28 July, 2024
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«È come se fosse il D-Day europeo del 21° secolo, perché l’Europa ha scoperto la solidarietà e scommette su una politica comune per la rinascita dell’economia, per il sostegno ai cittadini e al lavoro, con uno sguardo ai prossimi anni ed all’eredità che lasceremo alle prossime generazioni.»

Lo ha detto il presidente del Parlamento europeo, David Sassoli, a seguito della presentazione del Piano per la Ripresa europeo.

Il presidente del Parlamento europeo ha continuato dicendo: «In questi mesi, il Parlamento è rimasto aperto e la sua voce è riuscita a condizionare la Commissione. Ringrazio la presidente Ursula Von der Leyen e i Commissari per averci ascoltato. Sono convinto – ha aggiunto David Sassoli – che le riunioni del Consiglio aggiungeranno nuove ambizioni. Noi ci batteremo per questo. I Governi devono capire che questa è la strada più conveniente. Noi vogliamo che intorno a questo progetto ci sia il massimo del consenso dei governi e dei cittadini. Dal Consiglio non deve uscire una proposta inferiore a quella che è stata presentata dalla Commissione al Parlamento.»

Infine, David Sassoli ha voluto rivolgere un «appello a difendere lo spazio europeo, non possiamo permetterci speculazioni o attacchi ai nostri asset strategici. Siamo in un momento delicato. Ecco perché abbiamo visto con soddisfazione il piano delle Commissione accogliere le nostre proposte, con l’ambizione di accompagnare la vita di tutti».

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La Presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha discusso in plenaria un Recovery Fund da 750 miliardi di euro, nell’ambito di un nuovo bilancio UE a lungo termine.

Dopo la presentazione delle nuove proposte da parte della Presidente della Commissione Ursula von der Leyen, e l’impegno, espresso dalla rappresentante croata del Consiglio dei ministri UE Nikolina Brnjac, a lavorare con i Paesi UE per concludere rapidamente i negoziati con il Parlamento sul pacchetto di misure, i leader dei gruppi politici del PE hanno preso la parola per esprimere le loro posizioni

«La solidarietà europea è tornata e stiamo aprendo un nuovo capitolo per l’UE», ha detto Manfred Weber (PPE, DE). I nuovi fondi devono essere spesi per nuove idee e non per i vecchi problemi dell’Europa. “La solidarietà va di pari passo con la responsabilità”, e quindi deve essere chiaro come il denaro sarà restituito, ha aggiunto, chiedendo nuove risorse proprie e sottolineando che i giganti digitali devono fare la loro parte.

Iratxe García Perez (S&D, ES) ha ringraziato Ursula von der Leyen per una proposta ambiziosa e per aver dato al Parlamento europeo “il ruolo che merita” nella progettazione del Fondo di ripresa. Avvertendo che è in gioco la sopravvivenza del progetto europeo, ha esortato il Consiglio ad adottare il nuovo bilancio a lungo termine (Quadro Finanziario Pluriennale – QFP) a maggioranza qualificata, per evitare di tenere l’UE «in ostaggio di quattro Stati membri che preferiscono una risposta nazionale a una europea».

«È una svolta senza precedenti nella storia d’Europa», ha detto Dacian Ciolos (Renew, RO). “Il QFP e il Fondo di ripresa devono concentrarsi sul futuro”, con il Green deal e l’Agenda digitale quali elementi costitutivi, ha aggiunto. «Possiamo avere opinioni diverse su alcuni dettagli, ma apprezzo molto l’approccio», ha detto, ricordando agli Stati membri che “l’UE non è un bancomat”: “la solidarietà comporta dei valori”.

Jörg Meuthen (ID, DE) ha respinto la proposta della CE come «completamente sbagliata e senza senso», senza una base giuridica adeguata, senza responsabilità o senso economico. La Commissione vuole spendere soldi «come se non ci fosse un domani». È un costo enorme per i contribuenti europei, ha concluso.

Ska Keller (Verdi, DE) ha detto: «Non dobbiamo ripetere i grandi errori del passato e costringere i paesi all’austerità e a ideologie cieche di mercato», ha esortato. «Dobbiamo invece assicurarci che i soldi siano ben investiti in progetti che aiutino nel lungo termine, creino posti di lavoro e salvino l’unico pianeta che abbiamo».

Johan van Overtveldt (ECR, BE) ha detto che se vogliamo permettere prestiti e sovvenzioni, ci devono essere delle condizioni chiare. Il denaro deve andare dove ce n’è più bisogno, e ci devono essere meccanismi di sicurezza per le nostre imprese. Le persone che lavorano e risparmiano non devono essere quelli che “sborsano” per questi programmi.

«Invece di creare una rottura netta con i dogmi del passato», il fondo di ripresa si ferma «nel bel mezzo del guado» ha detto Manon Aubry (GUE/NGL, FR). Dopo aver accolto con favore le nuove proposte sulle risorse proprie, ha chiesto la cancellazione del debito contratto per la crisi, prestiti perpetui diretti agli Stati membri e il condizionamento del sostegno pubblico su considerazioni sociali.

La Commissione ha anche presentato il suo programma di lavoro per il 2020 rivisto, che darà priorità alle azioni necessarie per stimolare la ripresa e la resilienza dell’Europa.

Prossime tappe

Il Parlamento ed il Consiglio discuteranno le nuove proposte e decideranno la loro forma definitiva in prossimi negoziati.

 

 

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Oggi, in Sardegna, sono stati segnalati 9 incendi, 1 dei quali ha richiesto l’intervento del mezzo aereo del Corpo forestale.

L’incendio si è sviluppato presso il Parco regionale di Molentargius, si è sviluppato alle ore 13,10, su di esso è intervenuto un elicottero proveniente dalla base del Corpo forestale di Pula. Le operazioni di spegnimento sono state dirette dal Corpo forestale della stazione di Cagliari Molentargius coadiuvata dai vigili del fuoco.  L’incendio ha percorso una superficie di circa 6 ettari di terreni incolti ed un canneto, è stata interessata anche un’autovettura. Il personale del Nucleo investigativo del Corpo forestale ha immediatamente avviato le indagini che sono tutt’ora in corso per risalire all’autore del reato d’incendio.

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Nulla sarà come prima. Man mano che le settimane passano, tutte quelle morti e la paura di morire scivoleranno nell’oblio. Eppure, nei rapporti sociali, fatti di politica, economia, cultura, questo incidente sanitario durato tre mesi modificherà gli schemi della convivenza. Avverrà lentamente. All’inizio questi incidenti sembrano piccoli episodi della storia, successivamente si manifestano nella loro grandiosità.

Capitò a Cristoforo Colombo quando scoprì l’America pensando di aver trovato solo una nuova strada per il commercio delle spezie e della seta. Invece aveva messo il seme di: Canada, Stati Uniti eAmerica Latina.

Esistono tre fili guida su cui corre la Storia: la cultura umanistica, la ricerca del benessere e l’astrazione religiosa. Sono le tre direttrici dell’identità. Poi esistono direttrici peculiari dei luoghi:

  • Sant’Antioco si identifica col suo porto ed il mare;
  • Carloforte nella sua insularità;
  • Il Sulcis nelle sue vigne ed allevamenti;
  • Carbonia e Iglesias nei loro ospedali e nelle attività industriali.

Inoltre queste città riconoscono una identità comune nella storia del loro “Sistema sanitario”.

La Sanità di Carbonia iniziò esattamente il 18 dicembre 1938 con il discorso di Benito Mussolini dalla Torre Littoria, nel tripudio popolare.

Allora esisteva a Carbonia un piccolo ospedaletto in piazza Cagliari. La storia di quei primi anni è scarsa. Abbiamo più notizie nel 1941. Siamo in pieno fascismo e in piena guerra. Le miniere producevano la materia prima per il consumo bellico di energia. 

I primi  professionisti sanitari vennero assunti, con regolare delibera, nel 1941.

La prima figura di Sanitario dipendente fu la signora Liliana Casotti, infermiera ostetrica. Venne assunta il 16 agosto 1941. Lei  da sola, fece nascere migliaia di bambini dalle donne della vasta città di 65.000 abitanti appena sorta.

Il 16 Settembre 1944 venne assunto il dottor Renato Meloni, chirurgo, urologo, ematologo, oncologo, ostetrico e ginecologo. Aveva 25 anni.

Questi due personaggi furono i progenitori del futuro mondo Sanitario.

Esiste su Youtube un bellissimo film documento con immagini di Carbonia in quegli anni. “Fascism in the family”. Interessantissimo. E’ stato girato da Barbara Serra, la famosa corrispondente da Londra di Al Jazeera. Racconta del Podestà di Carbonia di quegli anni: Vitale Piga. Era il nonno di Barbara. Nel film è ben tratteggiato l’ambiente umano di cui si prendeva cura l’Ospedale di piazza Cagliari.

Alla fine della guerra l’Ospedale nuovo, sorto fuori città, venne utilizzato dalle truppe Inglesi. Poi nel 1956, finito il dopoguerra, tutto il personale di piazza Cagliari si trasferì al Sirai. L’Ospedale era diventato “Ente Ospedaliero Comunale”, ed era classificato come “Ospedale zonale”. Al di sopra dell’ospedale zonale vi era l’”Ospedale Provinciale di Cagliari”, il San Giovanni di Dio. Nel passaggio tra anni ’60 e ’70 il Sirai, per il suo volume di attività, stava per essere riclassificato come Ospedale “Provinciale”. Era Sindaco Pietro Cocco. La procedura non andò a conclusione.

Intanto la compagine Sanitaria era cresciuta:

  • Nel 1945 venne assunto il nuovo primario chirurgo, proveniente dalla Patologia Chirurgica dell’Università di Cagliari, dottor Gaetano Fiorentino. Era un  reduce della campagna di Russia come chirurgo dell’ARMIR.    
  • Nel 1951 venne assunto il dottor Luciano Pittoni, chirurgo, pediatra, ginecologo, ostetrico, traumatologo, neurochirurgo e, soprattutto, anestesista. Fu il primo specialista in Anestesiologia in Sardegna. 
  • Nel 1953 fu assunto il dottor Giuseppe Porcella, chirurgo, traumatologo, proveniente da Sassari.
  • Nel 1954 venne assunto il dottor Enrico Pasqui che, all’età di 25 anni, iniziò a dirigere la Medicina Interna e la Pediatria.
  • Nel 1955 fu assunto il dottor Pasquale Tagliaferri: oculista.
  • Nel 1956 fu assunto il dottor Mario Casula: farmacista.
  • Nel 1956 fu assunto il dottor Enrico Floris: nuovo primario internista.

Nell’anno 1956 il corpo sanitario era formato da 9 persone di cui: di cui 7 medici, 1 ostetrica, 1 farmacista.

Da quel primordiale crogiolo fu generata la complessa organizzazione Sanitaria successiva.

L’Ospedale fu governato, negli anni di crescita, dal Sindaco Pietro Cocco. L’Amministratore era Dioclide Michelotto. Il “Consiglio di Amministrazione” era lo stesso “Consiglio Comunale di Carbonia”. Il Sindaco della città, era il Presidente dell’Ente Ospedaliero.

Il numero degli ammalati messi nelle mani di questi pochi medici era immenso. Si consideri che Carbonia agli albori degli anni ’60, aveva 60.000 abitanti; Sant’Antioco ne aveva 14.000; Carloforte ne aveva 7.000.

L’Ospedale aveva 384 posti letto, tre volte tanto gli attuali  posti letto per acuti. Vi erano due reparti di Medicina Interna, uno di pediatria, uno di Chirurgia Generale, uno di Traumatologia, uno di Ostetricia e Ginecologia, il Pronto Soccorso, la Radiologia, un attrezzato Laboratorio, un Centro Trasfusionale, un ambulatorio chirurgico oculistico per le operazioni di cataratta e rimozione dei corpi estranei dall’occhio, un ambulatorio di Otorinolaringoiatria, le cucine per i ricoverati , la Lavanderia, la falegnameria, le caldaie per il riscaldamento, la squadra di elettricisti, l’officina, la squadra di operai tecnici. Vi erano residenti in Ospedale le Suore Orsoline e i medici (dottor Gaetano Fiorentino, dottor Renato Meloni, dottor Luciano Pittoni). I chirurghi erano immediatamente presenti per le urgenze.

Si eseguivano 1.600 interventi chirurgici l’anno, contro gli 800 circa attuali.

Nascevano 2.000 bambini l’anno, contro gli attuali 300 circa di Carbonia e Iglesias assieme.

Le prestazioni sanitarie venivano pagate dalle Casse Mutue. Il Bilancio dell’Ente era sempre attivo e Il surplus veniva utilizzato per le opere pubbliche nella città di Carbonia. Attualmente invece i bilanci annuali sono in debito per milioni di euro.

Poi arrivò la crisi delle miniere, ma l’Ospedale sotto la guida del Comune, aumentò la consistenza numerica dei suoi dipendenti, e distribuì stipendi che tennero viva la rete commerciale locale. Pertanto, il buon funzionamento della Sanità si traduceva anche in un beneficio economico per il territorio.

Era sempre Presidente Pietro Cocco quando venne promulgata la legge più importante della storia Repubblicana: la legge 833 del 1978. Era la “Legge di Riforma sanitaria”. Fu una grandiosa rivoluzione. Nacquero le ASSL. Quella di Carbonia fu la n. 17; quella di Iglesias fu la n. 16. Scomparvero gli Enti Ospedalieri Comunali e comparvero le “Aziende Socio Sanitarie Locali”. Tutti i Comuni dell’hinterland, cioè il Sulcis, nominarono nel 1982 i Delegati Comunali per il “Comitato di Gestione della ASSL”. Tra i consiglieri comunali eletti, venne formato il Consiglio di Amministrazione della ASSL. Il primo Presidente, dopo Pietro Cocco, fu Antonio Zidda; il vicepresidente fu Andrea Siddi, che era anche Sindaco di Sant’Antioco.

Le deliberazioni della ASSL venivano assunte dopo confronti serrati sia fra i consiglieri comunali del territorio, sia fra Amministrazione e Sindacati.

L’epoca dei Comitati di Gestione fu un fermento di idee e di partecipazione popolare. Furono prese allora le decisioni di miglioramento dei Servizi Ospedalieri fino ad oggi.

Il numero dei Sanitari aumentò e le istanze dei Medici furono rappresentate, in Amministrazione, dal “Consiglio dei Sanitari”. Il parere dei Medici fu fondamentale per qualsiasi decisione di tipo sanitario. La collaborazione fu proficua.

La Direzione Amministrativa Sanitaria della Sardegna era attribuzione dell’Assessore regionale della Sanità che agiva come super-presidente delle ASSL.

In questa scala gerarchica della catena direzionale la volontà popolare del territorio era genuinamente rappresentata.

Negli anni ’90 il corso della storia della Sanità Ospedaliera cambiò bruscamente direzione.

Arrivarono i “Tecnici”. Tristi figure di scuola bocconiana che stravolsero il senso del “prendersi cura dell’Altro”. Gli Ospedali cambiarono nome: si chiamarono “Stabilimenti”. Anche i “pazienti” cambiarono nome: si chiamarono “clienti”. Il prodotto dello “Stabilimento” doveva essere gestito con le stesse regole con cui si producono e si vendono i prodotti industriali. L’obiettivo non era più il benessere sanitario ma il “bilancio”. Il numero di posti letto per mille abitanti fu portato da 6 a 3. Il “bilancio” fu l’ossessione contabile prevalente e si pretendeva di conservare “efficienza e efficacia” pur tagliando posti letto, organici e spese per aggiornamento strumentale e strutturale. Le dinamiche decisionali non derivavano più dal confronto fra i bisogni popolari e la parte politica, ma dalla sequenza rigida di azioni dettate dalla scaletta di un algoritmo. L’algoritmo spodestò lo “spirito di servizio” e la “mediazione” con le “forze sociali” attraverso un retinacolo di passaggi burocratici, impenetrabile al cittadino comune. Il cittadino comune, e anche il più alto rappresentante sanitario della città, il Sindaco, vennero tecnicamente espulsi dal luogo dove si formulano le proposte programmatiche e si prendono le decisioni. Questo fu il frutto delle continue rielaborazioni fino al totale sovvertimento della legge 833.

Il centro del nuovo mondo sanitario venne occupato dallo “apparato burocratico”. I pazienti e i medici vennero posti alla periferia di quel mondo o, più frequentemente, al di fuori.

Il dominio del puro risultato “contabile”  sulla mission di tutela sanitaria della 833 produsse:

  • L’annullamento dei Medici nelle dinamiche decisionali sanitarie,
  • L’annullamento degli Infermieri,
  • La riduzione degli Organici,
  • La conseguente chiusura di reparti medici e chirurgici,
  • La contrazione delle spese per attrezzature ed aggiornamenti,
  • L’accorpamento di reparti deteriorati,
  • La mancata sostituzione dei primari e personale andati in pensione,
  • La insoddisfazione della popolazione costretta a cercare assistenza altrove generando mobilità passiva,
  • L’accentramento della Sanità nelle città capoluogo,
  • L’impoverimento dei Servizi,
  • Le scandalose liste d’attesa.

E ne sono conseguiti:

  • La mobilità passiva verso Cagliari, Sassari ed il Continente,
  • Il trasferimento di somme enormi del Bilancio per pagare i Servizi Sanitari comprati dal capoluogo e dalle Case di Cura private.
  • La perdita, lenta, di circa 1.000 posti di lavoro tra Carbonia e Iglesias a vantaggio di Cagliari.
  • Le 1.000 buste paga scomparse in progressione dal Sulcis Iglesiente, tra la fine degli gli anni ’90 ed oggi, corrisponde a oltre un milione e mezzo di euro di stipendi al mese che manca alla rete commerciale locale.
  • In un anno mancano al circuito di danaro nel Sulcis Iglesiente almeno 18 milioni di euro.
  • La mancanza di soldi dal nostro territorio a vantaggio di territori già traboccanti di privilegi e servizi come Cagliari genera: povertà.
  • La povertà e la mancanza di lavoro chiudono il cerchio e si autoalimentano.
  • La fuga delle giovani coppie che ne consegue si traduce in spopolamento ed invecchiamento relativo.
  • I meno giovani restano in balia di un sistema che non è più “accogliente” come ai tempi dei “Comitati di Gestione” ma “respingente”.
  • Le lunghissime “liste d’attesa” sono la rappresentazione grafica perfetta del “respingimento” in atto.

Durante il “lockdown” abbiamo assistito ad un fenomeno impensabile: il “silenzio” dei Medici Ospedalieri.

Nessuno parla, nessuno informa, né partecipa alle ansie della gente. Muti lavorano, distogliendo lo sguardo.  Il “silenzio” dei Medici Ospedalieri è il sintomo chiaro della loro esclusione dalla Sanità.

Ora è il momento.

Se è vero che nulla sarà come prima, dobbiamo stare attenti. Il cambiamento può essere in meglio o anche in peggio.

Per tutto ciò che ho detto in premessa, questo è un momento storico: sul cavallo in corsa della nostra Storia Sanitaria è stato cambiato il cavaliere. Bisogna verificare chi è, e in quale direzione intende correre questo cavaliere post-Covid.              

Mario Marroccu         

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Il cielo di Cagliari, questa mattina, per alcuni minuti si è colorato di verde, bianco e rosso, con le scie delle frecce tricolori della Pattuglia acrobatica nazionale che hanno attraversato due volte la città, in occasione delle celebrazioni per il 74° anniversario della proclamazione della Repubblica. Quella sarda è stata la terza giornata di una serie di sorvoli che, toccando tutte le regioni, abbracceranno simbolicamente tutta l’Italia, in segno di unità, solidarietà e di ripresa.

Le celebrazioni sono iniziate lunedì 25 maggio, quando la Pattuglia è decollata da Rivolto, sede delle Frecce tricolori, In cinque giorni toccherà tutti i capoluoghi di regione e… Codogno, prima zona rossa dell’emergenza sanitaria che ha colpito il Paese e Loreto, dove ha sede del santuario della Madonna protettrice dell’Arma Azzurra. Si concluderà il 2 giugno, Festa della Repubblica, sopra Roma, dove le frecce tricolori effettueranno alcuni passaggi sulla città durante la cerimonia di deposizione di una corona di alloro all’Altare della Patria da parte del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.

 

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Il presidente del Consiglio comunale di Carbonia, Daniela Marras, ha convocato la prossima seduta dell’assemblea pubblica cittadina per mercoledì 3 giugno, alle ore 18.15, presso la sala polifunzionale di piazza Roma.

L’adunanza verterà sui seguenti punti all’ordine del giorno:

  • Comunicazioni del presidente del Consiglio comunale;
  • Comunicazioni del Sindaco;
  • Interrogazioni, interpellanze e mozioni;
  • Ratifica deliberazione n. 58 del 27 aprile 2020 adottata in via d’urgenza dalla Giunta comunale ai sensi degli articoli 42 e 175 del Testo Unico Enti locali 267/2000: “Variazione d’urgenza al Bilancio di previsione 2020-2022 (articolo 175, comma 4 del Dlgs. 267/2000)”.

I consiglieri comunali potranno partecipare all’assemblea in presenza o in videoconferenza.

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Meo Sacchetti, il coach della Dinamo del Triplete, lascia la Vanoli Cremona per assumere la guida della Fortitudo Bologna. La notizia circolava con insistenza da diverse ore e pare destinata a concretizzarsi a breve. Dopo la lunga e gloriosa esperienza alla guida della Dinamo, conclusa con un esonero il 21 novembre 2015, il 5 maggio 2016 Meo Sacchetti ha firmato un contratto biennale con l’Enel Brindisi ma dopo 13 mesi ha lasciato la squadra pugliese per assumere la guida della Vanoli Cremona, inizialmente con un contratto triennale, poi rinnovato fino al 2022. Dal 1° agosto 2017 divide il suo impegno con la panchina della Nazionale, sulla quale è subentrato ad Ettore Messina. I suoi brillanti risultati sono sotto gli occhi di tutti: un anno fa ha portato la Vanoli alla conquista della Coppa Italia e la Nazionale alla qualificazione diretta al Mondiale, obiettivo che mancava dal 1998.

Il 27 giugno 2017, pochi giorni dopo aver ufficializzato il suo passaggio alla Vanoli Cremona, Meo Sacchetti presentò il suo libro “Il mio basket è di chi lo gioca”, autobiografia scritta con la collaborazione del giornalista dell’Unione Sarda Nando Mura, a San Giovanni Suergiu. Nell’occasione raccontò ai tanti giovani presenti, la sua straordinaria favola sportiva, esaltata dai successi ottenuti prima da giocatore, con le squadre di Club e con la Nazionale (tra i quali il titolo europeo 1983 e la medaglia d’argento alle Olimpiadi del 1980 a Mosca), poi da coach, indimenticabili i successi alla guida della Dinamo. Ed ora, a 66 anni, inizia una nuova avventura a Bologna, una delle città simbolo del basket italiano, dove ha giocato e resterà per almeno due stagioni, come previsto dall’accordo appena raggiunto. Come a Cremona, anche a Bologna dividerà il suo impegno con la guida della Nazionale.

Meo Sacchetti è rimasto molto legato alla Sardegna e, a fine carriera, si trasferirà definitivamente nell’Isola, nelle campagne alla periferia di Alghero, dove ha acquistato una casa e trascorre le sue vacanze.

 

 

        

 

 

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Il nuovo Rappresentante del Governo per la Regione Sardegna, prefetto Amalia Di Ruocco ha visitato stamane il Comando Militare Esercito Sardegna.

Ad accoglierla il Comandante del Comando Militare Esercito Sardegna, Generale di Divisione Francesco Olla, col quale si è intrattenuta in un cordiale incontro, durante il quale sono stati affrontati i diversi argomenti legati alla presenza dell’Esercito e delle Forze Armate in Sardegna.

In particolare il generale Francesco Olla, nel riconfermare l’impegno profuso per il rafforzamento dei già ottimi rapporti esistenti tra le due Istituzioni, ha illustrato al prefetto Amalia Di Ruocco le peculiari attività che il Comando Militare è chiamato a svolgere sul territorio della Regione Sardegna.

Nel corso dell’incontro il Prefetto ha auspicato una collaborazione ancora più intensa con le Forze Armate e le Amministrazioni locali.

Al termine della visita, il prefetto Amalia Di Ruocco ha firmato l’albo d’onore estendendo il suo più cordiale saluto a tutto il personale militare.

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Per il 6° giorno consecutivo nessun nuovo caso positivo al Covid-19 nelle ultime 24 ore in Sardegna, su 1.326 tamponi eseguiti. I casi accertati dall’inizio dell’emergenza sono complessivamente 1.355, ma 1 in più rispetto a ieri, è relativo ad una persona non residente nell’Isola, verificatosi a marzo nella Città metropolitana di Cagliari e non conteggiato precedentemente.
È quanto rilevato dall’Unità di crisi regionale nell’ultimo aggiornamento. In totale nell’Isola sono stati eseguiti 53.294 tamponi. I pazienti ricoverati in ospedale sono in tutto 43, 41 con sintomi, 2 in terapia intensiva, mentre 172 sono le persone in isolamento domiciliare e 215 gli attualmente positivi. I pazienti dimessi/guariti sono 1.010. Il numero dei decessi resta invariato, 130.
Sul territorio, dei 1.355 casi positivi complessivamente accertati, 250 sono stati registrati nella Città Metropolitana di Cagliari (+1), 97 nel Sud Sardegna, 59 a Oristano, 79 a Nuoro, 870 a Sassari.

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Il comune di Carbonia ha pubblicato un nuovo elenco (il quinto in ordine cronologico dopo le pubblicazioni del 4, 12, 15 e 22 maggio) delle famiglie beneficiarie dell’erogazione del contributo regionale inerente le “Misure straordinarie urgenti a sostegno delle famiglie per fronteggiare l’emergenza economico-sociale derivante dalla pandemia SARS-COV-2”.

Questo nuovo elenco fa riferimento alle imprese che hanno già fatto richiesta del bonus di 600 euro previsto dall’Inps.
In totale salgono a 475 le famiglie beneficiarie del bonus regionale in base alle graduatorie stilate dagli Uffici dei Servizi sociali.

Le graduatorie sono pubblicate al seguente link:
https://www.comune.carbonia.su.it/servizi/servizi-sociali-e-politiche-giovanili/item/3297-misure-straordinarie-e-urgenti-a-sostegno-delle-famiglie-per-fronteggiare-l-emergenza-economico-sociale-derivante-dalla-pandemia-sars-co-v2-elenco-beneficiari-della-seconda-mensilita

Gli Uffici dei Servizi sociali sono al lavoro al fine di istruire il prima possibile tutte le pratiche rimanenti. All’inizio della prossima settimana verrà pubblicato un nuovo elenco di beneficiari del bonus da 800 euro.

Le persone, la cui domanda risulta al momento sospesa, verranno contattate dai nostri uffici comunali e invitate a presentare le informazioni mancanti.

Per maggiori informazioni è possibile contattare preferibilmente il seguente indirizzo email: infobonuscovid@comune.carbonia.ca.it; o in alternativa i seguenti numeri telefonici:

Dal lunedì al venerdì
dalle 9.00 alle 11.00 il numero telefonico 340-1735181
dalle 11.00 alle 13.00 il numero telefonico 340-0166238