28 July, 2024
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Per il Sulcis Iglesiente Maggio è un mese di ricorrenze di grandissima rilevanza per quanto riguarda avvenimenti che hanno tracciato la sua Storia e insieme anche il ricordo di Grandi Uomini e donne, lavoratori, lavoratrici, attivisti sindacali e politici che hanno avuto un ruolo che rimane indelebile nel tempo.

Il 7 maggio del 2006 la prematura scomparsa di Sergio Usai, amatissimo ex segretario generale CGIL Sulcis Iglesiente, in un tragico incidente che con lui ha portato via un imprenditore di Carbonia, Carlo Cancedda.

Un fatto recente che anticipa di pochi giorni il ricordo dei Moti di Iglesias dell’11 maggio del 1920, con 5 minatori Raffaele Serrau, Pietro Castangia, Emmanuele Cocco, Attilio Orrù, Efisio Madeddu, Salvatore Melas e Vittorio Collu, uccisi nella piazza del Municipio ad opera delle forze dell’ordine, chiamate dai Padroni delle miniere per sedare la rivolta in atto per migliori condizioni di lavoro e per una vita più dignitosa. Fatti terribili, di cui quest’anno ricorre il centenario che è stato fortemente limitato nelle celebrazioni, per la situazione di lockdown dovuto alla Pandemia.

Si prosegue con i moti di Gonnesa e Nebida del 1920, che nel 1970 corrisponde all’approvazione dello Statuto dei Lavoratori, e il 21 maggio del 1906, dove a capo della rivolta popolare c’era una donna, nei quali per la lotta del caropane persero la vita Federica Pilloni, Giovanni Pili, Angelo Puddu, Efisio Ariu e Carlo Lecca.

Infine, il 30 maggio del 2014, la scomparsa dopo una lunga e debilitante malattia, dell’on.le Daverio Giovannetti.

Per molti di noi “Su segretariu”, per il suo lunghissimo operato prima nella Federazione dei Minatori, di cui è stato segretario generale dal 1958 al 1964, quando ha assunto il ruolo di segretario generale della Camera del Lavoro della provincia di Cagliari (che aveva sede ad Iglesias), fino al 1968, per poi essere eletto nel 1970 (ed il 20 maggio di quell’anno ricorre la nascita dello Statuto dei Lavoratori), segretario generale della CGIL della Sardegna. Incarico che ha lasciato per la candidatura alle elezioni politiche nel 1972, nelle quali è stato eletto senatore della Repubblica nelle file del PCI. Ruolo nel quale è stato poi rieletto per altre 2 legislature, terminando quell’esperienza istituzionale nel 1983.

Della sua lunga attività prima nel sindacato e poi al Senato, rimangono tantissimi passaggi memorabili che possono essere riassunti nella sua grande determinazione e nel suo  operato negli anni delle durissime lotte per la dignità di lavoratrici e lavoratori nel luogo di lavoro; dell’equità del salario; per la salvaguardia del settore minerario; il periodo caldissimo della fine di quel ciclo con l’avvento dell’industria e, infine, l’inizio della sua crisi.

Un Uomo che ha vissuto 70 anni di lotte; la Guerra; gli sfruttamenti; le repressioni; la liberazione; la rinascita ed i cambiamenti fra il privato, il pubblico e viceversa; il Piano del Lavoro della CGIL di Di Vittorio e tanto, davvero tanto altro. Con soddisfazioni, rammarichi, anche delusioni, di cui ha lasciato traccia con i risultati e con i suoi scritti.

Nella sua carriera ha incrociato grandi uomini e donne, minatori, tecnici, titolari di società, sindacalisti, politici, rappresentanti delle istituzioni.

Per tutti, credo sia il caso di citare Luciano Lama, per il forte legame, per lo stesso anno, il 1970, della loro elezione, Giovannetti segretario generale regionale, Lama segretario generale nazionale, perché anche lui è stato eletto senatore e, infine, perché ci ha lasciato nel mese di maggio: precisamente il 31/05/1996.

“Su Segretariu” ha pubblicato 3 libri che narrano parte di quella storia, che rispondono a quanto hanno scritto di lui e su quei fatti, altri sindacalisti, studiosi, storici, giornalisti, come Marco Corrias (coadiuvato da Franco Farci) nel suo “Pozzo Zimmerman”, nel quale racconta fin nei particolari l’inusuale battaglia dei minatori che occuparono il Municipio di Fluminimaggiore, trattenendo forzatamente 2 sindacalisti arrivati da Iglesias, il Sindaco, il Prete ed il già senatore Daverio Giovannetti: «Un personaggio noto a Flumini (…) perché molti anni prima era stato minatore e sindacalista. E che sindacalista. Una specie di leggenda vivente (…) intelligente e intransigente, sempre primo nelle battaglie più difficili con i dirigenti che avevano nei suoi confronti un misto di paura e rispetto. Il senatore non riusciva a capacitarsi che gli operai, figli di compagni di tante battaglie lo volessero rinchiudere in una stanza insieme». 

Tentava di andare via e la sua mole quasi glielo permetteva, fino a che alcuni gli urlarono «non ti dimenticare Daverio Giovannetti, che i minatori ti hanno comprato le scarpe perché tu potessi fare il sindacalista, quando venivi a piedi a Montevecchio». Non si sa se fu quella frase ma il Senatore rientrò nella stanza e ci resto fino alla fine della vertenza che, anche grazie al suo contributo, ebbe un esito positivo.

Da sindacalista e da segretario, come ricordato da Marco Corrias (oggi sindaco di Fluminimaggiore), era più che rispettato sia dalle controparti che dai vertici della CGIL nazionale, per la sua capacità nella trattativa, nell’organizzazione delle rivendicazioni e mobilitazioni che non si fermavano certo al contingente ma che badavano alla costruzione di politiche di lungo periodo e nel guardare in faccia la realtà delle cose. A partire dal fatto «che le miniere si esauriscono, hanno una fine, i giacimenti non si ricostituiscono ed i minerali, una volta strappati alla terra, non si riproducono», come scrive nel suo libro “E le sirene smisero di suonare”.  Un libro da leggere e rileggere per capire meglio l’epoca in cui ha operato il Giovannetti sindacalista ed il Giovannetti senatore. Con i colleghi onorevoli che, non a caso, l’avevano ribattezzato “il Minatore d’Italia”.

Un libro, scritto nel periodo in cui era già colpito dalla malattia e che contiene, dunque, ancora più sofferenza nel raccontare le vicissitudini di 70 anni di lotte, analisi, produzione sindacale e politica nel quale ricorda, orgogliosamente, come la battaglia per l’eliminazione delle gabbie salariali partì, fu pensata ed organizzata proprio dalla CGIL della Sardegna. E ricorda bene «la paradossale ostilità della FIOM di Bruno Trentin, perché convinta che la sua eliminazione avrebbe creato scompensi con gli industriali che non avrebbero più investito nel mezzogiorno, come se lo avessero fatto fino a quel momento».

Una lotta della Sardegna principalmente mineraria, che fece strada con scioperi regionali e conquistando i primi accordi, che poi si estese e pian piano diventò di tutti a seguito di un altro forte episodio, che avvenne in un convegno organizzato dalla CGIL a Napoli, per discutere sulle sue strutture meridionali.

Il clima era teso perché non vi era grande convinzione sul portare avanti quella rivendicazione, finché in quella tribuna «un rappresentante della Sardegna dichiarò, che se non veniva presa una forte decisione, nell’Isola si sarebbe dovuto dar ragione a chi sosteneva che la CGIL non comprendeva il problema perché il più meridionale della segreteria nazionale era bolognese». Fu una dichiarazione pesante e certamente ingenerosa, quanto provocatoria, ma fu utile perché provocò la giusta scossa e da quella riunione scaturì la decisione di iniziative nazionali di lotta che poi portarono il risultato rivendicato.

Ma “Su segretariu ” nato e cresciuto nelle grandi lotte del settore minerario che lo hanno permeato nella sua lunga attività, ha utilizzato questa sua formazione per ragionare nei termini generali sul lavoro, sui diritti, sulla dignità, sui temi dello sviluppo equilibrato fra i vari settori dell’economia. E, allo stesso tempo, attento cultore dei processi innovativi, nelle produzioni, nella politica e nella cultura. Il tutto, con una verve critica sul capitalismo quanto sul privato e ancora di più sul pubblico.

Ci ha lasciato 6 anni ad oggi, ma chi ha avuto il piacere e l’onore di conoscerlo, sia direttamente che nei racconti dei compagni, dei colleghi, dei suoi famigliari e dei suoi libri, sa bene che il suo lavoro e il suo pensiero, testardo ma sempre propenso al confronto, all’innovazione e rispettoso delle diverse opinioni, è un patrimonio di tutti gli uomini e le donne del Sulcis Iglesiente, della Sardegna e del Paese.

Roberto Puddu

 

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Il nuovo caso di positività al Covid-19 annunciato nella tarda serata di ieri dal sindaco di Decimomannu, è rimasto l’unico riscontrato nelle ultime 24 ore in Sardegna, il primo dopo un’intera settimana di mancanza di nuovi casi (totale 1.356). Per il sesto giorno consecutivo non sono stati registrati decessi, con il numero totale delle vittime fermo a 130.

E’ ancora in calo il numero dei pazienti ricoverati in ospedale con sintomi, 37, 1 meno di ieri, restano 2 quelli ricoverati in terapia intensiva. Diminuiscono sensibilmente le persone in isolamento domiciliare, 151, 9 meno di ieri, e gli attualmente positivi, 190, 10 meno di ieri. Il totale dei pazienti dimessi/guariti è arrivato a 1.036, 11 più di ieri.

Nelle ultime 24 sono stati eseguiti 1.244 tamponi (ieri 1.293, totale 55.831), 1.026 i casi testati (ieri 1.070, totale 47.841).

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Lo storico sodalizio dell’Arciconfraternita del Santo Monte di Iglesias, organizzatore dei riti della Settimana Santa, ha rinnovato le cariche del Consiglio. Conservatore è stato confermato Enrico Collu, il nuovo vice-Conservatore è Luigi Biggio.
Dopo oltre trent’anni lo storico tesoriere Luigi Angioy lascia il ruolo a Remigio Cabras, Andrea Mocci è il nuovo Sacrista maggiore mentre Roberto Orrù avrà funzioni di segretario.
Sono stati eletti anche gli Obrieri della Pietà che, insieme al tesoriere, coordineranno l’attività di beneficenza: Luigi Angioy, Renzo Caprai e Cristian Scanu. I nuovi eletti rimarranno in carica 2 anni.

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Dopo il via libera di Governo e Regione, mercoledì 3 giugno riaprirà al pubblico il Parco Archeologico di Monte Sirai, alla presenza dell’Amministrazione comunale.
Il Comune intende procedere con la riapertura graduale del Sistema Museale della Città: in particolare, il Parco di Monte Sirai riaprirà dal 3 giugno, mentre gli altri siti del Si.Mu.C. (Museo Archeologico Villa Sulcis, Parco Archeologico di Cannas di Sotto, Museo P.A.S.) riapriranno il 9 giugno 2020.

La Società Sistema Museo, gestore dei siti del Si.Mu.C. di Carbonia, garantirà l’accesso e le visite guidate secondo le norme in materia di sicurezza.

Il Parco di Monte Sirai, con la sua eccellenza nel panorama archeologico e la bellezza del panorama offerto sul paesaggio, sul golfo e sull’arcipelago, offrirà una passeggiata archeologica unica.
In via eccezionale, per incoraggiare i visitatori, nella giornata del 3 giugno l’ingresso sarà gratuito per tutti i residenti nel Comune, anche se contingentato per questioni di sicurezza: per questo si suggerisce la prenotazione.

Gli orari di apertura saranno: 10.00-13.00 /16.00-19.00 (Monte Sirai).
La visita guidata sarà effettuata ad orari prestabiliti (consigliata la prenotazione): 10.30/ 11.15/ 12.00/ 16.30/ 17.15/ 18.00

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«Per garantire un rilancio reale e strutturato dell’intero settore primario, pesantemente colpito dalla pandemia del Coronavirus, pur se in misura differente tra i vari comparti produttivi, sono necessari da una parte interventi nel breve periodo che diano immediato ossigeno ai produttori e dall’altra iniziative che guardino al medio-lungo periodo e assicurino la tenuta dell’agricoltura.»

Lo ha sottolineato il presidente della Copagri Franco Verrascina intervenendo in audizione in Commissione Bilancio della Camera nell’ambito dell’esame del DDL di conversione del DL con misure urgenti in materia di salute, sostegno al lavoro e all’economia, nonché di politiche sociali, connesse all’emergenza epidemiologica da Covid-19, cosiddetto DL rilancio.

«Per questo riteniamo prioritario: istituire un tavolo permanente al Mipaaf con lo scopo di favorire e monitorare costantemente la ripartenza del sistema produttivo agricolo del Paese; intervenire per rafforzare lo strumento della cambiale agraria, così da dare liquidità immediata alle imprese agricole; introdurre misure a favore della sostenibilità ambientale delle imprese agricole, anche attraverso l’estensione per il 2021 del cosiddetto ‘Bonus verde’; rinegoziare il debito accumulato dai produttori agricoli», ha suggerito il presidente.

«Pur apprezzando l’impostazione della maxi-manovra del Governo, infatti, con la quale vengono messi in campo 55 miliardi di euro a sostegno del rilancio del Paese, riteniamo che lo stanziamento a favore del comparto primario da solo non basti a tamponare le ingenti perdite in termini di fatturato fatte registrare da moltissimi comparti e da numerosi produttori e soprattutto a garantirne il rilancio», ha aggiunto Franco Verrascina.

«Quanto alle misure per il primario, si esprime particolare apprezzamento, fra le altre, per il rifinanziamento dei fondi di garanzia, così come per l’istituzione presso il Mipaaf del Fondo emergenziale a tutela delle filiere in crisi, ma anche per il differimento dell’entrata in vigore delle cosiddette plastic tax e sugar tax, per la soppressione delle clausole di salvaguardia dell’IVA e per gli interventi specificatamente destinati al comparto vitivinicolo, al settore zootecnico e a quello agrituristico, tutte misure da noi ripetutamente caldeggiateha concluso il presidente nazionale di Copagri -. Diventa ora fondamentale accelerare il più possibile con l’emanazione dei necessari decreti attuativi previsti dal ‘DL rilancio’ e finalizzare quanto prima l’annunciato testo con seri e concreti interventi in materia di semplificazione e sburocratizzazione, portando avanti il lavoro per slegare il primario dai numerosi lacci che ne impediscono e rallentano la ripresa.»

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«La maggioranza di centrodestra vuole utilizzare il Piano Casa per scardinare i vincoli del Piano paesaggistico regionale.»

Lo denuncia il centrosinistra che, in mattinata, ha convocato una conferenza stampa in Consiglio regionale. «Ieri siamo stati chiamati in Commissione “Governo del territorio”, ufficialmente per decidere la proroga di 6 mesi del Piano Casaha detto il consigliere regionale del Pd Valter Piscedda ci siamo invece trovati a discutere un provvedimento con diverse norme intruse. La legge presentata dal centrodestra (primo firmatario il capogruppo del Psd’Az Franco Mula) oltre alla proroga del Piano introduce un’altra norma con la quale si chiede di sottrarre alla pianificazione congiunta Regione-Governo gli interventi su beni identitari, fasce costiere e zone agricole. Tutto questo utilizzando la scusa del completamento di due importanti reti viarie: la Sassari-Alghero e la Olbia-Palau. La cancellazione dei vincoli del Ppr sarebbe una iattura per la Sardegna perché aprirebbe la via all’assalto degli speculatori.»

Giudizio condiviso dai consiglieri dei Progressisti Maria Laura Orrù e Antonio Piu. «E’ assurdo che per risolvere casi particolari come il completamento di due reti viarie si cerchi di cambiare una normativa di carattere generaleha rimarcato Orrùse passasse questo concetto si aprirebbe una breccia pericolosissima. Sui beni identitari si costruisce il nostro futuro, fondato su un modello di sviluppo alternativo».

«Noi siamo favorevoli alla proroga del Piano casa e al completamento delle due strade – ha chiarito Antonio Piuchiediamo alla maggioranza di eliminare dal testo le norme intruse che mirano alla cancellazione dei vincoli del Ppr.»

Per il capogruppo del Pd Gianfranco Ganau la proposta di legge, se approvata, sarebbe sicuramente impugnata dal Governo: «Non si può modificare con legge ordinaria una norma di rango costituzionaleha detto l’ex presidente del Consiglio – il Piano casa non ha nulla a che vedere con l’interpretazione del Ppr». Critico anche il consigliere del M5S Michele Ciusa: «In Commissione ci hanno impedito di sentire in audizione le componenti tecnicheha sottolineato Michele Ciusa la maggioranza continua a comportarsi in modo irresponsabile utilizzando lo stesso metodo che ha perseguito per affrontare l’emergenza Covid-19».

Il leader dei progressisti Massimo Zedda va oltre: «Da mesi la Giunta e la maggioranza utilizzano il tema della salute e dell’emergenza sanitaria come arma di distrazione di massa. In questo clima di confusione si tenta di far passare sotto silenzio provvedimenti che aprono alla devastazione della Sardegna. La legge sarà sicuramente impugnata. La Corte Costituzionale si è già espressa in materia. La mia preoccupazione è che si blocchino interventi importanti come quelli sulla rete viaria del Nord Sardegna a causa di questo modo bizzarro di procedere».

Dai consiglieri regionali del centrosinistra è arrivato, infine, un appello alla maggioranza: «Portino in aula la legge di proroga del Piano Casa e stralcino le altre norme. Siamo pronti a votarla anche domani».

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«Non abbiamo alcuna intenzione di fare passi indietro sulla sicurezza dei cittadini. La tutela della salute dei sardi, così come quella dei turisti che scelgono la nostra bellissima Isola come meta delle proprie vacanze, è e resta una priorità.»

Lo ha detto oggi l’assessore regionale della Sanità, Mario Nieddu. «Abbiamo portato avanti una proposta concreta che ci permetta di certificare la negatività al virus per chi, dal tre giugno, dovesse arrivare in Sardegna».

«Ad oggiprosegue Mario Niedduattendiamo che il governo prenda una posizione e dia risposte chiare. La Sardegna, come ribadito dal presidente Christian Solinas, apre le braccia al turismo. Un comparto fondamentale per l’economia del nostro territorio. Non intendiamo abdicare alla sicurezza e alla salute. Le misure adottate per contenere l’epidemia nell’Isola hanno dato risultati molto positivi sul fronte della diffusione del contagio, risultati ottenuti con grande sacrificio, e che oggi ci consentono di poter guardare realisticamente a un graduale ritorno alla normalità.»

«Poter certificare gli ingressi ci consentirebbe un vantaggio importante, perché, è bene ricordare, questa pandemia non si è ancora spenta. La richiesta della Regione è chiara: poter attestare lo stato di salute di chi arriva sul nostro territorio. Negarci questa possibilità rischia di vanificare i risultati raggiunti finora, che ci vedono fra le regioni meno colpite dal Covid-19», conclude l’assessore regionale della Sanità.

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«Abbiamo atteso oggi per non inficiare la riuscita della vostra conferenza stampa sulla sanità di ieri 28 maggio: esprimiamo forte disappunto per esserne stati inopinatamente esclusi. Un’evidente limitazione della partecipazione e del diritto di espressione e manifestazione del libero e differente pensiero e che non può passare inosservata. Con la nostra proposizione non volevamo fare ombra o togliere la scena a nessuno, ma dare una qualche luce e prospettiva ai cittadini e provare a restituire loro ambienti sanitari nei quali ricevere le prestazioni assistenziali e di cura tanto attese.»

Lo scrive, in una nota diffusa questa sera, Graziano Lebiu, presidente dell’OPI (Ordine Professioni Infermieristiche) di Carbonia Iglesias.

«Sui temi della sanità che continuano ad affliggere sia il territorio che le risposte ai cittadini, che qualche Sindaco o Sindaca ponga veti al contributo promotore, trasversale, autorevole dell’OPI e del suo Presidente che negli anni hanno ovunque realizzato attività nell’interesse di tutti e dei Sindaci, è un’aberrazione fuori tempo e fuori luogoaggiunge Graziano Lebiu -. Lontani dai canoni di una campagna elettorale permanente della quale non si avverte la necessità, sarebbe stato invece utile ed auspicabile di proseguire a dibattere di sanità pubblica e privata, ospedaliera e territoriale, a Carbonia e ad Iglesias ed in qualsiasi altro comune e dove necessario con il contributo degli addetti ai lavori, che antepongono il soddisfacimento dei diritti di tutti alle convenienze ad orologeria di alcuni, che entrano nel dettaglio e non si limitano alla denuncia fine a se stessa, che all’ambito della lamentazione optano per quello della fattibilità. Non si possono contrapporre alle criticità del Servizio Sanitario Nazionale iniziative ad excludendum, non è ammissibile limitare le prerogative della rappresentanza professionale, non si può dibattere compiutamente di salute e sanità nel loro complesso ed impattanti dei diritti dei VOSTRI cittadini senza il coinvolgimento dei tanti che conoscono di cosa parlano e come parlarne.»

«I processi di riordino e di riforma del SSR sono notoriamente una corsa ad ostacoli con diverse responsabilità ai diversi livelli a secondo degli impedimenti via via da superare: NESSUNO degli attori istituzionali siate voi Sindaci o siano Assessori, Direttori Generali, Commissari Straordinari, Governatori, Presidenti di Ordini Professionali, Sindacalisti, può chiamarsi fuori dal concorso a realizzare le condizioni migliori possibili, tra tutte le sensibilità, per la migliore sanità possibile in funzione SOLO dell’effettiva garanzia ai cittadini di cui all’art. 32 della Costituzionescrive ancora Graziano Lebiu -. Senza questo coinvolgimento e in difetto di interconnessione tra le parti, non si consegue alcun concreto miglioramento al bisogno delle vostre comunità civiche di avere riorganizzata e riqualificata la nostra sanità, superate chiusure/trasferimenti/sospensioni/depotenziamento di servizi sanitari ospedalieri e territoriali, e di percepire e toccare con mano fruibili risposte prestazionali e specialistiche e rese da professionisti sanitari medici, infermieri, tecnici e di supporto adeguate nel numero e presenti in tutti gli ambienti di lavoro che insistono nell’ambito delle strutture della ASSL Carbonia e dei vostri Comuni.»

«Scevri da qualsiasi strumentalizzazione in chiave partitica, su questo avremmo dibattuto e preso impegno a confrontarci ancora con voi in luoghi, in tempi e in modi consoni e senza MAI nemmeno ipotizzare di escludere di approfondire con e tra punti di vista dissimiliconclude Graziano Lebiu -. Restiamo a vostra disposizione per tutti i chiarimenti eventualmente utili.»

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Oggi in Sardegna sono stati segnalati 9 incendi, uno dei quali, a Carbonia, ha richiesto l’intervento del mezzo aereo del Corpo forestale.

A “Is Gannaus”, è intervenuto un elicottero proveniente dalla base del Corpo forestale di Marganai. Le operazioni di spegnimento sono state dirette dal Corpo forestale delle stazioni di Sant’Antioco e Carbonia, coadiuvate da 3 squadre di volontari di Carbonia (Protezione Civile, Ser e Terramara) e Sant’Antioco (Assosulcis) e dai vigili del fuoco. E’ stata evacuata una casa.

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Si è tenuta oggi la videoconferenza per disegnare il perimetro degli interventi per la ricostruzione del ponte crollato sulla strada che collega Gonnesa a Fontanamare.

Con l’assessore regionale dei Lavori pubblici, Roberto Frongia, erano presenti rappresentanti degli assessorati regionali dell’Industria e dell’Ambiente, della società Carbosulcis, del comune di Gonnesa, dell’Agenzia Laore e, infine, del Consorzio di bonifica della Sardegna meridionale,

Il comune di Gonnesa, al termine della videoconferenza, ha presentato istanza per la realizzazione delle opere.

«Si procederà alla realizzazione delle seguenti operespiega l’assessore Roberto Frongia -: rimozione macerie; realizzazione ponte provvisorio; progettazione e ripristino ponte crollato con miglioramento dell’accessibilità alla spiaggia tramite rotatoria; realizzazione del ponte passerella.»