ConsultAnzianIglesias: «Perché la ASSL 7 di Carbonia è stata esclusa dall’elenco dei laboratori designati per il Covid-19?»
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«Ancora una volta dobbiamo assistere all’inarrestabile stillicidio delle strutture sanitarie del Sulcis Iglesiente. Non è una maledizione piovuta dal cielo ma tutto deriva da una volontà chiara e precisa. Tuttavia, nonostante tutte le avversità, compresi i recenti bavagli agli operatori sanitari imposti dalla politica per nascondere le “disfunzioni organizzative”, ci sarà sempre qualcuno, come noi, che non è disponibile ad accettare passivamente e in silenzio il lento collasso della sanità pubblica. I cittadini, i contribuenti della sanità, hanno il diritto di conoscere i provvedimenti che vengono adottati e il dovere di contrastare e contestare le scelte sbagliate.»
La ConsultAnzianIglesias ha inviato una nota durissima con richiesta di designazione del laboratorio analisi Covid-19 della ASSL 7, all’assessore della Sanità della Regione Sardegna, alla commissione Sanità del Consiglio regionale, al direttore della ASSL 7, ai sindaci dei comuni di Iglesias e Carbonia, a CGIL-CISL-UIL Territoriali, della Funzione Pubblica e dei Pensionati e, infine, alle associazioni di volontariato.
«Succede che l’assessorato della Regione Sardegna ha escluso la ASSL 7 di Carbonia dall’elenco dei laboratori designati per il Covid-19 – aggiunge la ConsultAnzianIglesias -. Sono stati autorizzati tutti i laboratori di analisi degli ospedali della Sardegna e l’unico che è stato tagliato fuori è il laboratorio di analisi del P.O. Sirai della ASSL 7. E’ chiaro che ci stanno trattando come la Cenerentola della Sardegna per indebolire la sanità del Sulcis Iglesiente. Siamo ormai considerati come l’ultima ASSL della Sardegna, dopo Alghero, Olbia, Lanusei e San Gavino. Si tratta di un provvedimento che non ha una motivazione operativa e organizzativa valida e coerente con l’emergenza Covid-19. Possiamo certamente dedurre che questa decisione ha lo scopo evidente di favorire le altre ASSL confinanti con la nostra. Avere un laboratorio analisi con l’apparecchiatura per il Covid-19 vuol dire salvare la vita delle persone e salvaguardare la salute degli operatori sanitari. Poter disporre di una strumentazione tecnologicamente affidabile, ha la fondamentale funzione di garantire la sicurezza delle strutture ospedaliere nella gestione dell’urgenza a beneficio dei pazienti e del personale sanitario, impedendo quelle pericolose chiusure dei reparti ospedalieri.»
«Avvertiamo con forte preoccupazione che l’assenza di un laboratorio di analisi dotato di apparecchiature per esami di biologia molecolare con referto immediato potrebbe determinare il blocco di tutta l’attività operatoria con gravissime e inimmaginabili conseguenze per i cittadini del Sulcis Iglesiente. Soprattutto gli anziani, sarebbero i più esposti al rischio di contagio senza la garanzia di immediati interventi e cure sanitarie – sottolinea la ConsultAnzianIglesias –. In questa fase sanitaria, molto probabilmente la più critica per la Sardegna per l’imminente arrivo di turisti provenienti da altre parti d’Italia e dall’estero, dove il rischio di nuovi contagi è molto elevato, è paradossale che non venga opportunamente rafforzata tutta la rete regionale dei laboratori di analisi anche in relazione alle linee di indirizzo della commissione regionale di esperti. L’assessorato della Sanità della Regione Sardegna ha, in questa circostanza, assunto un provvedimento inaccettabile. Viene spontaneo domandarsi come possono, gli operatori sanitari del CTO e del Sirai, in queste condizioni di difficoltà, operare con la dovuta tranquillità e sicurezza e come può la popolazione del Sulcis Iglesiente nutrire fiducia nelle istituzioni e nella dirigenza sanitaria. Si percepisce che c’è disomogeneità ed incertezza nelle azioni per affrontare la situazione emergenziale sanitaria della Sardegna. Infatti, i tamponamenti in Sardegna sono stati effettuati solamente nelle RSA, non è stato ancora previsto il test per tutto il personale sanitario degli ospedali, del territorio e per i ricoverati, come hanno fatto in modo previdente in altre Regioni.»
«Il passaporto sanitario andrebbe previsto in primo luogo negli ospedali della Sardegna. Invitiamo pertanto gli organi istituzionali, le organizzazioni sindacali e le associazioni a sostenere e condividere i contenuti della nostra denuncia per la difesa di una struttura indispensabile all’attività sanitaria del nostro territorio – conclude la ConsultAnzianIglesias -. Sollecitiamo calorosamente l’assessore regionale alla Sanità, che ha la maggiore responsabilità decisoria in merito, di adoperarsi per superare qualsiasi ostacolo che si è frapposto in questa vicenda e di adottare i provvedimenti necessari per dare una soluzione ad un atto discriminante che penalizza fortemente l’attività delle strutture ospedaliere della ASSL 7 e che può avere gravi conseguenze sulla salute degli operatori sanitari e la cura dei pazienti del Sulcis Iglesiente.»
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