2 August, 2024
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Il sindaco di Iglesias, Mauro Usai, dopo il nuovo caso di positività al Coronavirus accertato ieri in città, il terzo dall’inizio dell’emergenza e, soprattutto, dopo le voci che si sono rincorse sui social circa nuovi contagi, stamane ha pubblicato un post di precisazione sulla situazione in atto, nel suo profilo Facebook, che riportiamo integralmente.
«Buongiorno a tutti.
Una piccola precisazione.
Quando si dice che il positivo accertato (e meno male che ha chiesto di fare il tampone non appena ha avvertito i sintomi), non ha lasciato il nostro territorio nell’ultimo periodo, significa, molto semplicemente, che presumibilmente è stato contagiato qui ad Iglesias.
Potrebbe essere attraverso un contatto di un turista in un bar, o di qualcuno che è tornato dalle vacanze.
Non è importante.
Ciò che importa è sapere è che il Covid ha circolato ad Iglesias.
Dunque, l’invito alla popolazione ad utilizzare mascherine e a rispettare il distanziamento, si rende ancora più necessario ed è per questo che abbiamo ribadito che il positivo non ha lasciato il nostro territorio (le 18 persone in quarantena sono tutte di Iglesias).
È più chiaro così?
L’Ats questa mattina ha iniziato i tamponi a tutte le persone che in questa ultima settimana hanno avuto contatti diretti con il positivo.
(Se qualcuno se lo stesse chiedendo, non sono tra questi contatti)
Se uno di questi contatti si rivelerà positivo, dovrà fornire l’elenco dei suoi contatti diretti e così via (se non siete stati chiamati dall’Ats significa che non correte nessun pericolo, palestre e bar compresi)
Nel frattempo vi chiedo di non seguire le voci di corridoio ma di informarvi esclusivamente presso i canali istituzionali (ricordo che chi diffonde notizie false è passibile di denuncia per procurato allarme art. 658 del codice penale)
Per tutto il resto, cattiverie e dicerie, le lasciamo volentieri alle miserie di chi le crea (sempre gli stessi per fortuna).
Mi limito solo ad osservare che godere del male altrui è inumano e sintomatico, questo si, di un grande disagio personale che nessun vaccino potrà mai curare.
Ora pensiamo a governare questo processo insieme all’Ats e ad attivare le procedure opportune.
Domani, una volta processati tutti i tamponi di questa mattina, informeremo tutti i nostri concittadini.»

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Da mesi piovono critiche pesantissime sulla gestione del Parco Geominerario Storico Ambientale della Sardegna. L’ultimo, in ordine di tempo, è arrivato addosso al presidente Tarcisio Agus da parte di Daniele Reginali, presidente del Consiglio comunale di Iglesias, che nella veste segretario provinciale del Partito democratico qualche giorno fa , ha bocciato senza appello la gestione attuale del Parco Geominerario. Oggi, puntuale, è arrivata la replica, tanto dura quanto amara, da parte del presidente del Parco Geominerario, Tarcisio Agus.

Di seguito, il testo integrale della replica.

Gent.mo Segretario Reginali, ho appreso dalla stampa del suo comunicato e sono sorpreso dal fatto che un Segretario Provinciale non abbia avvertito il minimo bisogno di sentire la controparte, ma attenersi solamente a ciò che il Sindaco di Iglesias le ha riferito e in parte dagli articoli di stampa. Molti – ultimamente – e strumentalmente agiscono come lei, senza approfondimenti, per cui sento il bisogno di risponderle e così informare anche l’opinione pubblica sulle attività del Parco. Premetto che le difficoltà del Parco sono innumerevoli, ma di questo non se ne cura nessuno, non mi lamento e tanto meno il Consiglio Direttivo, chiamato a dare al Parco quell’assetto istituzionale che merita nel panorama Nazionale dei Parchi, dopo quindici anni di commissariamenti. Nel merito alla sua nota, credo che anche lei come tanti non conosca a fondo il Parco e i suoi limiti, al di là di chi lo governa. Si evince anche dal secondo capoverso dove “denunzia la mancanza di collaborazione che ha rappresentato uno dei principali fallimenti dell’attuale management”. A quale collaborazione si riferisce? Ai Comuni? che non dispongono, come il Parco, di alcuna proprietà per poter pensare assieme «di dare attuazione ad un processo che avrebbe garantito un futuro delle aree minerarie, nell’ottica di una loro riconversione culturale e turistica»? O alla Regione Sardegna? Che solo ora, con quest’Amministrazione, si è potuto avviare un possibile dialogo. Alla ripresa delle attività post Covid-19, ci stiamo concentrando sull’accessibilità all’utilizzo dei fondi europei, sino ad ora, in vent’anni di esistenza del Parco, non si è mai pensato di utilizzarli. Con il coinvolgimento dei Comuni e Regione, il giorno 3 settembre prossimo è previsto l’incontro con i Comuni per predisporre e sottoscrivere i percorsi di sviluppo possibile. Così com’è successo per i fondi di Sviluppo per il Sud, dove il Parco – riunendo i Comuni per la raccolta di proposte – ha presentato con una loro decina, (Iglesias ha preferito operare in solitudine) il progetto TourRemine, un progetto pilota in collaborazione con l’Università di Cagliari per il recupero, la bonifica e l’infrastrutturazione sostenibile delle Aree del Parco per un nuovo sviluppo socio economico. L’investimento previsto è oltre 67 milioni di euro. Siamo in attesa, speriamo, di una positiva risposta. Ancora, i «Comuni sono riusciti a garantire l’apertura dei siti come Porto Flavia a Iglesias e galleria Henry a Buggerru». Forse non sa che i due siti, oltre a villa Marina e Grotta Santa Barbara, erano gestiti dal Parco sulla base della Delibera Regionale n. 34/10 del 209/2014 e dall’accordo quadro approvato con la Delibera n.23 del 28.04.2015, fra il Parco Geominerario, il Comune di Iglesias, Regione Sardegna e Igea S.p.a., per i siti nel comune di Iglesias. Altrettanta convenzione con il comune di Buggerru e ratificate ultimamente dal Parco, con la Delibera n. 14 del 27 marzo 2017. Le convenzioni e la gestione da parte del Parco, che non comportavano oneri per i comuni se non quelli della pulizia dei siti, erano quindi in atto sino all’avvento dell’amministrazione Usai, che ha ritenuto non mantenerle, convincendo anche Buggerru, per una gestione in proprio, con la pretesa poi che il Parco pagasse le guide da lui assunte o contribuisse alle spese per la gestione di un sito non più nella disponibilità del Parco. Ben sapendo che un Ente Pubblico, non può trasferire proprie risorse per sostenere servizi di un altro Ente o nell’ipotesi peggiore pagare disavanzi di servizi che necessariamente devono essere chiusi, minimo, in pareggio.

Nel merito della pesantissima esclusione dall’Unesco, anche lei ha scritto senza conoscere o volendo disconoscere le risposte date a suo tempo dal Parco nel merito. Per meglio comprendere cerco di riassumere, purtroppo in sintesi, perché il tema è complesso e non semplicistico, come lo si vuol far apparire. Il Parco nel settembre 2013 ottiene, dopo un precedente cartellino giallo, la riammissione nella rete mondiale dei Geoparchi con l’impegno del superamento delle otto aree. Per questo l’allora Commissario Pillola stilò con il Direttore Dott. Usalla, un progetto che avrebbe interessato l’intera isola, nel superamento della suddivisione del Parco in otto aree non più in linea con il criterio della Rete che esige un’unica unità territoriale. L’elaborato puntualmente depositato all’Unesco nel febbraio 2014 riporta come titolo: Progetto sulle valenze Ambientali e Storico Culturali: Censimento, catalogazione, valorizzazione e fruizione. A supporto del progetto, nel 2016 la Regione Sardegna, nella revisione del Decreto Istitutivo assegna al Parco la valorizzazione degli oltre 440 geositi dell’isola. Nei quattro anni successivi dal 2013 al 2017, gli impegni assunti con l’Unesco dovevano esser attuati, basti andare a leggersi la lettera inviata al Parco in data 4 dicembre 2013 a firma dei coordinatori Prof. Niholas Zouros e Dr. Kristin Rangnes, che così esordiva: «Quindi accettabile per l’EGN CC, come requisiti possibili per la soluzione, è un nuovo accordo tra il Parco e l’Autorità Regionale della Sardegna che darà al Parco della Sardegna l’autorizzazione ad avere la supervisione dei siti del patrimonio geologico in tutta la Sardegna e la responsabilità per la protezione e promozione del patrimonio geologico». Purtroppo, il progetto che avrebbe dovuto garantire gli impegni assunti, con i 500 lavoratori ex Ati-Ifras, non fu mai approvato, pur a fronte dell’Accordo di programma quadro definitivo tra R.A.S., Parco Geominerario, Ati-Ifras S.p.a., con la deliberazione n.3 del 9.01.2014. Così un altro passaggio della lettera, sempre dei coordinatori Zouros e Kristin, che giustificava il rientro nella rete. Il Parco Geominerario della Sardegna è ben finanziato con un budget annuale di 1,5 milioni di euro e ci sarà una strategia di sviluppo di 112 milioni di euro per la Sardegna nei prossimi quattro anni. Alla visita ispettiva del 15-18 luglio 2017, di tutto l’impegno assunto non risultò nessuna traccia, tanto meno del progetto del Commissario Pillola, che ci permise il rientro in rete. La risposta alla visita ispettiva avvenuta a Luglio 2017, il sottoscritto era appena arrivato al Parco, pervenne nel febbraio 2018, con la suddetta motivazione: «Esiste ancora confusione tra le otto “aree principali”, nonostante sia stato sottoposto a un’estensione significativa quattro anni fa allo scopo di includere l’intera isola. Sono stati compiuti progressi insufficienti per includere l’intera area come UGGp (UNESCO Global Geoparc) con il limite aggiornato non visibile nemmeno su mappe e pubblicazioni». Quindi, nuovo cartellino giallo. Ci restava un anno di tempo per tentare, con le nostre sole forze, di fare ciò che in quattro anni non si riusciti a porre in atto. Per dimostrare che ci stavamo impegnando su tutta l’isola, proponemmo un percorso di visite che andava dalla Maddalena al Molentargius di Cagliari, ma la risposta delle rivalidatrici fu netta: «Data la situazione in cui sono stati compiuti progressi insufficienti sulle raccomandazioni dell’ultima valutazione e sul fatto che non esiste un territorio unificato con un’identità comune, nessun approccio strategico sull’unificazione o la creazione di un’identità comune e un’organizzazione assolutamente non adeguatamente equipaggiata per quanto riguarda le risorse umane, entrambi i rivalidatori non vedono alcuna possibilità di consigliare al Consiglio UGGp l’assegnazione di una carta verde». Così siamo usciti dalla rete dei Geoparchi Unesco. Nel merito della Laveria la Marmora, stiamo agendo in sinergia con la soprintendenza per stabilire le linee guida per il recupero di tutto il compendio e che interesserà anche la laveria Carroccio, prima laveria che ha dato origine alla La Marmora. Così come abbiamo deliberato per l’acquisto della collezione Manunta e siamo in attesa che il comune di Iglesias ci ponga a disposizione la seconda sala, presso l’Istituto Asproni, dotata dei sistemi di sicurezza approvati dal Ministero dei beni culturali, già finanziata dal Parco, per procedere all’acquisizione e alla realizzazione del museo mineralogico della Sardegna. Nel merito invece del disimpegno su Miniere Rosas – CICC di Carbonia e Ausi, il Parco non intende affatto disimpegnarsi, purtroppo le ragioni del Parco sono state strumentalizzate, ancora oggi vien difficile comprendere, come già accennato, che il Parco non può sostenere le associazioni se non nel rispetto del dettato MEF (Ministero di Economia e Finanza), che ci finanzia e ci richiama al rispetto della seguente disposizione: «La costituzione o il mantenimento di associazioni con gli stessi enti locali che sono parte del Consorzio del Parco deve essere motivata in maniera chiara e circostanziata. In assenza di una adeguata ed esplicita programmazione, l’attribuzione di vantaggi derivante da tali accordi integra un’elusione degli obblighi derivanti dall’art.12 della l. n. 241 del 1990». Semplicemente stiamo proponendo un approccio diverso, in linea con i dettami Mef, che renda il Parco più partecipe alle attività e considerare Miniere Rosas e tutti i siti più importanti oggi operativi, parte fondamentale della costituenda Rete del Parco. Così com’è già avvenuto, senza problemi, con il CICC di Carbonia. Mentre con l’Ausi, sulla base di rapporti chiari e trasparenti contribuiremo sulla base di progetti attinenti alla mission del Parco. La differenza con le precedenti erogazioni e che non si potranno più sostenere le Associazioni e forme di contribuzioni ai Comuni senza un programma chiaro e condiviso, così come non potranno più essere erogati contributi a fondo perduto, senza una puntuale rendicontazione. Infine sulla collegialità con i Comuni, credo di poter affermare che con molta fatica sta riprendendo il dialogo fra i Comuni del Parco. Questo perché – personalmente in questi due anni – il sottoscritto è andato a trovarli e, alla domanda: perché non partecipa alle riunioni delle comunità? La risposta era più o meno sempre la stessa: «Il mio comune non ha mai ricevuto un euro dal Parco perché tutto si ferma nell’area di Iglesias, perché dovremmo esserne parte?» Ci vuole un lavoro certosino e di recupero fiduciario, cosa che stiamo facendo anche con l’imminente coinvolgimento per riuscire ad attingere risorse con progetti europei. Comunque il Parco tiene in debito conto gli indirizzi della Comunità del Parco ed ha già avviato gli accordi con i comuni per la realizzazione della rete del Parco, di cui tanto si è parlato ma ancora nessuno l’ha realizzata. Le difficoltà non mancano perché non è facile convincere qualche sindaco sull’unitarietà del Parco, per esempio, che dovrà esporre obbligatoriamente l’effige del Parco e il personale usare una unica divisa in ogni sito fruibile. Così stiamo procedendo per l’utilizzo del così detto tesoretto di 12 milioni di euro, di cui oltre la metà è impegnato sul comune di Iglesias e il resto, sulla base delle domande pervenute dai Comuni verrà impegnato il più presto possibile. Con tale operazione si azzera l’avanzo di Amministrazione non certo prodotto dall’attuale management. Nella speranza di aver almeno chiarito alcuni punti anche a lei oscuri e con l’auspicio che voglia acquisire elementi utili e farsi un’idea, magari anche direttamente dall’Ente Parco, prima di qualunque dichiarazione.

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Da alcuni mesi a Carbonia abbiamo costituito il gruppo di lavoro “FrAzioni e Quartieri INSIEME per Carbonia” composto da cittadini provenienti da tutte le frazioni e da tutti i quartieri della Città, che attraverso l’attivismo civico, la discussione, il confronto, sta elaborando idee e proposte finalizzate al miglioramento delle politiche pubbliche cittadine e della qualità di vita della nostra comunità.
Nel nostro gruppo sono presenti cittadini comuni, alcuni rappresentanti di tutti gli attuali Comitati di quartiere ed un gruppo di giovani studenti e studentesse. Ci proponiamo come nuovo soggetto politico nell’area del Centro Sinistra.
Arricchiti dell’esperienza all’interno dei Comitati di quartiere che ci ha portato a toccare con mano ed approfondire le criticità di ogni singola zona della Città, abbiamo chiesto di partecipare ai futuri tavoli programmatici dei candidati alle elezioni comunali del 2021 per elaborare programmi condivisi che dovranno scaturire dal confronto diretto con i cittadini di tutti i quartieri e tutte le frazioni al fine di restituire loro il ruolo di attori che governano i processi e non quello di semplici spettatori che li subiscono.
La riduzione delle distanze tra cittadini e istituzioni e il coinvolgimento della base dovrà essere l’imperativo categorico e l’asse portante della prossima consiliatura, ad iniziare dalla imminente campagna elettorale che dovrà essere fondata sull’ascolto, supportata da tavoli di lavoro tematici, sull’elaborazione di proposte condivise con la cittadinanza, con una visione programmatica della città a lungo termine, che significa almeno decennale. A riprova della visione di lungo periodo, il nostro gruppo di lavoro è composto anche da diversi validi e motivati giovani, ragazzi e ragazze, che meritano di avere un peso maggiore nella vita pubblica, poiché rappresentano il futuro della città.
Esprimiamo la nostra disponibilità a sostenere una proposta politica che candidi al governo della città energie valide, competenti e rinnovate, a condizione che la scelta del candidato Sindaco sia il frutto di selezioni democratiche e che la costituzione della coalizione si basi su criteri meritocratici e affinità politica, non su meccanismi di cambi di casacca ad hoc o travestimenti civici per far digerire all’elettore di Centro Sinistra soggetti politici distanti altrimenti poco graditi.
In alcune riunioni ed incontri con i segretari regionali dei due principali partiti del centro sinistra della nostra Città, PD e Articolo Uno, il nostro gruppo ha formalizzato e consegnato una proposta articolata sulla necessità di maggiore decentramento amministrativo, di un ruolo più incisivo per i futuri Comitati di quartiere e della assoluta necessità di istituire un Assessorato al Decentramento, un tempo presente nelle giunte di Carbonia, con funzione di coordinamento delle attività proposte da frazioni e quartieri.
Tale Assessorato sarà l’anello di congiunzione tra l’Amministrazione comunale e tutta la cittadinanza.
A tal fine, riteniamo necessario prevedere in bilancio un congruo impegno di spesa per il decentramento: un “fondo quartieri” che liberi risorse da assegnare, secondo ragionevoli criteri demografici e/o di estensione geografica, in modo equo e costante nel tempo a tutte le frazioni e a tutti i quartieri cittadini, per evitare quelle situazioni di abbandono diffuse, soprattutto nelle aree più periferiche.
Le parole chiave della nostra azione politica sono: partecipazione, collaborazione e coinvolgimento attivo di tutti i cittadini.
I nostri principali obiettivi sono quelli di far includere nel programma della futura squadra di governo del Comune sia il decentramento amministrativo sia la risoluzione di alcune criticità di ogni singola zona della Città, nessuna esclusa, e di creare comunità più coese e partecipi alla vita politica e sociale in modo permanente e non un mero oggetto di attenzione e di ascolto solo durante le campagne elettorali.
FrAzioni e Quartieri INSIEME per Carbonia

Sembrano riprendere i difetti di comunicazione tra Sindaci sardi e Ats per quanto riguarda i casi di Coronavirus. Almeno questa è la denuncia di Anci Sardegna e del suo presidente, Emiliano Deiana.

«Spesso e volentieridenuncia Emiliano Deianale notizie delle positività non arrivano dall’Ats, ma dai soggetti positivi al Covid-19. Già nella “Fase 1” del Covid-19 Anci Sardegna fece notare a più riprese come fosse fondamentale conoscere “in diretta” le positività e i contatti sul territorio comunale.»

«Atsprosegue Emiliano Deiana deve comunicare immediatamente al sindaco le generalità dei positivi da Covid19, senza tergiversare, senza far trapelare notizie informali, ma seguendo la linea della coerenza di poteri e di responsabilità. Non è più tollerabile una sottovalutazione di questo aspetto centrale e determinante nel contenimento dei contagi.»

«È opportuno – conclude Emiliano Deianache l’Assessorato alla Sanità intervenga presso ATS per ripristinare il corretto funzionamento delle comunicazioni coi sindaci sardi. Mi giunge notizia che anche nella somministrazione dei tamponi, Ats, lavori in maniera difforme sul territorio regionale. In alcune parti – non dappertutto – del territorio regionale in particolare il tampone viene effettuato al soggetto sintomatico e non viene fatto, se non dopo 15 giorni, al convivente asintomatico.»

Antonio Caria

Nuovo caso di positività al Covid-19 a Iglesias, è il terzo dall’inizio dell’emergenza. Lo ha annunciato un post pubblicato nella pagina Facebook del Comune.

“Nella giornata di oggi, lunedì 31 agosto, è stata assunta al protocollo generale del comune di Iglesias la nota inviata da ATS Sardegna che comunica l’individuazione nel Comune di un nuovo caso di infezione Covid-19 – si legge nel post -. Contestualmente alle valutazioni cliniche ed al trattamento del paziente sono stati tracciati i suoi contatti diretti e sono state poste in isolamento 18 persone, che nelle prossime ore verranno sottoposte al tampone diagnostico.”

“Il Sindaco informa che, secondo quanto emerso dall’attività di monitoraggio e di profilassi, messa in campo dall’ATS, si tratta di un paziente che nell’ultimo mese non si è mai recato fuori da Iglesias, e per questo motivo occorre ribadire con decisione l’importanza fondamentale di osservare le prescrizioni sanitarie relative alla prevenzione, al distanziamento interpersonale e all’utilizzo dei dispositivi di protezione individuale – si legge ancora nel post -. Si invitano tutte le persone a prestare attenzione unicamente a quanto comunicato attraverso i canali istituzionali e riportato dagli organi di stampa, lasciando da parte le notizie incontrollate che spesso vengono rimbalzate sui social network, al fine di garantire una corretta informazione relativamente alle comunicazioni di pubblica utilità.
Il Comune ha attivato il servizio di vigilanza sanitaria e di assistenza, come contemplato dai protocolli di protezione civile già testati durante il lockdown.”

“Prudenza e calma, nessuna caccia alle streghe, ma solo la raccomandazione di attenersi rigorosamente alle regole – conclude il post -. La cittadinanza verrà informata sugli sviluppi della situazione.”

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Sono 79 i nuovi casi di positività al Coronavirus accertati nelle ultime 24 ore in Sardegna. Salgono a 2.193 i casi dall’inizio dell’emergenza. 68 dei 79 nuovi casi, sono stati rilevati da screening, 11 da sospetto diagnostico. Il dato è comprensivo di alcuni casi rilevati negli ultimi tre giorni e non ancora computati. Resta invariato il numero delle vittime, 134.
In totale sono stati eseguiti 135.617 tamponi, con un incremento di 1.083 test rispetto all’ultimo aggiornamento. Sono 28 i pazienti ricoverati in ospedale. Si registra 1 paziente in più in terapia intensiva, 4 attualmente nell’Isola. Le persone in isolamento domiciliare sono 757. Il dato progressivo dei casi positivi comprende 1.266 pazienti guariti (+2 rispetto al precedente bollettino), più altri 4 guariti clinicamente.
Sul territorio, dei 2.193 casi positivi complessivamente accertati, 401 (+18) sono stati rilevati nella Città Metropolitana di Cagliari, 228 (+11) nel Sud Sardegna, 66 (+1) a Oristano, 145 (+20) a Nuoro, 1.353 (+29) a Sassari.

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Il concerto “solo” del batterista americano Hamid Drake che inaugura oggi 31 agosto, alle 19.00, la 35esima edizione del festival internazionale “Ai Confini tra Sardegna e Jazz”, organizzato dall’associazione culturale Punta Giara, si svolgerà presso lo Spazio Anfiteatro Belvedere (zona via Aldo Moro – via Emilio Lussu) di Masainas e non più, come previsto inizialmente, sulla spiaggia di Is Solinas.

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«Per facilitare il proseguimento della stagione balneare e consentire l’accoglienza in sicurezza dei numerosi bagnanti che continueranno a frequentare quotidianamente le spiagge e il mare sardo, la Giunta regionale ha stanziato 351mila euro, che vanno a sommarsi al milione già assegnato a maggio.»

Lo ha detto l’assessore regionale della Difesa dell’Ambiente, Gianni Lampis, con delega alla Protezione civile, comunicando le ulteriori risorse da destinare alle amministrazioni dei comuni costieri per gli interventi di salvamento a mare.

«Quest’anno è stata una stagione balenare certamente diversa dal solito, sia nei modi che nell’organizzazione, e soprattutto più breve – ha aggiunto l’assessore Gianni Lampis -. Perciò, era necessario favorire il sostegno economico di questi presidi di sicurezza, che potranno garantire, anche nelle prossime settimane, l’accesso sicuro nelle spiagge, salvaguardando così l’indotto economico che riguarda i comuni nei litorali della Sardegna.»

Sono 36 i Comuni destinatari del finanziamento: Alghero (12.760 euro); Arborea (7.200); Arbus (32.849); Badesi (9.400); Barisardo (11.315); Bosa (7.220 euro); Buggerru (5.399); Cabras (12.993); Cagliari (7.260); Carloforte (5.463); Castiadas (4.455); Cuglieri (3.240); Domus de Maria (6.085); Dorgali (9.128); Gairo (3.500); Gonnesa (6.346): Lotzorai (4.000); Masainas (3.000); Muravera (8.000); Orosei (8.743); Porto Torres (4.672); Portoscuso (5.500); Pula (17.382); San Vero Milis (14.897); Santa Giusta (8.000); Sant’Anna Arresi (2.765); Sant’Antioco (7.800); Siniscola (9.000); Sorso (18.000); Tertenia (3.896); Teulada (15.000); Tortolì (5.000); Valledoria (3.050); Villanova Monteleone (2.434); Villaputzu (1.200); Villasimius (12.513).

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La decisione di trasferire provvisoriamente la sede del Parco Geominerario da Iglesias a Carbonia per, secondo quanto riportato dalla stampa, eseguire i lavori di sistemazione della sede, non va giù alla consigliera regionale del Movimento 5 Stelle, Carla Cuccu.

«Non vorrei che questo trasferimento “provvisorio” diventasse poi definitivodice Carla Cuccu -. Personalmente non riesco a capire la decisione dell’attuale dirigenza visto e considerato che, già da anni, esiste una delibera di Giunta del comune di Iglesias che mette a disposizione del Parco Villa Boldetti, Villa Monteverdi e Villa Bellavista. Si tratta di un fatto davvero inaccettabile e di una scelleratezza che bisogna impedireconclude Carla Cuccu -, visto le ripercussioni negative che questa decisione rischia di creare per l’intero territorio. Così come è assurdo che la città di Iglesias non sia stata in grado, in questi ultimi 20 anni, di fare del palazzo Bellavista la sede definitiva del Parco. Oltre al danno già creato dalla cacciata del sito dall’Unesco, rischia di aggiungersi la beffa.»

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Air Italy e la fabbrica Rwm di Domusnovas sono all’attenzione del Governo e dei ministeri competenti. Lo ha dichiarato il segretario regionale del Partito Democratico, sottolineando come due vertenze caratterizzano l’apertura del mese di settembre in Sardegna.
«È necessarioaggiunge Emanuele Cani rimarcare la necessità di trovare una soluzione a queste due vertenze che per due territori della Sardegna diventano importanti dal punto di vista economico e sociale. L’attenzione sullo stato delle vertenze aperte resta alta, per questo motivo sollecitiamo un forte impegno istituzionale per trovare soluzioni rapide ed efficaci.»
Antonio Caria