26 November, 2024
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Mercoledì 1° luglio, presso il giardino della Biblioteca comunale di Iglesias, in via Diana, si terrà il primo appuntamento della rassegna cinematografica “I Giardini Possibili”, organizzata dall’Associazione Casa Emmaus, e dal Centro Iniziative Culturali Arci Iglesias APS, in partenariato con i comuni di Iglesias, Villamassargia, Musei e Domusnovas.

Secondo i soggetti promotori, la rassegna nasce con lo scopo di promuovere la coesione sociale e la partecipazione attiva dei bambini e dei ragazzi in un progetto di educazione all’immagine.
Un’attività di formazione utile a far capire l’importanza del cinema come strumento di crescita individuale, indispensabile per poter comprendere le contraddizioni e le opportunità del mondo contemporaneo.

Le proiezioni saranno ospitate nel giardino della Biblioteca Comunale di Iglesias, in via Diana, a Domusnovas nel Giardino Possibile della Carruba, in via Bonn, ed a Villamassargia, in Piazza Pilar.
In ottemperanza alle norme di distanziamento sociale e prevenzione sanitaria, al fine di evitare assembramenti, gli ingressi degli spettatori saranno contingentati e sarà chiesto al pubblico di indossare la mascherina.

La rassegna cinematografica, rientra nel progetto “I Giardini Possibili”, nato per la realizzazione di quattro nuovi parchi pubblici nei comuni di Iglesias, Villamassargia, Domusnovas e Musei, grazie anche al coinvolgimento di cinquanta bambini provenienti dalle scuole primarie dei paesi partecipanti, che, con i loro sogni e desideri daranno forma ai giardini e li renderanno unici.

In questo modo, le periferie, grazie alle idee dei bambini e alla collaborazione di abitanti, istituzioni e associazioni della società civile, possono diventare uno spazio di creatività, di coesione sociale, di condivisione, di educazione civica, e di sperimentazione delle strategie di trasformazione consapevole e sostenibile di un territorio allo stesso tempo fragile e meraviglioso come quello del Sulcis Iglesiente.

«Un’altra importante iniziativa nata all’interno del progetto “I Giardini Possibili”ha detto l’assessore dell’Ambiente Francesco Melis sviluppato in sinergia con le associazioni del territorio, e con il contributo fondamentale di artisti e docenti, con lo scopo di insegnare, soprattutto ai più giovani, l’importanza dell’educazione ambientale attraverso la riqualificazione di spazi urbani da destinare al verde pubblico, alla socialità ed alla cultura.»

– PROGRAMMA DELLA RASSEGNA CINEMATOGRAFICA

• HUGO CABRET di Martin Scorsese, Usa 2011, durata 120’
–       mercoledì 1 luglio – Iglesias – ore 21.00
–       giovedì 2 luglio – Villamassargia – ore 21.00
–       venerdì 3 luglio – Domusnovas – ore 21.00

• L’UOMO CHE COMPRO’ LA LUNA di Paolo Zucca, Italia 2018, durata 105’
–       mercoledì 8 luglio – Iglesias – ore 21.00
–             giovedì 9 luglio – Villamassargia – ore 21.00
–       venerdì 10 luglio – Domusnovas – ore 21.00

• LO STRAORDINARIO VIAGGIO DI S.T. SPIVET, di Jean Pierre Jeunet, Francia 2014, durata 105’
–       lunedì 13 luglio – Iglesias – ore 21.00
–       mercoledì 15 luglio – Villamassargia – ore 21.00
–       venerdì 17 luglio – Domusnovas – ore 21.00

• BIANCANEVE, di Tarsem Singh, USA 2012, durata 105’
–       lunedì 20 luglio – Iglesias – ore 21.00
–       mercoledì 22 luglio – Villamassargia – ore 21.00
–       venerdì 24 luglio – Domusnovas – ore 21.00
Per l’assessore della Cultura Claudia Sanna, «un contributo importante, che arriva da un progetto, “I Giardini Possibili”, di cui il comune di Iglesias è partner, e che permetterà alla Città di usufruire gratuitamente di un momento di intrattenimento e di approfondimento culturale. Ringraziamo gli organizzatori, tutte le persone che parteciperanno all’iniziativa, e gli operatori della Protezione, che daranno il proprio contributo per quanto riguarda l’osservanza delle norme di prevenzione sanitaria».

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Si è svolta stamane, sotto la sede dell’assessorato regionale dell’Industria, a Cagliari, si è svolta una manufestazione di alcune centinaia di lavoratori ex “Ati-Ifras”, organizzata dalle rappresentanze sindacali di categoria di Cgil, Cisl e Uil. All’origine della protesta, l’incertezza sul futuro lavorativo, in conseguenza degli esiti del bando internazionale, indetto svariati anni or sono, ma finalizzato recentemente, in virtù del quale i lavoratori dal prossimo 1 luglio verranno trasferiti in una società che si occuperà per due anni di incrementare la loro formazione professionale, con la conseguenza che debbano abbandonare i siti ove hanno operato finora, prima con Ati Ifras poi con la Fondazione del Cammino Minerario di Santa Barbara.
Una delegazione sindacale dei lavoratori ha incontrato l’assessora regionale dell’Industria Anita Pili, per manifestare le proprie preoccupazioni e chiedere un intervento a salvaguardia delle professionalità. All’incontro hanno partecipato anche i consiglieri regionali del Sulcis Iglesiente, Fabio Usai e Michele Ennas.
Fabio Usai, nel suo intervento, ha dato ampia disponibilità «per lavorare alla costruzione delle condizioni di unitarietà fra parti politiche/istituzionali e sociali, per l’attivazione di un concreto percorso normativo che porti a garantire il futuro delle maestranze e contestualmente la salvaguardia dei servizi offerti da Igea».
Al termine dell’incontro, l’assessore Anita Pili, accompagnata dalle forze sindacali e politiche, ha incontrato i lavoratori, ai quali ha spiegato il percorso che intraprenderà per arrivare ad una soluzione ed ha assicurato che la Regione farà tutto quanto è possibile nelle sue competenze e, soprattutto, che l’Igea non diventerà mai una stazione appaltante ma anzi manterrà le funzioni per le quali è stata creata e recentemente rilanciata.

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Nuova mobilitazione dei lavoratori SiderAlloys, GMS e Tecnoproget, convocati dal sindacato per domattina alle 6.30 davanti ai cancelli dello stabilimento di Portovesme.

«Dopo l’incontro in videoconferenza con il Mise, l’azienda non ci ha fatto sapere nulla su scadenze CIGO, ripresa lavoro e accordo con Eneldice Roberto Forresu, segretario regionale della FIOM CGIL -. Questo, nonostante qualche giorno fa sia stata avanzata una richiesta di incontro con carattere di urgenza, alle aziende Sider Alloys, GMS e Tecnoproget. Solo oggi, abbiamo ricevuto una richiesta di incontro da parte di Sider Alloys e GMS per giovedì 2 luglio, senza orario, alla faccia dell’urgenza con la quale era stata avanzata la richiesta. A fronte di questo atteggiamento provocatorio, convochiamo per un’informativa urgente i lavoratori Sider Alloys, GMS e Tecnoproget, alle ore 6.30 ai cancelli dell’ex Alcoa; la partecipazione è aperta a tutti.»

 

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Domani, venerdì 26 giugno, alle ore 11.00, nella sala riunioni della Torre Littoria, l’Amministrazione comunale di Carbonia terrà una conferenza stampa sui contenuti della nuova manifestazione di interesse per gli impianti sportivi. Saranno presenti il sindaco Paola Massidda, l’assessore dello Sport Valerio Piria, la Prima Commissione consiliare permanente e tutti i consiglieri interessati.

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Il Basket San Salvatore ha perfezionato i primi due innesti in vista del campionato 2020/2021: la playmaker Giulia Simioni e l’ala/pivot Adriana Cutrupi.

Nata a Muralto (Svizzera) il 5 giugno 1993, Giulia Simioni è una playmaker di 170 centimetri. Dopo gli esordi nella squadra della sua città natale si è spostata a Bellinzona, dove ha concluso il suo percorso giovanile e, parallelamente, maturato anche delle preziose esperienze con la prima squadra, militante in Serie B. Una volta concluso il liceo si è trasferita negli Stati Uniti, accettando la borsa di studio proposta dalla New Mexico Highlands University (NCAA Division II). Dopo 3 anni positivi, nei quali ha viaggiato a 7.4 punti e 3.2 assist di media in 70 gare, è passata al Florida Southern College, concludendo la sua avventura universitaria con cifre simili (5.3 punti e 3.2 assist). Ulteriori esigenze di studio l’hanno quindi portata in Inghilterra, dove ha difeso per un triennio i colori delle Newcastle Eagles, formazione della British Basketball League (la massima divisione della pallacanestro femminile britannica). E anche in terra d’Albione, Giulia, si è fatta apprezzare, ottenendo in breve tempo i gradi di capitano della squadra. Durante la sua avventura nel Nord dell’Inghilterra è diventata inoltre un punto fermo della nazionale maggiore svizzera, con cui ha disputato le qualificazioni alle ultime edizioni dell’Europeo.

In possesso di passaporto italiano, la nuova regista della Techfind parla ben cinque lingue (Italiano, Inglese, Francese, Tedesco e Spagnolo).

«Dopo l’esperienza in Inghilterra desideravo un salto di qualità nella mia carriera professionisticaspiega Giulia Simionie ho pensato che l’Italia potesse essere il Paese giusto nel quale mettermi alla prova. Ho parlato con il presidente e con il coach del San Salvatore, ed entrambi mi hanno trasmesso delle ottime sensazioni. Farò del mio meglio perchè la squadra possa raggiungere tutti gli obiettivi che si è prefissata. Dal punto di vista tecnico mi ritengo una ‘estensione’ in campo dell’allenatore: mi piace difendere forte e lavorare per le compagne cercando sempre i tempi giusti per l’attacco. Sono felice di iniziare questa nuova avventura in una terra bellissima come la Sardegna.»

E’ giovane, ma già molto esperta per la categoria, invece, Adriana Cutrupi, che ha concluso l’ultima stagione nelle fila dell’Ants Viterbo, facendo registrare il suo season high proprio contro la formazione giallonera (21 punti e 18 rimbalzi).

Nata a Reggio Calabria l’8 novembre del 1996, Cutrupi è un’ala/centro di 186 centimetri. Cresciuta nel settore giovanile della Lumaka Basket, a 16 si è trasferita ad Anagni, dove per la prima volta ha preso contatto con la pallacanestro senior disputando il campionato di A3. Le sue buone prestazioni hanno attirato le attenzioni di Battipaglia, formazione con cui – nel 2014/2015 – ha potuto esordire in A1 sfiorando, al contempo, anche lo Scudetto nella categoria Under 20. L’estate successiva è arrivato l’approdo a Viterbo, per un biennio di A2 che le ha permesso di maturare ulteriori progressi (4.3 punti e 7.8 rimbalzi di media nel 2016/17). Dopo un passaggio a Umbertide è quindi tornata al Sud per rispondere alla chiamata dell’Andros Palermo, con cui ha conquistato la promozione in A1 nel 2018/19. Lo scorso anno, infine, ha cominciato la stagione nell’Athena Roma. In seguito all’esclusione dal campionato della compagine capitolina è tornata a Viterbo, dove ha scritto le migliori statistiche della sua carriera: 11.5 punti e 12.0 rimbalzi con quasi il 50% dal campo e 6 gare in doppia cifra sulle 10 disputate.

Negli anni, inoltre, Adriana è stata convocata in Azzurro per alcuni raduni con le Nazionali Under 15 e Under 18.

Lunga di grande presenza fisica, la neo-giocatrice della Techfind sa essere pericolosa vicino a canestro, e negli anni ha implementato le sue doti di rimbalzista fino a diventare una delle più incisive nella categoria: lo scorso anno, infatti, è stata la migliore in questo fondamentale assieme a Sara Toffolo (San Martino di Lupari).

Fuori dal campo studia Scienze Politiche e delle Relazioni Internazionali con indirizzo criminologico all’Università della Tuscia.

«Sono tanti i motivi che mi hanno portata ad accettare la proposta del San Salvatore – dice Adriana Cutrupia cominciare dall’ambiente: dopo l’esperienza di Roma cercavo una realtà serena e familiare. Si tratta di un presupposto fondamentale, per me, affinchè possa far bene in campo. Poi mi sono piaciute le idee del presidente Mura, che mi ha fatta sentire subito a mio agio e ben voluta. Ho parlato con coach Fioretto e anche con lui c’è stata subito un’ottima intesa: mi ha proposto tanto lavoro individuale per poter crescere ancora, e anche questa prospettiva mi ha attirata parecchio. Non nascondo, infine, che abbia giocato un ruolo importante anche la città: avere il mare a portata di mano è fondamentale per me. Nel prossimo campionato cercherò di confermare i progressi di Viterbo e di dare il miglior contributo possibile alla squadra. Sono certa che ci toglieremo tante soddisfazioni.»

Quale sarà il destino del nuraghe Sirai di Carbonia? È questa la domanda più scottante del momento, almeno per quanto riguarda le aree archeologiche del Sulcis Iglesiente, interessate dalla chiusura dei cantieri di scavo e manutenzione. La convenzione con la Fondazione Cammino di Santa Barbara giunge al termine e i lavoratori, formati da anni di lavoro e corsi di formazione sullo scavo archeologico, saranno occupati in altre sedi. Il dialogo con la Regione sembra essersi interrotto e all’orizzonte non paiono prospettarsi nuove soluzioni.
«Il nostro confronto con la regione è iniziato a settembrespiega la sindaca di Carbonia, Paola Massidda -, con un incontro con l’assessore del Lavoro Alessandra Zedda, che ci aveva dato forti rassicurazioni. Evidentemente, però, per l’assessore queste rassicurazioni riguardavano solo il fatto che i lavoratori del nuraghe Sirai avrebbero mantenuto la sicurezza di un posto di lavoro. Ma il fatto è che le competenze, le qualifiche e le esperienze maturate in vent’anni di scavi archeologici vengono di fatto buttate.»
Competenze maturate sul campo ma anche attraverso appositi corsi di formazione istituiti dalla Regione stessa. Il nuraghe, che nel corso degli anni ha restituito una realtà unica nell’ambito dell’archeologia sarda, resterà quindi senza un cantiere di scavo e non sarà più possibile renderlo fruibile al pubblico.
«Due anni fa siamo riusciti ad aprire al pubblico questa perla del nostro territorio, che ora dovrà essere chiusa perché il comune non ha le risorse per tenere il cantiere apertoprosegue Paola Massidda -. L’ultimo atto sono le lettere inviate all’assessore dei Beni Culturali, Andrea Biancareddu, e al ministro dei Beni culturali, Dario Franceschini, perché questa rappresenta una grave perdita per tutto il nostro patrimonio culturale.»
Il nuraghe Sirai era stato inserito all’interno del progetto Cammino di Santa Barbara, come luogo di passaggio dei pellegrini. Come spiega ancora la sindaca di Carbonia: «Era una delle tappe che offrivamo, nel nostro territorio, alla visita dei pellegrini. Forse riusciremo a trovare i fondi grazie all’assessore dei Beni Culturali, ma non si sa. Con le sue risorse, il comune di Carbonia non riesce assolutamente a salvaguardare e a tutelare questo bene, che rischia l’abbandono».

L’assessore della Cultura, Sabrina Sabiu, conferma le difficoltà attraversate in questo momento così delicato: «Al momento non abbiamo altre soluzioni da proporre. Questi lavoratori sono vitali per poter mantenere aperto il cantiere e gli scavi. Solo attraverso il loro utilizzo è possibile mandare avanti la filiera della ricerca. Il nostro sconcerto deriva anche dal fatto che le loro competenze vengono disconosciute dalla stessa Regione che, a suo tempo, aveva speso dei denari nei corsi di formazione».
La conseguenza è che, tra tutti e quattro i siti che resteranno senza la manutenzione di un cantiere, il nuraghe Sirai non avrà nemmeno la possibilità di essere gestito da personale che lo renderà fruibile al pubblico.
«Gli altri siti sono già oggetto di un percorso museale consolidatospiega ancora l’assessore Sabrina Sabiu che ormai è nel circuito del finanziamento regionale, legato alla legge 14 del 1996, mentre il nuraghe Sirai, in questo circuito, non è mai entrato. Quindi non è solo un discorso di apertura al pubblico, perché ovviamente avendo le guide potremmo fare anche questo. Il problema è che il sito va manutenuto e le risorse umane che abbiamo non sarebbero sufficienti per mantenere aperto un sito di questa portata. Noi non abbiamo la possibilità di poter investire ulteriormente.»
Il danno che ne consegue è enorme, vista la rilevanza scientifica dell’area, che in questa bagarre passa totalmente in secondo piano. L’archeologo Matteo Tatti fa il punto sul perché il nuraghe Sirai rappresenti un valore aggiunto per la storia della Sardegna.
«In questo contesto si è creata una commistione molto interessante, perché le popolazioni che arrivano dall’Oriente si insediano qua e condividono l’area con le popolazioni nuragiche che già c’erano, dando luogo a un qualcosa di nuovo. Per cui vediamo forme di età nuragica realizzate con tecniche di lavorazione del tutto nuove. O, al contrario, forme ceramiche che noi riconosciamo come fenicie ma prodotte con un tipo di manifattura di età nuragica. Si tratta di un sito in cui è presente una fortissima attività artigianale, che ha dato risultati eccezionali, e che ha pochissimi altri esempi nel Mediterraneo. Un unicum in Sardegna. Manufatti di pregio che prendevano anche il largo sulle navi e che quindi si inserivano su percorsi commerciali di più ampio raggio.»
Una realtà importantissima e peculiare che deve assolutamente restare disponibile alla fruizione pubblica e che non può permettersi di cadere nell’oblio.
«La ricerca ed i suoi risultati devono essere messi a disposizione della collettivitàprosegue Matteo Tatti -. La risposta del pubblico, durante le aperture periodiche del nuraghe, è sempre stata notevole. Questo significa che la collettività ha necessità di riappropriarsi della sua storia. Questo è un elemento che non deve mai essere trascurato e che deve essere messo tra gli obiettivi principali a cui rispondere quando si interviene. Noi archeologi abbiamo una responsabilità notevole e di tutto questo dobbiamo rendere conto alla collettività che ne fruisce.»
Federica Selis

          

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Ancora un caso di positività al Covid-19, nelle ultime 24 ore in Sardegna, nella Città metropolitana di Cagliari. Salgono così a 1.362 i casi dall’inizio dell’emergenza. 

In totale nell’Isola sono stati eseguiti 79.422 tamponi. I pazienti ricoverati in ospedale sono in tutto 6, nessuno in terapia intensiva, mentre 8 sono le persone in isolamento domiciliare. 14 i pazienti attualmente positivi. Il dato progressivo dei casi positivi comprende 1.197 pazienti guariti (+2 rispetto al precedente aggiornamento), più altri 19 guariti clinicamente. Resta invariato il numero delle vittime, 132.

Sul territorio, dei 1.362 casi positivi complessivamente accertati, 251 (+1) sono stati rilevati nella Città Metropolitana di Cagliari, 99 nel Sud Sardegna, 61 a Oristano, 78 a Nuoro, 873 a Sassari.

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Lascia l’amaro in bocca al Consorzio di tutela la decisione del Governo di escludere il Pecorino Romano dal Bando Bando nazionale indigenti da 50 milioni di euro. la decisione riguarda anche il pecorino sardo ed il fiore sardo.
Una situazione che ha costretto il presidente, Salvatore Palitta, a prendere carta e penna e scrivere una lettera direttamente alla ministra dell’Agricoltura, Teresa Bellanova.
«Ci risulta che nella predisposizione del paniere dei prodotti da inserire nel bando indigenti post Covid da 50 milioni di euro, a cui non abbiamo avuto modo di dare il nostro contributo, siano state dimenticate o escluse il Pecorino romano e le altre Dop a latte di pecora che nascono in Sardegna ha scritto Salvatore Palitta -. Per questo siamo profondamente dispiaciuti, perché i problemi legati alla pandemia hanno colpito indistintamente tutte le indicazioni geografiche e le Dop italiane. Considerato questo quadro non vedo perché dagli interventi debbano essere esclusi il Pecorino romano, il Pecorino Sardo e il Fiore sardo. Questo è inaccettabile.»
«Chiediamo alla Regione e ai rappresentanti sardi in Parlamento un intervento tempestivoha sottolineato Salvatore Palitta -. Non è accettabile che lo Stato italiano intervenga in una fase congiunturale estremamente difficile come questa ignorando che esistano le Dop sarde che, fra l’altro, sono anche molto richieste nelle piattaforme di vendita e dagli enti caritatevoli.»
«Durante la crisi ha aggiunto Salvatore Palitta -, ci siamo fatti carico, in modo del tutto volontaristico e in ottica solidale, di tutto il latte destinato ai freschi, la cui produzione era completamente ferma, il che ha comportato maggiori produzioni di pecorino romano pari circa al 20%. A questo si aggiunge l’ipotesi di un crollo del 50% nel mercato Usa, per noi il mercato principale, e la contrazione dei consumi interni del 7% a causa del ridotto potere d’acquisto. E’ facile capire che, sommando tutti questi fattori, la situazione che si prospetta non è affatto rosea e non fa ben sperare per il futuro. Per questo gli aiuti del Governo sono indispensabili. Viviamo un momento in cui in tutti i Paesi del mondo emerge un fenomeno protezionistico sempre più diffuso, tutte le regioni italiane lavorano per proteggere e aiutare i prodotti dei loro territori e anche noi dobbiamo fare altrettanto. Noi rappresentiamo il 95% della produzione nazionale ovina e nonostante le difficoltà vissute in questo periodo abbiamo garantito la lavorazione di tutto il latte, cosa che non è avvenuta in altre parti d’Italia, e sostenuto anche i caseifici in difficoltà sui prodotti da tavola – ha concluso Salvatore Palitta -. È perciò assolutamente impensabile che le nostre Dop isolane subiscano un’ingiustizia simile.»

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Sono sette le associazioni culturali con sede nella Regione Sardegna ammesse al fondo speciale di 1 milione e 125mila euro, stanziato dall’Unione Buddhista Italiana a sostegno della cultura dei territori: Teatro Tragodia di Mogoro, Artisti Fuori Posto di Cagliari, Abaco di Monserrato, Teatro La Maschera di San Sperate, Associazione Sarditudine di Palau, MAB Associazione Teatrale e Kronicab di Sassari.
Con questa iniziativa che coinvolge tutte le Regioni italiane, l’Ubi vuole offrire il proprio contributo a un settore nevralgico della società, tra i più fortemente danneggiati dall’emergenza Coronavirus, e sostenere quelle realtà che svolgono un’opera preziosa e insostituibile di testimonianza e conservazione della cultura locale oltre che rappresentare spesso un fondamentale presidio di solidarietà.
«La nostra scelta – spiegano dall’Ubi – ha l’obiettivo valorizzare quelle associazioni che rappresentano una risposta al degrado civile e culturale, oltre che economico e sociale, in cui versano alcune aree del nostro Paese, e che sono state spesso l’ultimo baluardo di solidarietà di fronte alla grande sofferenza della popolazione causata dalla pandemia.»