente della Regione, Christian Solinas, commentando la firma dell’accordo con la Banca europea degli investimenti (BEI) «che consentirà di attivare uno strumento finanziario fondamentale per la ripartenza, confermando i grandi sforzi che la Regione sta sostenendo, anche con misure straordinarie, per assicurare il giusto sostegno per la liquidità del sistema imprenditoriale e a condizioni al momento senza uguali in Italia per questo tipo di intervento. La reciproca e fruttuosa collaborazione con la BEI, testimonia la linea virtuosa della Regione che sta mettendo in campo ogni possibile azione in grado di supportare le imprese sarde in questa difficile ripartenza».

Questo strumento, grazie alla possibilità dell’effetto leva previsto nell’accordo con la BEI, mira a rendere disponibile per il sistema economico sardo l’importante somma di 200 milioni di euro ed è la prima operazione di questo tipo attivata in Italia.

Il Fondo, denominato ‘Emergenza imprese’, è specificamente diretto a garantire supporto alle aziende e opererà su linee di finanziamento di breve, medio e lungo temine dedicate sia alla liquidità che agli investimenti, sotto forma di prestiti per il sostegno e il rafforzamento della gestione e della produzione delle imprese impegnate direttamente al contrasto del Covid-19 o appartenenti alle filiere strategiche, quale quella turistica, per le quali occorre garantire il mantenimento della capacità produttiva a livello regionale. Grazie al ricorso delle nuove regole comunitarie sugli aiuti di stato, attraverso la combinazione di prestiti e di sovvenzioni per l’abbuono degli interessi sul capitale erogato, i prestiti sino a 800 mila euro saranno concessi a tasso zero, mentre per le somme superiori si potrà garantire una importante riduzione degli interessi calibrata sia sull’entità che sulla durata del prestito stesso, secondo le modalità stabilite dal ‘Quadro temporaneo per le misure di aiuto di Stato a sostegno dell’economia’.

La durata massima dei prestiti sarà di almeno 15 anni, con possibilità di ulteriore allungamento, per un importo massimo erogabile pari a 5 milioni di euro, per singolo finanziamento. La Regione Sardegna impegna in questa operazione 60 milioni di euro di risorse comunitarie del POR FESR Sardegna 2014-2020 e 40 milioni di euro dal bilancio regionale.

«L’accordo che rientra nelle iniziative avviate dalla Regione per contrastare gli effetti economici della crisi, rappresenta un ulteriore esempio di leale collaborazione istituzionale finalizzata ad offrire opportunità di sviluppo all’economia regionale attraverso un solido partner finanziario mondiale in grado di erogare finanziamenti a lungo termine per sostenere la crescita e l’occupazione», spiega l’assessore regionale della Programmazione e Bilancio, Giuseppe Fasolino.

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Giovedì 28 maggio sarà il 59° compleanno di Amnesty International e Voci per la libertà, il festival musicale strettamente legato ad Amnesty, festeggerà l’avvenimento con un ricco programma, a partire dalle 21.00 su www.facebook.com/vocixlaliberta e su www.youtube.com/user/vocixlaliberta/videos .

Oltre trenta artisti legati al festival (in gran parte ex vincitori o finalisti del premio per emergenti) daranno vita ad una diretta streaming piena di musica e testimonianze. In più un vero e proprio regalo: una reinterpretazione in forma collettiva da parte di tutti loro (sotto il nome di “Le stelle di Voci per la Libertà”) di “Pane e coraggio”, il brano di Ivano Fossati che vinse premio Amnesty International Italia nella sezione Big nel 2004.

Un modo per ricordare il 28 maggio 1961, quando, con la pubblicazione sulla prima pagina dell’Observer di un articolo-appello dell’avvocato inglese Peter Benenson intitolato ‘I prigionieri dimenticati’, nacque Amnesty International. Cinquantanove anni d’impegno per la tutela e la promozione dei diritti umani, accanto e insieme ai titolari dei diritti; cinquantanove anni di campagne per liberare i prigionieri di coscienza, abolire la pena di morte, porre fine alla tortura e alla violenza contro le donne, contrastare impunità e discriminazione, garantire il diritto all’alloggio, alla salute, all’ambiente e all’istruzione, riaffermare i diritti umani di migranti, richiedenti asilo e rifugiati.

A condurre la serata del 28 sarà Savino Zaba (di Rai Radio 1), lo storico presentatore del festival. Oltre agli interventi musicali saranno ospiti Alessandro Guerra e Riccardo Noury, presidente e portavoce di Amnesty International Italia; Giovanni Stefani e Michele Lionello, presidente e direttore artistico dell’Associazione Voci per la Libertà; Enrico Deregibus e Melania Ruggini, consulenti artistici dell’associazione. Gli artisti coinvolti sono: Riky Anelli, Giorgio Barbarotta, Eleonora Betti, Elisa Erin Bonomo, Cloud, Leo Miglioranza e Alberto Cendron dei Do’Storieski, Adolfo Durante, Davide Nosea de Les Fleurs des Maladives, Massimo Francescon, Giovi, Roberto Cossu Cortejanas dei Golaseca, Gianluca Casazza dei Grace N Kaos, Francesco Mucè dei Loren, Anna Luppi, Valentina Benaglia de La Malaleche, Marcondiro, Maurizio Zannato dei Marmaja, Michele Mud, Assia Fiorillo delle Mujeres Creando, Chiara Patronella, Totò Nocera de Pupi di Surfaro, Fabrizio “Pachamama” Russo della Riserva Moac, Danilo Ruggero, Carlo Valente, Giulia Ventisette, Kumi Watanabe, Michela Grena dei Wicked Dub Division, Giulio Wilson.