25 November, 2024
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«Appena sei mesi fa l’intervento d’urgenza della Regione per salvare i lavoratori del Policlinico sassarese, per non disperdere le importanti professionalità presenti e consentire il rilancio della struttura nel più breve tempo possibile. Abbiamo mantenuto gli impegni ed oggi aggiungiamo un nuovo tassello che consentirà la ripresa dell’erogazione dei servizi sanitari nel Nord Sardegna.»

Lo dice l’assessore regionale della Sanità, Mario Nieddu, commentando la delibera approvata dalla Giunta nel corso dell’ultima seduta. Il provvedimento, che fissa il tetto di spesa per l’acquisto di prestazioni sanitarie dalle strutture private accreditate dell’Isola da parte di Ats per il 2020, dà mandato per la determinazione del tetto di spesa per il presidio sassarese «in misura pari – riporta la delibera – a quello assegnato alla struttura per l’anno 2018 sulla base del Piano di acquisto delle prestazioni di assistenza ospedaliera».

Il Policlinico sassarese era stato dichiarato fallito circa un anno fa. Grazie al progetto varato dagli assessorati della Sanità e del Lavoro era stato possibile il salvataggio degli oltre duecento lavoratori. A luglio la struttura è stata acquista all’asta dalla nuova proprietà e, poco prima di Natale, si sono concluse le procedure per l’accreditamento da parte della Regione. Con l’ultima determinazione della Giunta la struttura si avvia a riprendere l’attività già nel mese di gennaio.

Fra le novità inserite nella delibera approvata dall’esecutivo regionale (e che riguarderanno tutte le strutture del completamento privato del sistema sanitario della Sardegna) l’introduzione dalle soglie minime per le prestazioni di ricovero di ortopedia, chirurgia generale, medicina generale e lungodegenza, che vincolano i meccanismi di compensazione economica ai risultati.

«I nuovi meccanismi – precisa l’esponente della Giunta Solinas – consentiranno di rendere più efficiente la spesa per l’acquisto di prestazioni per cui è richiesto un aumento dei volumi di attività, dando più valore agli stessi presidi del completamento privato del nostro sistema sanitario – conclude Mario Nieddu – che potranno così contribuire attivamente al raggiungimento degli obiettivi indicati nei Lea, i Livelli essenziali d’assistenza.»

 

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«Anno nuovo vecchio sistema, un altro pezzo del servizio pubblico del nord Sardegna svanisce grazie alla Giunta Solinas.»

A sostenerlo è Desirè Manca, capogruppo del M5S in Consiglio regionale.

«Il 16 aprile del 2019 presentavo la mia prima interpellanza – attacca Desirè Manca -. Segnalavo, o meglio lamentavo che, a seguito dell’approvazione in via definitiva dei requisiti di accreditamento e dell’aggiornamento dei requisiti autorizzativi minimi strutturali tecnologici ed organizzativi dei Punti prelievo esterni (PPE), la Regione aveva disposto la sospensione dell’attività di numerosi punti prelievo della provincia di Sassari, sospensione dovuta, in particolare, alla mancanza del requisito organizzativo che prescrive la presenza del medico durante l’orario di esecuzione dei prelievi.»

«Nel frattempo partiva il servizio sostitutivo con l’autoemoteca che, per quanto scomodo, perlomeno leniva il disagio dei cittadini di quei Paesi – aggiunge Desirè Manca -. Apprendiamo oggi, da fonti di stampa la risposta, anche se indiretta, alla mia interpellanza. Naturalmente non è la risposta che mi aspettavo, non è la risposta che si aspettavano i sindaci di quelle comunità e non è la risposta che si aspettavano i cittadini. SOSPENSIONE, da parte della Giunta regionale, anche del servizio sostitutivo con autoemoteche in 15 comuni del nord Sardegna.»

«Si riempiono la bocca con la lotta allo spopolamento e poi tagliano i pochi servizi pubblici rimasti. Non si rendono conto che a causa delle condizioni di isolamento delle comunità locali sarde i punti di prelievo esterni offrivano un servizio prezioso per le categorie più deboli, come disabili, pazienti affetti da gravi patologie o patologie croniche ed anziani. Non si rendono conto che larga parte delle persone servite dai punti di prelievo esterni devono sottoporsi frequentemente ai prelievi e la necessità di viaggiare, considerate le carenze croniche del sistema di trasporti pubblici, li costringe ad affrontare ulteriori disagi – conclude la capogruppo del M5S in Consiglio regionale -. La risposta può essere una sola: non si rendono conto!»

 

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Puntuale ritorna, nel primo scorcio del nuovo anno, Capitani coraggiosi”, la stagione di teatro dedicata ai ragazzi organizzata e curata da Cada Die Teatro, con la direzione artistica di Tatiana Floris e Silvestro Ziccardi. Spettacoli, musica, laboratori, merende, giochi: un caleidoscopio di appuntamenti, dal 12 gennaio fino al 7 marzo, in programma quest’anno al Teatro Comunale Si ‘e Boi di Selargius, e negli spazi di Piazza Si ‘e Boi, grazie alla collaborazione con l’amministrazione del comune selargino. Per sei giornate (degli spettacoli sono previsti anche diversi matinée per le scuole) i bambini e le loro famiglie, piccoli e grandi spettatori, potranno incontrarsi e condividere esperienze ludiche dal pomeriggio fino a sera, potranno giocare al teatro ma non solo, grazie alla collaborazione tra Cada Die Teatro e alcune associazioni e cooperative che operano nel territorio, come i C.E.M.E.A. Sardegna (Centri di Esercitazione ai Metodi dell’Educazione Attiva) e Cultarch, Amici della bicicletta e La Carovana, che ormai da anni animano i laboratori della rassegna, mettendoli in relazione con i temi trattati dagli spettacoli in cartellone.

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«La decisione dell’assessorato degli Affari generali di costituirsi in giudizio davanti al Tar nella vertenza Aras, è una decisione giusta, che merita un plauso: rasserena gli animi e pone nuovamente al centro i diritti dei lavoratori.»

Il consigliere regionale dei Riformatori sardi Michele Cossa, plaude alla decisione della Regione.

«Ha prevalso il buonsenso – aggiunge Michele Cossa – segno evidente della volontà delle Istituzioni di essere fino in fondo punto di riferimento dei cittadini e dei lavoratori, anche dinanzi alle vertenze più aspre e difficili. Registrare un clima disteso, che pone fine alla scia di malumori che le indiscrezioni degli ultimi giorni avevano generato, è una buona notizia per tutti.»

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L’uso del test genomico nelle pazienti con tumore alla mammella in stadio precoce e senza interessamento linfonodale – considerato valido e attendibile già da tempo – consente di individuare tutte le donne che potrebbero evitare la chemioterapia ed i suoi numerosi effetti collaterali (circa il 50% delle pazienti, come dimostrato da recenti studi).
Le consigliere regionali Carla Cuccu, segretaria della commissione Sanità e Politiche sociali e prima firmataria, Elena Fancello, Maria Laura Orruù, Annalisa Mele, Sara Canu, Laura Caddeo e la vice presidente della Regione Sardegna ed Assessora del Lavoro, Alessandra Zedda, hanno depositato assieme la mozione sul “Rimborso del Test Genomico” chiedendo al presidente della Regione, Christian Solinas, ed all’assessore regionale alla Sanità, Mario Nieddu, di mettere a disposizione gli strumenti necessari a garantire la rimborsabilità del test genomico, valido ausilio nel processo decisionale per il trattamento dei tumori al seno.
Questa operazione si inserisce pienamente nel Piano per l’applicazione e la diffusione della Medicina di Genere, approvato in Conferenza Stato-Regioni lo scorso 30 maggio, fortemente voluto col fine ultimo di garantire ad ogni persona, sia uomo che donna, la migliore cura, rafforzando ulteriormente il concetto di “centralità del paziente” e di “personalizzazione delle terapie”. Il Piano indica gli obiettivi strategici, gli attori coinvolti e le azioni previste per una reale applicazione di un approccio di genere in sanità nelle aree d’intervento previste dalla legge, tra cui quello del percorso clinico di prevenzione, diagnosi, cura e riabilitazione.
Prosegue, quindi, il lavoro intrapreso dalla consigliera pentastellata Cuccu, sostenuta questa volta trasversalmente anche dalle consigliere di altre forze politiche, per portare la Sardegna ad essere la regione virtuosa d’Italia dove le differenze vengono appiattite in favore di una perfetta parità di genere.
«Sono soddisfatta – conclude Carla Cuccu – della sensibilità e dell’unità che le colleghe hanno mostrato nel voler sottoscrivere questa mozione essenziale per le donne sarde. Stiamo dando prova che è possibile agire per il bene dei cittadini senza personalismi.» 

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«Stiamo monitorando la situazione e siamo pronti a sostenere in ogni modo il nostro comparto agroalimentare, dai vini ai formaggi, che con le sue eccellenze rappresenta un’attività trainante dell’intera economia sarda.»
Lo dichiara l’assessore regionale dell’Agricoltura, Gabriella Murgia, in vista della conclusione della procedura di consultazione avviata dal Dipartimento del commercio degli Stati Uniti, che potrebbe introdurre nuovi dazi sulle importazioni.

«Grazie alle loro indiscusse qualità – commenta l’assessore regionale dell’Agricoltura – i prodotti sardi stanno conquistando fette di mercato sempre più ampie affermandosi in tutto il mondo. Non possiamo certo permettere che lo sviluppo delle nostre aziende venga messo a rischio ed è per questo che stiamo seguendo con attenzione l’evolversi degli avvenimenti che si susseguono in uno scenario internazionale difficile. E siamo pronti a intraprendere tutte le procedure, sollecitando anche l’intervento del Governo, per tutelare le nostre imprese e i nostri lavoratori.»

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Sardegna e Sicilia unite nel sostenere le grandi battaglie delle Isole in Europa. Un percorso che vede le regioni insulari coinvolte in sinergia per trasferire nel Parlamento e nella Commissione Europea le rivendicazioni legate alla condizione di insularità. Dai trasporti alla continuità territoriale alla disciplina degli aiuti di Stato, alla predisposizione del nuovo Piano di Sviluppo Rurale. Su questi temi si sono concentrati in un incontro a Villa Devoto il presidente della Regione Christian Solinas e l’eurodeputato del Collegio Insulare Francesca Donato, membro della Commissione Economia, coordinatrice Commissione Sviluppo Regionale e della Commissione Agricoltura.

«Crediamo in un’Europa dei popoli, vicina ai cittadini, capace di ascoltare le proposte e le richieste che vengono da tutti i territori, e in modo particolare dalle Isole, ha detto il Presidente Solinas. Già dall’ottobre scorso, la Sardegna si è fatta promotrice di un’alleanza politica e strategica a difesa dei diritti e degli interessi delle Isole del Mediterraneo, che ha portato alla stesura di un documento stilato dai rappresentanti delle regioni insulari mediterranee d’Europa, che pone le basi per una nuova stagione di rivendicazioni delle isole, unite in una strategia comune per ottenere dall’Unione e dalla Commissione provvedimenti immediati per contrastare gli svantaggi naturali e strutturali dell’insularità, come riconosciuto dall’art. 174 del TFUE e dalla risoluzione del Parlamento europeo del 24 febbraio 2016. Le isole d’Europa, sottolinea il presidente Christian Solinas, hanno costituito una piattaforma di cooperazione per presentarsi unite alle istituzioni dell’Unione europea, con precise e urgenti rivendicazioni. Partendo dalla definizione chiara degli svantaggi geografici, naturali e demografici delle isole, occorre individuare le misure compensative per superare le sfide e i vincoli derivanti dall’insularità. Chiediamo, dunque, anche attraverso i nostri rappresentanti nelle Istituzioni Europee, un impegno preciso della Commissione sulle misure che si intendono adottare nel breve e medio termine.»

Argomenti recepiti e condivisi dall’europarlamentare Francesca Donato, che ha espresso la volontà di avviare a breve un tavolo di lavoro sui temi dei trasporti, dell’insularità, della competitività delle isole, della disciplina degli aiuti di Stato.

«Con il presidente Christian Solinas abbiamo già stabilito un confronto costante e un rapporto di piena collaborazione, ha detto l’europarlamentare, con la individuazione dei temi più urgenti da trattare in sede europea a tutela dell’economia della Sardegna. Nei prossimi mesi, ha aggiunto Francesca Donato, si trasferirà in Sardegna per una sessione di lavoro interamente dedicata all’Isola la Commissione REGI, l’organismo parlamentare che valuta l’incidenza delle politiche dell’Unione europea sulla coesione economica e sociale e coordina gli strumenti strutturali dell’Unione. C’è grande attenzione nei confronti della Sardegna, grazie all’impegno con il quale il presidente Christian Solinas sta portando all’attenzione dell’Europa le rivendicazioni della Sardegna·»

 

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La Regione amplia la propria competenza legislativa in materia di lavori pubblici. La Giunta regionale ha approvato i due schemi di decreto legislativo attraverso cui vengono individuate le “Norme di attuazione dello Statuto speciale per la Sardegna in materia di strade, porti, aeroporti e opere idrauliche e di edilizia pubblica e, in generale, di infrastrutturazione del territorio regionale nonché in materia di contratti pubblici”.

«L’adeguamento delle attribuzioni statutarie in questo settore strategico consente l’individuazione e l’ampliamento delle competenze sui lavori pubblici in capo alla Regione – spiega il presidente Christian Solinas -. Mettiamo in atto una forte affermazione della nostra Autonomia regionale, che anche in questo caso si traduce in atti concreti finalizzati al pieno riconoscimento di una potestà primaria fissata dallo Statuto e che ci consentirà, nei fatti, di sostenere concretamente importanti segmenti dell’economia sarda.»

Con le norme di attuazione dello Statuto vengono individuati come “lavori di esclusivo interesse della regione” quelli relativi alle strade, porti, aeroporti, opere idrauliche e di edilizia pubblica e in generale gli interventi di infrastrutturazione del territorio regionale. Grazie a queste modifiche viene anche attribuita alla Regione la competenza a disciplinare le procedure di aggiudicazione dei contratti pubblici, compresa la fase della loro esecuzione, relative a lavori, servizi, forniture. La Regione potrà anche prevedere misure per ampliare la partecipazione agli appalti pubblici delle Piccole e Medie Imprese (PMI) in quanto importanti fonti di competenze imprenditoriali nell’innovazione, efficientamento e risparmio energetico, nella bioedilizia e nell’occupazione.

«Attualizzare lo Statuto – commenta il presidente Christian Solinas – significa esercitare concretamente la nostra autonomia intervenendo su settori vitali per lo sviluppo della Sardegna.»

«Stiamo compiendo un ulteriore e determinante passo in avanti, teso a tutelare la nostra autonomia. Con queste importanti novità di carattere legislativo poniamo i sardi davanti a un tema di fondamentale importanza per la Sardegna, che va finalmente ad ampliare i contorni della competenza legislativa regionale in materia di lavori pubblici – spiega l’assessore dei Lavori pubblici, Roberto Frongia, che ha proposto alla Giunta i due schemi di decreto legislativo -. Oggi le procedure di aggiudicazione dei contratti pubblici, compresa la fase della loro esecuzione, relative a lavori, servizi e forniture, restano incagliate nelle maglie della burocrazia procurando ritardi non più tollerabili. Quelle procedure devono essere ricondotte alla competenza legislativa esclusiva della Regione così come previsto dall’Articolo 3 dello Statuto, che attribuisce alla Sardegna la competenza esclusiva in materia.»

«Si tratta di un risultato straordinario – aggiunge Roberto Frongia – che consentirà alla Sardegna di superare quegli ostacoli, primi fra tutti quelli burocratici, che fino a oggi hanno bloccato le opere pubbliche. Le necessità di un’Isola che sconta un gap enorme in termini infrastrutturali sono evidenti a tutti, riprenderci ciò che ci spetta per legge è il primo passo che ci porterà a compiere una vera rivoluzione.»

In seguito all’approvazione degli schemi di decreto legislativo da parte della Giunta regionale la delibera verrà ora trasmessa alla Commissione paritetica Stato-Regione per le procedure di legge.

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E’ stato inaugurato questa mattina, in via Roma, a Carbonia, il laboratorio per la lavorazione di carni di allevamenti locali realizzato dalla Società Cooperativa Sociale “A manu pigara”.

«Il nostro proposito – spiega Susanna Lenzu, socia della cooperativa – è quello di definire un modello che coinvolga l’intera filiera di produzione e ripensi i processi di lavorazione e diffusione del prodotto. Si farà particolare riferimento alle linee guida sulle certificazioni di qualità delle materie prime e su un ampio utilizzo di tecnologie innovative per la promozione del prodotto finale, del territorio dal quale proviene e dell’impatto sociale che la cooperativa intende avere. È un modello che si distanzia dall’industria e si prefigge di sviluppare un settore ancora non pienamente valorizzato: la filiera dell’agroalimentare integrata con l’ICT (realtà aumentata, e-commerce, ecc.) che sposa l’attenzione verso il prossimo.»

Il progetto fa leva sull’esperienza e la professionialità maturate in tanti anni di attività nel settore da Fabrizio Lenzu, e mira, in sinergia con i partner, la “Cooperativa Ponte” guidata dal dottor Paolo Laudicina e “Medau Mannu”, a costruire percorsi integrati, tesi a valorizzare e consentire alle persone svantaggiate coinvolte, di essere nuovamente protagoniste nel loro progetto di vita e senza sostegni assistenziali permanenti. La Società Cooperativa Sociale “A manu pigara” si configura come una sorta di impresa di transizione e cioè strumento di integrazione tra la attività formativa e lavorativa per l’inclusione sociale dei soggetti svantaggiati (tra i quali coloro che hanno ultimato il proprio percorso terapeutico all’interno della comunità di recupero, la“Cooperativa Ponte”). Essa dovrà essere in grado di supportare questi ultimi, attraverso la definizione di percorsi di rieducazione al lavoro, articolati secondo una fase di formazione interna personalizzata integrata, con una successiva attività lavorativa inerente al progetto sociale della cooperativa. Lo strumento operativo per l’attuazione di tali percorsi è un laboratorio di nuova realizzazione per la lavorazione e trasformazione, secondo pratiche tradizionali riviste in chiave innovativa, di carni provenienti unicamente da allevamenti locali. Il processo produttivo sarà portato avanti da esperti del settore, anche tramite l’inserimento lavorativo di soggetti a vario titolo esclusi dal mondo del lavoro e motivati, con una grande sete di riscatto, che attendono una seconda possibilità (ex tossicodipendenti, detenuti o ex detenuti, sofferenti psichici, ecc.).

All’inaugurazione, erano presenti, tra gli altri, il sindaco Paola Massidda e la presidente del Consiglio comunale di Carbonia Daniela Marras; Graziano Milia, responsabile pubbliche relazioni e comunicazione della Fondazione di Sardegna, ente che ha finanziato il progetto con la Fondazione con il Sud; i segretari regionali del Partito democratico Emanuele Cani e di Articolo 1 Luca Pizzuto; don Massimiliano Congia, parroco della chiesa di Cristo Re, che ha benedetto il laboratorio prima del taglio del nastro che è stato poi affidato ad un bambino.

Alleghiamo l’album fotografico dell’inaugurazione e, a breve, i filmati della presentazione, della benedizione con il taglio del nastro e le interviste a Susanna Lenzu e Paolo Laudicina.

                                                                                             

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Un Museo capace di trasportare il visitatore dentro il “cerchio magico” corale dei tenores, o ancora di scoprire le regole del ballo sardo attraverso un gioco interattivo che guida i passi a ritmo di su ballu lestru, su dillu, e su passu torrau. Il Museo Multimediale del Canto a Tenore di Bitti diventa sempre più interattivo: una convenzionale visita museale si trasforma così in una vera e propria giornata esperienziale, all’interno di un’arte come quella del Canto a Tenore, inserita dall’Unesco tra i patrimoni orali e immateriali dell’umanità.

Il progetto. Obiettivo degli autori del rinnovato Museo Multimediale del Canto a Tenore è stato quello di ampliare il già esistente museo multimediale, grazie a nuove tecnologie che rendessero ancora più tangibile ed esperibile per il visitatore ciò che succede dentro il cerchio del canto e del ballo. L’esperienza si arricchisce con la possibilità di ritrovarsi virtualmente dentro le vie del paese, durante le ricorrenze nelle quali queste manifestazioni canore avvengono. Una vera e propria app georeferenziata infatti – tra le novità del Museo – porterà il visitatore tra le vie del paese dove il canto a tenore raggiunge le finestre nelle serenate notturne. Il progetto prevede quattro ambienti interattivi e un’applicazione mobile: Sala Tenores Interattivi; Sala Cantos e Ballos; Aula didattica interattiva; I luoghi del canto con Visore Oculus; Applicazione Mobile Genius Loci.

L’Installazione Tenores Interattivi, realizzata grazie al coinvolgimento dell’Associazione Tenores Sardegna, rende possibile la selezione e quindi l’audio-visualizzazione di numerosi gruppi tenores, e nello specifico i tenores di: Abbasanta, Bitti (Remunnu e Locu e Mialinu Pira), Bono, Fonni, Illorai, Lodè, Mamoiada, Nuoro, Oliena, Oniferi, Orgosolo, Orosei, Orune, Ottana, Scano Montiferru, Seneghe, Silanus, Siniscola, Pattada e Thiesi.

L’ideazione e la realizzazione dei nuovi contenuti e delle nuove installazioni, sono stati possibili grazie al bando regionale Domos de sa Cultura, destinato ai progetti mirati alla valorizzazione degli elementi ed espressioni del patrimonio culturale immateriale della Sardegna, e finanziato attraverso il POR FESR 2014- 2020 Azione: 3.3.2.

Il progetto è stato promosso e gestito da tre partner: Mommotty srl (giovane casa di produzione cagliaritana attiva nel mondo dell’audiovisivo e del cinema), Istelai società cooperativa (opera nel settore dei servizi turistico culturali portando avanti attività volte al recupero delle tradizioni di Bitti ed è gestore del Museo), e Produzioni Sardegna di Nicole

Nieddu (ditta specializzata nelle produzioni audiovisive e multimediali e nell’organizzazione e gestione di eventi di carattere culturale e folklorico). La direzione artistica è di Francesco Casu, mentre Marco Lutzu è responsabile scientifico del progetto, entrambi autori del precedente museo multimediale.

L’inaugurazione del Museo. E’ prevista l’apertura al pubblico del Museo di Bitti il giorno 15 gennaio: la mattina sarà dedicata agli studenti delle scuole, mentre il pomeriggio a tutti i visitatori. (Per maggiori dettagli si rimanda alla locandina in cartella stampa e all’evento FB).

Il responsabile scientifico ed etnomusicologo Marco Lutzu. «Il mio compito in qualità di responsabile scientifico è stato quello di garantire che i contenuti veicolati dal Museo rispondessero a requisiti di scientificità e rendessero conto dei più recenti studi sulla cultura musicale della Sardegna e sul canto a tenore in particolare. Di fondamentale importanza è stato il lavoro di squadra: insieme alle altre figure professionali coinvolte nel progetto abbiamo cercato di sfruttare al meglio le potenzialità offerte dalle nuove tecnologie per proporre ai visitatori una divulgazione scientifica accattivante nelle modalità di presentazione, rigorosa, nei contenuti. I visitatori del Museo – ha concluso Marco Lutzu – potranno fare un viaggio alla scoperta della storia e delle peculiarità musicali del canto a tenore, del suo rapporto con la poesia e con la danza, dell’importanza sociale che questo affascinante genere di canto riveste a Bitti e in tutte le comunità dell’isola in cui viene ancora oggi praticato».

Il direttore artistico Francesco Casu. «Il primo segnale della nuova Domo del Museo multimediale del canto a tenore è proprio la dichiarazione Unesco del “canto a tenore come patrimonio dell’umanità”. La parola Domo, “Casa”, si unisce e si fonde nell’espressione “Domo de sos tenores”, la casa dei tenores, di tutti i tenores della Sardegna. Una casa dove abita un bene immateriale di inestimabile valore, una casa sarda, ma al contempo europea che parla i linguaggi della contemporaneità attraverso un articolato sistema di installazioni interattive. Così la Domo si articolerà in un percorso immersivo einterattivo dove il visitatore al contempo farà esperienza del canto, comprendendone il linguaggio fonico, ritmico e le strutture musicali, saperi tramandati oralmente in una continua pratica di apprendistato diretto».

Come funziona il rinnovato Museo di Bitti. I Tenores oggi diventano ancora più interattivi grazie all’evolversi delle tecnologie e il visitatore può esperire il canto corale a quattro voci maschili entrando nel cerchio del canto. All’interno del Museo si trovano quattro grandi schermi verticali, montati su una struttura di design, che richiama la postura dei quattro cantori, che trasmettono attraverso una interfaccia touch selezionabile una antologia di repertori e di diversi gruppi rappresentativi di tutta l’area geografica dove questa particolarissima forma canora ha tradizione. Una volta selezionato il canto attraverso un touch-pad compaiono sui quattro schermi – disposti intorno al visitatore – i quattro cantori che intonano il canto con un effetto audiovisivo avvolgente. Non solo: vi è la possibilità di selezionare come una sorta di direttore d’orchestra le singole parti di ciascuna voce.  Sa oche, su bassu, sa contra e sa mesa oche vivono sia separatamente sia “in ensemble” in tempo reale, attraverso gli schermi touch-screen, dove si può attivare o fermare la traccia audiovisiva sempre sincronizzata. Così si scompone e si ricompone la tessitura delle voci esplorandone le peculiarità delle modalità esecutive.

Il legame tra il canto a tenore e la comunità: cantos e ballos, la festa. Esiste un legame profondissimo e indissolubile tra il canto a tenore e la comunità, le sue feste, la dimensione del ballo. Infatti, nella tradizione bittese, durante le feste solenni come su Meraculu o sa Annossata i tenores animavano con le loro voci ritmate i passi del ballo: su ballu lestru, su dillu, su passu torrau, che rivivono in una delle sezioni dedicate del museo, attraverso una installazione dotata di un sistema appositamente progettato di ballo interattivo. Una pedana dà la possibilità di delimitare un’area per il ballo, e si invita il visitatore a entrare nei passi. I tenores di Bitti cominciano a cantare scandendo ritmicamente la danza che compare visivamente: una coppia di ballerini interpreta i passi tipici del ballo tradizionale. Il visitatore, grazie a una apposita interfaccia, è invitato a imitare i passi all’interno della struttura fonico-ritmica dell’esecuzione. Ma non finisce qui, infatti, il sistema digitale interattivo rileva i passi e le posture del ballerino-visitatore, e attribuisce uno “score”, un punteggio, che compare in tempo reale creando una dinamica di messa alla prova condivisa.

I luoghi del canto e il Sistema Oculus. Il canto a tenore non nasce sui palchi, ma nel gusto di stare insieme, è un linguaggio intimo di partecipazione. Il Museo multimediale da oggi la possibilità di essere come “teletrasportati” nei contesti originari del canto attraverso il sistema immersivo oculus. Il visitatore potrà indossare il visore oculus e selezionare differenti occasioni di canto.Il bar con gli amici dove abitualmente si canta tra un bicchiere e l’altro di buon vino da degustare, “lo spuntino” che generalmente trova spazio nella casa in campagna o nell’azienda agricola di uno degli stessi tenores o dei loro amici, dove tra una prelibatezza e l’altra si canta. Sono stati registrati anche i Tenores nelle strade del paese, in sas cantonadas de sa bidda, dove non è raro trovare i tenores che cantano le serenate alle innamorate o il canto festoso durante la notte.

App georeferenziata. Una app dedicata al canto a Tenore dove il racconto dei canto si snoda tra le viuzze del paese. Un viaggio diacronico e sincronico dove il visitatore esce dal museo e respira il canto e i luoghi più belli del paese. Ma anche i personaggi del passato bittese rivivono in questa app con Bachisio Bandinu che ci racconta il grande antropologo Michelangelo Pira di fronte alla sua casa natale.

Il sindaco di Bitti, Giuseppe Ciccolini. «Bitti si conferma punto di riferimento importantissimo per la valorizzazione del canto a tenore. Questo intervento è un primo passo che ci porterà all’apertura, entro i prossimi 12 o 15 mesi, di un polo museale dedicato alle sonorità e dove l’antico canto dei pastori avrà un ruolo centrale. La mia comunità, grazie ai tanti gruppi di cantori che negli ultimi decenni hanno portato il canto a tenore nelle più grandi città del mondo, ha sempre lavorato per tutelare e tramandare un pezzo importante della nostra storia collaborando insieme ad altri soggetti affinché le millenarie sonorità del centro Sardegna divenissero patrimonio dell’Unesco. Oltre 25 anni fa – ha proseguito il sindaco – siamo stati i primi ad aprire la scuola di canto a tenore, frequentata da decine di giovani e appassionati che hanno permesso alla tradizione di andare avanti. Conservare una ricchezza significa anche avere la forza di condividerla con il mondo e così abbiamo deciso, sempre una ventina di anni fa, di allestire il primo museo del canto a tenore. Ci credevamo allora e continuiamo a crederci oggi».