18 July, 2024
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«Orgogliosi di portare in Sardegna, quest’anno 2020, il vessillo delle Cinque Vele.»

Non può che essere soddisfatto il sindaco di Baunei, Salvatore Corrias, alla notizia che Baunei, secondo Legambiente e Touring Club Italiano, è il mare più bello d’Italia per il 2020.
Un trionfo per il paese ogliastrino e le sue spiagge, già da tempo oggetto di cura valorizzazione da parte dell’amministrazione comunale. Proprio nei giorni scorsi, la Giunta Corrias aveva deciso il numero chiuso, massimo 250 persone, a Cala Goloritzè. Un posto che si potrà prenotare attraverso l’applicazione “Heart of Sardinia”, scaricabile su computer e cellulari.
Un grande successo per la nostra isola che viene completato dal terzo posto di Chia, a Domus de Maria e dalle 5 vele anche ai lidi di Bosa, Pula ed Arbus che consente alla Sardegna di primeggiare anche nella classifica riservata alle regioni.

Antonio Caria

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Riprenderà sabato 13 giugno il servizio di parcheggio a pagamento nel territorio comunale di Sant’Antioco. Il servizio sarà attivo, in centro, dalle 8.30 alle 12.30 e dalle 17.00 alle 20.00 e vengono confermate le tariffe precedenti: 0,40 mezz’ora e 0,60 un’ora.

L’ampio parcheggio del Piazzale Pertini (circa 160 posti disponibili) sarà gratuito tutto il giorno, mentre con il precedente appalto era a pagamento durante la stagione estiva.

Riattivare le “strisce blu” consentirà, soprattutto nel centro cittadino, di far ruotare i posti auto disponibili, anche a vantaggio delle attività commerciali, evitando che alcuni lascino la propria macchina parcheggiata per l’intera giornata.

Nelle spiagge di Maladroxia, Coe Quaddus, Cala Sapone, Su Portixeddu e Cala Lunga, i parcheggi si pagheranno dalle 9.00 alle 18.00, con le seguenti tariffe agevolate per i residenti: 1,50 euro per la sosta inferiore alle 4 ore giornaliere per i residenti e 2,00 per i non residenti; 2,50 euro per l’intera giornata per i residenti e 4.00 euro per i non residenti. 4,00 euro per i camper per la sosta fino a 4 ore e 8,00 euro per l’intera giornata.

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Oggi, 10 giugno, zero contagi e zero decessi per Covid-19 in Sardegna. I casi accertati in Sardegna dall’inizio dell’emergenza sono complessivamente 1.361. In totale nell’Isola sono stati eseguiti 65.175 tamponi (903 nelle ultime 24 ore). I pazienti ricoverati in ospedale sono in tutto 10, di cui 1 in terapia intensiva, mentre 40 sono le persone in isolamento domiciliare. Gli attualmente positivi sono 50. Il dato progressivo dei casi positivi comprende 1.138 pazienti guariti (+2 rispetto al dato precedente), più altri 42 guariti clinicamente. Nel bollettino odierno non si registrano nuove vittime, 131 in tutto.
Sul territorio, dei 1.361 casi positivi complessivamente accertati, 252 sono stati accertati nella Città Metropolitana di Cagliari, 98 nel Sud Sardegna, 60 a Oristano, 79 a Nuoro, 872 a Sassari.

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La notizia era nell’aria, oggi l’ufficialità: Aldo Gardini è il nuovo allenatore della Torres.
«Sono felicissimo e ringrazio il presidente e la Società per questa occasione – queste le sue prime parole da neo allenatore rossoblù -. La Torres è una squadra ambita da qualsiasi allenatore e per me, che considero la Sardegna la mia seconda casa, è un onore poter lavorare in un contesto così ricco di storia, di blasone e anche di aspettative. Non mi spaventa l’impegno ma, anzi, mi offre stimoli eccezionali per fare il massimo, con l’impegno che richiede questa piazza.»
Classe 1968, l’ex tecnico del Lanusei vanta una luna carriera da giocatore con Catanzaro, Juve Stabia, Matera, Fasano e, nell’isola per 8 anni con Tempio, Olbia e Calangianus.
«Io prediligo il 4-3-3 ha aggiunto Aldo Gardini –, mi piace una squadra che gioca al calcio ma si diverte, in allenamento e in partita. Sono convinto che la mentalità sia fondamentale per far rendere tutti il 110 % e dare soddisfazione a chi sta in campo e a chi ci segue. Se hai paura di fare un tiro da 40 metri o di saltare un avversario, non ti stai divertendo e non stai dando il massimo di te stesso.»
«Ripartiamo da una persona seria e che ha dimostrato il suo valore in questi anni ha sottolineato il presidente Salvatore Sechie, dopo aver appreso della conclusione del suo positivo ciclo con il Lanusei, non abbiamo avuto dubbi nel puntare su di lui per il progetto Torres. Al presidente Arras, a cui mi lega un rapporto di sincera amicizia, non avevo mai nascosto la mia stima verso un professionista che ai risultati e al bel gioco aveva sempre aggiunto correttezza fuori dal campo, un aspetto per me imprescindibile.»
Per quanto riguarda lo staff dirigenziale, i rossoblù hanno confermato Vittorio Tossi nel ruolo di direttore sportivo.

Antonio Caria

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Il lavoro di dragaggio del canale navigabile della laguna di Sant’Antioco è terminato, con il raggiungimento dei tre metri di fondale e il riempimento del vascone attrezzato, fuori dal porto pescatori. Adesso comincia la seconda fase dei lavori, quella del posizionamento dei pali cavi in ferro, riempiti di cemento, che dovranno indicare il percorso ai naviganti.
«Si tratta di un totale di 25 paliafferma Valerio Rasset, comandante del MP Argo, che sta effettuando i lavori di installazione che saranno posizionati ad una distanza di circa 200 metri l’uno dall’altro, in modo da coprire tutta la lunghezza del canale, che è di circa tre chilometri
I pali, che una volta posizionati in loco verranno colorati, fungeranno anche da segnale luminoso grazie a delle luci lampeggianti autoalimentate con dei piccoli pannelli solari. Spiega ancora Valerio Rasset: «La parte che spunterà dall’acqua sarà dipinta con colori visibili, rosso e verde. Con un palo sì e uno no i naviganti dovrebbero orientarsi e i marinai esperti non avranno problemi a seguire la rotta né in ingresso né in uscita
Al comandante Valerio Rasset chiediamo, ora che la prima fase dei lavori è terminata, se durante il dragaggio dei fondali si sia trovato di fronte a qualche difficoltà o se si sia trattato di un lavoro complesso.
«Per fortuna è andato tutto bene. L’unica difficoltà è data dal fatto di riuscire a far passare il nostro scafo, che ha una larghezza di 16 metri, nel canale, largo 20 metri. Con soli due metri di scarto per lato dobbiamo stare attenti a non spostarci né da una parte né dall’altra per non rischiare di incagliarci.»

Anche far girare l’imbarcazione non è stato facile, vista la lunghezza dello scafo e lo spazio ristretto offerto dal canale. Spiega ancora Valerio Rasset: «Abbiamo uno scafo di 36 metri. Per effettuare le manovre di invertimento della rotta dobbiamo trovare i punti più larghi e con una profondità maggiore. In media il canale è largo 20 metri ma in alcune parti raggiunge anche i 30 metri. Quindi dobbiamo trovare i punti in cui poter fare manovra senza rischiare di fare danni».
La profondità media raggiunta, dopo i lavori di pulitura del fondale, è di 3 metri, che scendono solo in alcuni punti, in base alla morfologia del suolo. Dopo l’installazione dei pali, che, condizioni meteomarine permettendo, dovrebbe terminare entro pochi giorni, Sant’Antioco saluterà il Motopontone “Argo“, di proprietà della Turismar s.r.l., di Tortolì, che farà tappa verso Cagliari per un nuovo impegno lavorativo: la nave, infatti, non si occupa solo di dragaggio ma anche di recupero di imbarcazioni, di relitti e di movimentazione tubi. La sua gigantesca gru è la base principale dell’imbarcazione, senza la quale il pontone non potrebbe lavorare.
Varata nel 2007, con un pescaggio di 2 metri e una stazza di 469 tonnellate, la “Argo“, a causa del fondo piatto, non ama affrontare le lunghe navigazioni in mare aperto e non risulta agevole da pilotare in presenza di mare grosso. A causa delle sue proporzioni e della sua morfologia, infatti, al minimo errore di manovra rischierebbe di rispondere in modo errato.
«Con una manovra troppo veloce, dovendola girareci racconta Valerio Rasset -, risponderebbe subito solo la prua mentre lo scafo proseguirebbe nella direzione iniziale. Quindi è necessaria una buona gestione: fermare la nave, girarla e ripartire. A pieno carico, poi, è più pesante, quindi ha meno reazioni, sia con le eliche che con i timoni. Ci vuole più tempo, perché il peso continua a far andare l’imbarcazione per inerzia. Comunque, sebbene non sia adatta alle lunghe navigazioni, è capitato di dover affrontare delle belle onde e ha dimostrato di avere una buona tenuta anche con le onde formate.»
Federica Selis

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In Sardegna il Coronavirus si allontana sempre più. Per il terzo giorno consecutivo non sono stati riscontrati nuovi casi positivi e nelle ultime 24 ore il bilancio complessivo dei casi dall’inizio dell’emergenza è sceso di un’unità, a 1.361, perché dopo una nuova verifica, è stato corretto da 99 a 98 il totale dei casi positivi nella provincia del Sud Sardegna, dove sono stati riscontrati soltanto due casi, quelli di cinque giorni fa a San Gavino Monreale, negli ultimi 29 giorni.

Il numero dei pazienti ricoverati in ospedale è invariato rispetto alle precedenti 24 ore, 9 con sintomi e 1 in terapia intensiva; sono 44 le persone in isolamento domiciliare (ieri erano 46), 54 gli attualmente positivi (ieri erano 56). 1.176 i pazienti dimessi/guariti. E’ invariato il numero dei decessi, 131.

Nelle ultime 24 ore sono stati effettuati 762 tamponi (64.272 il totale), 656 i casi testati (54.707 il totale).

 

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La Segreteria nazionale della Federazione Ju Jitsu Italia ha nominato il maestro Giovanni Amos Muscheri componente della Direzione nazionale con la qualifica di coordinatore regionale Sardegna.

A comunicare la nomina è stato il direttore generale maestro Igor Lanzoni: «Con immenso piacere la Federazione Ju Jitsu Italia è lieta di comunicarti che, a seguito della riunione del Consiglio direttivo ed in base alle indicazioni ricevute dal coordinamento nazionale della Federazione Ju jitsu (FJJI), in linea con l’analisi delle candidature e manifestazioni d’interesse, ricevute durante le varie assemblee della Federazione Ju Jitsu Italia (FJJI), il tuo profilo è stato ritenuto idoneo a ricoprire un ruolo fondamentale e prezioso all’interno dell’organigramma nazionale della FJJI».

Giovanni Amos Muscheri, 36 anni, praticante dal 1989 quando all’età di 5 anni iniziò l’attività a Carbonia, è ora un 4° dan riconosciuto dalla Federazione.

I risultati raggiunti fino ad oggi:

5 titoli campione regionale: 1997 – 1998 – 1999 – 2000 – 2001

6 titoli di campione Italiano: 1997 – 1998 – 1999 – 2000 – 2001- 2016

Titolo di campione europeo conquistato a Parigi nel 2002

Oggi direttore tecnico della Yama Arashi Dojo Club Carbonia.

«Sono onorato e orgoglioso di aver ricevuto questo incarico, una nomina che per me è solo un punto di partenza e non di arrivocommenta Giovanni Amos Muscheri -. La Federazione Ju Jitsu Italia è l’organizzazione riconosciuta dalla International Ju Jitsu Federation e quindi esprime la Nazionale Italiana per le competizioni di carattere internazionale.

Il mio obiettivo è mettere da parte i personalismi le gelosie e le solite beghe che hanno diviso il ju jitsu sardo sino ad oggi. Basta ostentare pseudo gradi pseudo diplomi per elevarsi rispetto agli altri, bisogna svecchiare questo ambiente se si vuole vedere atleti sardi sui gradini più alti dei podi di tutto il mondo. Insieme si cresce…con questo motto creeremo un coordinamento regionale formato da persone che hanno voglia di crescere.»

«L’unico modo partecipare competizioni a livello nazionale, internazionale, gli Europei e i Mondiali è stare dentro la FJJIaggiunge Giovanni Amos Muscheri -. Per questo il mio appello va a tutti i praticanti di ju jitsu della Sardegna, a prescindere dall’ente di promozione, dallo stile o dal metodo praticato, la FJJI è aperta a tutti, fermo restando le proprie autonomie e dopo le dovute verifiche tutti possono ambire a queste competizioni se sono atleti FJJI, certo il livello tecnico è molto alto ma penso che per un agonista sia la cosa più bella. Il ju jitsu sardo ha tanti atleti promettenti e di valore, ne abbiamo le dimostrazioni in zona con Denise Pisu, Federico Pusceddu, Andre Fais, Alessandro Pirellas che hanno calcato con ottimi risultati tatami di livello internazionale, sono certo che tanti altri partecipando a competizioni di livello si potranno distinguereconclude Giovanni Amos Muscheri -. Inizieremo, alla ripresa dell’anno sportivo, con eventi regionali di inclusione e condivisione.»

 

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Oltre 3,2 milioni di mascherine monouso sono state distribuite dalla Regione ai 377 Comuni sardi: due per ogni abitante, complessivamente ‪3.255.200 dispostivi. La distribuzione è stata coordinata dal Centro logistico della Protezione civile allestito nell’area fieristica di Cagliari, in collaborazione con le associazioni di volontariato e l’agenzia regionale Forestas.

«Un impegno straordinario dell’intera macchina regionale ha sottolineato il presidente Christian Solinascon il prezioso supporto delle associazioni di volontariato, al quale va il ringraziamento mio e della Giunta.»

Alle parole di apprezzamento del Presidente, si sono aggiunte quelle dell’assessore della Difesa dell’Ambiente, Gianni Lampis, che ha la delega alla Protezione civile, «per l’operato svolto in questo periodo emergenziale nell’interesse primario di tutela della salute pubblica – ha scritto in una lettera inviata ai Sindaci -. Il Dpcm del 26 aprile ha disposto l’obbligo di indossare le mascherine negli spazi chiusi o in quelli all’aperto in cui non è possibile mantenere il distanziamento fisico e le mascherine ‘monouso’, consegnate dalla Protezione civile nazionale, rappresentano una misura preventiva per ridurre la diffusione del virus e mettere in sicurezza gli altri e se stessi».

«Abbiamo ritenuto di metterle a disposizione di ciascun Comune, affinché siano distribuite ai cittadini e ai servizi essenziali pubblici e privati, al fine di favorirne l’utilizzo da parte degli operatori e dei fruitori dei servizi», ha concluso l’assessore Lampis.

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La Giunta regionale ha approvato le linee di indirizzo per la riprogrammazione delle attività ambulatoriali e di ricovero ospedaliero programmato. Il provvedimento trae spunto dalla necessità di contenere i contagi da Covid-19 tenendo conto del carattere particolarmente diffusivo della pandemia ha obbligatoriamente modificato le modalità di erogazione dei servizi sanitari, sia sul versante dei ricoveri ospedalieri che delle attività ambulatoriali. L’attuale scenario epidemiologico, caratterizzato da una riduzione della diffusione della pandemia e dal conseguente allentamento delle misure restrittive, implica una fase di convivenza con il virus che richiede la definizione di misure adeguate ed omogenee in tutte le strutture sanitarie regionali, tali da orientare i comportamenti di tutti i soggetti interessati nei processi di erogazione delle prestazioni sanitarie, utenti, operatori sanitari, fornitori, visitatori e altri. In questo contesto epidemiologico si rende necessaria la riprogrammazione delle attività sanitarie con la massima allerta organizzativa, gestionale ed operativa, attraverso la predisposizione di apposite linee di indirizzo regionali comuni, a tutela della sicurezza degli utenti, degli operatori sanitari e dei cittadini che frequentano le strutture sanitarie e sociosanitarie, al fine di contenere il rischio di trasmissione del virus assicurando i servizi essenziali.

L’obiettivo è delineare le linee di indirizzo da applicare per la ripresa delle attività sanitarie e sociosanitarie, ospedaliere e territoriali, nei diversi spazi comuni e setting assistenziali delle strutture: ingresso, sale d’attesa, Pronto Soccorso, reparti di degenza ospedaliera, attività chirurgica, DS, DH, specialistica ambulatoriale, etc.

Sono indicate le misure generali di prevenzione, il coordinamento della gestione della catena di approvvigionamento dei DPI , le modalità generali di accesso alle strutture sanitarie e sociosanitarie, previa prenotazione privilegiando, quando possibile, le attività da remoto.

Vediamo alcune delle numerose prescrizioni.

«L’accesso di parenti e visitatori a strutture di ospitalità e lungo degenza, residenze sanitarie assistite (RSA), hospice, strutture riabilitative e strutture residenziali per anziani, autosufficienti e non, è limitata ai soli casi indicati dalla direzione sanitaria della struttura, che è tenuta ad adottare le misure necessarie a prevenire possibili trasmissioni di infezione». Gli ingressi per gli utenti vanno presidiati da personale incaricato che dovrà:

  • verificare la dotazione di idonea mascherina, in assenza della quale ne viene fornita una alla persona;
  • verificare la reale necessita di accesso comprese le eventuali prenotazioni;
  • verificare le condizioni di salute della persona (temperatura corporea e altre condizioni che controindichino l’ingresso secondo apposito protocollo di gestione aziendale);
  • far eseguire l’igiene delle mani, fornendo il gel alcolico.

Il Pronto Soccorso deve essere un punto di filtro per determinare il grado di rischio di contagio. Per tutti gli accessi non diretti o spontanei, quindi attraverso il 118, medici di medicina generale, medici di continuità assistenziale, pediatri di libera scelta, lo screening deve essere avviato precedentemente, in modo tale da indirizzare i casi sospetti direttamente nei PS dei presidi Covid-19. Per quanto concerne gli accessi per prestazioni urgenti al PS verranno separati i flussi di attività ordinaria e l’attività di valutazione Covid-19, mantenendo funzionalmente distinti i percorsi di gestione e cura dei pazienti senza e con sintomi sospetti Covid-19 (percorso pulito e percorso sporco), al fine di ridurre al minimo le possibilità di contagio intraospedaliero. Il ricovero dei casi confermati sarà concentrato nelle 4/12 strutture Covid-19. A tal fine, in prossimità di ciascun Pronto Soccorso aziendale è stata allestita una tenda da parte della Protezione Civile Regionale con funzione di pre-triage, attiva H24. Anche nelle aree comuni del PS devono essere rispettate le norme del distanziamento sociale, dell’igiene delle mani e dell’uso di idonee mascherine protettive. L’utente che accede per una prestazione urgente di PS non potrà essere, di norma, accompagnato all’interno dei locali del PS da terze persone, eccezion fatta per minori, disabili, utenti non autosufficienti e persone con difficolta linguistiche-culturali.

Il paziente che deve essere sottoposto ad intervento chirurgico in emergenza, data l’impossibilita di attendere l’esito del tampone che deve comunque essere effettuato, viene gestito come se fosse un paziente Covid positivo.

Il paziente che accede al PS e necessita di un intervento chirurgico in urgenza esegue il tampone in Pronto Soccorso. L’attesa del risultato dovrà avvenire in un’area dedicata. Qualora, per motivi clinici, non sia possibile effettuare il test o attenderne il risultato, dovrà essere gestito come se fosse Covid positivo, con l’utilizzo dei DPI adeguati.

I pazienti affetti da patologie onco-ematologiche sono particolarmente suscettibili alle infezioni, per cui è auspicabile l’attivazione di percorsi e di modalità di gestione della presa in carico separati e dedicati. Per quanto attiene alle modalità di accesso alle strutture, alla gestione delle sale di attesa e degli spazi comuni, dovranno essere messe in atto le opportune misure di prevenzione di carattere generale, tali da garantire il distanziamento sociale e un’adeguata distribuzione degliaccessi. Per ogni paziente si deve effettuare un “triage” telefonico o in telemedicina per la valutazione del rischio di infezione SARS-CoV-2 il cui esito sarà annotato nella cartella clinica. Al suo ingresso in struttura (ambulatori, DH, ricovero, ecc.) deve essere effettuato un ulteriore “triage” per la valutazione del rischio di infezione da SARS-CoV-2. Per la gestione delle attività di follow-up andrà valutata la possibilità di esecuzione da remoto, quali la televisita o il teleconsulto. La prestazione da remoto dovrà essere tracciata e andrà fornito al paziente il referto. L’accesso del paziente alla struttura dovrà avvenire con tutte le precauzioni già indicate. Per i pazienti in trattamento oncoematologico attivo in regime ambulatoriale o DH, sarà eseguito il tampone nasofaringeo.

La ripartenza del 1° livello dei tre Programmi di screening oncologico organizzato dovrà avvenire secondo le indicazioni che si basano sulle “Raccomandazioni ad interim dell’Osservatorio Nazionale Screening alle Regioni e province autonome in corso di emergenza Covid-19”.

È di fondamentale importanza garantire adeguate coperture vaccinali pediatriche a tutti i nuovi nati e i richiami pediatrici e all’adolescenza, nonché le vaccinazioni rivolte alle altre fasce di età, soprattutto gli ultrasessantacinquenni, e ai soggetti fragili. I servizi vaccinali dovranno quindi prioritariamente pianificare rapidamente azioni di recupero dei bambini e degli adolescenti non vaccinati a causa dell’emergenza Covid-19, in particolare per le vaccinazioni obbligatorie per l’accesso ai servizi educativi per l’infanzia e la scuola (esavalente, morbillo, parotite, rosolia, varicella), ma anche per le vaccinazioni raccomandate.

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La città di Iglesias è tra i primi trenta Comuni interessati dal progetto “Reti intelligenti”, curato da Abbanoa S.p.A. che si svolge a partire da un’indagine sulla rete idrica con l’installazione di misuratori portatili per l’esecuzione di prove idrauliche diurne e notturne, e con ispezioni mirate.
La strategia del gestore di rete prevede un cambiamento radicale delle tradizionali tipologie di intervento, concentrando gli interventi per rendere più “intelligenti” le reti, ed agendo sulle cause che generano le dispersioni, come gli sbalzi di pressione e la presenza di aria nelle condotte.
Sugli ottanta chilometri di rete idrica di Iglesias, divisi in distretti telecontrollati e dotati di apparecchiature che regoleranno portate e pressioni, Abbanoa sta realizzando gli interventi di ingegnerizzazione del sistema, dando seguito a quanto effettuato l’anno scorso con una campagna di monitoraggio dei principali snodi e dei serbatoi.
La rete idrica cittadina sarà divisa in sette distretti idraulici, ed ognuno avrà una propria regolazione in base alle reali esigenze di portata ed alle pressioni.
Grazie all’installazione di particolari apparecchiature, la distrettualizzazione delle reti consentirà, nel caso di guasti, di isolare la sola zona interessata senza creare disservizi nel resto del centro abitato.
Nella giornata di domani, mercoledì 10 giugno, i tecnici di Abbanoa saranno al lavoro nel nodo all’incrocio tra Corso Colombo e Via Santa Barbara, dove saranno installate le nuove apparecchiature idrauliche.
Gli interventi saranno effettuati dalle ore 8.00 alle ore 16.30, e durante questa fascia oraria si verificheranno temporanee interruzioni di fornitura nelle Vie Lussu. Caduti sul Lavoro, Galilei, Via e Piazza del Minatore, Via e Vico Santa Barbara, nei tratti di Via Crocifisso e Corso Colombo, da Via XX Settembre all’incrocio con Via Flavio Gioia, come comunicato nei giorni precedenti sui canali del comune di Iglesias.