A bordo del Guardiacoste della GDF “G204 Finanzieri Garulli”, in prima linea sul fronte degli sbarchi – di Federica Selis
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Negli ultimi giorni, favoriti anche dalle buone condizioni meteo, sono aumentati gli sbarchi di migranti nelle coste sud della Sardegna. In particolare, in tre diversi momenti, sono arrivate, sulla costa di Porto Pino, un centinaio di persone.
Il pattugliamento a mare è affidato alla Guardia di Finanza, che attraverso mezzi navali e aerei, effettua le operazioni di controllo e monitora gli arrivi.
«Il servizio navale della Guardia di Finanza svolge un’attività molto intensa, soprattutto in questa zona particolarmente interessata dai fenomeni di migrazione – afferma il capitano Stefano Sogliuzzo, comandante della Stazione Navale di Cagliari, che ci ospita sull’unità navale “G204 Finanziere Garulli”, un guardiacoste di 22 metri di stanza a Cagliari -. Nello specifico vengono eseguite delle attività cosiddette di “law enforcement”. Attraverso l’impiego dei mezzi navali si riesce a fare un’attività di interdizione dei traffici illeciti che porta al deferimento, verso l’autorità giudiziaria competente, dei cittadini extracomunitari, con il successivo sequestro sia del natante, quindi dell’imbarcazione utilizzata e del motore.»
Di assoluta importanza, anche visto il periodo delicato sul piano della salute, il controllo costante e quotidiano effettuato nei nostri mari.
Prosegue il comandante Stefano Sogliuzzo: «Cerchiamo di essere presenti in zona, ventiquattr’ore al giorno, sette giorni su sette. Operiamo attraverso una cooperazione aeronavale, che prevede sia l’impiego di unità navali sia di elicotteri, con delle ricognizioni a medio e lungo raggio, in modo tale da monitorare eventuali traffici diretti verso le coste italiane. Cerchiamo di essere costantemente presenti per contrastare questo tipo di fenomeno».
Un lavoro di sinergie terra aria, quindi, ma a volte può capitare che siano i cittadini stessi a collaborare nell’individuare situazioni critiche con cui vengono a contatto. Come la segnalazione avvenuta, proprio ieri mattina, da parte di alcuni bagnanti, di un barchino con tre persone a bordo, davanti alla spiaggia di Porto Pino. L’allerta arriva immediatamente al guardiacoste “Finanziere Garulli”, che si trova poco distante dalla costa. Contemporaneamente, da una barca a vela in navigazione arriva la segnalazione di un barchino in legno, vuoto e senza motore, ritrovato alla deriva. Pare che i bagnanti a terra avessero visto la stessa barca a vela salvare le tre persone nel barchino, caricandole a bordo. L’equipaggio della motovedetta intercetta la barca a vela, abborda ed effettua i controlli. L’allarme è alto. Se la situazione è davvero quella descritta si potrebbe trattare di una condizione di pericolo. Ma quando la “Finanziere Garulli” accosta all’imbarcazione a noleggio, si trova di fronte ad una famiglia di quattro persone in vacanza. Nessun migrante disperso in mare e salvato dall’equipaggio ma solo un barchino alla deriva di uno sbarco avvenuto nei giorni scorsi. I militari accertano la situazione, effettuano i controlli dovuti e la barca a vela può riprendere il viaggio. Il livello di adrenalina torna normale ma l’equipaggio della “Finanziere Garulli” ha gestito l’emergenza con prontezza ed estrema preparazione.
Chiediamo al comandante Stefano Sogliuzzo come dovrebbero comportarsi i cittadini di fronte ad una situazione di avvistamento o di pericolo in mare.
«La Guardia di Finanza ha una vocazione sociale. Cerchiamo di garantire una sicurezza per far star tranquillo il cittadino. È chiaro che se ci fosse una circolarità informativa anche nei nostri confronti, qualora un bagnante intraveda qualsiasi tipo di attività ritenuta anomala, la Guardia di Finanza è a disposizione della collettività. Quindi aiuta e facilita il nostro operato.»
La “G204 Finanziere Garulli” è un’unità navale di 22 metri, dotata di due motori da 1.500 cavalli ciascuno, che possono raggiungere i 35 nodi di velocità massima. Con un’autonomia di 11mila litri di carburante, alla velocità di crociera di 25 nodi, il Guardiacoste può permettersi una navigazione continuativa di 24 ore. L’equipaggio a bordo è composto da 9 militari che, in caso di missioni più impegnative, possono essere integrati da altri 3 uomini, ognuno con una diversa specializzazione e una specifica mansione. La gestione del mare e delle emergenze è garantita da un’ampia strumentazione di bordo e da due radar.
Spiega il Capitano Stefano Sogliuzzo: «Siamo dotati di un radar di navigazione e di un radar di scoperta, maggiormente performante, per poter agganciare degli echi anche a distanze notevoli».
Le caratteristiche dell’imbarcazione aiutano ma a bordo la vera forza dell’equipaggio è l’affiatamento.
«Sicuramente la tecnologia e la struttura dell’imbarcazione facilitano l’operato – conclude il Comandante -. Ma quello che è più importante è sicuramente il fattore umano. È l’esperienza maturata dalle persone che sono presenti a bordo di queste unità navali, che svolgono con passione questo lavoro tutti i giorni e che quindi hanno maturato quella conoscenza sia del territorio ma soprattutto di un ambiente così particolare come quello marino.»
Federica Selis
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