Lettera aperta di Ivan Scarpa, coorganizzatore e responsabile comunicazione di eventi, al presidente della Regione Christian Solinas
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Ivan Scarpa, coorganizzatore e responsabile comunicazione di eventi, ha inviato una lettera aperta al presidente della Regione Christian Solinas.
«Ill.mo Presidente Solinas, sarebbe davvero molto importante se Lei potesse dedicare qualche minuto del suo tempo alla lettura della presente, magari darci una speranza e un suo punto di vista. Noi già ci conosciamo, una volta mi ha dato il piacere di scambiare due chiacchiere con me nel mio ufficio. Sono Ivan Scarpa, coorganizzatore e responsabile comunicazione di eventi, quali Invitas, Villaggio e Parata di Babbo Natale, Primavera Sulcitana o Festa del Gusto internazionale. Attualmente ricopro anche l’incarico di presidente regionale Sardegna Afi (Associazione fieristi italiani) di cui sono anche consigliere nazionale. I nostri eventi, Lei li conosce, vengono fatti all’aria aperta, sono eventi di natura fieristica dove piccoli produttori, piccoli Street fooders hanno possibilità di incontro e vendita dei loro prodotti. Per me e per tanti, questo è l’unico lavoro. Lei è stato tra i più sensibili al nostro lavoro, ci ha dato possibilità di operare appena ha potuto esprimere il suo parere, noi abbiamo adottato tutte le più severe misure per garantire il massimo per ripartire e in sicurezza. Abbiamo lavorato da luglio fino al 18 ottobre, quando il Governo ci ha spazzato via definendoci non essenziali, ma come può essere non essenziale ciò che per tanti è unica fonte di lavoro? In tutti i Comuni in cui abbiamo operato, tutte le Amministrazioni, gli organi di controllo, forze dell’ordine, possono spendere una positiva referenza sulle misure di sicurezza adottate, in tutte quelle date tante partita Iva, che forse hanno il solo difetto di lavorare come itineranti hanno trovato soddisfazione. Adesso arriverà il Natale, che come può immaginare, rappresenta un momento fondamentale di lavoro, un pochino come per chi attende la 13ª che usa per limare qualche posizione, pagare qualche rata, avere un filo di ossigeno e “coprirsi” per i mesi freddi. Come dobbiamo oggi immaginare il nostro Natale? Possiamo immaginare insieme un ipotesi di lavoro, fatta in sicurezza, con severi accorgimenti, all’aria aperta e in spazi ampi (il clima sardo ce lo concede) secondo orari, contingentamento, prevenzione e tutto quello che è necessario per garantire massimi standard di sicurezza con operatività per gli operatori, o sarà un Natale in cui sotto l’albero non ci sarà niente per i nostri figli perché non è essenziale? La ringrazio per la Sua attenzione.»
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