18 July, 2024
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Il Carbonia ritorna in Serie D, ritrova il profumo del calcio nazionale ed una delle rivali più ricche di fascino della sua storia: la Torres! Carbonia-Torres sarà sicuramente una delle partite più attese del prossimo campionato di serie D, un derby che ha scritto pagine indelebili della storia del calcio sardo.
Ho ricordi vivissimi di tanti derby Carbonia-Torres, tra i più affascinanti sicuramente quelli dei tre campionati di serie D 1978/1979 (0 a 0 sia a Carbonia sia a Sassari), 1979/1980 (1 a 0 a Carbonia, con goal di Floriano Congiu; 2 a 0 per la Torres a Sassari, con goal di Antonello Coni e Giuseppe Canessa) e 1980/1981 (vittoria del Carbonia a Sassari con goal di Marco Congiu al culmine di uno strepitoso girone di andata, sotto la guida di Renzo Cappellaro; vittoria della Torres a Carbonia nel ritorno, 2 a 1, con doppietta di Ioris Gasbarra e goal di Luciano Gambula).
Arrivarono poi i derby in serie C2, molti dei quali sono rimasti indimenticabili: 1982/1983, un’altra impresa a Sassari, Checco Fele in panchina, con un goal di Alessandro Zaccolo, ed un pareggio a Carbonia, 1 a 1, con goal di Paolo Demarcus ed Aldo Scopa; 1983/1984, 1 a 0 per la Torres a Sassari con goal di Maurizio Dozzi e vittoria della Torres a Carbonia, 2 a 0, con goal di Antonio Trudu e Giuseppe Canessa; 1984/1985, vittoria del Carbonia in casa – ancora con Renzo Cappellaro in panchina (sostituto nelle ultime giornate da Ugo Corda), con goal di Giuseppe Innella e 0 a 0 a Sassari; 1985/1986, 1 a 1 a Carbonia con goal di Sandro Paolucci per la Torres e Fausto Belli per il Carbonia e 0 a 0 a Sassari; e, infine, stagione 1986/1987, 2 a 0 per la Torres a Sassari con goal di Amedeo Monaldo e Marco Piga; 0 a 0 al ritorno a Carbonia, davanti a 5.000 spettatori, con Elvio Salvori in panchina. Quest’ultimo, nonostante la mancanza di goal, con la sfida tra Gianfranco Zola e Fernando Bianchini, è il derby rimasto maggiormente impresso nella memoria di tanti tifosi del Carbonia.
Negli anni successivi, in Eccellenza, sempre con Graziano Mannu in panchina, sono arrivati altri 6 derby, in 3 stagioni consecutive, dal 2009 al 2012, quando la Torres venne promossa in serie D, con un bilancio in perfetto equilibrio: 1 vittoria per parte e 4 pareggi.
Nel campionato 2009/2010, a Carbonia, il primo derby terminò 1 a 1, con goal di Federico Trogu per il Carbonia e G. Spanu per la Torres, mentre il Carbonia si impose 2 a 0 all’Acquedotto, con goal di Federico Trogu e Gabriele Lebiu; nel campionato 2010/2011, maturarono due pareggi: 2 a 2 a Sassari, con goal di Paolo Tribuna e Ruiu per la Torres e Gabriele Sabiu ed Alessandro Ciccu per il Carbonia e 1 a 1 a Carbonia, con goal di Fabio Cau per il Carbonia ed Enrico Curcio per la Torres; nel campionato 2011/2012, infine, vittoria di misura 2 a 1 per la Torres a Sassari con goal di Luigi Lavecchia e Marco Sanna per la Torres e Marco Bullegas per il Carbonia e, infine, 0 a 0 a Carbonia.
Ora ritorna il derby Carbonia-Torres, in serie D, da qualche anno nuovamente 4ª serie. La grande attesa per il derbyssimo Carbonia-Torres è già iniziata…
Giampaolo Cirronis
 

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Si riaccende la protesta dei dipendenti della Casa Famiglia “Perd’e Fogu” di Fluminimaggiore, dopo il prolungamento dei ritardi nell’apertura del centro, che accoglie pazienti sofferenti di disagio psichico. La struttura, fortemente voluta dagli abitanti della cittadina dell’Iglesiente, rimane ancora chiusa, lasciando a casa 13 persone, tra educatori, operatori socio sanitari e volontari. I pazienti, provenienti dal bacino del Sulcis Iglesiente e del Medio Campidano, sono stati distribuiti in istituti privati o affidati alle cure dei familiari. Ma la situazione, che nonostante le tante promesse, ancora non si è sbloccata, sta diventando sempre più insostenibile, soprattutto per i dipendenti, che provengono non solo da Fluminimaggiore ma anche da Carbonia e Iglesias.
«Noi chiediamo di riavere il nostro posto di lavoro esordisce Maria Giuseppina Lampis, educatrice professionaleperché abbiamo lavorato qua per 12 anni e vantiamo quindi un’esperienza importante. Non vogliamo essere pagati per stare a casa.»
Ombretta Casula, anche lei dipendente della casa famiglia, pone invece l’accento sulle promesse non mantenute. «Inizialmente, le garanzie le avevamo, perché c’era stato promesso che, al termine dei restauri, avremmo ripreso il nostro posto di lavoro. Si parlava di un mese e mezzo, massimo due mesi. È passato un anno e mezzo e noi siamo ancora a casa. E la Naspi, la nostra cassa integrazione, sta terminando.»
Aldo Tupante ci regala un breve cenno storico sulle origini dell’istituto: «La struttura è stata aperta nel 2002 come centro diurno. Nel territorio non ci sono altri centri residenziali simili. Sono stati chiusi, quindi i pazienti psichiatrici sono abbandonati a se stessi, alle famiglie o rinchiusi in altri tipi di strutture».
Vittime di questa situazione non sono solo dipendenti e pazienti ma anche gli stessi familiari di questi ultimi, sui quali ricadono costi e cure dei degenti. Giuseppe Todde fa parte dell’associazione di volontariato “Muntangia”, che rappresenta i parenti dei disabili mentali ospitati all’interno della casa famiglia.
«La nostra associazione nasce per offrire un sostegno ai sofferenti psichici e alle loro famiglie. In tanti abbiamo creduto a questo progetto. La struttura c’è. Non può esistere che i pazienti di Flumini vengano mandati a Nuxis, con costi esorbitanti. Ciò crea un disagio anche per i parenti che devono andare a trovarli. Viviamo in una zona svantaggiata.»
I sindacati sostengono la causa della riapertura. Roberto Fallo, della CISL: «Noi siamo qua perché su questa vertenza ci siamo spesi in prima persona. Abbiamo accettato la chiusura momentanea, e ribadisco momentanea, perché l’edificio necessitava di urgenti lavori di messa in sicurezza. Con l’impegno di riaprirlo immediatamente, una volta terminata la ristrutturazione. Abbiamo avuto la sfortuna che i lavori siano finiti a cavallo tra un’amministrazione regionale e l’altra. Dopodiché ci siamo trovati di fronte al deserto. Tante promesse ma a tutt’oggi la struttura rimane chiusa. Noi siamo disposti anche a mobilitarci e a mettere le tende sotto la regione, se questo dovesse essere necessario».
Giovanni Zedde, della Funzione pubblica CGIL, focalizza l’attenzione sui danni arrecati alle persone. «Il territorio rimane isolato e i pazienti si trovano nella situazione di non ricevere la giusta assistenza. Noi avevamo fatto un accordo, che prevedeva una sospensione del servizio e una riapertura immediata. I dipendenti sarebbero stati riassunti dalla cooperativa. I vecchi amministratori hanno fatto in tempo ad andare via senza fare assolutamente niente. Questi nuovi amministratori sfuggono. Non è possibile che se un’amministrazione cambia gli impegni presi non vengano più rispettati. Non siamo più disposti ad accettare che dei pazienti vengano trasferiti in strutture private quando abbiamo una struttura pubblica di eccellenza che deve funzionare.»
Anche il sindaco, Marco Corrias, si schiera dalla parte di pazienti e lavoratori e chiede che venga rispettata la parola data. «Questa struttura funzionava perfettamente. Accoglieva oltre 8 ospiti con patologie psichiche, che in questo paese si trovavano benissimo. Improvvisamente si sono ritrovati ad essere deportati, letteralmente. Tutto questo accadeva nel dicembre del 2018. Abbiamo protestato, ci siamo opposti con tutte le nostre forze e finalmente, a Cagliari, hanno firmato una lettera in cui ci garantivano che, nel giro di pochi mesi, terminati i lavori di ristrutturazione, avrebbero riaperto. Hanno mancato alla parola data e gli amministratori che sono arrivati dopo continuano a farlo. Questa struttura è costata allo stato 50mila euro ed oltre. Hanno fatto le ristrutturazioni e l’hanno lasciata abbandonata, mandando a casa 13 operatori, a cui sta per scadere la cassa integrazione. Noi chiediamo all’assessore regionale della Sanità Mario Nieddu, al presidente Christian Solinas, ma soprattutto al commissario dell’ATS Giorgio Steri, che intervengano e facciano riaprire il centro. Non molleremo fino a quando la parola data non verrà confermata con i fatti.»
Federica Selis

 

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2 nuovi casi positivi al Covid-19 nella provincia di Sassari, nelle ultime 24 ore in Sardegna. Sono complessivamente 1.362 i casi accertati in Sardegna dall’inizio dell’emergenza. Nell’ultimo bollettino dell’Unità di crisi regionale si rilevano due casi nella provincia di Sassari, mentre i casi della provincia di Oristano scendono da 60 a 59 in seguito a verifiche che portano all’aggiornamento del dato. In totale nell’Isola sono stati eseguiti 66.133 tamponi (958 nelle ultime 24 ore). I pazienti ricoverati in ospedale sono in tutto 11, di cui 1 in terapia intensiva, mentre 32 sono le persone in isolamento domiciliare, 43 gli attualmente positivi. Il dato progressivo dei casi positivi comprende 1.168 pazienti guariti (+30 rispetto al dato precedente), più altri 20 guariti clinicamente. Nel bollettino odierno non si registrano nuove vittime, 131 in tutto.

Sul territorio, dei 1.362 casi positivi complessivamente accertati, 252 sono stati accertati nella Città Metropolitana di Cagliari, 98 nel Sud Sardegna, 59 (-1 rispetto all’ultimo aggiornamento) a Oristano, 79 a Nuoro, 874 (+2) a Sassari.

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Il Tar della Sardegna ha rinviato a dicembre la decisione su alcuni ricorsi riguardanti l’applicazione della legge che prevede il passaggio degli ex lavoratori Aras all’Agenzia Laore. Per gli altri ricorsi proposti, invece, è attesa a breve la decisione del Tribunale amministrativo regionale.

«E’ obiettivo dell’Amministrazione regionale individuare una risposta definitiva che possa conciliare le diverse esigenze, ponendo fine alla lunga vertenza ha detto l’assessore regionale del Personale, Valeria Satta -. Completando sia il concorso riservato che le procedure concorsuali interne e procedendo, nel contempo, all’espletamento del concorso pubblico previsto dalla legge regionale.»

«Stiamo lavorando per una soluzione che salvaguardi l’occupazione di oltre 200 lavoratori, che altrimenti, a dicembre 2020, rischierebbero il licenziamentoha aggiunto l’assessore Valeria Satta -. Così da garantire alla Regione un patrimonio di professionalità, prezioso per gli allevatori sardi, che non deve essere assolutamente disperso.»

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L’ASL Roma 1, in forma aggregata con altre aziende sanitarie di Roma, che già qualche giorno fa aveva bandito un concorso pubblico per l’assunzione di 326 collaboratori amministrativi cat. D, ha indetto una nuova selezione pubblica finalizzata all’assunzione di 406 Assistenti Amministrativi cat. C. I posti messi a concorso saranno così suddivisi: 234 presso l’ASL Roma 1; 116 presso l’ASL Roma 2; 24 presso l’AO San Camillo Forlanini; 15 presso l’INMI Spallanzani; 11 presso l’ARES 118; 3 presso l’IRCCS IFO Istituti Fisioterapici Ospitalieri e 3 presso il Policlinico Tor Vergata. Ai candidati sono richiesti il possesso del Diploma, il possesso della cittadinanza italiana, l’idoneità fisica all’impiego, il godimento dei diritti civili e politici, non avere condanni penali, etc. Se dovessero pervenire molte più domande di partecipazione rispetto al numero richiesto, l’Azienda dovrà procedere ad una prova di preselezione che consisterà in un quiz a risposte multiple inerenti il profilo professionale da ricoprire.

Il concorso sarà articolato in …

L’articolo completo è consultabile nel sito: http://suntini.it/diariolavoro_aslroma_6_20.html .

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I cinque ordini del giorno, rimasti fuori dalla discussione nell’ultima riunione del Consiglio regionale, ritornano sull’uscio dell’Aula sotto forma di mozioni, firmate da Pd, Leu e Progressisti «per offrire – cosi affermano gli esponenti dell’ala sinistra della minoranza – proposte, idee e progetti sui temi chiave della ripartenza sarda».

All’ex presidente dell’assemblea, oggi capogruppo dei democratici, Gianfranco Ganau, è spettato  il compito  di spiegare ai giornalisti, le ragioni della contestazione per l’esclusione dei documenti delle opposizioni dal dibattito che ha visto il presidente della Regione riferire sulla gestione dell’emergenza Covid e sulla Fase 3. «Gli ordini del giorno dei gruppi di minoranzaha affermato Gianfranco Ganau dovevano essere ammessi alla votazione, perché il Consiglio è stato convocato sulla base delle disposizioni dell’articolo 54 del regolamento e non già, come erroneamente asserito dalla maggioranza, in applicazione degli articoli 121 e 122 che, come è noto, non prevedono votazioni a conclusione del dibattito».

La sostanza delle mozioni che saranno proposte per l’esame in Aula, riguarda il succo del post pandemia e cioè la questione nodale delle risorse del Mes (meccanismo europeo di stabilità) e del Recovery fund (750 miliardi da distribuire ai paesi membri dell’Unione europea) insieme con le priorità che attengono il ritorno a scuola, la connessione a banda larga anche nei piccoli centri e le regole per la riapertura in sicurezza delle strutture turistiche dell’Isola.

A giudizio del centrosinistra (ma non del M5S, assente infatti alla conferenza stampa) serve che il presidente della Regione si attivi con «tutti gli strumenti politici, istituzionali e persuasivi per sensibilizzare il Governo nazionale a cogliere l’occasione offerta dall’Ue per poter utilizzare le risorse del Mes (37 miliardi per l’Italia) e del Recovey fund, per realizzare un moderno piano di sviluppo» Cesare Moriconi (Pd) ha parlato di «occasione irripetibile per ridisegnare e rammodernare strutture e servizi sanitari in Sardegna» ed intervenire per colmare «con una quantità di stanziamenti che mai più avremo a disposizione» i gap dell’insularità che, a suo giudizio, sono soprattutto infrastrutturali e riguardano principalmente acqua, trasporti e reti materiali ed immateriali.

Il capogruppo dei Progressisti, Francesco Agus, ha criticato la proposta dell’esecutivo regionale, contenuta nella «presunta legge quadro per gli aiuti alle imprese», contenente l’emissione di titoli per finanziare la ripresa post pandemia («è molto pericolosa e altre Regioni anche nel recente passato l’hanno pagata assai cara») ed ha insistito sulla necessità di risposte “certe” sul tema dell’accoglienza dei turisti in sicurezza («al momento si fa confusione anche sul numero dei turisti nell’Isola, scambiando i pernottamenti per gli arrivi»). «Non sono più ammissibili ritardi – ha aggiunto Francesco Agus – e gli albergatori chiedono protocolli univoci per certificare la correttezza delle procedure applicate insieme con la sicurezza degli ospiti e dei  lavoratori».

«Nei nostri documenti – ha spiegato Eugenio Lai (Leu) – sollecitiamo dunque un confronto sui temi concreti e indichiamo soluzioni, progetti e risorse, mentre la maggioranza, con in testa il presidente Solinas, che dimostra di soffrire l’Aula e continua a promette vagonate di euro, cerca di portarci sulle polemiche sterili e improduttive». «Mes e Recovery Plan – ha dichiarato Piero Comandini (Pd) – sono indicazioni concrete mentre i fondi che ci propone il governo regionale rischiano di essere soltanto un’illusione». «Siamo pronti a contare uno per unoha incalzato l’esponente del Pdi 500 milioni annunciati da Solinas per la Fase 3 ed invito tutti a verificare dove siano gli euro degli stanziamenti promessi dalla Giunta nei diversi provvedimenti a sostegno delle imprese».

«Parliamo di questioni fondamentali, come il Mes e il Recovery ha concluso Massimo Zedda (Progressisti)e di temi centrali come la scuola, l’innovazione tecnologica, il turismo; mentre la Giunta delibera interventi con coperture finanziarie incerte e in parte frutto di rimodulazioni, e la maggioranza ci propone due testi di legge: uno per la speculazione edilizia sulle coste e nell’agro e l’altro sulla moltiplicazione delle poltrone con la creazione di enti inutili.»

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Stamane sono ripresi i lavori di riparazione del guasto verificatosi sulla condotta idrica in via Stazione, a Carbonianel tratto presente tra la rotonda di via Costituente (zona Iper Pan) e la rotonda che conduce a via del Minatore. I tecnici di Abbanoa hanno proceduto al taglio ed alla sostituzione del tubo lesionato.

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Da oggi, giovedì 11 giugno, il Civico Cimitero di Iglesias resterà aperto secondo gli orari e le giornate  precedenti all’emergenza Covid-19.

Orario legale
Cimitero di Iglesias: (aprile – maggio – giugno)
lunedì mattino: chiuso
Dal martedì alla domenica: mattino dalle 8.00 alle 12.00
Dal lunedì alla domenica: pomeriggio dalle 15.00 alle 18.00
Festivi: mattino dalle 8.00 alle 12.00 – pomeriggio: dalle 15.00 alle 18.00

Cimitero di Iglesias: (luglio – agosto)
lunedì mattino: chiuso
Dal martedì alla domenica: mattino dalle 8.00 alle 12.00
Dal lunedì alla domenica: pomeriggio dalle 16.00 alle 19.00
Festivi: mattino dalle 8.00 alle 12.00 – pomeriggio: dalle 16.00 alle 19.00

Cimitero di Iglesias: (settembre – ottobre)
lunedì mattino: chiuso
Dal martedì alla domenica: mattino dalle 8.00 alle 12.00
Dal lunedì alla domenica: pomeriggio dalle 15.00 alle 18.00
Festivi: mattino dalle 8.00 alle 12.00 – pomeriggio: dalle 15.00 alle 18.00

ORARIO SOLARE
Cimitero di Iglesias: (gennaio – febbraio – marzo)
lunedì mattino: chiuso
Dal martedì alla domenica: mattino dalle 8.00 alle 12.00
Dal lunedì alla domenica: pomeriggio dalle 15.00 alle 17.00
Festivi: mattino dalle 8.00 alle 12.00 – pomeriggio: dalle 15.00 alle 17.00

Cimitero di Iglesias: (novembre – dicembre)
lunedì mattino: chiuso
Dal martedì alla domenica: mattino dalle 8.00 alle 12.00
Dal lunedì alla domenica: pomeriggio dalle 15.00 alle 17.00
Festivi: mattino dalle 8.00 alle 12.00 – pomeriggio: dalle 15.00 alle 17.00

Restano immutate le disposizioni di ordine generale tutt’ora in vigore circa l’utilizzo delle mascherine in tutti i locali aperti al pubblico.
Tale obbligo vige anche nei luoghi all’aperto, laddove non sia possibile mantenere il distanziamento interpersonale di almeno 1 metro.

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L’Amministrazione comunale di Carbonia si congratula con il Carbonia Calcio per la promozione in Serie D.

«Dopo un campionato di altissimo livello – sospeso in seguito all’emergenza Coronavirus – la società Carbonia Calcio corona il sogno cullato fin dall’inizio della stagione e raggiunge la meritata promozione in serie D, varcando così i confini regionali e approdando in un campionato di livello nazionalesi legge in una nota del sindaco, Paola Massidda -. Una vetrina importante a livello sportivo ma anche una grande opportunità per tutta la città di Carbonia di potersi far conoscere ed ammirare in altre Regioni.»

«La conquista della Serie D è un motivo di vanto e di orgoglio per per tutti noi conclude la nota -. Il sindaco Paola Massidda e l’Amministrazione comunale di Carbonia si congratulano con i giocatori, i dirigenti e lo staff per l’ottenimento di questo straordinario risultato che dà lustro all’intera comunità di Carbonia.»

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La commissione Sanità del Consiglio regionale, presieduta da Domenico Gallus, ha approvato (con l’astensione di Progressisti, Leu e M5S) il Piano di riconversione anti-Covid della rete ospedaliera regionale, che all’interno della programmazione nazionale inserita nel c.d. Decreto Rilancio, assegna alla Sardegna oltre 42 milioni di euro.

Il Piano, contenuto in una delibera di Giunta il cui contenuto è stato illustrato alla commissione dal direttore generale dell’assessorato della Sanità Marcello Tidore, prevede l’istituzione di 101 nuovi posti letto di terapia intensiva (che passano complessivamente da 135 a 236) e 58 di sub-intensiva che potranno essere prontamente convertiti in caso di nuova emergenza.

Per quanto riguarda la terapia intensiva le strutture interessate sono: Aou Sassari (25), San Francesco di Nuoro (16), San Martino di Oristano (12), Santa Barbara di Iglesias (12) e SS. Trinità di Cagliari (35). I posti di terapia sub-intensiva, invece, saranno collocati presso l’Aou Sassari (30), San Francesco di Nuoro (20), San Martino di Oristano (12), Santa Barbara di Iglesias (8) e SS. Trinità di Cagliari (45), per un totale di 113, 58 dei quali potranno essere convertiti, se necessario, in posti di terapia intensiva.

La riorganizzazione, ha precisato il direttore generale della Sanità, non modifica la rete ospedaliera esistente e la sua rimodulazione del 2018, ma la adatta alle nuove esigenze nate a seguito della pandemia. In particolare, le attività programmate riguarderanno lavori di realizzazione/ristrutturazione/adeguamento dei locali destinati ad accogliere i nuovi posti letto, l’acquisto delle apparecchiature, la separazione dei percorsi, l’individuazione di aree di permanenza nei punti di Pronto soccorso, l’acquisto di mezzi di trasporto secondari. Alla dotazione finanziaria di 42 milioni si sommano risorse regionali, fra cui 1,3 milioni già assegnati all’Aou di Sassari per la compartimentazione dei reparti Covid ed ulteriori 20 milioni disponibili nel bilancio della Sanità.

Il Piano dovrà ora essere trasmesso entro il 19 giugno al ministero della Salute che dovrà approvarlo entro i successivi 30 giorni. Dal punto di vista contabile, la gestione sarà affidata al Commissario straordinario per il coordinamento delle misure anti-Covid che potrà delegare i suoi poteri a ciascun presidente di Regione.