CGIL, CISL e UIL pensionati: «Si ripristinino tutti i servizi sanitari nei territori»
[bing_translator]
L’immediato ripristino tutti i servizi sanitari nei territori è stato chiesto dalle segreterie dei sindacati dei pensionati CGIL, CISL e UIL del Sulcis Iglesiente, del Medio Campidano e dell’intero Sud Sardegna occidentale, all’assessore regionale della Sanità, Mario Nieddu.
«La pandemia causata dal Covid-19 che ha colpito il nostro paese e, con esso, anche la Sardegna – si legge nella nota, inviata per conoscenza anche all’ATS Sardegna e alle ASSL di Carbonia e Sanluri -, ha di fatto coinvolto e in parte assorbito tutte le risorse socio-sanitarie disponibili, sia in termini di operatori che in termini di strutture ospedaliere e ambulatoriali.»
«Il lungo periodo di circolazione del virus, compreso tra metà febbraio e fine maggio – aggiungono le segreterie sindacali dei pensionati CGIL, CISL e UIL – ha conseguentemente paralizzato buona parte dell’attività socio-sanitaria, annullando e/o rimandando anche visite ed assistenza a pazienti portatori di gravi patologie che necessitano di continui controlli ed accertamenti diagnostici e terapeutici. Tale sospensione dei servizi, ancorché in parte motivata dalla pandemia, si ritiene sia stata in buona parte ingiustificata, tenuto conto che talune gravi patologie, come quelle cardiovascolari piuttosto che quelle oncologiche, siano state di fatto considerate non prioritarie. Ma se, almeno in parte – sottolineano le tre segreterie sindacali dei pensionati CGIL, CISL e UIL – la quasi chiusura totale del sistema socio-sanitario con riferimento alle patologie no-Covid-19 potevano essere comprensibili nel periodo di maggiore virulenza pandemica, appare del tutto inaccettabile ed incomprensibile il proseguo della parziale chiusura sanitaria anche nel corrente mese di giugno e fino ad oggi. Di fatto, il Paese, così come la Sardegna, sono ripartiti, seppur con gradualità e prudenza, ma la sanità continua a limitare l’erogazione dei propri servizi.»
I pensionati unitari del Sulcis Iglesiente, del Medio Campidano e dell’intero Sud Sardegna Occidentale, ritengono quindi preoccupante ed ingiustificato il proseguo della situazione stagnante della sanità nei rispettivi territori.