4 November, 2024
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Dopo circa 24 anni, fa ritorno a Portoscuso la campana trafugata dalla torre campanaria della parrocchiale alla fine degli anni ’90

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E’ festa grande per la Comunità Parrocchiale Vergine d’Itria di Portoscuso. Dopo circa 24 anni, fa ritorno la campana trafugata dalla torre campanaria della parrocchiale alla fine degli anni ’90. La campana successivamente fu collocata nel campanile della chiesa Parrocchiale di San Narciso in Serbariu, a Carbonia. L’interessamento e l’attenta ricerca da parte degli eredi offerenti ha portato a far sì che la campana tornasse al suo posto originale. Il ritrovamento è stato possibile anche grazie alle incisioni riportate sulla stessa: “Pietro e Annetta Neri per grazia ricevuta e in memoria di Giovanni XXIII – Portoscuso 8.IX.1963“ realizzata dalla fonderia Cappezzutto per conto della famiglia Neri. L’impegno degli eredi, del parroco don Giulio Demontis, del vescovo mons. Giovanni Paolo Zedda, l’ufficio arte sacra e beni culturali della diocesi di Iglesias, a seguito di accurate indagini, ha permesso il recupero del prezioso bene inventariato tra quelli in possesso della parrocchia Vergine d’Itria.
Il parroco don Giulio, ha assicurato che farà in modo affinché la campana venga riposizionata nella sua arcata campanaria in occasione della festa della nascita della Beata Vergine, 8 settembre, anniversario della fusione. Se non si dovesse riuscire per la data stabilita si presume che entro il prossimo autunno, la campana sarà ricollocata definitamente nella torre campanaria e riprenderà a suonare a Portoscuso, suono che da secoli suscita in tutti profondi sentimenti di appartenenza, tanto che quando le campane dei campanili suonano a distesa per annunciare una festa o un’importante celebrazione religiosa, il paese cambia aspetto perché il suono delle campane dà vita e crea un’unica ed indissolubile realtà con la storia della comunità ed i suoi abitanti.
Le campane accompagnano e scandiscono ogni momento della vita di ciascuno: nei sacramenti come il battesimo, le comunioni, le cresime, i matrimoni o le ordinazioni sacerdotali ed anche in altre occasioni come i riti delle esequie. Per ogni evento, dunque, sanno creare con estrema immediatezza quel clima che meglio si addice: dalle solenni distese ed allegrezze che accompagnano i momenti di gioia, ai rintocchi singoli e cadenzati che annunciano un lutto.
Le campane oggi, con il loro secolare e metodico rintoccare, continuano a chiamare, ad annunciare la festa, a rallegrare, ad accompagnare la vita in modo costante e discreto, e forse meno martellante dei mezzi di comunicazione più moderni, a volte un po’ troppo ampiamente diffusi.
Le campane sono il simbolo della fede e della vocazione religiosa dei popoli. In tutta la Sardegna l’uso delle campane è ancora molto radicato nella vita di tutte le comunità religiose e civili.

La campana è realizzata con i migliori materiali, bronzo, e sottoposta a fasi di lavorazione anche molto complesse.

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giampaolo.cirronis@gmail.com

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