23 July, 2024
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Dalle esercitazioni di jazz alle lezioni di pianoforte, violino, oboe, fagotto e tanti strumenti ancora. In tempi di emergenza da Covid-19 l’attività del Conservatorio di Cagliari si trasferisce on line. Grazie all’utilizzo delle piattaforme fruibili per la didattica a distanza, ma anche di mezzi come Skype o spazi riservati su You Tube, l’istituto musicale non ha dovuto rinunciare a impartire le lezioni di strumento, riuscendo a garantire la stragrande maggioranza degli insegnamenti.

Con i mezzi forniti dalla tecnologia, intere classi seguono le lezioni a distanza come se fossero frontali. Mentre per migliorare la propria abilità sullo strumento, gli studenti mandano i video delle loro esecuzioni ai docenti tramite, ad esempio, canali riservati su You Tube, ricevendo poi valutazioni e consigli.

«Con grande impegno il Conservatorio di Cagliari ha cercato di far fronte alla grave situazione provocata dalla diffusione della pandemia che ha colpito quasi tutto il mondo», spiega il direttore delG.P. Da Palestrina Giorgio Sanna. Che aggiunge: «Tutte le attività amministrative stanno continuando nella forma del lavoro a distanza, mentre l’offerta formativa erogata attraverso la via telematica sta avendo così grande successo tra studenti e docenti, che stiamo valutando la possibilità di poterla utilizzare come ulteriore strategia didattica anche per il futuro».

A breve il Palestrina dovrebbe essere in grado anche di svolgere esami e lauree a distanza, con le opportune procedure certificate e garantite.

L’attività artistica che vede il Conservatorio radicato nel territorio, con un ampio ventaglio di iniziative rivolte al pubblico, è stata invece sospesa: «Stiamo però approntando un piano di recupero delle attività calendarizzate, in modo da non dover arrivare alla loro cancellazione. La musica si fa insieme e insieme affrontiamo le difficoltà», conclude Giorgio Sanna.

https://www.facebook.com/giampaolo.cirronis/videos/10222252656053252/

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Filctem Cgil, Femca Cisl e Uiltec Uil della Sardegna sostengono le posizioni unitarie messe in campo a tutti i livelli per contrastare il diffondersi del Covid-19 e per salvaguardare le lavoratrici e i lavoratori costantemente impegnati nelle attività essenziali.

«Siamo vicini e ringraziamo gli operatori sanitari per il lavoro che stanno svolgendo ininterrottamente e condizioni di estrema difficolta e rischio – si legge in una nota unitaria -. Siamo e saremo sempre a disposizione per poter aiutare il sistema sanitario affinché le condizioni di precarietà si risolvano. Stiamo facendo il massimo sforzo in tutti i luoghi di lavoro per costituire i Comitati di Sorveglianza sulla Salute e Sicurezza con il coinvolgimento dei nostri RLS così come definito nell’accordo tra le OO.SS nazionali, le associazioni datoriali ed il Governo. Siamo soddisfatti del lavoro svolto dalle Confederazioni nazionali per aver ottenuto la modifica dell’allegato 1 del DPCM del 20 marzo, anche grazie al contributo dalle nostre strutture, che hanno saputo dare un apporto importante per la modifica della tabella dei codici ATECO arrivando alla definizione delle attività che realmente sono identificabili come produzioni indifferibili e essenziali. Ma, sopratutto, è da considerare assolutamente positivo aver ottenuto l’indicazione che da mandato alle Prefetture di decidere eventuali deroghe sulla prosecuzione di attività per singole imprese di concerto con le Organizzazioni Sindacali territoriali. A tal proposito, condividiamo la posizione espressa al prefetto di Cagliari, da parte di Cgil Cisl e Uil regionali, di procedere a una mappatura di tutte le attività aperte e al loro monitoraggio e controllo, al fine di verificare se le norme vengono rispettate e per predisporne, nei casi di trasgressione, l’immediata fermata, in quanto riteniamo che “nulla viene prima della salute e la sicurezza dei lavoratori e dei cittadini”.»

«Ci auguriamo, in questo senso, un atteggiamento costruttivo che tuteli nello stesso momento la produzione, la salute e la sicurezza, il lavoro anche in prospettiva futura – rimarcano Filctem Cgil, Femca Cisl e Uiltec Uil . Riteniamo pertanto corretta la posizione che contempla la chiusura delle attività non essenziali in linea con le nuove disposizioni che verranno attuate in queste ore dal Governo. Rimane per noi prioritario:

• tutelare i lavoratori impegnati nelle attività a ciclo continuo ritenute non essenziali ma che hanno necessità di avere un presidio minimo per il mantenimento in sicurezza degli impianti;

• garantire la produzione di energia e gas, la potabilizzazione e la distribuzione dell’acqua, nonché le attività di bonifica delle aree industriali e minerarie;

• implementare la Sorveglianza Sanitaria nei luoghi di lavoro che devono proseguire la produzione.»

«A tal proposito, cogliamo l’occasione per ringraziare gli RSU, gli RLS e tutti i lavoratori coinvolti, che con la loro costante collaborazione garantiscono il presidio e la sorveglianza nei luoghi di lavoro – concludono Filctem Cgil, Femca Cisl e Uiltec Uil . Confermiamo la nostra disponibilità a sostenere i nostri RSU e RLS nel denunciare tutte quelle situazioni che non tutelano la Salute e la Sicurezza dei lavoratori secondo i principi definiti nel Protocollo del 14 marzo.»

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9.430 firme raccolte attraverso una petizione, promossa da un privato cittadino, Michele Zuddas, sulla piattaforma change.org, chiedono le dimissioni dell’assessore regionale della Sanità, Mario Nieddu.

Il Partito Comunista Italiano, Donne Ambiente Sardegna, Verde Sardegna Pulita, l’Associazione su Bixinau e Rifondazione Comunista hanno aderito alla petizione. 
«Dagli aggiornamenti quotidiani sulla diffusione del Coronavirus in Sardegna emerge che il 50% dei contagiati appartiene al personale medico/sanitario degli ospedali, lasciati soli dalla politica regionale, destinatari di diffide a tacere le inefficienze del sistema, e privi degli strumenti di prevenzione del contagio – si legge nella pagina della petizione su change.org -. L’assessore regionale Nieddu inciampa sulle sue stesse dichiarazioni, dal “ci può stare” riferito ai contagi del personale medico, al “le mascherine sono nei magazzini”, ma non riesce a gestire la situazione in maniera seria ed efficace tanto che il Governatore della Sardegna prima invoca Sant’Efisio e poi supplica il battaglione della Brigata Sassari. 
L’emergenza Coronavirus non può essere superata senza una visione e gestione politica seria e competente ed è assolutamente necessario chiedere le dimissioni delle persone che ad oggi non sono in grado di dare certezze e sicurezza ai Sardi.»

Tra le iniziative a sostegno della petizione, c’è quella che prevede sabato 28 marzo, alle ore 11.00...”Dai propri balconi 5 minuti con la pentola per chiedergli le dimissioni”.

 

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Il Coordinamento nazionale docenti della disciplina dei diritti umani, vista la sospensione tout court dei vincoli di bilancio e l’attribuzione della “golden rule” da parte dell’Unione europea in base alla quale qualsiasi spesa necessaria per far fronte al virus non sarà conteggiata nel deficit in modo tale da concedere “massima flessibilità” nella gestione della spesa pubblica in un momento così drammatico per il mondo intero, chiede al Governo e alle parti sociali di intervenire sul contratto di mobilità onde permettere ai docenti che hanno il ruolo fuori dal proprio comune di residenza (algoritmo piano d’assunzione della legge 107/2015), di rientrare.

«Un eventuale provvedimento in tal senso non aggraverebbe la spesa pubblica, alla luce degli ultimi avvenimenti e iniziative finanziarie di solidarietà – spiega Romano Pesavento, presidente del Coordinamento nazionale docenti della disciplina dei diritti umani -; anzi comporterebbe una serie di vantaggi per tutto il Paese: maggiore stabilità economica nelle famiglie ritrovatesi monoreddito, a causa della chiusura degli esercizi commerciali, attività del terziario, turismo, estetica, artigianato, etc. compromesse gravemente dall’epidemia; una più accentuata coesione affettiva nelle famiglie, grazie alla vicinanza di tutti i membri, in una fase assai delicata, in cui soprattutto gli adolescenti sono fortemente provati dall’incertezza e la problematicità della situazione attuale – conclude Romano Pesavento -; permettere alle regioni meridionali di poter incentivare la crescita dei consumi su un territorio già fortemente in crisi da anni, al fine di contribuire a un rilancio dell’economia locale.»

“Gli uomini non sono prigionieri dei loro destini, ma sono solo prigionieri delle loro menti.” (Franklin Delano Roosevelt)

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Anche il comune di San Giovanni Suergiu ha istituito il #Coc, Centro Operativo Comunale, organismo che consentirà di agire nelle varie fasi emergenziali dell’epidemia Coronavirus con l’attuazione di protocolli speciali per aiutare la cittadinanza.
«Sostanzialmente si alza l’asticella dell’allerta e del rispetto delle regole sanitarie perché vi ricordo che i due comuni limitrofi, Carbonia e Sant’Antioco, hanno in questi giorni registrato i primi casi positivispiega il sindaco Elvira Usai -. Invito ancora una volta i cittadini a restare a casa, ad uscire solo per reali urgenze (spesa e medicine) e a collaborare con le istituzioni per uscire quanto prima dalla crisi in atto

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Come per gli EROI caduti a LAMIA che si sono sacrificati per la Patria, così anche per la nostra cara Patria Italia, tante persone, medici, infermieri, gli addetti alle ambulanze, protezione civile, forze dell’ordine, ma soprattutto per quelle persone decedute che senza nome e private dell’ultimo saluto dei loro familiari sono passate davanti ai nostri occhi lacrimanti, portati via dai camion militari che silenziosamente hanno attraversato le strade nell’ultimo viaggio terreno.
A loro come per gli EROI Ateniesi, che sacrificatisi per la patria ed entrati nella leggenda, così anche per tutti coloro che sono morti, a loro vada il nostro perenne ricordo.
Il Coronavirus ci ha colto di sorpresa, impreparati, tutto il pianeta ha subito e sta pagando un prezzo altissimo di vite umane.
In questa situazione è calato un silenzio drammatico ma la reazione è stata repentina, tutti si sono attivati ed il Governo intero ha posto in essere tutte le iniziative del caso ma, soprattutto, i medici e le strutture sanitarie non sono stati abbandonati ma supportati in un momento così eccezionale.
A loro penso debba andare in modo particolare il ringraziamento di tutto il Paese con applausi, musiche, un Paese, l’Italia che ha dato esempio di vicinanza e solidarietà.
Questa è l’Italia, un Paese eccezionale che in situazioni drammatiche ha dato il meglio di sé, un coinvolgimento che ci ha trascinato totalmente.
Siamo tutti in attesa che questo dramma abbia fine ed arrivi il giorno in cui non ci saranno più vittime.
Armando Cusa

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Prosegue l’azione di controllo da parte del Corpo forestale e di vigilanza ambientale della Regione Sardegna per vigilare sul rispetto delle regole stabilite per l’emergenza epidemiologica da Covid-2019.

Oggi sono stati effettuati 573 controlli: 177 nell’area di Cagliari, 23 Iglesias, 46 Oristano, 85 Sassari, 72 Tempio, 80 Nuoro, 90 Lanusei. Sono state sanzionate 5 persone (2 a Tempio, 2 a Cagliari, 1 a Sassari), segnalate alla Magistratura. 

L’inosservanza delle ordinanze del presidente della Regione comporta le conseguenze previste dall’art. 650 del cp, con arresto fino a 3 mesi e sanzione.

 

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«Una risposta alle richieste di sindacati e imprese che consente di dare un aiuto immediato e concreto a quei lavoratori che rischiano di pagare il prezzo più alto in questo momento di difficoltà. Nessuno deve restare indietro e noi abbiamo il dovere di intervenire per garantire un presente e un futuro di serenità a tutti i sardi.»

Lo ha detto il presidente della Regione, Christian Solinas, commentando l’accordo quadro – firmato oggi a Cagliari dall’assessore regionale del Lavoro, Alessandra Zedda, da Inps, sindacati, associazioni delle imprese, delle cooperative e del mondo del credito – per l’erogazione della cassa integrazione in deroga e altri interventi di sostegno al mondo del lavoro colpito dall’emergenza Covid-19. 

Possono chiedere la Cigd tutti i datori di lavoro del settore privato (aziende industriali, artigiane, del terziario, comprese cooperative, datori di lavoro non imprenditori, associazioni e fondazioni), inclusi quelli agricoli, della pesca e del terzo settore, gli enti religiosi civilmente riconosciuti, per i propri dipendenti a cui sia stata totalmente sospesa o ridotta parzialmente la prestazione lavorativa a causa dell’emergenza sanitaria da Coronavirus. La Regione, tramite l’assessorato del Lavoro e l’Aspal, alle lavoratrici e ai lavoratori domestici che abbiano avuto sospesa senza retribuzione la propria prestazione, garantirà un contributo una tantum a domanda individuale fino a 600 euro. Sarà poi istituito presso la Presidenza della Giunta un Coordinamento delle attività di monitoraggio delle condizioni di lavoro nelle aziende che continuano la propria attività.
Gli strumenti attuativi dell’accordo saranno deliberati in Giunta tra pochi giorni.
«Questo accordo – ha sottolineato l’assessore Alessandra Zedda – attiva da parte della Regione la possibilità di dare tempestivamente le prime risposte ai lavoratori delle imprese che in Sardegna non sarebbero coperte dagli ammortizzatori ordinari. Questo ci consente di poter attivare tutte le procedure telematiche per raccogliere le richieste delle imprese nel minor tempo possibile.»

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«Quello di oggi è un primo passo nella giusta direzione, ma ce ne dovranno essere altri». A dirlo è Francesca Ticca, Segretaria Generale Uil Sardegna, che stamattina ha siglato in video conferenza, insieme alle altre sigle sindacali e alle associazioni delle imprese, delle professioni e dei servizi, con il presidente della Regione Sardegna Christian Solinas e l’assessore del Lavoro Alessandra Zedda, l’accordo quadro sulla Cassa integrazione in deroga e altre misure di sostegno a tutti i settori colpiti dalle conseguenze economiche dell’emergenza Coronavirus.

Si è convenuto sulla sospensione dei servizi non essenziali, garantendo al tempo stesso gli ammortizzatori sociali e modalità di lavoro più sicure, oltre alla gestione dei tempi e degli orari di lavoro tramite gli accordi sindacali e in base alla contrattazione collettiva. La cassa integrazione in deroga può decorrere dal 23 febbraio al 23 agosto per una durata massima di nove settimane salvo proroghe.

«Con l’accordo di oggi si viene incontro ai lavoratori di tutti i settori, stagionali e autonomi, nessuno esclusoaggiunge Francesca Ticca -. I fondi nazionali non sono sufficienti, dunque, l’intervento della Regione con risorse aggiuntive è molto importante. Occorre mettere al centro la persona e aiutarla a superare questo momento difficile non solo dal punto di vista personale, ma anche da quello economico. La finanziaria regionale andava bene durante il periodo antecedente l’emergenza, ma ora bisogna rimetterci mano e garantire la sopravvivenza di lavoratori e imprese di tutti i settori colpiti affinché ci sia una possibilità di ripresa quanto prima. Per questo c’è e ci deve essere sempre massima condivisione da parte di tutti, e fare un importante lavoro di rete insieme al presidente della Regione e all’assessorato del Lavoro.»

«Con questo accordo quadro si garantiscono i servizi essenziali svolti con la massima sicurezza per i lavoratori e per chi usufruisce di questi servizirimarca Francesca Ticca -. Questo virus è un nemico invisibile contro il quale non eravamo preparati. La priorità dunque è affrontare al meglio questa situazione e prepararci alla rinascita e alla ripresa economica. Come detto, questo non sarà l’unico accordo. Bisognerà mettere sul campo ciò che si è raccolto fino a oggi. La politica sarda tutta è chiamata a svolgere il suo ruolo, che è quello di non lasciare indietro nessuno. Si è fatto l’errore di non dare la giusta importanza all’industria della nostra Isola e ci si è trovati in difficoltà dinnanzi a un evento che non era certamente prevedibile. Ora bisogna ricominciare con coscienza e sensibilità che per troppo tempo sono mancate. Siamo soddisfatti di questo primo passo conclude Francesca Ticca -, ma continueremo a fare sentire comunque la nostra voce affinché si mettano in campo ulteriori risorse.»

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E’ stato sottoscritto oggi, in Regione, tra il presidente della Regione, il direttore regionale dell’INPS, i presidenti delle associazioni datoriali e i segretari delle organizzazioni sindacali,  l’accordo quadro per l’erogazione della Cassa integrazione in deroga in Sardegna ai sensi dell’articolo 21 del decreto-legge n. 18 del 17 marzo 2020 e su altre misure di contrasto alla crisi economico sociale determinata dall’emergenza epidemiologica da Covid-19.

Il giorno 26 marzo 2020 a Cagliari si sono incontrati la Giunta regionale della Sardegna, le organizzazioni sindacali dei lavoratori e le associazioni delle imprese, professioni e servizi per individuare e definire interventi regionali integrativi e modalità applicative in Sardegna degli ammortizzatori sociali in deroga per affrontare l’emergenza sanitaria, economica e sociale causata dall’epidemia da Coronavirus Covid-19, anche alla luce del Decreto Legge n. 18 del 17 marzo 2020 e del Protocollo di regolamentazione delle misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus Covid-19 negli ambienti di lavoro del 14 marzo 2020, stipulato in attuazione dell’art. 1, c. 1, n. 9 del DPCM 11 marzo 2020, considerati entrambi parte integrante del presente Accordo.

Il testo integrale.

PREMESSA In considerazione dell’evolversi della situazione epidemiologica, le Parti si danno e prendono atto che le misure adottate per contrastare la diffusione del virus vanno nella direzione della rarefazione dei rapporti sociali e del massimo contenimento della mobilità dei cittadini sul territorio e s’impegnano a promuovere l’adozione di una serie di misure organizzative che favoriscano il contemperamento del diritto fondamentale alla salute dei cittadini con l’interesse allo svolgimento delle attività produttive e dei servizi indispensabili, nei settori privati e pubblici in Sardegna.

A tal fine, le Parti si danno atto che durante la fase emergenziale, secondo quanto sancito nel citato Decreto Legge, sono inibiti i licenziamenti individuali o collettivi in tutte le attività e imprese ed è prevista l’adozione di tutte le possibili misure alternative per la difesa dell’occupazione, dalla riorganizzazione del lavoro all’uso prioritario degli ammortizzatori sociali, ordinari e in deroga, fino alle misure particolari in favore dei lavoratori subordinati e anche a favore di lavoratori parasubordinati e autonomi.

Le norme prevedono, altresì, che debbano essere sospese, con il ricorso agli opportuni ammortizzatori sociali, le attività economiche non strettamente indispensabili in tutte le unità lavorative organizzate, nel loro complesso o in singoli reparti o uffici, mentre per la loro prosecuzione dovranno aver attuato le più idonee misure di igiene e sicurezza contro il rischio di contagio (distanze minime, dotazioni di DPI, riduzione degli organici e dei carichi di lavoro, organizzazione su turni, sanificazione sistematica degli ambienti, smart working ovunque possibile).

A tale proposito, considerato l’aggravamento progressivo dell’epidemia, le norme impongono di sospendere temporaneamente tutte le attività non strettamente indispensabili e di disporre la chiusura domenicale degli esercizi commerciali ancora aperti, in quanto considerati servizi essenziali.

La Regione Autonoma della Sardegna, anche in qualità di datore di lavoro, si impegna a prendere tutte le iniziative di sua competenza in materia di mercato del lavoro e di sostegno al sistema produttivo e dei servizi, rendendo tempestivamente disponibili tutte le risorse necessarie, per sostenere gli sforzi messi in campo dagli operatori economici e dai lavoratori.

TUTTO CIÒ PREMESSO

su proposta del Presidente, si definiscono di seguito i criteri ed elementi essenziali circa l’utilizzo della CIGD e l’adozione di ulteriori misure integrative regionali.

Pertanto, le Parti CONVENGONO QUANTO SEGUE:

Titolo I Strumenti d’intervento

1. Strumenti disponibili Al fine di perseguire gli obiettivi indicati in premessa, le Parti convengono sull’utilizzo prioritario degli strumenti di sospensione dal lavoro assistiti dagli ammortizzatori sociali e al ricorso a più sicure modalità di organizzazione del lavoro e alla gestione dei tempi e degli orari di servizio, attraverso gli accordi sindacali e sulla base della contrattazione collettiva vigente.

Le aziende s’impegnano ad adottare, nelle attività che possono proseguire, anche regimi orari di turnazione che, scaglionando la presenza contemporanea di più lavoratori sui luoghi di lavoro, attenuino la promiscuità fra le persone e riducano la necessità di mobilità per i lavoratori residenti o dimoranti in Comuni o località diverse dalla sede di lavoro.

Nella scelta del personale da sospendere dal servizio e, eventualmente, da collocare in ferie o in permesso retribuito o da rendere destinatario di disciplina oraria flessibile o multiperiodale della prestazione o di attività svolta in smart working in base ai suddetti accordi, si dovrà dare il più possibile precedenza anzitutto ai soggetti individuati nel suddetto Decreto Legge e quindi preferibilmente a coloro i quali risiedono o dimorano in comuni o località diverse e proporzionalmente più distanti dai luoghi di lavoro.

Titolo II Cassa Integrazione Guadagni in Deroga

2. Ambito di applicazione CIGD e causale

Ai sensi dell’art. 22 del Decreto Legge 17 marzo 2020, n. 18, possono richiedere il trattamento di integrazione salariale in deroga (CIGD) tutti i datori di lavoro del settore privato (a titolo esemplificativo: aziende industriali, artigiane, del terziario, comprese cooperative, datori di lavoro non imprenditori, associazioni e fondazioni), ivi inclusi quelli agricoli, della pesca e del terzo settore, compresi gli enti religiosi civilmente riconosciuti, con riferimento alle unità produttive o operative di qualsiasi dimensione situate in Sardegna per i propri dipendenti a cui sia stata totalmente sospesa o ridotta parzialmente la prestazione lavorativa a causa dell’emergenza sanitaria da Covid-19.

Sono esclusi i datori di lavoro domestico.

Le imprese tenute all’iscrizione ai Fondi di solidarietà di cui al D.lgs. n. 148/15, ivi comprese quelle artigiane di qualunque dimensione obbligate all’adesione al FSBA, debbono prioritariamente fare ricorso alle misure di sostegno dei suddetti Fondi. Esaurite le risorse dei suddetti Fondi, possono avere accesso alla CIGD per i dipendenti aventi diritto.

Possono essere beneficiari della CIGD anche i soci lavoratori di imprese cooperative nonché i dipendenti dei datori di lavoro appaltatori di opere e servizi, anche in caso di cambio d’appalto intervenuto dopo il 23 febbraio 2020 relativamente agli addetti in continuità d’occupazione.

I datori di lavoro possono, altresì, accedervi per i lavoratori intermittenti o a chiamata, nei limiti delle giornate lavorative, previste e non effettuate, riscontrabili nel contratto di assunzione o, in alternativa, desunte comparativamente dalla prestazione mensile mediamente resa nell’anno o nel minor periodo di anzianità aziendale precedente l’avvio della sospensione; nonché per i lavoratori a termine in forza al 23 febbraio, entro i limiti di durata del rapporto di lavoro sottostante, prorogabile nel caso in cui il contratto di lavoro sia stato attivato per sostituzione di dipendenti assenti con diritto alla conservazione del posto dei quali perduri l’assenza.

Possono essere beneficiari del trattamento di CIGD anche gli operai agricoli a tempo determinato in forza al 23 febbraio 2020 con riferimento alle ore o giornate effettuate in media nei 12 mesi o nel minor periodo d’impiego dell’anno precedente e tenuto conto della settimana lavorativa prestata in regime di cinque o di sei giornate.

Possono altresì beneficiarne gli addetti alla pesca marittima o in acque interne e lagunari, se assunti, imbarcati a qualsiasi titolo e/o iscritti nel ruolino d’equipaggio o comunque impiegati anche senza l’uso di natanti alla data del 23 febbraio. Per tali addetti, il riferimento sarà la giornata lavorativa e la fruizione del beneficio potrà avvenire anche in riferimento a giornate non continuative, con riferimento al numero delle giornate lavorative, anche non continuative.

Hanno accesso alla CIGD anche i lavoratori somministrati, a carico dell’azienda utilizzatrice ovvero, in caso d’impossibilità, su iniziativa dell’Agenzia di somministrazione, previo utilizzo fino ad eventuale esaurimento del Fondo di settore (Formatemp), laddove l’impresa utilizzatrice faccia contemporaneamente ricorso agli ammortizzatori ordinari o straordinari o in deroga per i propri dipendenti diretti.

Sono ricompresi nel trattamento CIGD i lavoratori a orario ridotto, anche in regime di part-time verticale rispetto alla sosta contrattualmente prevista, qualora questo venisse sospeso o ulteriormente limitato, in misura proporzionata alla prestazione.

I datori di lavoro possono accedere al trattamento CIGD anche per gli apprendisti, purché tale trattamento sia esteso anche ad altri dipendenti, a meno che non siano presenti solo apprendisti.

Per tutti i lavoratori è riconosciuta la contribuzione figurativa e oneri accessori, per quelli agricoli le ore o giornate di trattamento integrativo in deroga sono computate quale lavoro effettivo ai fini del diritto alla prestazione di disoccupazione agricola.

3. Decorrenza e durata della prestazione CIGD

La Cassa integrazione in deroga può avere decorso a far data dal 23 febbraio e fino al 23 agosto, nel limite di una durata massima di nove settimane, salvo proroghe future.

4. Condizioni per l’accesso alla CIGD Possono presentare domanda i datori di lavoro che non possano usufruire degli altri strumenti ordinari previsti nel D. Lgs n. 148/15 o che ne abbiano esaurito il relativo plafond in materia di sospensione o riduzione d’orario, ivi compresi i datori di lavoro che abbiano esaurito le prestazioni di sostegno al reddito garantite dai Fondi bilaterali di comparto, anche nell’ipotesi di esaurimento delle risorse del relativo Fondo. Tale ultima fattispecie è applicabile solo per i fondi bilaterali extra Inps e per i periodi ulteriori rispetto a quanto già usufruito e nel limite massimo delle nove settimane previste.

L’accesso è rivolto ai lavoratori subordinati, in qualsiasi forma contrattuale, qualificati come Operai, Impiegati, Quadri e Apprendisti, già in forza al 23 febbraio 2020, indipendentemente dall’anzianità di effettivo lavoro maturata presso le aziende richiedenti il trattamento.

La verifica e sussistenza dei requisiti e delle condizioni di accesso al trattamento è nella piena responsabilità del datore di lavoro, che la attesta all’atto della domanda e risponde delle conseguenze economiche e patrimoniali della sua eventuale reiezione o revoca.

5. Procedura di accesso alla CIGD

I datori di lavoro presentano, anche attraverso loro delegati, la domanda di concessione del trattamento d’integrazione salariale in deroga alla vigente normativa alla Regione Autonoma della Sardegna attraverso l’apposito applicativo reso disponibile sulla piattaforma telematica del Sistema Informativo Lavoro (SIL) non oltre 90 giorni dalla data in cui ha avuto inizio la sospensione o la riduzione dell’orario di lavoro.

La presentazione della domanda potrà aver luogo a seguito dell’emanazione di apposito Avviso pubblicato dalla Regione Autonoma della Sardegna.

I datori di lavoro che occupano più di cinque dipendenti dovranno allegare alla domanda l’accordo sottoscritto, anche telematicamente, con le OO.SS. territoriali comparativamente più rappresentative in ambito nazionale, sulla base degli accordi interconfederali e dei sistemi di contrattazione vigente, nel quale si dia atto che il ricorso alla CIGD è necessario in conseguenza degli effetti diretti o indiretti del fenomeno epidemiologico COVID-19 e delle misure di contenimento previste dalle autorità preposte nonché dell’impossibilità di fare ricorso per l’unità produttiva e per i lavoratori interessati dalla domanda alle tutele previste in materia di ammortizzatori ordinari.

Il datore di lavoro invierà, via AA.RR. o via mail certificata, alle OO.SS. la richiesta che attiva la procedura di consultazione sindacale, con tutti gli elementi di valutazione (lavoratori interessati, qualifiche professionali, entità della riduzione e sua durata, valori della prestazione). Se l’accordo non si perfeziona nei tre giorni successivi, il datore di lavoro potrà comunque presentare l’istanza di CIGD alla Regione, che assegnerà ad essa il numero progressivo di protocollo, allegando l’evidenza della richiesta inviata alle OO.SS. territoriali o regionali. Resta fermo il successivo corredo istruttorio obbligatorio dell’istanza stessa con l’accordo sindacale successivamente intervenuto nel termine massimo dei 90 giorni sopra definito per la presentazione della domanda.

L’eventuale futura proroga del trattamento sarà assoggettata a un nuovo accordo sindacale preliminarmente stipulato.

Per i datori di lavoro che occupano sino a 5 dipendenti non è obbligatoria la sottoscrizione di apposito accordo sindacale. Tuttavia, la Regione fornirà comunque alle OO.SS. comparativamente più rappresentative in ambito nazionale, in sede di monitoraggio periodico, specifica evidenza delle domande da essi presentate, con tutte le relative informazioni.

6. Autorizzazione e pagamento della CIGD La Regione decreterà, secondo l’ordine cronologico di presentazione al SIL, le autorizzazioni al pagamento della CIGD, che restano comunque assoggettate a verifica di copertura finanziaria da parte dell’INPS al quale il relativo decreto sarà trasmesso telematicamente dalla Regione entro 48 ore dall’adozione, sulla base delle risorse disponibili e assegnate attraverso la ripartizione decisa dal Ministro del lavoro e delle politiche sociali di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze.

Il trattamento della CIGD è ammesso con il metodo del pagamento diretto da parte dell’INPS. La Regione, qualora consentito, agevolerà l’istituto della cessione del credito da parte dei lavoratori ad intermediari creditizi e finanziari, da identificare mediante convenzione.

7. Monitoraggio CIGD La Regione, anche per il tramite dell’Agenzia per il Lavoro, assicurerà il costante monitoraggio delle istanze pervenute dai datori di lavoro, verificando puntualmente la consistenza delle risorse finanziarie a disposizione, dandone informazione alle organizzazioni sindacali e datoriali firmatarie del presente accordo.

L’Inps provvede al monitoraggio del rispetto del limite di spesa, fornendo i risultati di tale attività al Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e alla Regione Autonoma della Sardegna. Qualora dal monitoraggio emerga che sia stato raggiunto – anche in via prospettica – il limite di spesa, la Regione Sardegna non potrà emettere altri provvedimenti concessori.

Le Parti saranno periodicamente informate sui risultati del suddetto monitoraggio.

Le procedure qui concordate, che potranno comunque essere in seguito ridefinite tra le Parti, avranno scadenza al termine dello stato di emergenza decretato dal Governo e dalla Regione.

Le disposizioni attuative del presente accordo saranno definite con appositi provvedimenti della competente Direzione Regionale in materia di lavoro e potranno tener conto delle eventuali variazioni normative che dovessero sopraggiungere che non comportino cambiamenti sostanziali dei contenuti e delle procedure concordati.

Titolo III Altre provvidenze regionali

8. Indennità ai lavoratori stagionali

La Regione Autonoma della Sardegna, tramite l’Assessorato Regionale del Lavoro e l’Agenzia Regionale del Lavoro (ASPAL), istituirà, con ogni consentita urgenza, le misure a favore di tutti i lavoratori dei settori non contemplati dagli artt. 29 e 30 del Decreto-legge n. 18 del 17 marzo 2020 e non già ricompresi nella Legge Regionale n. 8/2020 con le stesse condizioni di intensità economica e durata previste dalle citate normative.

È requisito per la concessione la sussistenza di un rapporto di lavoro a termine nel medesimo periodo di riferimento dell’anno precedente che a causa dell’emergenza sanitaria non sia stato rinnovato nel 2020.

Analogo trattamento sarà riservato ai lavoratori di tutte le imprese assunti dopo il 23 febbraio 2020 che abbiano avuto sospesa la prestazione a causa dell’emergenza sanitaria Covid-19, se privi di retribuzione o di altra forma di sostegno al reddito.

9. Indennità per Colf e Badanti La Regione Autonoma della Sardegna, tramite l’Assessorato Regionale del Lavoro e l’Agenzia Regionale del Lavoro (ASPAL), istituirà, con ogni consentita urgenza, per le lavoratrici e lavoratori domestici che abbiano avuto sospesa senza retribuzione la propria prestazione, un contributo una tantum a domanda individuale nella misura di 600 euro, proporzionalmente ridotti in base alle ore di lavoro previste contrattualmente e da essi non prestate nel mese di marzo, con ragguaglio a una misura intera in questo caso convenzionalmente rapportata ad un orario standard di 40 ore settimanali.

Per i collaboratori e collaboratrici familiari che siano retribuiti con il sistema dei voucher, si farà riferimento al mancato utilizzo degli stessi nel mese di marzo in comparazione all’uso medio fatto nel trimestre precedente, per autorizzare l’erogazione di un’indennità di importo proporzionato, nel limite massimo di 600 euro, convenzionalmente ad un’orario standard di 40 ore settimanali.

10. Fondi di solidarietà bilaterali

Nel caso di imprese artigiane non aderenti o morose al Fondo di Solidarietà Bilaterale dell’Artigianato, e quindi impossibilitate per mancanza di requisito soggettivo ad accedere all’assegno ordinario per i propri dipendenti in caso di sospensione o riduzione dell’attività lavorativa, la Regione Autonoma della Sardegna si impegna, con ogni consentita urgenza, a istituire uno specifico finanziamento a tasso zero con ammortamento pluriennale, in regime di de minimis, finalizzato a consentire a tali imprese di regolarizzare la propria iscrizione al suddetto Fondo e avere così accesso ai trattamenti di sostegno al reddito per i dipendenti.

La gestione della misura con la relativa dotazione finanziaria potrà essere affidata alla SFIRS, che potrà provvedere per conto dell’impresa artigiana a liquidare direttamente al FSBA gli importi dovuti, previa acquisizione dal medesimo del calcolo delle relative competenze.

La Regione Autonoma della Sardegna, allo scopo di assicurare omogeneità di trattamento a tutti i lavoratori destinatari di misure di sostegno al reddito a causa di quest’emergenza sanitaria, s’impegna a provvedere ad assegnare identica forma di finanziamento di cui ai commi precedenti alle imprese aderenti ad altri Fondi regionali Bilaterali di Solidarietà di settore che lo richiedessero per lo stesso motivo.

Laddove i suddetti Fondi bilaterali di solidarietà di settore regionali abbiano esaurito le proprie risorse a disposizione per l’erogazione delle misure a favore dei lavoratori per i quali sia stata inoltrata domanda dai datori di lavoro per sospensione o riduzione dell’attività con causale emergenza Covid-19, questi ultimi potranno avere accesso al trattamento di integrazione salariale in deroga di cui al precedente Titolo II, con le modalità ivi definite, per la medesima durata dei trattamenti previsti per gli altri lavoratori, entro il tetto massimo complessivo di durata, attualmente fissato in nove settimane.

Titolo IV

Disposizioni finali

11. Unità di crisi della Sanità

La Regione Autonoma della Sardegna si impegna a ad una consultazione costante nell’Unità di crisi istituita presso l’Assessorato regionale della Sanità delle OO.SS. dei lavoratori comparativamente più rappresentative in ambito nazionale.

12. Attività di monitoraggio delle condizioni di lavoro

La Regione Autonoma della Sardegna istituisce presso la Presidenza un Coordinamento delle attività di monitoraggio delle condizioni di lavoro nelle aziende che continuano la propria attività, in quanto indispensabile, allo scopo di verificare il rispetto delle prescrizioni di sicurezza sancite dal citato Protocollo del 14 marzo 2020 e dagli accordi aziendali siglati con le OO.SS. e i RLS, o RLST.

Al Coordinamento, che coinvolgerà la Prefettura, partecipano, oltre ai rappresentanti della Regione, l’ANCI e le OO.SS. dei lavoratori comparativamente più rappresentative in ambito nazionale e le rappresentanze delle Associazioni datoriali firmatarie del presente protocollo.

13. Obblighi di influenza

Le Parti s’impegnano a esercitare ogni consentita influenza sui loro iscritti e aderenti affinché siano mantenuti comportamenti il più possibile collaborativi in relazione agli impegni presi, in modo particolare sul rispetto del Protocollo sulla sicurezza in tutti i luoghi di lavoro.

La Regione Autonoma della Sardegna, che interviene nel presente accordo anche in qualità di datore di lavoro, fa propri gli impegni di cui ai titoli e al comma precedenti.

La Regione s’impegna, altresì, a istituire una sede di confronto permanente su quest’emergenza sanitaria, economica e sociale per lo scambio di informazioni e conoscenze e per la condivisione delle migliori idee e pratiche con le organizzazioni firmatarie del presente Accordo, che si riunirà ordinariamente, anche in via telematica, e ogni volta che ne sia richiesta la convocazione urgente dalle parti.

In tale sede sarà condiviso un apposito piano di rilancio economico dell’Isola, su cui convergeranno nell’ambito della programmazione unitaria, risorse regionali, nazionali e europee.

Il presente accordo sarà valido ed efficace fino al termine dello stato di emergenza sanitaria e le parti si impegnano a rivederne i contenuti qualora dovessero sopraggiungere variazioni normative che determinino modifiche sostanziali.

Letto, Confermato e Sottoscritto

Il Presidente della Regione Sardegna

Il Direttore regionale INPS (per le parti di competenza dell’Istituto)

I Presidenti delle associazioni datoriali

Abi Sardegna, Confindustria Sardegna, Confapi Sardegna, Legacoop Sardegna, Confcooperative Sardegna, Agci Sardegna, Uci Sardegna CNA – Confederazione Nazionale Artigianato Sardegna, Confartigianato Imprese Sardegna, Casartigiani Sardegna, Claai Sardegna, Confcommercio Sardegna, Confesercenti Sardegna, Coldiretti Sardegna, CIA – Confederazione Italiana Agricoltori Sardegna, Copagri Sardegna, Confagricoltura Sardegna, ConfProfessioni Sardegna, ConfServizi – CISPEL Sardegna, Unicoop Sardegna, Uecoop Sardegna

I Segretari regionali delle OO.SS.

CGIL Sardegna, CISL Sardegna, UIL Sardegna, Confsal Sardegna, Cisal Sardegna, Ugl Sardegna, Usb Sardegna