4 August, 2024
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Lo SPI – CGIL, Lega di Iglesias, ha diffuso una nota nella quale «denuncia la progressiva crisi dei servizi e delle prestazioni sanitarie del territorio e, in particolare, di Iglesias. Sull’agonia dell’attività ospedaliera del CTO si sono spesi fiumi di parole senza alcun risultato concreto. Le liste d’attesa sempre più lunghe, la riduzione dei livelli di prevenzione, assistenza e cura di patologie gravi quali cardiopatie, ictus, tumori e quelle metaboliche hanno ulteriormente incentivato la cosiddetta mobilità passiva, cioè l’utilizzo di servizi sanitari di altri centri dell’isola, in particolare di Cagliari. La popolazione più fragile, soprattutto gli anziani, corre il rischio di non poter ricevere cure e assistenza adeguate perché ha più difficoltà a spostarsi. Questo stato di cose, già intollerabile, è peggiorato con l’aumento dei casi di contagio da Covid-19 in città e nel territorio».

La Lega SPI-CGIL di Iglesias «chiede di sapere che fine abbia fatto la prevista istituzione del “reparto Covid” presso l’ospedale Santa Barbara, annunciato dall’assessore regionale della Sanità Mario Nieddu, nello scorso mese di giugno. L’iniziativa rientrava nel piano concordato con il Governo per l’aumento delle terapie intensive e sub-intensive in tutto il territorio nazionale, con l’obiettivo di fronteggiare un’ eventuale seconda ondata di Covid-19».

«Ad oggi, in piena recrudescenza del contagio, non vi è traccia alcuna del reparto, della terapia intensiva e sub-intensiva COVID, né delle attività di supporto quali laboratorio analisi, radiodiagnostica, sistema a regime di diagnostica molecolare e quelle, ugualmente importanti, quali il reperimento di risorse professionali adeguate aggiunge Lo SPI – CGIL, Lega di Iglesias -. E’ evidente che il ritardo o, ancora peggio, la mancata adozione di misure adeguate ad una situazione sanitaria straordinaria porterà al declino irreversibile del sistema cittadino e del Sulcis Iglesiente.»

«La Lega SPI-CGIL di Iglesias è, quanto mai, impegnata a sensibilizzare e mobilitare i propri iscritti e i cittadini contro questa gestione scellerata della sanità pubblica e chiede al sindaco di Iglesias, ai Sindaci e alle Istituzioni del territorio, di assumere tutte le iniziative utili nei confronti dell’Ats e della Regione Sardegna affinché procedano a:

  • ISTITUZIONE IMMEDIATA DEL PREVISTO REPARTO COVID CON TERAPIA INTENSIVA E SUB-INTENSIVA AD IGLESIAS;
  • LA REALIZZAZIONE DEL PIANO, varato dal precedente Governo Regionale, DI ADEGUAMENTO E SVILUPPO DELLA RETE OSPEDALIERA E DEI SERVIZI SANITARI DI IGLESIAS E DEL TERRITORIO.»

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Da domani, lunedì 26 ottobre, sarà possibile presentare le domande per la partecipazione al bando che prevede aiuti destinati a micro, piccole e medie imprese operanti nei settori delle tonnare, allevamento mitili e apicoltura.

«Grazie alla dotazione finanziaria complessiva di 1 milione e 500 mila euro, la Regione è in grado di dare un concreto supporto ad attività economiche del settore della pesca e dell’agricoltura che hanno subito maggiormente gli effetti negativi dovuti alla pandemia per il conseguente crollo della domanda della produzione.»

Lo ha detto l’assessore regionale del Lavoro, Alessandra Zedda, la quale assicura che «eventuali risorse che si renderanno disponibili in seguito a nuovi stanziamenti, potranno essere utilizzate al fine di soddisfare ulteriori domande che non dovessero trovare capienza in questo bando».

L’intervento si colloca nel quadro delle azioni previste dalla Legge regionale n. 22 del 23 luglio 2020, a sostegno al sistema economico della Sardegna e a salvaguardia del lavoro a seguito dell’emergenza epidemiologica da Covid-19.

Le domande dovranno essere presentate utilizzando l’applicativo reso disponibile dalla Regione Autonoma della Sardegna nell’ambito del Sistema Informativo del Lavoro e della formazione Professionale (SIL) all’indirizzo: www.sardegnalavoro.it a partire dalle ore 9.00 del 26 ottobre 2020 ed entro e non oltre le ore 23.59 del 12 novembre 2020.

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Sono 195 i nuovi casi di positività al Covid-19 accertati nelle ultime 24 ore in Sardegna, 2.254 i tamponi eseguiti. Salgono a 7.759 i casi di positività dall’inizio dell’emergenza. Dei 195 nuovi casi, 167 sono stati rilevati attraverso attività di screening e 28 da sospetto diagnostico. Si registrano 7 decessi, quattro donne e due uomini tra gli 81 e 94 anni, e una donna di 47. Le vittime sono in tutto 191.

In totale sono stati eseguiti 248.525 tamponi con un incremento di 2.254 test. Sono invece 299 i pazienti attualmente ricoverati in ospedale in reparti non intensivi (+12 rispetto al dato di ieri), mentre è di 34 (-2) il numero dei pazienti in terapia intensiva. Le persone in isolamento domiciliare sono 4.421. Il dato progressivo dei casi positivi comprende 2.779 (+20) pazienti guariti, più altri 35 guariti clinicamente.

Sul territorio, dei 7.759 casi positivi complessivamente accertati, 1.418 (+59) sono stati rilevati nella Città Metropolitana di Cagliari, 1.222 (+32) nel Sud Sardegna, 652 (+19) a Oristano, 1.101 (+4) a Nuoro, 3.366 (+81) a Sassari.

 

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Nel girone G della Serie D oggi si giocano solo Carbonia-Savoia, Afragolese-Lanusei ed Arzachena-Cassino. Al Comunale si gioca a porte aperte, inizio ore 14.30, con ingresso contingentato al 15% della capienza.

Dirige Edoardo Papale di Torino, assistenti di linea Alex Arizzi di Bergamo e Francesco Raccanello di Viterbo.

Marco Mariotti ha convocato per la prima volta Joseph Tetteh, ristabilitosi da un infortunio. Resta ancora indisponibile Roberto Cappai.

I convocati:

1 Werther Carboni
2 Marco Russu
3 Fabio Fredrich 02
4 Nicola Serra 99
5 Riccardo Cestaro
6 Matteo Bagaglini
7 Mattia Mura 03
8 Joseph Tetteh 99
9 Ador Gjuci
10 Marco Piredda
11 Cristian Stivaletta
12 Valerio Bigotti 02
13 Daniele Cannas 01
15 Tamir Berman 01
16 Emmanuel Odianose
18 Daniel Pischedda 03
20 Yuri Salvaterra 00
21 Fabio Mastino 01
22 Lorenzo Isaia 02
23 Christian Muscas 02
25 Moussa Soumare.

Sugli altri campi si giocano Afragolese-Lanusei ed Arzachena-Cassino.

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Il presente documento è stato redatto a seguito di diverse riunioni aperte organizzate dal Circolo del Partito Democratico di Iglesias e indette dal gruppo di lavoro “Una Sanità migliore per tutti” allo scopo costituito, cui hanno partecipato, oltre al PD, altre sigle partitiche, sindacati, rappresentanti della Rete Sarda a difesa della sanità pubblica, cittadini, simpatizzanti ed iscritti.

Oggetto di discussione la nuova legge regionale di riforma del Sistema Sanitario approvata dal Consiglio regionale lo scorso primo settembre, ma non ancora entrata in vigore, perché non pubblicata sul Bollettino Ufficiale.

Pur valutando positivamente l’impianto generale della riforma, perché in parte restituisce ai territori la gestione della sanità locale, si rilevano enormi carenze e disorganizzazioni generalizzate, mancata capacità organizzativa e tagli scriteriati a spese dei lavoratori e dei pazienti a seguito di quelli operati sul personale medico, infermieristico e amministrativo, in continuità con il recente passato. In particolare, nel nostro territorio, le carenze sono amplificate dai numerosi pensionamenti a cui a tutt’oggi non è corrisposto un piano di assunzioni per colmare i vuoti a causa dei ritardi dei concorsi. La mancata assunzione di responsabili di struttura, di medici, di infermieri, di amministrativi ha pesanti ricadute immediate sulla organizzazione dei servizi accentuati dall’emergenza Covid-19 che ha messo a nudo la disorganizzazione del sistema a partire dalla carenza dei posti letto per acuti e un rallentamento generalizzato dei servizi sanitari con reparti ormai al collasso.

Oltre alla carenza di personale, appare ingiustificata la chiusura di interi servizi o il loro depotenziamento, a causa della rottura o mancata sostituzione di diverse apparecchiature elettromedicali, come ad esempio la risonanza magnetica presso il servizio di radiodiagnostica del Presidio Ospedaliero CTO.

Il rischio è che la nostra sanità imploda, andando incontro a morte definitiva, perché i responsabili della sanità regionale appaiono inadeguati nell’affrontare la situazione per garantire un’assistenza sanitaria efficiente a lungo termine. In questo scenario, è del tutto evidente lo scoramento e la rassegnazione dei cittadini nel chiedere ed ottenere il diritto alla salute, come dichiarato dall’art. 32 della nostra costituzione “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti”. Seppure prima del Covid-19 la situazione della sanità del nostro territorio non fosse eccellente anzi, per alcuni versi disastrosa, la pandemia ha di fatto ulteriormente peggiorato tutta l’assistenza sanitaria, non solo bloccando tutta l’attività programmata, ma anche il turn over delle assunzioni del personale, facilitando lo smantellamento dei servizi sanitari più volte tentato negli scorsi anni ma di fatto bloccato grazie all’opposizione di tutte le forze sociali e politiche.

La carenza di personale medico ed infermieristico ha paralizzato l’attività di molti reparti, in particolare tra i reparti in maggiore difficoltà abbiamo Anestesia e Rianimazione, Terapia intensiva, Pneumologia, Cardiologia, Pediatria, ecc… con medici che si dividono fra le strutture ospedaliere del nostro territorio, per cui viene a mancare la tutela degli operatori sanitari, si creano promiscuità tra reparti ed è forte il rischio di compromettere le funzioni sia del CTO di Iglesias che del Sirai di Carbonia, a causa della continua mobilità di operatori tra i due ospedali.

Appare evidente che l’unica cosa che si sta continuando ad implementare è la mobilità passiva ed il costo della sanità del nostro territorio, nonché il costringere fiumane di persone, in prevalenza anziane, a viaggi della salute verso altri territori e diverse strutture sanitarie private: appaiono ormai troppo lontani i fasti di una sanità di eccellenza che andava a rappresentare il Polo Ospedaliero di Iglesias (ortopedia, chirurgia, medicina, chirurgia pediatrica, pneumologia, Trasfusionale, Laboratorio Analisi.. etc).

Da ultimo, a seguito dell’esplosione esponenziale di casi Covid-19 e viste le fila delle ambulanze al pronto soccorso del SS Trinità di Cagliari ed il trasferimento di alcuni nostri pazienti Covid in strutture ospedaliere di altre province, è scandaloso che l’ospedale del Santa Barbara non sia stato ancora allestito come punto di ricovero per le persone positive che devono essere adeguatamente curate e per trascorrere la quarantena in attesa della negativizzazione. Eppure, nello scorso marzo, il Santa Barbara è stato individuato come uno dei presidi territoriali per l’incremento delle terapie intensive e sub-intensive che supporta e integra gli ospedali regionali principali e in caso di emergenza avrebbe garantito la gestione dei pazienti affetti da Covid-19, mantenendo libero il CTO ed il Sirai e supportato al SS. Trinità di Cagliari. Inoltre, nel provvedimento dell’esecutivo regionale era stabilito un incremento a livello regionale del numero dei posti di terapia intensiva che dovevano passare da 135 a 236, e quelli di sub-intensiva di ulteriori 115 attivabili.

Tant’è che un consigliere regionale di maggioranza, nello scorso giugno, si è espresso in questi termini «il Santa Barbara di Iglesias è fra gli ospedali che vedranno un incremento dei posti letto previsti per fronteggiare l’emergenza Covid. L’inserimento del nostro ospedale nel piano regionale di riorganizzazione della rete ospedaliera è un importante segnale d’attenzione verso la nostra città e il nostro territorio». Parole tante, fatti nessuno.

Dopo 6 mesi siamo ancora in una situazione molto critica. Il Santa Barbara non ha ancora nessuna infrastruttura per accogliere le persone affette da Covid-19 per evitare di non intasare il CTO e comprometterne le attività ospedaliere come invece sta avvenendo.

Tutto ciò, sa di ennesima presa in giro per tutti i cittadini di Iglesias e di tutto il territorio: senza personale medico e paramedico, senza un reparto di radiodiagnostica, senza un reparto di terapia intensiva e, soprattutto, senza i macchinari necessari a svolgere l’attività di prevenzione e degenza, ci ritroviamo ad avere un nulla tra le mani.

Per le ragioni esposte, si ritiene che in relazione all’art. 1 della Legge Regionale 1/09/2020 sia necessario:

• Attivare effettivamente l’attività Chirurgica e di ricovero programmato presso il presidio ospedaliero CTO

• Ripristinare il reparto di Chirurgia presso il presidio ospedaliero CTO 7/7gg 24h

• Ripristinare il reparto di Ortopedia presso il presidio ospedaliero CTO 7/7gg 24h

• Ripristinare il reparto di ORL presso il presidio ospedaliero CTO 7/7gg 24h

• Ripristinare ill reparto di Oculistica presso il presidio ospedaliero CTO 7/7gg 24h

• Ripristinare il reparto di Chirurgia Pediatrica presso il presidio ospedaliero CTO 7/7gg 24h

• Ripristinare il reparto di Pneumologia presso il presidio ospedaliero CTO 7/7gg 24h

• Istituire il reparto Covid presso il presidio ospedaliero Santa Barbara 7/7gg 24h

• Avviare le procedure concorsuali per l’implementazione del personale di questa ASL (medici – paramedici – amministrativi tecnici)

• Acquisire una nuova risonanza magnetica per il presidio ospedaliero CTO

• Acquisire i macchinari necessari per il reparto di radiodiagnostica del presidio ospedaliero Santa Barbara

• Istituire il reparto di terapia intensiva e nuova radiologia presso il presidio ospedaliero Santa Barbara;

• Aprire il nuovo laboratorio analisi presso il presidio ospedaliero CTO come già previsto.

Alla luce dell’evoluzione del diffondersi della pandemia si chiede, prioritariamente, l’attuazione urgente dell’apertura del reparto Covid-19 presso il Santa Barbara di Iglesias. Investe altresì l’Amministrazione comunale di Iglesias ed il sindaco Mauro Usai nel farsi portavoce presso le altre amministrazioni territoriali di un intervento coordinato e di richiesta dei servizi sanitari presso l’amministrazione regionale.

Gruppo di lavoro “Una Sanità migliore per tutti”

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Proseguono, a Carbonia, le mostre d’arte presso il Circolo Soci Euralcoop. Dal 9 al 23 ottobre con proroga sino al domenica 25 ottobre, si sono potute ammirare le opere del pittore Lorenzo Cuccuru. La mostra intitolata “Caras e Caratzas”, visi e maschere, è stata inaugurata il 9 ottobre ed è stata visitabile tutte le sere, dal lunedì al sabato.

Nativo di Pozzomaggiore, piccolo paese in provincia di Sassari, Lorenzo risiede ormai da tanto tempo a Carbonia. Tante sono le passioni che lo animano ma due in particolare occupano gran parte del suo tempo: la pittura e l’amore smisurato per la sua Sardegna.

Sin da piccolo, ogni superficie attirava la sua attenzione per essere disegnata. Sino al 1970 i suoi “strumenti” sono stati matite, penne ed inchiostro di china, poi su consiglio di un amico, si è inoltrato nel fantastico mondo dei colori, sperimentando ed intraprendendo, come autodidatta, sempre nuove sfide. I tre anni successivi gli hanno regalato numerose soddisfazioni attraverso mostre e concorsi locali e nazionali. Il suo amore per la Sardegna lo ha poi portato lontano da casa, per attraversare questa terra e studiare da vicino usi, costumi e tradizioni culturali.

Tra le sue tele spiccano cavalli, ardie, figure fantastiche legate alla tradizione popolare sarda e raccolte nel libro “Contos de foghile”,che ha avuto modo di presentare in diverse scuole, per non far dimenticare importanti tradizioni popolari sarde. In un altro suo libro, intitolato “Carresecare”, sono raccolte 50 tavole sui riti del carnevale sardo.

Lorenzo si definisce un “pittore ricercatore” che riscopre e valorizza particolarità culturali del passato che rischierebbero di essere dimenticate.

La sua sardità è molto pronunciata nelle opere ricche di espressione, immagini che parlano, raccontano.

Nella mostra “Caras e Caratzas”, visi di donne dagli sguardi vivi, capaci di comunicare stati d’animo, primi piani di donne in costume sardo di varie zone e maschere carnevalesche tipiche sarde, fanno bella mostra, catturando l’occhio dell’osservatore più attento, per la capacità di procurare emozioni forti, tali da riportare il fruitore indietro nel tempo.

Nadia Pische

   

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«Il nostro impegno per contrastare l’emergenza sanitaria, economica e sociale è totale. In questa fase di crescita della curva epidemiologica vogliamo rafforzare soprattutto i servizi chiave per il controllo e la gestione dei contagi sul territorio.»

Lo ha detto il presidente della Regione, Christian Solinas, presentando il bando con cui Ats ha avviato la formazione di una graduatoria per il reclutamento di medici da destinare a tutte le sedi territoriali in risposta all’emergenza Covid-19.

«Gli incarichiprecisa il presidente della Regione Sardegnaavranno una durata di sei mesi e potranno essere prorogati in ragione del protrarsi dell’emergenza. La carenza di personale sanitario, dovuta a un lungo periodo di tagli alla spesa e mancata programmazione, è oggi uno dei principali motivi di sofferenza del nostro sistema sanitario. Ora più che mai è fondamentale mettere in campo scelte in grado dare risposte concrete alle reali necessità di assistenza dei cittadini.»

L’avviso pubblico, inserito da ieri nella sezione ‘bandi di concorso e selezioni’ all’interno del portale istituzionale dell’azienda sanitaria regionale, resterà aperto per dieci giorni. Le manifestazioni di interesse potranno quindi essere inviate entro il 2 novembre.

«Dall’elenco saranno assegnati incarichi ai medicispiega l’assessore regionale della Sanità, Mario Niedduche potranno essere impiegati ovunque sia necessario. Sarà reclutato tutto il personale di cui ci sarà bisogno. Potranno partecipare anche i medici non specializzati, che in Sardegna sono circa cinquecento. In questa fase daremo sicuramente priorità ai servizi di Igiene pubblica, sia per potenziare la nostra capacità di tracciamento del virus, consentendoci di individuare i soggetti positivi in tempi più rapidi e prevenire così la diffusione del contagio, sia per migliorare l’attività di sorveglianza di chi si trova in isolamento domiciliare, riducendo anche i tempi delle comunicazioni, che hanno risentito pesantemente del forte aumento del numero dei casi di positività accertati.»

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Massimo Temussi, 50 anni, già direttore dell’Aspal, è il commissario straordinario dell’Ares, l’Azienda regionale della Salute istituita nel nuovo Sistema Sanitario al posto dell’ATS, l’Azienda Tutela Salute, guidata fino a ieri da Giorgio Carlo Steri. Lo ha nominato la Giunta regionale, con un incarico a tempo che, salvo proroghe, terminerà il 31 dicembre 2020.

Laureato in Economia e Commercio nel 1999, Massimo Temussi ha un lungo curriculum, maturato prevalentemente nei settori della Sanità e del Lavoro. Dal 2007 al 2009 è stato dirigente Bilancio Servizi Finanziari dell’AOU di Sassari; dal 2009 al 2012 consigliere d’Amministrazione dell’Università di Sassari; dal 2009 al 2010 direttore amministrativo della ASL n° 6 di Sanluri; dal 2010 al 2011 direttore generale dell’assessorato regionale della Sanità; dal 20.02.2011 al 22.04.2013 direttore generale dell’Autorità di Gestione del fondo sociale europeo dell’assessorato regionale del Lavoro e Formazione professionale; dal 17.01.2014 al 14.10.2014 commissario straordinario dell’assessorato regionale del Lavoro; dal 15.10.2014 a ieri, infine, direttore generale dell’Agenzia regionale per il Lavoro.

La Giunta regionale, inoltre, ha prorogato fino al 30 novembre, l’incarico del commissario del l’Azienda Ospedaliera Brotzu, Paolo Cannas, e ha nominato Adamo Pili nuovo commissario di Area (Azienda regionale per l’edilizia abitativa).

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Resta elevato, 329, il numero dei nuovi casi positivi al Covid-19 accertati nelle ultime 24 ore in Sardegna, 3.721 i tamponi eseguiti. Salgono a 7.564 i casi di positività dall’inizio dell’emergenza. Dei 329 nuovi casi, 221 sono stati rilevati attraverso attività di screening e 108 da sospetto diagnostico. Si registrano tre decessi, due donne, di 93 e 82 anni, e un uomo, di 88, tutti residenti nell’area della Città Metropolitana di Cagliari. Le vittime sono in tutto 184.
In totale sono stati eseguiti 246.095 tamponi. Sono 287 i pazienti attualmente ricoverati in ospedale in reparti non intensivi (+12 rispetto al dato di ieri), mentre resta invariato il numero dei pazienti in terapia intensiva: 36. Le persone in isolamento domiciliare sono 4.263. Il dato progressivo dei casi positivi comprende 2.759 (+27) pazienti guariti, più altri 35 guariti clinicamente.
Sul territorio, dei 7.564 casi positivi complessivamente accertati, 1.359 (+50) sono stati rilevati nella Città Metropolitana di Cagliari, 1.190 (+74) nel Sud Sardegna, 633 (+28) a Oristano, 1.097 (+56) a Nuoro, 3.285 (+121) a Sassari.

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Il Coronavirus sta condizionando pesantemente il regolare svolgimento del campionato di serie D. Sono ben 33 le partite rinviate nei vari gironi, tra le quali cinque delle nove previste per la quinta giornata di andata nel girone G, dopo l’accertamento di casi di positività al virus tra i tesserati. Non si giocheranno le partite Vis Artena-Latte Dolce Sassari, Muravera-Giugliano, Monterosi-Team Nuova Florida, Insieme Formia-Gladiator e Nocerina-Nola. Il programma conserva solo quattro partite: Latina-Torres, Afragolese-Lanusei, Arzachena-Cassino e Carbonia-Savoia.

La Torres, la squadra più deludente di questo avvio di stagione, ancora a zero punti dopo quattro sconfitte, gioca in anticipo alle 14.30, a Latina, dirige Andrea Zambetti di Lovere, assistenti di linea Gino Passaro di Salerno e Roberto Maroni di Fermo.

Carbonia-Savoia, domenica pomeriggio, alle 14.30, sarà diretta da Edoardo Papale di Torino, assistenti di linea Alex Arizzi di Bergamo e Francesco Raccanello di Viterbo). Per la prima volta quest’anno lo stadio Carlo Zoboli sarà aperto al pubblico, con un ingresso contingentato nella misura del 15% della capienza massima della tribuna.