Sant’Antioco: i carabinieri hanno denunciato una donna che usava l’energia elettrica gratis facendola pagare ad una vittima inconsapevole
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I carabinieri della stazione di Sant’Antioco hanno denunciato una donna che usava l’energia elettrica gratis facendola pagare ad una vittima inconsapevole. La donna, 40 anni, di Carbonia, da tempo residente a Sant’Antioco, deve rispondere di truffa e falsità in scrittura privata. I militari si sono messi sulle sue tracce all’inizio del mese di ottobre, quando un 38enne di sant’Antioco, si è visto recapitare a casa delle cartelle esattoriali per pagamenti insoluti, per un ammontare complessivo di circa 1.800 euro. La vittima, già sofferente di alcune patologie per le quali è seguito da un amministratore di sostegno, si è rivolto al suo tutore. Così, quando l’amministratore di sostegno si è recato all’Agenzia di recupero crediti per avere chiarimenti rispetto ai pagamenti richiesti, gli hanno mostrato bollette insolute per la fornitura di energia elettrica intestata ad un’utenza sconosciuta. Insospettito, ha chiesto di visionare il presunto contratto che giustificava l’emissione delle bollette. Quando gli è stato mostrato il documento, il professionista si è accorto immediatamente che era stato stipulato da una ignota malfattrice che, spacciandosi per moglie del suo assistito, aveva sottoscritto il falso contratto di fornitura.
Con il contratto fasullo in mano, si è rivolto ai carabinieri della stazione di Sant’Antioco, temendo che si trattasse di una truffa. Sono partite così da una querela, le indagini dell’Arma. Le prime indagini hanno permesso di scoprire il raggiro: la donna aveva falsamente attestato di essere coniugata con l’ignara vittima ed aveva redatto di suo pugno il contratto, nel quale chiedeva l’erogazione di energia per l’appartamento dove realmente viveva, apponendovi in calce la sua firma. I carabinieri hanno immediatamente acquisito tutta la documentazione relativa ai contratti stipulati ed analizzato le vicende anagrafiche della vittima e della donna, dalle quali hanno riscontrato che il 38enne risultava effettivamente celibe e residente in un luogo diverso da quello indicato nei contratti di fornitura di elettricità, che, al contrario, portavano proprio al domicilio dell’impostore. Gli investigatori hanno capito che quella era la pista giusta da seguire e sono andati a casa della donna, una 40enne disoccupata, beneficiaria di reddito di cittadinanza, già nota ai militari per vivere di espedienti. Nel corso delle investigazioni, i carabinieri hanno poi scoperto un anello fondamentale nell’azione truffaldina: diversi mesi prima, la donna si era avvicinata alla sua vittima ed era riuscita con un tranello a carpire i suoi dati personali, quelli necessari per compilare il contratto. Invece di allacciarsi abusivamente al contatore di energia si è finta moglie.
A tal proposito, i carabinieri sensibilizzano tutti, in particolare le fasce deboli della popolazione, alla massima prudenza per non incappare in simili raggiri. In genere, il malintenzionato preferisce quali vittime anziani e soggetti deboli dei quali, con maggiore facilità, riesce a carpirne la fiducia, spesso facendo leva su emozioni e sentimenti. Si fingono tecnici del gas, finti addetti di enti o operatori di servizi pubblici, finti appartenenti alle forze dell’ordine. Prima di aprire la porta ad uno sconosciuto, anche se veste l’uniforme o dichiara di essere un dipendente di azienda, è importantissimo accertare l’identità, richiedendo un tesserino o un documento. Diffidare poi dagli acquisti convenienti e non fornire i dati personali propri o dei propri familiari, avendo sempre presente che, ogni volta che si ha un dubbio o un sospetto, basta comporre il numero di emergenza 112, a qualsiasi ora del giorno o della notte.