27 November, 2024
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Ai sensi del nuovo DPCM dell’11 giugno 2020 (allegato 8), possono essere presentati progetti comprendenti attività ludico, ricreative, aggregative estive in favore delle bambine, dei bambini, delle ragazze e dei ragazzi di età compresa tra 0 e 17 anni. Ciò ha comportato anche un’integrazione dei criteri inerenti la manifestazione di interesse indetta l’8 giugno scorso dall’Amministrazione comunale di Carbonia – inizialmente previsti per i bambini nella fascia di età compresa dai 3 ai 17 anni – contemplando adesso iniziative anche per bimbi di età inferiore ai 3 anni.

La manifestazione di interesse pubblicata dal comune di Carbonia mira a individuare i soggetti disponibili a realizzare codeste attività estive denominate “Centri Estivi 2020”, iniziative fondamentali per assicurare spazi di socializzazione e integrazione a centinaia di bambini e ragazzi della nostra città fortemente provati dal periodo di “isolamento forzato” da Covid-19.

A partire dalla data odierna potranno presentare la propria manifestazione di interesse i soggetti che operano in ambito educativo, ludico, ricreativo e culturale, quali associazioni di volontariato, promozione sociale, cooperative, polisportive e Onlus con sede legale ed operativa nel territorio del comune di Carbonia.

Le associazioni interessate dovranno presentare il proprio progetto di “Centro Estivo” entro le ore 14.00 del 19 giugno a mezzo Pec all’indirizzo: comcarbonia@pec.comcarbonia.org

Per maggiori informazioni sulla modulistica da presentare è possibile consultare il seguente link:

https://www.comune.carbonia.su.it/amministrazione-trasp/altri-contenuti/dati-ulteriori/item/3362-avviso-manifestazioni-di-interesse-da-parte-di-soggetti-disponibili-a-realizzare-attivita-ludico-ricreative-aggregative-estive-in-favore-delle-bambine-dei-bambini-delle-ragazze-e-dei-ragazzi-di-eta-compresa-tra-0-e-17-anni

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Nella Chiesa Santa Maria delle Grazie di Barbusi, il parroco don Giampaolo Cincotti ha celebrato una Messa speciale in memoria di Santa Barbara, protettrice dei minatori, dei vigili del fuoco, dei marinai, degli artiglieri e degli artificieri.

Alle celebrazioni in ricordo di Santa Barbara sono presenti per l’Amministrazione comunale il sindaco Paola Massidda ed il vicesindaco Gian Luca Lai, in compagnia del presidente della Fondazione Cammino Minerario di Santa Barbara, Giampiero Pinna.

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E’ stata una giornata molto difficile nella lotta agli incendi, in Sardegna. 17 quelli segnalati, 2 hanno richiesto l’intervento del mezzo aereo del Corpo forestale.

Nelle campagne del comune di Bosa, in località Riu Turas, sono intervenuti 2 elicotteri provenienti dalle basi del Corpo forestale di Limbara e Fenosu. Le operazioni di spegnimento sono state dirette dal Corpo forestale delle stazioni di Bosa e Cuglieri, coadiuvate dalle squadre di Forestas di Tresnuraghes e Scano Montiferro, dai Barracelli di Bosa e Modolo ed una squadra dei vigili del fuoco. Le operazioni di spegnimento, si sono concluse nel primo pomeriggio. Il tipo di vegetazione bruciata: circa 2 ettari di macchia mediterranea.

A Tramatza, in località Crugullonis, è intervenuto l’elicottero proveniente dalla base del Corpo forestale di Fenosu (OR). Le operazioni di spegnimento sono state dirette dal Corpo forestale della Stazione di Oristano coadiuvate dalla squadra di Forestas Massama-Campulongu e dai vigili del fuoco di Oristano. Si sono concluse alle ore 15.45. Il tipo di vegetazione bruciata è canneto, seminativi. Le fiamme hanno minacciato un’azienda agricola.

 

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«Esprimiamo forte preoccupazione per la situazione finanziaria e per le drammatiche conseguenze che ricadrebbero sugli anziani e sui lavoratori in merito al comunicato del sindaco Mauro Usai sulla Casa Serena. A quanto pare, il contributo promesso a suo tempo dalla Regione Sardegna per sostenere le spese di gestione del 2020, sarebbe appeso ad un filo.»

Lo scrive Antonio Achenza, presidente della ConsultAnzianIglesias, in una nota inviata al sindaco di Iglesias Mauro Usai, all’assessore delle Politiche sociali Angela Scarpa, alla commissione Politiche sociali, al presidente del Consoglio comunale Daniele Reginali e, infine, ai capigruppo consiliari.

«E’ impensabile che un finanziamento così importante venga improvvisamente a mancare alle casse dell’Amministrazione comunale di Iglesias senza mettere a rischio la continuità del servizio di assistenza sociale per gli anziani e l’occupazione dei lavoratoriaggiunge Antonio Achenza -. Neppure se ci fossero ragioni valide si può cancellare un contributo finalizzato ad una casa di riposo per anziani. Soprattutto, è inaccettabile che a metà anno si decide improvvisamente di tagliare le risorse già messe a bilancio. Certo, anche noi, come la maggior parte dei cittadini di Iglesias ci chiediamo quanti soldi sono stati spesi e come sono stati spesi per la ristrutturazione quasi trentennale della casa di riposo Margherita di Savoia. Non sappiamo se c’è stato un facilitatore seriale di lavori infiniti oppure se c’è stata una distratta e disattenta amministrazione che non ha vigilato nel modo dovuto sugli appalti e sulla spesa.»

«Ma questo, non è certamente il momento giusto per affrontare questo problema, ci sarà tempo e modo per fare la dovuta chiarezza. Adesso, è assolutamente necessario che la Regione eroghi il contributo per garantire la continuità del servizio alla Casa Serena per tutto il 2020sottolinea Antonio Achenza -. Tuttavia, anche l’Amministrazione comunale deve assumere l’impegno di fissare la data definitiva e inderogabile della conclusione dei lavori della casa di riposo Margherita Savoia. Si tratta di porre una volta per tutte la parola fine a una storia senza fine e trasferire finalmente gli anziani ed i lavoratori nella nuova e più accogliente struttura.»

«Nel frattempo, sarebbe opportuno che l’Amministrazione comunale apra da subito un confronto con le organizzazioni sindacali e con le associazioni che si occupano delle terza età, come la nostra, per affrontare e concordare gli aspetti che riguardano il personale, la qualificazione dei servizi e le attività assistenziali conclude il presidente della ConsultAnzianIglesias -. Auspichiamo una conclusione positiva della vicenda, ogni altra soluzione al buio ed improvvisata sarebbe disastrosa per tutta la comunità.»

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Manutenzione ordinaria e straordinaria della struttura, possibilità di apertura al pubblico nel rispetto delle prescrizioni di sicurezza, adeguamento infrastrutturale al campionato Lega Pro.
Sono questi i tre punti del progetto preliminare per lo stadio “Vanni Sanna” di Sassari che è stato protocollato questa mattina negli uffici del Comune. «Il progetto preliminaresottolineano dalla società rossoblù è un primo passo concreto nella direzione di un ripristino immediato della struttura, grazie ad una serie di interventi mirati per garantire il rientro del pubblico in sicurezza e con i comfort adeguati, ma è anche strumento necessario per dotare lo stadio di servizi necessari in chiave futura».
La manutenzione riguarderà sia le aree di accesso comuni (ingressi, parcheggi, settori spettatori, recinzioni) sia i locali adibiti agli impianti idrici ed elettrici.
Sul fronte del protocollo della sicurezza legata alle normative contro la diffusione del Coronavirus, si cercherà di garantire l’accesso ai tifosi nel rispetto delle distanze interpersonali. Allo studio la riapertura dei settori sino a questo momento limitati al pubblico o addirittura chiusi. Inoltre si procederà anche alla sistemazione dei seggiolini distanziati in tutti i settori, alla gestione dei flussi nelle aree di accesso, ai controlli della temperatura corporea, alla creazione di percorsi adeguati, al posizionamento di un’apposita segnaletica di sicurezza, all’illuminazione e tutto ciò che garantirebbe l’accesso e la fruibilità della struttura in ottemperanza alle attuali normative.
Per adeguare l’impianto alla categoria si lavorerà per il rifacimento del manto erboso, alla sanificazione dei locali, all’adeguamento di aree comuni (aree spogliatoi), sala stampa, servizi igienici di tutti i settori, locali infermeria, sala amplificazione e tribuna stampa, sala conferenze e mixed zone, al risanamento e alla manutenzione di locali comuni, percorsi di accesso curva, tribuna e gradinata, posti e servizi per disabili, adeguamento e accessi ai mezzi di soccorso.
A.C.

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C’è preoccupazione per la sorte del servizio di Diabetologia dell’ospedale Nostra Signora di Bonaria di San Gavino Monreale.
A lanciare l’allarme è il presidente della Fand del Medio Campidano Onlus, Mattia Orrù. Al centro del contendere è il presunto trasferimento del servizio al poliambulatorio di Sanluri.
Orrù sottolinea come, su questa vicenda, «l’Associazione abbia tentato più volte, invano, di avere un colloquio con i dirigenti Ats per comprendere meglio le scelte illogiche».
Lo scorso 5 febbraio è stata inviata una lettera, «senza avere mai risposta» rimarca Mattia Orrù, al presidente della Regione, Christian Solinas. «Noisi legge nella missivanon possiamo vivere con la paura di ammalarci o che i nostri cari si ammalino perché non ci si può curare, perché andare a chilometri di distanza non tutti lo possono fare. In questo triste periodo di crisi a livello lavorativo, ci sta mancando anche la salute purtroppo e non tutti possono permettersi di curarsi in altri ospedali o Asl lontani chilometri da casa e dall’ospedale in cui sono seguiti o ricoverati. Caro Presidente, io come portavoce di tutti gli altri pazienti e cittadini Campidanesi e non solo, le chiedo di portarsi una mano alla coscienza e darci una mano per trovare una soluzione interna alla struttura ospedaliera».
Una settimana più tardi viene anche chiesto un incontro sia al governatore che all’assessore della Sanità, Mario Nieddu. Richiesta ribadita anche il 18 maggio. «Oltre a queste richieste scritte – ha aggiunto Mattia Orrù – si è proceduto a richiedere telefonicamente un appuntamento anche telefonico con il dirigente della Asl Sanluri senza ricevere mai risposta. Poco dopo vengo contattato dalla segreteria del direttore della Assl di Sanluri con la promessa che in tempi brevi sarei stato ricevuto, ma ancora a oggi 12 giugno 2020 non sono stato ricontattato».
La richiesta è quella che il servizio resti a San Gavino Monreale. A questo proposito è nato anche, nei social, un comitato spontaneo di cittadini che hanno voluto esprimere il loro dissenso al trasferimento della diabetologia.
Una contrarietà che l’Associazione ribadì anche il 3 giugno nel corso in una riunione che si è tenuta a Lunamatrona alla quale hanno partecipato anche alcuni sindaci del territorio e i sindacati di appartenenza dei dipendenti dell’Ospedale.
«A fine riunione ha proseguito Mattia Orrùsi è presentato Gianni Lampis, assessore regionale dell’Ambiente, che ha assicurato che il servizio di Diabetologia sarebbe rimasto a San Gavino Monreale. Con questa rassicurazione sembrava tutto risolto, ma dopo alcuni giorni la notizia che il giorno 12 giugno 2020 sarebbe iniziato il trasferimento delle attrezzature dall’ospedale a Sanluri».
«Lo spostamento del servizio a Sanluriha concluso – non garantirebbe più nessuna di queste prestazioni che verrebbe persa, perdendo, dunque,  una qualità in termini di servizio generale offerto nei reparti (in particolar modo le mamme del servizio di ginecologia che eseguono la curva glicemica o i ricoverati in medicina).»
Un no al trasferimento che verrà ribadito nel corso di una manifestazione in programma lunedì 15 giugno, dalle 10.00, presso parcheggio dell’ospedale nelle aree adibite al mercatino rionale.

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Il consigliere regionale Roberto Li Gioi (M5S), vice presidente della commissione Trasporti, questa mattina ha preso parte all’assemblea dei lavoratori riuniti nel piazzale dell’aeroporto Costa Smeralda di Olbia.

«Finalmente si apre uno spiraglio per gli ex lavoratori di Air Italy: la ministra ai Trasporti Paola De Micheli ha ufficializzato la volontà del Governo di riformare il trasporto aereo ricomprendendo tutti i lavoratori del settore – dice Roberto Li Gioi -. Una notizia che, letta alla luce del Decreto Rilancio, rappresenta sicuramente un primo passo importante verso una possibile ricollocazione lavorativa dei dipendenti della compagnia in liquidazione all’interno della newco Alitalia in via di costituzione. Una segnale fondamentale emerso nel corso dell’incontro al MIT tra la ministra Paola De Micheli, la sottosegretaria allo Sviluppo economico Alessandra Todde, il ministero del Lavoro, la Regione Sardegna, la Regione Lombardia, i sindacati del trasporto aereo e i liquidatori di Air Italy.»

«In questa delicatissima fase in cui il ruolo delle Regioni Sardegna e Lombardia è determinante, ribadisco che il presidente Christian Solinas deve prendersi le sue responsabilità e garantire tutto il supporto necessario alla risoluzione di questa vertenza che coinvolge centinaia di famiglie sarde, di suoi concittadini Presidente, anche se residenti nel Nord Sardegna – aggiunge Roberto Li Gioi – . Lei oggi, durante l’incontro con la Ministra, ha esordito ribadendo quanto già affermato in Consiglio regionale martedì scorso, e ciò affermando che la questione Air Italy è di livello nazionale e non può essere messa in capo alla Regione. Siamo d’accordo sul fatto che il caso Air Italy sia di livello nazionale, ma la Regione Sardegna deve fare la sua parte e lei, Governatore, non può lavarsene le mani adducendo motivazioni pretestuose.»

«Soltanto al termine dell’incontro, infatti, sollecitato a dimostrare un impegno fattivo, oggi Christian Solinas ha dichiarato di essere disponibile a visionare il progetto complessivo. Questo, Presidente, è il minimo sindacale. Ed è paradossale che in questo momento in cui il Governo ha preso a cuore la vertenza Air Italy, proprio lei continui a manifestare un atteggiamento distaccato nei confronti di oltre 600 famiglie sarde. La ministra Paola De Micheli inoltre – conclude Roberto Li Gioi – ha assicurato la volontà del Governo affinché gli ammortizzatori sociali abbiano durata di dieci mesi. Per quanto riguarda i dettagli, invece, saranno oggetto di un tavolo tecnico convocato per la prossima settimana.»

 

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Sono 4 le Vele assegnate dalla Guida Blu 2020 stilata da Legambiente e dal Touring Club Italia al litorale di Pula. Una classifica che vede comunque primeggiare la Sardegna, con le spiagge di Baunei, e al terzo posto Chia.
Un risultato che lascia comunque soddisfatta la sindaca, Carla Medau: «Siamo molto orgogliosi di aver ottenuto ancora una volta questo prezioso riconoscimento, ci auguriamo viste le grandi possibilità che il nostro invidiato territorio ci offre, di raggiungere il podio e veder sventolare la bandiera con le 5 vele».
Tra gli indicatori utilizzati, la pulizia delle spiagge e del mare, la presenza di fondali che abbiano un particolare interesse per l’attività subacquea e le località che ospitano monumenti di particolare interesse storico-culturale.

Antonio Caria

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1 nuovo caso positivo al Covid-19 è stato riscontrato nelle ultime 24 ore in Sardegna, in provincia di Sassari. Sono complessivamente 1.363 i casi accertati dall’inizio dell’emergenza. In totale nell’Isola sono stati eseguiti 67.069 tamponi (936 oggi). I pazienti ricoverati in ospedale sono in tutto 11, di cui 1 in terapia intensiva, mentre 31 sono le persone in isolamento domiciliare. Il dato progressivo dei casi positivi comprende 1.171 pazienti guariti (+3 rispetto al dato precedente), più altri 19 guariti clinicamente. Nel bollettino odierno non si registrano nuove vittime, 131 in tutto.

Sul territorio, dei 1.363 casi positivi complessivamente accertati, 252 sono stati accertati nella Città Metropolitana di Cagliari, 98 nel Sud Sardegna, 59 a Oristano, 79 a Nuoro, 875 (+1) a Sassari.

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«A distanza ormai di mesi dagli ultimi incontri istituzionali è indispensabile riavviare i lavori e il dialogo ai livelli regionale e nazionale sul comparto ovicaprino.»

È la richiesta che la Cia Sardegna rivolge alle istituzioni, ribadendo la necessità e l’urgenza di mettere in atto politiche specifiche per la salvaguardia di un settore fondamentale per l’economia isolana.

È necessario e urgente mettere in atto iniziative volte alla tutela e valorizzazione delle produzioni, favorendo l’innovazione delle tecniche di allevamento nonché i processi di trasformazione dei prodotti. Il tutto in una logica di rafforzamento della filiera che porti a qualificare maggiormente la compagine produttiva primaria premiandone la remunerazione. Il settore attualmente continua a vivere e a subire i condizionamenti determinati dalle dinamiche del mercato, senza che siano state introdotte all’interno della filiera le regole e gli interventi strutturali necessari a mettere in garanzia e in equilibrio tutti i soggetti costitutivi.

«I produttori da sempre costituiscono l’anello debole e più esposto alle frequenti crisi cicliche del comparto e vedono il proprio lavoro non riconosciuto in termini di corrispettivi oltre che di dignità». Attualmente, a fronte di un prezzo medio di vendita del pecorino romano che si è attestato attorno ai 7,50 euro, ai pastori viene riconosciuto dagli industriali un corrispettivo pari a € 0,80 al litro, a dispetto dei 0,90 previsti nelle tabelle condivise dagli stessi industriali a Sassari, «accordo che Cia Sardegna, da sempre, ha reputato non sufficientemente remunerativo del prezzo del latte, e nonostante ciò non viene perfino rispettato».

«È necessario dare piena applicazione a quanto previsto dall’art. 62, D.L 1/2012 che stabilisce che i contratti siano conclusi in forma scritta e che contengano l’indicazione della durata del contratto, delle quantità e delle caratteristiche del prodotto venduto, del prezzo, delle modalità di consegna e di pagamento. È inoltre opportuno lo studio di nuove e più incisive strategie di commercializzazione dei prodotti finiti, nonché sviluppare nuove competenze specifiche riguardanti le diverse forme di marketing, partendo dalla promozione della cultura dei prodotti del territorio.»

Tutto questo mettendo in piedi una rete di formazione e assistenza per i produttori, trasformatori e distributori affinché si adeguino alle nuove esigenze e ai modelli di comportamento in materia di alimentazione.

«È indispensabile riprendere i ragionamenti e la concertazione rispetto alla “proposta del piano di autoregolamentazione dell’offerta presentata dal Consorzio di tutela del marchio del Pecorino Romano DOP”, che va assunta come piano obbligatorio dell’offerta. Il prezzo del latte deve prendere come riferimento non solo il valore di mercato del pecorino romano, ma anche tutte le tipologie e tutti i sottoprodotti derivanti dalla trasformazione che oggi sono esclusi dai parametri.»

E ancora, «Cia Sardegna continua a sostenere con forza l’idea che l’organismo Interprofessionale del latte ovino in Sardegna (Oilos) vada rafforzato e valorizzato e che sia ormai giunto il tempo che inizi a svolgere lo scopo per il quale è stato costituito. Partendo da queste urgenze, riteniamo quindi che debba ripartire a tutti i livelli, da quello regionale a quello nazionale, il confronto e la concertazione riconvocando il tavolo di filiera sull’ovicaprino per riprendere i lavori da tempo interrotti che non possono più essere rinviati o procrastinati.»