18 July, 2024
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Come ha detto alcuni giorni fa Papa Francesco «da tutte le crisi si esce cambiati… nel bene e nel male… e nessuno può riuscirci da solo…» Quando a Maggio si intravvide la fine del periodo peggiore della Prima Pandemia, questo giornale scrisse che «si vede il fondo del tunnel…ma alla fine non c’è la luce…C’è un baratro». Sembrava l’apoteosi del pessimismo. In realtà fu facile prevedere che sarebbe arrivata la Seconda Pandemia e la crisi politica ed economica. La previsione si basava sulla conoscenza della storia delle Epidemie nel Medio Evo. Sembra incredibile, ma dopo la grande moria della Peste Nera del 1347 avvennero importanti rivoluzioni sociali ed economiche che determinarono una svolta positiva nella civiltà in Europa e che determinarono l’epoca d’oro del Rinascimento del 1500. La carenza di mano d’opera causata dall’alta mortalità accelerò la “rivoluzione dell’aratro a versoio” e l’introduzione delle donne nel mondo della produzione agricola, pastorale, e manufatturiera. L’aratro a versoio in ferro e l’invenzione del collare dei cavalli facilitarono la produzione cerealicola. La donne sostituirono i maschi, scomparsi per peste, nel lavoro dei campi e nell’artigianato. Ne derivò la necessità di inventare macchine per produrre energia di supporto agli scarsi lavoratori. Ne conseguì una sovraproduzione di prodotti agricoli e artigianali. L’eccesso che non serviva alle famiglie veniva tesaurizzato e messo in vendita. Per poter commerciare fu necessario abbandonare definitivamente il baratto e passare più diffusamente alla moneta. Per trasferire i pagamenti a distanza fu necessario inventare le “lettere di credito”, e queste dovevano essere emesse dalle Banche. Con le Banche a interporsi nella dinamica dello scambio commerciale prese avvio l’”economia di mercato” e chi più produceva, e vendeva, diventava ricco. I neo-ricchi furono benedetti dalle nuove religioni protestanti del centro Europa perché arricchire era segno delle buone pratiche delle virtù del cristiano basso medioevale mittel europeo. Oggi, a distanza di 7 secoli vivremo fenomeni sociali e economici simili. Già ne vediamo i segni nella esplosione del quattro punto zero (4.0). E’ la nuova industria digitale, ma anche dell’economia digitale, della comunicazione digitale, del commercio e della Sanità digitale e della Giustizia digitale. Cos’è il 4.0 ? Questo numero è stato associato alla parola “Industria”. Appunto “Industria 4.0”, ovverosia “Quarta Rivoluzione Industriale”. Si tratta della rivoluzione tecnica e organizzativa, che ha ammodernato le Aziende, integrando Investimenti sul “Digitale”, Scuole di “Formazione”, Nuovi “Sistemi Energetici” e “Enti di Ricerca” allo scopo di aumentare la Conoscenza, la Produttività, e migliorare le Condizioni di Lavoro. L’espressione “Industria 4.0” venne utilizzata per la prima volta da 3 scienziati tedeschi alla Fiera di Hannover nel 2011, e poi trasformata in progetto nel 2013. In Italia tale espressione venne usata da presidente del Consiglio Matteo Renzi tra il 2014 e il 2016. Storicamente la prima Rivoluzione Industriale 1.0 avvenne con l’invenzione delle macchina a vapore nelle filande inglesi e tedesche. L’Industria 2.0 fu quella che utilizzò l’energia del carbone. L’Industria 3.0 fu quella che impiegò come fonte di energia l’elettricità. I tre Scienziati tedeschi nel 2011 battezzarono col nome di “Industria 4.0” il miglioramento produttivo dell’”Era Digitale”. Ciò che è stato rivoluzionato è il “Lavoro”, con l’intento di produrre beni scambiabili con monete o altri benefici. Tra gli altri benefici è compreso il “miglioramento della qualità della vita”. Pertanto, l’effetto dell’Era Digitale non è stato solo sulla produttività dell’”Industria 4.0”, ma si è esteso ad altri campi come: – L’Economia Digitale, – Il Commercio Digitale, – La Comunicazione e la Conoscenza, – La Giustizia, – La Sanità, – La Burocrazia – I Trasporti. Non è cambiata solo la Produzione, ma è cambiata l’Umanità in tutte le sue manifestazioni come: – La circolazione di moneta digitale, – La scuola a distanza, – Il processo digitale, – Il lavoro in 3D, – Il telelavoro, – I trasporti di merci e uomini, sia individuali che collettivi, su ruota, nave o aereo. Ciò ha comportato un forte incremento degli spostamenti dei prodotti del lavoro e delle persone. I contatti umani sono aumentati in modo esponenziale sia in modo virtuale che fisico. Tuttavia, la Pandemia ha dimostrato i punti di debolezza del sistema di convivenza dell’Umanità, e il mondo oggi si prepara ad una nuova forma di scambio, di produzione e di trasmissione della Conoscenza. Un sistema che dovrà essere rivoluzionato è quello della Sanità Pubblica. Il virus ne ha dimostrato l’inadeguatezza. E’ fallita la teoria dell’Organizzazione sanitaria basata sul “Hub and Spoke” (centro e raggi). Questo metodo ha portato al depotenziamento degli Ospedali Territoriali (vedi gli Ospedali di Iglesias e Carbonia), e al concentramento dei Servizi sanitari nelle città capoluogo (vedi Cagliari o altri capoluoghi di ragione). Il territorio, sguarnito, si è trovato senza protezione sia dal virus SARS-COV 2, sia da tutte le altre patologie. Oggi, a causa del terrore della Covid, gli Ospedali sono paralizzati (tranne rari casi), e i tumori, le insufficienze respiratorie, le malattie addominali, le cardiovascolari, quelle neurologiche e quelle degenerative sia dell’anziano che del giovane e del bambino trovano una assistenza inadeguata alla richiesta. La Sanità centralizzata è un errore. Al contrario della centralizzazione il Sistema Sanitario deve essere una “rete”, e ogni Ospedale capo-maglia deve fornire tutta l’assistenza di base necessaria. Per Sanità di Base si intende ogni branca specialistica della Sanità tranne 3 settori che invece vanno centralizzati: la Cardiochirurgia, la Neurochirurgia, i Trapianti d’Organo. Invece tutto ciò che riguarda la Chirurgia Addominale, la Toracica, la Vascolare, la Traumatologia, l’Ostetrica e Ginecologia, la Neurologia, la Pediatria, l’Oncologia e Radioterapia, la Psichiatria, devono essere distribuite nella rete ospedaliera del territorio. Sarà difficile e costoso, ma si dovranno recuperare tutti i Servizi specialistici che sono stati sottratti al territorio e adeguarli ad uno standard avanzato da “Sanità 4.0”. La Commissione Europea ha messo a disposizione fondi ingentissimi per la Sanità. E’ nato un problema, perché il MES sanitario è vincolato alla ristrutturazione della rete sanitaria, mentre alcuni Stati vorrebbero avere mani libere e utilizzare quei fondi anche per altri scopi. Ciò non è ammesso dal protocollo di utilizzo del MES. Forse da ieri esiste un accordo in extremis. Esiste l’altro enorme fondo deliberato dalla Commissione Europea. E’ il “Next Generation EU”, meglio conosciuto con il nome del suo regolamento di utilizzo, il “Recovery Plan”. Questo regolamento impone una disciplina piuttosto rigida sia nel metodo di utilizzo, sia sui progetti che devono essere finalizzati a investimenti produttivi, sia sui tempi, sia sulle garanzia di efficienza ed efficacia. Si pretende un tempo di presentazione molto rapido. L’Italia avrebbe dovuto presentarlo già da alcune settimane. Per ora l’hanno presentato il Portogallo, la Germania, la Francia, la Spagna, l’Olanda e i Paesi del Nord. Si pretende che quei fondi non vengano impiegati per tamponare necessità estemporanee ma vengano destinati, come dice il nome, ad investimenti per la “Futura Generazione”. Si pretende ancora che il 70 per cento dei progetti vengano realizzati entro 3 anni. Gli altri 30 per cento devono essere realizzati entro 7 anni. Nella guida che accompagna il testo vengono indicati alcuni obiettivi imprescindibili, come: – Digitalizzazione – Green Economy. La “Digitalizzazione“ di tutte le forme di produzione di beni, dei Servizi, e della Convivenza Sociale aprirà le porte ad un mondo che oggi possiamo solo immaginare. Nessuno di noi immaginava come sarebbe cambiata la nostra vita, quando negli anni ’80 ’90 venne introdotto il “Web”, che appariva come un metodo di trasmissione di dati, e che invece ebbe implicazioni nel mondo della Conoscenza, della Comunicazione, della Produzione, della Pubblica Amministrazione, dell’Arte e del Tempo Libero, degli affetti e della pianificazione della vita privata, del mondo della Finanza, dei viaggi, della ricerca, della Scuola e della Sanità, e anche della guerra e del terrorismo. Col Next Generation EU e il MES, la qualità della Sanità in rete non sarà più distinguibile tra Sanità della città capoluogo e Sanità di Provincia. Entreremo in una nuova epoca: quella della digitalizzazione in “5G”, cioè quella di quinta generazione. In cosa si differenzia dal “4G”?. Vi è un elemento che la rende impressionante per l’intelligenza umana. Si tratta del “tempo” in cui si trasmetterà l’informazione, Il “tempo di latenza” sarà di 1-4 millesimi di secondo. Questo è anche il tempo con cui i neuroni del cervello umano trasmettono i loro impulsi. Attraverso i dendriti e neuriti l’impulso passa agli altri neuroni della corteccia cerebrale e al midollo spinale, sia per costruire la percezione delle sensazioni provenienti dal mondo esterno (per esempio la costruzione della immagine di un oggetto), sia per trasmettere un pensiero, o comandare i muscoli perché la mano e le dita si muovano per lavorare, o scrivere, o gesticolare, o accarezzare. I nuovi apparecchi digitali in “5G” potranno comunicare contemporaneamente con 1 milione di computers, o altri strumenti digitali, nell’area di 1 chilometro quadrato. Col termine “comunicare” si intende: la capacità di trasmettere informazioni, di riceverne, e di integrarle. Ciò è qualcosa di simile al “pensare” della mente umana. Le informazioni che si propagano in modo massivo e ultrarapido possono essere utilizzate per fabbricare immagini e volumi virtuali a distanza. Si pensi agli “ologrammi”. Nella pratica sanitaria si può immaginare che il Medico si presenti a casa del paziente, nella sua camera da letto, in forma di ologramma, materializzandosi davanti a lui, e proceda ad interrogarlo, a prendere atto della clinica, essendo virtualmente presente. Da qui, disporre esami, elettrocardiogrammi o altre procedure strumentali a distanza. Potrà anche convocare altri specialisti per un consulto virtuale in presenza. Già oggi negli Ospedali si eseguono interventi in laparoscopia o in chirurgia robotica. Con l’avvento della Sanità in “5G” i metodi usati oggi verranno declassati a vecchi “videogiochi” ed abbandonati. Anche gli esami radiologici e le risonanze magnetiche evolveranno oltre la semplice ricostruzione spaziale degli organi: si giungerà sino all’esame istologico dei tessuti in Anatomia Patologica. Similmente una goccia di sangue sarà sufficiente per uno screening sia genetico che metabolico che microbiologico. Il “5G” attingerà ad una banca dati mondiale che consentirà l’accesso a schemi di terapia personalizzati e geneticamente adeguati al paziente. Questo non significa che i Medici non serviranno più. La pratica professionale utile per ascoltare un cuore, estrarre un corpo  estraneo, far nascere un bambino, ascoltare uno psicotico, confortare un incurabile, sarà sempre necessaria. Ciò che cambierà sarà la formazione, il nuovo bagaglio di conoscenza e l’attitudine a governare la nuova tecnologia. Similmente gli Ospedali e gli studi specialistici avranno una nuova evoluzione strutturale adeguata al nuovo modo di comunicare. L’assistenza agli Anziani non autosufficienti forse non sarà più nelle RSA ma a domicilio. Si svilupperanno vari tipi di robot per la cura della persona così come oggi avviene nei ristoranti coreani dove non c’è più il personale di sala ma piccoli robot, alti 1 metro, che assistono e servono la clientela. Tutto questo avverrà relativamente presto e noi non siamo preparati. a – Non siamo preparati a presentare i progetti per il “Recovery Plan”. b – Non sappiamo ancora cosa vogliamo. c – Nel nostro territorio (Sulcis Iglesiente) non esiste ancora un dibattito né pubblico né privato su questi temi. Accadrà che altri, estranei a questo territorio (come da troppo tempo sta avvenendo), prenderanno l’iniziativa anche per noi. In tal caso dobbiamo aspettarci un trattamento da “periferia”. Attualmente esistono già iniziative per sollecitare la politica a dibattere questi temi. Stanno avvenendo nel Sassarese, nel Nuorese e nel Cagliaritano. Bisogna prendere coscienza che nel nostro territorio non siamo preparati a questo futuro che sta per accadere. Mario Marroccu

Una mozione del consigliere comunale Maurizio Soddu propone l’intitolazione dell’impianto sportivo “Don Milani” alla memoria di Beppe Rampini.

«Originario di Manerbio (BS), Beppe Rampini arrivò giovanissimo in Sardegna svolgendo una brillantissima carriera da calciatore e mai più ha lasciato l’Isolascrive nella mozione Maurizio Soddu -. Indossò le maglie del Cagliari, del Carbonia prima e del Sant’Antioco e Portoscuso poi. Terminata la carriera di calciatore si è dedicato alla promozione calcistica e in particolare a quella giovanile diventando un valido esempio e punto di riferimento per diverse generazioni.»
«Per tantissimi anni ha svolto la sua attività di allenatore-educatore presso la Polisportiva “Don Orione – Rosmarino” lasciando un ricordo indelebile del suo operato ha aggiunto Maurizio Soddu -. Nel 2004 ha creato la Società Sportiva “Mineraria” partecipando all’attività di Scuola Calcio e ai campionati giovanili della FIGC. Ottenuta la concessione degli spazi esterni della Scuola Media “Don Milani”, che si trovavano in precarie condizioni, ha realizzato, insieme ai figli e ad alcuni amici appassionati di calcio, un grande lavoro di bonifica dell’intera area realizzando un vero centro sportivo per la pratica del gioco del calcio. In Beppe Rampini sono emerse le qualità etiche del vero uomo di sport basate sull’aspetto educativo, il rispetto e la lealtà sportiva.»
«Ha sempre svolto la sua attività di allenatore-educatore con grande passione, generosità e disponibilità facendosi stimare ed apprezzare non solo dai giovani atleti ma anche da tecnici, dirigenti e genitori. Si ritiene opportuno che il compianto Beppe Rampini sia ricordato, non solo dagli sportivi di Carbonia ma dai cittadini tutti per l’ attività sportiva svolta che è stata ricca di valori umani e morali – ha concluso Maurizio Soddu -.. Pertanto, si propone l’intitolazione, alla sua memoria, dell’impianto sportivo dell’Istituto Comprensivo “Don Milani” sito in via Dalmazia a Carbonia. Si auspica che la presente proposta, peraltro condivisa dai suoi familiari, sia accolta da questo Consiglio comunale e di conseguenza si dia inizio a tutte le procedure finalizzate alla sua realizzazione.»

La mozione è stata condivisa anche dai consiglieri Carla Cannas, Giovanni Spanu, Federico Fantinel e Michele Stivaletta

«L’ultimo report di Ats dei casi nel nostro comune certifica ad oggi 18 cittadini positivi. Alcuni degli stessi sono in attesa dell’esito dei tamponi di negativizzazione. Sono 6 invece i cittadini che sono definitivamente guariti.»

A comunicarlo è stato il sindaco Hansel Cristian Cabiddu.

«Nel ricordare il rispetto delle norme igieniche e sanitarie di sicurezza previste dai Dpcm per arginare la diffusione del Covid 19 conclude il primo cittadino invitiamo i cittadini ad avere comportamenti prudenti e rispettosi della salute propria e di quella altrui.»

Antonio Caria

Il piano di intervento per l’emergenza Covid 19 e i suoi progressi a venti giorni dall’avvio sono stati illustrati questa mattina in commissione Sanità dall’assessore Mario Nieddu accompagnato dal direttore generale Marcello Tidore e dal commissario straordinario di ATS Massimo Temussi.

Il piano risulta complessivamente attuato al 75%. In particolare la sensibilizzazione dei medici di medicina generale e della medicina convenzionata ha portato alla riduzione degli iperflussi e dei congestionamenti registrati nei pronto soccorso della Sardegna. I ritardi nell’intervento per l’esecuzione dei tamponi sono stati risolti con il potenziamento dei team attraverso l’acquisizione di nuovo personale medico e infermieristico (sette medici, dieci infermieri e due tecnici) mentre grazie a nove apparecchiature (più quattro strumenti per indagine biologica molecolare negli ospedali di Carbonia, San Gavino, Alghero e Ozieri) per test molecolare rapido si sono ridotti i tempi per l’esecuzione dei tamponi. È in corso invece la valutazione dei ritardi nella comunicazione degli esiti dei tamponi: sarà necessario procedere all’assunzione di personale per evitare che le comunicazioni degli esiti siano troppo lunghe. In particolare è previsto l’ingresso di 36 tecnici di laboratorio, di 14 amministrativi, 20 tecnici per la prevenzione, 3 infermieri e 87 medici dell’igiene pubblica.

Per quanto riguarda i posti letto Covid, Massimo Temussi ha spiegato che «risultano incrementati del 68% al 10 dicembre: venti giorni prima la Sardegna poteva contare su 392 posti letto Covid-19 ma nelle ultime tre settimane ne sono stati attivati altri 266 e altri potranno essere aggiunti considerati i lavori in corso, nell’azienda ospedaliera di Sassari, e al Marino e Binaghi di Cagliari».

Mario Nieddu e Marcello Tidore.

Sotto il profilo del monitoraggio domiciliare è in atto la revisione delle strategie terapeutiche con l’obiettivo di controllare a distanza lo stato di salute dei pazienti positivi attraverso la telemedicina e il tele monitoraggio.

È in corso poi la riconversione di alcune strutture ospedaliere – come ospedale Binaghi di Cagliari – a favore di pazienti Covid-19, con lo scopo di evitare la saturazione dei posti letto e più in generale la riduzione della capacità assistenziale ospedaliera. Per quanto riguarda la terapia intensiva Ats comunica che ad oggi sono presenti 80 posto letto per i pazienti Covid (66 nel pubblico 14 ospedali privati) 77 posti di terapia semi intensiva, mentre per le degenze si area medica ad oggi risultano implementati 601 posti. Sono invece due gli hotel convertiti a luoghi di degenza per pazienti Covid mentre un altro sarà a breve individuato per effettuare uno screening rivolto a circa 55mila sardi di un’area geografica individuata ma ancora tenuta riservata, probabilmente il 27 e 28 dicembre. La campagna di screening sotto la direzione del professor Andrea Crisanti sarà preceduta da un piano di comunicazione dove saranno indicati i luoghi e le modalità per effettuare i test antigenici rapidi. L’assessore Mario Nieddu ha poi precisato: «A distanza di dieci giorni effettueremo nella stessa area un tamponamento per individuare altri eventuali positivi, si tratta di uno stress test per verificare cosa accade». Rispondendo alla domanda del capo gruppo PD Gianfranco Ganau l’esponente dell’esecutivo ha aggiunto: «Il massimo sarebbe far fare il tampone a tutti i sardi ma questo non è possibile, in ogni caso la prossima settimana ci dovrebbero consegnare 150mila test tipo A e 50mila di tipo B, poi dalla successiva settimana ancora, arriveranno 250mila test ogni 7 giorni».

Rispondendo ad una domanda del presidente del parlamentino, Domenico Gallus, l’assessore ha ribadito l’impegno a dotare l’ospedale di Ghilarza dei “medici in affitto” per effettuare il progetto pilota mentre il commissario straordinario Massimo Temussi ha comunicato lo stato di avanzamento dei lavori al Santa Barbara di Iglesias e ha aggiunto: «Sono in corso le trattative con le rappresentanze sindacali dei medici di famiglia con scopo di ottenere il massimo coinvolgimento nel contrasto alla pandemia».

Sono 228 i nuovi casi di positività al Covid-19 accertati nelle ultime 24 ore in Sardegna, 2.312 i tamponi eseguiti. Salgono a 26.506 i casi di positività dall’inizio dell’emergenza.

Si registrano 11 decessi (588 in tutto), 8 uomini e 3 donne tra i 59 e 93 anni. Le vittime: quattro residenti nella provincia di Sassari, tre nella provincia di Nuoro, due nella Città Metropolitana di Cagliari e due rispettivamente nelle province di Oristano e Sud Sardegna.

In totale sono stati eseguiti 422.952 tamponi. Sono 580 i pazienti attualmente ricoverati in ospedale in reparti non intensivi (nove in meno rispetto al dato di ieri), 57 (-2) i pazienti in terapia intensiva. Le persone in isolamento domiciliare sono 14.724. Il dato progressivo dei casi positivi comprende 10.405 (+269) pazienti guariti, più altri 152 guariti clinicamente.

Sul territorio, di 26.506 casi positivi complessivamente accertati, 5.722 (+55) sono stati rilevati nella Città Metropolitana di Cagliari, 4.189 (+61) nel Sud Sardegna, 2.097 (+2) a Oristano, 5.224 (+20) a Nuoro, 9.274 (+90) a Sassari.

«Per l’anno 2021, non sono previste modificazioni su importo e regolamento del contributo di sbarco del comune di Carloforte, che resterà invariato rispetto all’anno in corso.»

Lo comunica, con una nota, il sindaco Salvatore Puggioni.

«Al fine di poter consentire agevolmente il rinnovo annuale dei certificati di esenzione per l’anno 2021, si autorizza l’utilizzo e la validità dei documento rilasciato nell’anno 2020, limitatamente ai soli mesi di gennaio e febbraio 2021, improrogabilmente dal 1 marzo saranno ritenute valide unicamente le sole certificazioni rilasciate nell’anno 2021conclude Salvatore Puggioni -. Dal 11(01/2021 , sarà possibile procedere per il rinnovo delle esenzioni, rivolgendosi presso l’ufficio Tributi sito al Piano terra del Palazzo comunale di via Garibaldi 72.»

Sono in arrivo nuovi interventi a favore dei Comuni, singoli o associati, per l’istituzione e il funzionamento delle Scuole Civiche di musica. Su proposta dell’assessore regionale della Cultura, Andrea Biancareddu, la Giunta ha stanziato 1 milione e 800mila euro per le Scuole civiche di Musica al fine di concorrere alla diffusione sul territorio regionale dell’istruzione musicale come elemento essenziale per la crescita culturale, sociale ed intellettuale dei giovani.

«Nel corso del 2020 – sottolinea Andrea Biancareddu – a causa delle contingenze derivanti dall’emergenza epidemiologica, l’iter procedimentale è stato necessariamente modificato con diverse fasi e tempistiche. Sono state infatti approvate delle modifiche ai criteri vigenti per adattare la situazione all’emergenza epidemiologica da SARS-COV2 e permettere così a tutte le scuole di svolgere l’attività programmata, compatibilmente con le norme statali. In particolare, oltre a semplificazioni sulla rendicontazione dei costi, sull’ammissibilità di nuove spese e sull’eliminazione delle settimane minime di lezione, è stato consentito lo svolgimento dell’attività didattica in modalità telematica a distanza, al pari delle scuole di ogni ordine e grado.»

Per le scuole civiche finanziate per la prima volta nell’anno scolastico 2019/2020, è stato fissato un massimo concedibile pari al 80% del contributo spettante (comunque non superiore a quanto concesso nell’anno 2019/2020). Per le scuole di nuova istanza nell’anno scolastico 2020/2021, è stato fissato un massimo concedibile pari al 70% del contributo spettante (comunque non superiore a 20mila euro per i Comuni singoli e a 30 mila euro le aggregazioni di Comuni). Entro il termine ultimo di presentazione sono risultate 39 scuole, di cui 35 già finanziate nelle scorse annualità, una finanziata solo nell’anno scolastico 2019/2020 e tre nuove istanze per l’anno scolastico 2020/2021. Nel programma di finanziamento sono state inserite tutte e 39 le scuole che hanno concluso l’iter. L’assessore Andrea Biancareddu, nel rispetto dalle norme, per la programmazione dei contributi per l’anno scolastico 2020/2021, ha destinato 1 milione e 800mila euro di cui 116.663 quale somma aggiuntiva uguale per tutti e finalizzata a ristorare parzialmente le scuole civiche per i costi sostenuti per la sanificazione degli ambienti e le procedure adottate per consentire lo svolgimento delle lezioni garantendo il distanziamento (contributo per spese Covid-19). Sono stati finanziati i comuni di Cagliari, Cabras, Cuglieri, Domusnovas, Fonni, Ghilarza, Iglesias, Lanusei, Macomer, Mandas, Marrubiu, Nulvi, Nuoro, Olbia, Oristano, Orosei, Ossi, Ozieri, Paulilatino, Porto Torres, Quartu, Samugheo, San Sperate, Sant’Antioco, Santa Teresa, Selargius, Siniscola, Sinnai, Suelli, Tempio, Torralba, Unione dei Comuni del Sarrabus, Valledoria, Villacidro, Morgongiori, Golfo Aranci, Monserrato, Tuili, Unione Nora Bithia.

E’ finita in parità, 1 a 1, la partita tra Carbonia e Nola, disputata sullo splendido terreno di gioco del Comunale di Giba, valida per la settima giornata di andata del girone G del campionato di serie D. Un pareggio importante, considerato che il Nola era passato in vantaggio al 25’ del primo tempo con una conclusione dalla distanza di Mohamed Gassama e che il pareggio del Carbonia è arrivato a 14’ dal 90’ con un colpo di testa del bomber Roberto Cappai, all’esordio con la maglia biancoblù. Ma anche un pareggio che lascia amaro in bocca, perché un minuto prima del goal campano, era stato il Carbonia a sfiorare il goal con lo stesso Roberto Cappai, ancora con un colpo di testa, con il pallone finito sulla traversa (legno “pareggiato” da quello centrato da Pasqualino Esposito un minuto prima del pareggio del Carbonia) e nel finale ha spinto con grande determinazione alla ricerca del gol del sorpasso. La squadra di Marco Mariotti recrimina anche per due calci di rigore che dalle immagini e dagli scatti fotografici delle azioni “incriminate”, sembrano evidenti, per falli commessi su Roberto Cappai e Moussa Soumare.


Il Carbonia è tornato in campo a distanza di 28 giorni dall’ultima partita disputata, contro il Gladiator, al Comunale di Villamassargia. Marco Mariotti ha recuperato Roberto Cappai e lo ha schierato al centro dell’attacco, affiancato dal giovane Daniele Cannas. In campo dall’inizio per la prima volta anche Joseph Tetteh.
Il Nola si è presentato con il nuovo allenatore Rosario Campana ed una squadra largamente rinnovata al mercato di riparazione, con l’inserimento di ben 8 nuovi calciatori. Marco Mariotti alla vigilia sapeva bene che il Carbonia avrebbe trovato sulla sua strada un avversario ben diverso da quello visto nelle prime sei giornate.

Il Carbonia ha iniziato con grande determinazione e al 9’ ha sfiorato il goal del vantaggio con Marco Piredda, la cui conclusione dalla media distanza ha trovato pronto alla deviazione il portiere Ciro Bellarosa (classe 2002). Il Nola ha replicato al 18’ con Mohamed Gassama, pronto alla risposta Werther Carboni.
A metà tempo, prima la traversa colpita da Roberto Cappai con un colpo di testa, servito da Marco Piredda con un preciso calcio di punizione; poi il goal di Mohamed Gassama, con una conclusione velenosa dalla media distanza che ha beffato Werther Carboni.
Al 40’ il primo calcio di rigore chiesto dal Carbonia e non concesso, per una vistosa trattenuta della maglia ai danni di Roberto Cappai. Squadre al riposo con il Nola in vantaggio 1 a 0.
In avvio di ripresa, al 50’, Marco Mariotti ha cambiato tre pedine nello scacchiere biancoblù: Ador Gjuci per Daniele Cannas in attacco, Lorenzo Isaia per Joseph Tetteh (ammonito pochi minuti prima) a centrocampo; Valerio Bigotti per Werther Carboni tra i pali, cambio effettuato per l’equilibrio dei fuoriquota.
Il Carbonia è andato vicino al pareggio al 65’, trovando pronto il portiere del Nola, e al 68’ Marco Mariotti ha fatto il quarto cambio, Moussa Soumare per Cristiano Palombi.
Anche il tecnico campano ha effettuato i primi cambi, prima Gianmario Palumbo per Antonio Negro, poi Dario Caliendo per Giuseppe La Monica.
La partita si è accesa nel finale. Al 75’ il Nola è andato vicinissimo al raddoppio con Pasqualino Esposito, il cui colpo di testa ha spedito il pallone sulla traversa; sul capovolgimento di fronte il Carbonia ha trovato il goal del meritato pareggio con un colpo di testa di Roberto Cappai, su calcio d’angolo battuto dal solito Marco Piredda.
La partita si è accesa con il Carbonia determinato alla ricerca del goal della vittoria. All’86’ Marco Mariotti ha effettuato il quinto ed ultimo cambio a sua disposizione, inserendo Yuri Salvaterra per Fabio Mastino, e un minuto dopo Moussa Soumare, da qualche minuto attivissimo sulla fascia sinistra, si è incuneato in area, un difensore si è opposto con veemenza sbarrandogli la strada con la gamba destra, Moussa Soumare è finito a terra reclamando il calcio di rigore ma l’arbitro lo ha ammonito per simulazione. Il Carbonia ci ha provato ancora in pieno recupero con Marco Piredda ma il risultato non è più cambiato.

Carbonia: Carboni (dal 50′ Bigotti), Russu, Mastino (dall’87’ Salvaterra), Fredrich, Cestaro, Bagaglini, Tetteh (dal 50′ Isaia), Piredda, Cannas (dal 50′ Gjuci), Palombi (dal 68′ Soumare), Cappai. All. Marco Mariotti.

Nola: Bellarosa, Di Maio, Russo, Ruggiero, Baratto, Esposito, La Monica (dal 73′ Caliendo), Acampora, Negro (dal 58′ Palumbo), Gassama, Sannia. All. Rosario Campana.

Arbitro: Gerardo Simone Caruso di Viterbo. Assistenti di linea: Carlo Farina di Brescia e Lorenzo Riganò di Chiari.

Reti: al 25′ Gassama (Nola), al 76′ Cappai (Carbonia).

Note: la partita è stata disputa a porte chiuse, prima del fischio di inizio, è stato osservato un minuto di raccoglimento in memoria di Paolo Rossi.

https://www.facebook.com/giampaolo.cirronis/videos/10224701223705913

«La musica che unisce, abbatte le distanze e rafforza il senso di comunità.» È il senso del video, realizzato per iniziativa della Filarmonica Pegliese “Marco Chiusamonti”, diretta dal maestro Alberto Boschi, e patrocinato dal comune di Genova, dalla Regione Liguria e dalla Regione Sardegna, che suggella il gemellaggio tra le municipalità di Genova, Calasetta e Carloforte.

Ufficializzato lo scorso giugno, il gemellaggio ha l’obiettivo di valorizzare la cultura, la storia e le tradizioni che uniscono la città della Lanterna con le due località del Sud della Sardegna, un legame storico che ha origine nel XVI secolo e oggi trova testimonianza diretta nei dialetti comuni delle tre comunità. Il video (disponibile sul canale youtube della Filarmonica Pegliese, con la regia e montaggio della giovane cameraman genovese Elisabetta Boschi, è realizzato sulle note di brani tratti dal repertorio tradizionale per Banda, dal repertorio della tradizione popolare e da classici come “Ma se ghe pensu”, è ben espresso il senso di comunità, di un’unione che nasce dal fare musica assieme, superando anche le distanze fisiche. Oltre ai saluti istituzionali dei sindaci di Carloforte, Salvatore Puggioni e di Calasetta, Claudia Mura, si alternano, sulle note delle bande musicali, paesaggi, scorci e vedute, tra mare ed arte, dei tre Comuni. Per Genova, primi piani della passeggiata di Pegli, come luogo simbolo del gemellaggio da cui tutto è partito 500 anni fa, con “l’epopea della comunità tabarchina” dal sito del comune di Genova.

E’ morto oggi a Roma, presso la Clinica Columbus, don Enrico Lorenzo Casolari, sacerdote alla Parrocchia Orionina dell’Addolorata di Carbonia dal 1970 al 1996. Ne dà notizia il sito ufficiale della Piccola Opera della Divina Provvidenza Don Orione.
Don Enrico nacque il 10 agosto 1936 a Prignano (Modena) ed entrò in Congregazione il 10 ottobre 1949, presso l’Istituto di Finale Emilia (MO). Fu ordinato presbitero il 28 giugno 1966 a Torre Maina (MO). Dopo i primi anni di sacerdozio, trascorsi per brevi periodi al Seminario di Selargius e alla Parrocchia San Benedetto di Genova, è stato dal 1970 al 1996 presso la parrocchia della Beata Vergine Addolorata di Carbonia, prima come vicario parrocchiale, poi come direttore e parroco. Qui il suo ricordo perdura indelebile! Dopo una breve esperienza a Bologna con il ruolo di Vicario parrocchiale, dal 1997 al 2009 la Provvidenza lo ha chiamato in Curia generale, come addetto all’Archivio. Anche qui è ricordato come religioso fedele e laborioso; sacerdote zelante specialmente nel mantenere l’assistenza spirituale delle Suore della Curia generalizia, come Cappellano.Dal 2009 è stato presso il Noviziato di Velletri come padre spirituale. Allo stesso tempo, già dal 1997, è stato Assistente spirituale dell’Istituto Secolare Orionino in Italia. Le sorelle lo ricordano con tanto affetto e riconoscenza. Dal 2018/2019 era residente a Roma presso l’Istituto di Monte Mario, a causa della situazione fisica divenuta precaria.