2 August, 2024
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E’ tempo di un primo bilancio della preparazione, per il Carbonia Calcio, al termine delle prime due settimane di allenamenti, iniziati lo scorso 7 agosto allo stadio Comunale “Carlo Zoboli”, sotto la guida del nuovo tecnico, Marco Mariotti. Stamane, abbiamo intervistato Marco Mariotti.

https://www.facebook.com/giampaolo.cirronis/videos/10223774247772094

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Da mercoledì 26 a sabato 29 agosto ritorna il festival Narcao Blues, sotto il titolo “Sardinia Plays The Blues”, progetto nato con il chiaro intento di trasformare una difficoltà in opportunità, nella seppur non semplice situazione creata dal Coronavirus, per meglio far conoscere agli amanti del genere di tutta Europa, lo straordinario talento dei bluesman sardi e, allo tempo stesso, le bellezze del Sud/Ovest dell’isola.
Si esibiranno nomi di spicco della scena blues nazionale ed una nutrita rappresentanza di quella locale: attesi sul palco di piazza Europa, nella consueta formula con due set per serata, la Treves Blues Band, la Gnola Blues Band, e i sardi Francesco PiuVittorio PitzalisIrene Loche, il duo Don Leone, i King Howl ed il Bad Blues Quartet.
«Le limitazioni derivanti dall’emergenza sanitaria non ci hanno permesso di costruire il nostro consueto programma in cui artisti internazionali si alternano a quelli nazionali e isolani – spiega il direttore artistico Gianni Melis -. Queste limitazioni, tuttavia, diventano un’occasione per ripensare il progetto, mettendolo al servizio dei bluesmen della nostra isola, dando loro visibilità.»
Sarà, dunque, una quattro giorni particolare, questa trentesima edizione di Narcao Blues, che l’associazione culturale Progetto Evoluzione, organizza con il contributo dell’assessorato della Pubblica Istruzione, Sport e Spettacolo e dell’assessorato del Turismo della Regione Autonoma della Sardegna, della Fondazione di Sardegna e con il patrocinio del comune di Narcao. Un’edizione particolare ma che saprà comunque regalare bella musica e tante emozioni al pubblico di Narcao Blues, con la fiducia «di poter tornare presto alla normalità», come si legge nel sito del festival, insieme all’invito alla prossima edizione del festival rivolto a «tutti coloro che non potranno esserci quest’anno». Nel rispetto delle misure precauzionali per contrastare e contenere il diffondersi del Covid-19, ogni serata non potrà, infatti, ospitare più di duecento spettatori. Per l’ingresso ai concerti non sono previsti biglietti ma un unico abbonamento (al costo di 20 euro), che si può acquistare solo presso la sede dell’associazione Progetto Evoluzione, a Narcao (in via Carbonia, 11) dalle 10.00 alle 13.00 dal lunedì al sabato.
 
Il compito di tenere a battesimo il trentesimo Narcao Blues, nella serata di mercoledì 26 agosto, spetta a due formazioni che salirono sul palco del festival proprio nella sua prima edizione. Apre, alle 21.30, la Gnola Blues Band capitanata da Maurizio Glielmo, artista dai lunghi e prestigiosi trascorsi nella scena del blues italiano. Per anni a fianco del grande Fabio Treves, il chitarrista e cantante lombardo ha calcato i palchi dei più importanti festival italiani e internazionali, dando così vita a questo progetto che nasce ufficialmente nel 1989 con l’obbiettivo iniziale di percorrere gli itinerari più classici del blues degli standard sino a fondere gli elementi della tradizione in interessanti composizioni originali. Ad affiancare Maurizio Glielmo sul palco di piazza Europa ci saranno Paolo Legramandi (basso e voce) e Cesarone Nolli (batteria e percussioni e voce).
 
Alle 23 un’altra vecchia conoscenza del festival ricamerà blues nella notte narcarese: in scena Fabio Treves, “il puma di Lambrate”, con la sua Treves Blues Band con la quale ha festeggiato nel 2014 i suoi prolifici quarant’anni di carriera (ricevendo l’Ambrogino d’oro, importante riconoscimento conferito dal Comune di Milano per i suoi meriti artistici), percorsi con coerenza e passione sulla lunga e tortuosa strada della “musica del diavolo”: un cammino cominciato nel 1974 quando l’allora ventiquattrenne armonicista lombardo fondò la formazione con l’intento di divulgare i valori del blues, le sue storie ed i suoi impareggiabili interpreti. Unico artista italiano ad aver condiviso il palcoscenico con Frank Zappa, Fabio Treves – che vanta anche collaborazioni con pilastri del genere come Sunnyland Slim, Johnny Shines, Homesick James, Billy Branch, Dave Kelly, Paul Jones – ha festeggiato lo scorso novembre le sue prime settanta primavere. A Narcao sarà accompagnato da Ale “Kid” Gariazzo (chitarre, mandolino, ukulele, lap steel, voce), Gabriele “Gab D” Dellepiane (basso) e Massimo Serra (batteria, percussioni). “Down The Line” è l’ultimo lavoro del gruppo, uscito nel 2015 sotto l’etichetta Appaloosa/IRD e prodotto da Cesare Nolli e Paolo Legramandi.
 
Un altro piacevole ritorno in apertura della serata di giovedì 27 agosto: alle 21.30 ,riabbraccerà virtualmente il pubblico di Narcao Blues il duo Don Leone, composto dai sulcitani Donato Cherchi (voce) e Matteo Leone (chitarra e batteria), un progetto nato dall’urgenza espressiva dei suoi musicisti dopo un’intensa attività su palcoscenici regionali e nazionali. Chitarra slide, battiti di mani, voci rauche e una vecchia valigia sulla quale tenere il tempo: è questa l’essenza di Don Leone, vincitore dell’edizione 2017 dell’Italian Blues Challenge che l’ha portato a competere nella finale dell’European Blues Challenge 2018 ad Hell in Norvegia e alle semifinali mondiali dell’International Blues Challenge a Memphis.
 
Chiusura della seconda serata con l’heavy blues dei cagliaritani King Howl, formazione attiva dal 2009 e composta da Diego Pani (voce ed armonica), Marco Antagonista (chitarra) e Alessandro Cau (basso) e Alessandro Sedda (batteria). I suoni della prima metà del Novecento, di grandi del blues come Son House, Howlin’ Wolf e Robert Johnson, vengono filtrati assumendo nuove forme, incorporando gli stili dello stoner rock, della psichedelia, in un crossover elaborato in maniera spontanea.
 
Il ruvido e graffiante Bad Blues Quartet approda sul palco di piazza Europa venerdì 28 agosto per presentare il suo secondo album, “Back On My Feet“, prodotto dall’etichetta Talk About Records (2019) e patrocinato dall’associazione Blues Made in Italy. Composta da Eleonora Usala (voce), Federico Valenti (chitarra), Frank Stara (batteria) e Gabriele Loddo (basso) la band isolana, attiva dal 2014, ritorna a Narcao con nuova energia e consapevolezza, traducendo in musica gli ultimi due intensi anni, ricchi di importanti esperienze in alcuni tra i palcoscenici più rappresentativi in Italia.
 
A farla da padrona nel secondo set (ore 23.00) sarà la regina del blues isolano, Irene Loche, sul palco con un progetto in cui sonorità folk e soul si incontrano, e dove accordature aperte e ritmi lontani diventano protagonisti. Dal 2015, la cantautrice e chitarrista oristanese è ufficialmente artista Magnatone USA, unica italiana nel panorama mondiale insieme a Jeff Beck, Billy Gibbons, Keith Richards, Jackson Browne, Neil Young, tra gli altri. Dal 2018 è diventata, inoltre, artista della Asher Guitars & Lap Steels, insieme ad artisti come nomi del calibro di Ben Harper, Jackson Browne, David Crosby, Marc Ford, Gregg Leisz, James Valentine, Zack Brown. Al fianco di Irene Loche, venerdì 28 a Narcao, ci saranno Andrea Sanna al Feder Rhodes e organo Hammond, Gian Luca Canu al basso e Alessandro Cau alla batteria.
 
Sipario sul trentesimo Narcao Blues sabato 29 agosto: l’ultima serata, solitamente occasione per salutare in bellezza ogni edizione del festival, quest’anno non potrà ospitare la consueta festa, ma offrirà al pubblico la musica di due punte di diamante del blues in Sardegna. L’apertura, alle 21.00, è affidata a Vittorio Pitzalis, che grandi consensi ha raccolto con la sua prima pubblicazione, il disco “Jimi James”, prodotto dall’etichetta MGJR Records nel 2017 (vincitore del premio Mario Cervo come migliore produzione discografica in Sardegna nel 2018). L’album, acclamato al Delta Blues di Rovigo nel giugno 2018, gli ha permesso di volare negli Stati Uniti, dove nel 2019 ha concorso alla trentacinquesima edizione dell’IBC International Blues Challenge. Nel corso della sua carriera, Vittorio Pitzalis si è esibito su alcuni tra i palcoscenici più importanti della scena nazionale. Nel 1994 ha guadagnato la prima posizione al concorso indetto dal Narcao Blues Festival e nel 1995 si è aggiudicato il primo gradino del podio nel contest organizzato dal festival “Ai Confini tra Sardegna e Jazz”.
 
Chiusura in bellezza, alle 23.00, con Francesco Piu, bluesman che può essere definito uno dei figli del festival di Narcao: l’artista sassarese presenterà il suo nuovo album, “Crossing” (Appaloosa, 2019), in cui porta idealmente Robert Johnson ed i suoi brani leggendari nel Mediterraneo, attraverso la sua voce e lo slide della sua chitarra elettrica, colorandoli con le percussioni africane e mediorientali, le corde arabe, greche, l’elettronica e i suoni ancestrali della Sardegna (launeddas e canto a tenore). Sul palco, insieme a Francesco Piu, ci saranno Francesco Ogana (bouzouki, oud, guitalele, chitarra elettrica), Gavino Riva (basso), DJ Cris (samples, scretches), Paolo Succu (batteria, darbuka, djembè) e Bruno Piccinnu (calebasse, djembè, bongos).
 
Grazie alla collaborazione con una squadra di professionisti audio/video, le sei formazioni sarde di scena al festival, tra le migliori espressioni del panorama blues isolano, si esibiranno e verranno videoregistrate nei giorni della manifestazione in altrettanti, suggestivi scenari per mostrare le unicità del territorio, spaziando dall’archeologia classica a quella industriale, dal mare alle zone interne, dall’enogastronomia agli usi e costumi tradizionali, esplorando e rivisitando le polverose strade del blues, declinate nelle ormai mitiche dodici battute. Un progetto che si muoverà dunque su un percorso musicale le cui coordinate si dirameranno da quello arcaico importato dall’Africa, a quello rurale nato nelle piantagioni di cotone, passando per quello acustico legato alla caduta dello schiavismo, fino a quello elettrico, definito Chicago Blues, senza trascurare quello delle contaminazioni presente oramai in tutti i generi musicali contemporanei.
 
Frutto concreto del progetto sarà la produzione di un DVD nel quale troveranno posto le sei formazioni isolane chiamate a esibirsi dal vivo nei luoghi del territorio sulcitano. Il prodotto finale permetterà il raggiungimento di un duplice obbiettivo: far conoscere a tutti i professionisti che si occupano di blues a livello internazionale le potenzialità musicali della nostra isola, e, allo stesso tempo, promuovere le bellezze naturalistiche del territorio.
 
Tutte le fasi legate alla realizzazione del DVD saranno a carico dell’associazione Progetto Evoluzione; una volta mixato e ottenuto il master, con la collaborazione dell’EBU (European Blues Union) e dell’IBU (Italian Blues Union), organizzazioni di cui Narcao Blues fa parte, il disco video digitale verrà stampato e consegnato a tutti gli iscritti delle due associazioni. Allegato al DVD un libretto cartaceo che conterrà la descrizione dei luoghi e le biografie delle band.

Fabio Treves

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Cinque consiglieri comunali di minoranza, Maurizio Soddu, Nino Spanu, Ugo Piano, Federico Fantinel e Carla Cannas, ed il rappresentante dell’associazione “Carbonia Avanti”, Marco Murru, hanno convocato una conferenza stampa per domani mattina, alle ore 10.30, di fronte allo Stadio Comunale Carlo Zoboli di Carbonia, su quella che definiscono «la paradossale situazione venutasi a creare in merito al futuro calcistico della società Carbonia Calcio, data l’inagibilità dello stadio per poter affrontare il campionato calcistico di serie D».

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Sono 23 i nuovi casi positivi al Covid-19 accertati nelle ultime 24 ore in Sardegna: 10 nel nord Sardegna, 7 nella Città Metropolitana di Cagliari, 5 nella provincia di Nuoro e 1 nella provincia del Sud Sardegna. Il numero complessivo dei casi nella provincia di Nuoro resta invariato, perché a fronte dell’incremento odierno, si registra una riduzione dello stesso numero di casi, attribuiti nella giornata di ieri sia a Sassari (correttamente), sia a Nuoro (per errore). Salgono a 1.567 i casi di positività al Covid-19 dall’inizio dell’emergenza. Resta invariato il numero delle vittime: 134.
In totale sono stati eseguiti 121.352 tamponi (1.134 nelle ultime 24 ore). I pazienti ricoverati in ospedale sono 12, nessuno in terapia intensiva, mentre 159 sono le persone in isolamento domiciliare. Il dato progressivo dei casi positivi comprende 1.258 pazienti guariti (+1 rispetto al precedente aggiornamento), più altri 4 guariti clinicamente.
Sul territorio, dei 1.567 casi positivi complessivamente accertati, 290 (+7) sono stati rilevati nella Città Metropolitana di Cagliari, 166 (+1) nel Sud Sardegna, 61 a Oristano, 100 (+5 oggi; -5 da ricalcolo del dato di ieri) a Nuoro, 950 (+10) a Sassari.

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«Oltre il danno anche la beffa. Siamo al teatro dell’assurdo! Abbiamo cercato per mesi di proteggere l’isola e la sua economia e oggi ci accusano di contagiare mezza Italia.»
A pronunciare queste parole è stato il presidente del Consiglio regionale, Michele Pais, che ha replicato all’articolo apparso oggi alla pagina 3 del Corriere della Sera.
«Il giornalista Pinna e la giornalista Salvatori nell’attacco del pezzo scrivono ‘In poche settimane la Sardegna da Covid Free – così proclamava con orgoglio il governatore Solinas – a regione che diffonde il contagio in mezza Italia e rischia, da indiscrezioni ministeriali, di essere isolata’. Niente di più falsoha sottolineato Michele Pais -. È evidente che chi scrive non ha analizzato la provenienza dei contagi. Buona parte dei 37 casi non sono ascrivibili a sardi o residenti.»
«Era il mese di maggio quando il presidente della Regioneha aggiunto il presidente del Consiglio regionale – aveva prospettato i test in entrata alla Sardegna che il governo aveva bocciato come incostituzionali, salvo riproporli ora che la curva nel resto d’Europa riprende a salire. Noi abbiamo sempre e solo chiesto che il sacrificio che i sardi hanno fatto in questi mesi non fosse vanificato. Il governo anche stavolta arriva in ritardo nelle soluzioni, così come quando il governatore Solinas aveva chiesto di poter chiudere porti ed aeroporti per proteggere l’Isola e non, badate bene, per puro campanilismo ma per le difficoltà di gestione sanitaria e infrastrutturali delle nostra regione. Anche in quell’occasione il governo centrale rispose con un secco “No” per poi chiudere tutto dieci giorni dopo a contagi ed esodo già avvenuti.»
«Vivere su un’isola porta con sé la necessità di una protezione ulteriore che lo stato centrale non percepisce e non per mancanza di volontà ma di sensibilità e distanza fisica ha rimarcato Michele Pais -. Come isola abbiamo necessità di più attenzioni e queste oltre ad esserci negate ci vengono pure proibite quando ci organizziamo per prenderci cura da soli della nostra terra.»
«Passare da untori è un oltraggio alle nostre richieste di screening efficaci e non la mera misurazione della temperatura corporea che fino ad ora si è utilizzata come metro di valutazione per il diffondersi dell’emergenza – ha concluso il presidente del Consiglio regionale -. Ci sentiamo insultati come cittadini italiani e come Popolo sardo e pretendiamo delle scuse.»
Antonio Caria

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«È incomprensibile e inaccettabile che qualcuno, intervenendo sui recenti contagi che si sono verificati nel nostro territorio, continui con insistenza a puntare il dito contro la nostra Isola.»

Lo dichiara l’assessore regionale della Sanità, Mario Nieddu, in risposta alle dichiarazioni del collega della Regione Lazio, Alessio D’Amato.

«Grazie alle misure messe in campo e alla responsabilità dei sardi, siamo riusciti a ridurre a un valore prossimo allo zero la circolazione del virus nella nostra regioneaggiunge l’assessore regionale della Sanità -. I casi accertati nelle ultime settimane sono tutti d’importazione, cioè riconducibili a contagi avvenuti fuori Sardegna o a migranti arrivati sulle nostre coste, nonostante l’allarme lanciato dalla regione affinché fossero impediti gli sbarchi clandestini. L’attività di tracciamento e l’isolamento dei contatti dei casi positivi è sempre stata portata avanti con grande professionalità e scrupolo dai nostri sanitari, per garantire la sicurezza dei cittadini.»

«Indicare la Sardegna come un pericolo per le altre regioni, al punto di invocare i test per chi parte dall’Isola, non solo non rispecchia la reale situazione epidemiologica del nostro territorio, ma è profondamente ingiusto nei confronti di una terra che ha combattuto il virus con forza, anche a costo di grandi sacrifici. Spero che certe affermazioni non vengano esternate per spostare l’attenzione da mancanze avvenute altroveconclude Mario Nieddu -. Non accettiamo di essere bollati come untori e di doverne pagare ingiustamente il prezzo anche a livello di immagine.»

Un nuovo caso di positività al Coronavirus è stato accertato a Iglesias. Lo ha annunciato pochi minuti fa il sindaco Mauro Usai.

“In seguito all’attività di profilassi e contenimento dell’infezione Covid-19, nel comune di Iglesias è stato individuato un caso di positività, reso noto e confermato dall’ATS Sardegna – ha scritto in una nota Mauro Usai -. Il paziente, rientrato ad Iglesias dopo un soggiorno fuori dalla Sardegna, risulta asintomatico, è monitorato costantemente dai sanitari, ed è stato posto in isolamento domiciliare insieme ai familiari, per i quali i tamponi diagnostici effettuati hanno dato esito negativo.”

“Sono stati attivati tutti i protocolli relativi alle valutazioni cliniche, all’attività di prevenzione ed al contenimento dell’infezione – ha spiegato Mauro Usai -. Il caso risulta circoscritto e sotto controllo, grazie all’attività svolta in sinergia dall’Amministrazione e dall’ATS Sardegna, che hanno messo in campo le risorse e le competenze necessarie ad affrontare la situazione.
Ricordo alla cittadinanza di osservare in maniera responsabile e scrupolosa le prescrizioni sanitarie di prevenzione ed il distanziamento interpersonale, unica maniera per tutelare la propria salute e quella del prossimo.”

Quello odierno è il secondo caso di positività che viene accertato a Iglesias, il primo, che fu anche il primo in assoluto nel Sulcis Iglesiente, risale al 6 marzo.

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«Il Cagliari Calcio comunica che dai test sanitari effettuati in vista dell’inizio della ripresa dell’attività agonistica, sono emerse le positività al Covid-19 dei componenti della prima squadra Filip Bradarić, Luca Ceppitelli ed Alberto Cerri. I tre calciatori si trovano in isolamento domiciliare.»

L’annuncio in un breve comunicato pubblicato nel sito ufficiale del Cagliari Calcio.

«In accordo con le autorità sanitarie, in base ai protocolli vigenti e in via precauzionale, è stata disposta la quarantena con sorveglianza attiva per altri due calciatori della prima squadra che sono stati in contatto stretto con i positivi.

La ripresa degli allenamenti è prevista per domani giovedì 20 agosto al centro sportivo di Assemini; il breve ritiro di Aritzo, d’accordo con il Comune della località barbaricina, è stato rimandato alle prossime settimane.»

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«Esprimiamo solidarietà e vicinanza alle Lavoratrici e ai Lavoratori, dirigenti della Ceramica Mediterranea per quanto accaduto e, allo stesso tempo, ringraziamento a chi si è adoperato per lo spegnimento delle fiamme, contenendo un danno che sarebbe potuto essere ben più grave. Naturalmente chiediamo e attendiamo che venga fatta chiarezza su quanto accaduto. Dopo lo stop di 8 settimane legato al lockdown i lavoratori, con grande senso di responsabilità, hanno rinunciato alle ferie estive per affrontare l’emergenza Covid e garantire la produzione anche ad agosto. Auspichiamo che si riparta da subito con tutte le procedure e attività propedeutiche al riavvio della produzione, senza dover fare ricorso ad altri ammortizzatori sociali. Si tratta di un sito importante con una prospettiva di sviluppo produttivo che supera la nostra stessa regione.»

Lo scrivono, in una nota, i segretari territoriali Filctem CGIL Emanuele Madeddu e Femca CISL Lorenzo Mallica, dopo l’incendio verificatosi nello stabilimento Ceramica Mediterranea.

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Gli ultimi contagi da Coronavirus registrati in Sardegna confermano in maniera inequivocabile quanto sia necessario tenere alta la guardia ed essere vigili.
Gli esperti dell’Istituto Superiore della Sanità, in occasione del Ferragosto hanno ventilato la possibilità di un’ulteriore recrudescenza dei contagi e questo, purtroppo, si è puntualmente verificato. Il numero delle persone positive al Covis-19 è aumentato sensibilmente.
La Sardegna non è rimasta indenne, i contagi sono aumentati e le zone interessate sono sparse a macchia di leopardo.
Il caso di Santo Stefano è emblematico, il controllo forse sarebbe dovuto essere maggiore e la movida ha veicolato il virus.
C’è da chiedersi cosa accadrà nei prossimi giorni e bisogna augurarsi che i controlli sanitari vengano intensificati, proprio per inibire un ritorno pericoloso della pandemia.
Indubbiamente, la situazione, sia quella sarda si quella nazionale, è preoccupante e non vorremmo che ciò possa essere preludio di un nuovo lockdown.
Armando Cusa