27 November, 2024
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«Abbiamo preso l’impegno di avviare un immediato confronto tra Governo, azienda e parti sociali per trovare una soluzione condivisa finalizzata alla salvaguardia dell’occupazione dei circa 800 dipendenti della Sider Alloys. Il percorso che abbiamo intrapreso individuando le soluzioni più adeguate per mettere in sicurezza i lavoratori – in attesa del riavvio produttivo dello stabilimento di Portovesme – deve essere adesso portato a termine con celerità.»
Lo ha detto l’assessore regionale del Lavoro, Alessandra Zedda, a margine dell’incontro che si è tenuto oggi al ministero del Lavoro e Politiche sociali, presieduto dal sottosegretario Stanislao Di Piazza. La riunione è stata convocata in seguito al vertice della settimana scorsa al ministero dello Sviluppo economico, nel quale l’azienda si era presa l’impegno di congelare il licenziamento collettivo e di stabilire, in unità di intenti tra Regione e Governo, nuove procedure di sostegno e proroga degli ammortizzatori sociali, in attesa della definizione della vertenza che porterà al rilancio produttivo e alla salvaguardia occupazionale del sito del Sulcis.

«Il percorso tracciato oggi permette, secondo la legge di stabilità 2020, l’emanazione con la massima urgenza dei decreti attuativi, di concerto con il ministero del Lavoro ed il ministero dell’Economia e finanza, per la mobilità in deroga. Inoltre, deve essere trovata un’integrazione al reddito per i lavoratori arrivati alla quarta proroga, che attualmente beneficiano di ammortizzatori che vanno ben al di sotto della soglia di povertà.»

Nel corso dell’incontro, al quale ha partecipato il sottosegretario del MiSE, Alessandra Todde, è stato anche affrontato il tema sul sostegno al reddito per i lavoratori di Eurallumina, a seguito della sottoscrizione dell’accordo del 12 dicembre scorso. In ragione di ciò è stata chiesta una significativa accelerazione all’iter di concessione della cassa integrazione. Al termine del vertice, l’esponente della Giunta Solinas ha rassicurato sulla «necessità di un quadro stabile e duraturo del sistema degli ammortizzatori sociali in tempi brevi per dare risposte concrete a tutti i lavoratori».

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Italia Nostra Sardegna, Unione Sindacale di Base Sardegna e Cobas Cagliari hanno partecipato al vertice del Mise sulla decarbonizzazione.
«In mattinata abbiamo partecipato al tavolo tecnico presso la Direzione Generale per l’Approvvigionamento, l’Efficienza e la Competitività Energetica del ministero dello Sviluppo economico. Motivo dell’incontro confrontarsi su modalità e tempi per la fuoriuscita dal carbone in Sardegna, il cosiddetto phase out, entro il termine perentorio del 2025 come stabilito dal Piano nazionale integrato energia e clima (PNIEC) – si legge in una nota -. La nostra partecipazione è stata anticipata con la presentazione di un documento dal significativo titolo “Sardegna zero CO2 – phase out 2025” col quale si è inteso dimostrare la concreta possibilità per la Sardegna di conseguire l’obiettivo previsto dalla Strategia Energetica Nazionale 2017 di chiusura entro il 2025 degli impianti di produzione di energia elettrica alimentati col carbone, senza approvvigionamento dell’energia elettrica.»
«Nel corso della riunione abbiamo avuto modo di illustrare la nostra ipotesi di chiusura delle centrali basata essenzialmente su scelte energetiche ecocompatibili ed alternative: efficientamento, risparmio, energie rinnovabili, autoproduzione, accumuli energetici, impianti di pompaggio idroelettrico,
elettrodotto triterminale, etc… – aggiungono Italia Nostra Sardegna, Unione Sindacale di Base Sardegna e Cobas Cagliari -. Sono state inoltre riconfermate le ragioni che inducono ad opporsi a progetti di infrastrutturazione antieconomici ed obsoleti quali quelli di metanizzazione dell’Isola, evidenziando nel contempo l’assenza di una programmazione economica che possa giustificare millantati risparmi sulla bolletta energetica per i cittadini, realmente perseguibili se di converso vengano attivati percorsi di smart policy. A tal proposito, il ministero dell’Ambiente ha ricordato che non esiste ad oggi nessun decreto di autorizzazione della dorsale del metano firmato dal ministero e che un’eventuale autorizzazione ambientale non significa che un’opera debba essere realizzata, soprattutto, perché essa deve essere compatibile prioritariamente con una scelta strategica. Pertanto, le dichiarazioni relative ad un possibile inizio lavori a breve della dorsale, sarebbero da ritenersi non veritiere e passibili di denuncia.»
«Lo stesso gestore della rete elettrica nazionale (TERNA) ha garantito la possibilità tecnica del phase out dal carbone al 2025 grazie alla sostituzione del cavo SACOI ed al progetto del cavo triterminale previsto e finanziato dal Piano decennale di sviluppo 2030. Terna conferma quindi le nostre valutazioni
tecniche relative alla capacità di generazione da FER che auspichiamo possa attuarsi secondo indirizzi ecocompatibili e privilegiando l’autoproduzione e l’efficienza energetica.
È quindi necessario ripensare la programmazione industriale della Sardegna, il progetto di metanizzazione e adeguare la rete elettrica alle nuove produzioni energetiche. Si tratta di soluzioni alternative e sostenibili rispetto a quelle avanzate da Governo Regionale, Confindustria e Sindacati Confederali, tutte convergenti nell’ostinarsi a voler proseguire la fallimentare politica industriale che ha distrutto l’ambiente, l’economia e la salute dei cittadini.»
«Il tavolo tecnico – concludono Italia Nostra Sardegna, Unione Sindacale di Base Sardegna e Cobas Cagliari – si è chiuso con l’auspicio che l’obiettivo previsto dalla Strategia Energetica Nazionale 2017 di chiusura entro il 2025 delle centrali a carbone possa essere agevolmente raggiunto anche attraverso un percorso condiviso.»

 

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«Sollecitiamo la Giunta regionale alla firma dell’ultimo atto necessario all’assunzione a tempo indeterminato degli operai dell’Agenzia Forestas.»
E’ quanto chiede la segretaria generale della UILA UIL Sardegna, Gaia Garau in merito alla vertenza dei lavoratori precari dell’agenzia regionale.

Un mese fa, lo scorso 3 gennaio, a seguito di un sit-in indetto dalla UILA a cui aveva aderito il Sadirs, il neonominato commissario dell’Agenzia Forestas Giovanni Caria aveva assunto l’impegno di predisporre tutti gli atti necessari all’assunzione a tempo indeterminato dei lavoratori cosiddetti “semestrali”.

«L’Agenzia ha predisposto in tempi record il piano di fabbisogno del personale, il bilancio consuntivo e quello preventivo ed ora spetta alla Giunta approvare il bilancio preventivo, ultimo atto prima della delibera di assunzione – spiega Gaia Garau –. I lavoratori, senza retribuzione ormai da un mese, attendono con ansia e preoccupazione gli sviluppi della loro vertenza. Una volta firmati i contratti a tempo pieno e indeterminato dovranno essere integrate le risorse necessarie per il passaggio di tutti i lavoratori al comparto Regione. Solo così si potrà concludere la vicenda in maniera positiva. Il tempo è scaduto – conclude la segretaria della Uila –: i lavoratori non possono più aspettare

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«L’innovazione del sistema energetico sardo passa necessariamente per la riconversione delle due centrali a carbone oggi presenti, a Portovesme e Fiumesanto. Se il futuro di Portovesme è ancora avvolto nell’incertezza, con Enel che non ha ancora preso posizione sul phase-out dal carbone al 2025, per Fiumesanto c’è una novità.»
Lo dichiarano i segretari territoriali della Ugl Chimici di Sassari e Cagliari Simone Testoni e Andrea Geraldo, a conclusione del tavolo Romano appena concluso, anche la centrale del nord Sardegna, con una potenza elettrica netta di 580 megawatt, ribadisce la volontà di mantenere attivo l’impianto e lancia un appello al governo.
«Se vogliono decarbonizzare pienamente e velocemente l’isola si può  convertire Fiumesanto a biomasse, come hanno fatto in altre realtà». Eph ha in corso la pratica per ricevere l’autorizzazione integrata ambientale, e ha presentato la documentazione per realizzare le migliori tecniche di produzione disponibili in loco. Kretinsky, pronto a lanciare una offerta con A2A per rilevare Sorgenia, ritiene che in due anni l’impianto possa essere riconvertito senza danni per l’occupazione, «si incrementerebbe l’attività produttiva locale, sostiene il segretario Ugl Simone Testoni» e non chiude peraltro la porta al metano.
«Se il rilancio dell’industria energetica regionale deve passare per la metanizzazione, siamo pronti ad offrire la nostra esperienza sindacale per agevolare la flessibilità del lavoro e la conversione delle professionalità», incalza Andrea Geraldo, sindacalista Ugl Chimici Cagliari.
I segretari della Ugl Chimici, infine, dichiarano che da solo il collegamento ad alta tensione Sardegna-Sicilia-Campania non risolve i problemi energetici sardi.
«Non crediamo possa fornire la sicurezza piena al sistema sardo e ridurrebbe l’attività economica e lavorativa.»

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«Per la seconda volta il ministero ha ascoltato le posizioni delle parti, ma non ha sciolto i nodi e tanto meno ha dato indicazioni sulla transizione energetica della Sardegna
l segretario generale della Uiltec Sardegna, Pierluigi Loi, esprime forte insoddisfazione e preoccupazione dopo l’attesa riunione per il phase out dal carbone delle centrali sarde tenutasi questa mattina al ministero dello Sviluppo economico.

«Nella riunione di oggi non sono state date indicazioni sull’alimentazione dei 400 MW a gas previsti dal Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima (PNIEC), non sono date risposte sulla dorsale a gas, né sui tempi autorizzativi delle infrastrutture necessarie alla transizione – spiega Pierluigi Loi -. Pertanto, come UILTEC esprimiamo forte insoddisfazione ma anche preoccupazione, in quanto su una materia così delicata pare si voglia prendere tempo e non si decida. La transizione energetica verso uno sviluppo sostenibile si fa con i fatti e gli investimenti non con le chiacchere e tempi biblici. Oggi ci saremo aspettati risposte concrete dal sottosegretario Alessandra Todde, ma queste risposte non sono arrivate

Secondo la Uiltec la transizione energetica e sostituzione del carbone con altre fonti, il cui completamento è previsto nel 2025, deve inevitabilmente passare attraverso la metanizzazione dell’isola.

«Tutti, a partire dalla politica nazionale, devono prendere responsabilmente coscienza del problema e dare risposte concrete senza farsi prendere dalla sindrome dello slogan ambientale di comodo: la Sardegna ha bisogno di fatti concreti.»

La commissione Sanità, presieduta da Domenico Gallus (Udc) ha ascoltato i rappresentanti delle associazioni dei malati oncologici.
In tutti gli interventi (hanno parlato Maria Grazia Caligaris di Socialismo, diritti e riforme, Alfredo Schirru della Lilt di Cagliari, Francesca Pisu di Sinergia territoriale, Salvatore Piu di Cittadinanza attiva, Vanna Fenu del Comitato ex pazienti di Decimomannu, Giorgio Vargiu di Adiconsum e Mercedes Licheri della Lilt di Oristano) è stata sottolineata la necessità di migliorare il rapporto con le istituzioni regionali, chiamate a dare risposte, punti di riferimento e prospettive ai malati oncologici, aprendosi di più al contributo propositivo e qualificato dell’associazionismo.
Secondo i rappresentanti dei pazienti la qualità complessiva del servizio sanitario in oncologia è peggiorata, soprattutto a causa della politica degli “accorpamenti” portata avanti sia negli anni precedenti (Businco-Brotzu) che annunciata per il futuro (Policlinico universitario).
Al di là dei problemi più evidenti della chemio-terapia nel centro di riferimento regionale del Businco di Cagliari, emerge che tutta la struttura è in grande sofferenza: ritardi nella diagnostica (con liste d’attesa di 40/50 giorni) nell’utilizzo della sale operatorie (attese di 6/8 ore) e, sul piano organizzativo, nella predisposizione del registro regionale dei tumori. In definitiva, i disagi per i pazienti sono aumentati perché manca ancora una “rete oncologica territoriale” che metta al centro la specificità del paziente e della sua famiglia e garantisca alle persone, oltre alle cure, il necessario supporto psicologico.
Qualcosa si sta muovendo, hanno detto ancora le associazioni esprimendo apprezzamento per le nuove strutture del Santissima Trinità ed Is Mirrionis, ma ciò che più interessa è una nuova prospettiva dell’oncologia in Sardegna che auspichiamo sia anche il risultato di una condivisione delle scelte e degli obiettivi.
Nelle conclusioni il presidente Domenico Gallus ha affermato di «condividere molti dei contenuti che le associazioni hanno sottoposto alla commissione. Non ho mai provato grande entusiasmo per gli accorpamenti, ha affermato, e comunque li discuteremo entrando nel merito prestando la massima attenzione al paziente ed alla qualità del servizio».
«Sono convinto – ha aggiunto Domenico Gallus -, che una buona riforma debba essere fondata sul decentramento e non sui grandi ospedali, perché sul territorio si fa meglio la prevenzione, si risparmia e le risposte sono più rapide ed efficaci. Concentreremo quindi il nostro impegno, fra l’altro, proprio nella costruzione di una “rete” oncologica efficiente.
Il supporto psicologico ai pazienti oncologici è l’elemento centrale di una sanità che guarda al futuro e vuole crescere. E’ vero, ha precisato, che in questi anni l’oncologia ha fatto molti passi avanti ma non bisogna dimenticare la percezione delle persone che associano il concetto di tumore a quello di “male incurabile”, con tutto ciò che questo comporta.»
Il vice presidente Daniele Cocco si è invece soffermato sul problema delle strutture di breast unit in Sardegna ribadendo la volontà di migliorare anche con questi strumenti la qualità del servizio pubblico. Riprendendo, infine, le affermazioni del presidente Domenico Gallus ha condiviso la scelta di accompagnare le buone cure ad un supporto psicologico dei pazienti, mettendo l’accento sul fatto che il malato oncologico ha il particolare bisogno di sentire attorno a sé un “ambiente” inclusivo, positivo ed accogliente.

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Mettere in luce l’importanza e quale ruolo abbiano il termalismo e la riabilitazione neurosensoriale nella promozione della longevità in salute e benessere.

Sono questi gli argomenti al centro della giornata di studi internazionali dal titolo “Born to Well – Being” in programma domani sabato 1 febbraio dalle ore 9.00 alle ore 13.00 presso l’Aula Magna Giovanna Salaris, in via Platone 1 a Cagliari.

L’evento organizzato dalla Comunità Mondiale della Longevità in collaborazione con l’Istituto Europeo per la Ricerca la Formazione e l’Orientamento Professionale di Eccellenza per disabili ed emarginati (IERFOP) e a cui parteciperà una delegazione di esperti del settore provenienti dalla Bielorussia, sarà introdotto e coordinato da Roberto Pili, presidente Comunità Mondiale della Longevità e IERFOP Onlus. A seguire, i saluti di Giuseppe Carboni, console onorario della Repubblica di Bielorussia in Sardegna; Teodoro Rodin, vice presidente vicario IERFOP ONLUS, Cataldo Ibba, Vice Presidente IERFOP ONLUS e Rinaldo Mereu Segretario UIL Pensionati Sardegna.

AI Convegno si alterneranno gli interventi di Bachisio Zolo, Direttore della Formazione IERFOP ONLUS e presidente nazionale Unione Ciechi d’Europa, Paolo Masala, direttore Centro Benessere Thalassos di Margine Rosso a Quartu San’Elena, Giancarlo Manca, esperto di Medicina Tradizionale Cinese e direttore dell’Accademia di Culture Orientali “La perla d’oriente” a Cagliari, Cristina Sanna, Fisiatra del SIMFER Sardegna, Donatella Petretto, Docente dell’Università di Cagliari.

Al tavolo dei lavori, parteciperanno inoltre gli esperti in arrivo dalla Repubblica di Belarus Zveniharodskaya Natalia, Centro di Risanamento “Mashinostroitel”, Lakhneka Aliaksandr Centro di Risanamento della Filiale di Gomel, Svetilov Alexandr, Centro di Risanamento “Serebrianskie Kliuchi”, Skrinnikova Nina, Centro Sanitario Riabilitativo Pediatrico “Praleska”.

Roberto Pili

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Poste Italiane informa che le pensioni del mese di febbraio verranno messe in pagamento a partire dal primo giorno del mese. Poste Italiane, infatti, negli uffici postali delle province di Cagliari e del Sud Sardegna disponibili il sabato, garantisce l’apertura secondo il consueto orario 8.20-12.35.

L’Azienda ricorda a tutti i pensionati che hanno scelto l’accredito della pensione sul loro conto BancoPosta o Libretto di Risparmio e in possesso della carta Postamat oppure della Carta Libretto e che non avranno modo di riscuotere il loro rateo già nella giornata di sabato, che nelle province di Cagliari e del Sud Sardegna sono operativi 102 ATM Postamat dove sarà possibile prelevare contante, fino a 600 euro al giorno, anche nella giornata di domenica 2 febbraio.

Inoltre, i pensionati con accredito su conto corrente BancoPosta o Libretto di risparmio postale, potranno usufruire di una polizza assicurativa gratuita che consente un risarcimento sui furti di contante subiti nelle due ore successive al prelievo effettuato sia dagli sportelli postali sia dagli Atm Postamat o bancari.

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Dopo il tavolo tecnico, tenutosi presso l’assessorato regionale dell’Ambiente il 14 gennaio scorso, ove si sono affrontati i temi della bonifica del rio San Giorgio ad Iglesias e quello del 22, per la bonifica della miniera di “Su Zurfuru” a Fluminimaggiore, possiamo dire che il Parco Geominerario Storico Ambientale della Sardegna finalmente dà il suo pieno contributo scientifico e di salvaguardia, tutelando, oltre che l’ambiente, il recupero di ambiti storico culturali da salvare che altrimenti andrebbero persi.

Grazie all’opera del Comitato Tecnico Scientifico, che non si riunisce più solo ed esclusivamente per i nulla osta su pratiche edilizie, ma entra nel merito a pieno titolo, sulle opere di bonifica che finalmente, dopo anni di stasi e qualche sporadico intervento, sono ormai decisamente in fase di avvio. Ai tavoli tecnici il rappresentante del Parco viene ora affiancato dal prof. Nanni del Giudice, del Dipartimento di Scienze Chimiche e Geologiche dell’Università di Cagliari, componente esperto del Comitato, per l’assenza nell’organico dell’Ente di un tecnico ambientale.

Con questo nuovo corso il Parco Geominerario da soggetto, sino a questo momento, possiamo dire passivo sulle opere di bonifica, oggi, in stretta collaborazione con l’assessorato regionale dell’Ambiente ed i Comuni interessati, non si sottrae più all’indirizzo assegnatole dal Decreto Istitutivo, in particolare l’art. 2 comma 2: curare, d’intesa con gli enti locali preposti, il coordinamento degli interventi di bonifica, di riabilitazione e di recupero dei compendi immobiliari ex-minerari di cui agli specifici piani previsti dalle norme vigenti.

Diventa sempre più impellente procedere alle bonifiche ed in particolare nei luoghi di fruizione turistica, tema quest’ultimo prepotentemente emerso questa estate agli onori della cronaca, con la limitazione ai bagnanti ed ai frequentatori delle aree marine di Masua ad Iglesias e di Piscinas ad Arbus.

La bonifica del Rio San Giorgio e di “Su Zurfuru”, affronta, oltre i temi ambientali e di salute pubblica, anche il tema della fruizione di aree a vocazione turistica, in particolare a “Su Zurfuru”, frequentato  tutto l’anno, per la presenza del’interessante compendio museale.

“Su Zurfuru”, potrebbe rappresentare l’apri pista per tutti quei compendi ex minerari che ancora attendono d’esser messi in sicurezza e bonificati e che hanno potenzialità turistiche inespresse, causa il perdurare dello stato di degrado e dell’inquinamento ancora oggi presente.

Il complesso minerario adagiato su un crinale della montagna, oltre l’abitato di Fluminimaggiore lungo la via per il sito archeologico di Antas, custodisce un prezioso museo e importanti macchinari entro la laveria, ma queste ed altre testimonianze storiche ed architettoniche sono attorniate da diverse discariche che ne limitano la fruizione.

Il Parco ha espresso parere positivo per le bonifiche proposte ed  in particolare quelle che interessano le aree circostanti il patrimonio ex industriale, ad eccezione, per la sua importanza storica ed antropologica, della discarica creatasi dall’opera delle cernitrici, che riversavano, all’esterno della laveria, le parti scartate dalla cernita dei minerali.

Una importantissima testimonianza del lavoro femminile in miniera che dovrà essere salvaguardata in situ, con il recupero e la messa in sicurezza stabile, diventerà la prima area di studio e di fruizione scientifica a cielo aperto, grazie anche alla tipologia e consistenza di mineralizzazioni presenti di calcite, pirite, galena ed altre minori.

Prof. Tarcisio Agus

Presidente Parco Geominerario Storico Ambientale della Sardegna

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«La decisione di un phase out dal carbone nel 2025 va accompagnata da interventi qualificati e adeguati per assicurare una transizione del sistema energetico in piena sicurezza che rispetti le specifiche peculiarità della Sardegna e non comprometta le prospettive di sviluppo dei nostri territori.»

Lo ha detto il presidente della Regione, Christian Solinas, al termine del vertice sull’energia convocato a Roma al ministero dello Sviluppo economico dal sottosegretario Alessandra Todde, al quale hanno partecipato l’assessore regionale dell’Industria, Anita Pili, per delineare lo scenario futuro nell’Isola, in vista dell’uscita dal carbone nel 2025 delle centrali termoelettriche di Fiumesanto e del Sulcis. All’incontro erano presenti gli amministratori dei Comuni interessati (Portoscuso, Sassari e Porto Torres), i sindacati ed i rappresentanti delle società elettriche Terna, Enel e Invitalia e delle associazioni ambientaliste.

«Abbiamo definito con chiarezza la posizione della Regione sul tema, chiedendo soluzioni che ci vedano protagonisti e che portino vantaggi per il territorio e per i cittadini – ha detto l’assessore regionale dell’Industria Anita Pili -. Siamo consapevoli che esista l’esigenza di coniugare lo sviluppo e il risparmio del costo dell’energia con il rispetto dell’ambiente e su queste posizioni attesteremo la nostra azione.»

«Siamo convinti – ha sottolineato l’assessore Anita Pili – che la soluzione per ridurre l’impatto ambientale con il contenimento del costo dell’energia sia la realizzazione di una infrastruttura energetica che permetta di veicolare una fonte meno inquinante del carbone, utilizzabile in ambito termico ed elettrico, e che consenta di riconvertire i siti industriali, per essere competitivi sul mercato internazionale e soprattutto per garantire il livello occupazionale.»

All’interno del Pniec (piano nazionale integrato energia e clima), presentato alla Commissione europea, è già tracciato il percorso finora condiviso dalla Regione e dal Governo. Considerando l’obiettivo della decarbonizzazione, che nel Piano nazionale è legata alla distribuzione del metano in Sardegna.

«Lavorare per la corretta transizione energetica – ha aggiunto Anita Pili – significa lavorare per garantire condizioni di opportunità per le generazioni future, significa abbattere una delle condizioni di insularità della nostra isola, ma significa soprattutto, creare condizioni che arginino il largo fenomeno dello spopolamento. Ora – ha concluso l’assessore regionale dell’Industria – spetta all’Esecutivo nazionale decidere se metterci nelle migliori condizioni per abbandonare il carbone, consentendo così all’intero Paese di realizzare la decarbonizzazione.»