27 July, 2024
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L’Arma dei Carabinieri, da sempre attenta e vicina alle esigenze delle “Comunità locali” e nell’attuale contesto emergenziale determinato dal particolare scenario che si è venuto a creare a seguito dell’emergenza del Covid-19, attraverso la sinergia messa in campo tra il Comando provinciale di Cagliari e la Scuola allievi di Iglesias, in questi giorni fornirà una concreta collaborazione alla Caritas diocesana di Iglesias che si è sviluppata in due distinte iniziative:

  • sabato scorso sono stati messi a disposizione della Caritas personale e mezzi della Scuola allievi e del Comando provinciale di Cagliari, che hanno contribuito a trasportare dai punti di raccolta di Cagliari e Iglesias alle varie sedi della Caritas e ai centri di raccolta delle Parrocchie della Provincia, numerose derrate alimentari e beni di prima necessità che fanno parte del cosiddetto “Emporio della Solidarietà”, un servizio dedicato alle famiglie e alle persone meno abbienti del territorio che, già in difficoltà, sono state ulteriormente colpite dalle misure contenitive e restrittive messe in atto a seguito del Covid-19;
  • oggi pomeriggio, sempre il personale dell’Arma, ha concorso concretamente, attraverso una “donazione su base volontaria”, organizzata a entrambi i Reparti e tesa alla raccolta di generi di prima necessità (derrate alimentari, beni destinati alla prima infanzia, ecc.), che sono stati acquistati e successivamente verranno donati e consegnati presso l’“Emporio della Solidarietà” presente a Iglesias.

L’iniziativa rientra in una più ampia e vasta collaborazione tra i Reparti addestrativi e territoriali della “Benemerita” e che ha visto e vede tutt’oggi la Scuola ed il Comando provinciale sempre in prima linea nella solidarietà e nell’aiuto alla popolazione della provincia di Cagliari. Solidarietà ed aiuto che si sono manifestati ad esempio, le scorse settimane, anche attraverso la distribuzione di materiale informatico agli studenti di tutta la Provincia (30 Tablet, 25 PC e 18 Sim Card Dati), tramite la consegna presso le abitazioni degli alunni, su richiesta dei Presidi dell’Istituto di Istruzione Superiore “Azuni”, dell’Istituto Comprensivo Statale di via Stoccolma e del Liceo Scientifico Statale “Pacinotti” di Cagliari. Tale ulteriore iniziativa ha permesso, nel difficoltoso periodo del Lockdown, di consentire ad oltre 70 studenti di poter seguire le lezioni a distanza, svolte dai rispettivi docenti, e di potersi, altresì, preparare per gli imminenti esami che a breve dovranno sostenere.

 

 

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«La “rivoluzione del traffico” che nelle prossime settimane interesserà alcuni quartieri di Carbonia, per l’ennesima volta, esclude i quartieri di Medadeddu, Santa Caterina e Serbariu. Come Comitato di quartiere di Serbariu avevamo richiesto maggiore attenzione, e l’avevamo fatto nel migliore dei modi, ossia con una partecipata assemblea tenutasi il 14 ottobre scorso alla presenza di un folto gruppo di cittadini. Duole constatare che le richieste di questi cittadini vengano completamente ignorate, e le promesse disattese.»

Il direttivo del Comitato di quartiere di Serbariu esprime un giudizio molto severo sul progetto di riordino della viabilità avviato dal comune di Carbonia.

«All’assemblea plenaria del Comitato di quartiere aveva partecipato, tra gli altri, l’assessore Gian Luca Lai, padre di questo riordino della viabilità aggiunge il direttivo del Comitato di quartiere di Serbariu -. Niente richieste assurde, giusto la possibilità di avere qualche cartello stradale, e qualora fosse possibile tracciare strisce pedonali o posizionare dissuasori del traffico, e magari togliere quel segnale di pericolo che ormai da due anni fa bella mostra di sé all’imbocco del ponte che conduce a Medadeddu.»

«Inutile dire che come direttivo del Comitato di quartiere di Serbariu avremmo avuto il piacere di dire la nostra, ma a quanto pare è più semplice esautorare i comitati del loro scopo principe, ossia quello di farsi portavoce di suggerimenti per il miglioramento della nostra città conclude il direttivo del Comitato di quartiere di Serbariu -. A questo punto ci chiediamo a cosa servano i Comitati di quartiere, organismi che questa amministrazione ha fortemente voluto e immediatamente dopo dimenticato; lasciati soli a fare da parafulmine tra un comune accentratore e i cittadini che legittimamente rivendicano il diritto ad una città veramente vivibile.»

 

 

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Nuovo format, interamente digitale, con ospiti provenienti dal mondo della politica e dell’imprenditoria collegati da Roma, Milano, Bologna, Cagliari. Al via la seconda edizione della Scuola di politica promossa dai Riformatori sardi, in collaborazione con l’Associazione Copernicani, che tra maggio e giugno, per 4 lunedì, si candida a diventare punto di riferimento nel panorama sardo della formazione politica a distanza.
La seconda edizione del percorso formativo nasce dalla volontà di mettere a disposizione di chi vorrà partecipare una serie di strumenti utili per affrontare gli scenari post-Covid e dalla necessità di dare una risposta alle numerose richieste arrivate in seguito allo straordinario successo della prima edizione della Scuola di formazione politica.
Si parte via web. Quattro appuntamenti divisi in tre giornate formative e un webinar finale, tutti di lunedì nella fascia oraria che va dalle 18 alle 20, pensata per dare la possibilità a tutti di partecipare. Prima giornata di alta formazione lunedì 18 maggio, con due interventi di altissimo profilo, il primo politico con il capogruppo del Pd alla Camera Graziano Del Rio che parlerà delle cose da fare e di quelle da non fare più alla luce dell’emergenza che ha travolto l’Italia, ed il secondo di carattere economico con Stefano Quintarelli, cofondatore dei Copernicani, componente del Leadership Council del Sustainable Development Solutions Network per l’Onu e presidente del comitato di indirizzo di Agenzia per l’Italia digitale (AgID) che si occuperà di innovazione e politica.
Lunedì 25 maggio aprirà il pomeriggio, alle 18.00, Annamaria Bernini, Capogruppo di Forza Italia al Senato con un intervento dal titolo “Tra emergenza economica e fragili equilibri
politici” per lasciare poi sazio, dalle 19.00, a Giuliano Cazzola, uno dei massimi esperti di lavoro e previdenza in Italia, che cercherà di capire insieme ai partecipanti cosa chiede il mercato all’indomani della pandemia, quali prospettive occupazionali e come rinascere professionalmente dalla crisi.
Lunedì 8 giugno Francesco Lollobrigida, capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera, con un intervento dal titolo “Il Covid ha infettato la democrazia?”, entrerà nel vivo degli scenari politici attuali e futuri. Alle 19.00, spazio a un tema del momento, l’innovazione digitale, con Massimo Simbula, avvocato in ambito Fintech, privacy, startup innovative, venture capital, criptovalute, blockchain.
La Scuola di formazione politica terminerà con un webinar conclusivo aperto a tutti, lunedì 15 giugno, che coronerà l’evento formativo promosso dai Riformatori Sardi attraverso alcune realtà imprenditoriali di indiscusso valore, sinonimo di qualità e made in Italy nel mondo. Al nome dell’ospite in programma corrisponderà infatti il brand di successo. Tra gli imprenditori in programma Oscar Farinetti, patron della catena Eataly, Francesca Argiolas, responsabile Programmazione e Sviluppo di una eccellenza sarda, le cantine Argiolas, Lorenzo Giannuzzi, Amministratore delegato del Forte Village.

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«Non è un segreto che la stagione turistica di quest’anno sarà caratterizzata da un drastico calo delle presenze esterne. Il settore turistico ha bisogno di quelle certezze sollecitate agli inizi di Maggio anche dagli assessori comunali al turismo che hanno scritto alla Giunta, senza mai ricevere risposta. E’ evidente che l’assenza della Regione anche in questa fase delicata porta alcune amministrazioni a compiere fughe in avanti, annunciando la chiusura delle spiagge libere o raddoppiando l’estensione delle concessioni demaniali a discapito della spiaggia libera disponibile gratuitamente per tutti i cittadini. Sarebbe grave che nel totale silenzio della Regione si avviasse, a fari spenti, una nuovo tentativo di privatizzazione delle coste sarde, questa volta ai danni dei tanti che ogni anno frequentano le spiagge libere dell’isola.»

Così Maria Laura Orrù, consigliera regionale dei Progressisti, interviene sul futuro della stagione turistica nell’isola e sulle misure di restrizione adottate dalla Regione per vietare l’accesso alle spiagge.

«Già da alcune settimane altre Regioni avevano allo studio protocolli e misure specifiche per consentire l’accesso e la fruizione delle spiagge da parte dei cittadini. Il Governo ha definito, nel frattempo, le misure da adottare nei tratti liberi e negli stabilimenti. In Sardegna, regina delle spiagge e del mare pulito, è ancora tutto fermo, nonostante siano già stati riaperti i parchi pubblici, sia stata consentita l’attività sportiva all’aria aperta e in tutto il territorio regionale sia stata autorizzata dalla Regione anche la pesca, sportiva e amatoriale

Sulle criticità che renderebbero complicata la fruizione delle spiagge libere Maria Laura Orrù evidenzia che «non possiamo aspettarci in Sardegna gli stessi problemi di disponibilità di arenile che avranno invece altre Regioni alle prese con occupazioni private dell’arenile fino al 90% del litorale. La fruibilità delle nostre spiagge per chi non può permettersi il costo del noleggio di lettini e ombrelloni può essere garantita anche col distanziamento tra i bagnanti secondo le indicazioni di sicurezza. Sono convinta che anche quest’anno ci siano tutte le possibilità per garantire ai sardi sia la disponibilità dei servizi balneari a pagamento che l’accesso gratuito ai tratti di spiaggia libera».

Con il 79,4% di spiaggia libera sui 595 chilometri di estensione lineare del litorale sabbioso l’isola detiene anche il miglior rapporto tra spiaggia libera e concessioni demaniali per uso turistico-balneare. La rilevanza del caso Sardegna diventa evidente di fronte al dato medio italiano che vede il 42% di tratti costieri disponibili alla balneazione occupati dai soli stabilimenti balneari.

«La nostra è la regione con la maggiore estensione di spiagge libere e con la più ampia disponibilità di litorale libero rapportata alla popolazione residente – prosegue la consigliera -. La necessità di approntare le necessarie misure di sicurezza non diventi in alcun modo un pretesto per estendere in modo incontrollato le concessioni demaniali e assaltare i beni collettivi. Non si costringano le famiglie, già provate dalla crisi economica, a prolungare gioco forza le restrizioni anche durante il caldo torrido annunciato per le prossime settimane

L’esponente del centrosinistra annuncia la presentazione di una mozione dei Progressisti per chiedere alla Giunta di affrontare tutte le questioni con gli enti locali, responsabili, peraltro, della gestione dei tratti di spiaggia libera da concessioni balneari.

«Senza un coordinamento generale da parte della Regione i Comuni si ritrovano a gestire in solitudine questioni delicate che impatteranno anche sul turismo interno, unica certezza economica e occupazionale in questo periodo di grande emergenza. Se ciascuno dei 100 comuni costieri dovesse adottare protocolli, orari di accesso e modalità di distanziamento, tutti diversi tra loro, si aggiungerebbe ulteriore stress a cittadini e famiglie che per quest’estate di tutto hanno bisogno meno che di starsene rinchiusi in casa e rinunciare a momenti di recupero psicofisico per non incappare in nuovi cavilli burocratici e in ulteriori spese difficilmente sostenibili.

La Giunta eviti lo stesso pasticcio creato con l’R(t) comunale e ragioni insieme agli enti locali prima di prendere decisioni avventate. Attivi urgentemente un tavolo con i Comuni per concordare linee di azione condivise a tutela del settore turistico e della sostenibilità economica delle vacanze dei sardi. Servono strumenti tecnologici già utilizzati dai cittadini in questi mesi per supportare l’accesso ai luoghi pubblici. Con la giuste applicazioni anche le amministrazioni locali sarebbero in grado di programmare gran parte degli aspetti connessi con l’accesso e la regolare fruizione delle spiagge. Con la disponibilità di appositi fondi regionali che garantiscano la vigilanza quotidiana sul rispetto delle misure di distanziamento si riuscirebbe, allo stesso tempo, a tutelare le spiagge anche dai fenomeni di abbandono di rifiuti e di occupazione impropria della aree destinate al transito dei bagnanti.»

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Dopo alcuni giorni, il livello del contagio da Covid-19, in Sardegna, sfiora nuovamente quota 0. Nelle ultime 24 ore, infatti, è stato riscontrato 1 solo nuovo caso positivo nella Città Metropolitana di Cagliari (totale 246). Nessun  nuovo caso nelle quattro Province, Sassari (totale 866), Nuoro (totale 78), Oristano (57) e Sud Sardegna (97).

Oggi sono stati eseguiti più tamponi, 835 (ieri erano stati 595, il totale è salito a 35.476) e sono cresciuti i casi testati in 24 ore, 769 (ieri erano stati 496, il totale è salito a 31.351).

E’ sceso sensibilmente il numero dei pazienti ricoverati in ospedale con sintomi, 77, ben 7 meno di ieri, mentre i pazienti ricoverati in terapia intensiva sono 11 (ieri erano 10) e le persone in isolamento domiciliare 418 (ieri erano 417). In calo il numero degli attualmente positivi, 506 (ieri erano 511), in crescita quello dei dimessi/guariti, 718 (ieri erano 712). E’ invariato il numero dei decessi, 120.

 

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La commissione Bilancio del Consiglio regionale, all’unanimità, ha espresso parere favorevole alle delibere della Giunta 13/11 e 17/18 approvate rispettivamente il 17 marzo e il 1 aprile 2020 per contrastare l’emergenza Covid-19.
La prima individua misure urgenti a sostegno del sistema produttivo isolano con quattro linee di intervento:
1) 50 milioni di euro del Fondo regionale di garanzia per le PMI gestito dalla Sfirs vengono destinate a forme di garanzia diretta: 25 milioni andranno alle imprese del settore turistico e 25 agli altri settori produttivi.
2) sospensione del pagamento della quota capitale delle rate dei finanziamenti regionali
3) 20 milioni di euro per forme di finanza innovativa: lending, cambiali finanziarie, anticipo di fatture digitale
4) 20 milioni di euro per l’erogazione di finanziamento a condizioni di mercato da parte della Regione tramite Sfirs.
La seconda delibera, invece, estende a tutti i finanziamenti in ammortamento concessi dalla Regione la sospensione dei pagamenti fino al 30 settembre 2020 anche per la quota interessi.
Nei pareri, la Commissione invita la Giunta, visto il tempo trascorso dalla adozione delle due delibere e in considerazione dei nuovi provvedimenti a favore delle imprese, adottati e in via di adozione da parte del Governo nazionale, a una verifica dell’attualità dei provvedimenti e alla loro efficacia in modo da evitare sovrapposizioni con gli interventi statali.
Su questo punto l’assessore Giuseppe Fasolino e il direttore dell’Unità di progetto per la Programmazione unitaria, Gianluca Cadeddu, hanno rassicurato la Commissione spiegando che le due delibere contengono una clausola che accoglie automaticamente tutti i miglioramenti previsti da norme statali e comunitarie.
Nel corso della seduta gli esponenti dell’opposizione Massimo Zedda (Progressisti), Eugenio Lai (Leu), Alessandro Solinas (M5S) e i consiglieri del Pd Cesare Moriconi e Giuseppe Meloni, hanno invitato l’assessore Giuseppe Fasolino a un maggior coinvolgimento del Consiglio regionale dichiarando la disponibilità della minoranza a fare la sua parte per provare a superare il momento drammatico che la Sardegna si trova ad affrontare. In particolare, le opposizioni hanno insistito sull’opportunità di prevedere un finanziamento a fondo perduto per le piccole e micro imprese della Sardegna nel prossimo provvedimento da 200 milioni di euro che la Giunta si appresta a presentare in Consiglio e su cui si concentra il confronto con la maggioranza.
I consiglieri di opposizione hanno poi suggerito all’esecutivo una rapida e puntuale ricognizione sul bilancio regionale, in modo da recuperare le somme non impegnate (o che non potranno essere spese) e metterle a disposizioni per gli interventi rivolti al contrasto dell’emergenza Covid-19. L’assessore Giuseppe Fasolino ha molto apprezzato l’atteggiamento costruttivo delle opposizioni e si è detto d’accordo sulla necessità di una immediata verifica non solo sulle risorse regionali ma anche su quelle europee. Sulle misure a fondo perduto, Giuseppe Fasolino non ha chiuso del tutto le porte alla proposta della minoranza: «Aspettiamo di capire cosa deciderà il Governo. Una volta che il quadro finanziario delle misure a sostegno delle imprese sarà più chiaro allora potremo ragionare su cosa fare coinvolgendo anche altri soggetti come le Camere di Commercio che, in alcuni territori della Sardegna, hanno già pensato a interventi di questo tipo con un attenta analisi del fabbisogno – ha detto Giuseppe Fasolino bisogna però essere chiari:è vero che le imprese hanno bisogno di un immediato ristoro per i danni economici subiti ma è ancora più importante pensare a come farle ripartire. Mi piacerebbe che questo Consiglio venisse ricordato come quello che meglio di tutti è riuscito a interpretare le esigenze del momento garantendo un futuro migliore al proprio tessuto economico».
Dubbi su una misura a fondo perduto, invece, da parte del consigliere dei Riformatori sardi Michele Cossa: «Bisogna capire qual è l’obiettivo che si vuole raggiungere. In questo momento la proposta e insostenibile. Se si volessero dare mille euro a ogni piccola o micro impresa servirebbero 80 milioni di euro. Se la cifra invece dovesse aggirarsi tra i 10 e i 15mila euro allora si andrebbe oltre il miliardo».

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«Ancora una volta l’associazione Briganti di Carbonia aveva visto giusto. Con la nostra manifestazione organizzata l’altro giorno in piazza Roma avevamo denunciato che le responsabilità dei ritardi nel pagamento dei contributi regionali fino a 800 euro erano addebitabili al comune di Carbonia. Oggi è arrivato il chiarimento definitivo della Regione che conferma quanto avevamo già detto. Il comune di Carbonia, a differenza di quello di Iglesias, ha interpretato male la norma e ha perso tempo inutilmente lasciando molte famiglie bisognose nell’incertezza.»

Lo scrive, in una nota, l’associazione Briganti.

«Siamo scesi l’anno scorso in campo per difendere i cittadini di “Is Gannaus” esasperati dai miasmi provenienti della discarica, in piazza per difendere la sanità del territorio insieme a numerosi cittadini, lo abbiamo rifatto anche ora anche se in maniera ridotta per via del virus, a favore delle famiglie povere della nostra cittàaggiunge l’associazione Briganti -. Le nostre non sono battaglie ideologiche o personali. Noi abbiamo scelto di collaborare con tutti i soggetti sani del territorio, a partire dai rappresentanti in Regione e nelle istituzioni locali, compresi gli operatori sociali e dell’informazione, disposti a battersi, ognuno nel proprio ruolo, per il bene della città. Noi Briganti lottiamo per i colori di Carbonia e non per rancore contro qualcuno. E per i colori della nostra città ci saremo sempre – conclude l’associazione Briganti -. Sindaca Massidda, ti sei fatta superare da tutti gli altri nel territorio. Adesso fai il tuo dovere e non perdere più tempo. I cittadini di Carbonia hanno bisogno di quei soldi. Ora mettetevi veramente a lavorare le pratiche. Ma fatelo veramente.»

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La Giunta regionale ha pubblicato la delibera n. 24/37 dell’8 maggio 2020 avente ad oggetto “Criteri e modalità operative per provvedere all’erogazione dell’indennità di cui all’art. 1, comma 7, legge regionale 8 aprile 2020, n. 12 “concernente “Misure straordinarie urgenti a sostegno delle famiglie per fronteggiare l’emergenza economico-sociale derivante dalla pandemia SARS-CoV-2”. Integrazioni alla delibera n. 19/12 del 10 aprile 2020.

Il testo integrale. delib_104892_1589292499014 2

Il Presidente della Regione, d’intesa con gli Assessori della Programmazione, Bilancio, Credito e Assetto del Territorio e dell’Igiene e Sanità e dell’Assistenza Sociale, riferisce che alcuni Comuni hanno incontrato difficoltà interpretative con riferimento all’attuazione della legge regionale n. 12/2020. Al fine di agevolare la liquidazione degli aiuti ai cittadini e alle famiglie, ritiene opportuno offrire un ulteriore supporto alle amministrazioni locali delineando un quadro di riferimento unico, in sostituzione delle FAQ finora pubblicate, e garantendo una modalità procedurale omogenea a favore di tutti gli operatori. Per tali finalità, il Presidente della Regione e gli Assessori, ritengono necessario fornire le precisazioni di seguito riportate con particolare riferimento a:

– beneficiari dell’indennità;

– ammontare dell’indennità;

– criteri di cumulabilità con altre forme di sostegno al reddito.

In ordine ai beneficiari, l’indennità di cui all’articolo 1, comma 1, della succitata legge regionale spetta ai nuclei familiari:

– i cui componenti siano lavoratori dipendenti o autonomi che abbiano subito una sospensione o una riduzione di attività lavorativa per eventi riconducibili all’emergenza epidemiologica da Covid-19 e i cui datori di lavoro non abbiano acceduto alle forme di integrazione salariale o vi siano transitati a seguito del decreto legge 17 marzo 2020, n. 18 (Misure di potenziamento del Servizio sanitario nazionale e di sostegno economico per famiglie, lavoratori e imprese connesse all’emergenza epidemiologica da Covid-19);

– i cui componenti siano lavoratori titolari di rapporti di collaborazione coordinata e continuativa iscritti alla gestione separata o titolari di partite IVA, ovvero soci di società iscritti alla gestione dell’assicurazione generale obbligatoria (AGO), collaboratori di imprese familiari di categorie economiche.

Per i beneficiari sopra indicati, il presupposto per l’accesso all’indennità, è che l’attività sia stata sospesa o ridotta a seguito dell’emergenza epidemiologica da Covid-19. Nelle fattispecie di cui all’art. 1, comma 1 potranno essere dunque ricompresi i lavoratori stagionali senza contratto rinnovato nel 2020, in quanto l’attività svolta rientra tra quelle “sospese o ridotte a seguito dell’emergenza epidemiologica Covid-19”. Ai sensi dell’art. 1, comma 1, penultimo capoverso, beneficiano altresì dell’indennità coloro che non possiedano alcuna forma di reddito di lavoro o di impresa alla data del 23 febbraio 2020, quindi anche i disoccupati e gli inoccupati in quanto, in assenza dell’emergenza Covid-19, avrebbero potuto reperire un impiego. Non sono previsti altri beneficiari oltre a quelli indicati. Nei casi in cui i nuclei familiari siano composti da percettori di diverse forme di reddito l’indennità spetta, qualora almeno un componente ricada nelle fattispecie di cui al comma 1, nella misura data dalla differenza tra l’indennità massima erogabile ed i redditi percepiti, comprese le pensioni. In relazione all’ammontare dell’indennità, la stessa è riconosciuta per due mesi “sino a euro 800 mensili”. Ciò significa che tutti i beneficiari dovranno sottrarre dall’indennità massima di euro 800 la somma dei redditi percepiti dai componenti del nucleo familiare e le “altre forme di sostegno al reddito”. Infine, ai sensi del comma 4 dell’articolo 1 della legge regionale sopra citata, le indennità di cui al comma 1 dell’articolo 1 “sono cumulabili con altre forme di sostegno al reddito, anche connesso all’emergenza epidemiologica da Covid-19, fino alla concorrenza di euro 800 al mese per le famiglie fino a tre componenti. Per ogni componente ulteriore sono concessi euro 100”. Ciascun Comune dovrà quindi avere cura di individuare le forme di sostegno al reddito destinate alla famiglia e sottrarle all’indennità spettante, nel rispetto delle diverse norme nazionali e regionali previste in materia e prestando attenzione alla natura dei contributi aventi carattere indennizzatorio, risarcitorio o di rimborso spesa, che non devono essere sottratti al fine di non vanificare la finalità della legge; a mero titolo esemplificativo, ma non esaustivo, si riportano di seguito alcune casistiche: a) non devono essere sottratti all’indennità:

– i contributi erogati a valere sul fondo per la non autosufficienza (es. programma “Ritornare a casa”; leggi di settore; programmi personalizzati a favore di persone con grave disabilità, compresi gli interventi previsti dalla legge 21 maggio 1998, n. 162 e simili), in quanto configurabili quali contributi aventi carattere indennizzatorio;

– i buoni spesa, in quanto configurabili quali contributi una tantum, aventi carattere di rimborso spese;

– la misura a sostegno delle famiglie numerose “La famiglia cresce”, al fine di non pregiudicare le famiglie che, per effetto di ritardi nella gestione dei bandi da parte degli ambiti PLUS e dei comuni, si sono trovate a percepire i benefìci in ritardo, in concomitanza con l’emergenza Covid-19;

b) devono essere sottratti all’indennità:

– il reddito di cittadinanza;

– il Reis;

– le pensioni di invalidità, in quanto prestazioni economiche erogabili a domanda come forme di sostegno al reddito, ai lavoratori la cui capacità di lavoro, in occupazioni confacenti alle proprie attitudini, sia ridotta in modo permanente a causa di infermità o difetto fisico o mentale;

– i finanziamenti di cui al D.L. 17.3.2020, n. 18 concernente “Misure di potenziamento del Servizio sanitario nazionale e di sostegno economico per famiglie, lavoratori e imprese connesse all’emergenza epidemiologica da Covid-19”.

Infine, per non pregiudicare l’immediato accesso all’indennità da parte degli aventi diritto, il Presidente e gli assessori ritengono di dover chiarire che, al manifestarsi di eventuali dubbi in merito ai requisiti di accesso o all’ammontare dell’indennità spettante, i Comuni possano procedere alla conservazione delle somme fino all’importo massimo di euro 800 ed all’attribuzione dell’indennità ai successivi beneficiari secondo l’ordine prestabilito. La Giunta regionale, condividendo quanto rappresentato e proposto dal Presidente, d’intesa con gli Assessori della Programmazione, Bilancio, Credito e Assetto del Territorio e dell’Igiene e Sanità e dell’Assistenza Sociale

DELIBERA

di fornire le precisazioni di seguito riportate, a integrazione della delibera G.R. n. 19/12 del 10 aprile 2020, al fine di garantire una modalità procedurale omogenea a favore di tutti gli operatori:

1. beneficiano dell’indennità di cui all’articolo 1, comma 1, della legge regionale 8 aprile 2020, n. 12, i nuclei familiari:

 

– i cui componenti siano lavoratori dipendenti o autonomi che abbiano subito una sospensione o una riduzione di attività lavorativa per eventi riconducibili all’emergenza epidemiologica da Covid-19 e i cui datori di lavoro non abbiano acceduto alle forme di integrazione salariale o vi siano transitati a seguito del decreto legge 17 marzo 2020, n. 18 (Misure di potenziamento del Servizio sanitario nazionale e di sostegno economico per famiglie, lavoratori e imprese connesse all’emergenza epidemiologica da Covid-19);

– i cui componenti siano lavoratori titolari di rapporti di collaborazione coordinata e continuativa iscritti alla gestione separata o titolari di partite IVA, ovvero soci di società iscritti alla gestione dell’assicurazione generale obbligatoria (AGO), collaboratori di imprese familiari di categorie economiche;

– coloro che non possiedano alcuna forma di reddito di lavoro o di impresa alla data del 23 febbraio 2020, quindi anche i disoccupati e gli inoccupati in quanto, in assenza dell’emergenza Covid-19, avrebbero potuto reperire un impiego. Non sono previsti altri beneficiari oltre a quelli indicati.

2. Nei casi in cui i nuclei familiari siano composti da percettori di diverse forme di reddito l’indennità spetta, qualora almeno un componente ricada nelle fattispecie di cui al comma 1 della legge regionale n. 12/2020, nella misura data dalla differenza tra l’indennità massima erogabile ed i redditi percepiti, comprese le pensioni.

3. In relazione all’ammontare dell’indennità, la stessa è riconosciuta per due mesi “sino a euro 800 mensili”. Ciò significa che occorre sottrarre dall’indennità la somma dei redditi percepiti dai componenti del nucleo familiare comprese le “altre forme di sostegno al reddito”.

4. Ai fini della cumulabilità di cui al comma 4, dell’articolo 1, della legge regionale n. 12/2020, ciascun Comune dovrà avere cura di individuare le forme di sostegno al reddito destinate alla famiglia e sottrarle all’indennità spettante, nel rispetto delle diverse norme nazionali e regionali previste in materia e prestando attenzione alla natura dei contributi aventi carattere indennizzatorio, risarcitorio o di rimborso spesa, che non devono essere sottratti al fine di non vanificare la finalità della legge; a mero titolo esemplificativo, ma non esaustivo, si riportano di seguito alcune casistiche:

4.1 non devono essere sottratte all’indennità:

4.1.1 la misura a sostegno delle famiglie numerose “La famiglia cresce”, al fine di non pregiudicare le famiglie che, per effetto di ritardi nella gestione dei bandi da parte degli ambiti PLUS e dei comuni, si sono trovate a percepire i benefìci in ritardo, in concomitanza con l’emergenza Covid-19;

4.1.2 i buoni spesa, in quanto configurabili quali contributi una tantum, aventi carattere di rimborso spese;

4.1.3 i contributi erogati a valere sul fondo per la non autosufficienza (es. programma “Ritornare a casa”; leggi di settore; programmi personalizzati a favore di persone con grave disabilità, compresi gli interventi previsti dalla legge 21 maggio 1998, n. 162 e simili), in quanto configurabili quali contributi aventi carattere indennizzatorio; 4.2 devono essere sottratti all’indennità: 4.2.1 il reddito di cittadinanza; 4.2.2 il Reis;

4.2.3 le pensioni di invalidità, in quanto prestazioni economiche erogabili a domanda come forme di sostegno al reddito, ai lavoratori la cui capacità di lavoro, in occupazioni confacenti alle proprie attitudini, sia ridotta in modo permanente a causa di infermità o difetto fisico o mentale;

4.2.4 i finanziamenti di cui al D.L. 17.3.2020, n. 18 concernente “Misure di potenziamento del Servizio sanitario nazionale e di sostegno economico per famiglie, lavoratori e imprese connesse all’emergenza epidemiologica da Covid-19”.

5. Al manifestarsi di eventuali dubbi in merito ai requisiti di accesso o all’ammontare dell’indennità spettante, i Comuni possano procedere alla conservazione delle somme fino all’importo massimo di euro 800 ed all’attribuzione dell’indennità ai successivi beneficiari secondo l’ordine prestabilito.

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Il consigliere Cesare Moriconi, nel corso dei lavori odierni della commissione Bilancio del Consiglio regionale, durante l’audizione dell’assessore Giuseppe Fasolino, ha sollevato la necessità che il presidente della Regione, Christian Solinas, ripristini i suoi corretti rapporti col Consiglio regionale, il quale, ormai chiusa la fase più drammatica del look down, non può più essere esautorato dalla sua imprescindibile funzione istituzionale di parlamento regionale. «Il presidente Christian Solinas ha il dovere di aprire in Aula, in tempi rapidi, il confronto politico sulla ripartenza economica e la riorganizzazione del sistema sanitario territoriale ed ospedaliero».
Cesare Moriconi ha dichiarato che «non è più tempo delle conferenze stampa da casa. Il contingente drammatico che stiamo attraversando sotto il profilo socioeconomico richiede scelte corali e condivisione strategico programmatica per il futuro».
Dopo aver ricordato che in tutta la sua storia autonomistica il Parlamento regionale, nei momenti gravi di decisioni impegnative per il futuro della Sardegna, ha sempre svolto un ruolo attivo nel rappresentare il comune sentire del popolo e difendere in maniera corale gli interessi dei sardi, Cesare Moriconi ha richiesto, attraverso l’assessore Giuseppe Fasolino che «il Presidente si impegni a venire al più presto in Aula per discutere e condividere con il Consiglio le scelte impegnative che ci attendono per avviare la ripartenza del sistema economico sardo, determinando l’uscita dal look down ed avviando un nuovo Piano strategico di rilancio imprenditoriale e produttivo, così come avvenuto all’alba della vita autonomistica nel dopoguerra con i Piani di Rinascita».

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Si tratterà di una riapertura in autonomia, in cui saranno le Regioni a decidere. Coinvolti, stavolta, saranno bar e ristoranti, oltre a parrucchieri ed estetiste, ove non già riaperti. È ciò che trapela dal risultato della videoconferenza tenutasi tra il premier Giuseppe Conte, i ministri Francesco Boccia e Roberto Speranza e i governatori delle Regioni. Il presidente Giuseppe Conte accoglie, dopo un tira e molla durato giorni, le richieste dei diversi enti locali. La responsabilità ricadrà sui singoli Governatori, che decideranno anche in base alle esigenze del territorio. Il Governo manterrà, comunque, la facoltà di intervenire, con nuove restrizioni, in caso di aumenti dei contagi.
Entro venerdì, verranno rese note le nuove linee guida ed i protocolli da seguire. Intanto, il Comitato tecnico-scientifico, in collaborazione con i tecnici incaricati dall’INAIL, emana un documento sulle misure contenitive nel settore della ristorazione, affinché venga salvaguardata la salute di utenti e personale.
Innanzitutto, il distanziamento all’interno dei locali: la disposizione di tavoli e posti a sedere verrà rimodulata, in modo da garantire uno spazio di 4 metri quadri per cliente, per una distanza minima di 2 metri tra un tavolo e l’altro. Se si opterà per l’utilizzo di barriere in plexiglas, tale distanza potrà essere inferiore. Non si potrà sostare al banco, né per l’ordinazione del pasto da asporto né per prendere un aperitivo o un caffè, che andranno sempre consumati al tavolo. Per i ristoranti, quale strumento di prevenzione, è indicata la prenotazione. L’uso delle mascherine, all’interno dei locali, è sempre obbligatorio e sarà consentito toglierle solo durante la consumazione dei pasti. Non potranno essere forniti ai clienti menù cartacei ed i piatti del giorno verranno segnati su delle lavagne o si potranno consultare attraverso il sito web del locale. La sanificazione delle sale, delle toilettes e dell’arredamento, dovrà essere costante e clienti e personale avranno a disposizione prodotti igienizzanti per la pulizia delle mani. Il pagamento avverrà preferibilmente tramite contactless e le casse potranno essere isolate da barriere separatorie. Tutte le superfici dovranno essere sanificate al termine di ogni utilizzo. Il personale dovrà indossare, per tutto il tempo del servizio, la mascherina ed i guanti in nitrile.
Nuove regole sono previste anche per la riapertura delle spiagge e dei litoranei. Nelle spiagge ove sia presente uno stabilimento balneare, la distanza tra gli ombrelloni deve essere di 5 metri tra le file e di 4,5 metri lungo la stessa fila. Lettini e sdraio, senza ombrellone, dovranno essere posizionati ad almeno 2 metri l’uno dall’altro. Tale distanza, potrà essere inferiore solo in caso di utilizzo da parte di conviventi. Non si potranno effettuare giochi da spiaggia e le cabine potranno essere utilizzate
solo da persone appartenenti allo stesso nucleo familiare, o comunque co-abitanti.
All’arrivo in spiaggia, si dovrà indossare la mascherina, che si potrà togliere una volta raggiunta la propria postazione.
Per quanto riguarda, invece, le spiagge libere, si prevede la mappatura degli spazi. Verranno tracciati dei perimetri precedentemente misurati, calcolati in base allo spazio occorrente per il posizionamento di un ombrellone, di una sdraio o di un asciugamano. Gli spazi saranno possibilmente definiti da nastri.
Potrebbero essere previste delle turnazioni. Non sarà possibile sostare sulla battigia, onde evitare assembramenti. Le spiagge dovranno essere tenute costantemente pulite e sarà valutata la possibilità di affidarne la gestione ad associazioni di volontariato o a personale adeguatamente formato.

Diverse le reazioni sia contro che a favore di queste nuove regolamentazioni.

Federica Selis