28 July, 2024
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La Messa Crismale, prevista dalla liturgia nella data del Giovedì santo e rinviata a causa delle limitazioni sanitarie legate alla pandemia, secondo il Decreto della Congregazione per il culto divino del 19 marzo 2020 potrà essere celebrata entro la festa della Pentecoste.
Nella nostra Diocesi sono giunto alla decisione di celebrarla sabato 30 maggio, alle ore 10.00, nella chiesa Cattedrale.
Per le norme del Protocollo del Ministero degli Interni, accettato dalla CEI il 13 maggio 2020, purtroppo, il numero dei partecipanti dovrà essere contingentato secondo l’effettiva capienza della cattedrale.
Invito a partecipare alla Messa del Crisma, durante la quale saranno benedetti i Santi Oli per i Sacramenti, i presbiteri, chiamati durante il rito a rinnovare le promesse sacerdotali, i diaconi, i seminaristi, e una rappresentanza delle comunità religiose, delle associazioni laicali e delle équipe degli Uffici diocesani. Tutti coloro che saranno convocati per la partecipazione (compresi i sacerdoti, a cui chiedo di comunicare l’adesione entro il 25 c.m.) si troveranno direttamente in cattedrale alle ore 9.30. Nei prossimi giorni l’Ufficio liturgico diocesano comunicherà alcuni dettagli per la celebrazione.
Chiedo all’intera comunità diocesana, di unirsi spiritualmente alla celebrazione e di pregare perché tutti i ministri e i battezzati della nostra Chiesa vivano nella fede del Signore Risorto e siano arricchiti dei doni del Suo Santo Spirito.

Mons. Giovanni Paolo Zedda – Vescovo di Iglesias

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In questo tempo, segnato dall’esperienza drammatica della pandemia, dover rinunciare alle grandi e belle tradizioni religiose, come sta capitando anche nella nostra Chiesa diocesana, è inevitabilmente fonte di disagio e di grande sofferenza. Oltre all’impossibilità di presenziare all’Eucaristia (e non sarà ancora sufficiente l’apertura ad un piccolo numero di fedeli dal prossimo 18 maggio), si sono già dovute sospendere la dedicazione della Basilica di Sant’Antioco il 18 marzo, le processioni della Settimana Santa, della Messa crismale nel Giovedì santo, della Festa di Sant’Antioco il 27 aprile, e di altre feste patronali.

Giovedì 21 maggio era previsto e atteso il pellegrinaggio del simulacro di S. Maria di Monserrat verso Tratalias, che sarebbe dovuto rientrare ad Iglesias, secondo la tradizione, martedì 24. Concordemente con la responsabilità della Chiesa italiana, che ha accettato responsabilmente per l’attenzione dovuta alla salvaguardia della salute pubblica, mi sembra doveroso chiedere ai cristiani di Tratalias e del Sulcis il sacrificio di rinunciare momentaneamente alla possibilità di godere in questo periodo della presenza dell’immagine della Santa Regina del Sulcis nella sua chiesa storica di Tratalias. Siamo giunti a questa decisione dopo aver riflettuto attentamente con l’Amministrazione comunale di Tratalias e con le Autorità preposte all’ordine pubblico: pur con tutta la buona volontà è sembrato arduo osservare tutte le norme sanitarie prudenziali decise dai Decreti ministeriali e gestire la Festa nei giorni previsti dalla tradizione.
Dal punto di vista propriamente religioso, invito tutta la comunità ecclesiale a tenere salda la propria devozione a Santa Maria di Monserrat. Il suo amore materno per noi è sicuro al di là di tutte le manifestazioni esteriori, e il nostro amore e la nostra fiducia nel suo aiuto non possono essere diminuiti dalle difficoltà di presenza fisica che ci sono imposte dalla situazione di pandemia. Si potrebbe cominciare a prevedere l’ipotesi di spostare per quest’anno il pellegrinaggio e la festa al mese di settembre, nella speranza che la situazione epidemiologica migliori.
Anche se in questo periodo non possiamo esprimere pubblicamente la nostra fiducia nella Beata Vergine Maria se non in modo limitato alla preghiera personale e familiare, vogliamo affidare alla sua intercessione le nostre famiglie e il nostro popolo, perché rafforzi in tutti noi la fede e la speranza nel suo Figlio, morto e risorto per noi, rinvigorisca la carità vicendevole e ci aiuti a superare tutte le difficoltà che abbiamo da affrontare, quelle direttamente legate all’epidemia e quelle relative alle insicurezze economiche e sociali che possono derivarne e che si aggiungono alla crisi che da tempo ci sta colpendo.

Vi saluto cordialmente e vi benedico tutti, affidandovi alla materna protezione di Santa Maria di Monserrat.

Mons. Giovanni Paolo Zedda – Vescovo di Iglesias

 

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1 solo nuovo caso positivo al Covid-19 nelle ultime 24 ore in Sardegna su 992 tamponi eseguiti. Sono ora 1.353 i casi accertati dall’inizio dell’emergenza. Si registra un solo nuovo caso nella Città Metropolitana di Cagliari. È quanto rilevato dall’Unità di crisi regionale nell’ultimo aggiornamento. In totale nell’Isola sono stati eseguiti 42.249 tamponi. I pazienti ricoverati in ospedale sono in tutto 86, di cui 10 in terapia intensiva, mentre 319 sono le persone in isolamento domiciliare. Il dato progressivo dei casi positivi comprende 731 pazienti guariti (+12 rispetto al dato precedente), più altri 92 guariti clinicamente. Non si registrano nuovi decessi (complessivamente 125).
Sul territorio, dei 1.353 casi positivi complessivamente accertati, 248 sono stati registrati nella Città Metropolitana di Cagliari, 97 nel Sud Sardegna, 58 a Oristano, 79 a Nuoro, 871 a Sassari.

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Le condizioni meteo sono migliorate ed il bilancio dei danni provocati dal vento l’altra notte, in alcune località del Sulcis, è contenuto. A Carbonia, si è rischiato veramente grosso, con la caduta di coperture e depositi d’acqua che avrebbero potuto ingenti danni e anche delle vittime. Le fotografie allegate documentano la caduta di una copertura nella zona commerciale ed artigianale di via Roma, l’intervento dei vigili del fuoco in via Cannas ed il grande deposito d’acqua precipitato da un palazzo in piazza mercato. Fortunatamente in entrambi i casi più pericolosi, anche perché il tutto è avvenuto in piena notte, non erano presenti persone e neppure auto parcheggiate, per le restrizioni imposte dall’emergenza Coronavirus.

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Dal 14 marzo sono 44.149 i controlli realizzati dal Corpo forestale della Regione Sardegna per vigilare sul rispetto delle regole stabilite per l’emergenza epidemiologica da Covid-2019. Nella giornata di ieri sono stati effettuati 23 controlli: 5 nell’area di Cagliari, 1 Oristano, 12 Sassari, 3 Lanusei, 2 Tempio. Non è stata emessa alcuna sanzione e dal 14 marzo le persone sanzionate sono 825.

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Anche oggi in Sardegna sono stati riscontrati alcuni casi positivi al Covid-19, 4, ma si tratta ancora di numeri minimi che confermano un’evoluzione incoraggiante verso il superamento dell’emergenza, come confermano sia un’altra giornata senza decessi, sia la consistente diminuzione sia delle persone in isolamento domiciliare, 330 (ieri erano 376) sia quello degli attualmente positivi, 415 (ieri erano 461). E ancora, la crescita sensibile del numero dei pazienti dimessi/guariti, 812 (ieri erano 762).

Restano invariati sia il numero dei pazienti ricoverati con sintomi, 75, sia quello dei pazienti in terapia intensiva, 10.

Nelle province, ancora una giornata senza nuovi casi positivi nelle province di Nuoro e Sud Sardegna, mentre 1 caso è stato riscontrato sia nella Città Metropolitana di Cagliari sia nella provincia di Oristano (ieri prive di casi positivi). 2 i casi riscontrati nella provincia di Sassari che ieri ne aveva avuto 3 e complessivamente è arrivata a 871.

 

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La consigliera regionale M5S  Carla Cuccu, segretaria nell’ufficio di Presidenza del Consiglio regionale, è la prima firmataria di una mozione, sottoscritta pure dai colleghi Elena Fancello e Valerio De Giorgi del gruppo misto, che impegna il presidente della Regione Christian Solinas e la Giunta regionale ad adoperarsi affinché l’infezione da Covid-19 venga qualificata come malattia professionale e prevedano misure che consentano ai lavoratori ed agli imprenditori di poter riaprire le attività scongiurandone la chiusura definitiva.

«Il motore dell’economia sarda, agonizzante già prima della pandemia, merita interventi urgenti ed improcrastinabili per contenere la gravissima crisi finanziaria in corsosottolinea Carla Cuccu -. In particolare chiede una serie di interventi: l’esonero temporaneo dal versamento di contributi previdenziali ed assistenziali, fatti salvi quelli figurativi,  ed una tassa piatta al 15% sulle persone fisiche (I.R.P.E.F.) usufruendo degli oneri deducibili dal reddito per gli esercenti attività d’impresa, arte o professione, che possano beneficiare di finanziamenti statali a tasso zero da restituire in 10-15 anni. E, infine, l’estensione ai lavoratori del settore marittimo locale passeggeri e servizi connessi, dal mese di marzo 2020 dell’indennità prevista per i lavoratori stagionali di cui all’art. 29, comma 1 D.L. n.18/20 convertito in legge n. 27/2020.»

«La Sardegna da isola felice che potrebbe essere non può diventare l’isola della disperazione; se l’insularità ha consentito di contenere il contagio della pandemia deve essere pure una risorsa propulsiva per proteggere e sviluppare circuiti economici a garanzia del reddito isolanoconclude Carla Cuccu -, non c’è più tempo da perdere; i sardi attendono risposte concrete ed immediate.»

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L’infortunio sul lavoro per Covid-19 non è collegato alla responsabilità penale e civile dell’impresa. Ieri sera, dopo le proteste di Confartigianato e degli imprenditori, che avrebbero rischiato un processo penale nel caso un loro dipendente si fosse ammalato di Covid-19, l’Inail ha precisato come «i criteri applicati dall’Istituto per l’erogazione delle prestazioni assicurative ai lavoratori che hanno contratto il virus sono totalmente diversi da quelli previsti in sede penale e civile, dove è sempre necessario dimostrare il dolo o la colpa per il mancato rispetto delle norme a tutela della salute e della sicurezza».

Per questo, dal riconoscimento del contagio come infortunio sul lavoro non deriva automaticamente una responsabilità del datore di lavoro.

«Siamo soddisfatti della precisazione, forse una piccola retromarcia, dell’Istitutocommenta Antonio Matzutzi, presidente di Confartigianato Imprese Sardegna – perché al danno dei costi legati all’emergenza sanitaria della quarantena, per le imprese si sarebbe aggiunta anche la beffa di poter finire in tribunale o, quanto meno, di vedersi citati in giudizio per il contagio di un proprio dipendente. Tutto questo dopo gli enormi sforzi sostenuti per ripartire in sicurezza

Confartigianato Sardegna, infatti, ha più volte sottolineato come la pandemia fosse un fatto esogeno all’azienda e, per questo, non si sarebbe potuta attribuire all’imprenditore alcuna responsabilità penale se questo avesse messo in campo tutte le protezioni individuali e tutti gli accorgimenti richiesti dai vari protocolli, svolgendo anche una azione di controllo.

«Ci auguriamo che, anche per i mesi a venire, a nessuno venga in mente di colpevolizzare gli imprenditori – prosegue il Presidente – quindi è necessario che chi rispetta le norme di sicurezza, anche in futuro, non debba incorrere in responsabilità penali legate a eventuali positività dei propri dipendenti: e su questo chiederemo sempre garanzia per la loro tutela. Moltissime imprese – sottolinea Antonio Matzutzi – già stremate dalle pesanti conseguenze economiche della pandemia, avrebbero rischiato altrimenti di non sopravvivere agli ulteriori costi che sarebbero derivati da eventuali sanzioni correlate anche a questa possibilità.»

Confartigianato Sardegna ricorda come gli imprenditori, anche nell’Isola, abbiano già sostenuto difficoltà enormi come i costi legati alla sorveglianza sanitaria, alla gestione della sicurezza, all’acquisto dei dpi, ma anche quelli sostenuti per agevolare i trasporti personali casa-lavoro dei propri dipendenti, per implementare lo smart working, per stipulare coperture assicurative RC per azienda e dipendenti. E ancora dei costi legati alle assenze e sostituzione di dipendenti, uniti a quelli per accedere ai finanziamenti bancari, per recuperare i crediti insoluti, per assicurarsi le materie prime con nuove modalità. Un elenco nemmeno esaustivo, ma già lunghissimo.

«Sulla tutela delle imprese, soprattutto in questo periodo di ripartenza – conclude il presidente di Confartigianato Imprese Sardegna – non molleremo mai e vigileremo sempre.»

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Nonostante il forte vento, è approdata, nella serata di venerdì, nel porticciolo di Sant’Antioco, la draga MP Argo, che dovrà occuparsi delle operazioni di dragaggio del canale navigabile, tra l’Isola di Sant’Antioco e la costa sud-occidentale della Sardegna. Il mezzo dovrebbe iniziare i lavori sul fondale già dai prossimi giorni.
Il materiale estratto, circa 2mila tonnellate di sedime, verrà depositato all’interno di un’area appositamente delimitata e autorizzata, all’uscita del porto pescatori di Sant’Antioco.

Federica Selis

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«L’emergenza Covid-19 ha colpito tutte le imprese e i cittadini, ed è intervenuta in Sardegna in maniera drammatica proprio nel momento di massima espansione e slancio dell’industria audiovisiva isolana, determinando la chiusura dei cinema e il fermo delle produzioni nazionali ed internazionali già in calendario: ad oggi oltre una trentina i set annullati, interrotti o posticipati».

Con questa dichiarazione l’assessore regionale della pubblica istruzione, beni culturali, informazione Andrea Biancareddu annuncia le prime misure urgenti che garantiranno un primo investimento e liquidità alle sale – affiancandosi ai provvedimenti nazionali e regionali già previsti dalle misure a tutela dei lavoratori e delle aziende – con l’obiettivo di incoraggiare la rapida ripresa del settore e di riportare il pubblico in sala.

Si parte nei prossimi giorni con l’apertura di un fondo a sportello per l’attività di esercizio cinematografico con una dotazione economica di 250.000 euro, finalizzato a promuovere il cinema “Made in Sardegna” e le attività di educazione all’immagine per le scuole regionali di ogni ordine e grado, incaricando la Fondazione Sardegna Film Commission di attivare l’istruttoria.
Tutte le informazioni relative al bando saranno presto reperibili sul sito della Regione Autonoma della Sardegna e sul sito della Fondazione Sardegna Film Commission www.sardegnafilmcommission.it

«La Regione Autonoma della Sardegna riafferma con questi primi bandi il suo impegno nel sostegno incondizionato alla filiera del cinema e dell’audiovisivo– sottolinea l’Assessore  – Auspichiamo che queste misure siano una prima boccata d’ossigeno per le tante sale cinematografiche disseminate nel territorio regionale che per prime sono state chiuse a causa dell’emergenza Covid-19 e che rischiano di non riuscire a sopravvivere. Chiediamo agli esercenti di immaginare tanti eventi che coinvolgano tutte le generazioni, dai più piccoli ai nonni. La scelta di affidare l’esecuzione del fondo a sportello alla Fondazione Sardegna Film Commission, nostro ente di governance regionale per il comparto audiovisivo, vuole essere garanzia di istruttorie rapide, efficace assistenza creativa per le proposte progettuali e significativo affiancamento e supporto per tutte le imprese di esercizio cinematografico del territorio isolano

Con il bando si intende promuovere – attraverso l’istituzione di un fondo a sportello – iniziative di promozione della cultura cinematografica attraverso eventi gratuiti che celebrino i film “Made in Sardegna”, realizzati nel territorio della Regione Sardegna ed espressione del patrimonio culturale e identitario sardo, capaci di coinvolgere le professionalità isolane.

«E’ un primo intervento dall’altissimo valore simbolico: vogliamo ridare ai cittadini il piacere del cinema sul grande schermo, celebrando al contempo il pubblico, le opere, le maestranze ed i talenti creativi della Sardegna, che insieme alle nostre istituzioni sono sempre più presenti nei mercati internazionali. È il momento di fare sistema, riscoprendo e valorizzando il cinema “Made in Sardegna” anche nelle nostre sale», conclude Andrea Biancareddu.

Potranno accedere al fondo a sportello le imprese di esercizio cinematografico della Sardegna: le istanze verranno valutate secondo l’ordine cronologico di arrivo e le attività di sportello saranno chiuse ad esaurimento delle risorse.