24 July, 2024
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All’emergenza sanitaria provocata dalla diffusione del Coronavirus, ormai da alcune settimane si è affiancata un’emergenza economica che ha già messo in ginocchio numerose piccole e medie imprese e minaccia di acuirsi drammaticamente nei prossimi mesi. La chiusura di tutti gli esercizi commerciali non ritenuti essenziali e la fermata di tutti gli eventi pubblici (sport, spettacolo, cultura, assemblee varie) che prevedono assembramenti di persone, hanno già prodotto la perdita si moltissimi posti di lavoro che sarà assai difficile recuperare. Coscienti della drammaticità della situazione, il Governo in primis, con il decreto approvato ieri sera, ma anche le Regioni, stanno mettendo in campo provvedimenti straordinari, con lo stanziamento di una quantità di risorse immensa, in proporzioni mai conosciute prima nel nostro Paese, per sostenere le famiglie in difficoltà e alle imprese di ripartire.

Uno dei settori maggiormente colpiti dalla crisi è sicuramente quello turistico. L’isolamento tra le persone cui ci costringe il rischio di infezione, inevitabilmente ha paralizzato l’intero settore e per recuperare la fiducia necessaria per riprendere a viaggiare per piacere e, in particolare, per trascorrere periodi di vacanza, non sarà facile. Tra le comunità maggiormente colpite dall’emergenza nel settore turistico, c’è sicuramente quella dell’Isola di San Pietro che basa la sua economia in larga misura sul turismo. Oggi il problema prioritario è la tutela della salute e per questa sono impegnati tutti, istituzioni pubbliche e private, tutti i cittadini. A Carloforte, l’emergenza sanitaria ha già portato alla cancellazione e/o rinvio, di diversi eventi, tra i quali il XVIII Girotonno, previsto dal 30 maggio al 2 giugno e rimandato ufficialmente al 2021. La stagione turistica estiva sarà fortemente condizionata ma tra gli operatori del settore, nell’Isola, c’è chi non ha perso la fiducia in una parziale ripresa, da avviare tra fine luglio ed inizio agosto. Tra questi c’è Andrea Granara, che abbiamo intervistato.

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Dal 14 marzo sono 20.742 i controlli realizzati dal Corpo forestale della Regione Sardegna per vigilare sul rispetto delle regole stabilite per l’emergenza epidemiologica da Covid-2019.
Nella giornata di ieri sono stati effettuati 1.045 controlli: 270 nell’area di Cagliari, 60 Iglesias, 80 Oristano, 206 Sassari, 101 Tempio, 221 Nuoro, 107 Lanusei. Sono state sanzionate 29 persone (11 a Cagliari, 10 a Sassari, 4 ad Iglesias, 2 a Tempio, 1 ad Oristano, 1 a Nuoro), per un totale (dal 14 marzo) di 374.
Inoltre, nella mattinata di ieri, gli uomini del Corpo forestale hanno realizzato il servizio di scorta armata dei due tir, arrivati ad Olbia da Civitavecchia, che hanno trasportato le casse dei dispositivi di protezione individuale (dpi) al deposito realizzato alla Fiera di Cagliari, dove i forestali hanno svolto anche il servizio di vigilanza.

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Sono 272 i Comuni sardi che non hanno riscontrato casi di positività al Covid-19 dall’inizio dell’emergenza. E’ questo il dato più confortante per il 72% dei Comuni sardi, in una giornata che ha registrato anche un calo nel numero complessivo dei casi riscontrati, 13, 10 dei quali nella provincia di Sassari, 2 nella Città Metropolitana di Cagliari, 1 nella provincia di Oristano. Nessun caso nelle province del Sud Sardegna e di Nuoro. E’ salito a 935 il numero complessivo dei casi di positività. E’ cresciuto, purtroppo, il numero dei decessi, da 47 a 52.

La situazione più critica resta quella della provincia di Sassari, dove sono stati riscontrati ben 620 casi, il 66,31% del totale.

Oggi sono stati eseguiti meno tamponi rispetto a ieri, 159, il numero più basso dall’inizio del mese di aprile. Questa l’evoluzione del numero di tamponi dall’inizio del mese: 1° aprile 244, 2 aprile 469, 3 aprile 492, 4 aprile 311, 5 aprile 368, 6 aprile 364, 7 aprile 159. Complessivamente, dall’inizio dell’emergenza, sono stati eseguiti 7.680 tamponi.

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Le organizzazioni sindacali dei medici, veterinari, dirigenti sanitari e del Comparto (AAROI EMAC, ANAAO ASSOMED, FVM, FASSID, Nursing UP e FSI/USAE), preso atto delle numerose criticità emerse in conseguenza dell’emergenza Covid-19, si sono rese disponibili a collaborare con l’assessorato regionale della Sanità e mettere a disposizione le proprie professionalità.

«Siamo in attesa di incontrare in teleconferenza l’Assessore in un clima di fattiva collaborazione – si legge in una nota – per poter discutere le proposte presentate in questi giorni al fine di contribuire a ottimizzare il piano di emergenza a livello ospedaliero (delibera 17/10).»

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Nessun Comune è uguale a un altro, e in tempi di crisi e virus questo appare ancora più evidente. A Seulo, comunità nota per i suoi numerosi centenari e una indiscussa longevità della popolazione, ci si è organizzati per affrontare l’emergenza Covid-19 in base alle esigenze della comunità, insieme a una forte solidarietà che è alla base dei legami sociali e umani. Andando forse anche oltre le restrizioni del Governo nazionale, tutto sembra per ora funzionare nel migliore dei modi con la chiusura totale dei negozi, generi alimentari e farmaci ordinati e obbligatoriamente recapitati a domicilio, sconto sulla spesa per tutti, distribuzione buoni d’acquisto e pc per la didattica a distanza dei più piccoli. Non mancano i volontari e le sarte per la produzione di mascherine.

«Stiamo trattando questa emergenza sanitaria come fosse un incendio boschivo ha detto il sindaco di Seulo Enrico Murgia – ovvero cerchiamo in primis di prevenire e poi di provare ad anticipare le problematiche dovute a un incremento di criticità, organizzando una risposta coordinata, proporzionale ed efficace. Voglio per questo ringraziare come sindaco, a nome di tutta la comunità di Seulo, le persone che con lavoro e passione ci stanno consentendo di dare risposte efficaci alla lotta contro il virus. Il Centro Operativo Comunale, riunitosi per la direzione ed il coordinamento dei servizi di soccorso e di assistenza alla popolazione, ha da subito considerato di fondamentale importanza l’utilizzo delle mascherine, ma ovviamente la difficoltà è stata quella di reperirle. Così si è pensato di mettere in moto la macchina del volontariato.»

I volontari delle mascherine e della spesa. Il comune di Seulo ha e avrà le sue mascherine grazie alle due imprese tessili (Tesca 2000 e Su Tessingiu) e all’opera di tante seulesi che si sono messe a cucire per proteggere il proprio paese.

«Le mascherine verranno distribuite dal gruppo dei volontari che si occupano della spesa – ha proseguito il sindaco – ed ogni famiglia avrà due mascherine. Voglio sottolineare inoltre che per motivi di sicurezza da noi in paese è stato chiuso tutto, anche i negozi di alimentari e le farmacie. La spesa viene portata obbligatoriamente a domicilio, grazie al prezioso aiuto – lo ripeto – dei volontari.

E’ infatti possibile acquistare attraverso un ordine telefonico o per messaggio al negoziante di fiducia: il tutto viene poi recapitato gratuitamente. La consegna della merce sarà effettuata da corrieri volontari opportunamente formati e dotati dei presidi di sicurezza necessari allo scopo. Questo evita che il titolare del negozio sia esposto al contatto con il pubblico in uno spazio ristretto, elimina le file fuori dalle botteghe, e assembramenti anche involontari per gli acquisti.

I generi di prima necessità stanno ovviamente aumentando di prezzo, per evitare di incidere ulteriormente sulle tasche della comunità ci stiamo organizzando attraverso due linee d’azione: la prima è velocizzare la distribuzione dei buoni spesa messi in campo dal Governo/Protezione Civile, la seconda è una misura esclusivamente comunale dai contenuti innovativi, ovvero generare uno sconto sui beni di prima necessità aperto a tutta la popolazione presente in questo momento a Seulo (per un principio di solidarietà usufruiranno dello sconto sia i residenti, i seulesi non residenti, e anche chi per vari motivi si trovasse in quel momento a Seulo).»

La chiusura dei negozi consente inoltre all’Amministrazione di ricostruire più facilmente gli spostamenti ed i possibili contatti delle eventuali persone risultate infette da Covid-19, aspetto di fondamentale importanza per contenere facilmente l’infezione.

Scuola, nuovi pc per i bambini e la didattica on line. «Occorre prepararsi a una normalità nell’emergenza – ha concluso Enrico Murgia – penso soprattutto ai bambini e ragazzi che hanno visto la scuola chiudersi e ritrovarsi a dover affrontare le difficoltà della didattica a distanza. Non tutte le famiglie erano attrezzate per la didattica on line, non solo per mancanza di supporti informatici adeguati, ma anche per l’assenza di una connettività stabile e veloce. Abbiamo dunque ritenuto doveroso trovare le risorse per acquistare i computer a tutti i bambini delle elementari, seguendo una linea politica ormai consolidata a Seulo, che ha un’attenzione particolare per una istruzione di qualità. I ragazzi della scuola media sono stati dotati in precedenza di notebook e quindi sono già operativi.»

Il Centro Operativo Comunale. E’ composto dal responsabile, il sindaco Enrico Salvatore Murgia, dalla vice-sindaca Luciana Patrizia Moi con funzione di supporto Risorse, dall’assessore Adriano Mulas supporto Volontariato, dall’agente di Polizia Locale Igor Leoni funzione di supporto tecnico, dalla dott.ssa Valentina Locci supporto Sanità. Collaborano inoltre: il Comandante della Locale stazione Carabinieri Maresciallo Gerry Onano ed Efisio Pilia come responsabile della Protezione Civile di Sadali.

Foto: Panorama parziale dell’abitato
Autore: Dario Loddo

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Sono 935 i casi di positività al Covid-19 riscontrati in Sardegna dall’inizio dell’emergenza, 13 in più rispetto a ieri. I ricoverati con sintomi sono 122, i pazienti in terapia intensiva 26, gli ospedalizzati complessivamente 148, 673 i pazienti in isolamento domiciliare.

Le persone attualmente positive sono 821, 2 i nuovi attualmente positivi, 62 i dimessi (in attesa di conferma dall’Istituto Superiore di Sanità). I deceduti sono saliti a 52. I tamponi effettuati sono 7.680. 

Sul territorio, dei 935 casi positivi complessivamente accertati, 148 sono stati registrati nella Città Metropolitana di Cagliari (+2 rispetto all’ultimo aggiornamento), 74 nel Sud Sardegna, 28 a Oristano (+1), 65 a Nuoro, 620 (+10) a Sassari.

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In Sardegna risultano soffrire di Diabete circa 120.000 persone. Alle necessità e ai bisogni di salute strettamente legati alla patologia, si debbono purtroppo associare necessità e bisogni di natura organizzativa e amministrativa fondamentali per garantire la corretta terapia a tutti. Pensiamo alle visite di controllo periodiche, all’approvvigionamento di farmaci e presidi (insulina, siringhe, aghi cannule, sensori e strisce per l’autocontrollo, etc.), al rinnovo dei piani terapeutici e delle diverse autorizzazioni e  certificazioni.

Queste condizioni, quelle propriamente che derivano dall’organizzazione in ambito sanitario, e che impattano notevolmente sulla qualità della vita delle persone con diabete, sono quelle dove storicamente si registrano le maggiori difficoltà e i maggiori ritardi con forti livelli di disuguaglianza rispetto alle altre Regioni d’Italia.

Già lo scorso 21 gennaio la RSD convocata in audizione pubblica presso la VI commissione della Salute della Regione Sardegna ha avuto modo di segnalare diverse tra le maggiori problematiche sulle quali si reputa necessario un intervento riorganizzativo, e tra queste ve ne sono certamente  alcune che, soprattutto in questo periodo di emergenza sanitaria derivante dalla pandemia Covid‐19, risultano improcrastinabili.

Non appare superfluo evidenziare che le indicazioni emanate dal Governo e dagli Organi Sanitari auspicano la riduzione degli spostamenti delle persone, e che dai report sulle caratteristiche dei pazienti deceduti positivi a Covid‐19 in Italia pubblicati dall’Istituto Superiore di Sanità, il Diabete mellito è per frequenza la seconda patologia osservata nei pazienti deceduti. Inoltre, la presenza di più patologie preesistenti, molto frequente nelle persone con diabete, fa impennare la possibilità di esito fatale dell’infezione.

Pertanto, in coerenza con gli attuali Decreti ed Ordinanze, ma anche con le iniziative temporanee già introdotte (vedi estensione della validità dei Piani Terapeutici scaduti o in scadenze nel periodo di emergenza; dematerializzazione della ricetta rossa ancora obbligatoria per farmaci inseriti in piano terapeutico e conseguente semplificazione per i pazienti con cronicità nel ritiro degli stessi), chiediamo risposte immediate ed urgenti su:

1) istanza inviata all’assessorato della Sanità della Sardegna lo scorso 1 aprile, tesa a rafforzare identica richiesta già inviata da Diabete Italia il 27 marzo u.s. (vedi allegati), e relativa alla  semplificazione del processo di ritiro di farmaci e presidi presso le farmacie Ospedaliere, meglio nota come distribuzione in forma diretta.

Questa modalità di approvvigionamento di farmaci, presidi e devices, riguarda un numero significativo di pazienti (oltre 5.000), e risulta fortemente problematica per i seguenti motivi:

• ridotta offerta di servizio erogato (apertura per solo poche ore alla settimana);

• la non capillarità delle strutture obbliga gli assistiti a spostamenti dal proprio Comune di residenza con percorrenze anche di diverse decine di chilometri.

Per contro sono state avanzate tre possibili alternative organizzative:

“previo appuntamento” presso i punti di distribuzione diretta;

• oppure presso le Farmacie private e convenzionate sul territorio attraverso l’estensione della modalità DPC (Distribuzione Per Conto), modalità già in essere per altri farmaci e materiali;

• oppure presso i punti di distribuzione diretta ma secondo una calendarizzazione basata sulla lettera iniziale del cognome del paziente al fine di evitare lunghe attese o viaggi inutili.

2) Attivazione della Teleassistenza. In questo momento, in ottemperanza ai DPCM dell’8 e 9 marzo 2020, sono sospese le visite programmate presso i Servizi e gli ambulatori di Diabetologia di tutta Italia. Ovviamente poiché il Diabete è patologia che è necessario gestire quotidianamente, aldilà del grave momento di emergenza sanitaria, le Società Scientifiche di AMD e SID (che rappresentano i medici diabetologi), insieme alle Associazioni dei pazienti, hanno chiesto oltre quindici giorni fa all’Assessorato alla Sanità della Sardegna l’attivazione ed il riconoscimento della tele assistenza (già operativa su gran parte del territorio nazionale).

La modalità ovviamente ancorché non esaustiva come solo può essere una visita tradizionale, risulta utile per soddisfare alcune importanti condizioni:

• viene comunque garantita una forma di assistenza terapeutica, escludendo quindi possibili gravi conseguenze dall’interruzione della stessa;

• viene fornito il necessario supporto ai pazienti attraverso l’esame e la comprensione dei dati glicemici giornalieri trasmessi per via telematica.

• è possibile intercettare casi di emergenza altrimenti sconosciuti e dagli esiti potenzialmente incerti e gravi;

• si riducono i possibili accessi agli ambulatori dei MMG e dei pronto soccorso.

Dott. Riccardo Trentin

Presidente Federazione Rete Sarda Diabete

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Approderà in Consiglio regionale, domani mattina alle 11.00, il disegno di legge della Giunta che stanzia 120 milioni di euro a sostegno delle famiglie sarde messe in ginocchio dall’emergenza Covid-19. Maggioranza ed opposizione hanno trovato un accordo di massima su procedure e criteri di ripartizione delle risorse che ora dovrà essere ratificato dalla Conferenza dei Capigruppo e approvato dalla Commissione Bilancio. Il provvedimento, illustrato in mattinata dall’assessore del Bilancio Giuseppe Fasolino alla commissione Sanità, ha incassato il via libera dell’Anci. Il presidente dell’Associazione dei comuni Emiliano Deiana, collegato in videoconferenza, ha mostrato apprezzamento per la decisione della Giunta di affidare agli enti locali la gestione delle risorse e suggerito alcune modifiche al testo: «I Comuni hanno già nei propri bilanci i residui dei fondi Reis delle scorse annualitàha detto il presidente dell’Anciquesti denari possono essere messi da subito a disposizione delle famiglie in difficoltà e integrati con le risorse regionali».

Per Emiliano Deiana sarà importante rendere immediatamente disponibili le risorse: «Chi meglio dei sindaci conosce la realtà dei propri territori? Ora è importante individuare il fabbisogno reale e stabilire le priorità di intervento. Per velocizzare al massimo le pratiche occorrerà prevedere un modello agile di autocertificazione che consenta ai cittadini di attestare i propri bisogni. In un momento successivo si faranno i dovuti controlli».

Sulla ripartizione delle risorse si va verso il modello del Reis (30% in parti uguali a tutti i comuni, 35% in base al numero dei disoccupati, 35% in base alla popolazione). «C’è bisogno di uno sforzo straordinario per impedire che questa terribile emergenza sanitaria si trasformi in un’emergenza sociale – ha detto ancora Emiliano Deianail provvedimento, se ben calibrato, andrà in questa direzione. I sindaci in questa circostanza non chiedono più soldi per i propri comuni, ciò che serve è un criterio di equità».

Obiettivo indicato anche dall’assessore del Bilancio Giuseppe Fasolino che ha chiarito con quali risorse si andrà a coprire l’intervento: «Si tratta in gran parte di risorse reperite dal bilancio regionale attraverso aggiustamenti tecnici: 89 milioni arriveranno da riduzioni di spesa e rimodulazione di interessi di mutui, altri 31 dalle economie del programma Reis – ha spiegato Giuseppe Fasolinonon ci saranno invece tagli alla programmazione territoriale: da quel capitolo sono stati individuati 13 milioni sui 30 disponibili che saranno nuovamente finanziati nel 2021. Somme che non sarebbero state spese entro il 2020 e che invece torneranno utili per contrastare l’emergenza».

Lo stanziamento sarà interamente destinato alle famiglie che sono rimaste fuori dal decreto “Cura Italia” e che hanno visto ridursi drasticamente il loro reddito: «Mettiamo a disposizione circa 800 euro per nucleo familiare, stanziamento che potrà essere eventualmente aumentato per i nuclei più numerosiha aggiunto l’assessorechi ha ricevuto i 600 euro del bonus governativo potrà averne altri 200 dalla Regione. L’importante è fare presto, senza attardarsi sui dettagli. Diamo subito un ristoro alle famiglie e nei prossimi giorni potremmo procedere agli aggiustamenti che si rendessero necessari».

Tre le categorie di beneficiari individuate: lavoratori autonomi o partite iva, dipendenti che non beneficiano, o li ricevono in forma ridotta, di ammortizzatori sociali, disoccupati che non percepiscono il reddito di inclusione sociale. Sulla necessità di fare presto si sono pronunciati, pur con qualche distinguo, anche i consiglieri di maggioranza e opposizione che hanno chiesto di eliminare dal testo il limite dei 35mila euro riferito ai redditi del 2018. Per ottenere la misura di sostegno basterà, con tutta probabilità, una semplice autocertificazione.

Il testo è ora all’attenzione della Conferenza dei capigruppo. In tarda serata sarà esaminato dalla Commissione Bilancio per il parere finanziario.

La situazione sanitaria

Sulla situazione negli ospedali e nelle case di cura hanno invece riferito l’assessore alla Sanità Mario Nieddu ed il commissario straordinario dell’Ats Giorgio Steri. «Finora, anche se a fatica, siamo riusciti a contenere la diffusione del virusha detto Mario Nieddusperiamo di mantenere questo trend e di rallentare i contagi. La fornitura del materiale sanitario sta andando finalmente a regime. Ci sono state consegnate 1,7 milioni di mascherine. Altre ne arriveranno nelle prossime ore. Per questo abbiamo deciso di aprire un nuovo centro di smistamento alla Fiera di Cagliari».

Mario Nieddu ha poi annunciato l’arrivo di altri ventilatori dopo i 20 acquistati dalla Cina: «Anche questi saranno messi subito a disposizione delle strutture sanitarieha sottolineato Mario Nieddu – la Sardegna non è indietro. Siamo stati tra i primi ad adottare il criterio della separazione delle strutture “Covid” dagli altri ospedali. Oggi abbiamo diversi centri a disposizione a Sassari, Oristano e Olbia che consentiranno di affrontare meglio la situazione»  

Giudizio negativo da parte dell’opposizione sul metodo utilizzato nelle gestione dell’emergenza. Il capogruppo dei Progressisti, Francesco Agus, ha rimarcato l’assenza di qualsiasi interlocuzione tra Giunta e minoranza nonostante l’ampia disponibilità mostrata dai consiglieri di opposizione. «Abbiamo chiesto chiarimenti sulla misure di sicurezza negli ospedali, sui percorsi avviati per tutelare la salute di pazienti e operatori sanitari e sui controlli nei luoghi di lavoro ha detto Francesco Agusnon abbiamo avuto risposte. Stesso discorso per le cliniche private dove, secondo numerose segnalazioni, manca il personale qualificato per la gestione delle terapie intensive».

A Francesco Agus ha replicato l’assessore della Sanità: «Non abbiamo tempo di rispondere alle interrogazioni, in questo momento ci sono altre priorità. La sicurezza negli ospedali non dipende da errori di sistema ma da situazioni particolari. Quanto al coinvolgimento delle cliniche private lo abbiamo deciso per liberare gli ospedali e consentire loro di erogare le prestazioni ordinarie».

L’assessore ha poi risposto ad alcune domande sull’impiego di personale sanitario in strutture diverse da quelle assegnate e sui contratti in scadenza di organizzazioni sindacali e medici liberi professionisti. «Gli anestesisti destinati al Policlinico di Sassari torneranno a Oristano una volta passata l’emergenza – ha detto Mario Nieddusui contratti in scadenza, invece, stiamo rispettando la legge attingendo dalle graduatorie e applicando le nuove norme sui contratti degli autonomi».

Mario Nieddu ha parlato anche della situazione delle Case di Cura e delle carceri: «La repentina diffusione del virus nelle strutture per anziani di Sassari, Porto Torres e Bitti imponeva un intervento straordinarioha rimarcato Mario Nieddu ora grazie ai medici  militari la situazione sembra essere sotto controllo. Nelle carceri non risultano invece grosse criticità, in questo caso l’argine alla diffusione del virus è più semplice: basta sospendere le visite e controllare il personale penitenziario».

L’assessore della Sanità, rispondendo a una precisa domanda del capogruppo del Pd Gianfranco Ganau, si è detto ottimista sull’avvio delle Unità speciali per la continuità assistenziale a cui affidare i controlli domiciliari dei malati e l’effettuazione di tamponi per la ricerca del virus: «Ci sono stati diversi incontri con i sindacatiha concluso Mario Niedducontiamo di firmare al più presto il protocollo d’intesa».

Allegate alcune foto della riunione e le interviste al presidente della commissione Sanità Domenico Gallus e al commissario straordinario dell’ATS Sardegna Giorgio Steri.

 

 

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La consigliera regionale M5S Carla Cuccu ha presentato un’interrogazione rivolta all’assessore della salute Mario Nieddu ed al presidente della Regione Cristian Solinas, nella quale chiede perché non sono state riqualificate le strutture sanitarie pubbliche esistenti per l’emergenze Covid-19.

Carla Cuccu chiede, inoltre, se presso il Mater Olbia sia di prossima attivazione il nuovo reparto di malattie infettive di 16 posti letto, con stanze di degenza a pressione negativa, come previsto nella deliberazione della Giunta regionale n. 16/2 del 26 marzo 2020, col personale necessario. 

«Le risorse finanziarie stanziate per coprire i costi delle strutture sanitarie private potevano destinarsi ai presidi ospedalieri pubblici esistenti ed improvvidamente  depauperati. Il Policlinico Sassarese SPA ed il Policlinico Città di Quartu sono stati individuati in deroga ai requisiti autorizzativi e di accreditamento; mentre il Mater Olbia rimodulandone i posti letto – aggiunge Carla Cuccu -. Dagli organi di informazione si apprende che sarebbero strutture non ancora pronte ad affrontare l’emergenza sanitaria per carenze tecniche, strutturali e professionali da potenziare con personale pubblico, anche convenzionato, come accaduto per il Mater Olbia Hospital mediante il reclutamento di personale sanitario militare.»

Nei primi giorni di marzo l’on. Carla Cuccu segnalava la necessità di ripristinare l’ex struttura sanitaria di terapia intensiva del P.O. Santa Barbara di Iglesias; attivare la funzione di semi intensiva generale ed istituire la rianimazione nel presidio di Alghero-Ozieri; potenziare la rianinazione di Sassari e ripristinare l’ex reparto di rianimazione dell’ospedale Binaghi di Cagliari (eccellenza a vocazione pneumologica).

«Tutte strutture pubbliche idonee. Nell’ottica di razionalizzare la spesa pubblica sanitaria, in piena emergenza, anche nei presidi di Ittiri e Thiesi, che ospitano reparti di lungodegenza, si sarebbero potute recuperare le corsie chiuse. Nell’imprevista pandemia non vorremmo che si verificasse un golpe sanitario realizzando ciò che in regime ordinario non sarebbe stato possibile», conclude Carla Cuccu, segretaria nell’ufficio di Presidenza del Consiglio regionale.