Ha preso il via stamane, a Sant’Antioco, la tappa sulcitana del progetto della rete di solidarietà sociale “Ad Adiuvandum”
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Ha preso il via stamane, a Museo archeologico Ferruccio Barreca di Sant’Antioco, la tappa sulcitana del progetto della rete di solidarietà sociale “Ad Adiuvandum”. Il progetto, nato dalla collaborazione della Regione Sardegna con le Forze armate, associazioni e altri promotori, quali il gruppo L’Unione Sarda, Amici di Sardegna Uniti contro COVID-19 e Sarda Bellezza e, con il contributo attivo di personale infermieristico e medico, si propone di contribuire a tracciare la circolazione del virus individuando soggetti asintomatici portatori, rafforzare la tutela sanitaria, accrescere le misure di protezione nei confronti di lavoratori che assicurano servizi essenziali e aumentare la consapevolezza sociale del rischio, sostenendo l’osservanza delle regole di prevenzione sanitaria.
Test sierologici, dunque, a partire dai dipendenti comunali e da una folta rappresentanza di commercianti antiochensi raggruppati grazie all’impegno del Centro Commerciale Naturale, tutti autotassatisi per contribuire allo scopo ultimo (150 soggetti circa): «Siamo molto felici di dare il via a questo progetto – commenta il sindaco Ignazio Locci – ringrazio i promotori dell’iniziativa: nello specifico la professoressa Maria Antonietta Mongiu, la quale si avvale della preziosa collaborazione del nostro concittadino Francesco Olla, Generale e Comandante del Comando Militare Esercito Sardegna, e di personale medico e infermieristico. Non meno importante, in questa prima fase, il ruolo dei dipendenti comunali e dei commercianti locali, che daranno il via agli esami. Successivamente, grazie al supporto degli uffici del Servizio Politiche Sociali, procederemo individuando tutte le fasce più a rischio da invitare, sempre su base volontaria, ad eseguire i test.»
Oltre agli uomini dell’Esercito, che si sono occupati dell’accoglienza, della Mongiu e del Generale Francesco Olla, oggi erano presenti un medico cardiologo e quattro infermieri, compreso Graziano Lebiu, Presidente dell’associazione infermieristica “OPI Sulcis Iglesiente”, organismo attivo sin dalla prima ora sul fronte della lotta al virus, nonché quattro studenti della Laurea in Scienze Infermieristiche: «La contestuale campagna di vaccinazione rende indispensabile questa iniziativa di monitoraggio sierologico della popolazione – commenta Graziano Lebiu – che ha lo scopo di individuare i soggetti già esposti o immunizzati e rendere conseguentemente più adeguato ed efficace in piano vaccinale che sta entrando a regime con la fase 2. È del tutto evidente l’importanza di consentire di rilevare una popolazione più ampia di anticorpi generati da una risposta immunitaria, in funzione della razionalizzazione delle scorte di vaccino, che sappiamo avere qualche criticità nelle forniture. Saremo presenti al massimo livello perché la professione infermieristica fonda le sue attività sostenendo la ricerca e le evidenze scientifiche, fondamentali di fronte all’aggressione del virus – conclude Graziano Lebiu -. Come Ordine Professionale abbiamo interesse a fare in modo che via sia la più alta partecipazione e copertura vaccinale possibile: solo con una efficace svolgimento della campagna si ridurranno anche le sfiducia dei cittadini».
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