20 July, 2024
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«Stamattina ho visitato alcuni reparti dell’ospedale Sirai di Carbonia…Ho parlato con molti operatori del settore…Ho incontrato tanti pazienti…Emerge un dato…Sulla sanità c’è bisogno di investire più risorse e di allocarle meglio…Questa è una battaglia a cui non mi sottrarrò mai…»

A dirlo, è Fabio Usai, consigliere regionale del Partito Sardo d’Azione.

«Ho raccolto anche le testimonianze sulle serie problematiche che avvolgono il Pronto Soccorso, dove la grave carenza di personale, provoca tempi spesso lunghissimi nell’assistenza dei codici gialli e verdi. Pazienti costretti ad attese di moltissime ore, talvolta giornate intere, per essere assistite. Tutto ciò non è più accettabile – ha aggiunto Fabio Usai -. Farò tutto quello che posso, in funzione delle legittime aspettative del nostro territorio. La riforma della sanità dovrà inevitabilmente contenere al suo interno alcuni principi che garantiscano più autonomia per quanto riguarda la gestione del personale e più margini decisionali per il dislocamento delle risorse finanziarie in ogni singola Asl.»

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Si svolgerà a Olbia, domenica 9 febbraio, la terza edizione del Banzay Day. La manifestazione, che ogni anno raduna gli appassionati di mountain bike e di trekking, propone una giornata all’insegna dello sport e della natura. Organizzato dall’associazione dilettantistica ASD Olbia Racing Team, il Banzay Day si articolerà in tre escursioni su altrettanti percorsi, studiati e collaudati dagli organizzatori che hanno voluto rendere l’evento accessibile anche ai dilettanti della mountain bike. La prima pista sarà riservata agli enduristi più esperti che potranno raggiungere la vetta e cimentarsi in una staffetta all’ultima pedalata lungo quattro adrenalinici “single track”. Più adatto ai bikers abituati alla fatica, ma meno sprezzanti del pericolo, è il percorso cross country: una pedalata lungo la bretella panoramica di Monte Pino fino al belvedere che offre una spettacolare vista sulla costa. Infine, un percorso di trekking tra la fitta vegetazione del monte alla scoperta dei punti panoramici più suggestivi.

Alla guida delle escursioni ci sarà un team di esperti delle discipline sportive e profondi conoscitori dei percorsi. Il Banzay Day nasce come omaggio a Mario Gasparoli, noto “Banzay”, tre volte campione sardo di downhill, presidente onorario dell’Olbia Racing Team. Pioniere della due ruote su scala nazionale, a lui è riconosciuto il merito di aver promosso la passione per la mountain bike a Olbia e ancora oggi è fonte di ispirazione per tantissimi giovani.

Negli anni, in Sardegna, è nato e cresciuto un vero e proprio movimento che ha lanciato sulla scena sportiva talenti indiscussi come il pluricampione regionale di Downhill, Gianluca Cara: cinque titoli all’attivo e all’orizzonte la sfida dei campionati nazionali. L’escursione di Monte Pino sarà guidata dai componenti della Olbia Racing Team tra cui i campioni Gabriele Destro, Mirko Cuccu, Gianluca Spano, Damiano Carta, Davide Longu e Francesco di Cesare. Le iscrizioni saranno aperte fino alle 8:00 di domenica 9 febbraio: per regolarizzarle sarà necessario recarsi alla Chiesa di Santa Mariedda di Olbia, in via Barcellona, punto di partenza e di ritrovo per il pranzo che chiuderà la giornata sportiva. Per informazioni è possibile contattare gli organizzatori: Gabriele Destro 340- 02078196 e Mirko Cuccu 349-6539525.

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«Le voci che si rincorrono sulla revoca delle concessioni dei siti di Porto Flavia e della Grotta di Santa Barbara da parte di Igea sono molto preoccupanti per le persone che ci lavorano dato che il Comune, dopo lo scontro col Parco, ha assunto direttamente le guide ed i responsabili della sicurezza attraverso Iglesias Servizi. Preoccupanti anche perché ci sarebbero importanti ripercussioni sulle Casse comunali che ricadrebbero si tutti i cittadini.»

Lo sostiene, in una nota, Simone Saiu, consigliere di minoranza del comune di Iglesias.

«Ovviamente spero si trovi una soluzione immediata ma bisognerà poi accertare le reali responsabilità – conclude Simone Saiu –. Ho depositato un’interrogazione urgente ed un’istanza di accesso agli atti per capire quando e se Igea ha inoltrato contestazioni, per capire se le contestazioni riguardino le violazioni degli obblighi relativi alla sicurezza e per avere chiarimenti sulle strade che l’Amministrazione intende percorrere.»

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«Un confronto utile a capire ulteriormente le posizioni, ma che non fa registrare passi avanti concreti nella definizione dei percorsi possibili per arrivare agli obiettivi prefissati.»

Così il segretario regionale della Cgil Michele Carrus ed il segretario regionale Filctem Cgil Francesco Garau, hanno commentato la riunione svoltasi al MiSE, convocata dalla sottosegretaria Alessandra Todde.

«Il tempo delle scelte però, non è una variabile indifferente – ha detto Michele Carrus – perché, ad esempio, senza il gas si rischia di restare inchiodati al carbone, anche dopo il 2025: questa sarebbe la prima conseguenza di tanta incertezza.»

Resta sul tavolo di ieri – secondo Michele Carrus e Francesco Garau – quanto definito nel Pniec ormai approvato, che fissa obiettivi, anche condivisibili, ma non risolve di per sé i problemi sul campo: la stessa realizzazione del nuovo elettrodotto Sardegna-Sicilia avverrà, infatti, molto dopo il 2025, dato che allo stato attuale non è un progetto ma solo un’idea-obiettivo e non rappresenta comunque in alcun modo l’alternativa al carbone, che deve invece essere trovata subito, se si vuole davvero arrivare al phase out in tempi rapidi. Questo emerge, infatti, dalla disponibilità dei produttori di energia, Enel ed Eph, a realizzare la riconversione delle loro centrali, purché si definisca un quadro programmatico e regolatorio certo per l’utilizzo del gas, in assenza del quale non sono in grado di fare progetti. Il metano resta a detta di tutti una fonte indispensabile per la Sardegna, ma il Governo al momento ha rinviato la decisione definitiva sulla rete di trasmissione a terra nell’Isola allo studio costi-benefici affidato alla Rse da Arera ed atteso entro marzo.

«Noi siamo per lo sviluppo e la mobilità sostenibile, per il risparmio e l’efficienza energetica, per uno sviluppo programmato delle fonti rinnovabili – che però non sono tutte uguali e dovremmo iniziare a dire qualche no ad ulteriore eolico a terra e fotovoltaico in campagna, e molti più sì a termodinamico e biogas», ha detto Michele Carrus – sottolineando che «la decarbonizzazione è obiettivo indispensabile e raggiungibile solo con il metano, su cui sono tutti d’accordo, ma occorre anche chiarirsi sulle modalità con cui si porta e si usa, perché, per noi, deve arrivare a tariffe perequate col resto del Paese ed essere distribuito nel modo più efficace, conveniente e sostenibile, ovvero attraverso la dorsale, non certo con la follia della distribuzione affidata alle autobotti».

Solo così – avvertono Cgil e Filctem – si garantisce il controllo pubblico della risorsa e dell’infrastruttura contro il monopolio che nei singoli bacini starebbe altrimenti in mano ai titolari dei depositi costieri. Il segretario ha poi messo l’accento sulla necessità di sbloccare il porto canale dall’anacronistico vincolo paesaggistico ancora esistente che frena il rilascio dell’autorizzazione al deposito e rigassificatore di Cagliari e allo stesso sviluppo delle attività portuali, che sono in crisi. Insomma un incontro interlocutorio dal quale si esce con gli stessi interrogativi, e le stesse preoccupazioni, della vigilia.

«L’auspicio – concludono Michele Carrus e Francesco Garau – è che si inverta la rotta andando spediti verso la realizzazione, con programmi precisi, progetti percorribili e tempi stretti, degli obiettivi prefissati. Per farlo basterebbe rispettare, intanto, gli accordi sul piano di metanizzazione presi nel 2016 tra Governo e Regione, senza tergiversare ancora.»

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Dopo l’arrivo del trequartista Gastón Pereiro, il Cagliari ha definito negli ultimi minuti del calciomercato di gennaio la trattativa per il prestito del centravanti della Spal Alberto Paloschi che subentra ad Alberto Cerri che giocherà la seconda parte del campionato con la maglia della squadra ferrarese.

Alberto Paloschi, nato a Chiari (Brescia), il 4 gennaio 1990, è cresciuto nelle giovanili del Milan: ha esordito a soli 18 anni in prima squadra, trovando il gol vincente contro il Siena appena diciotto secondi dopo dal suo ingresso in campo. Con i rossoneri ha collezionato in quella stagione 9 presenze e 4 gol.

Nell’agosto del 2008 è passato al Parma: in tre stagioni, 58 gare e 6 gol. Nel gennaio 2011 il passaggio al Genoa (12/2) e poi nel Chievo, dove ha totalizzato 152 gare e ben 46 reti. Nel gennaio 2015 si è trasferito in Premier League, tra le fila dello Swansea City (2 gol in 10 partite). Quindi la parentesi all’Atalanta (14 presenze), prima del passaggio alla Spal nel 2017 (75 gare e 10 gol). Ha vestito le maglie di tutte le rappresentative giovanili azzurre, a partire dall’Under 17: con l’Under 21, 29 presenze e 9 gol.

Gastón Pereiro ed Alberto Paloschi sono tra i 23 calciatori convocati da Rolando Maran per la partita in programma savato pomeriggio, alle 18.00, alla Sardegna Arena.

La lista completa:

1 Rafael

3 Mattiello

4 Nainggolan

8 Cigarini

9 Paloschi

10 Joao Pedro

12 Cacciatore

14 Birsa

15 Klavan

17 Oliva

18 Nandez

19 Pisacane

20 Pereiro

21 Ionita

22 Lykogiannis

24 Faragò

28 Cragno

33 Pellegrini

35 Ladinetti

37 Gagliano

40 Walukiewicz

90 Olsen

99 Simeone

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«Continua il preoccupante immobilismo della Giunta regionale sul disbrigo delle pratiche arretrate in agricoltura. Nonostante l’interrogazione presentata il 16 gennaio scorso da tutto il gruppo dei Progressisti e la formale richiesta inoltrata dallo stesso gruppo il giorno 22 gennaio per la convocazione straordinaria delle Commissioni I e V per discutere della mancata applicazione della Legge regionale n. 24 del 23 dicembre del 2019 “Norme per l’attivazione di un piano straordinario per il disbrigo delle pratiche arretrate relative a premi, contributi ed erogazioni di qualsiasi natura nel settore agricolo”, tutto tace. Nessuna risposta è stata data all’interrogazione.»

La denuncia arriva dai consiglieri Progressisti del Consiglio regionale.

«In spregio al regolamento consiliare, che prevede la convocazione entro 10 giorni dalla richiesta, al momento – si legge nella nota dei Progressisti – è stata negata anche la convocazione delle competenti Commissioni I (Autonomia e ordinamento regionale) e V (Attività produttive) per affrontare compitamente la problematica di fronte agli assessori del Personale ed Agricoltura.»

«I richiami del centrodestra al rispetto a fasi alterne dei regolamenti consiliari  danno la misura della loro totale confusione. Secondo alcuni loro esponenti il regolamento interno dovrebbe essere applicato, sempre e comunque, ma soltanto quando conviene alla maggioranza in Consiglio regoionale. Il blocco delle Commissioni, se non se ne fossero ancora accorti, va avanti da tempo, settimane, e soltanto a causa dell’inerzia che caratterizza le forze del governo regionale, incapaci di programmare le priorità per l’isola. Si sono già scordati dei gravi problemi del comporto agricolo, e non hanno ritenuto, nonostante le nostre sollecitazioni, di dover convocare le Commissioni per dare un’accelerata alla leggina sblocca pratiche. Dell’urgenza glielo abbiano anche notificato due settimana fa, proprio ai sensi del Regolamento della cui corretta e imparziale applicazione dovrebbe essere garante il presidente del Consiglio. La Commissione agricoltura è ferma del 17 dicembre, quella sul personale regionale è occupata  con il ddl “sblocca-poltrone”. Se i Presidenti avessero applicato il regolamento avrebbero raccolto la nostra richiesta e oggi avremo già saputo perché la Giunta regionale è in forte ritardo per l’attuazione della legge 24/2019.»

Sull’argomento è intervenuto anche l’on. Gian Franco Satta, componente dei Progressissti e vice Presidente della V Commissione: «La finalità della norma rischia di essere totalmente vanificata poiché le disposizioni contenute nella Legge regionale 24/2019, nonostante l’urgenza e le sollecitazioni dei Progressisti, ad oggi risultano del tutto inapplicate. Questa preoccupante mancanza di rispetto delle istituzioni, già spiacevole di per sé, denota un ben più grave disinteresse verso i cittadini e le imprese, che quotidianamente si trovano impantanati nella burocrazia e vedono la loro classe politica di maggioranza regionale totalmente indifferente alle loro necessità. Mentre gli agricoltori quotidianamente lavorano e sono in attesa del dovuto, la commissione dell’Agricoltura non viene convocata dal 17 dicembre scorso. Evidentemente per gli esponenti della maggioranza la risoluzione dei ritardi sui pagamenti in agricoltura non è un questione di fondamentale importanza.

È evidente che tali situazioni oltre a generare tensioni, malumori e preoccupazioni tra gli operatori agricoli, stanno continuando a generare danni alle imprese, che non vedono tutelati i propri diritti neppure a fronte di una legge approvata.»

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La CmdL, la UIL Pensionati Sardegna e IERFOP Onlus suggellano un patto per promuovere la Longevità Sana quale conquista del Benessere Sociale.

A un anno esatto dalla firma del protocollo di collaborazione per il progetto “Cronos Valetudo” tra la Comunità Mondiale della Longevità e la UIL Pensionati, si aggiunge un altro partner, l’Istituto Europeo per la Ricerca, la Formazione e l’Orientamento Professionale di Eccellenza per disabili e emarginati (I.E.R.F.O.P. Onlus). Obiettivo di questa nuova intesa, realizzare in modo esauriente e capillare l’attività di ricerca, studio, divulgazione e promozione del benessere delle fasce di popolazione anziana.

«Siamo molto interessati a conoscere studiare e divulgare i predittori di un invecchiamento in benessere e salute, veri volani dell’invecchiamento attivo – precisa Roberto Pili, presidente della CMdL e Ierfop -. L’ampliamento e il maggior coinvolgimento di gruppi di studio e lavoro rappresenta un successo in vista dell’obiettivo dell’allungamento della vita in benessere come conquista sociale. Sono infatti maturi i tempi per rivendicare la cosiddetta Longevità Sana che si traduce nella possibilità per milioni di cittadini di vivere l’invecchiamento in maniera attiva. Le istituzioni italiane hanno ancora tanto da fare, a riguardo.»

Il protocollo Cronos Valetudo, un originale progetto di ricerca Biopsicosocioeconomico, prendendo  come modello di riferimento alcuni territori dell’interno della Sardegna, noti per l’elevato numero di longevi e per la particolare qualità della vita, ha in corso d’opera una serie integrata di azioni che andranno a coinvolgere 20.000 over 65, 4500 over 80 e 21 centenari e perseguono l’obbiettivo di promuovere il benessere e l’invecchiamento attivo secondo le indicazioni portate avanti dalla CmdL.

«Solo attraverso un coinvolgimento diretto con quanti vivono in prima persona l’odierna transizione demografica è possibile cogliere il reale impatto di questa e poter individuare forme di contrattazione sociale che consentano di organizzare politiche attive nella promozione del benessere – afferma Rinaldo Mereu, segretario regionale UIL Pensionati -. E’ per questo motivo che la collaborazione con IERFOP e l’Osservatorio sulla Disabilità consentire di avere un quadro più chiaro dell’esistente al fine di organizzare interventi preventivi e di sensibilizzazione.»

Con l’entrata in campo dello IERFOP, il progetto si arricchirà della raccolta di preziose informazioni sul funzionamento neuro sensoriale delle persone, quali vista, udito, nonché controllo della postura, la salute orale, la malnutrizione, ambiti questi di consolidata attenzione e intervento dell’Istituto con sede centrale in via Platone a Cagliari.   

«E’ imprescindibile rafforzare il rapporto tra l’educazione e l’area medico sociale, in caso contrario si corre un grande rischio di esclusione sociale delle persone con non autosufficienza – conclude Bachisio Zolo, direttore della formazione IERFOP Onlus e Presidente Nazionale Unione Italiana Ciechi d’Europa -. Ponendo al centro l’autodeterminazione della persona, sarebbe opportuno che si iniziasse ad elaborare, un’educazione sociale incentrata sull’inclusione di malati e disabili, consentendo un cambio di paradigma che ritiene centrale l’approccio sanitario nella vita delle persone con disabilità, con una notevole lievitazione dei costi.»

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Spose bambine, mamme precoci, schiave domestiche, bambine mutilate, ragazze trafficate per fini sessuali, adolescenti costrette ad abbandonare la scuola e a subire, con continuità esasperante, violenza. Ogni anno migliaia di bambine e ragazze nel mondo subiscono soprusi e violenze. Ogni minuto ventitré bambine diventano baby spose. Quasi 34 milioni di bambine dai 5 ai 14 anni svolgono lavori domestici per più di ventuno ore alla settimana. Di fronte a questo drammatico scenario Terre des Hommes, l’organizzazione non governativa per la difesa dei diritti dei bambini in difficoltà nei Paesi in via di sviluppo, e non solo, ha deciso di intervenire nel 2012 con la campagna sociale #indifesa, per dire basta alla violenza e a ogni forma di discriminazione basata sulla disparità di genere. Un grande progetto che ha messo in campo tante iniziative e risorse per sensibilizzare il mondo e le istituzioni su questi problemi e rispondere con azioni concrete.

Lo ha raccontato giovedì a Villa Satta Stefano Carboni, Digital Manager e Webmaster della fondazione Terre des Hommes Italia onlus dove ha incontrato gli studenti IED della sede sarda, diretta da Monica Scanu. Una open lesson inserita nell’ambito dell’importante collaborazione fra l’Istituto Europeo di Design di Cagliari e la onlus italiana partita diverso tempo fa che prevede il coinvolgimento di due gruppi di giovani diplomandi del Corso di Media Design. Idee innovative dei futuri designer a supporto della promozione di questa campagna di sensibilizzazione, sotto la guida esperta del responsabile della comunicazione di Terre des Hommes Italia, lanciata dalla ong in occasione della prima giornata Mondiale delle Bambine proclamata dall’Onu otto anni fa.

Indifesa fotografa infatti la realtà delle bambine e delle ragazze in difficoltà, mettendo a fuoco le discriminazioni profonde ancora in atto nei loro confronti. Proteggere i piccoli da ogni forma di violenza e abuso, garantirgli il diritto alla salute, all’istruzione e alla vita sono i valori fondanti e le ragioni stesse dell’esistenza della onlus fondata nel 1960 a Losanna (Svizzera) dal francese Edmond Kaiser, oggi federazione internazionale costituita da undici Paesi che operano in tutto il mondo. La versione italiana è nata nel 1989, diventando successivamente nel 1994 una fondazione. È attualmente presente in ventidue Paesi, Italia compresa, con quasi centoquaranta progetti di aiuto umanitario d’emergenza e di cooperazione internazionale allo sviluppo, con programmi in settori quali salute di base e protezione materno-infantile, educazione di base, formazione professionale, protezione dei bambini migranti, bambini di strada ed in conflitto con la legge, promozione dei diritti umani, attività generatrici di reddito e sviluppo delle risorse naturali.

«Con la campagna “indifesa” ci battiamo per garantire a milioni di bambine e ragazze di tutto il mondo i loro diritti, la loro istruzione, salute, la protezione da violenza, discriminazioni e abusi, per aiutarle a sfuggire dalla povertà, dalla schiavitù e dallo sfruttamento, e per dar loro l’opportunità di potersi realizzare, di progettare un futuro migliore attraverso l’istruzione, a trovare in ognuno di loro il proprio talento», ha spiegato Stefano Carboni alla classe di studenti e al pubblico presente in Aula Francesco Morelli.

Tante le storie, e le toccanti testimonianze delle bambine vittime di questi soprusi che Terre des Hommes Italia ha preso in carico, in alcuni casi per fortuna finite bene. Come l’incredibile storia di Nandhini, la bambina indiana di soli 14 anni riuscita scampare a un matrimonio combinato dalla zia, grazie all’intervento della ong italiana. Un destino già scritto, che avrebbe posto fine alla sua adolescenza, ai suoi sogni, al suo futuro, ma che grazie al lavoro di sensibilizzazione messo in campo localmente dalla fondazione le ha permesso di reagire, andando contro la sua stessa famiglia, e di fuggire da quella prigione.

«I nostri centri in questi Paesi oltre ad avere uno o due referenti italiani si avvalgono anche della collaborazione di uno staff locale, che conosce la lingua, le usanze e le tradizioni del posto. Questo ci permette di farci conoscere e di avvicinarci ai minori, di creare con loro un rapporto di fiducia, che è fondamentale

La stessa fiducia che ha fatto decidere a Nandhini di denunciare al centro il suo matrimonio illegale (perché la legge indiana vieta l’unione coniugale con le spose bambine).

«Nandhini ha preso coraggio e ci ha chiamato per avvisarci che sarebbe andata in sposa per volere della sua famiglia, suo malgrado. Così il giorno del matrimonio la polizia ha fatto irruzione nella casa dove si stava svolgendo la cerimonia nuziale per liberarla, impedendo quindi che quel matrimonio illegale andasse in porto. Quest’anno ha deciso di venire in Italia per partecipare al nostro talk ‘Stand Up for Girls!’ e raccontare la sua storia a milioni di italiani.»

Storie drammatiche che “indifesa” cerca di raccontare quanto più possibile, perché sono davvero tante. Alcune finiscono bene, altre no. Ed è questo che si vuole evidenziare, aiutarle per permettere in qualche modo che si possano cambiare quei finali già scritti.

Nel corso dell’incontro Stefano Carboni ha inoltre illustrato agli studenti IED e ai presenti l’organizzazione della campagna di comunicazione “indifesa”, molto articolata e ben strutturata su diversi livelli: dal sostegno a distanza, all’opera di sensibilizzazione nelle scuole con il coinvolgimento dei ragazzi e delle ragazze, all’utilizzo dei media tradizionali, tv, stampa, fino alle piattaforme digitali quali sito web, social network, dirette Facebook, e poi convegni, mostre itineranti, short talks, conferenze, la partecipazione dei tanti vip come testimonial, fino alla rete network delle webradio scolastiche e universitarie. E ancora documentari, magliette, loghi, megafoni di carta, spot, animazioni. Una campagna caratterizzata dal colore arancione, da anni scelto da Terre des Hommes e dalle Nazioni Unite per dire NO alla violenza di genere. Una imponente operazione promozionale attiva tutta l’anno per tenere sempre alta l’attenzione sulle tante violazioni dei diritti delle bambine e delle ragazze nel mondo, chiamando istituzioni, organizzazioni della società civile e i singoli cittadini a fare la propria parte per assicurare un presente libero da violenza, stereotipi, abusi e discriminazioni.

Una collaborazione che coinvolge anche i giovani delle scuole per coinvolgere nuovi punti di vista, diversi, come quelli dei creativi IED Cagliari del corso di Media Design coordinato da Emanuele Tarducci, coinvolti da Terre des Hommes Italia nei due progetti di tesi per “indifesa”. Il primo, sviluppato da Irene Lai, Lorenzo Solina, Mattia Mura e Giulia Usai, vedrà la realizzazione di una serie di graphic novel che racconteranno alcune delle storie delle bambine salvate, con l’obiettivo di sensibilizzare e informare le fasce più giovani sui temi degli abusi, della libertà, dell’istruzione, dell’uguaglianza e della protezione di bambine e ragazze nel mondo; il secondo sarà incentrato sullo sviluppo della progettazione di una campagna social contro gli stereotipi di genere con uno speciale focus sul nostro paese, ideata da Francesca Cau e Noemi Barsanti. Un’idea quest’ultima, pensata per cercare di scardinare soprattutto nei più giovani quei pregiudizi che inesorabilmente tendono a rafforzare la percezione della disparità di genere nella nostra società e per sottolineare e ricordare i diritti fondamentali alla libertà, all’eguaglianza, alla vita.

“Indifesa” non solo a favore dei problemi che riguardano i Paesi in via di sviluppo “Ma anche temi quali violenza, bullismo, cyberbullismo e sexting che colpiscono i paesi occidentali come l’Italia”, ha spiegato il digital manager di Terre des Hommes Italia, fondazione che ha iniziato a operare nel territorio nazionale alla fine degli anni ’80 con i minori stranieri non accompagnati o con le rispettive famiglie, e poi in tutte le situazioni di violenza, discriminazione e abusi sui minori, anche italiani. «Dobbiamo purtroppo constatare, soprattutto attraverso i dati che la Polizia di Stato ci fornisce annualmente, un aumento in Italia dei reati sui minori, circa il 3% di minori sotto i diciotto anni. Un problema che non dobbiamo sottovalutare, in nessun modo». O come gli Stati Uniti, dove, strano a dirsi, ci sono tantissimi casi di matrimoni con spose bambine, ritenuti legali.

Una mission con una visione a lungo termine, che sin dal 1960 ha scelto di operare nel mondo in modo da poter creare le migliori condizioni possibili per ogni bambino o bambina in difficoltà, per salvarli da un destino ingiusto e per aiutarli a tirare fuori il proprio talento, e per fare in modo che possano essere supportati nel proprio cammino attraverso la creazione di buone opportunità per costruirsi un futuro migliore che difficilmente potrebbero realizzare da soli, nel proprio paese.

«Sono molto onorata di questa opportunità che Terre des Hommes ci ha dato, ovvero di poter mettere le competenze dei nostri studenti al servizio di temi veri, importanti e sensibili come la difesa dei diritti dei bambini e delle bambine. Una scuola di design, in questo caso nella sua declinazione nella comunicazione, può essere strategica nel supportare questa e altre fondazioni nel quotidiano compito di raccontare e di sensibilizzare pubblici sempre più ampi rispetto alle grandi sofferenze del nostro ambito geografico, di quello europeo e internazionale, e nel superamento delle grandi contraddizioni della nostra realtà», ha aggiunto in chiusura dell’incontro Monica Scanu, Direttrice IED Cagliari.

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La consigliera regionale Carla Cuccu che ha presentato una nuova interrogazione al presidente della Regione Christian Solinas e all’assessore regionale alla Sanità, Mario Nieddu. La consigliera pentastellata ha espressamente chiesto ai rappresentanti del governo sardo se i criteri per l’attuazione del programma sperimentale – relativi alla legge regionale del 6 dicembre 2019, n. 20 – siano stati approvati o siano di prossima approvazione e soprattutto quali misure siano state poste in essere per l’erogazione di contributi per i servizi di supporto domiciliare a favore di bambini di età inferiore a 3 anni impossibilitati a frequentare i nidi e micronidi in quanto affetti da gravi patologie croniche.

«Continuerò a battermi affinché questa giunta regionale sostenga le famiglie favorendo misure che concilino la vita familiare con l’accesso e la permanenza nel mondo del lavoro delle donne», spiega Carla Cuccu – ho presentato un’interrogazione scritta perché i cittadini chiedono risposte riguardo il programma sperimentale finalizzato a garantire a tutte famiglie la soddisfazione dei bisogni di conciliazione vita-lavoro e ad assicurare, tra l’altro, l’accesso e la permanenza nel mercato del lavoro. E’ giusto, e mi batterò per questo – conclude Carla Cuccu – che l’assessorato garantisca un contributo anche a quelle famiglie i cui figli sono impossibilitati a frequentare i nidi e micronidi in quanto affetti da gravi patologie croniche per le quali si avvalgono di servizi assistenziali domiciliari. Il mio lavoro continua, senza sosta, per dare risposte ai sardi e rilanciare concretamente la nostra splendida Regione.»

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Falso allarme coronavirus in Sardegna, esclusa l’infezione in un caso sospetto.

«Abbiamo attivato l’unità di crisi in seguito alla segnalazione del caso di una persona che ha manifestato sintomi compatibili con uno stato influenzale al rientro da un viaggio in Cina – ha detto l’assessore regionale della Sanità, Mario Nieddu -. Un sospetto che sin dai primi accertamenti si è presentato debole, ma su cui siamo intervenuti subito per escludere ogni rischio. La risposta è stata immediata e sono state applicate tutte le procedure indicate dal ministero, così come abbiamo previsto nei giorni scorsi. In Sardegna sono presenti i test specifici e questo ci ha consentito in tempi rapidi di escludere in modo scientifico la presenza di un’infezione da coronavirus. La macchina dell’emergenza funziona e siamo pronti a ogni evenienza.»

La segnalazione di una sospetta infezione da coronavirus registrata in Sardegna, riguarda il caso di una persona residente nell’Isola il cui quadro clinico, al rientro da un viaggio in Cina, ha fatto scattare l’intervento della ‘task force’ regionale, operativa da alcuni giorni, e le verifiche che hanno portato a escludere la presenza del virus.