La Lega Sardegna scrive al presidente della Regione, Christian Solinas: «Si consenta la ripartenza della filiera nautica».
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«Abbiamo risolto pochi giorni fa il problema della fideiussione bancaria chiesta da Enel agli svizzeri (Sider Alloys – ndr) a garanzia del contratto. La banca ha mandato la garanzia all’azienda e ora questa può chiudere il contratto. Non mi aspetto ulteriori ritardi. #SiderAlloys acquisterà l’energia a 44 euro a megawatt, e a questa tariffa si applicheranno ulteriori riduzioni di prezzo. Adesso, possiamo fare del bacino di #Portovesme uno dei polmoni della ripartenza del Paese, con le produzioni di primario.»
Lo ha scritto in un post pubblicato alcune ore fa sulla sua pagina Facebook, Alessandra Todde (M5S), sottosegretario del ministero dello Sviluppo economico. E’ la notizia attesa da tempo dall’azienda che ha rilevato lo stabilimento ex Alcoa, dai lavoratori e da tutto il Sulcis Iglesiente, dalla quale dovrebbe scaturire il via libera al progetto di rilancio produttivo dello stabilimento di Portovesme. Una notizia che arriva proprio oggi, 1° maggio, la festa del lavoro più triste dal dopoguerra ad oggi, con una crisi che si trascina da anni ed è precipitata con la diffusione del Coronavirus. L’auspicio è che possa realmente segnare il punto di partenza per un concreto rilancio socio-economico del territorio e dell’intera Sardegna, ormai da quasi due mesi piegata dalla pandemia.
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Oggi è cresciuto il numero di nuovi casi positivi al Covid-19 riscontrati in Sardegna, 18 (ieri erano stati 5, così come due giorni fa; il totale è salito a 1.313) ma è cresciuto ancora il numero dei tamponi eseguiti, 1.488 (ieri erano stati 1.455), con il totale salito a 26.242, mentre è sceso il numero dei casi testati, oggi 1.084 (ieri erano stati 1.287). Dei 18 nuovi casi positivi, 12, esattamente i due terzi, sono stati riscontrati nella provincia di Sassari, percentuale che rispeccchia quella globale di 848 casi su 1.313 totali (64,58%). 4 casi sono stati riscontrati nella Città Metropolitana di Cagliari (totale 239), 1 nella provincia del Sud Sardegna (94) e 1 nella provincia di Oristano (55). Nessun nuovo caso positivo nella provincia di Nuoro (totale fermo a 77).
E’ in calo sia il numero dei pazienti ricoverati in ospedale con sintomi, 84 (ieri erano 87), sia quello dei pazienti in terapia intensiva, in misura ancora maggiore, oggi 12 (ieri erano 16). E’ cresciuto leggermente il numero delle persone in isolamento domiciliare, 648 (ieri erano 641), dato legato presumibilmente alla diminuzione dei pazienti ricoverati con sintomi o in terapia intensiva. E’ rimasto invariato, rispetto a ieri, il numero degli attualmente positivi, 744. Sono 17 i dimessi/guariti nelle ultime 24 ore, con il numero totale salito a 452. Oggi è stato registrato un decesso che porta il numero totale delle vittime, dall’inizio dell’emergenza, a 117.
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Il Bollettino Viaggiatori diffuso oggi dalla Regione Sardegna, richiesta di autorizzazione straordinaria per l’imbarco di passeggeri da e per la Sardegna, misure straordinarie urgenti per la prevenzione e gestione dell’emergenza epidemiologica da Covid-2019 nel territorio regionale della Sardegna.
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Sono 18 i nuovi casi positivi al Covid-19 riscontrati in Sardegna su 1.488 tamponi eseguiti. Il totale dei casi positivi sale così a 1.313 dall’inizio dell’emergenza. In totale nell’Isola sono stati eseguiti 26.242 tamponi. I pazienti ricoverati in ospedale sono in tutto 96, di cui 12 in terapia intensiva, mentre 648 sono le persone in isolamento domiciliare. Gli attualmente positivi sono 744. I dimessi/guariti sono 452. Il numero delle vittime sale a 117 (1 oggi).
Sul territorio, dei 1.313 casi positivi complessivamente accertati, 239 sono stati registrati nella Città Metropolitana di Cagliari (+4 rispetto all’ultimo aggiornamento), 94 nel Sud Sardegna (+1), 55 a Oristano (+1), 77 a Nuoro, 848 a Sassari (+12).
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«Oggi, la festa del lavoro deve essere intesa per tutti i sardi come la giornata in cui riflettere sulla ripartenza post Coronavirus. Guardiamo alla storia, agli eventi di Chicago di 134 anni fa, alle lotte che nel nostro Paese sono state fondamentali per l’affermazione dei diritti della nostra Carta Costituzionale, per trarne un insegnamento su come superare questo periodo buio.»
Per il presidente del Consiglio regionale Michele Pais oggi è più importante che mai ripartire dall’articolo 1 della nostra Costituzione: «L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. Un principio che sancisce che i valori della democrazia e il diritto al lavoro sono alla base della libertà e dell’autonomia di ciascun cittadino».
Per la prima volta, dalla fine del secondo conflitto mondiale, a causa dell’emergenza Covid-19, la festa del primo maggio si svolge in modo inconsueto in cui, ai cronici problemi del mondo del lavoro, si aggiungono quello della sicurezza sanitaria e dell’incertezza di come poter immaginare il futuro.
«Oggi più che mai – scrive Michele Pais – è necessario pensare alla ripresa, garantire quella prospettiva di lavoro che, nonostante le difficoltà sanitarie, deve essere assicurata senza ulteriori ritardi. I tanti disoccupati, cassa integrati, precari e stagionali, ma anche i lavoratori autonomi e commercianti, attendono, con fiducia, di poter riprendere le loro attività, avendo al loro fianco le Istituzioni che, oggi più che mai, devono garantire sostegno perché nessuno rimanga indietro. Pur se nella necessaria massima prudenza, servono decisioni chiare e rapide. Grazie agli operatori sanitari, agli uomini e donne delle forze dell’ordine, del commercio e tutti quei lavoratori – conclude Michele Pais – che tra mille difficoltà stanno garantendo beni e servizi primari.»
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«Vi ricordate le parole di Salvini e del suo “prescelto” Solinas in campagna elettorale? Noi si! Prima i sardi era lo slogan scelto per accentrare il consenso su di loro. E i sardi ci hanno creduto. Ma si sa, i fatti dicono più delle parole. I fatti oggi ci dicono che la Regione Sardegna è il fanalino di coda per numero di domande di Cassa Integrazione presentate sul numero totale pervenuto. I dati di ieri 30 aprile parlano di 570 domande presentate dalla Regione all’INPS su un totale di circa 29mila. Questo vuol dire che tantissime persone, in forte crisi a causa del Covid, non vedranno quanto dovuto prima di luglio, se non più tardi.»
E’ dura la critica della segreterie regionale di Articolo 1 alla Giunta regionale guidata da Christian Solinas.
«Prima i Sardi??? ci credete ancora??? Noi non ci credevamo allora e oggi abbiamo le prove che facciamo bene a non crederci – aggiunge la segreteria regionale di Articolo 1 -. Più passa il tempo più si sta palesando la sottomissione del Governo regionale alle direttive che arrivano dal nord, che sono finalizzate alla mera propaganda senza nessun interesse per la vita degli abitanti della Sardegna. In un giorno come oggi, 1 Maggio, oltre a stringerci intorno a tutte le lavoratrici e i lavoratori in difficoltà, ci sentiamo obbligati a richiamare la Regione ai suoi veri compiti. Pensi ai sardi, ma ci pensi davvero. La campagna elettorale è finita, la crisi purtroppo non solo non è finita ma è più forte di prima – conclude la segreteria regionale di Articolo 1 -. Usate gli strumenti che vi son stati offerti. Non giocate sulla vita dei lavoratori e delle lavoratrici.»
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«Non è un caso il fatto di aver scelto la “festa dei lavoratori” per rendere pubbliche le nostre dichiarazioni in relazione all’emergenza che stiamo vivendo.»
Lo scrive, in una nota diffusa stamane, Valentina Pistis, capogruppo dei Riformatori Sardi nel Consiglio comunale di Iglesias.
«In un momento così complicato, dal punto di vista sanitario, sociale ed economico, non possiamo che stringerci alla nostra comunità e studiare tutte le misure necessarie e utili per la ripartenza – dice Valentina Pistis -. Mettiamo da parte le polemiche di questi ultimi mesi, l’unico obiettivo, oggi, è quello di arginare l’impatto economico di questa crisi sul fatturato del commercio, delle attività produttive e del turismo.»
«Con la collega Luisella Corda abbiamo studiato degli interventi mirati, si tratta di due mozioni che verranno discusse nel prossimo consiglio comunale del 8 maggio p.v., partendo dal nostro programma di governo che ci ha visto impegnate nelle amministrative del 2018 – aggiunge Valentina Pistis -. Sono provvedimenti seri, precisi e con copertura finanziaria, che intervengono a favore delle categorie colpite dalle restrizioni applicate per il Coronavirus. Attivare lo sportello dedicato alle attività produttive, implementare l’ufficio Europa, esonerare dal pagamento della tosap le attività di somministrazione alimenti e bevande, incentivando l’uso di spazi esterni, sono tutte misure che si possono immediatamente mettere in pratica.»
«Il momento degli slogan è terminato, il fondo del barile raschiato – conclude Valentina Pistis -, oggi la nostra priorità è quella di far ripartire il tessuto economico della città a prescindere dalle maggioranze o dalle minoranze, nell’esclusivo interesse dei cittadini.»
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Il prof. Robert Gallo è il più grande virologo vivente. Oggi i giornali riferiscono la sua opinione sul metodo da usare per uscire dall’epidemia. Egli sostiene: «Vacciniamo tutti contro la poliomielite e vedremo crollare la curva dei COVID positivi».
Questa è un’opinione. I giornali ci sommergono di opinioni. Spesso sono contrastanti. Per esempio qualcuno dice che la idrossiclorochina fa guarire, altri dicono: «No, ci uccide».
Le opinioni generano confusione e frustrazione.
Dobbiamo distinguere 3 tipi di notizie.
La differenza sta in questo:
La scoperta scientifica, è la risultanza di una ricerca eseguita col metodo galileiano e cartesiano della prova e controprova. Il risultato del laboratorio di ricerca viene poi sottoposto alla revisione di più laboratori diretti da esperti mondiali. Alla fine si pubblica il risultato in riviste ufficiali.
Vi sono poi le verità inconfutabili, come le verità matematiche. Per esempio, è vero che il risultato della somma 2+2 è 4. Questa è una verità che non ha bisogno di prove di laboratorio.
Vi sono poi le verità storiche. Per esempio è vero che la Rivoluzione Francese iniziò nel 1789. Oppure è vero che Napoleone morì il 5 maggio 1821. Queste sono verità certificate dagli storici.
Oggi abbiamo un bisogno impellente di verità, e non di opinioni, perché dobbiamo prendere decisioni che cambieranno radicalmente la vita nostra e dei nostri cari.
Le verità disponibili sul Coronavirus sono molto poche. Si basano su dati empirici e non prevedono il futuro, esse sono:
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Gli elementi che disturbano nella valutazione dei provvedimenti da prendere sono le troppe opinioni e le troppe ipotesi senza fondamento scientifico. Per esempio, la dichiarazione martellante che con il caldo l’epidemia si attenuerà, perché i virus respiratori temono il caldo estivo. E’ un’opinione. Nessuno può dire oggi, come si comporterà il virus col caldo estivo.
La storia dice che la seconda ondata mortifera di Epidemia Spagnola del 1919 avvenne proprio d’estate.
Detto questo, le uniche difese che abbiamo sono: il distanziamento sociale, le mascherine, i guanti e l’isolamento.
Oggi, se uno di noi entra in un negozio non sa se gli altri clienti ed i venditori siano COVID positivi. Nel sospetto, dobbiamo portare sempre la mascherina ed i guanti, e mantenere le distanze. Così pure i venditori e gli altri clienti non sanno se noi siamo COVID positivi, per questo devono portare anch’essi la mascherina ed i guanti. Al rientro in macchina, dobbiamo disinfettare le nostre mani guantate ed il volante con gel alcoolico.
Questa precauzione riduce di 38 volte la possibilità di essere infettati, ma non elimina il rischio.
La situazione sarebbe del tutto diversa se noi, negli ultimi 7 giorni, avessimo fatto il tampone nasofaringeo per la ricerca dello Rna virale ed avessimo un referto di laboratorio che certifichi lo stato di COVID-Free.
Se anche gli altri clienti fossero tutti COVID-Free e lo fosse anche il venditore, ci sentiremmo sicuri e svolgeremmo le nostre attività commerciali con la necessaria cura del rapporto umano.
Naturalmente questo ragionamento dei tamponi a tappeto si dovrebbe estendere a tutte le imprese, agli uffici pubblici e privati, agli ospedali, alle scuole, ai mezzi di trasporto, ai teatri, ai ristoranti, agli alberghi, etcetera.
Questa affermazione non è un’opinione ma un’ipotesi scientifica, ampiamente sperimentata in Veneto. In quella regione, dove vennero individuate le prime Zone Rosse, oggi quei centri urbani sono COVID-Free.
Gli Istituti di Virologia pubblici stanno mappando tutti gli abitanti. Fino a ieri, i laboratori veneti stavano usando macchine che eseguivano 9.000 test al dì. Attualmente hanno messo in attività macchine olandesi che eseguono 30.000 test al dì.
Analisi di un ipotetico screening adottabile anche nel Sulcis Iglesiente.
Il Sulcis Iglesiente ha avuto, fino a pochi decenni fa, un Sistema sanitario completo. Vi erano gli ospedali per le malattie mediche e chirurgiche generali, ed un altro ospedale nato per contenere un’altra malattia respiratoria contagiosa. Era l’ospedale Crobu, Preventorio anti TBC.
Oggi abbiamo in attività gli ospedali Sirai e CTO per le malattie non contagiose. L’Amministrazione comunale di Iglesias ha indicato il Santa Barbara come ospedale COVID.
Abbiamo ancora disponibile l‘ospedale-residence Crobu per i portatori sani.
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Contro questa Epidemia, che sta uccidendo gli uomini e l’economia, dobbiamo rapidamente attrezzarci.
In passato, per individuare i portatori sani di TBC si eseguivano questi test di screening:
Con questi referti il soggetto portatore veniva identificato ed inviato all’isolamento.
L’isolamento serviva a:
Ciò venne fatto con successo e la TBC, che era endemica nel Sulcis Iglesiente, fu debellata.
In Veneto stanno seguendo lo stesso percorso.
Oggi non dobbiamo inventare proprio niente: si deve individuare ed isolare il portatore.
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Se oggi, Primo Maggio 2020, acquistassimo lo strumento d’analisi dello RNA virale, di fabbricazione olandese, e lo affidassimo ai nostri laboratori, si potrebbe iniziare subito la ricerca a tappeto dei portatori in incubazione. Non abbiamo bisogno di nessuno, tranne che di un maggiore impegno dei medici di base, che verrebbero sacrificati per almeno un mese.
Nell’arco di una settimana, potremmo avere una mappa esatta dei portatori del virus ed avviarli alle cure.
Dopo 14 giorni, si ripeterebbe l’indagine per cercare i casi sfuggiti al primo filtro.
Con la mappa in mano, potenziata dalla app Immuni, sapremmo tutti che nei negozi, nei ristoranti, negli alberghi, non correremmo rischi seri. Mascherine e guanti sarebbero, comunque, un valido supplemento.
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In questa ipotesi, saremmo più liberi di ridare vita alle attività produttive, ai servizi e, soprattutto, all’attività turistica. Le nostre imprese turistiche fornirebbero un “valore aggiunto” inestimabile: il territorio COVID-Free.
Naturalmente il turista, presentandosi in Sardegna dopo aver eseguito i controlli di laboratorio, troverebbe qui un Sistema sanitario del Sulcis Iglesiente pronto a prenderlo in carico verificando, durante la sua permanenza, la sua integrità virologica. Cosa che gli farebbe un immenso piacere.
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Dobbiamo cambiare rotta nella Sanità: chiudere per sempre la centralizzazione del servizio sanitario a Cagliari e riportare i Servizi nel Territorio.
Mario Marroccu