27 November, 2024
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Con le audizioni dei sindacati confederali di settore, degli ordini degli infermieri e delle strutture private la commissione Sanità, presieduta da Domenico Gallus (Udc-Cambiamo), ha proseguito il ciclo di audizioni sulla riforma del sistema sanitario regionale.
Per la Cgil è intervenuta la segretaria regionale di categoria Caterina Cocco che, lamentando il mancato confronto di merito con le parti sociali, non ha condiviso l’impostazione generale della riforma, che fra l’altro appare particolarmente carente nella parte socio-sanitaria e prevede deleghe molto ampie alla Giunta. Inoltre, ha poi osservato, le proposte in campo non sembrano in grado di modificare un quadro regionale in cui esistono ancora troppe diseguaglianze in termini di personale e qualità del servizio e, quanto alla governance, non viene chiarito come potrà essere superata e soprattutto migliorata con l’Ares l’esperienza negativa dell’Ats.
A nome della Cisl anche Francesco Piras ha affermato che sulla riforma sarebbe stato preferibile un confronto “a monte” anche perché, ha precisato, la fase di emergenza che si è attenuata e la fase successiva impongono nuovi obiettivi e nuove priorità in termini di strutture, personale, miglioramento dell’offerta, prevenzione e residenze sanitarie assistite. Dire “no” all’Ats e “sì” al territorio non basta, ha aggiunto, se non si imbocca con decisione la strada di una riforma di sistema in tre direzioni principali: emergenza-urgenza, medicina territoriale e rete ospedaliera.
Illustrando la posizione della Uil la segretaria regionale Francesca Ticca ha messo l’accento sul fatto che i cittadini sardi “pretendono” dal sistema sanitario regionale le stesse risposte delle altre Regioni d’Italia e sappiamo tutti che non è così. Non vorremmo – ha continuato – che questa riforma avesse gli stessi principi ispiratori della precedente (l’aziendalismo spinto ed il risparmio) perché altrimenti sarebbe la riproposizione sotto altre forme della solita “macchina” di spesa pubblica che non scalfisce i “nodi” del sistema: i mancati investimenti su personale e strutture, e dall’altro sulla medicina territoriale, a cominciare dalle liste d’attesa.
Andrea Pirastu, in rappresentanza dell’Aiop che raggruppa il maggior numero di strutture private operanti in Sardegna (circa 1000 dipendenti diretti e 300 professionisti), non è entrato nel merito delle proposte di riforma, preferendo soffermarsi sulla funzione delle stesse come “presidi ospedalieri” che vanno considerati a tutti gli effetti “parte” del sistema sanitario regionale. In questo ambito – ha spiegato – nella fase di emergenza le nostre aziende hanno subito un forte contraccolpo perché sulla base delle disposizioni del Ministero della
Salute sono costrette ad interrompere l’attività di base e, in molti casi, ad anticipare la cassa integrazione per i dipendenti. Chiediamo perciò alla Regione, in vista della scadenza dell’accordo triennale fissata per il 2021, un adeguamento delle tariffe che in termini reali sono ferme dal ’97 e lo slittamento del budget 2020 (che sicuramente non sarà possibile coprire per interno) al prossimo anno.
Sempre per quanto riguarda il settore privato il rappresentante di Confindustria-Sanità Luca Moi ha espresso soddisfazione per la scelta strategica di puntare su una sanità territoriale, che può essere uno dei fattori determinanti per il miglioramento dell’efficienza complessiva del sistema.
Analoga considerazione è arrivata dal presidente dell’Ordine degli Infermieri di Cagliari Pier Paolo Pateri, che ha parlato a nome di tutti gli Ordini della Sardegna. Superare l’attuale situazione con al vertice l’Ats, ha dichiarato, significa portare le decisioni più vicino ai cittadini ed è una scelta giusta anche per quanto riguarda la gestione del personale e delle assunzioni, Ma, soprattutto, ha auspicato, è necessario potenziare e ridisegnare la rete della medicina territoriale prevedendo anche l’apporto degli infermieri che possono migliorare la
qualità dell’assistenza mettendo a disposizione le loro competenze e le loro capacità. Per queste ragioni, ha concluso, chiediamo di poter essere rappresentanti negli organismi di consultazione previsti dalle proposte di riforma.

Durante il dibattito hanno preso la parola il capogruppo del Pd Gianfranco Ganau, quello dei Progressisti Francesco Agus e di Leu Daniele Cocco ed il consigliere dell’Udc-Cambiamo Antonello Peru.
Nelle conclusioni, il presidente della commissione Domenico Gallus ha evidenziato la grande utilità di tutti i contributi arrivati alla commissione e ribadito la volontà di fare una riforma per i cittadinisardi. Quella di modificare la governance della sanità regionale dall’Ats all’Domenico Gallus una scelta sempre più condivisa, in grado di fornire soluzioni efficaci  a problemi strutturali come le liste d’attesa e la mobilità passiva e ad una condizione complessiva di fragilità del nostro sistema che anche l’emergenza Covid ha fatto emergere  in maniera evidente.

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Separazione dei coniugi: dopo il provvedimento del Giudice entro quanto tempo il marito deve abbandonare la casa coniugale?

Dopo la prima udienza – udienza presidenziale – e dopo che i coniugi vengono autorizzati a vivere separatamente può capitare che il marito non ottemperi a quanto disposto continuando a restare all’interno della casa coniugale. E’ bene porsi questa domanda: quanto tempo la moglie può concedere al marito per trovare un’altra sistemazione e portare via tutti i suoi effetti personali?

Prima di dare una risposta al quesito, chi scrive ritiene necessario precisare che la moglie non può obbligare il marito ad abbandonare la casa coniugale prima che il Giudice abbia emesso il provvedimento con cui dichiara lo stato di separazione.

La separazione legale, sia essa consensuale o giudiziale, consente ai coniugi di allontanarsi e, conseguentemente, la moglie potrà chiedere al marito di lasciare la casa coniugale sempre che i due si siano accordati in tal modo in caso di separazione consensuale, o il Giudice, nel suo provvedimento, abbia assegnato la casa coniugale alla moglie (separazione giudiziale).

Che cosa succede dopo che viene dichiarato lo stato di separazione tra i coniugi?

Ecco le diverse ipotesi che possono verificarsi.

1. Il Giudice può decidere di assegnare la casa al genitore collocatario dei figli sia nel caso di figli minorenni, sia nel caso di figli maggiorenni, ma non ancora autosufficienti dal punto di vista economico. In questo caso, la casa coniugale viene assegnata alla madre che potrà abitarvi sino a che i figli non raggiungono l’indipendenza o non si trasferiscono in altro luogo.

2. In assenza di figli o nel caso in cui questi abitano per conto loro, il Giudice non potrà mai assegnare la casa che è di un coniuge in godimento all’altro.

3. Se la casa coniugale è in comproprietà, al fine di evitare uno scontro tra i coniugi, la soluzione è quella di dividerla se l’immobile lo consente o, in caso contrario, di venderla e dividerne in parti uguali il ricavato.

Una volta emesso il provvedimento con il quale il Tribunale autorizza i coniugi a vivere separatamente e in presenza di una delle condizione sopraelencate, il genitore collocatario può, da quel momento, obbligare l’altro a lasciare la casa coniugale. Tale richiesta può essere rivolta dal genitore collocatario all’altro coniuge lo stesso giorno in cui viene autorizzata la separazione.

Il coniuge assegnatario della casa può, anche, chiedere all’altro la copia delle chiavi visto che non potrà più accedere in quella che, da quel momento in poi, diventa l’abitazione del coniuge che resta lì.

Si noti bene: il coniuge al quale non è stata assegnata la casa coniugale vi accede senza permesso, commette il reato di violazione di domicilio e rischia una denuncia.

Può capitare che il coniuge al quale viene assegnata la casa conceda all’altro un po’ più di tempo al fine di consentirgli di trovare un’altra sistemazione.

Se il Giudice non ha disposto diversamente, l’assegnazione della casa ha effetto immediato. Infatti, non è previsto un termine entro il quale il coniuge non assegnatario della casa coniugale deve lasciare la stessa.

Che fare se il marito non lascia la casa nel tempo concessogli?

In questo caso la moglie ha due possibilità:

a. l’esecuzione forzata;

b. la denuncia.

  1. Esecuzione forzata: occorre provvedere a notificare al marito il provvedimento del Giudice ed il precetto. L’avvocato, poi, chiederà l’intervento dell’Ufficiale Giudiziario, che dovrà dare esecuzione al provvedimento del Giudice e, nel caso di resistenza da parte dell’interessato, potrà chiedere l’intervento dei carabinieri
  2. Querela: chi non rispetta il provvedimento del Giudice commette il reato di “mancata esecuzione dolosa dell’ordine del giudice”. In questa ipotesi, il marito rischia la reclusione sino a tre anni o forse la multa da 103 a 1.032 euro.

La querela risulta essere il modo di agire più veloce e l’istituto processuale necessario per dare avvio all’azione penale.

Avv. Luisa Camboni

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Le scuole riapriranno il 14 settembre, secondo le direttive del Governo e del Ministro. Ma come poter riaprire in Sardegna, in sicurezza, dopo l’emergenza Covid che ha provocato la chiusura anticipata delle strutture scolastiche dai primi di marzo. E come comportarsi se il Governo non ha ancora indicato le linee guida da seguire. Domande, ipotesi e risposte alle quali l’Assessore regionale della Pubblica istruzione, Andrea Biancareddu ha voluto condividere, riunendo per la prima volta gli stati generali della scuola. In una affollata assemblea, sono stati invitati tutte le organizzazioni sindacali, nessuna esclusa, i Commissari Straordinari della Provincia di Sassari, Nuoro, Oristano e Sud Sardegna, l’Anci e la Città Metropolitana di Cagliari. Molti gli interventi in un clima di piena e totale collaborazione dove tutte le parti hanno ringraziato l’assessore per la richiesta di condivisione e proposte. Tante le problematiche e tante le richieste sollevate, dal dimensionamento ai precari, dalla dispersione scolastica aalle Autonomie ed ai trasporti.

«Ringrazio tutti per aver accolto l’invitoha detto l’assessore Andrea Biancaredduper avere percepito in pieno le finalità di questo incontro. Non è una battaglia di parte ma una battaglia di tutti. Questa è una partita che dobbiamo fare tutti insieme perché è difficile, inutile nasconderci o sostenere che non è nostra competenza. Lo Stato non può lavarsene le mani lasciandoci senza un soldo. Per la scuola la Regione farà la sua parte ma lo Stato non può darci le Linee guida all’ultimo momento e lasciarci senza sapere come e dove posiamo aprire. Il 14 Settembre è domani, non tra un anno. Non ci dicono come devono essere i banchi, se è sufficiente il distanziamento ipotizzato di 1 metro e ottanta. Quali scuole hanno gli spazi necessari e quali no. Spero che l’evolversi dell’epidemia sia positiva e che ci consenta di poter riaprire le scuole in tutta sicurezza.»

Il problema degli spazi è stato stigmatizzato da molti interlocutori, primi tra tutti i Commissari straordinari delle Province cha hanno sottolineato come in molte zone esistono classi pollaio e in altre realtà, magari vicinissime, ci siano edifici pressoché abbandonati per colpa del Dimensionamento. Nel corso dell’assemblea, Andrea Biancareddu ha poi voluto fare una precisazione, soprattutto ai rappresentanti sindacali.

«Io non devo smantellare niente. Parlo della struttura iscol@. Ho sentito diverse voci in merito e colgo l’occasione per sottolineare questo. Non la smantello soprattutto perché ho la giusta intelligenza per capire che le cose che vanno bene non si cancellano mai. Solo un folle potrebbe distruggere una cosa  che sta andando avanti e che, chi ha fatto prima di me, ha fatto bene e ha dato tanti buoni risultati. Non solocontinua Andrea Biancareddunon la voglio smantellarla ma la voglio potenziare e rafforzare. Tanta gratitudine per chi ci ha lavorato nell’Unità di progetto che è collegata alla Presidenza della Giunta. Noi la vorremmo far tornare sotto la naturale egida dell’assessorato della Pubblica istruzione come sede naturale, costituendo una Direzione dedicata che si occupi dell’edilizia scolastica. Anche per il progetto Tutti a Isol@ stiamo cercando di spendere tutto per le linee A, B e C. Non esiste nessun atto che predica o che faccia intendere che la Regione non voglia andare avanti. Nell’attesa delle Linee guida da parte del ministro Azzolina conclude Andrea Biancareddu, è stata riconvocata per martedì prossimo, alle ore 11.00,una nuova riunione dove dopo la prima presa di contatto e visione dei problemi, si cercherà di trovare una unità di intenti in vista della riapertura e dell’ingresso a scuola di 200 mila studenti sardi.»

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Scadranno il 28 giugno le domande per iscriversi alla Scuola estiva di preparazione ai test d’ingresso ai corsi di laurea della Facoltà di Medicina e Chirurgia organizzata all’Università degli Studi di Cagliari.
L’iniziativa, in programma dal 13 al 29 luglio e dal 3 al 6 agosto e che si svolgerà online sulle piattaforme “Adobe Connect” e “Microsoft Teams”, servirà a 450 studenti iscritti alla quarta e alla quinta superiore per acquisire gli strumenti e le abilità necessarie per un corretto approccio al test di ammissione.
Nel corso delle lezioni si parlerà delle teorie basilari della logica e del ragionamento logico, delle scienze fisiche, chimiche e biologiche. Oltre alle nozioni contenutistiche, saranno forniti metodi e strategie per una risoluzione efficace dei quesiti che permetteranno, tra l’altro, la gestione ottimale del tempo assegnato per lo svolgimento del test.
Per le iscrizioni è possibile collegarsi al sito internet della Facoltà di Medicina e Chirurgia al seguente link: http://facolta.unica.it/medicinaechirurgia/
Il bando e tutti gli avvisi relativi alla Scuola estiva possono essere consultati al seguente link: https://facolta.unica.it/medicinaechirurgia/scuola-estiva-di-preparazione-ai-test-2020/.

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Un nuovo caso positivo al Covid-19, nelle ultime 24 ore, è stato riscontrato in Sardegna, in provincia di Oristano. Sono complessivamente 1.366 i casi di positività accertati dall’inizio dell’emergenza. In totale nell’Isola sono stati eseguiti 71.452 tamponi. I pazienti ricoverati in ospedale sono in tutto 11, nessuno in terapia intensiva, mentre 20 sono le persone in isolamento domiciliare. Il dato progressivo dei casi positivi comprende 1.184 pazienti guariti (+3 rispetto all’ultimo aggiornamento), più altri 19 guariti clinicamente. Resta invariato il numero delle vittime, 132 in tutto.
Sul territorio, dei 1.366 casi positivi complessivamente accertati, 252 sono stati rilevati nella Città Metropolitana di Cagliari, 99 nel Sud Sardegna, 60 (+1) a Oristano, 79 a Nuoro, 876 a Sassari.

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L’efficientamento nella gestione dell’acqua in Sardegna è stata al centro dell’incontro tra l’assessore regionale dei Lavori pubblici, Roberto Frongia, ed il commissario di Enas, Alberto Piras.

«Ho chiesto al commissario di Enas efficienza nella spesa dal punto di vista dei progetti ed efficacia nella gestione delle opereha detto l’assessore dei Lavori pubblici Roberto Frongia -. L’acqua, essendo una risorsa limitata e un diritto fondamentale, è un patrimonio da tutelare. La gestione della risorsa e delle infrastrutture idrauliche è per la nostra regione di fondamentale importanza e deve essere portata avanti secondo criteri di efficacia, efficienze ed economicità, per questo metteremo in pratica tutte quelle azioni finalizzate a rendere efficiente l’Enas, anche in termini di dialogo fruttuoso con gli altri soggetti coinvolti come i Consorzi di bonifica, Consorzi Industriali e Abbanoa.»

E’ stata condivisa la necessità di incrementare la dotazione del personale impiegato nelle 30 dighe gestite da Enas: «Abbiamo recepito l’esigenza espressa di apportare forze di lavoro all’interno dell’Ente, in particolare riteniamo indispensabile favorire l’ingresso di quelle professionalità ritenute strategiche nella gestione delle dighe», ha spiegato Roberto Frongia.

Per quanto riguarda le dighe oggetto di richiesta di Commissariamento, l’assessorato dei Lavori pubblici è in attesa che la Presidenza del Consiglio dei ministri accolga la richiesta della Sardegna di sottoporre a gestione commissariale 6 opere (due in capo ad Abbanoa e 4 in capo ad Enas) che necessitano di interventi urgenti.

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«È urgente razionalizzare subito il funzionamento degli uffici regionali per dare risposte immediate agli utenti ed alle organizzazioni di categoria». A chiederlo è la consigliera regionale del Movimento Cinque Stelle, Carla Cuccu, che ha presentato un’interrogazione al presidente della Regione, Christian Solinas, e all’assessore regionale al Personale, Valeria Satta, per chiedere l’attuale composizione dell’Ufficio Ispettivo.
«Quest’ultimospiega Carla Cuccuè preposto ad effettuare ispezioni ordinarie presso l’Amministrazione e gli Enti per accertare la regolare applicazione delle leggi, dei regolamenti e della regolarità amministrativo-contabile nonché l’adeguata e corretta utilizzazione del personale tenendo conto anche delle segnalazioni dell’utenza e delle organizzazioni di categoria, e a effettuare inchieste e ispezioni di carattere straordinario che si rendano necessarie in determinati uffici dell’Amministrazione e degli Enti.»
La sua richiesta è anche quella di conoscere il numero delle posizione di dirigente ispettore risultanti vacanti, il numero delle ispezioni effettuate nell’anno 2019 e nel corrente anno così come gli obiettivi da raggiungere.
«Non è più possibile conclude l’esponente pentastellatache si continui a navigare a vista con una macchina burocratica azzoppata e farraginosa preposta, invece, a dare risposte concrete ed immediate alle numerose emergenze dei cittadini.»
A.C.

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I presidenti della Giunta e del Consiglio regionale, Christian Solinas e Michele Pais, hanno rivolto gli auguri ai 13mila studenti sardi, che da oggi sono impegnati nell’esame di maturità.

«Per tutti dice il presidente della Giuntaquesto è uno dei momenti indimenticabili della vita, sempre ricordato ed evocato come una grande sfida. Per voi che sostenete l’esame in condizioni del tutto eccezionali e, speriamo, irripetibili, lo sarà forse ancora di più. Sarà il ricordo di una tappa fondamentale della vita accompagnata da una difficile esperienza. Ma voi, cari ragazzi avete già vinto la vostra sfida, insieme alle vostre famiglie, ai vostri amici, ai vostri cari. Siete il simbolo della Sardegna che riprende a vivere, a lavorare, a sperare. Questo esame di maturità accende una luce di speranza conclude il presidente Christian Solinas – . E a ciascuno di voi, insieme ai miei auguri affettuosi, rivolgo questo invito di Seneca: anche se il timore avrà sempre più argomenti, tu scegli la speranza.»

«Anche gli studenti sardi oggi affrontano un esame di maturità particolare, caratterizzato dalle rigidissime regole  imposte dall’emergenza sanitaria ha detto il presidente del Consiglio regionale, Michele Pais -. Sono sicuro che i nostri ragazzi affronteranno la prova con sicurezza e competenza e concluderanno il ciclo di studi nelle scuole superiori con la consapevolezza che la vita futura che dovranno affrontare, nonostante le difficoltà, sarà impegnativa ma ricca di soddisfazioni.»

«La Sardegna per ripartire ha bisogno anche dell’entusiasmo e delle competenze dei giovaniha concluso Michele Pais -. Tutti insieme possiamo superare ogni difficoltà.»

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«Da oggi circa 13.000 studenti sardi affrontano l’esame di maturità. Una prova impegnativa che quest’anno assume un particolare significato per i ragazzi che concludono le scuole superiori in un clima di grande attenzione sanitaria. Nel dopo coronavirus nulla, anche nelle scuole di ogni ordine e grado, potrà essere uguale rispetto agli anni passati. Questa complessa fase della ripartenza però può rappresentare un’occasione per ripensare coraggiosamente e responsabilmente ai nostri servizi socio-educativi e scolastici.»

La Garante regionale per l’infanzia e l’adolescenza Grazia Maria De Matteis incoraggia gli studenti sardi e guarda al prossimo anno scolastico chiedendo particolare attenzione per la nostra Regione in cui la condizione dei bambini e degli adolescenti è ancora più precaria rispetto ad altre parti d’Italia.

La Garante regionale, firmataria della lettera inviata dal Coordinamento dei Garanti regionali dell’Infanzia e dell’adolescenza al presidente del Consiglio dei ministri, al ministro dell’Istruzione e al presidente nazionale dell’Anci, ha voluto sottolineare l’ esigenza di linee guida nazionali che tengano conto dei bisogni e delle peculiarità delle differenti età e dei diversi cicli di studio, delle diverse caratteristiche e risorse territoriali e regionali, promuovendo sinergie, tra gli organi scolastici e gli enti locali, per la valorizzazione e l’efficientamento degli spazi pubblici esistenti aperti e chiusi, ripensando per il futuro le logiche di edilizia scolastica.

«Dobbiamo ripartiresi legge nella lettera da un piano straordinario per l’Infanzia e l’Adolescenza che, in maniera organica, tenga conto della necessità di dedicare maggiori risorse finanziarie, umane e strumentali al mondo scolastico e agli enti locali attuatori delle politiche per la famiglia per l’Infanzia e l’Adolescenza.»

La Garante De Matteis chiede anche alle istituzioni sarde di programmare per tempo le modalità di riavvio del prossimo anno scolastico: «Si deve tornare a scuola nella massima sicurezza tenendo conto delle peculiarità dei singoli territori. Le attività didattiche sono essenziali per la crescita dei nostri bambini e ragazzi. Guardiamo ad una scuola moderna, efficiente e sicura».

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Il direttore regionale Antonio Angelo Porcu, il prefetto di Cagliari Bruno Corda, l’assessore regionale della Difesa dell’Ambiente Gianni Lampis, il direttore generale della Protezione civile della Regione Sardegna Antonio Belloi d il comandante del Corpo Forestale di Vigilanza Ambientale Antonio Casula, hanno firmato oggi la convenzione tra il Corpo Nazionale dei vigili del fuoco e la Regione Sardegna per la Campagna antincendi boschiva 2020.
La convenzione, con un impegno economico da parte della regione per complessivi 600mila euro, permetterà il potenziamento del dispositivo di soccorso del Corpo Nazionale VVF con squadre VVF, in versione AIB, presso diverse strutture VVF dislocate sul territorio regionale e la presenza di personale qualificato VF presso la SOUP e i COP.
Significativa novità, la presenza di un D.O.S. (Direttore delle Operazioni di Spegnimento) VVF presso il Nucleo elicotteri di Alghero per circa trenta giorni nel periodo tra luglio e agosto con la possibilità di intervento del “Drago” (elicottero VF) nelle operazioni di spegnimento degli incendi cosiddetti di interfaccia (incendio boschivo che minaccia aree urbane).
È stata inoltre firmata un’importante dichiarazione d’intenti nel campo della Protezione civile, la cui applicazione consentirà l’aumento della sinergia tra i vigili del fuoco e la Protezione civile regionale.
Il documento prevede la collaborazione tra le strutture regionali di Protezione civile e il Corpo nazionale dei vigili del fuoco al fine di rafforzare e rendere sempre più efficaci e sinergiche le attività congiunte di pianificazione, coordinamento, formazione, addestramento e attività operative, se possibile anche con il coinvolgimento del mondo del volontariato, nonché la collaborazione nell’attività di supporto ai sindaci per la redazione dei piani comunali di protezione civile, in particolare relativamente alla gestione dell’emergenza e del soccorso.
Le attività saranno focalizzate non solo sulle attività di AIB, ma anche sul contrasto del rischio idrogeologico, degli incendi di interfaccia, degli incidenti con rilasci di sostanze pericolose, di emergenze biologiche con rilasci di sostanze pericolose.
Allo scopo saranno attivati dei tavoli tecnici specifici per sviluppare le modalità operative di attuazione dell’impegno siglato.