28 November, 2024
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Si terrà martedì 3 marzo 2020, dalle ore 18,00, presso l’aula consiliare del comune di Giba, un evento informativo sul CoVID-19 (Coronavirus) organizzato daI comune di Giba in collaborazione con l’OPI (Federazione Italiana Ordini Professioni Infermieristiche).
In questi giorni si susseguono tante notizie, spesso incontrollate, che stanno generando molta confusione a proposito delle forme di contagio.
In questo, come in tanti altri casi,  l’informazione è la prima terapia da seguire ed è questo lo spirito che ha animato gli organizzatori.

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Il Comitato Provinciale Carbonia-Iglesias MSP Italia (Movimento Sportivo Popolare) organizza con il patrocinio ed il contributo del comune di Carbonia la manifestazione intitolata “Sport Insieme… Carbonia”, che si svolgerà domani, domenica 1° marzo, al Palazzetto dello Sport di via delle Cernitrici, a partire dalle ore 10.30.
L’ingresso al Palazzetto è gratuito. È prevista la partecipazione di associazioni e società provenienti da tutta la Sardegna.
«L’evento, giunto alla decima edizione, prevede numerose iniziative che abbracciano diverse discipline, a conferma della radicata tradizione sportiva presente nel nostro territorio comunale», ha commentato il sindaco di Carbonia, Paola Massidda.
Questo il programma della manifestazione “Sport insieme…Carbonia”: si comincia alle ore 10,30, con lo Zumba Fitness Party. Nel pomeriggio, a partire dalle ore 15.00, si terranno esibizioni di danza, fitness, arti marziali, majorette, mauy thay e ginnastica ritmica.

«Sport insieme…Carbonia è un’iniziativa di elevato livello, il cui intento è promuovere lo sviluppo dello sport come fattore di aggregazione, integrazione e socializzazione», ha spiegato l’assessore dello Sport, Valerio Piria.

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Penultima giornata di ritorno, oggi e domani, per il girone unico di qualificazione del campionato di serie C Silver di basket maschile. Il Veliero Calasetta, reduce dalla netta sconfitta subita (82 a 112) sul campo della capolista Ferrini Delogu Legnami Quartu Sant’Elena, gioca domenica pomeriggio ancora in trasferta, inizio ore 17.00, sul campo della Sef Torres, al PalaSerradimigni di Sassari. Alla vigilia, la squadra isolana condivide, con la Sef Torres e la C.M.B. Porto Torres, la sesta posizione in classifica, con 14 punti, frutto di 7 vittorie e 11 sconfitte.

Nel campionato di serie D, la Scuola Basket Carbonia conclude questa sera, inizio ore 18.00, la fase a orologio, sul campo del Cus Sassari, capolista solitario con 34 punti. La squadra mineraria, quinta in classifica con 18 punti, arriva all’appuntamento odierno, reduce dalla sconfitta interna subita ad opera dell’AF Motors Quartu Sant’Elena per 76 a 85 (la squadra quartese aveva violato meritatamente il campo di via Deffenu nel corso del girone di qualificazione, il 14 dicembre dello scorso anno (86 a 96).

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Le elezioni amministrative sono ancora lontane (primavera 2021) ma a Carbonia c’è già un candidato alla carica di sindaco. E’ Giacomo Guadagnini, ingegnere meccanico in pensione (Eurallumina di Portovesme), 72 anni, dirigente del Partito Democratico, una lunga carriera politica (iscritto al PCI dal 1980) ed amministrativa alle spalle, da consigliere ed assessore al comune di Carbonia, da consigliere ed assessore alla provincia di Cagliari, ex direttore e presidente della SOMICA, oggi è consigliere d’amministrazione del SICIP (Consorzio industriale Sulcis Iglesiente).

Giacomo Guadagnini ha rotto gli indugi ed è pronto a dare battaglia per conquistare la leadership del Centrosinistra, anche attraverso le primarie. «Sono pronto a partecipare alle primarie di coalizione – spiega – ma non alle primarie limitate al mio partito.»

La sua iniziativa non è stata concordata all’interno del partito e sa bene che in questo momento il Partito Democratico, benché non attraversi il periodo più brillante della sua storia, non solo a livello nazionale ma anche regionale e cittadino, ha diverse anime ed almeno altrettanti aspiranti alla candidatura a sindaco per le amministrative del prossimo anno.

Giacomo Guadagnini, non solo ha lanciato la sua candidatura, ma ha anche già iniziato la sua campagna elettorale, concentrandosi su uno dei temi che più appassionano in queste ultime settimane addetti ai lavori e non, la sanità e, più specificamente, il progetto per la realizzazione dell’ospedale unico del Sulcis Iglesiente.

«Appare chiara a tutti la necessità di una riorganizzazione radicale del sistema  sanitario compreso il comparto ospedaliero nel Sulcis Iglesiente; innanzitutto, bisognerebbe rafforzare con molta urgenza quantitativamente e qualitativamente i servizi per eliminare la mobilità passiva e le lunghe liste di attesa. E’ anche necessario ripensare l’infrastruttura ospedaliera, i relativi siti, sia amministrativi che ambulatoriali, in modo da dare una risposta di qualità, con tempi e costi adeguati, alla numerosa utenza servita. Stiamo parlando di un bacino di 127.800 utenti che raddoppiano nel periodo estivo, in particolare nelle località turistiche.

L’orientamento degli esperti sembra andare verso la realizzazione dell’ospedale unico, perché questo consentirebbe di ottimizzare l’utilizzo del personale, una riduzione dei costi delle infrastrutture e un migliore e più adeguato servizio all’utenza. Se questo è l’obiettivo bisogna discuterne con razionalità e avendo di mira esclusivamente l’interesse generale dei cittadini.»

Il comune di Villamassargia ha messo a disposizione il proprio territorio per ospitare un ospedale unico baricentrico per il territorio…

«La riunione promossa dal comune di Villamassargia a metà febbraio avente come ordine del giorno la realizzazione dell’ospedale unico nel proprio territorio comunale ha avuto il merito di aprire questa discussione ma non ha offerto ragioni solide per fare quella scelta. L’unica ragione prospettata è che bisogna scegliere un Comune terzo per evitare la guerra di campanile fra Iglesias e Carbonia. Ma questo non dovrebbe essere un argomento da usare quando si fanno scelte di così grande importanza per l’interesse generale. Io penso che possa essere una buona scelta quella di un ospedale e che la scelta del sito debba essere fatta senza guerre di campanile e senza spinte della politica che potrebbero non corrispondere ad un’analisi corretta dei fattori che concorrono a individuare, in maniera obiettiva, la nuova sede dell’ospedale unico. Se, per esempio, il nuovo ospedale venisse collocato a Villamassargia, come proposto in quella riunione, la stragrande maggioranza della popolazione del Sulcis Iglesiente dovrebbe spendere più tempo e percorrere distanze maggiori per arrivarci. Quindi avremmo minore tempestività nel soccorso, più disagi e costi quasi raddoppiati per i cittadini. Si tratterebbe, inoltre, di un sito nuovo da acquistare e completamente privo di infrastrutture, il cui costo non risulta indifferente. La scelta dovrebbe fatta sulla base di parametri oggettivi.»

«Affinché la scelta non sia condizionata da intuiti non approfonditi, ritengo che, in prima analisi, sia necessario esaminare anche la possibilità di altri siti, mettendoli a confronto con solide basi tecniche e scientifiche. Solo un approccio di questo tipo potrà portare alla scelta migliore sotto il profilo costi/servizi offerti – aggiunge Giacomo Guadagnini -. Un possibile sito è, senza dubbio, l’area nella quale sorge l’attuale struttura dell’ospedale Sirai e, allo scopo, si riportano di seguito alcune considerazioni.

– Area già di proprietà. L’area su cui sorge l’attuale struttura, molto vasta e idonea per la realizzazione di un centro ospedaliero unico,  è di proprietà dell’azienda sanitaria, quindi si avrebbe una iniziale economia e una maggiore celerità della procedura, non essendo necessario procedere all’esproprio delle aree.

– Sito infrastrutturato. Il sito di Sirai è già completamente infrastrutturato: energia elettrica, acqua, sistema fognario, viabilità.

– Costi accesso alla struttura. I comuni serviti sono 24 (comuni della ex provincia Carbonia-Iglesias + Teulada).

Oltre al fattore economico si deve tener conto dei seguenti aspetti:

– inquinamento atmosferico dovuto ai chilometri percorsi;

– riduzione dei tempi di raggiungimento della struttura in caso di gravi emergenze.

– Posizione baricentrica rispetto all’utenza

La posizione è baricentrica rispetto all’utenza ed è facilmente raggiungibile dal Basso Sulcis e da Sant’Antioco e Calasetta, attraverso la SS 126. In futuro lo sarà ancora di più in quanto è stato finanziato il collegamento dell’ospedale con la rotatorio del PIP di Carbonia lungo la SS 126.

Da Carloforte, Portoscuso e Gonnesa è raggiungibile sempre attraverso la SS 126.

Da Domusnovas, Musei, Villamassargia e Iglesias attraverso la SP 2 (4 corsie).

Esiste, inoltre, il collegamento ferroviario verso Iglesias-Villamassargia-Cagliari, con frequenza oraria delle corse.

– Eventuale utilizzo di struttura di recente ristrutturazione/realizzazione (strutture modulari)

L’ospedale Sirai è stato recentemente oggetto di una radicale ristrutturazione e ampliamento con un costo importante – conclude Giacomo Guadagnini -. Questa struttura potrebbe essere ancora utilizzata, con conseguente grande risparmio nella realizzazione dell’intero complesso ospedaliero.»

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A distanza di due giorni dall’andata degli ottavi di Coppa Italia, il Carbonia è già pienamente proiettato verso il prossimo impegno di campionato, in programma sul campo dell’Atletico Uri di Massimiliano Paba, una delle formazioni più in forma, reduce da 6 vittorie e una sconfitta nelle sette partite disputate nel girone di ritorno. La partita, al Campu Nou “Ninetto Martinez”, verrà diretta da Matteo Manis di Oristano, coadiuvato dagli assistenti di linea Nicola Graziano Sechi di Sassari e Pietro Fae di Ozieri.

Atletico Uri e Carbonia si troveranno di fronte per la terza volta nel corso di questa stagione. In entrambe le sfide precedenti, s’è imposta la squadra di Andrea Marongiu. 3 a 1 in campionato, il 3 novembre dello scorso anno, con goal di Luca Orgiana al 20′ del primo tempo, raddoppio di Samuele Curreli su calcio di rigore al 20′ del secondo tempo, goal di Giacomo Fantasia al 33′ del secondo tempo e terzo goal del Carbonia di Mattia Cordeddu, al 39′ del secondo tempo. Quella sconfitta spezzò la serie positiva di tre vittorie consecutive iniziata dall’Atletico Uri dopo l’arrivo in panchina di Massimiliano Paba. La seconda sfida tra le due squadre è molto recente, risale all’8 febbraio, finalissima della Coppa Italia, sul campo del Centro Federale di Sa Rodia, ad Oristano, dove il Carbonia s’è imposto di misura con un goal di Giuseppe Meloni, su un Atletico Uri confermatosi squadra di qualità. I giallorossi sono reduci dalla grande impresa compiuta sul campo della vicecapolista Castiadas che li ha rilanciati in classifica in zona play-off e, per centrare l’obiettivo, vogliono vincere anche contro il Carbonia, anche per riscattare la delusione subita in Coppa Italia, con la terza finale persa nelle ultime quattro edizioni.

Andrea Marongiu recupera tutti i titolari e, contrariamente a quanto ha fatto mercoledì in Coppa Italia a Monterotondo Scalo, schiererà la miglior formazione possibile. L’ostacolo è indubbiamente assai insidioso ma il Carbonia ha già dimostrato, nel corso della stagione, di saper preparare al meglio tutti gli impegni e di saper reagire alle poche giornate storte, come è accaduto a Nuoro, vincendo contro l’allora capolista Nuorese, dopo la prima sconfitta subita a Castiadas sette giorni prima (dal 2 a 0 al 2 a 4).

L’ottava giornata del girone di ritorno propone una trasferta insidiosa anche al Castiadas, sul campo della Kosmoto Monastir, una delle sei squadre che ha saputo fermare su un pareggio il Carbonia e che due settimane fa ha espugnato il Frogheri di Nuoro.

Sugli altri campi, domenica si giocheranno le seguenti partite: Bosa-Ossese, Nuorese-Porto Rotondo, Ferrini-San Marco Assemini ’80, Arbus-La Palma, Li Punti-Guspini e, infine, Taloro Gavoi-Ghilarza.

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E’ stato inaugurato oggi, a Selargius, il primo Centro regionale di avviamento allo sport paralimpico. Un capannone completamente ristrutturato si trasforma in palestra funzionale paralimpica. Artefice di questa innovativa pensata è la società guida nello sport per persone con disabilità che dopo 38 anni di incessante attività ha deciso di fare un ulteriore passo in avanti confermandosi punto di riferimento importante sia a livello regionale, sia a livello nazionale.

La Sardegna Sport (Sa.Spo) di Cagliari è un rinomato caposaldo per chi voglia fare movimento, opportunità che a molte persone ha permesso di rendere la propria esistenza decisamente ricca di stimoli sia in ottica relazionale, sia per il miglioramento delle prestazioni fisiche. E non a caso vanta il maggior numero di risultati agonistici a livello regionale. Attenta alle nuove tendenze si è sempre saputa reinventare. Attualmente tra tecnici e tesserati conta circa 150 persone.

IL CONTRIBUTO DI FONDAZIONE VODAFONE ITALIA

La struttura appena inaugurata sorge presso l’Istituto Salesiano San Domenico Savio di Selargius, ed è stata realizzata grazie anche al contributo di Fondazione Vodafone Italia che, attraverso il bando OSO (Ogni Sport Oltre), ha sostenuto il progetto “Sport e non solo”.

«Fondazione Vodafone Italia è impegnata nel fornire supporto concreto alle persone con disabilità che vogliono praticare sport e allo stesso tempo sostenere attivamente le associazioni sul territorio». Parole di Maria Piccolo, Consigliere di Fondazione Vodafone Italia che poi approfondisce ulteriormente: «Il centro inaugurato oggi, coniuga l’esperienza di un’associazione molto radicata nella comunità locale con il recupero di una struttura architettonica, rappresentando un importante traguardo verso la crescita di una società inclusiva ed aperta alle diversità, affinché lo sport sia a pieno un diritto di tutti. Lo sport è infatti uno straordinario strumento di socializzazione e di inclusione – prosegue Maria Piccolo – in grado di superare ostacoli e pregiudizi apparentemente invincibili, per questo Fondazione Vodafone ha lanciato due anni fa OSO ognisportoltre.it diventato un punto di riferimento per lo sport paralimpico in Italia».

IN GIRO PER LO STABILE

All’interno, un ampio salone da allenamento diventa idoneo alla pratica di sport vari: pallacanestro, calcetto, calcio balilla, tennistavolo, ginnastica. Ci sarà anche l’opportunità di cimentarsi con la boccia paralimpica, attività che si presta tantissimo alle disabilità più serie come la tetraparesi spastica, atetosi, atassia e distrofia.

Nello spazio antistante trova la sua perfetta destinazione un’area pesi, con attrezzature all’avanguardia da usufruirne comodamente. I carrozzati, per esempio, possono accedervi restando sul proprio veicolo, senza fastidiosi trasbordi.

Inoltre, trovano la loro degna ubicazione anche gli uffici amministrativi ed i bagni dotati di docce.

Nelle strutture adiacenti funzionano impianti gestiti da altre realtà sportive, aspetto che può favorire una produttiva interazione.

L’intento della Sa.Spo è infatti di rendere fruibile il centro a tutti gli abitanti della città metropolitana di Cagliari, compresi anche i non disabili.

GLI INTERVENTI DI LISCI, PORRU, SANNA

Il messaggio di propensione alle pari opportunità sportive è stato lanciato nel corso della conferenza stampa tenutasi dopo il taglio del nastro affidato al presidente Luciano Lisci.

«E’ nostra intenzione – ha sottolineato il rappresentante legale della Sa.Spo. – creare un polo che possa servire da avviamento e da avvicinamento sia alla pratica di abilità sportiva promozionale, sia a quella di alto livello, cercando di sviluppare il maggior numero di discipline sportive. Puntiamo sul lavoro sinergico e sussidiario in sintonia con le municipalità dell’Area Metropolitana, anche nell’ottica di ausilio alle politiche sociali. Rafforzeremo la collaborazione con l’Unità Spinale di Cagliari, estendendola ai vari centri di riabilitazione specializzate nelle varie tipologie di disabilità. Penso alle lesioni di carattere traumatologico e cerebrale che hanno bisogno di un supporto importante sotto il profilo della riabilitazione attraverso la pratica dell’attività sportiva.»

Gran anfitrione della mattinata è stato Sandrino Porru, che della Sa.Spo ha scritto parecchie pagine di storia. Ma è a Selargius anche in rappresentanza del Comitato Italiano Paralimpico di cui è vicepresidente nazionale. «Nel portare i saluti del presidente Luca Pancalli – ha illustrato Porru – vorrei ricordare che lo sport integrato in casa CIP è visto con grande orgoglio, non a caso tutte le federazioni olimpiche sono state coinvolte in questo percorso di inclusione, dove il paralimpismo rappresenta in modo esemplare il concetto di sport per tutti». Sandrino Porru si sofferma su un’altra potenzialità della struttura appena inaugurata: «Si farà in modo che il CASP (Centro di Avviamento allo Sport Paralimpico) si configuri anche come mero centro di aggregazione, tale da facilitare in modo importante anche i percorsi a favore delle disabilità intellettivo relazionali. Con il supporto dei Salesiani potrebbe diventare un’area protetta, trasformabile in cittadella della solidarietà dove lo stare bene insieme costituisce un’invitante finalità. E, a quel punto, è possibile costruire un percorso virtuoso, e per chi vuole anche spirituale, rivolto alle famiglie in cerca di luoghi sereni dove approfondire le relazioni e beneficiare di particolari orientamenti».

Cresciuta sportivamente nella Sa.Spo, con la quale ha condiviso i suoi successi nazionali ed internazionali, la presidente del CIP Sardegna Cristina Sanna non ha presenziato all’incontro a causa dell’influenza, ma i suoi toni rimangono ottimistici e gioiosi. «Si è posto l’accento sullo sport e non solo per crescere insieme – ha detto – con l’importante fine di valorizzare le abilità di ciascuno di noi. Nell’ambito del mio mandato, ripeto sempre che le persone con disabilità dedite allo sport godono di una situazione di benessere nettamente superiore e abbisognano dell’assistenza medica di base in misure nettamente minori rispetto ad una persona con disabilità che non fa attività sportiva. La mia vita non sarebbe stata la stessa senza lo sport».

Nel congedarsi da tutti gli ospiti presenti in via Don Bosco, Sandrino Porru ha infine evidenziato i suoi desideri legati a questa opportunità: «Mi aspetto una crescita importante delle persone con disabilità che si avvicinano allo sport, anche numerica. Non tanto nel dedicarsi alle pratiche d’alto livello quanto soprattutto nell’utilizzare l’abilità sportiva come momento divertente e ricreativo. L’obiettivo del Comitato Italiano Paralimpico è di attrarne il maggiore numero possibile affinché pratichino delle attività ludico-motorie: ne gioverebbe notevolmente anche sotto l’aspetto psicologico e relazionale».

ALTRE VOCI DA VIA DON BOSCO

Prima la proiezione di documenti filmati e slide che ricordano quanto è stato importante il contributo della Sa.Spo nei suoi lustri di esistenza. In rassegna sono passati anche gli allora giovincelli Sandrino Porru e Carmelo Addaris, padri fondatori della blasonata società, che hanno contribuito ad arricchire la bacheca dei trofei con tanti successi e presenze alle paralimpiadi. Cristina Sanna è stata ricordata per le sue prodezze nell’atletica, come del resto gli attuali campioni Mattia Cardia e Chiara Statzu o la nuotatrice Francesca Secci che ha avuto anche esperienze in due recenti paralimpiadi.

Poi Sandrino Porru ha ceduto la parola ai rappresentanti delle istituzioni civili, religiose e sportive.

Come padroni di casa i salesiani hanno avuto un ruolo fondamentale. Don Gianni Sirca ha parlato in rappresentanza di una delle 90 ispettori e distribuite in ben 134 nazioni. «Anche se la nostra comunità la lasciato Selargius da cinque anni – ha sottolineato -l’Istituto continua a rinnovarsi con opportunità importanti come questa realtà della Sa.Spo».

Ma negli edifici dell’opera salesiana selargina convivono tante altre realtà come il Centro Formazione Professionale, l’Oratorio, la Parrocchia di San Giovanni Bosco gestita dai Padri Oblati, i ragazzi della Casa Famiglia del centro Diurno, il Centro Sportivo Futura Sales, il Centro Scolastico, la Scuola di Danza Balletto Mediterraneo, il gruppo Anfass, la Residenza Sanitaria Famiglia. E poi accoglie continuamente gruppi di aggiornamento, che approfondiscono tematiche religiose, sportive e culturali.

«La diversità è una ricchezza da condividere perché conoscersi a vicenda aiuta a superare le incomprensioni e ad aprire l’animo umano – continua don Gianni Sirca – e con l’inclusione si allarga la sensibilità. Spero che lo slogan “Lo sport e non solo per crescere insieme” possa realizzarsi all’interno dell’associazione, ma anche nelle altre realtà ospitate in questi spazi.»

Un breve saluto lo formula anche il viceparroco di San Giovanni Bosco Padre Stefano Messina: «Siamo felici di questa vicinanza e siamo a vostra disposizione con una palestra particolare, quella dei muscoli dello spirito».

L’apparato politico dell’area metropolitana è intervenuto con diversi rappresentanti. Si sono visti i primi cittadini di Monserrato e Quartucciu, rispettivamente Tomaso Locci e Pietro Pisu e poi il vicesindaco di Quartu Riccardo Saldì. Ma a rappresentarli tutti, compresi gli assenti, ci ha pensato il sindaco di Selargius Pier Luigi Concu: «Siamo orgogliosi di voi che aiutate a rendere autonome le persone con disabilità; grazie allo sport hanno la possibilità di viaggiare e di sviluppare nuovi rapporti umani».

Dal comune di Cagliari giunge la testimonianza dell’assessore allo sport Paolo Spano che in casa Sa.Spo ha trascorso quindici anni di vita facendo l’istruttore di equitazione. «Per le nuove generazioni lo sport diventa ancor più importante perché oltre ad amplificare le capacità relazionali, acquisiscono maggiori stimoli nel rispettare le strutture pubbliche».

Si congratula di questa nuova realtà Donatella Olla dell’Ufficio garante dei diritti per l’infanzia e l’adolescenza della città metropolitana. «L’esempio della Sa.Spo descrive bene il passaggio dalla teoria alla pratica».

Nel suo intervento Antonello Tanda (Assessorato regionale sanità) esprime il suo sentimento di gratitudine per l’impegno e l’entusiasmo dei fautori: «Ammiro questo lavoro perché le persone, grazie al recupero fisico, possono raggiungere una condizione di autonomia».

Sul fronte sportivo era presente Antonio Pinna del CONI Regionale e il vicepresidente del CIP Sardegna Simone Carrucciu. Quest’ultimo, dopo aver salutato i presenti anche a nome di Cristina Sanna si è complimentato con la Sa.Spo per l’enorme apporto nello scrivere la storia del movimento paralimpico in Sardegna. «A me più che di disabilità piace parlare di abilità – ha sottolineato – perché tutti noi, nessuno escluso, ha delle peculiarità inimitabili che contribuiscono a dare valore aggiunto allo sport. L’attività della Sa.Spo abbraccia circa il trenta per cento di tutte le discipline paralimpiche esistenti: un ottimo risultato che spero migliori ulteriormente, magari con l’incremento anche di figure specializzate nell’insegnamento di nuove discipline». Poi ha sottolineato come sia essenziale che il CIP continui a stringere rapporti proficui con Unità Spinale di Cagliari ed il Centro di riabilitazione Santa Maria Bambina di Oristano: «Rappresentano dei percorsi alternativi all’approccio agonistico professionale, a cui dobbiamo dare continuità».

E non potevano mancare i responsabili delle due strutture riabilitative esistenti in Sardegna: «All’unità Spinale di Cagliari si praticano attività sportive per dare dei nuovi percorsi di vita ai pazienti – dice Giuliana Campusnell’ottica di una rinascita che consenta ai nostri pazienti di mettersi in gioco e divertirsi».

«Anche noi vogliamo diventare un punto di riferimento per lo sport – interviene Tomas Doreche deve diventare un piacevole appuntamento quotidiano per i nostri degenti».

Importante sarà il contributo da parte dell’Università di Cagliari. Marco Monticone, coordinatore del Corso di laurea magistrale in attività fisica ha portato i saluti del Rettore Maria Del Zompo e si è dichiarato disponibile nel dare sostegno alla Sa.Spo.

Il suo collega Nicola Melis, referente per l’inclusione e la disabilità per il Dipartimento di scienze politiche e sociali (SPOL) ha invece abbracciato la tesi di Simone Carrucciu: «Finiamola di parlare di disabilità, ognuno ha le proprie abilità, e questo concetto va sicuramente spiegato agli studenti, ma soprattutto al personale docente e non docente dell’Università».

In sala era presente anche la funzionaria dell’Inail Adamina Barbone e la rappresentante dell’azienda PMG Italia, Valentina Ferri, che si occupa di mobilità sostenibile.

 

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Un paziente sardo assistito in Lombardia è risultato positivo al Coronavirus. L’uomo, attualmente in Lombardia, è in quarantena con i suoi familiari. La task force sarda ha attivato i protocolli nazionali e regionali per individuare e porre a sorveglianza attiva tutte le persone che sono state in stretto contatto col paziente.
La situazione è sotto controllo e le strutture sanitarie della Regione sono operative per fare fronte ad ogni evenienza.
In una nota diffusa dal portavoce del presidente della Regione, «si sottolinea che ad oggi nessuna delle persone sottoposte a vigilanza è in una condizione tale da destare allarme».

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Verrà proiettato in anteprima nelle sale cinematografiche della Sardegna L’Agnello, il film diretto da Mario Piredda in uscita nelle sale a partire dal 26 marzo.
La presentazione in anteprima del film avrà luogo a Cagliari,giovedì 5 marzo presso il Cinema Odissea, viale Trieste 84. 
Saranno presenti in sala per salutare il pubblico il regista, gli attori e i produttori del film.
Durante la prima settimana di tour, L’Agnello sarà proiettato secondo questo calendario: 
Dal 5 all’11 marzo 2020: 
– Cagliari – Odissea e UCI 
– Nuoro – Multiplex Prato 
– Oristano – Cinema Ariston 
– Sassari – Cityplex Moderno 
– Torralba – Carlo Felice 
– Carbonia – Supercinema 
– Tortolì – Garibaldi 
Dal 5 all’8 marzo 2020: 
– Macomer – Ex-caserma Mura 
Dal 5 al 10 marzo 2020: 
– Ghilarza – Joseph

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«La situazione dell’ordine pubblico a Carbonia ha ormai raggiunto livelli di insostenibilità. Da mesi la cronaca cittadina è dominata da furti nelle abitazioni private e negli esercizi commerciali. A questo, si aggiunge il perpetuo ritrovamento di siringhe, il più delle volte già usate, spesso nelle vicinanze di luoghi frequentati da bambini e ragazzi, come asili e scuole. La comunità cittadina non può più accettare tale clima. È indispensabile un’azione congiunta di istituzioni e società civile per fermare questa degenerazione.»
Lo scrive, in una nota, Luca Pizzuto, segretario regionale di Articolo UNO.
«Alcune azioni si possono mettere in campo da subito – aggiunge Luca Pizzuto:
– un controllo serrato delle abitazioni dell’ex Istituto Case Popolari, in particolare di quella occupate in maniera abusiva, per evitare che esse rimangano o diventino “centrali di spaccio”;
– un’azione congiunta di istituzioni e forze dell’ordine per bloccare furti e spaccio e per permettere alla cittadinanza di vivere con tranquillità e serenità;
– una nuova politica di educazione alla legalità che partendo dalle giovani generazioni, instauri un clima di rispetto e aiuto reciproco.»
«Ora c’è bisogno di tutte e tutti, Istituzioni, Forze dell’Ordine e Società Civile, affinché congiuntamente non si permetta una nuova deriva della città, che abbiamo già conosciuto e che non ha portato nulla di buono – conclude Luca Pizzuto -. Resistiamo e reagiamo insieme, all’insegna della legalità e della convivenza civile, al fine di costruire e dare a tutte e tutti un futuro migliore.»

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Il presidente del Parco Geominerario Storico Ambientale della Sardegna, Tarcisio Agus, ha scritto una lettera al ministro dell’Ambiente, Tutela del Territorio e del Mare, Sergio Costa, nella quale espone le problematiche e le esigenze dell’Ente.

Di seguito il testo della lettera, inviata, per conoscenza, anche al sottosegretario di Stato dello stesso ministero dell’Ambiente, Tutela del Territorio e del Mare, Roberto Morassut; al presidente della Regione Sardegna, Christian Solinas; all’assessore regionale della Difesa dell’Ambiente, Gianni Lampis; all’assessore regionale dell’Industria, Anita Pili.

«Ill.mo Sig. Ministro,

ho chiesto tempo fa la possibilità di un incontro con la SV per presentarLe il Parco Geominerario Storico Ambientale della Sardegna e le sue problematicità che, a mio avviso, si trascinano sin dalla sua origine.

Immagino che il suo dicastero lo tenga impegnato su fronti molto più importanti ed attuali e, nelle more di uno spazio di audizione del nostro Ente, cerco di esporLe gli elementi più rilevanti che ritengo meritino attenzione.

Il Parco Geominerario Storico Ambientale della Sardegna è assimilato agli Enti di cui alla legge 9 maggio 1989 n.168 e la sua gestione è affidata ad un Consorzio ai sensi dell’art. 13 della legge 8 luglio 1986 n. 349, ma viene accostato ad un’Area Protetta, ai sensi della legge 6 dicembre 1991 n. 394, tanto che nel decreto istitutivo si fa riferimento, per le sanzioni, all’art.30 della stessa legge, nonostante, mi pare, non rientriamo nella sua classificazione ai sensi dell’art. 2.

Peraltro i comuni compresi nel Parco Geominerario non beneficiano delle Misure di incentivazione previste dall’art.7.

Tutto questo ha da sempre creato disorientamento e forti perplessità nell’agire e nella programmazione per il territorio del Parco, bisognoso più di altri di risorse per la sua caratteristica fisica e storia industriale che ne costituisce un unicum in Sardegna, ma non solo.

Il decreto Istitutivo, come modificato dal decreto dell’8 settembre 2016, assegna al Parco, ai sensi dell’art. 2, l’impegno a perseguire la finalità di assicurare la conservazione e la valorizzazione del patrimonio tecnico-scientifico, storico-culturale ed ambientale dei siti e dei beni ricompresi nel territorio, nonché quella di garantire uno sviluppo economico e sociale dei territori interessati in un’ottica di sviluppo sostenibile. Seguono nove commi di attività da porre in essere.

Il Parco si estende su un territorio di 3.500 kmq, con al suo interno 86 comuni, con ambiti di grande pregio naturalistico ed ambientale, ma anche, 6.739 ettari di aree inquinate, dovute alle pregresse attività minerarie, con 1.947 fabbricati, suddivisi in 743 civili, di cui numerosi di alto pregio architettonico, come le direzioni delle miniere, gli ospedali e le foresterie; 425 industriali, con diversi complessi di pregio architettonico e storico culturale, 412 ruderi e 367 aree di fabbricati demoliti che con l’andar del tempo andranno sempre più aumentando.

Se per un verso gli interventi relativi al programma delle bonifiche ambientali, finanziate dal suo Ministero, muovono i primi passi, dopo venti anni dalla legge istitutiva del Parco, restano ancora al palo il recupero del vasto patrimonio immobiliare, costituito da diversi borghi minerari, con rilevante valore storico, culturale ed ambientale che potrebbero esser recuperati e destinati a finalità sociali, culturali e produttive.

Su tale patrimonio il Parco negli anni ha investito alcune risorse dei trasferimenti annuali, peraltro dimezzati nel corso di questi anni e relativi a degli avanzi di amministrazione.

Una goccia d’acqua nel mare del bisogno finanziario necessario per il suo pieno recupero prima del suo definitivo disfacimento.

Il Parco intende, in questo nuovo anno, attivarsi per la predisposizione di un Piano di sviluppo socioeconomico, con il pieno coinvolgimento degli stakeolder territoriali, ma questo necessita di un organico adeguato di cui oggi non disponiamo, sia in termini numerici (7 dipendenti di cui 3 a tempo pieno e 4 part-time) che in termini di professionalità.

Attualmente al Parco è riconosciuta una pianta organica di 13 unità, ma per il blocco delle assunzioni non ci è possibile disporre pienamente neanche di quanto la pianta organica ci riconosce.

La gestione di un piano di sviluppo su un territorio vasto 3.500 kmq, con le finalità assegnateci meriterebbe una maggior attenzione sia di risorse finanziarie che di personale.

Per quest’ultimo aspetto potremmo rifarci in termini comparativi all’organico del più piccolo e del più grande dei Parchi Nazionali:

Parco 5 Terre – sup. 38,6 kmq. 12 Unità

Parco del Cilento – sup. 1.781 kmq. 40 unità

Parco Geominerario sup. 3.500 kmq. 7 unità (3 tempo pieno 4 Part-time).

Da questa breve analisi si evince che il Parco Geominerario Storico Ambientale della Sardegna, in primo luogo, per i compiti assegnati dal Decreto Istitutivo, non è mai stato equiparato di fatto alle Aree Protette, nonostante al suo interno, oltre alle aree inquinate, siano presenti vasti territori (SIC e ZPS) caratterizzati da paesaggi eterogenei, abitati da varie specie animali e vegetali ed in particolare nell’area del Guspinese Arburese, permane il più vasto areale del cervo sardo, autoctono. Ma ancora, sono presenti vaste zone umide protette dalla convenzione Ramsar.

La situazione ibrida potrebbe essere risolta, riconoscendone la tipologia, quale Consorzio assimilato agli Enti di cui alla legge 9 mMaggio 1989, n. 168, ed inserendolo con le Università nei programmi di ricerca previsti dalla legge 168.

Il Parco, dall’insediamento degli organi, Presidente e Consiglio direttivo (giugno 2018), collabora strettamente con le due Università isolane, peraltro facenti parte a pieno titolo del Parco, con i Comuni e gli Enti regionali.

Esperienza questa della ricerca, messa in atto, in questo nuovo corso del Parco, con l’accordo quadro dell’Università di Cagliari e Sassari e in concorso con alcuni dipartimenti.

In particolare credo interessante e proficua l’opera avviata con il Comitato Tecnico Scientifico del Parco, nell’ambito delle bonifiche ambientali, ove siedono, il soprintendente regionale, docenti universitari ed esperti di sperimentata competenza nelle seguenti aree disciplinari: materie geologico-minerarie; materie ambientali; materie economico-sociali; pianificazione territoriale; materie storico-archeologiche e museali.

Il Parco grazie agli esperti del comitato, ora, oltre al rilascio del nulla osta di carattere edilizio, si sta pienamente occupando del recupero ambientale delle aree minerarie dismesse, portando importanti contributi di natura tecnica e scientifica, perché le discariche minerarie e gli ambienti minerari non siano più un grave danno all’ambiente ed alle popolazioni residenti, ma possano diventare risorsa. L’ultima proposta in ordine di tempo predisposta dal Parco in concorso con l’Università di Cagliari è il progetto di sviluppo Tour Remine.

Il progetto TouRemine vuole essere un progetto pilota che si propone il ricupero, la bonifica e l’infrastrutturazione di numerose realtà entro l’ambito del Parco, per un decisivo risanamento e fruizione ambientale, nonché per un nuovo processo sviluppo socio economico. Questo progetto integrato è oggi all’attenzione di Invitalia che cura i fondi per lo sviluppo destinati al sud Italia, con l’intento di estendere la sua portata a tutti i comuni appartenenti alla comunità del Geoparco, con tre obiettivi:

Infrastrutturazione: costruire e/o adeguare le infrastrutture che garantiscono la mobilità (dati/persone), l’accoglienza e la ricettività per rendere sfruttabili a fini commerciali e fruibili a scopi turistici i borghi e gli ambienti minerari.

Industrializzazione: creare le condizioni per sfruttare gli scarti delle miniere per attivare potenziali nuove opportunità di business e lo sfruttamento sostenibile delle risorse.

Imprenditorialità: sviluppare percorsi di creazione d’impresa e offrire nuovi servizi alle imprese esistenti. In particolare vorrei evidenziare il secondo obiettivo, che prevede nel progetto il recupero di importanti immobili minerari da destinare a musealizzazione ed a nuove destinazioni socio – culturali, nonché la bonifica ed il recupero di minerali di valore, come per esempio nel progetto in TouRemine, la fonderia di antimonio a Villasalto diventata nel tempo discarica di antimonio, ci consentirà, se finanziato, di recuperare il minerale, oggi di nuovo richiesto dal mercato, e la fonderia, unica rimasta forse in Italia per questa tipologia di minerari.

Questa esperienza di recupero degli scarti minerari entro l’area del Parco Geominerario, è già in atto tra l’università e gli enti regionali, in particolare con la Carbosulcis, ove la bonifica delle discariche minerarie di carbone hanno contribuito, con la ricerca, a darci importanti risultati come il progetto “Aria” impianto sperimentale produzione isotopi, ma anche il recupero delle “Terre rare” o la sperimentazione su fertilizzanti e disinquinanti ecologici.

Sono convinto dell’importante apporto che può dare il Parco Geominerario se è posto in condizioni di operare, con un ruolo più lineare ed una dotazione organica adeguata.

Ill.mo sig. Ministro, la invito nei limiti delle sue disponibilità, a verificare con i suoi uffici questi due principali aspetti, dell’inquadramento normativo o nell’impossibilità che ciò avvenga, almeno il riconoscimento, anche ai comuni del Parco Geominerario, dei benefici previsti dalla  legge 349/1986, e la valutazione di una pianta organica adeguata alle funzioni assegnate ed ai complessi problemi di natura ambientale presenti entro l’area Parco, non certo assimilabili ai territori delle Aree Protette. Questo ultimo aspetto credo meriti una particolare attenzione perché devono assolutamente esser risolti, pena il perdurate dei rischi di natura sanitaria, già a suo tempo riscontrati dal rapporto del ministero della Salute del 2016, che pone il Sulcis-Iglesiente-Guspinese, la parte più consistente delle aree del Parco Geominerario, fra quelle “invivibili”, ove si sono riscontate le più alte percentuali di patologie oncologiche e mortalità, fra le 44 aree ad alto rischio in Italia.

Certo di una sua attenzione, nel pormi a sua disposizione per ogni ulteriore approfondimento e in attesa di un possibile incontro, porgo cordiali saluti.»

Tarcisio Agus

Presidente del Parco Geominerario Storico Ambientale della Sardegna