25 November, 2024
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Il coordinatore regionale e capogruppo in Consiglio regionale dei Riformatori sardi Aldo Salaris ed il coordinatore territoriale di Sassari, Vincenzo Corrias, hanno diffuso un comunicato stampa per esprimere disappunto in riferimento al parere negativo del ministero per i Beni e le attività culturali sul progetto originario a 4 corsie della SS 291 Sassari-Alghero.

Il parere in questione segue quello ugualmente negativo della Commissione VIA che non potrà non “ispirare” quello del MATTM (Ambiente) e questo rischierebbe di porre una seria ipoteca sfavorevole su quello che dovrà essere il giudizio conclusivo del CIPE.

«Davvero la vicenda – sostengono Aldo Salaris e Vincenzo Corrias – pare aver preso una brutta piega mettendo in discussione aspettative e programmi su un’area a forte impatto turistico, proiettata com’è verso una crescita complessiva delle presenze e delle attività.»

«Non siamo di fronte, nel percorso restante – aggiungono Aldo Salaris e Vincenzo Corrias – ad una nuova strada extraurbana, bensì all’ultimazione della 291 secondo il progetto originario e, perciò stesso, secondo una logica e naturale prosecuzione come si evincerebbe da un sopralluogo che ci sentiremmo di suggerire ai soggetti ai quali è affidata la decisione sul completamento dell’opera

Ora l’espressione del MiBACT pare sottovalutare il parere favorevole della Regione per il tramite della Direzione Generale della Pianificazione Urbanistica territoriale e della Vigilanza edilizia in cui si sostiene, l’ammissibilità del progetto originario, avuto riguardo per il Piano paesaggistico regionale.

Ciononostante non ci troviamo di fronte ad un muro insormontabile, infatti, i sostenitori del progetto a quattro corsie possono contare sui giudizi favorevoli del MIT (infrastrutture e Trasporti), del Consiglio Superiore dei LL.PP. e della locale Soprintendenza. Tutto ciò potrebbe, però, non essere sufficiente tenuto conto che i soggetti decidenti nel CIPE sono i quattro ministeri: Beni Culturali, Ambiente, Infrastrutture e Trasporti, Economia.

Davvero sarebbe un beffa per un territorio a cui non resta altro, accanto alle iniziative che la Regione intenderà intraprendere nelle sedi opportune, che una mobilitazione di popolo unitamente alle Istituzioni coinvolte affinché il forte risentimento di una Comunità per la possibile mancata attuazione di un’opera attesa da troppi anni possa trovare opportuno accoglimento in un ripensamento del Governo.

«I Riformatori sardi – concludono Aldo Salaris e Vincenzo Corrias – intendono promuovere un’iniziativa di protesta con presidi e manifestazioni inviando, al contempo, una nota di protesta al Presidente Conte invitandolo ad un visita nel corso del quale possa ascoltare direttamente la voce delle Comunità interessate

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«Vogliamo offrire dignità e opportunità di lavoro ai disoccupati senza reddito, superando l’assistenzialismo e stimolando percorsi personali e sociali di promozione e responsabilità.»

Lo ha detto l’assessore regionale del Lavoro, Alessandra Zedda, commentando la pubblicazione dell’avviso relativo al bando dei tirocini rivolto agli over 35. Dal 16 gennaio, a partire dalle ore 10.00, sarà possibile presentare la domanda di partecipazione attraverso il portale www.sardegnalavoro.it.

«Il tirocinio è un vero strumento di politica attiva finalizzato a far conoscere e sperimentare in modo concreto la realtà occupazionale attraverso una formazione professionale e l’affiancamento direttamente sul luogo di lavoro», ha aggiunto l’assessore Alessandra Zedda.

Sulla base delle risorse disponibili, circa 3 milioni di euro, si ipotizza la realizzazione di 740 tirocini, con una indennità mensile lorda di 600 euro per ogni tirocinante.

«Nell’ultimo anno – ha rimarcato l’assessore regionale del Lavoro – 8 tirocini su 10 attivati in Sardegna si sono trasformati in veri e propri contratti di lavoro. Un dato estremamente lusinghiero che conferma la validità di questa formula per aiutare anche i non più giovanissimi ad acquisire competenze pratiche e per incentivare le aziende a investire e inserire nuove risorse. Come Regione – ha concluso Alessandra Zedda – in collaborazione con Aspal, Agenzia per le Politiche Attive del Lavoro, stiamo mettendo in campo tutte le azioni perché questo strumento sia un mezzo per un inserimento stabile nel mercato del lavoro e non solo un’isolata, per quanto utile, esperienza lavorativa.»

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Oggi, il Parlamento ha adottato la sua posizione sul Green Deal europeo, così come presentato dal presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, nel corso di un dibattito in Plenaria a dicembre. I deputati hanno accolto con favore il Green Deal e sono pronti a sostenere il piano di investimenti sostenibili. Chiedono anche un meccanismo di transizione adeguatamente finanziato per tutte le regioni dell’UE.

Accelerare la riduzione delle emissioni di gas effetto serra

Il Parlamento chiede una normativa ambiziosa in materia di clima e di portare al 55%, rispetto ai livelli del 1990, l’obiettivo dell’UE per il 2030 in materia di riduzione delle emissioni interne di GES (invece che “tra il 50% e il 55%”, come proposto dalla Commissione). Inoltre esorta la Commissione a presentare quanto prima una proposta in tal senso, onde consentire all’Unione di adottare tale obiettivo con largo anticipo rispetto alla COP26 di novembre. Infine, i deputati auspicano l’introduzione di obiettivi intermedi dell’UE per il 2040.

Per prevenire il trasferimento delle emissioni di CO2, data la persistenza di diversi gradi di ambizione in campo climatico su scala mondiale, i deputati chiedono alla Commissione di lavorare a un meccanismo di adeguamento del carbonio alle frontiere compatibile con l’OMC.

I deputati sottolineano che modificheranno qualsiasi proposta legislativa per raggiungere gli obiettivi del Green Deal. Chiedono inoltre obiettivi più elevati per l’efficienza energetica, l’energia rinnovabile, inclusi, per quest’ultima, obiettivi nazionali vincolanti per ogni Stato membro, e una revisione di altre normative UE nel campo del clima e dell’energia entro giugno 2021.

La risoluzione è stata adottata con 482 voti favorevoli, 136 contrari e 95 astensioni.

«Il Parlamento ha sostenuto a stragrande maggioranza la proposta della Commissione sul Green Deal e accolto oc favore il fatto che ci sarà coerenza tra tutte le politiche dell’Unione e gli obiettivi del Green Deal. L’agricoltura, il commercio, la governance economica e le altre politiche devono ora essere visti e analizzati nel contesto del Green Deal», ha affermato Pascal Canfin (RE, FR), presidente della Commissione per l’ambiente.

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Nella risoluzione adottata oggi, il Parlamento europeo ha fatto il punto sui diritti dei cittadini coinvolti dalla Brexit e sottolineano che la loro decisione sull’approvazione dell’accordo di recesso terrà conto “dell’esperienza acquisita e delle garanzie fornite” in relazione alla tutela dei diritti stessi.

Il Parlamento europeo esprime preoccupazione specialmente per l’approccio del Regno Unito nell’applicazione del regime di residenza permanente nel Regno Unito, poiché non è previsto un documento fisico che provi l’ottenuto diritto di risiedere nel Regno Unito e per il limitato livello di assistenza fornita.

I deputati mettono in discussione anche l’indipendenza dell’autorità istituita dal Regno Unito e prevista nell’accordo di recesso e ritengono invece utile un controllo congiunto da parte del Parlamento europeo e del parlamento del Regno Unito sull’attuazione e l’applicazione dell’accordo.

Nel testo si invita ad avviare o intensificare campagne di informazione per i cittadini sui loro diritti e si incoraggia l’UE-27 ad adottare misure che garantiscano la certezza del diritto ai cittadini del Regno Unito residenti nel territorio degli Stati membri.

La risoluzione non legislativa, che conclude il dibattito di martedì sul futuro della libertà di circolazione e sulla limitazione dell’impatto della Brexit sulla vita dei cittadini, è stata approvata con 610 voti favorevoli, 29 contrari and 68 astensioni.

Per entrare in vigore, l’accordo di recesso tra l’Unione europea ed il Regno Unito deve essere approvato dal Parlamento europeo a maggioranza semplice dei voti espressi (articolo 50, paragrafo 2 del trattato sull’Unione europea). Il Parlamento voterà l’accordo dopo che il processo di ratifica nel Regno Unito sarà stato completato.

La seconda parte dell’accordo di recesso protegge i cittadini dell’UE nel Regno Unito e i cittadini britannici in altri paesi dell’UE, nonché le loro famiglie. Secondo le sue disposizioni, tutti i diritti di sicurezza sociale previsti dal diritto dell’UE saranno mantenuti e i diritti dei cittadini saranno garantiti per tutta la vita. Tutte le procedure amministrative pertinenti devono essere trasparenti, fluide e snelle. L’attuazione e l’applicazione di questi termini sarà controllata da un’autorità indipendente con poteri equivalenti a quelli della Commissione europea.

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Sono stati sciolti i nodi sulla progettazione degli interventi al porto turistico di Palau, tesi a rendere la struttura esistente più adatta e in linea con le esigenze dettate da una portualità turistica moderna ed orientata allo sviluppo del territorio. È l’esito della riunione che si è svolta ieri nell’assessorato dei Lavori pubblici, in viale Trento, alla presenza dell’assessore Roberto Frongia e dei tecnici dell’Assessorato, dell’Amministrazione comunale di Palau e della Capitaneria di porto.

Situato in una posizione strategica, il porto si trova davanti all’Arcipelago de La Maddalena ed è oggetto di un finanziamento di 4 milioni e 100mila euro compresa la progettazione (il piano complessivo prevede l’ampliamento del porto commerciale e turistico per un importo totale di 16 milioni).

«In accordo con l’Amministrazione comunale abbiamo individuato e risolto alcune criticità che fino a oggi avevano frenato l’attività di progettazione. Non resta che procedere celermente affinché questa importante zona del Nord Sardegna sia servita da una Infrastruttura adeguata», spiega l’assessore Roberto Frongia. In particolare sono stati decisi una serie di adeguamenti progettuali funzionali all’utilizzo ottimale del porto in relazione ai problemi di attracco e transito dei traghetti da e per La Maddalena. In prospettiva, grazie agli interventi, il porto di Palau potrà garantire condizioni ottimali di attracco anche alle barche di grandi dimensioni.

L’infrastruttura portuale rientra nel piano sulla portualità turistica a cui l’assessorato dei Lavori pubblici sta lavorando e a fine agosto è stato oggetto di sopralluogo da parte dello stesso assessore Roberto Frongia. «Il sistema porti della Sardegna (che tra pubblici, privati e approdi comprende 80 infrastrutture portuali) deve diventare una delle leve di attrazione del turismo, capace di favorire e incentivare modi alternativi di vivere la nostra Isola, che non deve essere più solo meta di transito ma approdo stanziale», ha concluso Roberto Frongia.

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Domenica 26 gennaio, dalle ore 16.00, San Giovanni Suergiu ospiterà la Marcia per la pace e per il lavoro, manifestazione di solidarietà organizzata dalla parrocchia San Giovanni Battista e dal parroco don Tonino Bellu. Per l’occasione, i ragazzi della pastorale giovanile regaleranno ai partecipanti la loro musica, i loro canti e anche una merenda collettiva per rafforzare il senso dell’unità territoriale.

Sono invitati tutti i cittadini, i sindaci, i sindacati, gli operai che da anni vivono le vertenze industriali. La Marcia per la pace e per il lavoro vuole essere la forza che arriva dal basso, le riflessioni e le proposte di un territorio che non vuole arrendersi.

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L’Associazione Italiana Celiachia Sardegna ODV interviene oggi sulla presentazione di due proposte di legge a sostegno dei celiaci e sulle polemiche emerse tra le diverse forze politiche.

«A nome dei pazienti celiaci dell’Isola – si legge in una nota -, esprimiamo piena approvazione e plauso per le iniziative politico-istituzionali volte a risolvere l’annoso problema, non più rinviabile, della dematerializzazione dei buoni acquisto per i pazienti affetti dalle patologie celiaca e dermatite erpetiforme e  la gestione informatizzata del processo di erogazione degli alimenti senza glutine, utilizzando la tessera sanitaria-carta nazionale dei servizi (TS-CNS). Contestualmente manifestiamo imbarazzo per il fatto che un procedimento necessario, lapalissiano, che arriva con notevole ritardo rispetto ad altre regioni, che consente di risparmiare soldi pubblici e di avere dati utili sulle necessità dei pazienti ma, soprattutto, di migliorare la qualità di vita dei celiaci, sia oggetto di divisione e futile rivalità tra schieramenti politici che cercano di intestarsi la paternità dell’iniziativa. Tanto più che le varie proposte messe in campo sono sostanzialmente uguali.»

«In Sardegna, nonostante sia la regione con la percentuale più alta di pazienti affetti da celiachia, vige un sistema anacronistico – si legge ancora nella nota -. Infatti, vengono erogati  buoni cartacei che possono essere utilizzati solo in un’unica soluzione ed in un unico esercizio (farmacia o negozio specializzato), impedendo quindi l’accesso a canali come la grande distribuzione e l’utilizzo del buono in modo frazionato. Un sistema inefficiente e costoso, specialmente se paragonato con la gran parte delle altre regioni, soprattutto quelle più virtuose, che hanno adottato la dematerializzazione già da tempo, con ottimi risultati sotto tutti i profili. Col nuovo sistema, una volta a regime, i celiaci avranno la possibilità di utilizzare il buono acquisto anche negli esercizi commerciali della grande distribuzione, non solo in Sardegna ma in tutta Italia. Si avvierà un sistema di di digitalizzazione del buono stesso e la dematerializzazione dell’intero processo di erogazione del contributo, di spesa e di rendicontazione. Sulla base delle esperienze di altre regioni il processo comporterà un risparmio per le casse pubbliche e, ovviamente, un deciso miglioramento della qualità di vita dei pazienti.»

«Per lo stesso obiettivo si registrano in ordine sparso: 2 proposte di legge regionali, la n. 27 e la n. 97; un emendamento presentato lo scorso dicembre in sede di assestamento (poi ritirato per mancanza di copertura finanziaria); una proposta (non ancora formalizzata) per l’inserimento nella costituenda legge di bilancio 2020 della somma necessaria a coprire i costi per la dematerializzazione dei buoni acquisto e la gestione informatizzata del processo. Siamo convinti che i temi che riguardano la salute delle persone siano al di sopra delle logiche di partito e delle dinamiche che le governano. Vadano oltre l’appartenenza politica e la distinzione tra maggioranza e opposizione, tra desta, sinistra e centro. Facciamo quindi appello alle forze politiche che hanno a cuore la salute dei cittadini e che in questo caso hanno dimostrato la giusta e apprezzabile sensibilità nei confronti dei celiaci sardi. Chiediamo di mettere da parte le rivalità di appartenenza e dare esempio di unità. Nello specifico – conclude l’Associazione Italiana Celiachia Sardegna ODV – chiediamo l’accorpamento delle proposte in un unico provvedimento al fine di dare in maniera omogenea risposte ai pazienti celiaci della Sardegna, modernizzando e rendendo funzionante un sistema arretrato ed inefficiente.»

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Il Consiglio regionale si riunirà venerdì 24 gennaio alle 10,30. All’ordine del giorno:  la mozione 142 (Agus e più) sulla prossima scadenza del regime di continuità territoriale aerea, sull’impossibilità di prenotare biglietti aerei nei voli di linea in partenza dal 17 aprile 2020 nelle rotte soggette a oneri di servizio pubblico da e verso gli scali isolani e sugli obiettivi di legislatura in tema di trasporto aereo e diritto alla mobilità, la mozione 133 (Moriconi e più) sulla valutazione degli effetti dell’accordo del 7 novembre 2019, stipulato tra lo Stato e la Regione autonoma della Sardegna e la sua eventuale rettifica e la Risoluzione n. 7, approvata all’unanimità dalla Seconda commissione il 14 novembre 2019, sulla necessità di adoperarsi con urgenza per la salvaguardia dei posti di lavoro nella vertenza Auchan-Conad. Entrambe le mozioni sono state presentate con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio regionale ai sensi dei commi 2 e 3 dell’articolo 54 del Regolamento. La conferenza dei capigruppo, presieduta dal presidente del Consiglio Michele Pais, ha anche deciso che lunedì 3 febbraio si terrà la seduta statutaria con all’ordine del giorno la vertenza dei costi dei trasporti marittimi. La seduta statutaria sarà preceduta, a partire dalle 11.00, da un’Assemblea aperta anche ai parlamentari sardi, ai sottosegretari, ai rappresentanti del Cal e dell’Anci e agli europarlamentari eletti in Sardegna.

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E’ stato inaugurato stamane il sistema interattivo di canto a tenore e ballo del Museo Multimediale di Bitti.

Sono stati gli alunni della quinta classe elementare dell’istituto comprensivo di Bitti Giuseppe Musio i primi a sperimentare, questa mattina, il nuovo sistema interattivo. Doppia inaugurazione per la rinnovata struttura: la mattina dedicata alla sperimentazione da parte degli studenti, e il pomeriggio il taglio del nastro con le autorità, il sindaco Giuseppe Ciccolini e gli ideatori e realizzatori dei nuovi contenuti multimediali. Il progetto è stato infatti promosso e gestito da tre partner vincitori del bando regionale Domos de sa Cultura, destinato ai progetti mirati alla valorizzazione degli elementi ed espressioni del patrimonio culturale immateriale della Sardegna, e finanziato attraverso il POR FESR 2014 – 2020 Azione: 3.3.2.

I tre soggetti sono: Mommotty srl (giovane casa di produzione cagliaritana attiva nel mondo dell’audiovisivo e del cinema), Istelai società cooperativa (opera nel settore dei servizi turistico culturali portando avanti attività volte al recupero delle tradizioni di Bitti ed è gestore del Museo), e Produzioni Sardegna di Nicole Nieddu (ditta specializzata nelle produzioni audiovisive e multimediali e nell’organizzazione e gestione di eventi di carattere culturale e folklorico). La direzione artistica è di Francesco Casu, mentre Marco Lutzu è responsabile scientifico del progetto, entrambi autori del precedente museo multimediale.

Il sindaco di Bitti, Giuseppe Ciccolini. «Oggi inauguriamo uno spazio più ricco di contributi e di nuove tecnoligie utili ad avvicinare cittadini e appassionati verso le antiche melodie della nostra terra». Così il sindaco di Bitti, Giuseppe Ciccolini, che ha aggiunto: «Sentiamo forte la responsabilità, insieme alle tante comunità della Sardegna accomunate da questa tradizione, nel valorizzare e tramandare il vecchio canto dei pastori. Questo non è il Museo di Bitti, ma di tutti gli appassionati di etnomusicologia del mondo».

Il direttore artistico Francesco Casu. «Il Museo multimediale diventa la casa di tutti i tenores della Sardegna, un luogo dove esperire immersivamente la musica, in una dimensione esperienziale dove il visitatore scopre l’ancestrale mondo del canto a tenore in maniera diretta. La didattica si innesta quindi dentro una esperienza, si alleggerisce dalla teoria e diventa più fruibile e immediata. La poesia, il ballo, l’esperienza del corpo e tutte le componenti si mettono in gioco, infatti, attraverso le installazioni interattive che fanno in modo che si crei una attiva partecipazione, rendendo il museo un luogo vivo e sempre nuovo».

Il responsabile scientifico ed etnomusicologo Marco Lutzu. «E’ stato di fondamentale importanza per questo progetto il lavoro di squadra: insieme alle altre figure professionali coinvolte abbiamo cercato di sfruttare al meglio le potenzialità offerte dalle nuove tecnologie per proporre ai visitatori una divulgazione scientifica accattivante nelle modalità di presentazione, rigorosa, nei contenuti. I visitatori del Museo potranno fare un viaggio alla scoperta della storia e delle peculiarità musicali del canto a tenore, del suo rapporto con la poesia e con la danza, dell’importanza sociale che questo affascinante genere di canto riveste a Bitti e in tutte le comunità dell’isola in cui viene ancora oggi praticato».

Come funziona il rinnovato Museo di Bitti. I Tenores oggi diventano ancora più interattivi grazie all’evolversi delle tecnologie e il visitatore può esperire il canto corale a quattro voci maschili entrando nel cerchio del canto. All’interno del Museo si trovano quattro grandi schermi verticali, montati su una struttura di design, che richiama la postura dei quattro cantori, che trasmettono attraverso una interfaccia touch selezionabile una antologia di repertori e di diversi gruppi rappresentativi di tutta l’area geografica dove questa particolarissima forma canora ha tradizione. Una volta selezionato il canto attraverso un touch-pad compaiono sui quattro schermi – disposti intorno al visitatore – i quattro cantori che intonano il canto con un effetto audio-visivo avvolgente. Non solo: vi è la possibilità di selezionare come una sorta di direttore d’orchestra le singole parti di ciascuna voce.

Sa oche, su bassu, sa contra e sa mesa oche vivono sia separatamente sia “in ensemble” in tempo reale, attraverso gli schermi touch-screen, dove si può attivare o fermare la traccia audiovisiva sempre sincronizzata. Così si scompone e si ricompone la tessitura delle voci esplorandone le peculiarità delle modalità esecutive.

Il legame tra il canto a tenore e la comunità: cantos e ballos, la festa. Esiste un legame profondissimo e indissolubile tra il canto a tenore e la comunità, le sue feste, la dimensione del ballo. Infatti, nella tradizione bittese, durante le feste solenni come su Meraculu o sa Annossata i tenores animavano con le loro voci ritmate i passi del ballo: su ballu lestru, su dillu, su passu torrau, che rivivono in una delle sezioni dedicate del museo, attraverso una installazione dotata di un sistema appositamente progettato di ballo interattivo. Una pedana dà la possibilità di delimitare un’area per il ballo, e si invita il visitatore a entrare nei passi. I tenores di Bitti cominciano a cantare scandendo ritmicamente la danza che compare visivamente: una coppia di ballerini interpreta i passi tipici del ballo tradizionale. Il visitatore, grazie a una apposita interfaccia, è invitato a imitare i passi all’interno della struttura fonico-ritmica dell’esecuzione. Ma non finisce qui, infatti, il sistema digitale interattivo rileva i passi e le posture del ballerino-visitatore, e attribuisce uno “score”, un punteggio, che compare in tempo reale creando una dinamica di messa alla prova condivisa.

I luoghi del canto e il Sistema Oculus. Il canto a tenore non nasce sui palchi, ma nel gusto di stare insieme, è un linguaggio intimo di partecipazione. Il Museo multimediale da oggi la possibilità di essere come “teletrasportati” nei contesti originari del canto attraverso il sistema immersivo oculus. Il visitatore potrà indossare il visore oculus e selezionare differenti occasioni di canto. Il bar con gli amici dove abitualmente si canta tra un bicchiere e l’altro di buon vino da degustare, “lo spuntino” che generalmente trova spazio nella casa in campagna o nell’azienda agricola di uno degli stessi tenores o dei loro amici, dove tra una prelibatezza e l’altra si canta. Sono stati registrati anche i Tenores nelle strade del paese, in sas cantonadas de sa bidda, dove non è raro trovare i tenores che cantano le serenate alle innamorate o il canto festoso durante la notte.

App georeferenziata. Una app dedicata al canto a Tenore dove il racconto dei canto si snoda tra le viuzze del paese. Un viaggio diacronico e sincronico dove il visitatore esce dal museo e respira il canto e i luoghi più belli del paese. Ma anche i personaggi del passato bittese rivivono in questa app con Bachisio Bandinu che ci racconta il grande antropologo Michelangelo Pira di fronte alla sua casa natale.