27 July, 2024
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195 località italiane, 407 spiagge, 75 approdi: il programma Bandiera Blu, Eco-label Internazionale per la certificazione della qualità ambientale delle località rivierasche si è affermato ed è attualmente riconosciuto in tutto il Mondo, sia dai turisti che dagli operatori turistici, come un valido eco-label relativamente al turismo sostenibile in località turistiche marine e lacustri, anche quest’anno ha fatto le sue scelte.

“Bandiera Blu” è condotto dall’organizzazione non-governativa e no-profit “Foundation for Environmental Education” (FEE). Tale Programma è operativo in Europa dal 1987; con l’inizio del nuovo secolo la FEE ha sottoscritto un Protocollo di partnership globale con il Programma per l’Ambiente delle Nazioni Unite (UNEP) quindi, un Protocollo d’Intesa con l’Organizzazione Mondiale del Turismo delle Nazioni Unite (UNWTO), di cui è anche membro affiliato., per cui il Programma inizialmente europeo è stato esteso in 49 paesi in tutto il Mondo.

L’obiettivo principale del Programma Bandiera Blu, è quello di promuovere nei Comuni rivieraschi una conduzione sostenibile del territorio attraverso una serie di indicazioni che mettono alla base delle scelte politiche, l’attenzione e la cura per l’ambiente.

I criteri del Programma vengono aggiornati periodicamente in modo tale da spingere le amministrazioni locali partecipanti ad impegnarsi per risolvere, e migliorare nel tempo, le problematiche relative alla gestione del territorio al fine di una attenta salvaguardia dell’ambiente. La valutazione delle auto-candidature, inviate ogni anno compilando uno specifico questionario e allegando idonea documentazione a supporto, avviene attraverso i lavori di una Commissione di Giuria, all’interno della quale sono presenti rappresentanti di enti istituzionali quali Presidenza del Consiglio-Dipartimento del Turismo, Ministero delle Attività Agricole e Forestali, Comando Generale delle Capitanerie di Porto, ENEA, ISPRA, Coordinamento Assessorati al Turismo delle Regioni, DECOS -Università della Tuscia, nonché da organismi privati, quali la Federazione Nazionale Nuoto – Sezione Salvamento, i Sindacati Balneari SIB-Confcommercio e FIBA-Confesercenti , che ne condividono il fine e l’approccio metodologico. Già da alcuni anni, per la valutazione delle candidature, è stato introdotto l’iter procedurale certificato secondo la norma UNI EN ISO 9001-2000.

Tra le 195 località italiane cui è andata la Bandiera Blu 2020, 14 sono sarde, di seguito suddivise per Provincia, tutte confermate:

Cagliari

Quartu Sant’Elena – Poetto, Mare Pintau

Teulada – Portu Tramatzu, Sabbie Bianche, Tuerredda

Carbonia Iglesias

Sant’Antioco – Maladroxia

Nuoro

Bari Sardo – Bucca ‘e Strumpu/Torre di Barì/Planargia

Ogliastra

Tortolì – Lido di Cea, Lido di Orrì (I e II Spiaggia),  Muxì (Il Golfetto), Orrì Foxilioni, Ponente (nota “La Capannina”), Porto Frailis

Olbia-Tempio

Badesi – Li Junchi, Li Mindi – Lu Stangioni, Pirrotto

Li Frati-Baia delle Mimose

Oristano

Oristano – Torregrande

Sassari

La Maddalena – Tegge, Monti D’a Rena, Bassa Trinità, Porto Lungo, Spalmatore, Caprera Relitto, Caprera Due Mari Palau – Isolotto,

Palau Vecchio

Santa Teresa Gallura – Rena Ponente (Loc. Capo Testa), Rena Bianca, Zia Culumba (Loc. Capo Testa, Rena di Levante), La Taltana – Santa Reparata

Trinità D’Agultu e Vignola – La Marinedda, Spiaggia Lunga Isola Rossa

Sorso – Marina di Sorso (IV/V pettine), Spiaggia della Marina

Castelsardo – Madonnina/Stella Maris, Sacro Cuore/Ampurias Sassari – Porto Ferro, Porto Palmas.

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«I centri di riabilitazione della Sardegna devono essere immediatamente sostenuti dalla Regione per tutelare i pazienti, i lavoratori dei centri e per evitare che si disperda un patrimonio di cultura sanitaria diffuso in tutta l’Isola.»

Lo ha detto il consigliere regionale Stefano Schirru, intervenuto durante le audizioni della commissione Sanità che si è riunita oggi.

«Abbiamo raccolto il grido d’aiuto lanciato dai rappresentanti dei centri di riabilitazione, che si occupano di patologie serie e anche talvolta gravissime come l’autismo. Abbiamo appreso dalla voce dei loro rappresentanti che i centri stanno operando al dieci per cento delle loro potenzialità pur di garantire il servizio durante questa straordinaria emergenza. Il loro sforzo va immediatamente sostenuto da parte della Regione con uno stanziamento straordinario che compensi almeno in parte il disavanzo che si è venuto a creare in questi mesi. Non possiamo rischiareha concluso Stefano Schirrudi perdere tanta professionalità e soprattutto di ridurre la quantità e qualità dei servizi assistenziali rivolti a migliaia di pazienti sardi.»

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Le attività commerciali ed artigianali della Sardegna devono ripartire. Alcune tipologie di esercizi, come è noto, avrebbero già potuto riprendere le loro attività in base all’ordinanza n. 20 del 2 maggio, come è accaduto in alcuni Comuni tra quelli per i quali è stato calcolato un indice RT inferiore allo 0,50. Ma, preso atto delle incertezze dei dubbi interpretativi manifestati da alcuni Sindaci, ho ritenuto necessario assumere direttamente l’iniziativa per la ripartenza. Ho firmato una nuova ordinanza con la quale sarà consentita la ripresa immediata di attività commerciali ed artigianali per la cura della persona, parrucchieri, centri estetici, gioiellerie, profumerie. I Sindaci che valuteranno non sussistere le condizioni di sicurezza necessarie, potranno con una loro ordinanza vietare le attività nel proprio Comune.

Così il presidente della Regione Christian Solinas, che ha comunicato questa decisione nel corso dell’odierno punto stampa. Il presidente Christian Solinas è tornato sulle polemiche sorte nei giorni scorsi a proposito dell’indice di contagio.

«I dati –  ha precisato Christian Solinas -, sono stati calcolati e avvalorati dal nostro comitato tecnico scientifico, i cui componenti hanno più volte fatto chiarezza anche attraverso gli organi di stampa. 245 comuni sardi, hanno un indice di contagio pari a zero. Questo dato è chiaro e non si presta a interpretazioni, la classificazione “non calcolabile”, come ampiamente spiegato, significa che in quei territori non vi era stata alcuna circolazione virale. Il limite dello 0,50 fissato dalla Regione è peraltro largamente inferiore al parametro precedentemente individuato dal Governo, che è dell’1 per cento.»
Da domani, dunque, il nuovo provvedimento del presidente della Regione potrà fugare ogni residuo dubbio, ferma restando la possibilità di ciascun Sindaco di proibire le riaperture con una propria specifica ordinanza.
«Useremo responsabilità e prudenzasottolinea il presidente della Regione -, ma dobbiamo evitare che le nostre attività commerciali ed artigianali soccombano. Dal 18, invece, sono previste le riaperture di altre attività, come l’aviazione generale, primo step della ripresa graduale dei collegamenti aerei e marittimi sui quali è in corso un confronto con tutti i soggetti del sistema trasportistico e con il Comitato tecnico scientifico per definire una road map che punta – compatibilmente all’andamento degli indicatori di diffusione epidemiologica – ad una riapertura più ampia a partire dal 1 giugno con i voli in continuità territoriale da Alghero e Olbia per Roma e Milano, dal 15 giugno la ripresa dei voli nazionali e dal 25 giugno di quelli internazionali. Una ripartenza del traffico aereo che andrà di pari passo con nuove regole sanitarie di controllo dei passeggeri, che potranno prevedere l’istituzione di una sorta di “passaporto sanitario” o di un protocollo di controlli all’ingresso che garantiscano piena sicurezza, anche alla luce di una accelerazione che in campo nazionale e internazionale stanno registrando le procedure di liberalizzazione dei tamponi effettuati in laboratori convenzionati o con altri sistemi di esame molecolare rapido, che la Regione sta valutando con il proprio Comitato Tecnico Scientifico.»
«Entro venerdì ha concluso il presidente Christian Solinas –, forniremo indicazioni più dettagliate sulla prossima riapertura delle nostre spiagge, tenendo conto del disciplinare fornito da Inail e Iss che andrà adeguato alle esigenze di una Regione come la nostra, che vive di turismo. Ci confronteremo anche con gli operatori del settore, ma fin da oggi, posso assicurare che l’accesso alle spiagge libere resterà gratuito.»

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Chiudere la vertenza ARAS. Questo l’obiettivo del Gruppo Lega che annuncia impegno e pieno sostegno alla Giunta al fine di veder tagliare definitivamente il traguardo di questa lunga e controversa vicenda.
«Qualora fosse necessario la V Commissione dovrà farsi garante di un lavoro serio, coordinato e collaborativo, che sappia dare risposte concrete e definitive a questi lavoratori, e rispettive famiglie, che da troppo tempo attendono certezze», commentano i consiglieri Andrea Piras e Sara Canu, rispettivamente segretario e componente della summenzionata commissione consiliare.
«Tanto il nostro gruppo quanto i componenti della Giunta sono perfettamente consapevoli della necessità di agire in fretta, infatti, a rischio non sono solo le sorti dei lavoratori ex Aras ma anche dei numerosissimi allevatori beneficiari della misura 14 (Benessere Animale), prosegue il capogruppo in Consiglio regionale Dario Giagoni cui fanno immediato seguito le dichiarazioni dell’assessore della Riforma e del Personale Valeria Satta: «E’ importante trovare una soluzione per i lavoratori ARAS, portando a termine l’ingresso di tali dipendenti in LAORE. I lavoratori di ARAS, ancor di più in questo delicato momento, non devono vedere interrotto il passaggio in LAORE. Siamo al lavoro per la risoluzione delle problematiche emerse e stiamo valutando soluzioni possibili che oltre al passaggio dei dipendenti ARAS, portino finalmente alla valorizzazione, attesa da diverso tempo, del personale di LAORE così come del personale del comparto regione,  facendo cessare una delle principali problematiche sollevata dagli attuali dipendenti di LAORE».

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La linea del contagio da Covid-19 oggi è rimasta orizzontale, con 1 solo nuovo caso in Sardegna (come ieri), dato che conferma un andamento positivo ormai consolidato. E’ importante tornare indietro di alcune settimane, per valutare pienamente il miglioramento della situazione in tutta la Sardegna, dove dal 26 aprile ad oggi, in 17 giorni, sono stati riscontrati complessivamente 65 nuovi casi positivi al Covid-19, così distribuiti nella Città Metropolitana di Cagliari e nelle quattro Province:

Città Metropolitana di Cagliari 15

Provincia del Sud Sardegna 6

Provincia di Oristano 4

Provincia di Nuoro 2

Provincia di Sassari 38.

Entrando nel dettaglio della situazione odierna, i tamponi eseguiti nelle ultime 24 ore sono stati 1.234 (totale 36.710), i casi testati 1.098 (totale 32.449). I pazienti ricoverati in ospedale con sintomi sono 78 (ieri erano 77), 10 quelli in terapia intensiva (ieri erano 11), mentre sono 403 le persone in isolamento domiciliare (ieri erano 418). Gli attualmente positivi sono 491 (ieri erano 506). I pazienti dimessi/guariti sono 734 (ieri erano 718). Anche oggi non si registrano nuovi decessi (120, 4 nel corrente mese di maggio, in 13 giorni).

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E’ durissima la critica di 6 consiglieri di minoranza al sindaco di Iglesias (Federico Garau, Francesca Tronci, Bruna Moi, Luigi Biggio, Simone Saiu ed Alberto Cacciarru), Mauro Usai, sull’interpretazione data ai protocolli INAIL emanati dal presidente Franco Bettoni per il contenimento del contagio da Covid-19.

«In data odierna il presidente INAIL Franco Bettoni, tramite una conferenza stampa ha dichiarato che le linee guida emanate per l’apertura delle attività commerciali non sono da considerarsi “disposizioni vincolanti”, ma bensì contributi di carattere scientifico, per cui forniscono ipotesi di modulazione delle misure di contenimento del contagio già note, anche attraverso criteri per l’individuazione di misure di prevenzione e protezione, specificando inoltre che è evidente che non si tratta di linee guida impartite alle imprese, in quanto né l’Inail né l’Iss sono titolati ad emanare – si legge in una nota dei consiglieri Federico Garau, Francesca Tronci, Bruna Moi, Luigi Biggio, Simone Saiu ed Alberto Cacciarru -. Dichiarazione, quella del presidente Franco Bettoni, che sembra smentire categoricamente quella fatta dal sindaco Mauro Usai, il quale ha più volte ribadito che la riapertura delle attività commerciali di Iglesias sono state negate (dalla data di lunedì 11 maggio, ndr) in quanto mancavano le linee guida INAL.»

«Le parole del presidente INAIL Bettoni sciolgono ogni dubbio – aggiungono i rappresentanti dei gruppi consiliari di: Movimento 5 Stelle, Forza Italia ed Iglesias in Comune -. Le tanto attese linee guida non sono disposizioni vincolanti, ciò significa che la città di Iglesias avrebbe potuto tranquillamente seguire in totale sicurezza la scelta di altri comuni limitrofi. Nonostante il nostro indice RT fosse stato dichiarato “non classificabile” per via del basso numero di contagi, il sindaco Mauro Usai ha preferito condannare la città di Iglesias e le sue attività commerciali ad un’altra settimana di agonia economica. Una scelta, la sua, dettata da logiche e disposizioni arrivate dal coordinamento regionale del Partito Democratico.»

«Possiamo dunque tranquillamente affermare che Iglesias ha pagato le logiche di partitosottolineano i 6 consiglieri di minoranza -. In un momento come questo serviva coraggio ed amore per la propria città, invece si è preferito compromettere quasi irrimediabilmente il futuro di numerose attività commerciali della città. Una scelta folle che danneggerà gravemente l’economia cittadina.»

«Nella serata di oggi inoltre abbiamo dovuto attendere il comunicato presidente della Regione per sopperire alla mancanza di coraggio dei sindaci che hanno ritenuto di non dover aprire, ha annunciato di assumersi la responsabilità ponendo la parola fine al dibattito sul coefficiente RT Non classificabileconcludono Federico Garau, Francesca Tronci, Bruna Moi, Luigi Biggio, Simone Saiu ed Alberto Cacciarru –, spiegando per l’ennesima volta che era da intendersi, ovviamente, come inferiore al parametro dello 0,5%.»

 

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Per prevenire la carenza d’acqua nell’UE, il Parlamento ha approvato oggi il nuovo regolamento sul riutilizzo dell’acqua.

La nuova legge definisce per la prima volta a livello europeo i requisiti minimi per l’utilizzo delle acque di recupero (cioè le acque reflue urbane che sono state trattate in un impianto di bonifica) per scopi agricoli in modo sicuro, proteggendo le persone e l’ambiente. È stata adottata in via definitiva senza votazione, in apertura di sessione.

Le nuove norme mirano a garantire che le acque reflue trattate siano riutilizzate in modo più ampio per limitare l’uso dei corpi idrici e delle acque sotterranee. Il calo dei livelli delle acque sotterranee, dovuto in particolare all’irrigazione agricola, ma anche all’uso industriale e allo sviluppo urbano, è una delle principali minacce per l’ambiente idrico dell’UE.

«Oggi segna un’altra importante pietra miliare verso la transizione verso un’economia circolare per le risorse idriche. In questo modo, passo dopo passo, stiamo portando risultati concreti per l’ambiente», ha detto la relatrice Simona Bonafè.

«Potremmo potenzialmente riutilizzare 6,6 miliardi di metri cubi d’acqua entro il 2025, rispetto agli attuali 1,1 miliardi di metri cubi all’anno. Ciò richiederebbe un investimento inferiore ai 700 milioni di euro e ci permetterebbe di riutilizzare più della metà dell’attuale volume d’acqua proveniente dagli impianti di trattamento delle acque reflue dell’UE, teoricamente disponibili per l’irrigazione, evitando più del 5% di estrazione diretta dai corpi idrici e dalle falde acquifere», ha concluso.

Le prossime tappe

Le misure adottate entreranno in vigore il ventesimo giorno successivo alla pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell’Unione europea e si applicheranno tre anni dopo l’entrata in vigore.

Contesto

Secondo il rapporto della Commissione sulla politica europea sulla scarsità d’acqua e la siccità, la scarsità d’acqua rimane un problema sempre più grave per molti Stati membri. Almeno l’11% della popolazione europea e il 17% del suo territorio sono stati colpiti dalla scarsità d’acqua. Durante l’estate, oltre la metà della popolazione della regione mediterranea è colpita dallo stress idrico (Fonte: Commissione europea).

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22 consiglieri di minoranza hanno chiesto la convocazione urgente del Consiglio regionale, primo firmatario il capogruppo del Partito democratico, Gianfranco Ganau. 

«Vista la drammatica situazione in cui versa la Sardegna e la consapevolezza che le scelte dei prossimi giorni, decideranno la sorte dei sardi e della Sardegna per i prossimi decenni si legge nella richiesta di convocazione -, considerato che in tutta la sua storia autonomistica il Consiglio regionale, nei momenti gravi di decisioni impegnative per il futuro della Sardegna, ha sempre svolto un ruolo attivo nel rappresentare il comune sentire del popolo e difendere in maniera corale gli interessi dei sardi, cosi come avvenuto all’alba della vita autonomistica nel dopoguerra con i Piani di Rinascita; e, considerato altresì, che occorre compiere il massimo sforzo per il reperimento delle risorse necessarie, senza le quali ogni operazione di rilancio sarebbe enormemente più difficile»,

ai sensi e per gli effetti dei commi 2 e 3 dell’articolo 54 del Regolamento Interno, i 22 consiglieri di minoranza chiedono la convocazione straordinaria ed urgente del Consiglioalla presenza del presidente della Regione, per discutere in merito:

«Al quadro complessivo delle risorse disponibili per far fronte le attuali drammatiche emergenze;
– Ai provvedimenti più urgenti da adottarsi entro i prossimi giorni e alle scelte strategiche di prospettiva, necessarie, prima, per la salvaguardia del sistema imprenditoriale e produttivo, poi, per il rilancio dello stesso sistema economico e sociale dell’isola;
– Allurgente necessità di organizzazione del sistema sanitarioper far fronte, oltre alle attuali emergenze, anche alle impellenti necessità di gestione delle richieste di assistenza ospedaliera, e non, di pazienti no-Covid di ritornodopo la drammatica fase del lockdown trascorsa in casaanche in considerazione delle ridotte disponibilità di posti ospedalieri, e non, derivanti dalla necessaria destinazione di alcune di esse a strutture esclusive hospital-Covid;
– Alle azioni da intraprendere ai fini della revisione dell’Accordo Stato-Regione, di cui alla mozione 133 discussa in Aula lo scorso gennaio e recante “Valutazione degli effetti dell’accordo del 7 novembre 2019, stipulato tra lo Stato e la Regione della Sardegna e la sua eventuale rettifica”;
– Agli strumenti, ai tempi e alle modalità con cui la Giunta regionale intende coinvolgere i rappresentanti degli Enti locali e delle organizzazioni di categoria e sindacali.»

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Anche oggi solo 1 nuovo caso di positività al Covid-19 è stato riscontrato in Sardegna su 1.234 tamponi eseguiti. Il totale dei casi positivi è salito a 1.345 dall’inizio dell’emergenza. L’unico incremento nella Città Metropolitana di Cagliari. È quanto rilevato dall’Unità di crisi regionale nell’ultimo aggiornamento. In totale nell’Isola sono stati eseguiti 36.710 test. I pazienti ricoverati in ospedale sono in tutto 88, di cui 78 con sintomi e 10 in terapia intensiva, mentre 403 sono le persone in isolamento domiciliare. Gli attualmente positivi sono 491. I pazienti dimessi/guariti sono 734. Non si registrano nuovi decessi (120).
Sul territorio, dei 1.345 casi positivi complessivamente accertati, 246 sono stati registrati nella Città Metropolitana di Cagliari, 97 nel Sud Sardegna, 58 a Oristano (+1 rispetto all’ultimo aggiornamento), 78 a Nuoro, 866 a Sassari.

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«In questi giorni si amplificano notevolmente i controlli all’interno delle attività commerciali ed artigianali che hanno riaperto i battenti grazie all’avvio della cosiddetta “Fase Due”. Le forze dell’ordine e gli organi preposti, stanno verificando i protocolli di sicurezza ed il rispetto delle disposizioni per evitare la creazione di focolai e potenziali nuove catene di contagio. Controlli legittimi e giusti ma che non devono travalicare, almeno in questa fase, le esigenze dei tanti possessori di “partita iva” fortemente colpiti dalla crisi economica innescata da quella sanitaria.»

Il consigliere regionale del Partito sardo d’Azione Fabio Usai interviene sulle problematiche in primo piano in questi giorni di avvio della “Fase 2”.

«I commercianti ed artigiani sardi e del Sulcis Iglesiente, già da tempo soffrivano una crisi economica pesantissima, aggravata dall’oppressione fiscale/burocratica di uno Stato patrigno che invece di sostenere le aziende e promuovere la loro competitività, si è contraddistinto nel tempo nel vessarle con lacci, lacciuoli e norme spesso asfissianti ed opprimentiaggiunge Fabio Usai –. Perciò è importante che i decisori politici del Governo nazionale si adoperino concretamente in questa fase per eliminare la burocrazia e, fermi restando i controlli per garantire la tutela della salute pubblica, evitare di aggiungere nuovi elementi di diseconomia alle aziende che con grandi sacrifici si accingono a riavviare le proprie attività.»

«E, oltre la burocrazia, se davvero si vorrà dare impulso alla ripartenza economica, sarà necessario accompagnare (sostenendoli finanziariamente) tutti gli operatori economici che, in virtù dei nuovi protocolli di sicurezza, dovranno sostenere un aggravio dei costi d’esercizio delle proprie aziende. Con la Regione siamo impegnati, per la parte che ci riguarda, a favorire questi processiconclude Fabio Usai -. Ma la responsabilità più grande competerà al Governo nazionale al quale mi rivolgo affinché si evitino ulteriori e dannose perdite di tempo.»