27 December, 2024
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Per capire lo straordinario fenomeno sociale indotto dal Covid-19, che lascerà traccia nei libri di storia, dobbiamo ridefinire con chiarezza quali differenze sostanziali esistono tra la malattia individuale e la malattia contagiosa collettiva.
Se dovessimo esaminare con superficialità i numeri dei decessi quotidiani non ci preoccuperemmo. Tutti i giorni muoiono di ictus ed infarti, in Italia, una media di 630 persone, mentre per tumore ne muoiono 485. Attualmente abbiamo una media di soli 10 decessi quotidiani per Coronavirus. Questo dato sembrerebbe confortante. In realtà, da un punto di vista della convivenza sociale, non è così.
Le “malattie individuali” come tumori, diabete, ictus, traumi stradali, ecc., non suscitano paura per la propria incolumità perché ognuno di noi può entrare in contatto con questi malati senza subirne alcun danno.
Le “malattie contagiose” invece sono “diffusive” e “collettive”. Cioè passano da una persona all’altra per il contatto o la semplice vicinanza. Ogni portatore di Coronavirus contagia, in media, 6 persone. Queste a loro volta contagiano 36 persone. Queste 36 ne contageranno 1.296. Nel caso del Coronavirus il numero dei contagiati cresce in modo esponenziale ogni 7 giorni. Abbiamo visto cosa è avvenuto dopo il primo caso di Codogno: dopo due settimane i casi in Lombardia erano già diverse migliaia. Di questi contagiati ne vennero ricoverati il 20% e ne morirono la metà.
Mentre l’80% dei contagiati ebbe pochi sintomi. In 40 giorni avemmo quasi 20.000 morti in una piccola area d’Italia compresa fra Milano, Bergamo e Brescia. Morti che si aggiungevano agli altri morti per diverse cause. Vi fu un numero di salme aggiuntive tanto enorme che non si trovarono spazi nei cimiteri e nei forni crematori, tanto che molte salme vennero imbarcate per lo “smaltimento” nei forni crematori della Sardegna. Appena l’Epidemia è esplosa in America abbiamo visto lo stesso triste fenomeno, di ammassamento di cadaveri, a NewYork.
Questo è avvenuto perché il Covid è una malattia contagiosa per cui non esiste una cura specifica.
Quando si tratta di una malattia contagiosa per cui esistono le cure e i vaccini, l’allarme è basso.
Quando , invece, si tratta di malattia contagiosa per cui non esistono né cure specifiche né vaccino, l’allarme è alto.
E’ un errore enorme paragonare questo tipo di malattia a quelle comuni.
Per capirne la portata sociale e economica si può paragonare soltanto al “Fall-out” della pioggia radioattiva dopo una esplosione nucleare o agli effetti di uno “tsunami”. Tutti eventi in cui la collettività intera è senza difesa.

Le malattie comuni vanno trattate nell’ambito degli strumenti messi già a disposizione dal Sistema Sanitario. Le malattie epidemiche prive di cure specifiche vanno trattate in un altro apparato sanitario parallelo costituito ad hoc.
Una esperienza di diversificazione strutturale l’avemmo già al tempo della TBC. In quel caso si riuscì a debellarla costituendo un sistema di ospedali e presidi specifici (Tubercolosari, Preventori antitubercolari, Dispensari antiTBC, Ospedali Marini, Colonie montane e marine). Si sviluppò una specialità: la Tisiologia. Essa comprendeva: Medici pneumologi, Radiologi, Pediatri, e chirurghi specificamente preparati.
Oggi non esiste ancora un apparato ospedaliero e territoriale specificamente dedicato al Covid-19.
Il problema di strutturarne uno si porrà nella malaugurata ipotesi il vaccino non fosse efficace.

Fenomenologia sociale del contagio.
Il “contagio” fa esplodere la “ Paura del prossimo“.
Chi è il “Prossimo?”.
E’ chiunque: l’amico, il vicino di casa, il collega di lavoro, il compagno di classe, il parente, l’impiegato dell’ufficio pubblico, etc..
Il termine collettivo per identificare questo insieme è: “Società civile”.
La Società Civile è quell’insieme umano che utilizza il “Contatto sociale” per attuare lo scopo per cui ci si incontra: “Lo scambio sociale”.
Lo “scambio sociale” o “commercio umano” si sviluppa su tutti i campi della convivenza come:
– La “Cultura”: scuola, cinema, arte, sport, religione, politica, etc.
– I “Servizi”: il Sistema sanitario, banche, poste, pubblica amministrazione, difesa, giustizia, etc.
– Le “Attività produttive”: professioni, mestieri, agricoltura, industria, etc.
– Il “Commercio”.
Quando esplode il “Sospetto collettivo” sul prossimo e la “paura dell’altro”, l’individuo si ritira nel proprio privato e si autoesclude, cioè si “isola”. L’isolamento può essere “volontario”“obbligato”, come nel caso del lockdown che abbiamo sperimentato.
L’”isolamento” comporta la perdita di 4 Libertà Costituzionali, cioè:
– La libertà di movimento nel territorio, e di scambio commerciale.
– La “libertà di cure”: blocco del Sistema Sanitario per le patologie comuni.
– L’ “Istruzione”: chiusura delle scuole.
– La “Giustizia”: chiusura dei tribunali.
L’impedimento all’esercizio di questi diritti costituzionali comporta la “Sospensione del commercio umano.
A questo arresto degli scambi di beni materiali ed immateriali consegue:
– L’arresto degli scambi commerciali.

– Il crollo delle Borse.
– La perdita di fiducia nella moneta.
– L’impoverimento della Nazione.
– La crisi politica.
– La perdita di rappresentanza dei partiti e la caduta dei governi.
Questi sono scenari possibili nel caso non vengano opposti provvedimenti che stronchino la spirale del degrado.
La “paura dell’altro” è all’origine della disgregazione dell’impianto economico di una società.
C’è voluto Mario Draghi per sintetizzare in una frase questo complesso fenomeno psicologico ed i provvedimenti da prendere per scongiurarlo. Cioè:
“Test di massa per rilanciare l’economia”.
Solo così ognuno di noi saprà se il suo vicino è contagioso o no, e potrà riprendere a produrre ricchezza senza il freno della paura.

Secondo gli Scienziati citati in un recente articolo del Sole 24 ore servono 30 milioni di tamponi per fare uno screening agli Italiani. Cioè deve essere sottoposto a tampone oltre la metà della popolazione d’Italia. Ne consegue che devono essere subito esaminati con tampone almeno 70.000 abitanti del Sulcis Iglesiente.
Davanti a questi autorevoli messaggi il Sulcis Iglesiente non riesce ancora a rendere immediatamente disponibile per tutti un laboratorio specificamente dedicato. Ne sono prova questi fatti:
– Il forte ritardo nell’acquisto del processatore di RNA virale,
– Il forte ritardo nello accreditamento dello strumento donato a Carbonia Iglesias dalla Fondazione di Sardegna,
– Le enormi difficoltà che incontrano i Medici di Base per ottenere i referti dei tamponi eseguiti su pazienti sintomatici.
E’ urgente la disponibilità di un laboratorio perché stanno per arrivare momenti critici, e cioè:
– Fra due settimane in Italia riapriranno le scuole. Vi saranno inevitabili assembramenti. Si muoverà quotidianamente una massa dei 12 milioni di individui. Fra questi vi saranno i “diffusori silenziosi”, come abbiamo sperimentato al Billionnaire di Porto Cervo e nelle discoteche nostrane.
– Stanno per arrivare i 3 mesi portatori di Virus: Ottobre, Novembre, Dicembre, con i loro Rinovirus, Adenovirus, Enterovirus e Virus Influenzali. Ogni tosse e febbricola creeranno il sospetto sul vicino di banco, e la paura del contagio da Coronavirus.
I banchi monoposto, i doppi turni, ed il contingentamento delle classi non saranno sufficienti a dare sicurezza. Ogni ragazzino febbricitante verrà sottoposto a: isolamento in un camera apposita dell’Istituto, visita medica e, forse, tampone rinofaringeo. Poi si dovranno attendere 24-48 ore, o più, per la risposta. Nel frattempo tutti staranno all’erta e disposti all’autoisolamento fiduciario.
Se verrà accertato più di un caso , l’Istituto potrà essere chiuso in quarantena.

Ogni ragazzo sospetto indurrà la caccia a tutti i “contatti” dei 14 giorni precedenti. Per il tracciamento dovranno essere eseguiti dai 100 ai 150 tamponi (prof. Andrea Crisanti). In alternativa il Governo sta valutando lo screening di tutti gli allievi dell’Istituto con i tamponi per “test rapidi”. Nel caso un  ragazzo positivo venisse isolato, lo sarà anche la famiglia.
A queste condizioni è evidente quanta ragione abbia avuto Mario Draghi quando ha dichiarato, in un consesso economico: «E’ necessario eseguire i test di massa per rilanciare l’Economia». Ne beneficerebbe anche la Scuola.

E’ auspicabile che i buoni Politici sollecitino lo sviluppo dello screening con tampone e rimuovano gli oscuri ostacoli per cui oggi è ancora difficile ottenere l’esame.
A conclusione si deve convenire che il “ritardo” di Carbonia Iglesias nella attivazione del suo processatore di RNA virale, è il massimo avversario a cui si trova di fronte il nostro territorio.
Si concorda con Carlo Bonomi, presidente di Confindustria: «…questo ritardo è incomprensibile…».

Mario Marroccu

 

Presso lo stabilimento di Portoscuso della Portovesme s.r.l., questa mattina sono stati consegnati dispositivi protettivi Covid-19 alle scuole del territorio del Sulcis e di San Gavino Monreale. L’intervento completa un programma stilato all’inizio della fase emergenziale per la diffusione del Covid-19, reso possibile dai contributi volontari dei dipendenti e dalle risorse stanziate dalla società.

Di seguito un breve riepilogo del lavoro svolto:
La società Portovesme s.r.l., agli inizi del lockdown, ha deciso di avviare un’attività di sostegno per il territorio focalizzata sulla fornitura di presidi e beni che potessero aiutare la popolazione ad affrontare tutti i disagi derivanti dall’emergenza in corso ed in generale dalla convivenza con la minaccia del virus. Nel complesso saranno investiti circa 275.000 €.
A tal fine, è partita una raccolta fondi tra tutte i lavoratori dipendenti, promossa in accordo cn la RSU di fabbrica, che ha portato a reperire € 19.000 circa ai quali si è aggiunta l’offerta societaria, che ha integrato con un importo di tre volte superiore per un totale di € 80.000 circa.
La prima campagna di aiuti si è focalizzata su tutte le strutture sanitarie del territorio (Sulcis) e del comune di San Gavino Monreale (dove insiste il nostro stabilimento di Raffinazione Termica piombo e produzione preziosi). Così è stata attivata un fornitura di beni che ha coinvolto gli ospedali di Carbonia, Iglesias e San Gavino Monreale.
Ai 3 presidi ospedalieri sono state donate 2.000 maschere protettive, 150 occhiali protettivi, 150 visiere di protezione, 200 sovracamici, 30 termoscanner, 3 monitor multiparametrici, 30 saturimetri, 3 macchine dell’ozono, 5.000 sovrascarpe, 1.000 litri di gel sanificante.
Sempre nella prima campagna, sono stati coinvolti anche gli enti di volontariato impegnati in attività di primo intervento e 118 ed anche le RSA degli stessi territori, esattamente 34 associazioni e 12 case di cura. L’offerta ha comportato la distribuzione di 4.500 maschere protettive, 80 occhiali protettivi, 80 visiere protettive, 325 sovracamici, 65 tute Tivek, 17 termoscanner, 5 monitor multiparametrici, 12 saturimetri, 4 sfigmanometri, 750 paia di guanti, 410 lt. di gel disinfettante, 27 macchine dell’ozono, 3.700 sovrascarpe ed anche sterilizzatori, flussimetri, pulsossimetri, collari cervicali, defibrillatori, glucometri, ghiaccio istantaneo, radiografi, bombole ossigeno, tablets, lavatrici, armadietti spogliatoio, gel disinfettante, candeggina.
La seconda campagna di aiuti ha visto il sostegno delle Caritas del territorio. In questo modo, con l’impegno di ulteriori 40.000 € circa, sono stati consegnati 2.150 pacchi alimentari alle sedi Caritas di Iglesias, Carbonia e Ales (San Gavino).
La terza campagna, anch’essa chiusa nella prima parte, è stata indirizzata ad un bando Glencore rivolto a tutte le associazioni no profit e alle scuole, per ulteriori finanziamenti.
In questo bando sono stati accolti i progetti di 16 soggetti tra le associazioni e 16 istituti scolastici.
Ai primi, con un ulteriore impegno di € 20.000 sono stati devoluti 225 litri di gel disinfettante, 19 termoscanner, 5 macchine per l’ozono, sanificazioni di locali e automezzi ed anche lavatrici, visiere, occhiali, maschere e sterilizzatrici.
Alle scuole, e la consegna avverrà il 16 settembre, alle 10.30, sono stati consegnati su loro richiesta nella partecipazione al bando, 1.000 pezzi tra mascherine, visiere ed occhiali protettivi, 10 potenziatori di segnale wi-fi, 40 espansioni ram, 14 termoscanner, 268 notebooks, 21 distributori di gel disinfettante, gel disinfettante, cartellonistica informativa, con un impegno, solo per le scuole, di circa 135.000 €.
Con riferimento a quest’ultima campagna ed alla manifestazione odierna, hanno partecipato i dirigenti in rappresentanza dei seguenti istituti scolastici:

  1. Istituto Beccaria – Carbonia;
  2. IIS Asproni – Fermi – Iglesias;
  3. IC V Angius – Portoscuso;
  4. Liceo Scientifico Emilio Lussu – Sant’Antioco;
  5. Istituto Comprensivo Nivola – Iglesias;
  6. IC Statale Eleonora d’Arborea – San Gavino Monreale;
  7. IC Deledda Pascoli – Carbonia;
  8. ITCG G.M. Angioy – Carbonia;
  9. IC Satta – Carbonia;
  10. IPIA G. Ferraris – Iglesias;
  11. IPIA Emanuela Loi – Carbonia
  12. IC Don Milani – Carbonia;
  13. IIS Gramsci – Amaldi – Carbonia;
  14. IC P. Allori – Iglesias;
  15. IC Narcao;
  16. IS Giorgio Asproni – Iglesias. Erano presenti anche l’amministratore straordinario ed il vice commissario della provincia del Sud Sardegna.

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«Ogni atto del presidente della Regione finalizzato a contrastare la diffusione del virus nel corso di questa emergenza sanitaria in Sardegna è stato adottato nell’esclusivo intento di garantire la piena tutela della salute pubblica, dei sardi e dei turisti. Nei mesi precedenti abbiamo lottato per affermare, nel rispetto della legalità e della legittimità, il diritto a salvaguardare la nostra Isola, preservando il risultato raggiunto di azzeramento della circolazione virale, ma il Governo ha opposto alle nostre legittime richieste ostacoli e dinieghi ingiustificati. Abbiamo sempre rivendicato la nostra autonomia, proponendo però, in ossequio al principio di leale collaborazione, modelli di controllo da estendere all’intero territorio nazionale, nell’alveo delle migliori pratiche internazionali, da attuare in piena coerenza con le disposizioni di legge e le norme costituzionali.»

Lo afferma il presidente della Regione, Christian Solinas, in merito alla notizia dell’impugnazione da parte del Governo dell’ordinanza della Regione Sardegna, in vigore da ieri, che prevede test per i passeggeri in entrata nell’Isola.

«La scelta del ricorso conferma un atteggiamento arrogante e propagandistico che mira a soverchiare l’autonomia speciale e contrastare sul piano ideologico e non sostanziale l’azione di governo di una Regione evidentemente non allineata, posto che misure decisamente più discriminatorie nei confronti dei sardi sono state adottate da Lazio, Campania e Puglia senza che il Governo dicesse niente o facesse ricorso. Difenderemo in tutte le sedi le nostre ragioni, perché dinanzi al tribunale della nostra coscienza non si possa dire d’aver lasciato nulla d’intentato per contenere la nuova diffusione del virus e tutelare la salute del Popolo Sardo. Altri, è evidente, dovranno certamente assumersi tutte le responsabilità del caso», conclude il presidente della Regione.

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Nell’ultima settimana non sono stati registrati nuovi casi di positività nel comune di Iglesias. Lo ha comunicato l’ATS Sardegna, nell’ambito delle attività di monitoraggio, prevenzione e contenimento dei casi di infezione Covid-19, per quanto riguarda il Comune di Iglesias, ATS Sardegna comunica che nel corso dell’ultima settimana non sono stati registrati nuovi casi di positività.
Attualmente il numero di pazienti risultati positivi agli esami diagnostici è fermo a 7, con 22 persone poste in quarantena. La scorsa settimana, le persone in quarantena erano 44, con un decremento dei casi in osservazione pari al 50%.
«Sono dati incoraggiantispiega il sindaco Mauro Usaiche testimoniano come sia di fondamentale importanza proseguire sulla strada della vigilanza attiva e della sinergia tra l’ATS e l’Amministrazione comunale. In questo modo sono stati individuati prontamente i casi di positività al Covid-19 e sono stati messi in atto in maniera adeguata i protocolli di prevenzione e di contenimento.»
«Voglio rivolgere ancora una volta l’invito ad utilizzare in maniera responsabile i dispositivi di protezione individuale e rispettare le prescrizioni ed il distanziamento interpersonaleconclude Mauro Usai -, al fine di salvaguardare la propria salute e quella delle altre persone.»

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Marco Satta (Osella FA30 Zytek), Mario Murgia (Mitsubishi Lancer Evo X) e Igor Nonnis (Honda Civic) hanno portato in alto i colori della Scuderia smeraldina alla “59ª Cronoscalata Alghero-Scala Piccada”.

E’ stato un weekend ricco di soddisfazioni per la Porto Cervo Racing in occasione della “59ª Cronoscalata Alghero-Scala Piccada” valida come quarto round del Campionato Italiano Velocità Montagna e come prova del Trofeo Italiano Velocità Montagna Nord e Sud.

Marco Satta su Osella FA30 Zytek ha chiuso al nono posto assoluto, e subito sotto il podio di gruppo E2SS e di classe E2SS3000. «Sono contentoha detto Marco Sattaperché sono riuscito ad effettuare sia le prove che la gara. Nonostante un problema verificatosi nei giorni scorsi, siamo riusciti a sistemare la macchina giovedì a mezzanotte. L’Osella FA30 va guidata e, per questo, il prossimo anno spero di correre qualche gara in più per prendere più confidenza con la macchina.»

Ha affrontato con determinazione i 5.100 metri del tracciato realizzato sulla SS292, sui selettivi tornanti tra Alghero e Villanova Monteleone, anche Mario Murgia. Il pilota gallurese, al volante della sua Mitsubishi Lancer Evo X, ha vinto il gruppo N e la classe N oltre 3000 (25° assoluto) e si è detto soddisfatto del risultato.

Entusiasta anche Igor Nonnis che, al volante della sua Honda Civic, ha conquistato la vittoria di gruppo ProdS e di classe ProdS2000 (29° assoluto). «L’ultima volta che ho corso la Scala Piccada è stato circa dieci anni fa con una Peugeot 106ha dichiarato Igor Nonnisrispetto alle prove del sabato ho progredito un po’, mi sono divertito e posso ritenermi soddisfatto del risultato».

Alla cronoscalata algherese la Porto Cervo Racing era presente in doppia veste, infatti, oltre ai tre portacolori impegnati nella gara, erano presenti anche gli ufficiali di gara della Scuderia smeraldina.

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Sono 36 i nuovi casi di positività al Covid-19 accertati in Sardegna, nelle ultime 24 ore. Salgono a 2.964 i casi di positività dall’inizio dell’emergenza. Dei 36 nuovi casi, 33 sono stati rilevati attraverso attività di screening e 3 da sospetto diagnostico. Resta invariato il numero delle vittime, 140.
In totale sono stati eseguiti 161.018 tamponi, con un incremento di 1.616 test rispetto all’ultimo aggiornamento. Sono invece 86 i pazienti attualmente ricoverati in ospedale in reparti non intensivi (+1 rispetto al dato di ieri), mentre sono 18 (+2) i pazienti in terapia intensiva. Le persone in isolamento domiciliare sono 1.353. Il dato progressivo dei casi positivi comprende 1.360 (+19) pazienti guariti, più altri 7 guariti clinicamente.
Sul territorio, dei 2.964 casi positivi complessivamente accertati, 488 (+5) sono stati rilevati nella Città Metropolitana di Cagliari, 295 nel Sud Sardegna, 171 (+1) a Oristano, 262 (+8) a Nuoro, 1.748 (+22) a Sassari.

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Oggi il ministero dello Sviluppo economico ha emesso un francobollo ordinario appartenente alla serie tematica “le Eccellenze del sistema produttivo ed economico” dedicato alla Associazione Italiana Lattiero Casearia – Assolatte, nel 75° anniversario della fondazione, relativo al valore della tariffa B pari a 1,10€.
Tiratura: trecentomila esemplari.
Foglio da quarantacinque esemplari
Il francobollo è stampato dall’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato S.p.A., in rotocalcografia, su carta bianca, patinata neutra, autoadesiva, non fluorescente.
Bozzettista: Silvia Isola.
Vignetta: sullo sfondo di un prato, il latte versato da una bottiglia si trasforma idealmente in formaggi freschi italiani a pasta filata; in alto a sinistra, è riprodotto il logo dell’Assolatte.
Completano il francobollo la leggenda “75 ANNIVERSARIO” la scritta “ITALIA” e l’indicazione tariffaria “B”.
L’annullo primo giorno di emissione sarà disponibile presso lo Spazio Filatelia Roma – Piazza San Silvestro 20.
Il francobollo e i prodotti filatelici correlati, cartoline, tessere e bollettini illustrativi saranno disponibili presso gli Uffici Postali con sportello filatelico, gli “Spazio Filatelia” di Firenze, Genova, Milano, Napoli, Roma, Roma 1, Torino, Trieste, Venezia, Verona e sul sito poste.it .
Per l’occasione è stata realizzata anche una cartella filatelica in formato A4 a tre ante, contenente una quartina di francobolli, un francobollo singolo, una cartolina annullata ed affrancata e una busta primo giorno di emissione, al prezzo di 15 €.

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Il GAL Sulcis Iglesiente Capoterra e Campidano di Cagliari ha pubblicato gli esiti del bando Agrisociale che mira a sostenere lo sviluppo di progetti di agricoltura sociale nel territorio. I fondi sono stati stanziati per promuovere la diversificazione delle aziende agricole integrando le attività classiche con altre indirizzate all’inclusione sociale. Ammontano a 300.000 euro e rientrano tra i fondi europei del Programma di sviluppo rurale 2014-2020 della Regione Sardegna. Le risorse a disposizione permetteranno di finanziare interamente due progetti dei tre che sono stati presentati da altrettanti raggruppamenti e si spera di avere a disposizione presto le risorse per finanziare anche il terzo. A guidare le due reti che hanno ricevuto il finanziamento sono il Comune di Giba e la società Impresa Verde. La terza rete è guidata dalla cooperativa sociale Adest. I tre progetti presentati coinvolgono 9 comuni del territorio (Giba, Masainas, Teulada, Sant’Anna Arresi, San Giovanni Suergiu, Sant’Antioco, Santadi, Villaperuccio e Nuxis) e ben 23 altri soggetti tra aziende agricole, cooperative sociali di tipo A e B, aziende del terzo settore e università.
Numerose le attività previste nei prossimi due anni sia nelle aziende agricole sia negli orti sociali: spazieranno – per fare qualche esempio – dalla pet therapy (la terapia che sfrutta i benefici dell’interazione tra uomo e animali) ai laboratori professionalizzanti di caseificazione, tosatura e tintura con lo zafferano, passando per un marchio etico dedicato ai prodotti locali, per l’educazione ambientale e per il turismo riabilitativo ed esperienziale. Con particolare attenzione all’inclusione
sociale e all’inserimento socio-lavorativo.
«Finanziare l’agricoltura socialedichiara Nicoletta Piras, direttrice del GALsignifica dare reale cittadinanza alle persone più deboli e svantaggiate e, partendo dal loro benessere, promuovere quello di un’intera comunità. Facendo lavorare insieme il settore privato e quello pubblico, il mondo della terra con quello dei servizi alla persona. Da anni stiamo lavorando perché le aziende agricole puntino sulla multifunzionalità e integrino il reddito della produzione agro-zootecnica con i contributi derivanti dalle attività connesse al mondo del sociale. Divenendo degli importanti nodi di una rete di welfare diffuso che dal basso contribuisca a erogare servizi indispensabili per lo sviluppo sociale, culturale ed economico delle aree rurali come il Sulcis Iglesiente».
Il GAL si occupa di agricoltura sociale da quasi 10 anni con un percorso che ha visto protagonisti enti locali, cooperative sociali e aziende agricole del territorio e con attività transnazionali che hanno coinvolto GAL sardi e finlandesi nella costituzione della Carta dei princìpi dell’agricoltura sociale. Fino ad arrivare al bando Agrisociale, nato come risposta alle richieste che il territorio ha manifestato nel corso del percorso partecipativo “Chi partecipa conta” promosso dal GAL per decidere con la collettività come utilizzare i fondi europei per lo sviluppo rurale del Sulcis Iglesiente.
«L’ottima risposta del territorio a questo bando, sia da parte di soggetti pubblici che privatispiega Cristoforo Luciano Piras, presidente del GALconferma che puntare sull’agricoltura sociale è stata una scelta coraggiosa e lungimirante. Così come lo è stata quella di coinvolgere la collettività nelle decisioni sul come utilizzare i fondi che abbiamo a disposizione. Perché – ancora più in contesti in cui la quotidianità è spesso purtroppo segnata da assistenzialismo e decisioni calate dall’alto – l’agricoltura sociale e la progettazione partecipata stanno dimostrando di essere delle pratiche virtuose di sviluppo locale sostenibile e inclusivo.»

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BNL, che dal 2006 fa parte di BNP Paribas, gruppo presente in più di 70 paesi con oltre 200.000 collaboratori, effettuerà nuove assunzioni per i 1.000 punti vendita presenti su tutto il territorio nazionale. La figura più richiesta è quella di Operatore del Credito, che dovrà offrire consulenza al cliente per servizi  finanziari, prestiti personali, mutui, carte di credito e cessione del quinto, supportare i clienti in difficoltà e i partner commerciali e valutare le pratiche di finanziamento. Gli altri profili ricercati riguardano Consulenti Personale, i quali dovranno curare la gestione, l’assistenza e l’accoglienza della clientela, gestendo direttamente il contatto oppure indirizzando la clientela verso i modelli di servizio digitali e le figure professionali competenti a soddisfare le esigenze espresse, assicurare il costante sviluppo di nuova clientela anche tramite la ricerca di sinergie con le società del gruppo; Specialisti Fiscali, che dovranno svolgere attività di supervisione e coordinamento in merito alle tematiche fiscali, fornire assistenza e consulenza tecnica, assicurare la corretta gestione del rischio fiscale; Analisti Dati, che dovranno curare l’attività di analisi e monitoraggio del portafoglio e delle performance oltre che dell’evoluzione delle varie iniziative progettuali intraprese, curare la redazione di reportistica e supportare i responsabili dei files per l’ottimizzazione della gestione delle posizioni in portafoglio. I requisiti richiesti ai candidati sono: flessibilità, dinamicità, adattabilità, creatività, innovazione, buone attitudini commerciali, capacità di analisi, capacità comunicative, orientamento al cliente, ottima efficienza organizzativa, capacità di collaborare e di lavorare in squadra, etc.

Per verificare tutte le posizioni aperte e inviare la candidatura…

L’articolo completo è consultabile nel sito: http://suntini.it/diariolavoro_bnl_9_20.html .

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E’ stato rinviato a giovedì 17 settembre, l’incontro dell’assessore regionale della Difesa dell’Ambiente, Gianni Lampis, a Villamassargia: alle 9.30, al Municipio, incontrerà il sindaco, Debora Porrà. Dopo effettuerà un sopralluogo nelle aree interessate dal maltempo dei giorni scorsi.