27 November, 2024
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I consiglieri comunali dei gruppi “Genti Noa” e “Insieme per Sant’Antioco” hanno presentato un’interrogazione sul centro termale di Coe Quaddus, in vista della riunione del Consiglio comunale in programma lunedì 15 giugno.
Intento dei consiglieri è quello di conoscere la posizione del sindaco Ignazio Locci e della sua maggioranza, in merito al progetto tornato in auge poiché gli stessi proponenti del centro termale hanno appena ottenuto una concessione mineraria per attingere acque termali nel medesimo sito di Coequaddus. Davanti al timore che dietro tale ennesima iniziativa imprenditoriale si celi la volontà di edificare superando i vincoli del PUC e del PPR, i consiglieri di opposizione chiederanno all’attuale Amministrazione di esprimere la propria opinione in modo chiaro e non equivoco.

«La posizione di Genti Noa è ancora oggi rimasta immutata e chiarasi legge in una nota -: vorremmo che questa iniziativa si realizzasse altrove (dove è noto vi sia l’acqua termale) e prevalesse la mentalità secondo la quale riqualificare e recuperare il territorio nell’interesse di tutti è senza dubbio meglio che consumarlo nell’interesse di pochi. Genti Noa propose di allocare il progetto delle terme nelle aree ex Palmas Cave per preservare lo straordinario scenario naturale di Coequaddus e la sua straordinaria forza attrattiva in chiave turistica. Adesso la parola passa all’Amministrazione in carica dal 2017. Genti Noa è rimasta dello stesso avviso di qualche anno fa. E la maggioranza guidata dal sindaco Locci?»

 

 

 

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I tre portavoce del Comitato Porto Solky, Rolando Marroccu, Alfonso Curridori e Daniele Garau, hanno inviato ieri pomeriggio una richiesta di convocazione degli Enti interessati al Piano Sulcis per la presentazione delle proposte di rimodulazione dei finanziamenti derivanti dalla bocciatura del progetto per la realizzazione del Nuovo Ponte di Sant’Antioco, riguardanti la viabilità del Sulcis e la pianificazione per il porto di Sant’Antioco.

«Il Comitato Porto Solky ha inviato le schede tecniche del CIREM per le proposte di rimodulazione dei 57,5 milioni di euro che saranno disponibili dalla mancata realizzazione del Nuovo Ponte. Si punta sugli investimenti nel Porto di Sant’Antioco, sulla viabilità di tutto il Sulcis: circonvallazione per Calasetta e riqualificazione di SS 126, SP 75 e SS 293 – si legge in una nota -. Martedì 9 giugno il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ha inviato l’ennesima comunicazione che conferma l’irremovibile rigetto in merito alla realizzazione del Nuovo Ponte di Sant’Antioco e invita gli Enti a presentare nuovi progetti per la viabilità strategica del territorio. Tale informativa ribadisce per l’ennesima volta, a chi non si è ancora rassegnato all’evidenza, la sonora bocciatura del mega viadotto di 2 km dal costo di 57,5 milioni di euro.»

«Ricordiamo che questa vittoria che resterà alla storia è potuta avvenire grazie alla presa di posizione unanime dei Sindaci del Sulcis che, accettando l’invito del Comitato Porto Solky, recentemente avevano costituito il granitico fronte del NO, condividendo le Osservazioni Tecniche del Comitato che hanno dimostrato l’assoluta inutilità del progetto Anas in quanto privo di valenza strategica la ripresa socioeconomica del Sulcis Iglesiente aggiunge la nota del Comitato Porto Solky -. In assenza del fronte unico si sarebbe rischiato di sperperare 57,5 milioni di euro del Piano Sulcis in quanto l’Anas aveva chiesto l’applicazione degli articoli di legge per la quale, a fronte di un progetto strategico, l’opposizione del solo Comune di Sant’Antioco sarebbe stata inutile.»

«I Sindaci del Piano Sulcis, legittimati ad indirizzare i finanziamenti, hanno già deciso: si deve perseguire lo sviluppo della Nautica nel territorio e la riqualificazione della viabilità di tutto il Sulcis – concludono Rolando Marroccu, Alfonso Curridori e Daniele Garau -. D’altronde quei finanziamenti sono il frutto delle battaglie del 2012 che rivendicavano una nuova opportunità di ripresa socioeconomica della provincia più povera d’Italia.»

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Gli uomini del Nucleo Sommozzatori e della squadra nautica dei Vigili del Fuoco del Comando di Cagliari sono intervenuti stamane per il recupero di un corpo nelle acque antistanti l’imboccatura del porto di Cagliari.
Per cause da accertare, sembrerebbe che il corpo appartenga ad un marittimo, di origine tunisina, finito fuori bordo da un peschereccio. Sul posto sono intervenute anche le unità della Capitaneria di porto di Cagliari per il coordinamento dei soccorsi.

   

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Carloforte riparte. L’emergenza Coronavirus è stata terribile, agli inizi dello scorso mese di marco ha creato un clima di grande paura per una possibile diffusione nell’Isola e, inevitabilmente, ha provocato una vera e propria paralisi del tessuto economico locale e la cancellazione dei principali eventi della primavera e dell’estate tabarchina. Oggi, superate le Fasi 1 e 2, in piena Fase 3, come tutta la Sardegna, anche la comunità tabarchina guarda al futuro con meno paura e, soprattutto, una grande voglia di ripartire, per tornare quanto prima possibile alla normalità.

La normalità, per Carloforte, è un’estate viva, un’Isola brulicante di turisti, ristoranti, alberghi e seconde case sold-out, spiagge, cale, calette e scogliere piene di vita… Tutto non potrà tornare come prima del Covid-19 da un giorno all’altro, ma l’Amministrazione comunale guidata dal sindaco Salvatore Puggioni ha dato segnali importanti di risposta alle necessità determinate dall’emergenza e gli operatori del settore turistico, ricettività, bar e ristorazione, esercizi commerciali, associazioni, si sono mobilitati per avviare…la ricostruzione!

«Con un gruppo di amici abbiamo ideato il Free Day, progetto patrocinato dall’Amministrazione comunaledice Giuseppe Buzzo, ristoratore, presidente dell’associazione Verde Isola Carloforte -. Un giorno della settimana, il venerdì, si può venire a Carloforte con promozioni vantaggiose per i turisti. Ad esempio, si può prenotare una camera matrimoniale in albergo al costo di 45 euro, una cena in ristorante al costo di 20,00 a persona, avere a disposizione una bicicletta elettrica gratis e tanti altri servizi…quasi gratis. Inoltre, ogni 15 giorni, il sabato, abbiamo abbinato uno spettacolo con musica dal vivo, con degustazioni di piatti tipici. Nell’attesa del concerto, ci saranno delle sfilate di moda organizzate da esercizi commerciali locali operanti nel settore. Il primo spettacolo conclude Giuseppe Buzzo è in programma il 27 in piazza Pegli, con un omaggio ai Pooh. Il prossimo sarà un omaggio a Lucio Battisti.»

Gli spettacoli, ovviamente, si svolgeranno nel pieno rispetto delle prescrizioni di prevenzione imposte dall’emergenza.

In questa fase emergenziale, tra i cittadini è emerso un grande spirito di solidarietà che ora emerge anche tra gli operatori. Si tratta, indubbiamente, di un segnale importante, una strada per molti versi quasi obbligata, per avviare una rinascita concreta dopo una crisi devastante, la più grave dal secondo dopoguerra.

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Sei consiglieri di minoranza del comune di Iglesias, Federico Garau, Francesca Tronci, Bruna Moi, Luigi Biggio, Simone Saiu ed Alberto Cacciarru, rilanciano l’allarme sul futuro di Casa Serena, dopo l’intervento “chiarificatore” del sindaco, Mauro Usai.

«Ancora silenzio sulla Casa Serenascrivono in una nota Federico Garau, Francesca Tronci, Bruna Moi, Luigi Biggio, Simone Saiu ed Alberto Cacciarru -. Quella che appariva essere una situazione complicata fin dall’inizio, adesso sembra essere diventata una cruda realtà. L’Amministrazione comunale, che ancora una volta sperava di essere salvata dalla Regione Sardegna, si ritrova invece a dover fare in conti con anni di menefreghismo, appalti incontrollati e spese scellerate. Come se non bastasse, il Margherita di Savoia non è ancora pronto. L’eterno cantiere infatti prosegue da vent’anni a questa parte nelle problematiche che, anno dopo anno, ha visto l’inaugurazione essere rimandata di continuo. Il tutto per l’incapacità di non aver mai diretto con serietà e capacità i lavori di riapertura. Ad oggi una sola cosa è certa, il comune di Iglesias non possiede le risorse sufficienti per poter mandare avanti la struttura. La relazione dei revisori dei conti è stata molto chiara, dal primo giugno la struttura avrebbe dovuto chiudere.»

«È assurdo il silenzio che l’Amministrazione comunale sta avendo nei riguardi di un argomento così delicato aggiungono Federico Garau, Francesca Tronci, Bruna Moi, Luigi Biggio, Simone Saiu ed Alberto Cacciarru. Dal primo giugno, secondo i tecnici del Comune, la struttura avrebbe dovuto optare per la chiusura. Come sta andando avanti in queste due settimane? I cittadini di Iglesias meritano di conoscere la verità dei fatti, ma soprattutto devono assolutamente essere resi partecipi dei progetti di questa Amministrazione comunale. Un silenzio imbarazzante che continua a confermare il clima di incertezza che aleggia all’interno di questa Giunta, ma soprattutto conferma l’incapacità di affrontare determinate situazioni.»

«Un’Amministrazione che ad oggi si ritrova a fare i conti con la realtà e con anni di scellerate decisioni. La Regione ha salvato fin troppe volte le lacune di tutte le amministrazioni che si sono susseguite fino ad oggi. Quella attuale ha avuto sette anni di tempo per trovare delle vere soluzioni o delle valide alternative – concludono Federico Garau, Francesca Tronci, Bruna Moi, Luigi Biggio, Simone Saiu ed Alberto Cacciarru. È ora che qualcuno si prenda la responsabilità, non solo sulla stampa, ma anche nella realtà.»

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L’istituto dell’Amministrazione di Sostegno è una figura giuridica introdotta, nel nostro ordinamento, per tutelare quei soggetti che, a causa di una malattia o di una menomazione fisica o psichica, si trovano nell’impossibilità, anche parziale o temporanea, di provvedere ai propri interessi. 

La ratio dell’istituto è, dunque, quella di tutelare la gestione patrimoniale di soggetti deboli, ovvero di quelle persone che in un determinato momento della propria vita siano impossibilitate a provvedere alle proprie necessità.

Nell’iter che porta alla nomina dell’Amministratore di Sostegno figura fondamentale è quella del Giudice, cosiddetto Giudice Tutelare. Il Giudice Tutelare, a seguito di ricorso, provvede con decreto a nominare  l’Amministratore disponendo l’indicazione dell’oggetto dell’incarico, degli atti che l’Amministratore ha il potere di compiere in nome e per conto dell’Amministrato/Beneficiario, nonché di quelli che l’Amministrato/ Beneficiario può compiere solo con la sua assistenza.

Il compito dell’Amministratore di Sostegno è quello di aver cura della persona dell’Amministrato/ Beneficiario e non soltanto del suo patrimonio. In altre parole, l’Amministratore di Sostegno deve svolgere i propri compiti tenendo conto dei bisogni e delle aspirazioni dell’Amministrato/ Beneficiario.

Qual è l’iter da seguire per arrivare alla nomina dell’Amministratore di Sostegno? Quali i soggetti legittimati a chiederne la nomina?

Il tutto ha inizio con il deposito, presso la Cancelleria del Giudice Tutelare, di un ricorso.

I soggetti legittimati a chiedere la nomina di un Amministratore di Sostegno sono:

a. il diretto interessato,

b. il coniuge,

c. il convivente more uxorio (purché la convivenza abbia il requisito della stabilità), parenti entro il quarto grado e affini entro il secondo.

Possono proporre ricorso, anche, soggetti esterni al nucleo familiare come il pubblico ministero, il tutore o il curatore, i responsabili di servizi socio-sanitari qualora fossero a conoscenza di fatti tali da rendere necessaria l’apertura del procedimento.

Si noti bene: La proposizione del ricorso può essere fatta personalmente presso la Cancelleria del Giudice senza l’assistenza di un avvocato.

Chi può ricoprire l’incarico di Amministratore di Sostegno?

In ragione della ratio dell’istituto e dell’essenziale legame di fiducia che deve sussistere tra le parti, Amministratore di Sostegno e Amministrato, generalmente il Giudice predilige, nella scelta del soggetto da nominare, una persona facente parte del nucleo familiare dell’Amministrato/ Beneficiario o, comunque, legato allo stesso da vincoli di parentela – affettivi.

Nel caso in cui per vari motivi la nomina di un familiare non sia possibile, la scelta dovrà ricadere su un soggetto esterno alla famiglia.

Quali qualità deve possedere la persona nominata Amministratore di Sostegno?

L’Amministratore deve svolgere il proprio incarico in totale autonomia, avendo riguardo unicamente agli interessi dell’Amministrato, garantendo, quindi, la totale imparzialità e l’assenza di qualsivoglia interesse personale. Insomma, deve esercitare tale incarico nel pieno rispetto dei diritti della persona e della dignità umana.

L’attività posta in essere dall’Amministratore di Sostegno è soggetta al controllo da parte del Giudice Tutelare; infatti, l’Amministratore, annualmente, è tenuto  a depositare  un rendiconto nel quale non si limita solamente ad indicare le entrate e le uscite del patrimonio dell’Amministrato, ma anche a dar conto dello stato di salute, della vita sociale… dello stesso.

Il conflitto endofamiliare incide nella scelta dell’Amministratore di Sostegno?

La risposta è positiva.

L’articolo 408 c.c. indica un elenco di soggetti che possono ricoprire l’incarico di Amministratore di Sostegno: il coniuge non separato legalmente, la persona stabilmente convivente, il padre, la madre, il figlio, il fratello, la sorella, il parente entro il quarto grado, ovvero il soggetto designato dal genitore superstite con testamento, atto pubblico, scrittura privata autenticata.

Normalmente la scelta dovrebbe ricadere tra i soggetti sopraelencati, però, qualora sussistano gravi motivi è possibile che la scelta ricada su un professionista esterno al nucleo familiare; tale ipotesi è rappresentata proprio dalla sussistenza di “conflitti endofamiliari”.

Con l’espressione “conflitti endofamiliari” vi rientrano tutte quelle ipotesi di scontro, di disagio, di qualsiasi natura che nascono all’interno del nucleo familiare e che determinano un clima di tensione, stress che mal si concilia con quella che è la ratio dell’istituto dell’Amministrazione di Sostegno, ovvero garantire tranquillità, tutela al soggetto Amministrato.

Pertanto, in presenza di una accertata conflittualità all’interno del nucleo familiare, la soluzione migliore che consente di amministrare gli interessi del beneficiario con la dovuta imparzialità è rappresentata dalla nomina di un Amministratore esterno.

Ed anche perché il conflitto endofamiliare va ad incidere negativamente sul benessere psico-fisico dell’Amministrato/Beneficiario, tale da poter compromettere gravemente lo stato di salute dello stesso.

Il coniuge legalmente separato può essere nominato Amministratore di Sostegno?

La risposta è fornita dal Giudice Tutelare del Tribunale di Varese che ritiene si possa  nominare il coniuge legalmente separato quale Amministratore di Sostegno dell’Amministrato/Beneficiario quando è provata l’assenza di conflitti di interessi e l’adeguatezza della designazione, specie se la nomina è fatta dal beneficiario stesso.

Avv. Luisa Camboni

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Incidente stradale alle 22.00, a Settimo San Pietro, nella via San Salvatore, dove per cause ancora da accertare, due autovetture sono rimaste coinvolte in uno scontro. A causa del sinistro è rimasta coinvolta una persona in codice rosso trasportata presso il più vicino ospedale dal personale del 118. Sul posto inoltre anche personale del 112 per i rilievi di competenza.

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Con un testimonial realmente d’eccezione, Gigi Riva – bandiera rossoblù che ha portato il Cagliari allo scudetto, scegliendo poi la Sardegna per la vita – è partita la campagna di informazione sui prodotti DOP e IGP promossa dall’assessorato dell’Agricoltura e riforma agro-pastorale della Regione Autonoma della Sardegna.

“Una scelta autentica” è il claim scelto per promuovere vantaggi, proprietà e caratteristiche dei regimi europei di qualità rappresentati dalle denominazioni di origine e dalle indicazioni geografiche protette, comunemente note con gli acronimi DOP e IGP.

Sono tali denominazioni, infatti, a testimoniare l’unicità e il valore di prodotti che i sardi possono apprezzare ogni giorno sulle proprie tavole, frutto di produzioni che rappresentano la vera eccellenza del territorio: tipicità protette divenute anche bandiere del gusto, della sicurezza alimentare e della qualità enogastronomica in Italia e nel mondo. Conoscerle significa riconoscere la tradizione e, appunto, fare “una scelta autentica” come quella di Gigi Riva, “sardo per scelta” anche nelle parole della campagna regionale.

«Nel contesto di un’emergenza economica e sociale che anche il comparto agroalimentare si è trovato ad affrontare – afferma Gabriella Murgia, assessore regionale dell’Agricoltura e Riforma agro-pastorale con questa campagna di informazione fortemente voluta dalla Giunta Solinas vogliamo sensibilizzare i consumatori locali sul valore aggiunto dei tanti prodotti sardi che possono fregiarsi della registrazione comunitaria DOP o IGP. La Sardegna può infatti vantare e presentare sul mercato ben otto prodotti agroalimentari riconosciuti, oltre a un elevato numero di vini a denominazione di origine protetta e, tra le bevande spiritose, il Mirto di Sardegna Ig. Tutti prodotti di eccellenza che garantiscono la qualità, la tipicità e il legame unico con il nostro territorio e rappresentano un patrimonio identitario da valorizzare.»

Associata ad un marchio specifico e internazionale, la Denominazione di Origine Protetta (DOP) identifica un prodotto originario di un territorio, le cui qualità e caratteristiche sono dovute essenzialmente o esclusivamente a un particolare e ben delimitato ambiente geografico. Accanto a ben 18 vini, sono 6 i prodotti agroalimentari sardi riconosciuti come DOP: il Carciofo Spinoso di Sardegna, l’olio extravergine d’oliva Sardegna, i tre formaggi ovini Pecorino Romano, Pecorino Sardo e Fiore Sardo, nonché lo Zafferano di Sardegna.

L’Indicazione Geografica Protetta (IGP) è una denominazione che identifica prodotti originari di un determinato luogo, regione o paese, alla cui origine sono attribuibili qualità, reputazione e altre caratteristiche peculiari: Agnello di Sardegna, Culurgionis d’Ogliastra e Mirto di Sardegna sono le tre eccellenze regionali che possono vantare la denominazione IGP, assegnata anche a 15 vini.

In aggiunta ai canali tradizionali (tv e radio), la campagna regionale ha come elemento portante la comunicazione su web e social media, con l’obiettivo di creare una relazione diretta con gli utenti e costruire una strategia di promozione mirata. In questo modo, si punta a incrementare la visibilità dei prodotti DOP e IGP della Sardegna concentrandosi sulle community online, andando oltre i confini regionali, guardando anche alle giovani generazioni e consolidando l’immagine di prodotti buoni, sicuri e riconosciuti.

 

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Rossella Pinna (Pd), ex sindaco di Guspini, torna in Consiglio regionale. La Corte d’Appello ha confermato la sentenza del Tribunale civile di Cagliari che aveva accolto il suo ricorso nel mese di agosto dello scorso anno. Subentra a Gianluigi Piano, anch’egli del Pd, che era stato eletto nella circoscrizione del Medio Campidano con 2.424 preferenze, precedendo l’uscente Rossella Pinna, che aveva ottenuto 1.995 preferenze. Quest’ultima ha presentato ricorso, sostenendo l’ineleggibilità di Gianluigi Piano, in quanto nella scorsa legislatura aveva fatto parte dello staff dell’assessore regionale dell’Urbanistica ed Enti locali Cristiano Erriu ed è stato equiparato ad un dipendente regionale, quindi non eleggibile. Il Consiglio regionale dovrà ora prendere atto della sentenza e procedere alla surroga. Gianluigi Piano potrebbe ricorrere in Cassazione.

 

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La Regione Sardegna, attraverso la Centrale regionale di committenza, ha aggiudicato, il 9 giugno, la procedura aperta, suddivisa in tre lotti, per la fornitura dei vaccini antinfluenzali destinati alle aziende del sistema sanitario regionale per la campagna di prevenzione 2020/2021.

Per rispondere alle esigenze di prevenzione conseguenti alla diffusione del Covid-19, la procedura, indetta l’8 maggio in coordinamento con la Direzione generale della Sanità, ha previsto un fabbisogno pari quasi il doppio dei quantitativi dell’anno precedente.

«Nell’ipotesi di circolazioni virali concomitanti, siamo ben consapevoli dei vantaggi rappresentati dalla vaccinazione antinfluenzale. Una più ampia copertura, specie nei soggetti più esposti, ci consente di ridurre la necessità di ricorrere all’assistenza nelle strutture sanitarie per intervenire sulle complicazioni dell’influenza e permette una maggiore facilità di diagnosi dei sospetti casi di positività al Coronavirus», dice l’assessore regionale della Sanità, Mario Nieddu.

La Sardegna è stata la terza regione ad attivarsi per la fornitura delle dosi necessarie ad affrontare la prossima campagna antinfluenzale. Inoltre ha provveduto a definire l’accordo con i medici di medicina generale per potenziare le vaccinazioni e rendere la campagna di prevenzione più capillare sul tutto il territorio.