Aldo Salaris (Riformatori sardi): «La Sardegna ha bisogno di infrastrutture per essere competitiva con il resto del mondo»
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L’emergenza Coronavirus ha stravolto la società nel suo insieme con tutte le situazioni drammatiche con le quali dobbiamo confrontarci ogni giorno. La politica si è trovata a dover fare i conti con tutta una serie di situazioni ed è stata messa a dura prova mostrando l’estrema precarietà della nostra società. Le problematiche che la classe politica deve affrontare sono gravose e meritano una estrema attenzione perché il tempo è tiranno. Alla luce di quanto evidenziato, abbiamo posto alcune domande al coordinatore regionale dei Riformatori sardi, Aldo Salaris.
Quali iniziative avete avviato?
«In primis la telemedicina. Abbiamo presentato un emendamento molto importante che si sviluppa attraverso una serie di norme che intendiamo inserire nella riforma sanitaria. Il caos derivante dalla pandemia ha fatto emergere problematiche e necessità che la telemedicina può risolvere. Abbiamo parlato anche di semplificazione normativa. Stiamo per intraprendere una serie di iniziative che coinvolgeranno altri Consigli regionali per eliminare una serie di norme inutili, per sburocratizzare, in materia soprattutto di appalti pubblici. Vogliamo semplificare ed accorciare i tempi di realizzazione delle infrastrutture prendendo esempio dal modello “ponte di Genova”. Come maggioranza stiamo poi andando incontro, con azioni specifiche, a quei settori oggi al collasso; artigiani, commercianti, attività produttive in generale. È di queste ultime ore il via libera al fondo da 200 milioni di euro per dare sostegno alle imprese colpite dalla crisi economica dovuta all’emergenza Covid-19.»
Per quanto attiene l’aspetto prettamente politico, il presidente Solinas è stato convergente rispetto alle vostre iniziative? E se è così, in che misura le ha recepite?
«Il presidente Solinas è al nostro fianco. Sin da subito ha sposato la battaglia sull’insularità, che ricordo essere la battaglia di tutti i sardi, e ha dato ampia disponibilità a recepire il progetto della telemedicina. Infine, come detto, siamo d’accordo sulla necessità di sbloccare i cantieri e di giungere ad una semplificazione normativa. Non può esistere che ci vogliano oltre 15 anni per vedere completata un’infrastruttura. Le nostre azioni sono in piena concertazione con il Presidente.»
Di cosa ha bisogno la Sardegna per uscire da questa crisi?
«Abbiamo bisogno di infrastrutture per essere competitivi con il resto del mondo. Parlo di porti, del potenziamento degli aeroporti e di un sistema di viabilità stradale efficiente. Infrastrutture che possano essere di supporto al turismo ma anche a imprenditori e aziende che vogliono investire in Sardegna. Questo si traduce in risorse, ricchezza e posti di lavoro.»
I corsi di politica da voi intrapresi, ai quali hanno dato lustro politici e non solo, che obiettivi hanno raggiunto? Il messaggio è stato accolto favorevolmente?
«La nostra missione è quella di dare un contributo per creare e formare la classe dirigente di oggi e di domani. Oggi vediamo un dilagare di fenomeni eccessivamente populisti, fenomeni che hanno come obiettivo l’urlo. Noi abbiamo un’altra idea della politica. Il nostro intento è quello di avvicinare i cittadini alla pratica dell’amministrazione pubblica facendo capire che in politica ci si deve formare. Considerata l’altissima partecipazione alla scuola di formazione dei Riformatori, pensiamo che questa sia la strada giusta.»
Un’ultima domanda: nel futuro dei Riformatori cosa dobbiamo aspettarci?
«La battaglia sull’insularità è la madre di tutte le battaglie, è una sfida epocale per il nostro futuro. Finché lo Stato non riconoscerà alla Sardegna il grave divario naturale derivante dalla condizione di insularità, non avremo un’effettiva parità e vivremo una situazione di svantaggio. Combatteremo per ottenerla e per far valere i nostri diritti. Noi siamo il partito delle idee, continueremo a proporre proposte che servano per migliorare la Sardegna e la vita di tutti i sardi.»
Armando Cusa
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