24 July, 2024
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La Camera del Lavoro CGIL, congiuntamente alle organizzazioni sindacali di Categoria e al sindacato dei pensionati Spi Cgil della Sardegna Sud Occidentale, ha promosso una raccolta fondi a sostegno delle strutture sanitarie del nostro territorio.

«Con questa iniziativa spiega il segretario generale della Camera del Lavoro CGIL Sardegna Sud Occidentale Antonello Congiu la nostra organizzazione intende aiutare in maniera tangibile tutti coloro che con il loro lavoro sono in prima linea nell’emergenza corona virus. La cifra che abbiamo potuto raccogliere, che deriva dalle quote associative dei  nostri lavoratori e pensionati di tutto il sindacato confederale, per quanto limitata, vuole essere un segnale di concreta solidarietà del mondo del lavoro e dei pensionati, nei confronti di chi si trova ad affrontare una grave situazione emergenziale e di grandi difficoltà per la scarsa disponibilità delle risorse economiche. Pensiamo che questo fondo, anche nei suoi limiti, possa aiutare le Aziende sanitarie di Sanluri e Carbonia, nella gestione dell’emergenza Coronavirus

«Intendiamo così contribuire, a supporto delle attività assistenziali, al miglioramento delle cure del paziente e delle condizioni di lavoro degli operatori, per acquisti di materiali di consumo, quali mascherine, tute protettive, disinfettanti e strumentazioni necessari ai medici, e potrebbero essere utili agli infermieri, gli OSS, al personale medico  e all’altro personale a qualsiasi titolo impegnato in questa difficile battagliaconclude Antonello Congiu -, per limitare le occasioni di contagio di tutti gli operatori sanitari, ai quali esprimiamo una profonda e sincera gratitudine per il loro lodevole impegno umano e professionale.»

 

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Quasi 800mila euro è il valore rimborsato ai consumatori sardi nel 2019 grazie all’attività di conciliazione svolta dal Corecom Sardegna, su delega dell’Agcom, nell’ambito delle controversie tra utenti e gestori di telefonia o pay TV. Il trend di crescita, rispetto al 2018, è del 25%.
Risultato raggiunto da quando è in funzione la piattaforma telematica ConciliaWeb messa a punto dagli esperti dell’autority delle comunicazioni. Il nuovo sistema ha velocizzato notevolmente le procedure e non richiede la presenza fisica degli utenti nelle sedi di conciliazione. Sono 2645 le istanze di conciliazione pervenute nello scorso anno al Corecom Sardegna, 331 quelle per provvedimenti a carattere d’urgenza e 202 le istanze di definizione. Complessivamente il Corecom ha trattato oltre 3.000 controversie tra utenti e operatori.
Tra le motivazioni principali per cui gli utenti si sono rivolti al Corecom figurano le contestazione delle fatture, l’interruzione del servizio per motivi tecnici o amministrativi, ritardo nella portabilità del numero e modifica delle condizioni contrattuali.
La percentuale degli accordi raggiunti nel corso del 2019 è dell’86,30 in procedura ordinaria e dell’88,1 in procedura semplificata. Il valore medio delle conciliazioni è stato di circa 400 €, mentre quello relativo ai provvedimenti decisori ammonta a 756 €, che sale 1.507 € per i provvedimenti decisi con deliberazione.
«I numeri in costante crescita dimostrano la grande affidabilità del servizio offerto e l’elevato grado di fiducia da parte dei cittadini che si rivolgono al Corecom per trattare le controversie con i gestori telefonici». afferma la presidente Susi Ronchi, che ricorda come «l’87 per cento delle risoluzioni vadano a favore degli utenti che si vedono riconoscere le proprie ragioni». Tim, essendo la compagnia con il maggior numero di clienti, risulta essere anche la prima per cui gli utenti si rivolgono al Comitato regionale per le comunicazioni: nel 2019 le istanze sono state 1228. Seguono Vodafone con 548 istanze, Wind3 con 416 e Tiscali con 325.
E’ importante sottolineare che si tratta di un servizio completamente gratuito offerto ai cittadini. Coloro che hanno difficoltà a collegarsi via Internet o sono sprovvisti di un computer possono ricevere assistenza per inoltrare le istanze. Il Corecom Sardegna ricorda che, a causa dell’emergenza COVID-19, le due sedi, quella principale a Cagliari, presso il Consiglio regionale ,e l’altra a Sassari, in via G.M. Angioy, non sono momentaneamente accessibili al pubblico ma è possibile rivolgersi al numero verde 800318084 recentemente potenziato ed attivo dal lunedì al venerdì dalle ore 9.00 alle 13.00.

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Grazie ad un accordo firmato in questi giorni difficili con i sindacati, il gruppo bancario Unicredit realizzerà un piano strategico della durata di 4 anni (2020/2023) chiamato “Team 23”, che vedrà l’assunzione di 2.600 nuovi collaboratori a fronte di 5.200 uscite attraverso pensionamenti anticipati volontari. 

Il piano, oltre a prevedere investimenti aggiuntivi nel Mezzogiorno, riguarderà anche la riqualificazione a nuovi ruoli professionali di 800 dipendenti e la conferma di contratti di lavoro a tempo indeterminato per 900 apprendisti.

UniCredit è una delle banche più importanti e conosciute a livello internazionale, è formata da una rete capillare di 4.000 filiali distribuite su tutto il territorio nazionale e offre servizi ad oltre 26 milioni di clienti attraverso uffici rappresentativi e filiali sparsi in 18 paesi nel mondo.

UniCredit, che offre ai propri dipendenti un ambiente di lavoro multidisciplinare, stimolante e in continua evoluzione, ricerca…

L’articolo completo è consultabile nel sito: http://suntini.it/diariolavoro_unicredit_4_20.html .

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In Europa l’Italia è stato il primo Paese ad essere investito pesantemente dal Coronavirus ma ormai tutta l’Europa Occidentale è stata travolta e dall’altro ieri l’Europa ha superato l’Italia per numero di contagi: martedì 7 aprile 140.510 contro 135.586. La penisola iberica in 24 ore ha registrato ben 5,478 casi, l’Italia nelle stessa giornata 3.039. Alle spalle dell’Italia mercoledì c’erano la Germania con 103.228 (+ 4.003 in 24 ore), la Francia con 78.167 (+3.777 in 24 ore) ed il Regno Unito con 55.242 (+3.634 in 24 ore). L’Italia resta ad oggi il Paese con il maggior numero di decessi dall’inizio dell’emergenza ma da qualche giorno sembra aver invertito la tendenza, mentre gli altri Paesi, essendo stati investiti dal virus più tardi, si trovano ancora nella fase ascendente.

Complessivamente, nel Vecchio Continente, in 48 ore i contagi sono passati da 656.206 a 721.156, con un incremento di 64.950. I decessi sono cresciuti da 49.493 a 57.654, con un incremento di 8.161.

I dati sono aggiornati a martedì 7 aprile 2020.

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Il Coronavirus è diventato ormai da alcune settimane una pandemia planetaria ma probabilmente pochi avrebbero osato prevedere che si sarebbe diffusa così velocemente, contagiando ormai quasi 1 milione e 300.000 persone e provocando quasi 73.000 decessi.

Tre giorni fa, i contagiati nel mondo erano 1.136.862, le vittime 63.025; l’altro ieri i contagiati 1.241.973, le vittime 67.841; ieri i contagiati 1.282.931, le vittime 72.776. In 48 ore, i casi di positività sono cresciuti di 146.069 unità, i decessi di 9.751.

Gli Stati Uniti sono largamente il paese più colpito dal contagio, fino a due giorni fa l’Italia era il secondo ma già due giorni fa è stata superata dalla Spagna, che ieri ha raggiunto i 140.510 contagi, contro i 135.586 dell’Italia, seguita dalla Germania con 103.228 e dalla Francia con 78.167. I contagi negli Stati Uniti crescono esponenzialmente e ieri hanno raggiunto la cifra di 333.811.

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Il numero dei casi positivi al Coronavirus oggi si è triplicato rispetto a ieri in Sardegna (40 contro 13) ma questo dato non deve indurre all’allarmismo, perché scaturisce da un considerevole aumento del numero di tamponi eseguiti, 813, contro i 159 di ieri (il rapporto è oltre 5 contro 1).

La provincia a riscontrare il maggior numero di casi di positività è stata anche oggi quella di Sassari, ben 34 su 40, un numero che porta il totale a 654 su 975, con un ulteriore aumento della percentuale: 67,08%. Tre casi sono stati riscontrati nella Città Metropolitana di Cagliari, 2 nella provincia di Nuoro, 1 in quella di Oristano. Per il secondo giorno consecutivo, nei 107 Comuni della provincia del Sud Sardegna, non sono stati riscontrati casi di positività al Covid-19 (era già accaduto la settimana scorsa, il 1° e 2 aprile), un dato importante, dal quale emerge una buona disciplina e rispetto delle disposizioni imposte dai decreti del presidente del Consiglio dei ministri e dalle ordinanze del presidente della Giunta regionale, ma non deve assolutamente portare ad abbassare la guardia, perché l’insidia è sempre dietro l’angolo e la straordinaria capacità del virus di propagarsi impone la massima attenzione.

Sono diminuiti i ricoverati con sintomi (112, erano 122 ieri), aumentati i pazienti in terapia intensiva (31, ieri 26) e quelli in isolamento domiciliare (697, ieri 673). Sono aumentati i pazienti dimessi (76, ieri erano 62).

La giornata, purtroppo, ha fatto registrare altri 7 decessi, numero che porta il computo totale a 59.

 

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Esprimiamo il più profondo cordoglio per la scomparsa del dott. Nabeel Khair, la nostra vicinanza e solidarietà alla moglie ai due figli e alla comunità palestinese di Cagliari e della Sardegna di cui è stato fra i promotori e animatori. La sua morte a causa del Covid-19 ci addolora particolarmente, perché si tratta del primo medico di base e guardia medica a morire in Sardegna per questa drammatica epidemia. E’ una vittima del lavoro, in quanto ha dovuto espletare la sua attività di assistenza medica privo di adeguati dispositivi di protezione individuale e di sicurezza, così come siamo stati costretti a lavorare in larga parte come medici di base e guardie mediche, dall’inizio dell’epidemia fino alla scorsa settimana, in condizioni di estrema difficoltà.

La mia conoscenza e profonda amicizia con Nabeel Khair risale al 1986, in occasione di un dibattito sulla questione palestinese nel Consiglio comunale di Austis, di cui ero amministratore. All’epoca Nabeel era uno studente delle Facoltà di Medicina di Cagliari. Fin da allora mi colpirono le sue doti umane e professionali. La nostra amicizia si è sviluppata nel corso di quasi quarant’anni anche attraverso innumerevoli iniziative a sostegno dei diritti del popolo palestinese. Tante sono state le azioni e i progetti di scambio tra la comunità sarda e quella palestinese. Le sue alte qualità umane e professionali ne avevano fatto un dirigente di caratura europea e da alcuni anni ricopriva l’incarico di vice presidente della Comunità Palestinese in Europa. Lascia un vuoto incolmabile.

Non è sopportabile che la Sardegna, come abbiamo denunciato, abbia toccato la scorsa settimana la più alta percentuale di medici ed operatori sanitari positivi al Covid-19 rispetto al totale dei contagiati. La sua morte drammatica e prematura ci spinge a rafforzare e nostre richieste per dotare tutti gli operatori sanitari siano messi in condizioni di lavorare in sicurezza”.

Francesco Carta

Presidente regionale

Medicina democratica Sardegna

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«Sono arrivati oggi i primi pazienti all’ospedale da campo di Jesi, struttura sanitaria allestita e gestita dalla Marina Militare. Al momento questo Posto Medico Avanzato è attivo fino ad un massimo di 6 posti letto, che saranno incrementati fino ad un massimo di 40 nei prossimi giorni, secondo le richieste avanzate dall’ospedale “Urbani”.»

Lo rende noto il Sottosegretario alla Difesa, Giulio Calvisi, con delega alla sanità militare.

«La struttura sanitaria sarà gestita da 7 medici, 17 infermieri e 11 operatori tecnico-sanitari della Brigata Marina San Marco, i quali garantiranno le operazioni di triage, primo soccorso, visite ambulatoriali e all’occorrenza degenzaspiega Giulio Calvisi -. Attività che consentiranno di alleggerire gli ospedali civili, e quindi rendere nuovamente disponibili preziosi posti letto presso i nosocomi nazionali.  Quest’ultima opera realizzata dal personale della Difesa, così come quelle di Cremona e Piacenza, conferma l’impegno continuo, straordinario e ininterrotto dei nostri medici militari nella gestione dell’emergenza.»

«È di oggi poi, la notizia data dal ministro Lorenzo Guerini e dal ministro Roberto Speranza che il Policlinico Militare Celio di Roma diventerà, nelle prossime due settimane, il polo di riferimento anti Covid-19 del Centro Italiaaggiunge Giulio Calvisi -. Una struttura sanitaria con 120 posti letto, dei quali 30 destinati alla terapia intensiva o sub-intensiva che successivamente potranno essere incrementati a 150 e 50. »

«Ancora una volta è doveroso sottolineare da parte delle istituzioni l’impegno di donne e uomini della Difesa, quotidianamente impegnati in un’attività molto complessa e delicata al servizio di tutti in questa fase di emergenza», conclude Giulio Calvisi.

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«La scomparsa del dottor Nabeel Khair ci addolora. Esprimo alla sua famiglia, anche da parte dell’intera Assemblea, il cordoglio ed il ringraziamento per la dedizione con cui fino alla fine ha portato avanti la sua professione.»
Per il presidente del Consiglio regionale Michele Pais questo lutto colpisce l’intera comunità sarda.
«La prima vittima del Coronavirus tra i medici di famiglia della Sardegna deve essere un monito per tutti: non abbassiamo la guardia e seguiamo le regole. Ricordiamoci dei medici e degli operatori sanitari che in ogni parte del mondo combattono ogni giorno in prima linea, spesso a costo della propria vitaconclude Michele Paisper sconfiggere questo terribile virus.»

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«Si renda nominativo l’utilizzo del buono spesa previsto dal bando coperto dai fondi stanziati dal Governo, per tutti quei cittadini in difficoltà a seguito dell’emergenza Covid-19, al fine di evitare situazioni per le quali i predetti buoni spesa possano venire ceduti o addirittura venduti dagli assegnatari a terze persone, di fatto lucrando sulla pelle di chi ha reale bisogno.»

E’ la proposta avanzata oggi da sei consiglieri di minoranza del comune di Iglesias, Luigi Biggio, Simone Saiu, Federico Garau, Francesca Tronci, Bruna Moi e Alberto Cacciarru, al comune di Iglesias ed al relativo settore di competenza.

«La propostaaggiungono i sei consiglieri di minoranzanasce dal fatto che numerosi Comuni stanno provvedendo all’applicazione di tale criterio, con annessa presentazione di documento di identità che, una volta esibito, danno la possibilità di utilizzo di tale buono. Speriamo possa essere un utile deterrente contro lo sciacallaggio dei buoni spesa che, per l’assenza di controlli delle domande in entrata, rischiano di finire nelle mani di chi oggi non ha bisogno realmente di tale assistenza, creando dunque la concreta possibilità di un lucro a discapito di tutti quei cittadini che, pur avendo inoltrato la domanda, ma soprattutto essendo in possesso di tutti i requisiti richiesti, rischiano il non ingresso all’interno della graduatoria per l’assegnazione di tale bonus. Speriamo vivamente che l’amministrazione non sottovaluti questa nostra richiesta e che possa il prima possibile effettuare tutti i controlli sulle domande effettuate dai vari richiedenticoncludono Luigi Biggio, Simone Saiu, Federico Garau, Francesca Tronci, Bruna Moi e Alberto Cacciarru -. In un momento di così grande importanza, è necessario che nessun cittadino in stato di reale bisogno venga lasciato indietro.»